04 Pds_maa_COP_09:v 25/05/09 18:16 Pagina 3 i teatri della terra di Puccini giovedì 28 maggio 2009 Basilica di San Frediano, Lucca 04 Pds_maa_COP_09:v 25/05/09 18:15 Pagina 2 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 1 giovedì 28 maggio 2009 - ore 21.00 Basilica di San Frediano, Lucca MARCEL KHALIFE Arabian Concerto Salute GUSTAV MAHLER Sinfonia n. 1 in Re maggiore «Il Titano» 1 Langsam, Schleppend, Wie ein Naturlaut; im Anfang sehr gemächlich; belebtes Zeitmass 2 Kräftig bewegt, doch nicht zu schnell; Trio, Recht gemächlich 3 Feierlich und gemessen, ohne zu schleppen 4 Stürmisch bewegt QATAR PHILHARMONIC ORCHESTRA LORIN MAAZEL direttore 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 2 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 3 i teatri della terra di Puccini Lo spirito che anima l’alleanza strategica nel nome della cultura e della musica tra il Teatro del Giglio di Lucca e la Fondazione Festival Pucciniano di Torre del lago è rappresentato in questo evento musicale che Lucca ospita nella suggestiva cornice della Basilica di San Frediano. Alla bacchetta del maestro Lorin Maazel abbiamo affidato il compito di valorizzare ulteriormente il grande patrimonio musicale, vanto delle nostre comunità. Al programma di questa serata abbiamo affidato il compito di spiegare quanto la musica sia non solo un linguaggio universale, ma anche un efficacissimo strumento per il dialogo e la migliore conoscenza tra i popoli. Ad una compagine così realmente internazionale scaturita dall’amore per la musica di uno dei più illuminati governanti arabi e nella quale sono racchiusi i segni distintivi di questo dialogo che porta la musica ad essere composta ed interpretata da compositori, musicisti e direttori di ogni fede religiosa ed essere eseguita in ogni luogo che, come nel caso della Basilica di San Frediano è al contempo luogo della salvezza delle radici cristiane e dell’infaticabile volontà che la nostra comunità ha manifestato nel corso dei millenni di dialogare in pace ed armonia con il resto dell’umanità, abbiamo affidato un messaggio di pace, tolleranza e rispetto che ci auguriamo conquisti gli animi di tutti nel nome della grande musica. Questo straordinario concerto che presentiamo a Lucca in esclusiva per il centro Italia, e che vede esibirsi per la prima volta nella terra di Puccini il Maestro Lorin Maazel è una tappa ulteriore di un connubio culturale che le nostre istituzioni teatrali hanno creato per meglio promuovere la grande 3 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 4 musica e per riaffermare il ruolo internazionale che Lucca e Torre del Lago Puccini vogliono giocare nel panorama musicale italiano e internazionale. Durante la prossima estate ci presenteremo ancora insieme per proseguire in autunno ed inverno le nostre iniziative nel segno dei “Teatri della terra di Puccini”, teatri aperti al mondo con la vocazione di parlare ai giovani della nostra terra, per conquistarli all’amore per la musica e per riunire intorno ad un unico progetto tutti gli importantissimi attori del firmamento musicale della Versilia, di Lucca e di tutta la sua provincia. Ai nostri marchi vogliamo infatti che se ne aggiungano altri per toccare con le note della tradizione classica il pubblico di tutte le età. 4 Il Presidente del Teatro del Giglio Il Presidente della Fondazione Festival Pucciniano Aldo Casali Massimiliano Simoni 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 5 Arabian Concerto Un commento dell’autore Questa partitura musicale, Arabian Concerto, è figlia della sua epoca: un’epoca d’inizio ed origine – un’epoca di musica nel Medio Oriente. E ancora, nella sua temporalità orientale abbraccia la matrice di molteplici temporalità che sono dialetticamente avviluppate (tra loro), avendo esse attraversato una storia fatta di fusioni e mescolanze. Smantellarla e suddividerla nei suoi elementi costitutivi significa frantumare i tasselli di un mosaico millenario così riccamente creato da molteplici civiltà: la spiritualità dell’Antico Oriente, l’eredità del profluvio ecclesiastico di Bisanzio, il magico tocco delle armonie di Persia, la malinconia dell’antico Iraq depositario del maqam, il ritmo del deserto Arabico, l’estasi del bashraf turco, la vigorosa sonorità delle canzoni di montagna, l’elaborata coloratura di Aleppo e la brezza che spira dai paradisi perduti dell’Andalusia. Le note di Arabian Concerto risuonano in un dialogo ininterrotto con il tempo musicale dell’Oriente, imitandone miriadi di sonorità, approfondendone i dettagli, fino a scivolare nel labirinto dei suoi sentieri in cerca di un mistero profondo. La musica non ha patria. È l’unico linguaggio comune all’umanità intera in grado di risolvere le difficoltà di comunicazione che affliggono comunità differenti per lingua, gravate da mutua oppressione. In ultima analisi, la musica non si presta a una divisione manichea in Oriente e Occidente poiché è un’unica lingua, pronunciata con accenti diversi. Più precisamente si dovrebbe parlare di Oriente e Occidente della musica, dal momento che la musica stessa è spazio e tempo e di entrambi è il centro, il cuore. Siamo alla ricerca dell’universalità intesa come associazione umana in mezzo a diversi linguaggi, tradizioni e risorse creative musicali, come un 5 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 6 6 momento d’intersezione e fusione tra culture, il momento in cui nasce una chimica estetica. Così è nata questa partitura, traboccante di contenuti astratti, sinfonici, raffinati, verso un’accattivante avventura – un’avventura pioneristica – verso l’universalismo, equipaggiata e preparata ad affrontare qualsiasi ostacolo inflessibile le si pari sul cammino. Questo brano rappresenta una ripresa del materiale locale, una tradizione che custodiamo gelosamente dalla dissipazione e dalla banalità, una tradizione di cui raccogliamo i tesori espressivi ai quali applichiamo i metodi del moderno artificio musicale. Il brano immerge l’Oriente e il suo fascino seduttivo nella musica del mondo, dando espressione all’est, quell’io storico e culturale, in un linguaggio musicale umano, che gli restituisce quel posto nel mondo che fino ad ora era rimasto vacante e che lo rende capace di rivolgersi all’umanità ed alla sua elevata sensibilità estetica. Ecco quindi un molteplice, fertile momento di musica, che si oppone allo stereotipo e alla classificazione, un dialogo senza fine tra il sé e il sé, e tra il sé e l’altro. Marcel Khalife Le composizioni Arabian Concerto e Salute di Marcel Khalife sono state entrambe eseguite in prima assoluta al concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Qatar, tenutosi il 30 ottobre 2008. 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 7 Arabian Concerto Gli strumenti del concerto I concerti di oud offrono uno scorcio non soltanto dell’anima araba, ma anche del passato dell’Occidente: Grove Online, infatti, descrive l’oud come «il diretto antenato del liuto Occidentale». Questi strumenti e i trovatori che li suonavano allietarono le corti principesche d’Europa e a ragione, dato che l’oud è talvolta definito «il sultano o l’emiro degli strumenti musicali». È lo strumento musicale principale del mondo arabo e la sua influenza ha raggiunto le culture di vari paesi, come Turchia, Armenia, Grecia, Azerbaijan, Mauritania e Tajikistan. Nella maggioranza dei casi l’oud presenta un’incordatura fatta di cinque coppie di corde intonate all’unisono e un bordone singolo; tuttavia, alcuni modelli possono arrivare a presentare fino a tredici corde. Il bouzuq o buzuq è un liuto dal manico allungato, munita di stanghette trasversali. Nella sua forma tradizionale, il corpo è ottenuto intagliando un unico blocco di legno ed è assemblato con l’ausilio di caviglie dello stesso materiale. I bouzuq più moderni, invece, presentano caviglie meccaniche e corpi costruiti a doghe. È solitamente impiegato come strumento solista. Il qanoun o kanun, secondo alcune fonti, discende dall’arpa dell’Antico Egitto. Il termine Qanoun significa, in arabo, «legge» e senza dubbio è alla radice del morfema inglese «canon», equivalente dell’italiano «canone». Si tratta di una cetra o salterio a corde pizzicate, con una cassa di risonanza di forma trapezoidale che ricorda il dulcimer. È munito di ottantuno corde tese a gruppi di tre e di piccole leve d’ottone per intonare lo strumento. 7 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 8 Il ney risale all’antichità. È un flauto a imboccatura obliqua libera, fatto di canna, con nove interspazi. La tecnica respiratoria a cui si ricorre per suonare questo strumento è nota come «tecnica bilabiale», che prevede l’uso di entrambe le labbra per produrre il suono. Passaggi d’ottava e microtoni si possono ottenere modificando il foro labiale d’emissione, modificando l’angolazione dello strumento oppure ricorrendo ad entrambe le possibilità. È considerato per questo uno degli strumenti musicali arabi più difficili da padroneggiare. Il req o riq è un piccolo tamburello in legno, con superficie in pelle di capra o di pesce e una cornice frequentemente intarsiata di madreperla. Intervallate lungo la cornice si trovano cinque coppie di cembali in bronzo, che consentono allo strumento di produrre una vasta gamma di suoni. 8 L’insieme di tutti questi strumenti – quattro melodici ed uno a percussione – formano un takht, l’ensemble classico della maggior parte della musica araba. Eseguito individualmente o come un ensemble con l’orchestra, la composizione è per alcuni aspetti assimilabile alla tradizione della sinfonia concertante, familiare al pubblico della musica sinfonica occidentale. Arabian Concerto, tuttavia, non segue la suddivisione in tre movimenti così frequente nella letteratura sinfonica, ma si compone di un unico movimento prolungato. Fonti citate: Grove Online e www.maqamworld.com 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 9 Gustav Mahler Sinfonia n. 1 in Re maggiore «Titano» Composta tra il 1884 e il 1888, la Sinfonia n. 1, col sottotitolo «Titano» tratto dal romantico racconto di Jean Paul, fu eseguita la prima volta a Budapest il 20 novembre 1889, sotto la direzione dell’autore, nella versione in cinque tempi (comprendente l’Andante Allegretto, indicato come «Blumine» nella versione per la seconda esecuzione ad Amburgo, nel 1893). Il delicato e nostalgico «Blumine» fu però abolito in occasione dell’esecuzione di Berlino del 1896 ed eseguito nel XX secolo solo a partire dal 18 giugno 1967, quando fu diretto da Benjamin Britten al Festival Aldeburgh di Suffolk, in Inghilterra. L’introduzione lenta reca in partitura l’indicazione «wie ein Naturlaut», come un suono della natura. Su un pedale di la tenuto per 61 battute si succedono richiami multipli: il principale, più pacato, nasce da un caratteristico salto discendente da cui scaturiscono tutti gli inizi dei tempi successivi; gli altri mimano di volta in volta fanfare lontane o gorgheggi di uccelli. Poi prende l’avvio il vero e proprio primo tempo, che è in regolare forma-sonata, e che, molto schubertianamente, ha come tema principale un’intera melodia cantabile, ripresa da uno dei Lieder eines fahrenden Gesellen composti da Mahler negli anni immediatamente precedenti. «Ging heut’ morgen übers Feld» (Me ne andavo stamane per i prati) dicono le parole del Lied: le immagini agresti, i richiami degli uccelli, una certa svagatezza, tipica del giramondo all’inizio del suo cammino in una mattina primaverile, si trasferiscono direttamente nello spirito di questo primo tempo, indicato da uno dei titoli programmatici, apprestati dall’autore per la seconda e terza esecuzione come Eterna primavera. Nonostante il sottile legame tra i temi, è tutto un pullulare di nuove idee cantabili, alcune con caratteristiche inflessioni di danza o di marcia, fra le quali memorabile è lo 9 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 10 10 scatenarsi gioioso delle fanfare poco prima della travolgente coda conclusiva. Il secondo tempo è un Ländler con Trio centrale e ripresa. Il ritmo ben cadenzato della danza popolare viene punteggiato da frequenti fanfare dei corni chiusi, con la campana alzata. Nel Trio si insinua un languore un poco malizioso e sentimentale. Il terzo tempo è stato intitolato per la seconda esecuzione Marcia funebre nello stile di Callot. È un riferimento alla celebre incisione con Il funerale del cacciatore a cui accorrono tutti gli animali del bosco. Questa marcia, quindi, è caricaturale, con una forte componente grottesca che si mantiene in una zona di ironico distacco sentimentale anche nella strumentazione, affidata per larghi tratti agli strumentini e alla percussione, nonostante una certa morbidezza lirica della sezione centrale. L’ultimo tempo, dopo uno scatto rabbioso che Mahler indicò come un «improvviso scoppio di disperazione», si presenta come un complesso di elaborazioni e di ritorni soprattutto delle idee del primo movimento, con ricostruzione quasi testuale anche di gran parte dell’introduzione lenta. Questi elementi vengono continuamente esasperati, fino allo spasimo della più esplosiva sonorità orchestrale, o fino al più macerato languore cantabile di due intermezzi lenti. Nel complesso quindi un finale che svolge la duplice funzione di esprimere un’eroica volontà di ripensamento unitario delle sparse esperienze musicali dei tempi precedenti, e, nello stesso momento, di gettare un’ombra tragica su ciò che era sembrato naturale, ironico, popolare. Il testo è tratto da Repertorio di musica sinfonica. Gli autori, le composizioni dal Seicento ad oggi, a cura di Piero Santi, Ed. Ricordi/Giunti, 1989 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 11 Marcel Khalife Compositore, Maestro ed esecutore di Oud Artista per la Pace UNESCO Nato il 10 Giugno 1950 ad Amlich in Libano, Marcel Khalife ha studiato Oud, il liuto arabo presso il Beirut National Conservatory of Music, dove si è diplomato nel 1971: da allora continua a infondere nuova vita a questo strumento. Ha composto oltre 25 brani strumentali e lirici, insieme a numerosi altri pezzi puramente strumentali, tra i quali, The Symphony of Return, Concerto Al-Andalus, Suite per Oud e Orchestra, Mouda’aba («Carezza»), Diwan Al Oud, Jadal Oud Duo, Oud Quartet e Al Samaa, tutti scritti nel rispetto dei canoni tradizionali arabi e Taqasim, un duetto per Oud e doppio basso, che nel 2007 si è aggiudicato il Grand Prize messo in palio dalla prestigiosa Charles Cros Academy in Francia. Tra le sue composizioni più recenti degno di nota è il corale sinfonico Sharq, eseguito dall’Orchestra Filarmonica Italiana insieme con il Coro di Piacenza. Il suo ultimo lavoro, Arabian Concerto, è stato presentato in prima assoluta in occasione del concerto inaugurale dell’Orchestra Filarmonica del Qatar. Le sue sfide, tuttavia, non sono solo ed esclusivamente musicali in senso stretto: le collaborazioni con rinomati poeti arabi contemporanei, tra i quali ricordiamo in modo particolare il poeta palestinese per eccellenza, Mahmoud Darwish, rivelano infatti la volontà del Maestro Khalife di rinnovare il carattere della canzone araba, nel tentativo di infrangerne gli stereotipi e di ampliare la cultura della società circostante. Marcel Khalife ha ricevuto numerosi riconoscimenti nel mondo arabo così come all’estero, non solo per la sua creatività e per le innovazioni, ma anche per i fini educativi ed umanitari nonché per il suo contributo alla promozione dell’arte e della cultura nel mondo arabo. 11 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 12 Nel suo percorso, il Maestro Khalife crea e dà vita ad una musica originale, ad un insolito mondo di suoni libero da qualsiasi norma prestabilita, dando voce ad un linguaggio che lo ha elevato al ruolo di ambasciatore della propria cultura e lo ha posto all’avanguardia nel panorama musicale arabo sempre in cerca d’innovatori. Nel giugno del 2005 è stato nominato Artista per la Pace UNESCO per i meriti conseguiti in campo artistico ed umanitario. Nel 2008 ha ricevuto la nomina a direttore artistico e resident composer dell’Orchestra Filarmonica del Qatar appena fondata. 12 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 13 Gustav Mahler Nasce il 7 luglio 1860 a Kalište, in Boemia, vicino al confine con la Moravia. È il secondo dei quattordici figli di Bernhard Mahler e Maria Hermann, piccoli commercianti ebrei che vivono dei proventi di un’osteria. Nello stesso anno della nascita di Gustav, i Mahler si trasferiscono a Jihlava (Iglau). Fin da piccolo Gustav studia il pianoforte e già all’età di dieci anni dà il suo primo recital di pianoforte a Jihlava. Nel 1875 conosce Julius Epstein, che subito riconosce le doti musicali del giovane e lo accetta come allievo al Conservatorio. Nel 1877 conosce Wolf e Bruckner, con i quali entra in stretto contatto durante il periodo di studio. Nel 1878 finisce gli studi al Conservatorio. Il Quintetto per archi e pianoforte, con il quale ottiene il diploma, è andato perduto, come l’opera incompiuta Herzog Ernst von Schwaben su libretto di J. Steiner, composta nello stesso periodo. Si iscrive all’Università di Vienna e tra il 1878-79 intraprende la composizione di Das klagende Lied. Nel 1880 completa Das klagende Lied, presentata nell’anno successivo al Premio Beethoven. Questa composizione sarà bocciata da una commissione della quale fanno parte Eduard Hanslick e il compositore Johannes Brahms. Mahler inizia la sua carriera di direttore d’orchestra, lavorando prima a Bad Hall, poi a Lubiana, quindi ad Olomouc, dove nel 1883 dirige la Carmen di Bizet. Il successo ottenuto in quell’occasione gli vale l’incarico a Kassel come secondo direttore. Scrive le musiche di scena per il dramma di Scheffel Der Trompeter von Säckingen e i Lieder eines fahrenden Gesellen, nonché gli abbozzi della Prima sinfonia. Nel 1886 lavora a Lipsia come secondo maestro di cappella sotto Arthur Nikisch, che nel 1887 sostituisce temporaneamente. In quella città vive in casa di Carl von Weber, un nipote di Carl Maria von Weber, di cui Mahler completa l’opera 13 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 14 14 incompiuta Die drei Pintos; intanto inizia a comporre i Lieder dal Wunderhorn. Nel 1888 è nominato direttore del Teatro d’Opera di Budapest. Nel 1889 muoiono i suoi genitori e la sua sorella maggiore Leopoldine. In quello stesso anno viene eseguita a Budapest la Prima sinfonia: un insuccesso. Nell’estate del 1890 Mahler compie un lungo viaggio in Italia, in compagnia della sorella Justine. Nel 1891 è direttore dell’Opera di Amburgo e nell’estate del 1892, con il teatro amburghese, fa una rappresentazione di successo a Londra. Dal 1893 fino al 1896 passa il periodo estivo a Steinbach am Attersee, dove fa costruire una «casetta di composizione», nella quale può svolgere la sua attività di compositore in tutta tranquillità; qui vengono completate la Seconda e la Terza sinfonia, rispettivamente nel 1894 e nel 1896. Le esecuzioni delle sue sinfonie suscitano sempre forti contrasti. Nel 1897 è nominato direttore dell’opera di Vienna. Inizia il periodo più fervido della sua creazione artistica e il più intenso per i suoi contatti culturali con la Vienna secessionista. Nel 1901 presenta a Monaco la Quarta sinfonia, terminata nel 1900, con un clamoroso insuccesso. Nel 1902 sposa Alma Schindler, l’anno in cui avviene la prima esecuzione della sua Terza sinfonia, questa volta con successo. In uno chalet in riva al lago del Wörthersee, a Maiernigg, nelle estati che vanno dal 1901 al 1907, Mahler compone la Quinta, Sesta, Settima e Ottava sinfonia, i Rückertlieder e i Kindertotenlieder. Nel 1907 si dimette dal suo incarico all’Opera di Vienna; muore la sua prima figlia, Maria Anna, e gli viene diagnosticata una malattia cardiaca. Nel dicembre dello stesso anno parte per gli Stati Uniti per per prendere il posto di direttore della Metropolitan Opera a New York. Durante gli ultimi anni della sua vita, Mahler lavora nei periodi invernali a New York, dove dal 1909 è primo direttore del New York Philharmonic. Mahler trascorre le estati in Europa, nella sua residenza estiva a Altschluderbach (vicino a Dobbiaco/Toblach), dove compone nel 1908 Das Lied von der Erde, nel 1909-10 la Nona e nel 1910 la Decima sinfonia (rimasta incompiuta). Durante i suoi soggiorni in Europa Mahler viaggia nel 1908 a Praga (prima esecuzione mondiale della Settima sinfonia), nel 1909 all’Aja e ad Amsterdam e nel 1910 a Parigi. Nell’estate del 1910 completa la Nona sinfonia e inizia la Decima, ma il lavoro è interrotto a causa della crisi nel suo matrimonio con Alma e dei preparativi della prima esecuzione mondiale dell’Ottava sinfonia a Monaco, che consegue un immenso successo. Mahler torna negli Stati Uniti, ma nell’aprile del 1911 deve rientrare in Europa, ammalato: muore a Vienna il 18 maggio. Viene sepolto al cimitero di Grinzing. 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 15 Lorin Maazel Da oltre cinquanta anni Lorin Maazel è uno dei più stimati e richiesti direttori d’orchestra al mondo. Attualmente occupa la carica di direttore in due importanti orchestre, che, insieme ad un gran numero di appuntamenti in qualità di direttore ospite, racchiudono una straordinaria quantità di impegni. Si trova infatti alla sua sesta stagione in veste di Direttore Musicale della New York Philharmonic, che non solo è la più antica orchestra sinfonica degli Stati Uniti ma anche la più attiva al mondo, dal momento che si è esibita in oltre 14.000 concerti dalla fondazione. D’altra parte, il Maestro Maazel è anche Direttore Musicale di un’organizzazione musicale recentemente creata: la spettacolare Palau de les Arts Reina Sofia, il teatro dell’opera progettato da Santiago Calatrava nella città di Valencia in Spagna, che ha aperto i propri battenti con l’inizio della stagione 2006-2007. Le stagioni 2007-2008 del Maestro Maazel sono state caratterizzate dal suo terzo tour in Asia affiancato dalla New York Philharmonic, compresi uno storico concerto tenutosi nella città di Pyongyang nella Corea del Nord, un festival su Tchaikovsky a New York, un concerto di San Silvestro con Joshua Bell come solista trasmesso in televisione in diretta nazionale, all’interno di un’agenda ricca d’impegni. Al Palau de les Arts dirige l’allestimento di Carmen (diretta da Carlos Saura in occasione dell’apertura della stagione a Valencia), Don Carlo e Madama Butterfly, insieme a numerosi programmi di concerti, tra i quali il Requiem di Verdi. In qualità di Direttore ospite, fa ritorno per la prima volta in 45 anni al Metropolitan Opera dove dirige l’esecuzione de La Valchiria di Wagner e vari concerti con la Wiener Philharmoniker, la National Symphony Orchestra a Washington DC, la Los Angeles Philarmonic e l’Orchestra della Norwegian National Opera per promuovere l’inaugurazione di un nuovo teatro 15 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 16 16 dell’opera ad Oslo. Nel giugno 2008, intraprende una serie di concerti dedicati a Brahms con la Philarmonia Orchestra a Londra, la prima di numerose collaborazioni annuali consecutive con quest’orchestra. Il Maestro Maazel è anche un compositore molto apprezzato, con un vasto repertorio di composizioni scritte principalmente nel corso degli ultimi dodici anni. La sua prima opera, 1984, basata sul capolavoro letterario di George Orwell, è stata eseguita in prima mondiale alla Royal Opera House, Covent Garden, nel maggio 2005 e trasmessa alla radio ed in televisione dall’emittente britannica BBC e da altri canali radiofonici nazionali in tutto il mondo. Inoltre la prima proiezione di una ripresa video in alta definizione di 1984, registrata al Covent Garden, ha rappresentato uno tra gli eventi portanti del MIDEM Festival del 2006 a Cannes in Francia (occasione in cui la MIDEM ha assegnato al maestro Maazel un riconoscimento speciale per i suoi duraturi successi come direttore, compositore ed artista di registrazioni- il secondo premio di questo genere mai assegnato. Una significativa ripresa di 1984 si ha nel Maggio 2008 al Teatro alla Scala di Milano, dove sono stati programmati ulteriori allestimenti per le stagioni a venire. Per la primavera del 2008 è in programma anche la distribuzione del DVD dell’Opera da parte della Decca. Il corpus compositivo del Maestro Maazel comprende inoltre: una trilogia di concerti, Opp. 10, 11 e 12, Musica per violoncello e orchestra (composta per Mstislav Rostropovich), Musica per flauto e orchestra (scritta per James Galway) e Musica per violino e orchestra; un movimento sinfonico (Farewells, op. 14), eseguito per la prima volta nel 2000 dalla Wiener Philharmoniker, che ha commissionato l’opera, e diversi contributi a repertori di testi narrati con orchestra, comprese due storie per bambini, The Giving Tree e The Empty Pot. Ama orchestrare composizioni per violino e pianoforte dei maestri del diciannovesimo e ventesimo secolo e ha creato 17 arrangiamenti di canzoni italiane per violino, tenore ed orchestra per una registrazione di grande successo con Andrea Bocelli e la London Symphony Orchestra, occasione in cui il Maestro Maazel ha partecipato sia nel ruolo di direttore sia di violino solista. La sua sintesi sinfonica del ciclo wagneriano dell’Anello (The Ring without Words) è stato eseguito da molte delle più importanti orchestre del mondo. Americano di seconda generazione, Lorin Maazel è nato a Parigi ed ha iniziato a prendere lezioni di violino all’età di cinque anni e di direzione d’orchestra a sette. Ha studiato sotto la guida di Vladimir Bakaleinikoff e ha fatto la sua prima apparizione in pubblico a soli otto anni, dirigendo un’orchestra universitaria. Tra i nove ed i quindici anni ha 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 17 debuttato a New York all’Esposizione Mondiale New York World’s Fair del 1939 dirigendo la Interlochen Orchestra. Ha diretto inoltre la Los Angeles Philharmonic all’Hollywood Bowl condividendo il programma con Leopold Stokowski, e la maggior parte delle più importanti orchestre americane, tra cui la NBC Symphony su invito di Toscanini. Il suo debutto con la New York Philharmonic è avvenuto nel 1942 a soli dodici anni. A diciassette anni si è iscritto all’Università di Pittsburgh, dove ha studiato lingue, matematica e filosofia; nel frattempo è diventato violinista nella Pittsburgh Symphony, dove ha svolto il tirocinio di direzione nella stagione 1949-1950, ed ha fondato il Fine Arts Quartet di Pittsburgh. Nel 1951 è giunto in Italia grazie ad una borsa di studio Fulbright per perfezionare gli studi e due anni più tardi ha debuttato sulla scena europea come direttore, entrando al Teatro Massimo Bellini di Catania in sostituzione di un direttore indisposto. Si è imposto rapidamente come artista di grande valore, esibendosi a Bayreuth nel 1960, primo americano della storia, con la Boston Symphony nel 1961 e al Festival di Salisburgo nel 1963. Da allora il Maestro Maazel ha diretto più di centocinquanta orchestre in non meno di cinquecento opere e concerti. Ha registrato oltre trecento incisioni discografiche, tra le quali cicli sinfonici ed opere orchestrali complete di Beethoven, Brahms, Debussy, Mahler, Schubert, Tchaikovsky, Rachmaninoff, e Richard Strauss, vincendo dieci Grands Prix du Disques. La sua discografia comprende una serie di registrazioni per violino, che spesso lo vedono esibirsi nel doppio ruolo di solista e direttore, dai brani virtuosi ai Concerti di Mozart fino alla Soldier’s Tale di Stravinsky. Ha ricevuto due premi ASCAP per iI contributo alla musica americana e si è esibito in ogni centro di rilievo nel panorama musicale così come in ogni rinomato festival internazionale. Ha diretto numerose prime mondiali di brani composti sia da artisti ormai affermati sia da compositori promettenti, e suonato come violino solista in centinaia di concerti, spesso supportato da orchestre quali la Wiener Philharmoniker, la London Symphony Orchestra, la Philharmonia e della New York Philharmonic tra le altre. Tra i suoi incarichi si annoverano quello di direttore musicale della Symphony Orchestra della Radio Bavarese dal 1993 all’estate 2002 e della Pittsburgh Symphony dal 1988 al 1996; di general manager e direttore principale della Vienna State Opera dal 1982 al 1984- il primo americano, inoltre, a ricoprire questo ruolo; direttore musicale della Cleveland Orchestra dal 1972 al 1982 e direttore artistico e direttore principale della Deutche Oper Berlin dal 1965 al 1971. È stato nominato Membro Onorario della Israel Phil- 17 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 18 18 harmonic nel 1985 quando ha diretto il concerto per celebrarne il quarantesimo anniversario. È Membro Onorario anche della Wiener Philharmoniker ed ha ricevuto la Medaglia d’argento Hans von Bulow da parte della Berliner Philharmoniker. La sua stretta collaborazione con la Wiener Philharmoniker comprende undici Concerti di Capodanno trasmessi da Vienna in mondovisione (occasione in cui spesso il Maestro ha aggiunto un contributo personale in qualità di violinista). Accanto alla sua prodigiosa attività d’esecuzione, al Maestro Maazel non è mancato il tempo per allevare ed occuparsi di giovani artisti, convinto dell’importanza di condividere la propria esperienza con i musicisti delle generazioni future. Nel 2000 ha fondato un importante concorso per giovani direttori, culminato due anni più tardi nella finale a Carnegie Hall e da allora è sempre stato un mentore attivo per molti dei finalisti, promuovendo le loro carriere sulla scena internazionale. Attraverso la sua Fondazione Châteauville a Castleton in Virginia ha organizzato un nuovo programma di festival-residency per giovani artisti, incentrato su produzioni teatrali complete di opere da camera, radunando aspiranti cantanti, strumentisti, direttori, scenografi, registi e personale di palcoscenico per lavorare in un ambiente stimolante e collaborativo, sotto la guida di guide e maestri più anziani, Maestro Maazel compreso. Il Maestro s’impegna in modo altrettanto tenace nelle cause ambientali ed umanitarie. Ha raccolto milioni di dollari in oltre cinquanta occasioni a beneficio d’istituzioni quali la United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization (UNESCO), la World Wide Fund for Nature, la Croce Rossa e la United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR). Il Maestro Maazel parla correntemente francese, tedesco e italiano e ha una discreta conoscenza di portoghese, russo e spagnolo. Tra le onorificenze, le decorazioni ed i premi ricevuti spiccano la Gran Croce al Merito della Repubblica Federale di Germania, la Legione d’Onore di Francia, il titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e di Commendatore dell’Ordine del Leone di Finlandia. È stato inoltre insignito dalle Nazioni Unite del titolo di Ambasciatore di Buona Volontà. Avido lettore, appassionato di pellicole classiche ed amante dl teatro, ama anche giocare a tennis, nuotare e collezionare opere di pittori Americani e arte Orientale. 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 19 Orchestra Filarmonica del Qatar L’orchestra Filarmonica del Qatar, nata allo scopo di migliorare intesa e cultura nell’omonima Nazione e all’estero, si propone al contempo di porgere un messaggio di pace al mondo intero, attraverso l’unione di musica Orientale e Occidentale: instillando infatti la cultura della musica sia in ambito locale sia a livello internazionale, l’Orchestra Filarmonica del Qatar getta ponti tra culture diverse, proponendo un repertorio unico nel suo genere, caratterizzato cioè dall’accostamento di musica araba ed occidentale, dando voce a quell’unico linguaggio in grado di parlare direttamente al cuore, creando un’atmosfera di pace e concordia. L’Orchestra si compone di 101 musicisti in rappresentanza di 30 diverse Nazioni, accuratamente selezionati tra oltre 3.000 richieste provenienti da tutto il mondo. Rivolgendosi a professionisti interessati in vari settori del campo musicale, compresi compositori, solisti e direttori, l’Orchestra condivide la principale convinzione della Qatar Foundation che la più importante risorsa di una Nazione sia il potenziale dei suoi abitanti. Rafforzando la consapevolezza e la crescita culturale del pubblico e della propria gente, l’Orchestra cerca di promuovere una maggior comprensione nel Qatar così come nel resto del mondo. Con programmi che prevedono esecuzioni regolari in ambito locale durante la stagione e tournèe all’estero, l’Orchestra Filarmonica del Qatar si propone di mostrare al mondo la propria missione, cioè diffondere un messaggio di pace ed armonico accordo incoraggiando allo stesso tempo tutti i cittadini del mondo ad abbracciare quest’unica fusione di musica. Il 30 ottobre 2008 l’Orchestra ha debuttato eseguendo le composizioni di Marcel Khalife Arabian Concerto e Salute, sotto la bacchetta del Maestro Lorin Maazel. 19 04 Pds_maa_09:v 25/05/09 18:14 Pagina 20 QATAR PHILHARMONIC ORCHESTRA Violini primi Anton Teslia Leader Elizaveta Hesse Co Leader Vitalii Pervusyn Sub Leader Alie Bekirova Sub Leader Tobias Gette Lilya Bekirova Flora Kovacs Michaela Linsbaure Lorena Manescu Taehyun Kim Annemarie Ainomäe Patrizia Döringer Dmitri Torchinsky Dina Leini Violini secondi Nina Heidenreich Principal Ruriko Yamamoto Co Principal Mhd Maias Al-Yamani Sub Principal Mohamed Sharara Sub Principal Aniko Kovacs Kamran Mamed-Sade Reem Khoury Ana-Maria Rusu Islam El Hafnawy Shaza Oweda Anne-Cathrin Ehrlich Maria Amaout Viole Anca Florina Bold Principal Philipp Weschke Co Principal Andrea Mereuta Sub Principal Victor Soumenkov Sub Principal Michael Hesse Edita Fabek Judith Kelemen Merve Kenet Christina Alfonso Ulrich Islam Abd Elaziz Violoncelli Jaka Stadler Principal Kirill Bogatyrev Co Principal Hassan Moataz Sub Principal Ivaylo Deskalov Sub Principal Kamill Musaev Harald Georgi Nicolas Rojanski Christophe Leroux Corni Peter Davida Principal Gideon Seidenberg Co Principal Attila Szücs Second/Fourth Zsolt Peter Second/Fourth Gaetan Lagrange Third/First Andras Chlebovics Third/Second Peter Erdei Laszlo Fröschl Contrabbassi Choul-Won Pyun Principal Aaron Baird Radu Lucian Mihaescu Matteo Gaspari Veronika Papai Radovan Hec Sergey Kushvid Housam Mahaoub-Haggag Trombe Daniel Edelhoff Principal Joris Laenen Co Principal Philipp Rabmann Second Tomoki Kirita Fourth Rüdiger Kurz Flauti Nicole Pressler Principal Alexandr Haskin Co Principal Anita Billinger Second Gabriele Schmid Piccolo Oboi Svetlin Doytchinov Co Principal Mohamed Ibrahim Saleh Co Principal Claire Glago Second Kamen Nikolov Cor Anglais Clarinetti Rony Moser Principal Tamas Marshall Co Principal Thomas Gnausch Second Simone Zanacchi Bass Clarinet Stefan Matt Clarinet Hermann Rid Saxophone Tromboni Dimo Pishtyalov Principal James Kent Co Principal Norbert Zakó Second Matyas Veer Bass Trombone Tuba Javier Castano Medina Principal Timpani Kee Guan Ng Co Principal Percussioni Manuel Krötz Ferdinand Schäfer Thomas Suhrenkamp Geza Huba Heidi Merz Arpe Ya-Wen Lin Principal Katerina Zhurauliova Fagotti Daniel Hrinda Principal Yoshiko Koyama Co Principal Jun-Cheol Lee Second Miroslav Stoyanov Contra Si ringrazia per l'addobbo floreale della Basilica di San Frediano il Mercato dei Fiori di Viareggio. 04 Pds_maa_COP_09:v 25/05/09 18:15 Pagina 3 04 Pds_maa_COP_09:v 25/05/09 18:16 Pagina 2