COMUNICAREA

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LA COMUNICAZIONE
DURANTE L'UDIENZA
La comunicazione è, probabilmente, il tema nel quale la psicologia sociale si incrocia
con le più numerose e le più varie discipline: scienze biologiche, medicali, socio-umani,
informatici ecc., perché all'origine di questo fenomeno si ritrova l'idea di mettere insieme:
quando comunichiamo proviamo di stabilire una connessione con un'altra persona.
Lo studio dei processi di comunicazione ha cominciato a essere importante negli anni
1970, quando sono state elaborate nuove idee, tecniche e modelli in vari ambiti, come il
management, l'educazione, la salute e la giustizia.
In questo periodo, il primo modello di comunicazione - generato dalle ricerche
pionieristiche, tramite modellazione matematica, dall'ambito della teoria dell'informazione
(Shannon, Weaver, 1949) - quello lineare, telegrafico, ha cominciato a perdere terreno,
abbandonato per quelli circolari.
Oggigiorno, la ricerca della comunicazione nell'ambito della psicologia sociale fa
notare alcune tendenze collegate sia ai contenuti principalmente ricercati, sia alle prospettive
utilizzate o al quadro principale-metodologico corrente:
□ dal monocentrismo alla pluralità, essendo ovvio il sorpasso della fase dove il
processo comunicativo era ridotto solo alla sua forma verbale e, in particolare, alla
sua espressione scritta;
□ da istrumento dell'ambito sociale a una co-costruzione sociale, evidenziandosi anche
in questo caso l'evoluzione dagli approcci prasseologici - che hanno incorporato
elementi del modello circolare dalla teoria dei sistemi e hanno prefigurato il
modello societario delle "conoscenze condivise" e che hanno sottolineato che
comunicare significa più che informazione, più che cambio, rappresentando, prima
di tutto, "azione in comune" - alla prospettiva interazionista - che ha sottolineato la
necessità di sorpassare il modello matematico della teoria dell'informazione,
sfumando la prospettiva sopra le funzioni del linguaggio - e, alla fine, all'approccio
contrattuale-cognitivo;
□ da principale-macrostrutturale a processuale-microstrutturale e da fatticodescrittivo a causale-spiegativo, la tendenza che può essere illustrata tramite il
rapporto a uno dei temi classici della psicologia sociale, la comunicazione
persuasiva;
□ da relazionale-generale a razionale-particolarizzato;
□ da esperienze di laboratorio al quadro comunicazionale-naturale.
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Il tratto dominante della comunicazione moderna è rappresentato dall'interazione tra le
persone e i fattori d'interesse coinvolti, che ha portato alla riduzione significativa del ruolo
dell'autorità che oggigiorno non significa più, tramite se stessa, verità, giustizia. Perciò, gli
esperti o le persone in una posizione di autorità devono prima comunicare con le persone
coinvolte e tenere conto delle loro opinioni e sentimenti e solo poi prendere una decisione o
pianificare un'azione.
L'effetto della comunicazione è tanto importante che la sostanza della comunicazione, i
professionisti sono responsabili non solo per la buona comprensione dell'argomento o
dell'ambito in cui sono specializzati, ma anche per la ricezione corretta dei messaggi che loro
trasmettono.
Vista l'importanza particolare della comunicazione, la professione giuridica non fa
eccezione dalla regola, dipendendo al suo turno sulla buona informazione e sulla capacità di
trasmettere i messaggi.
"La giustizia è quella che da una lettera morta è chiamata a fare un'opera viva" (il
discorso di S.M. Re Carol II alla proclamazione del Codice e della Procedura Penale), sapendo
che non è il magistrato che fa la legge, ma che lui li dà vita, perché la applica, quindi una delle
più importanti qualità di un magistrato deve essere la capacità di comunicare.
Nella maggior parte dei casi, la teoria della comunicazione utilizza un modello derivato
dalle evoluzioni nell'ambito delle telecomunicazioni, secondo cui l'emittente trasmette un
messaggio - trasposto in parole, codificate al loro turno in segnali - al recettore che, dopo la
decodificazione, formula la risposta, che è ancora di nuovo codificata e trasmessa all'emittente
che, al suo turno, la decodifica.
I problemi apparsi durante la comunicazione mirano principalmente:
=> la qualità della trasmissione del segnale, durante l'udienza possono arrivare sorse
d'influenza esterna che disturbano il processo di comunicazione (il rumore della
strada, il rumore dell'aula, come, per esempio, i telefoni cellulari che suonano ecc.)
=> l'interpretazione dei segnali, la capacità di comprensione, il processo della
comunicazione coinvolgendo una codificazione semantica previa a quella tecnica e
una decodificazione semantica successiva a quella tecnica, situazioni che possono
arrivare principalmente, per esempio, quando una delle parti o un testimone non
conosce la lingua del processo, con la necessità di un interprete.
Per avere una comunicazione ottima, non è solo il messaggio che deve essere trasmesso
in una maniera adeguata, ma anche le due persone che comunicano devono essere sulla stessa
lunghezza d'onda, con la necessità di dare un feedback per verificare la comprensione dei
messaggi ricevuti e di fare delle domande chiarificative quando il messaggio non è stato capito.
Allora ecco che una comunicazione efficiente chiede la rimozione degli ostacoli tra i
partner o l'uso delle capacità sociali per incoraggiare la comprensione tra le parti.
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Modello Emittente-Recettore - può essere elaborato in parecchie dimensioni di
comunicazione, ma la conversazione - che, del solito, si riferisce al contenuto di un argomento , l'interazione durante la conversazione e i sentimenti espressi durante la conversazione
rappresentano tre livelli decisivi nella realizzazione di una buona comunicazione.
La procedura di comunicazione è collegata alla struttura dell'incontro e alla posizione
officiale dei partner.
In questa fase, nella legge romena i giudici hanno il dovere di cercare di conciliare le
parti, sollecitandole di presentarsi personalmente in tribunale, anche se sono rappresentate, e
prima di passare alla discussione e all'ammissione delle prove, il giudice chiederà le parti se
capiscono di formulare altre richieste o di presentare delle eccezioni, continuando con priorità
alla risoluzione di queste eccezioni.
Il processo di comunicazione mira il modo in cui i partner interagiscono (tesi, ostili o
aperti uni agli altri, con tendenze di dominare e controllare l'interlocutore ecc.
I sentimenti espressi durante la conversazione giocano un ruolo particolare nella
comunicazione, in particolare nel caso d'interlocutori che non capiscono che devono
controllarli e che, tramite la loro attitudine, bloccano questo processo ("il partecipante
difficile").
Esistono anche delle situazioni in cui le persone non si esteriorizzano e, in queste
circostanze, i sentimenti che occorrono durante la comunicazione possono essere dedotti dal
linguaggio non-verbale (gesticolazione ampia, rifiuto del contatto visuale ecc.).
In questi casi, lo studio del comportamento degli interlocutori può essere utile per
formare delle valutazioni in quanto riguarda la sincerità degli testimoni o delle affermazioni
formulate dalle parti durante l'interrogatorio.
Prestare un'attenzione particolare ai tre livelli e utilizzare le capacità di comunicazione
è realmente utile ai magistrati, che possono aiutare le parti, durante l'intero processo, a capire
i loro diritti e obblighi procedurali e perfino a realizzare in particolare i contratti giudiziari,
per quanto alla loro conoscenza.
Nella legge romena, il gruppo di questi contratti può essere diviso in:
- contratti giudiziari che riguardano le forme del giudizio, come la proroga
volontaria di competenza, la formulazione di una richiesta di intervento principale
direttamente in appello ecc.;
- contratti giudiziari che riguardano la causa della lite, per esempio la sentenza di
assenso, tramite la quale si approva una transazione giudiziaria che risolve la lite
tra le parti (parzialmente o totalmente) e il rinuncio al giudizio, dopo aver
cominciato i dibattimenti nel merito della causa.
Del solito, all'inizio e alla fine dell'udienza, il giudice usa le capacità di controllo informa gli interlocutori in quanto riguarda la procedura dell'udienza, gli argomenti di
discussione, argomentazione logica, nello scopo di convincere i partecipanti su la giustezza
delle misure con carattere procedurale disposte; domande di controllo, per verificare il grado
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di comprensione delle parti in riguardo alle spiegazioni offerte - e durante l'udienza usa le
qualità di sopporto, come:
> fare delle domande aperte e ascoltare la risposta offerta, in vista di stimolare gli
interlocutori a esprimersi ("Cosa considera lei in quanto riguarda... ?");
> incoraggiare i partecipanti tramite la comunicazione non-verbale (p. es. gesti);
> il riassunto delle opinioni di uno o più interlocutori;
> la riflessione dei sentimenti ("capisco molto bene la situazione spiacevole nella
quale si trova, ma come crede che potrebbe essere risolta?").
Durante l'udienza, il magistrato deve anche fare prova di:
• attenzione;
• moderazione;
• oggettività;
• eleganza nell'espressione ("urbanità");
• fermezza;
• esattezza;
• abitudine di dare feedback.
1. L'attenzione
Il giudice deve ascoltare con la più grande attenzione le esposizioni delle parti,
concentrarsi esclusivamente sull'oggettivo del processo e seguire con cura e interesse le
dichiarazioni delle parte e degli avvocati, per poter verificare se le parti rimangono nel quadro
stretto del processo e se i mezzi di prova si svolgono nello scopo di trovare la verità.
Per realizzare queste esigenze, l'ascolto empatico e il non-verbale hanno un ruolo
particolarmente importante.
La psicologia tradizionale ha consacrato, alla fine del ottocento, una nuova teoria della
modalità di conoscenza psicologica, la teoria dell'empatia, di cui il genitore spirituale è
considerato il filosofo ed estetista tedesco Theodor Lipps. Secondo la sua concezione, l'empatia
(Einfühlung) rappresenta un processo di conoscenza e auto-conoscenza psicologica, di
progettazione delle proprie emozioni sugli altri o, in altre parole, quel fenomeno psicologico
manifestato particolarmente nel quadro delle relazioni inter-umane, tramite il quale qualcuno
si identifica con un'altra persona, ottenendo così la sua comprensione e la sua conoscenza
diretta.
Il processo della comprensione, della percezione e della conoscenza dell'interlocutore
non presuppone necessariamente anche l'atto della simpatia e neanche l'identificazione
affettiva. Un ruolo importante in delimitare le nozioni di empatia e simpatia ha avuto il filosofo
e psicologo tedesco Max Scheler.
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Nella sua concezione, la conoscenza psicologica, anche se sembra di natura percettiva,
rimane trascendentale, scoprendo lo io al di là dei suoi limiti oggettivi, senza essere
necessariamente affettiva.
Riferimenti interessanti al fenomeno dell'empatia si rincontrano in studi di psicologia
dell'arte e in lavori dei teorici di vari ambiti dell'arte. Secondo Curt John Ducasse, i migliori
ambiti per lo studio dell'empatia sono la scultura, la ritrattistica, la danza, il teatro, nei cui
intervengono, tramite mezzi figurativi, elementi drammatici, con implicazioni umane.
Nella sua visione, il concetto di empatia è delimitato da quello di simpatia, perché nel
caso della simpatia noi ci introduciamo, per via immaginaria, nell'altro, mentre che nel caso
della simpatia l'altro e compreso in se stesso.
Cosi, la simpatia è un fenomeno che appartiene all'ambito dell'affettività, e l'empatia
all'ambito della conoscenza.
Insieme all'ascolto empatico, i segni corpo-visuali e vocali-acustici hanno un ruolo
importante nel processo di comunicazione.
Per il giudice, dalla prima categoria sono importanti quelli collegati alla cinetica
rapida (gesti, mimica, sguardo), e dalla categoria vocale-acustica, i segnali verbali (fonologici,
lessicali, morfo-sintattici) e para-verbali (prosodici e vocali): intonazione, tonalità, intensità,
flusso, pausa, dizione).
La tesi del valore comunicativo proprio del non-verbale ha fatto l'oggetto di controversa
nella psicologia sociale, ma il comune denominatore degli autori è stato l'accetto della sua
indispensabilità per l'atto di codificazione verbale, tirando la conclusione, tramite altre cose
che:
 la gestualità dell'emittente è utile per il ricettore per migliorare e arricchire
l'enuncio e per efficientare la transazione comunicativa;
 il non-verbale è molto importante per l'emittente nella costruzione del
messaggio, perché la catena verbale è il risultato di alcune trasformazioni, in
una successione significativa, omogenea e lineare, delle rappresentazioni e
dell'immagine mentale eterogenea.
 il non-verbale da punti tempo-spaziali in parole per le idee, i stati d'animo, le
emozioni e offre, nello stesso tempo, la possibilità che quello che non può essere
incluso e "tradotto" - come sfumatura, integrità, dinamica, in parole, possa
trovare, comunque, l'espressione;
 il bloccaggio del-non-verbale colpisce l'espressione degli interlocutori, ciò che
indica abbastanza chiaramente il suo coinvolgimento nella facilitazione
cognitiva;
 la catena verbale e mimico-gestuale sono sinergici, sotto il controllo di un centro
comune, quindi il non-verbale non è solamente un accessorio del verbale.
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2.
La moderazione - e l'arte di essere razionale in tutte le circostanze, di non
"lasciarsi trasportare" nel caso di una provocazione intempestiva delle parti.
La moderazione significa che la razione deve precedere all'atto, in particolare nel caso
di piccoli atti di volontà che, del solito, scappano fuori controllo, ma che ci tradiscono al
pubblico e ci espongono al suo giudizio.
3.
L'oggettività - parte dall'idea che l'elemento passionale invade il comportamento
oggettivo, il dovere del giudice essendo di sorvegliare permanentemente che le parti, durante i
loro dibattimenti, mantenere la solennità dell'udienza e, tramite la scelta dei mezzi e dei metodi
di difesa, di evitare l'abuso di diritto.
4.
L'eleganza nell'espressione - e il tratto delle personalità raffinati e il risultato
della consensualità tra la cultura e l'educazione, la parola parlata e il gesto essendo sottoposte
alle regole di una vera e propria arte.
5.
La fermezza - basata su un giudizio chiaro, un ragionamento chiaro e su delle
ragioni solide, rappresenta l'azione decisa, senza deviazioni, compromessi o transazioni, che è
diversa, nel tono e nell'intensità, dalla durezza.
Perciò, la durezza si caratterizza tramite il comportamento del giudice di mantenersi,
con o senza ragionamento logico, nel piano di un'aggressività spesso irrazionale, creando così
un ostacolo, la maggior parte del tempo insormontabile, in via della realizzazione di una
comunicazione efficiente durante l'udienza.
6.
L'esattezza o la puntualità della quale il giudice deve fare prova, ha lo scopo
d'impedire l'instaurazione di un'atmosfera tesa, in particolare quando si tratta dell'inizio delle
udienze e della fine delle deliberazioni.
7.
L'abitudine di dare feedback. Nonostante la sua semplicità, le implicazioni della
nozione di feedback in spiegare il comportamento umano sono ancora difficili da assimilare.
Per portare a conclusione un'azione è necessario un ritorno dell'informazione, il
concetto di feedback insistendo sul carattere circolare della catena della comunicazione.
Per esempio: guidiamo un automobile e dobbiamo fermarci al colore rosso del semaforo
a qualche distanza e per il momento la velocità è abbastanza grande. Per questa ragione,
dobbiamo premere il pedale di freno, cioè mettere in mossa una serie di gruppi di muscoli, ogni
muscolo si contratta, ma non a causa della nostra intenzione di contrattarlo, ma a causa
dell'intenzione di frenare e di fermare l'automobile. Una volta presa questa decisione, tramite
una serie di contrazioni muscolari che agiscono sul pedale di freno e l'auto rallenta ci
avviciniamo al semaforo. In ogni momento usiamo un tale rapporto di attività che ci indica a
quale distanza di troviamo dallo scopo fissato (di ridurre la velocità e di fermare in un certo
posto). Secondo le deviazioni osservate premiamo più o meno, ogni volta, il pedale di freno.
Quindi, il processo di prendere la decisione è circolare, il segnale si trasmette ai
muscoli della gamba tramite il sistema nervoso, che allo stesso tempo riceve dei segnali sui
progressi registrati dall'attività che si svolge, cominciando dal cervello, che lavora con
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l'informazione fornita dagli organi sensoriali. Perciò, è l'informazione sugli effetti che ci
permette, quando è ritrasmessa in una maniera conveniente, di compiere gli incarichi.
Conclusioni
Il processo della comunicazione non è automatico, esso può agevolarsi con più o meno
errori, ma i professionisti possono diventare più efficienti se si istruiscono in quanto riguarda
l'ascolto empatico è non-verbale, potendo così identificare e rimuovere più facilmente gli
ostacoli apparsi.
Corte di Appello Timişoara
Giudice Florin DOGARU
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