Briciole di pace per gocce d`acqua

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Letture Liturgiche Anno C
Biblioteca Diocesana Cuneo
25 settembre 2016
XXVI Domenica
Briciole di pace per gocce d’acqua
La liturgia continua a proporre delle
parabole di relazione sociale, tratte dal
vangelo di Lc, intrecciate con la misericordia
e la vita eterna.
Caratteristiche di queste parabole è la
contrapposizione tra aspetti contrastanti
non solo secondo gli schemi di giustizia
umana o di abitudini sociali scontate, ma
anche di contrappeso tra la realtà umana
della nostra vita attuale e la speranza della
vita eterna. L’immortalità, intuita e sognata
dagli esseri umani per la loro singolare
natura, che non è puramente ciclo biologico,
ma si apre all’intelligenza, all’affetto, alla
compassione,
non
è
la
semplice
prosecuzione delle condizioni attuali
proiettate nei nostri sogni futuri.
Gerusalemme: le porte delle bilance sulla spianata del
tempio; alle porte del tempio sostavano i poveri; nella
Vi è un passaggio cruciale, la morte, in cui la
tradizione islamica le stesse porte diventeranno il luogo in
nostra realtà torna ad incontrarsi con la
cui saranno appese le bilance del giudizio.
presenza creatrice dell’amore di Dio, che ha
donato la vita nella sua realtà materiale. Ma
non sarà una semplice render senza fine ciò che si vive ora; sarà come una fuoco che genera luce se trova una
condizione di vita aperta ad essere toccata dall’amore; altrimenti sarà un destino di luce, ma di inesorabile
crogiolarsi in un fuoco che non da luce, ma solo inesorabile consumarsi nel buio del fumo acre e intossicante;
come indica in modo terrificante l’Apocalisse (Ap. 14,11).
Colletta: O Dio, - l’invocazione è rivolta al Dio della Vita, perché in gioco è la speranza della risurrezione;
tu chiami per nome i tuoi poveri, mentre non ha nome il ricco epulone; - Dio non è essere estraneo
al calore umano di un dialogo vivo, che si esprime nel nome di ogni persona;
stabilisci con giustizia la sorte di tutti gli oppressi, poni fine all'orgia degli spensierati, - le
ingiustizie sono spesso indicate come causa di ateismo: questo non dipende da Dio, che ha uno sguardo più
ampio sulle stagioni della vita, ma dal nostro giudizio fermo all’oggi;
e fa' che aderiamo in tempo alla tua Parola, - e in questo progetto divino la nostra vita terrena è il
tempo per la crescita nella speranza della risurrezione, alla scuola della Parola di Dio;
per credere che il tuo Cristo è risorto dai morti e ci accoglierà nel tuo regno. – appunto ascoltando e
fidandoci di Gesù si apre la speranza della risurrezione anche per noi.
Am 6, 1.4-7 Ora cesserà l’orgia dei dissoluti.
Guai agli spensierati di Sion e a quelli che si considerano sicuri sulla montagna di Samaria! Distesi su letti
d’avorio e sdraiati sui loro divani mangiano gli agnelli del gregge e i vitelli cresciuti nella stalla. Canterellano
al suono dell’arpa, come Davide improvvisano su strumenti musicali; bevono il vino in larghe coppe e si
ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano. Perciò ora andranno
in esilio in testa ai deportati e cesserà l’orgia dei dissoluti.
Letture Liturgiche Anno C
Biblioteca Diocesana Cuneo
Chiamati alla vita eterna nella manifestazione di Gesù
1 Tm 6, 11-16
11
Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità,
alla pazienza, alla mitezza. 12Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita
eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede
davanti a molti testimoni.
13
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza
davanti a Ponzio Pilato, 14ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il
comandamento, fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
15
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
16
il solo che possiede l'immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
fino alla manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo
11
Ma tu, uomo di Dio, evita queste cose; tendi invece alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla
pazienza, alla mitezza. 12Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale
sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede davanti a molti testimoni.
L’uomo di Dio non è semplicemente uno che cura di mettere in pratica delle virtù, capaci anche di
rendere visibile la bella professione davanti agli uomini, ma è segno di una tensione verso la vita
eterna.
13
Davanti a Dio, che dà vita a tutte le cose, e a Gesù Cristo, che ha dato la sua bella testimonianza davanti a
Ponzio Pilato, 14ti ordino di conservare senza macchia e in modo irreprensibile il comandamento, fino alla
manifestazione del Signore nostro Gesù Cristo,
La tensione verso la vita eterna è ora realizzabile attraverso Gesù, che attraverso la sua
testimonianza di fiducia nel Padre e perdono agli uomini, data nella sua passione, è entrato nella
realtà trasformata della risurrezione.
15
che al tempo stabilito sarà a noi mostrata da Dio,
il beato e unico Sovrano,
il Re dei re e Signore dei signori,
16
il solo che possiede l'immortalità
e abita una luce inaccessibile:
nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo.
A lui onore e potenza per sempre. Amen.
L’inno di rendimento di grazie è incentrato sulla lode a Gesù, che ha mostrato agli uomini la via
verso l’immortalità, come una luce che si sprigiona dalla realtà umana trasformata dall’amore al
Padre e ai fratelli; come la luce che si sprigiona da povere foglie secche, toccate dal fuoco!
Neanche se uno risorgesse dai morti.
Lc 16, 19-31
“In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di
lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua
porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma
erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe.” (Lc 16, 19-21)
Ancora una parabola di Lc incentrata sulla contrapposizione tra ricco e povero.
E qui la distanza tra i due personaggi è esagerata, come indicano i loro vestiti e il loro rapporto col
cibo: l’uno opulento, l’altro affamato tanto da cercare anche solo le briciole.
Di mezzo solo una porta, che basta a togliere al ricco la vista del povero, che si deve accontentare
della compagnia dei cani.
* Dietro quali porte mi chiudo per non vedere chi è diverso, ed attende da me?
“Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu
sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro
accanto a lui.” (Lc 16, 22-23)
La morte accomuna finalmente i due, perché di fronte ad essa siamo tutti uguali! Anche se rimane
ancora la distinzione del sepolcro, riservato al ricco.
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Ma di lì in poi le situazioni si capovolgono e questa volta il ricco è in difficoltà e finalmente si accorge
del povero Lazzaro, che ora gode della comunione accogliente di Abramo, di Dio.
* Dovrò aspettare la morte per rendermi conto che sono fatto per la comunione dei santi e non
solo per vivere le evasioni del momento?
“Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua
la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma
Abramo rispose: “Figlio, ricordati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali;
ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e
voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né
di lì possono giungere fino a noi”.” (Lc 16, 24-26)
Ora che le situazioni si sono capovolte, è il ricco a chiedere aiuto e pietà; anche se da par suo non si
rivolge al povero, ma ad Abramo che può dargli degli ordini! Ma l’abisso creato nella sua vita
egoistica è ora incolmabile.
* Mi rivolgo ad Abramo e ai grandi testimoni della fede, per aver luce ed aiuto per scegliere il
modo giusto di vivere la comunione, la carità?
“E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho
cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di
tormento”.” (Lc 16, 27-28)
È un po’ curiosa questa premura del dannato all’inferno, per i suoi fratelli; in fondo quindi è una
persona di buoni sentimenti, che si rende conto di non aver preso sul serio le cose importanti della
vita.
* Mi accontento di avere ogni tanto dei buoni pensieri, o do un direzione buona alla vita?
“Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”.” (Lc 16, 29)
Per impostare la vita in modo costruttivo per sé e per gli altri, ci è data la Sacra Scrittura,
* Quando e quanto ascolto la Parola di Dio, donata nella Scrittura, per evitare di fare scelte o
avere delle giornate senza direzione?
“E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”.
Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno
risorgesse dai morti”».” (Lc 16, 30-31)
Nemmeno incontrare un risuscitato può servire per farci uscire dall’egoismo e dalla superficialità di
vita, in cui anche un morto risorto potrebbe esser solo occasione per divertici una volta in più!
* Collego la risurrezioni dai morti di Gesù nel progetto di amore presentato nei secoli da Dio nel
cammino delle Scritture? Gesù risorto è il vivente che guida la mia giornata, o una bella favola
che forse potrà interessare quando finirò i mie interessi?
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