TEATRO DUSE DA MERCOLEDÌ 12 A DOMENICA 16 NOVEMBRE IL CONTRABBASSO ANDREA NICOLINI "Il Contrabbasso" , in scena al Teatro Duse da mercoledì 12 a domenica 16 novembre, è una commedia nera, scritta nel 1981 dallo scrittore tedesco Patrick Süskind, che pochi anni dopo avrebbe pubblicato il romanzo "Il Profumo", edito in oltre quaranta stati con enorme successo. Un suonatore di contrabbasso in un’orchestra d’opera, che abita da “single” in una casa perfettamente insonorizzata, è il protagonista di un monologo, insieme inquietante e divertente, nel corso del quale parla della musica e del suo rapporto con lo strumento, fa ascoltare dei dischi, suona, beve, racconta, si entusiasma; esplode in imprecazioni e grida; finendo per assurgere a simbolo dell’insignificanza dell’intellettuale nella vacuità della società contemporanea. Dal monologo di questo eccentrico personaggio, emerge gradualmente il ritratto di un uomo in cui s’intrecciano solitudine, orgoglio, perfezionismo, contemplazione estatica e struggimento esistenziale. Accanto e insieme a lui, è sempre in scena anche l’amato e odiato strumento musicale. Il contrabbasso assume via via sempre più il ruolo di un coniuge muto: accarezzato, accusato, afferrato, suonato e posseduto; ma mai percosso, anche se la tentazione appare sovente molto forte a quel musicista dall’energia imbrigliata, interpretato ora – dopo che negli anni Ottanta "Il Contrabbasso" era stato un cavallo di battaglia del polacco Jerzy Stuhr – da Andrea Nicolini, attore e compositore formatosi a Genova e attivo da molti anni sulla scena nazionale e internazionale. Diretto da Luca Giberti, regista genovese di cinema e teatro che si divide tra Italia e Inghilterra, "Il Contrabbasso" è uno spettacolo che pone al centro il lavoro dell’attore. «Tutte le altre scelte di regia (estetiche, musicali, scenotecniche) avvengono, per così dire, a valle del lavoro delle prove» annota Giberti, il quale aggiunge: «Voglio dare vita a uno spettacolo per tutti. Non credo in un teatro di matrice intellettuale, inaccessibile, libresco, noioso o per pochi. Credo invece nel teatro vivo. In un teatro d’idee dal linguaggio veramente universale. Voglio che il pubblico senta di essere, ogni sera, testimone di un evento unico, in qualche modo rivelatore».