ELAS-Italia Le analisi immunometriche: basi teoriche e applicazioni cliniche A cura di ELAS-Italia Coordinatori Claudio Dotti e Antonio Fortunato Tutti i diritti sono riservati È VIETATA PER LEGGE LA RIPRODUZIONE IN FOTOCOPIA E IN QUALSIASI ALTRA FORMA È vietato riprodurre, archiviare in un sistema di riproduzione o trasmettere sotto qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico, per fotocopia, registrazione o altro, qualsiasi parte di questa pubblicazione senza autorizzazione scritta dell’Editore. Ogni violazione sarà perseguita secondo le leggi civili e penali. La medicina è una scienza in continua evoluzione. Mentre nuove ricerche e l’esperienza clinica ampliano la nostra conoscenza, possono rendersi convenienti aggiornamenti tecnologici continuamente in divenire. Gli autori HO¶HGLWRUHGLTXHVWRODYRURKDQQRYHUL¿FDWRFRQIRQWLULWHQXWHDWWHQGLELOL le informazioni disponibili al momento della pubblicazione. Tuttavia, in considerazione della possibilità di errore umano o di evoluzioni metodologiche, né gli autori né l’editore né alcuna altra parte che è stata coinvolta nella preparazione o pubblicazione di questo lavoro garantiscono che le informazioni contenute nel presente trattato siano accurate e complete, e si declina ogni responsabilità per eventuali errori od omissioni. I lettori sono invitati a confermare le informazioni contenute nel presente trattato con altre fonti. Capitoli 1, 2 e 3 sviluppati sulla base del testo francese Immunoanalyse, a cura di Catherine Massart, © EDP Sciences 2009 Si ringrazia la Dr.ssa Lucia Belloni per il prezioso apporto ai lavori di coordinamento dell’opera ISBN 978-88-299-2335-9 Stampato in Italia © 2014 by Piccin Nuova Libraria S.p.A., Padova www.piccin.it Autori Lucia Belloni SSD Autoimmunità, Allergologia e Biotecnologie Innovative Dipartimento di Medicina di Laboratorio Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” IRCCS – Reggio Emilia [email protected] Cinzia Carrozza Dipartimento di Diagnostica e Medicina di Laboratorio Policlinico Universitario “A. Gemelli” Roma [email protected] Aldo Clerico Dipartimento di Medicina di Laboratorio Fondazione Regione Toscana “G. Monasterio” Pisa [email protected] Mario Correale SOC Patologia Clinica e Laboratori IRCCS “S. De Bellis” Castellana Grotte (Bari) [email protected] Giuseppe De Renzi Ufficio di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera Milano Malpensa Ufficio Territoriale di Caselle Torinese (Torino) [email protected] Ruggero Dittadi SC Laboratorio Analisi Dipartimento di Patologia Clinica Ospedale Dell’Angelo, ULSS 12 Veneziana Mestre – Venezia [email protected] Claudio Dotti SC Laboratorio Analisi Chimico Cliniche e di Endocrinologia Dipartimento di Medicina di Laboratorio Azienda Ospedaliera “Arcispedale Santa Maria Nuova” IRCCS – Reggio Emilia [email protected] Simona Ferraro Dipartimento di Medicina di Laboratorio Fondazione Regione Toscana “G. Monasterio” Pisa [email protected] Antonio Fortunato SC Laboratorio di Chimica Clinica ed Ematologia Dipartimento di Patologia Clinica Ospedale “San Bortolo” Regione Veneto – ULSS 6 Vicenza [email protected] Massimo Gion SC Laboratorio Analisi Dipartimento di Patologia Clinica Ospedale Dell’Angelo, ULSS 12 Veneziana Mestre – Venezia [email protected] Marco Migliardi SC Laboratorio Analisi Ospedale “Umberto I” Azienda Ospedaliera “Ordine Mauriziano di Torino” Torino [email protected] Giulio Vignati Centro Malattie Endocrine e Metaboliche Ospedale “G. Fornaroli” Magenta (Milano) [email protected] Simona Vittorini Dipartimento di Medicina di Laboratorio Fondazione Regione Toscana “G. Monasterio” Pisa [email protected] Gian Carlo Zucchelli Medicina di Laboratorio Istituto di Fisiologia Clinica – CNR Area della Ricerca Pisa [email protected] Contributi dal testo francese IMMUNOANALYSE, a cura di Catherine Massart, EDP Sciences, 2009 Capitolo 1 sviluppato sulla base del capitolo Bases immunologiques de la réaction antigène-anticorps, di PierreJean Lamy e Frédéric Montels, pagine 15-37. Capitolo 2 sviluppato sulla base del capitolo Principes et techniques en immunoanalyse, di Anne Charrié, Karim Chikh e Dany Alcaraz-Galvain, pagine 39-114. Capitolo 3 sviluppato sulla base del capitolo Problèmes et pièges en immunoanalyse, di Chantal Valat e Rémy Sapin, pagine 115-158. Pierre-Jean Lamy Centre de Lutte Contre le Cancer Val d’Aurelle-Paul Lamarque, Montpellier Frédéric Montels Centre de Lutte Contre le Cancer Val d’Aurelle-Paul Lamarque, Montpellier Anne Charrié Université Claude Bernard, Lyon Karim Chikh Université Claude Bernard, Lyon Dany Alcaraz-Galvain CHU, Lyon Chantal Valat Université François Rabelais, Tours Rémy Sapin Université Louis Pasteur, Strasbourg Presentazione Nata come ‘Radioimmunologia’ tra la fine degli anni ‘50 e i primi ‘60, l’immunometria si è man mano imposta in qualità di disciplina specialistica nell’ambito della Medicina di laboratorio, evolvendosi sul piano tecnologico ed estendendo le proprie pertinenze dall’iniziale endocrinologia a molteplici campi: dall’oncologia al metabolismo, dall’allergologia all’autoimmunità, l’infettivologia, la cardiologia, la nefrologia, la farmaco-tossicologia, la medicina prenatale... così configurando le tecniche immunochimiche fra le più versatili sul piano applicativo. Benché siano innumerevoli i singoli apporti specifici dei biochimici italiani, i testi globali redatti nella nostra lingua sono pochi e ormai di antica data. Risale al 1984 la prima monografia di Renzo Malvano: Radioimmunologia - Materiale per un corso di aggiornamento, ed è sempre dello stesso autore, assieme a Gianfranco Giraudi, il testo L’immunochimica analitica, edito nel 1998. Meritano menzione anche il testo di F. Fraioli & Coll.: RIA - Principi di Radioimmunologia, pubblicato nel 1989, e la Guida pratica agli immunodosaggi, di L. Romano & Coll., che uscì in due edizioni, la prima nel ‘94 e la seconda nel ‘96. Notevole apporto al settore specialistico deve poi essere riconosciuto alla rivista trimestrale Ligand Quarterly, nata nel 1982 come edizione italiana della CLAS statunitense (Clinical Ligand Assay Society) e pubblicata sino al 1993. Ad essa fece seguito la rivista LigandAssay (LA), edita da ELAS-Italia dal 1995 e tuttora pubblicata in quattro numeri all’anno. E ora l’opera: Le analisi immunometriche: basi teoriche e applicazioni cliniche, patrocinata da ELAS Italia. Essa aspira ad inserirsi nel filone dei testi di immunometria in lingua italiana, implementando e aggiornando sia gli aspetti tecnologici che le pertinenze diagnostiche della disciplina. Prendendo alcuni spunti dal testo francese Immunoanalyse (EDP Sciences, 2009), nonché dal manuale di Malvano e Giraudi del 1998, ne hanno curato la redazione i componenti del Consiglio Direttivo di ELAS-Italia. Marco Migliardi (Presidente ELAS-Italia) Gian Carlo Zucchelli (Past President) Prefazione It is a great honour as well as a pleasure to write a few words by way of introduction to this publication. Moreover a brief review of the history of immunoassay and other ligand assay techniques and their likely future is not out of place in a volume devoted to these topics. My own involvement in this area commenced in 1954 when walking home one evening thinking of my and my colleagues’ need to assay thyroxine (T4), and other hormones, then a topic of discussion in the Physics department of the Middlesex Hospital Medical School, London, where I was employed as a research assistant. I recall thinking of a hormone as a very small stick, from which, if one could cut off a short piece of a known length, and determine the ratio of the resulting two pieces, would permit the determination of the stick’s total length. But how to measure the ratio? By initially coating and labelling the entire stick with a radioisotope. And how to cut off a short piece of a known length? In the particular case of T4 by reacting the sample with a small ‘saturable’ amount of the newly discovered T4 specific binding protein present in human serum, thyroxine binding globulin, (TBG). Reaching home I constructed some simple equations from the Mass Action Laws as follows: (F/B)2 + (F/B) (1 – [An]/[Ab ] - 1/K [Ab]) - 1/K [Ab] = 0 (1) and (B/F)2 + (B/F) (1 + K[An] – K[Ab]) - K[Ab] = 0 (2) Both of these equations represent hyperbolae with an asymptote coinciding in both cases with the analyte concentration ([An]) axis. When [An] is plotted against the free/bound (F/B) ratio, the slope of the second asymptote is given by 1/[Ab] and its intercept on the F/B axis is given by 1/(K[Ab] – 1), where [Ab] represents the ‘binding agent’ (e.g. antibody) concentration and K the equilibrium constant (as measured in the system) governing the reaction between the analyte and antibody. Conversely, the slope of the second asymptote when [An] is plotted against B/F is given by –K and its intercept on the B/F axis by K[Ab] – 1. These theoretical considerations are of key importance for a number of reasons. For example, they indicate that the less antibody is employed, the greater the slope of the dose response curve when this is plotted in terms of the F/B ratio: conversely the slope is little affected at high antibody concentrations when the response curve is plotted in terms of B/F, though ultimately the slope falls towards zero as the antibody concentration used in the assay is reduced. In short, the effects on the dose response curve slope of a change in the amount of antibody used in the system depend on the manner in which the curve is plotted. Of course, response variables other than B/F and F/B are in common use, such as % or fraction of (analyte) bound, or the logs or logits of these and other such variables. But the rule that changes in the response curve slope caused by changes in the reagent concentrations used in the assay depend on the co-ordinate frame used to plot assay results invariably applies. With these considerations in mind, we should now turn to the concept of sensitivity, and the widely-accepted beliefs governing the attainment of maximal sensitivity in an immunoassay or other binding assay system. But it should be noted that controversy has long existed regarding the basic concept of sensitivity, many official bodies - including the International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC) - insisting that “analytical sensitivity” is given by the “slope of the analytical calibration function”. (see, e.g., R. Dybkaer: Vocabules for reference procedures and materials; IUPAC Compendium of analytical nomenclature. Definitive rules 1987. Oxford: Blackwell Scientific Publications). Others, such as my colleagues and myself (and, originally, the IFCC) have disputed this definition as being unworkable, arguing that the sensitivity of a measuring instrument or assay can only be validly indicated by the least quantity that it can measure, i.e. the ‘detection limit’ or lower limit of detection (LLD). In other Prefazione words, the least quantity of that which the system is intended to determine that can be reliably distinguished from a zero amount or concentration (see Ekins, R. and Edwards P. (1997): On the meaning of “sensitivity”. Clin Chem, 43:1824 - 1831). The detection limit depends in turn on the signal/noise ratio manifested by the system at low analyte concentrations. Meanwhile IUPAC continues to disallow the detection limit definition of sensitivity. Many workers in the immunoassay field (mostly notably Drs Berson and Yalow) have erroneously believed that increasing the slope of the dose response curve necessarily implies that the detection limit is reduced. This belief is most clearly enunciated in a chapter of these authors publication: Berson, S. A. and Yalow, R. S. (1973) Radioimmunoassay. In Methods in Investigative and Diagnostic Endocrinology., Berson, S.A. and Yalow, R.S (eds), North Holland, Amsterdam, p. 84-120. The theoretical section of this chapter contains the following paragraph: “There has been some controversy concerning the proper definition of sensitivity (Ekins and Newman 1970). Sensitivity can be defined as the minimal detectable concentration or the slope of the dose response standard curve. Let us suppose that the slope of the dose response curve is a 10% change in response per picogram and that the statistical error in the determination is 10%. Then the minimal detectable quantity would be about 1 picogram. If the slope is 10-fold greater, i.e. 100% change in response per picogram, then with the same 10% error in the measurement, the minimal detectable quantity would be 0.1 pg. Thus assuming the experimental error is unchanged, increasing the sharpness of the dose-response curve results in a reduction in minimal detectable quantity. Accordingly we have defined sensitivity in terms of the slope of the dose-response curve.” Though superficially persuasive, this argument is demonstrably untenable. Nevertheless relying on this argument and defining sensitivity “as the slope the dose-response relationship b versus [An]” (where b is the fraction of the analyte bound) Berson and Yalow concluded that maximal sensitivity is achieved when b = 1/3. i.e when the antibody concentration used in the assay = 0.5/K. Many workers in the field accept and conform to this precept. IX In contrast, and adhering to the premise that an assay is most sensitive when it yields the lowest attainable detection limit, my colleagues and I have demonstrated that greater sensitivity (i.e. a lower detection limit) can be obtained in a shorter incubation time using an amount of antibody of less than 0.01 V/K moles located as a molecular monolayer at high surface density within a microspot of the order of 75 μm or less in diameter on a solid support, where V = the sample volume. This finding not only underlies so-called microarray or "biochip" technology, but the concept of "ambient analyte assay" i.e. that above a certain sample volume, the occupancy of antibody binding sites by the analyte reveals the ambient analyte concentration in a sample regardless of its volume. Biochip technology, which enables the simultaneous and ultrasensitive assay of hundreds or even thousands of analytes, (see, e.g., R.P.Ekins. Multi-Analyte Immunoassay: Proc Swedish Acad Pharm Sciences Symposium on Biomolecules – Analytical Options, Stochholm 4-6 May 1988. Also a similar paper I presented at “BIOTECH RIA 88” International Symposium of Molecular Probes: Technology and Medical Applications. Florence, Italy. 1113 April 1988) undoubtedly represents the future of the binding assay field, most particularly for the assay of nucleic acids such as DNA, but also for the assay of proteins. Though not as yet a technology widely used in Europe, the instrumentation necessary to construct and scan microarrays is available and employed by individual researchers in the US. Also a major €120 million project relying on this technology for genetic analysis has been established in the UK to determine the genomes of 100,000 cancer patients with the aim of determining the optimum treatment for different types of cancer. This represents the first large scale project centred on the technology’s application in the field of personalized medicine. Many other such applications are likely to emerge in the future, and it would thus be a tragedy if ELAS - Italia were to neglect this important development in the ligand assay field. Roger Ekins University College London X Indice Indice generale Capitolo 1 - Basi immunologiche della reazione antigene-anticorpo 1 Ruggero Dittadi Le immunoglobuline 1 Introduzione 1 Struttura delle immunoglobuline 1 Struttura generale 1 Le classi di Ig 1 Eterogeneità degli anticorpi (Isotipia, Allotipia, Idiotipia) 3 Funzioni effettrici e proprietà biologiche degli anticorpi. I frammenti Fc e Fab delle Ig 3 Produzione degli anticorpi 5 Anticorpi policlonali 5 Anticorpi monoclonali 7 Gli antigeni 8 Gli antigeni proteici 8 Gli antigeni polisaccaridici 9 Gli apteni 9 Antigeni e immunodosaggi 9 Le soluzioni standard 10 L’antigene come analita 11 Reazioni antigene-anticorpo 12 Introduzione 12 Basi fisico-chimiche 12 La legge di azione di massa 12 La formazione del complesso Ag-Ab 13 Le reazioni Ab-macromolecole (legami polivalenti) 14 Determinazione della specificità della reazione antigene-anticorpo 14 Determinazione della Kd con il metodo di Scatchard 14 Bibliografia 16 Capitolo 2 - Principi e tecniche in immunometria 17 Antonio Fortunato Principi generali 17 Determinazioni competitive e non competitive 18 Metodi competitivi 18 Metodi non competitivi 23 Determinazione di anticorpi 27 Determinazioni in fase eterogenea e in fase omogenea 31 Metodi in fase eterogenea 31 Metodi in fase omogenea 33 Fattori critici che influenzano le determinazioni immunometriche 34 Forme circolanti di analita 34 Fragilità delle molecole da determinare 35 Possibile presenza di molecole interferenti 36 Reazione Ag-Ab 36 Modalità di esecuzione dei dosaggi immunometrici 39 Traccianti e tecniche di rilevazione del segnale 40 Traccianti radioattivi 42 Traccianti enzimatici 48 Traccianti luminescenti 62 Traccianti fluorescenti 65 Traccianti chemiluminescenti 79 La relazione concentrazione-segnale analitico 85 Espressione e trasformazione del segnale 85 Dai metodi di interpolazione ai metodi di regressione 87 Bibliografia 92 Indice generale Capitolo 3 - Problematiche nell’analisi immunometrica 93 Claudio Dotti e Lucia Belloni Fase pre-analitica 93 Raccolta del campione biologico 93 Tipo di prelievo 93 Condizioni di prelievo 96 Conservazione e trasferimento al laboratorio 99 Ricezione e trattamento in laboratorio 100 Fase analitica 100 Effetto “gancio” 101 Effetto matrice 104 Effetti da proteine 104 Interferenze 106 Specificità – Reazioni crociate 106 Interferenze da autoanticorpi 109 Contaminazione 117 Interferenze da proteine di legame 117 Standardizzazione 118 Standardizzazione nel dosaggio di apteni 118 Standardizzazione nel dosaggio di proteine 119 Conseguenze sul versante clinico 120 Bibliografia 120 Capitolo 4 - La qualità e il controllo dei saggi immunometrici 123 Gian Carlo Zucchelli Introduzione 123 Gli errori nei saggi immunometrici 123 Errore totale 123 Errore sistematico 124 Errore casuale 125 I criteri di qualità delle prestazioni analitiche 125 Precisione 125 Profilo di precisione 127 Sensibilità e Minima Concentrazione Misurabile (MCM) 128 Sensibilità funzionale 130 Accuratezza 131 Specificità 132 Il controllo di qualità 133 Controllo di Qualità Interno (CQI) 134 Valutazione Esterna di Qualità (VEQ) 139 Altri schemi di controllo di qualità 144 Bibliografia 147 Capitolo 5 - La misura degli ormoni liberi 149 Marco Migliardi, Antonio Fortunato e Giuseppe De Renzi Significato e ruolo degli ormoni liberi 149 Ipotesi dell’ormone libero 151 Metodi di misura degli ormoni liberi 156 Classificazione dei metodi per la misura degli ormoni liberi 157 Dialisi all’equilibrio e ultrafiltrazione 158 Saggio a due stadi (titolazione di ritorno) 160 Saggio a singolo stadio (con analogo) 162 Stima e calcolo con modelli matematici 166 Determinazioni salivari 167 Trasferimento degli ormoni dal sangue alla saliva 167 Dosaggio degli ormoni nella saliva: aspetti metodologici 169 Problematiche analitiche nella misura degli ormoni liberi 170 XI XII Indice generale Diluizione 170 Matrice 171 Interferenze anticorpali 172 Autoanticorpi anti-analita 172 Anticorpi anti-anticorpo (anticorpi eterofili) 173 Anticorpi diretti contro altri componenti della reazione 174 Altri fattori interferenti 174 Obiettivi analitici e standardizzazione dei metodi 175 Bibliografia 177 Capitolo 6 - Gli anticorpi come analiti 179 Mario Correale e Cinzia Carrozza Introduzione 179 Metodi di misura 180 Il problema della standardizzazione e l’espressione dei risultati 183 Aspetti clinico-laboratoristici 185 Epatiti virali 186 Complesso TORCH 187 Malattie autoimmuni e allergie 189 I test di avidità delle IgG 190 I test combinati 191 Il dosaggio degli Ab contro i farmaci anti-TNF 191 Bibliografia 192 Capitolo 7 - L’automazione 195 Antonio Fortunato e Giulio Vignati Dai dosaggi manuali alla automazione totale 195 Storia dell’evoluzione: i passaggi fondamentali 195 L’automazione delle operazioni ripetitive 197 L’automazione del conteggio e dell’elaborazione dati 199 Evoluzione dei sistemi automatici 203 Integrazione e consolidamento: motivazioni e significato 216 I sistemi integrati e i sistemi collegati 218 I sistemi associati a catene di trasporto e la Total Laboratory Automation 221 Immunochimica e automazione: aspetti metodologici 223 Il concetto di calibrazione e ricalibrazione sui sistemi automatici 223 La produzione e l’applicazione delle Master Curve 226 I traccianti 230 Il tracciante radioattivo 231 Il tracciante enzimatico 233 Il tracciante fluorescente 233 Il tracciante luminescente 233 La separazione libero / legato 236 Saggi omogenei 236 Saggi eterogenei 238 L’interpolazione dei dati 240 Bibliografia 242 Capitolo 8 - I biomarcatori: considerazioni generali 245 Aldo Clerico e Simona Ferraro Definizione di biomarcatore 245 Caratteristiche di un biomarcatore ideale 246 Valutazione delle prestazioni del biomarcatore 247 Processo di valutazione ed implementazione nella pratica clinica di un biomarcatore 251 Bibliografia 253 Indice generale Capitolo 9 - I biomarcatori del sistema cardio-renale 255 Aldo Clerico, Simona Ferraro e Simona Vittorini I biomarcatori cardiaci 255 Introduzione 255 Gruppo 1. Marcatori di danno miocardico 257 Gruppo 2. Marcatori di funzionalità cardiaca 263 Gruppo 3. Fattori di rischio cardiovascolare: biomarcatori infiammatori e predittori del primo evento trombotico 267 Gruppo 4. Tecniche di analisi di biologia molecolare applicate alle malattie cardiovascolari 271 I biomarcatori del sistema renina-angiotensina-aldosterone 273 Introduzione 273 I metodi di dosaggio dei biomarcatori del Sistema Renina-Angiotensina 276 I metodi di dosaggio dell’angiotensina II 278 I metodi di dosaggio dell’aldosterone 279 I biomarcatori di funzionalità e di danno renale 281 Introduzione 281 La misura della cistatina C come biomarcatore di funzione renale 283 La misura di NGAL come biomarcatore di danno renale acuto 285 Bibliografia 287 Capitolo 10 - Gli ormoni come biomarcatori di funzione e di malattia 293 Aldo Clerico e Simona Ferraro Introduzione 293 Il sistema degli ormoni tiroidei 293 Considerazioni generali 293 I metodi di dosaggio del TSH 295 I metodi di dosaggio degli ormoni tiroidei 297 L’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi 299 Considerazioni generali 299 I metodi di dosaggio delle gonadotropione ipofisarie FSH e LH 300 I metodi di dosaggio degli ormoni steroidei sessuali femminili 302 I metodi di dosaggio degli ormoni steroidei sessuali maschili 305 I metodi di dosaggio degli ormoni proteici testicolari: inibine e ormone anti Mulleriano 309 L’asse ipotalamo-ipofisi-surrene 310 Considerazioni generali 310 I metodi di dosaggio dell’ACTH 311 I metodi di dosaggio del cortisolo 312 Bibliografia 315 Capitolo 11 - I biomarcatori in oncologia 319 Ruggero Dittadi e Massimo Gion Introduzione 319 Biomarcatori tradizionali 319 Lo stato dell’arte 319 La valutazione dinamica di biomarcatori su prelievi seriati 320 La variabilità biologica nella valutazione dinamica dei biomarcatori 321 La combinazione di biomarcatori e integrazione con altri parametri in algoritmi diagnostici 322 I principali biomarcatori in oncologia 324 AFP 324 CEA 325 Biomarcatori mucinici 325 Calcitonina (CT) 326 Cromogranina A (CgA) 326 Gonadotropina Corionica (hCG) 326 Antigene Prostatico Specifico (PSA) 327 Squamous Cell Carcinoma Antigen (SCCA) 327 Tireoglobulina (Tg) 327 Tabelle riassuntive 327 Bibliografia 330 Indice analitico 333 XIII