edizione Campania per la tua pubblicità in questo spazio: 091.519165 Un unico logo per promuovere i Campi Flegrei notizia pubblicata 14 febbraio 2014 alle ore 10:11 nella categoria Territori Ha preso vita in Bit il patto per il turismo nei Campi Flegrei, una nuova sinergia di marketing territoriale che vedrà protagonisti sotto un unico marchio le 3 principali sigle sindacali dell’area: Federalberghi Campi Flegrei – AFAT, A.C.F. Confesercenti e FIPE Confcommercio. “Si tratta – ha spiegato Gianmarco Nasti, presidente della locale Federalberghi – di 3 organismi che intraprendono un percorso comune per rilanciare il territorio dei Campi Flegrei partendo da una base di oltre venti strutture alberghiere rappresentate sul territorio dalle due associazioni in grado quindi di proporre soluzioni di accoglienza per ogni esigenza”. Alle ipotesi di ospitalità si assoceranno in un unico pacchetto tutte le offerte dei pubblici esercizi del territorio, vale a dire ristoranti, gelaterie, lidi balneari, locali notturni e strutture per il tempo libero di tutti i tipi. “In questo modo – ha aggiunto Salvatore Trinchillo, presidente della FIPE Confcommercio di Napoli e provincia – saremo in grado di suggerire ai TO internazionali dei percorsi alla scoperta di un territorio ancora tutto da vedere, in cui le chiavi di lettura per un soggiorno sono davvero innumerevoli. La FIPE del resto ha voluto fortemente questa unione, nella convinzione che per proporsi nei grandi circuiti sia ormai indispensabile essere in grado di garantire al visitatore in un unico contenitore un ampio ventaglio di opzioni”. “Bisogna fare fronte comune per il bene dell’area – ha sottolineato Luigi Esposito dell’A.C.F. Confesercenti – si parte con la Bit e si proseguirà con le borse di Berlino e Mosca perché fino ad ora i Campi Flegrei non stati promossi come meritavano. Uniti riusciremo a far conoscere il brand nel turismo professionale, speriamo solo che le autorità locali e la Sovrintendenza archeologica ci diano la possibilità di mantenere i siti aperti: facciamo tanto come imprenditori, non possiamo rischiare che il turista una volta arrivato in loco trovi poi le porte chiuse”.