16 n. 16 28 aprile 2010
G R E C I A
Nella Grecia nord orientale, un vero e proprio viaggio nel passato
I monasteri di Meteora
Sacra alla Chiesa ortodossa, la zona è patrimonio Unesco
Uno spazio sospeso nel cielo, dedicato
alla fede, alla preghiera, alla meditazione
e al silenzio. Un viaggio a ritroso nel tempo per ritrovare il fasto e la solennità della chiesa ortodossa, la sacralità dei gesti e
l’ascesi mistica della vita monacale.
Tutto questo è Meteora, nella Grecia
nord orientale, dove la pianura della Tessaglia s’infrange contro i monti del Pindo.
È qui che s’innalzano verso il cielo immensi
monoliti di roccia scura. Su queste torri
naturali, alte più di 600 m, quasi 1.000 anni fa sono sorti dei monasteri, detti meteore, costruiti – non si sa come – in cima
a pareti di roccia verticali.
Tutta la zona, sacra alla Chiesa ortodossa e recentemente aperta in parte a un
turismo che sappia rispettare questi luoghi dello spirito, è stata dichiarata patrimonio Unesco. Attualmente sono sei i mo-
nasteri abitati: Agios Stefanos, Agia Triada, Gran Meteora, Varlaam, Roussanou e
Agios Nikolaos, ma nei secoli passati que-
ste aspre rocce contavano altri 15 complessi monastici, ora disabitati, ormai in
rovina e non facili da visitare. Mentre si
TESORI NASCOSTI
Isole lontane dal
turismo di massa
Milos
Fra le isole dell’arcipelago delle Cicladi, Milos, famosa per la Venere scolpita
nel 320 a.C. che porta il suo
nome, è una delle meno battute dal turismo. Milos è quello che rimane di un vulcano esploso milioni di anni
fa: le scogliere frastagliate,
gli anfratti e le grotte marine, le rocce di varia natura
geologica testimoniano di
quell’evento. Caratterizzata da paesaggi e scorci lunari, l’isola è lambita da un
mare con tutte le tonalità
dell’azzurro ed è ricca di
spiagge di sabbia fine e dorata. Le più rinomate sono
Paleochori, Agia Kiriaki, Firiplaka, Gerontas e Provatas. Nei pressi di quest’ultima, sorgenti sottomarine di
acqua calda attirano i bagnanti soprattutto di notte.
I paesi principali sono Plaka
e Adamantas. Facilmente
raggiungibili catacombe e
villaggi neolitici. Da non
mancare il fiordo di Papafragas e Klòima, tipico villaggio di pescatori. Ottimi i
piatti di pesce della Taverna Aragosta di Plakas; per
chi ama l’agnello in tutte le
salse c’è la Taverna Enghina a Tripiti.
Itaca
A tre chilometri da Cefalonia, solitaria e selvaggia,
coperta da un manto di olivi su cui svettano i cipressi, Itaca è ancora oggi una
delle isole dell’arcipelago
Ionio meno frequentatae
dai turisti. La patria di Ulisse custodisce coste frastagliate, baie segrete e riparate, un interno aspro. Vathi
è il capoluogo e il piccolo
porto dell’isola. Le spiagge
percorre la strada delle meteore, che parte e ritorna a Kalambaka, se ne possono
scorgere le rovine.
Isolamento quasi totale
La vista di questi eremi permette di comprendere quali privazioni comportasse la
scelta monastica, che rifiutava il mondo
terreno e materiale per dedicarsi esclusivamente alla ricerca spirituale. Tutti i monasteri che compongono l’odierno itinerario
sono invece facilmente
accessibili, ma antiche
incisioni e l’austera presenza di reti, argani e
carrucole permette di
comprendere come
l’isolamento di questi
luoghi, fino a pochi anni fa, fosse quasi totale.
Il monastero di Santo Stefano, che risale al
1192, ospita la struttura lignea della chiesa di Santo Stefano. Salendo 140 gradini scolpiti nella roccia si
giunge al monastero della Santissima Tri-
nità. Sulla roccia più alta, a 613 m, sorge il
monastero della Trasfigurazione, la Grande Meteora. Una serie di oscuri corridoi
conduce al Katholikon: l’imponente chiesa risale alla fine del Trecento e venne completamente affrescata nel secolo successivo. Il monastero di Ognissanti, risalente
al 1350, deve il proprio nome al monaco
Varlaam. Roussanou è posto su un picco
assolutamente verticale, una ripida roccia
che mette le vertigini e che, fino al 1897,
era collegata al mondo esclusivamente attraverso una serie di scale a corda.
Il monastero di San Nicola, posto su uno
stretto sperone roccioso, si sviluppa in senso verticale, con la chiesa e il refettorio al
primo piano, sovrastate dalle celle monacali poste al piano superiore.
In cima a tutto c’è il Katholikon. Gli affreschi e le icone della cortina, la parete lignea che nelle chiese ortodosse, come negli antichi tempi greci, separa i fedeli dalla cella dove viene officiato il rito, sono del
più grande artista greco del XVI secolo, il
monaco Theofanis Strelitzas da Creta, che
qui ha rappresentato i dogmi e la liturgia
ortodossa.
Marco Colli
più belle sono quella di Filastro, immersa nel verde,
e quella esclusiva di Gidaki,
raggiungibile solo con la
barca. Aetos e Pisaetos, a
nord, hanno spiagge ricoperte da ciottoli. Ad Anoghy, il paese più antico di
Itaca, il dialetto conserva
ancora inflessioni e parole
veneziane. A Vathi, nel giardino panoramico della Taverna Drosia, si mangia ottimo pesce; per la cucina
greca dell’entroterra si deve andare a Frikes, al Ristorante Penelope.
gestiva, Stavros il piccolo
capoluogo e il porto dove,
nelle taverne, si mangia bene e si paga poco. Per dormire solo stanze d’affitto.
Donoussa
Fourni
Donoussa, 100 abitanti,
dista cinque ore di traghetto da Naxos, verso est, ed è
la più remota delle Piccole
Cicladi. I romani ci mandavano gli esiliati. Rocciosa, brulla e sferzata dal vento, è la meta ideale per chi
cerca solitudine e silenzio.
Kedros la spiaggia più sug-
Fourni, un piccolo arcipelago nell’Egeo orientale
a poca distanza dalla costa
turca, è composto da 12 isolette abitate da 2.000 persone che vivono di pesca e,
oggi, anche del poco turismo che arriva fin lì. Fourni è anche il capoluogo dell’arcipelago, poco battuto
Milos
dal turismo. La sera, in piazza, si osserva il tramonto
bevendo ouzo e mangiando polipi. Dopo cena si resta seduti sotto il grande
platano a chiacchierare o a
giocare a carte. Per dormire, Nikos affitta camere e
appartamenti affacciati a
perpendicolo sul mare, raggiungibili salendo e scendendo innumerevoli scale.
Al ristorante di Miltos si può
mangiare l’astakosmakaronada, spaghetti all’astice
appena pescato, senza spendere una fortuna.
M.C.