Lezione XI - Servizio di Hosting di Roma Tre

ECONOMIA URBANA
Valeria Costantini
Facoltà di Architettura,
Università “Roma Tre”
Contatti:
[email protected]
Che cos’è l’economia
• L’economia è la scienza che studia la
produzione, la circolazione e l’appropriazione
della ricchezza nelle comunità umane.
Ricchezza è tutto ciò che serve a soddisfare
direttamente o indirettamente i bisogni umani.
• Microeconomia:studia il comportamento dei
singoli agenti su un determinato mercato
(“micro” dal greco =piccolo)
• Macroeconomia:si occupa del
funzionamento e dei risultati ottenuti in un
sistema economico, in un sistema-paese e
comprende tanti mercati (“macro” dal greco =
grande)
Economia Urbana
2
IL P.I.L. di un paese
La grandezza fondamentale della Macroeconomia è il
PIL.
Il PIL (Prodotto Interno Lordo) è il valore di mercato
di tutti i beni e servizi finali prodotti in un paese in un
dato periodo di tempo.
L’arco temporale di riferimento è l’anno solare
(Gennaio-Dicembre).
Economia Urbana
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• - valore di mercato: i beni e i servizi che entrano nel
PIL sono valutati ai prezzi di mercato (correnti), cioè
ai prezzi a cui vengono effettivamente venduti;
• - tutti: meno quelli prodotti e venduti illegalmente;
meno quelli prodotti e consumati all’interno delle
famiglie;
• - finali: la farina è un bene finale se venduta come
farina; un bene intermedio se venduta al panettiere per
fare il pane. In questo caso il valore della farina è
incorporato nel valore del pane;
Economia Urbana
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• - prodotti in un anno: il PIL misura il valore dei beni
e servizi prodotti in un anno, non le transazioni di un
anno; così le auto nuove che vengono vendute e
acquistate fanno parte del PIL in quanto prodotte
nell’anno, mentre la compravendita di auto usate non
è registrata nel PIL;
• - in un paese: il PIL misura ciò che è prodotto in
Italia, non ciò che è prodotto da Italiani.
Economia Urbana
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Equivalenza dei metodi di calcolo del PIL
Pil come flusso di prodotti: valore monetario totale
del flusso di prodotti finali generati dal paese. I
prezzi rispecchiano il valore economico relativo
dei diversi beni
=
Pil come somma guadagni: è considerato come il
totale dei guadagni dei fattori produttivi - salari,
profitti, interessi, rendita- che sono i costi di
produzione dei prodotti finali della società
I 2 metodi sono uguali
Economia Urbana
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Spese per consumi in €
Beni e servizi finali
(salami, viaggi, motorini etc)
Famiglie
Imprese
Servizi produttivi
(lavoro, terra, capitale etc)
Salari, rendite, profitti etc in €
Economia Urbana
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Metodo Valore Aggiunto (VA)
Con il metodo dei flussi di prodotto si escludono
facilmente i beni intermedi dal computo totale del PIL
(es. farina, acciaio, etc)
Con il metodo dei guadagni si fa altrettanto ma in un
modo diverso: attraverso il metodo del valore
aggiunto, cioè la differenza tra le vendite di
un’impresa ed i suoi acquisti di materiali e servizi da
altre imprese.
Si includono i costi che l’impresa sostiene (salari,
interessi, dividendi etc.) e si escludono gli acquisti di
beni e servizi computati per altre imprese (acciao,
energia etc). Questi ultimi vengono computati nel PIL
attraverso il calcolo del VA delle altre imprese.
Economia Urbana
8
Metodo Valore Aggiunto (VA)
IN QUESTO MODO IL PIL DIVENTA
LA SOMMA DEI VALORI AGGIUNTI DI TUTTI I
SINGOLI STADI DI PRODUZIONE
E SI EVITANO DUPLICAZIONI DI COMPUTO DI
PRODOTTI INTERMEDI
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Definizione di Valore A ggiunto
Differenza tra il valore dei beni prodotti e il costo dei
materiali e degli approvvigionamenti usati per
produrli.
In una pagnotta venduta ad 1 €, che contiene grano e
altre sostanze del valore di 0.60 cent, il Valore
Aggiunto (VA) è 0.40 cent. Il VA comprende le
componenti di salario, interesse, rendita e profitto
aggiunte al prodotto da un’impresa o da un’industria.
Economia Urbana
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Esempio : metodo prodotti finali
Si supponga che in un’economia esistano due sole imprese.
La prima produce farina (mugnaio) per un valore
complessivo di $ 50, impiegando lavoro, al quale paga
salari pari a $ 10
La seconda (fornaio) produce pane per un valore pari a $
100, impiegando farina per un valore di $ 10 e lavoro, al
quale paga salari pari a $= 40.
Qual’è il PIL di questa economia?
Non è ($=50+100=150) perché 10 $= di farina sono
consumati nella produzione di pane; quindi non sono beni
finali.
Economia Urbana
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Esempio : metodo prodotti finali
Il PIL sarà pari a:
PIL = 50 + (100 - 10) = 140$
Implicitamente, abbiamo calcolato il PIL utilizzando un
metodo che viene chiamato: metodo del valore aggiunto.
Il valore aggiunto è pari al valore della produzione
dell’impresa al netto del valore dei beni intermedi
utilizzati nella produzione.
Nel nostro esempio il mugnaio non utilizza beni
intermedi; quindi il valore netto della sua produzione
coincide con il valore lordo: $ 50.
Il fornaio, viceversa, impiega $ 10 di farina; quindi il
valore netto della sua produzione è pari $ 100-10=90.
Economia Urbana
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Esempio metodo guadagni (o reddito)
Un altro metodo per calcolare il PIL è il metodo del
reddito. Infatti, la differenza tra valore della
produzione e valore dei beni intermedi in ogni
impresa non può che andare a remunerare i
lavoratori (salari), al pagamento di imposte in
dirette, a profitto dell’impresa (distribuito o meno
agli azionisti).
Nel nostro esempio non ci sono imposte indirette e
quindi la differenza in questione non può che essere
pari ai salari più i profitti: PIL = Reddito = Salari +
Profitti = (10 + 40) + (40 + 50) = 140. Nel nostro
esempio il reddito da lavoro rappresenta il 35,71%
del PIL [(50/140)*100], mentre il reddito da
capitale rappresenta il 64,29% [(90/140)*100].
Economia Urbana
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VA e PIL
• Il PIL esclude i beni intermedi ma include gli
investimenti lordi
• Il VA è il PIL al netto del costo dei beni utilizzati
per produrlo, (cioè non comprende beni intermedi
e investimenti netti, ammortamenti)
• VA di un sistema economico = PIL-Investimenti
Netti;
• PIL= Somma dei VA di tutti gli stadi di
produzione per tutte le imprese
Economia Urbana
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Un altro esempio
• Impresa 1 metallurgica • Impresa 2 Automobilistica
Vende acciao a Im2 per Acquista acciao (100), vende
100€; paga 80 di salari
auto per 200 €, paga 70 di
e ottiene 20 di profitto
salari e ottiene 30 di
profitto
PIL = 200 € (somma del valore dei beni finali, auto)
PIL = 200€ (somma dei redditi: salari 70+80 e profitti: 20+30
PIL = 200€ ( somma dei va: 100 Im 1 + 100 Im2)
3 definizioni che danno lo stesso risultato
Economia Urbana
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Investimenti netti e lordi
Il Pil comprende, oltre ai consumi anche gli
investimenti LORDI (IL). Lordi perché non si
considera l’ammortamento, cioè quanto
dell’investimento fatto viene consumato durante
l’anno. In altre parole, si conteggia, oltre al capitale
aggiunto (costruzione di nuove macchine, nuove
fabbriche, nuove infrastrutture etc), anche il vecchio
capitale, obsoleto, rimpiazzato, consumato durante
l’anno. L’investimento netto = Investimento Lordoammortamenti
Economia Urbana
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Altri concetti
•
•
•
•
•
PNL
PIL
PNN (Netto)=PNL-ammortamenti
PIL pro capite
PIL Usa 2003: 11000 Mld di $; PIL pro
capite:37500 $
• PIL Italia 2003: 1500Mld $; PIL pro capite:
25100 $
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Indice dei prezzi
• Anno 1:1000 quintali di grano, prezzi: 2 € x 1 quint
• Anno 2:1010 quintali di grano, prezzi: 2,5 €x 1 quint
Pil anno 1= 2.000€; Pil anno 2= 2.525€;
Crescita Pil? Y2-Y1/Y1
2525-2000/ 2000 = 525€, tasso di crescita del 26%? NO
Perchè si deve calcolare la crescita reale, al netto
dell’inflazione (ovvero dell’aumento dei prezzi). Si
userà quindi l’indice dei prezzi al consumo (IPC, il
prezzo di un “paniere” rappresentativo) o il deflatore
del PIL (cioè il prezzo medio di tutti i beni del PIL).
In entrambi i casi calcoliamo una media ponderata dei
prezzi (P2/P1)
Economia Urbana
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Deflatore del Pil
Allora: anno 1 = anno base.
Deflatore anno 2, (P2/P1):
2,5/2=1,25.
Oppure il deflatore del Pil nell’anno 2 =
Pil nominale A2/Pil reale A2 (calcolato con anno base 1)
= 2525/2020=1,25
Pil anno 1: 2000€. Pil anno 2 : 2525
Pil anno 2 deflazionato = 2525 /1,25 = 2020
Crescita PIL: 2020-2000/2000=1%
Economia Urbana
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Deflatore del Pil
Si rivela perciò necessario valutare i PIL di anni diversi
con i prezzi di un solo anno (detto anno base).
Possiamo allora definire il:
PIL NOMINALE AL TEMPO T
Pt Yt = ∑ Pti Yti
che misura il valore monetario corrente della
produzione aggregata nell’anno t. Analogamente,
definiamo il PIL REALE AL TEMPO t:
P0Yt = ∑ P0i Yti
Economia Urbana
20
Deflatore del Pil
che misura la produzione aggregata dell’anno t a prezzi
costanti, quelli dell’anno 0. Per studiare la crescita
economica, si guarda all’andamento nel tempo del PIL
reale. Il tasso percentuale di crescita tra l’anno (t – n) e
l’anno t sarà espresso da:
(P0Yt − P0Yt −n )
P0Yt −n
* 100
dove tanto il PIL dell’anno t quanto quello dell’anno (t
– n) sono espressi nei prezzi dell’anno base.
Economia Urbana
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Esercizio
2003
2004
Q
P
Q
P
Auto
10
2000 €
12
3000 €
PC
4
1000 €
6
500 €
Arance
1000
1€
1000
1€
Economia Urbana
22
Trovare
A. Pil nominale nel 2003 e 2004 e crescita
nominale;
B. A prezzi base 2003, qual’è il Pil reale nel 2003 e
2004? Di quanto cresce realmente il Pil.
C. Ripetere la stessa operazione con prezzi base
2004.
Perche i tassi di crescita sono diversi in A, B e C?
Qual’è quello corretto?
Economia Urbana
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Soluzione
Pil A1P1= 25000
• Pil A2 P1= 31000
• Pil A2P2=40000
• Deflatore del Pil A2 = Pil nomA2 /pil reale A2 (con anno
base 1) = 31/25=1,29
• Pil reale calcolato con deflatore = 40/1,29=31
• Crescita pil=31-25/25=24%
• Proviamo a calcolare ICP, cioè l’aumento dei prezzi per ogni
singolo bene, e usare quest’indice per calcolare il Pil reale
dell’A2 e poi la crescita reale:
• P2/P1 Auto=1,5; P2/P1 PC=0,5; P2/P1 Arance=1
• Pil=36000/1,5+3000/0.5+1000= 31000
• Crescita del Pil calcolato considerando l’aumento dei
prezzi =31-25/25=24%
Economia Urbana
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Contabilità Nazionale - Pil:Modello Reddito Spesa
Y=C+I+G+X
(1)
Y = PIL
C=SPESA PER CONSUMI PRIVATI
I=SPESA PER INVESTIMENTI PRIVATI IN BENI DUREVOLI
+VARIAZIONI DELLE SCORTE
G=ACQUISTI PUBBLICI (meno I trasferimenti)
X=ESPORTAZIONI NETTE=E-M
E=ESPORTAZIONI
M=IMPORTAZIONI
oppure:
YD = Y + TR - T (2)
YD= REDDITO DISPONIBILE
TR=TRASFERIMENTI
T=IMPOSTE + CONTRIBUTI SOCIALI
Economia Urbana
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Contabilità Nazionale - Pil:Modello Reddito Spesa
Una volta che abbiamo il reddito disponibile delle famiglie
possiamo suddividerlo nei due modi in cui le famiglie possono
impiegarlo, cioè per consumi e per risparmi
C+S=Y
(3)
Y + TR - T = C + S (4)
dove
C=CONSUMO
S=RISPARMIO
Economia Urbana
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Contabilità Nazionale-Pil:Modello Reddito Spesa(2)
Uguagliando le espressioni (2) e (4) otteniamo:
C + S = Y D = Y + T R – T (5)
da cui:
C = Y D - S = Y + T R - T - S (6)
sostituendo C nella definizione del PIL (1) con l’ espressione a
destra nella(6), otteniamo:
Y=Y+TR-T-S+I+G+X
(7)
Quindi, semplificando e raccogliendo otteniamo:
S = I + (G + T R - T) + X (8)
dove con (G+T R-T) = DB indichiamo il disavanzo del bilancio
Economia Urbana
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pubblico
Contabilità Nazionale-Pil:Modello Reddito Spesa(2)
Da quest’ultima espressione ricaviamo un’informazione
importante:
il risparmio privato finanzia tanto le spese di investimento
delle imprese, quanto il disavanzo pubblico quanto le
esportazioni nette.
Dal momento che X = E – M dalla (8) otteniamo:
S + M = I + (G + T R - T) + E
(9)
A sinistra nell’identità troviamo le risorse, costituite dal
risparmio nazionale più le importazioni, mentre a destra
troviamo gli impieghi, investimenti privati interni, disavanzo
pubblico ed esportazioni.
Economia Urbana
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Investimenti=Risparmio (I=S)
PIL = C+S
• I= PIL come flusso di prodotti - C
• S= PIL come flusso di guadagni – C
Identità contabile I=S
Trascurando risparmio pubblico, estero e
societario
Economia Urbana
29
Esempio: il calcolo del Pil, lato prodotto, in USA, 2003, Mld di $
PIL
11004
Spesa in consumi
7760
Beni durevoli
950
B.Non durevoli
2200
Servizi
4610
Investim. priv lordo
1667
Invest produttivo
1094
Strutture
261
Beni strumentali
833
Investim.residenziale
Spesa Pubblica
572
2057
Federale
752
Difesa
496
Altro
256
Statale e locale
Export nette
1323
- 498
Export
1046
Import
Variazione scorte
Economia
-1544 Urbana
-1
30
Esempio: il calcolo del Pil, lato reddito, in USA, 2003, Mld di $
PIL
11004
+ redditi resto mondo
+329
- Pagamenti al resto mo
= PNL
-274
11059
- Consumo capitale fisso
(ammortamenti)
PNN
-1354
9705
- Discrepanza statistica
= Reddito nazionale
-26
9679
Scomposizione Reddito Nazionale
Imposte indirette
751
Retribuzioni dipendenti
6289
Stipendi e Salari
5103
Emolumenti (contributi, etc)
1185
Profitti
1108
Interessi netti
543
Reddito lavoro autonomo
834
Rendite
154
Economia Urbana
31
Dal PNL al Reddito Disponibile
• PNL=X+G+I+C
• RN=PNL-Am-TaxInd
• RND=RN-trasf.Net(trasf. fatti dagli ita. Verso
esteri-trasf. fatti dall’estero verso ita)
• RD= RND-TaxDir.-RisparmiSocietari (profitti
Imprese)+ trasf. Stato Æfamiglie
• RD=C+S (S in Italia 20%, Usa 7%, titoli venduti
dagli Usa alla Cina che finanzia gli I Usa)
Economia Urbana
32
Esempio: dal RN al Yds, in USA, 2003, Mld di $
Reddito nazionale
9679
- Imposte indirette
- 751
- Profitti imprese
-1108
- Interessi netti
-543
+ reddito personale da
interessi (es dividenti )
+ 1322
+ trasferimenti governo
+1335
- Contributi previdenza
sociale (pagate dai lav)
-773
=Reddito personale
9161
- Imposte dirette e oneri non
fiscali
=Reddito personale
disponibile
-1002
8159
Economia Urbana
33
La distribuzione del reddito
La famiglia è l’organizzazione
in cui individui diversi cooperano,
per obblighi morali o sociali,
al fine di garantirsi adeguati livelli di vita
Lo stock di risorse (materiali e immateriali)
della famiglia sono utilizzate per
una redistribuzione al loro interno
sia intratemporale che intertemporale
sulla base di criteri “non-di-mercato”
Economia Urbana
34
La distribuzione del reddito
Il reddito disponibile delle famiglie proviene
¾ dall’attività produttiva
prestazioni dei servizi produttivi (rapporti di mercato)
distribuzione funzionale: salari, interessi, rendite, profitti (distribuzione
primaria del reddito)
¾ da reti di aiuto formale e informale
trasferimenti unilaterali correnti (rapporti politici e sociali)
redistribuzione del reddito (distribuzione secondaria del reddito)
Il reddito disponibile delle famiglie è
il reddito da esse percepito per aver partecipato al processo produttivo
integrato dai trasferimenti netti (ricevuti al netto di quelli concessi)
provenienti dalle altre istituzioni, pubbliche e private.
Economia Urbana
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La distribuzione del reddito
DISTRIBUZIONE PRIMARIA DEL REDDITO
Q ≡ Y ≡ YA + YB
DISTRIBUZIONE SECONDARIA DEL REDDITO - RIDISTRIBUZIONE DEL REDDITO
TRASFERIMENTI DALLA UNITÀ B A FAVORE DELL’UNITÀ A (T RBA)
TRASFERIMENTI DALLA UNITÀ A A FAVORE DELL’UNITÀ B (T RAB)
REDDITO DISPONIBILE
≡ REDDITO PROVENIENTE DALLA PRODUZIONE
+ TRASFERIMENTI RICEVUTI DA ALTRE UNITÀ ECONOMICHE
- TRASFERIMENTI EFFETTUATI AD ALTRE UNITÀ ECONOMICHE
YDA ≡ YA + (TRBA – TRAB)
YDB ≡ YB + (TRAB – TRBA)
REDDITO DISPONIBILE ≡ CAPACITÀ DI SPESA ≡ SPESA PER CONSUMI + REDDITO RISPARMIATO
YDA ≡ CA + SA
YDB ≡ CB + SB
Economia Urbana
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La distribuzione del reddito
La modificazione della struttura dei redditi
dovuta ai processi ridistributivi è finalizzata
a compensare disuguaglianze nei redditi famigliari
e a contrastare situazioni di povertà.
PROCESSO RIDISTRIBUTIVO PUBBLICO:
prelievo fiscale e parafiscale
(trasferimenti a favore del settore pubblico: TRAG)
prestazioni sociali e interessi sul debito pubblico
(trasferimenti a carico del settore pubblico: TRGA)
Reddito disponibile del settore pubblico:
Economia Urbana
YDG ≡ (TRAG – TRGA) ≡ CG + SG
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La distribuzione del reddito
MERCATO DEL LAVORO
POPOLAZIONE (POP)
POPOLAZIONE IN ETÀ LAVORATIVA
FORZE DI LAVORO
OCCUPATI
DISOCCUPATI
Disoccupati
Tasso di disoccupazione
≡ ────────────.
Forze di lavoro - Occupati
≡ ────────────────────────
Forze di lavoro
Forze di lavoro
Forze di lavoro
Tasso di attività
≡ ───────────────────────────.
Popolazione in età lavorativa
Economia Urbana
38
La distribuzione del reddito
Il tasso di crescita del prodotto pro-capite dipende
dalla produttività media del lavoro e
dalla struttura del mercato del lavoro.
PRODOTTO PRO-CAPITE
≡
≡
PRODOTTO INTERNO
────────────
POPOLAZIONE
PRODOTTO INTERNO
─────────────
OCCUPATI
*
=
OCCUPATI
───────────
FORZE DI LAVORO
POPOLAZIONE IN ETÀ
LAVORATIVA
FORZE DI LAVORO
* ───────────── * ───────────── ≡
POPOLAZIONE IN ETÀ
POPOLAZIONE
LAVORATIVA
≡
PRODUTTIVITÀ DEL
LAVORO
* (1 -
TASSO DI
DISOCCUPAZIONE
)*
TASSO DI ATTIVITÀ
*
POPOLAZIONE IN ETÀ
LAVORATIVA
Ristrutturazione produttiva per incrementare la produttività del lavoro:
¾ flessibilizzazione del lavoro, forme contrattuali (rapporti di lavoro “atipici”)
¾ formazione professionale (“capitale umano”)
Economia Urbana
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La distribuzione del reddito
L’offerta di lavoro della famiglia
“Lavorare e consumare”, scelta (individuale) tra
¾ costo-opportunità del lavoro in termini di tempo libero (quanto vale un’ora
di lavoro in termini del tempo libero perso; penosità del lavoro)
¾ beneficio costituito dal salario orario, dalla gratificazione fornita dai beni
acquistabili dal salario reale (tenuto conto dei prezzi dei beni)
Il costo-opportunità dipende dal reddito della famiglia:
se è alto il costo-opportunità può essere basso (in termini del tempo libero
perso), l’offerta di lavoro diminuisce
se è basso il costo-opportunità può essere basso (in termini del tempo liberato
perso: alcuni servizi famigliari devono essere autoprodotti), l’offerta di lavoro
diminuisce.
L’offerta “individuale” di lavoro è condizionata dalle esigenze collettive (della
famiglia)
Economia Urbana
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La distribuzione del reddito
Stratificazione e mobilità sociale
Il reddito delle famiglie dipende dalla disponibilità di risorse
(in senso lato: patrimoniali, istruzione, prestigio, relazioni sociali, ecc)
distribuite in maniera non uniforme.
La produttività dei singoli dipende dalla dotazione di risorse;
il mercato remunera in maniera differente la differente qualità di risorse.
Si genera una stratificazione sociale con differenti opportunità di vita.
La stratificazione sociale si evolve nel tempo
a seconda dell’intensità della mobilità sociale
intragenerazionale e intergenerazionale.
La mobilità sociale è anche discendente e
il conseguente degrado delle risorse disponibili
produce situazioni di esclusione sociale;
condizioni di povertà intrappolano
la famiglia (padri e figli) in situazioni prive di vie d’uscita.
Economia Urbana
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