RETE ANZIANI Partecipanti: Maurizio Modenesi: Direttore Dip. Cure Primarie ASL2 Savonese 0198405295 [email protected] Giovanna Corsi: Dirigente Medico Geriatra ASL2 Savonese 0198405747 [email protected] Cesare Cometto: Coord. TdR U.O. Ass. Anziani ASL2 Savonese 3355609814 [email protected] Patrizio Odetti: Direttore Scuola Spec. Geriatria e Gerontologia UNIGE 3381991030 [email protected] Ernesto Palummeri: Direttore Dip. Geriatria ASL3 Genovese 3290176016 [email protected] Rita Pizzorno: Dirigente Medico Geriatra ASL4 Chiavari 3296509261 [email protected] Coinvolgimento dei colleghi del SSR: Dr. Bruno Bernardini, Dr. Claudio Culotta Azioni per raggiungere gli obiettivi definiti nel piano con relativi indicatori e tempi PREVENZIONE: MMG, fulcro delle relazioni fra i seguenti nodi delle reti: Dip. Geriatria/Cure Primarie - Dip. Igiene e Prevenzione - Distretto sanitario - Ambulatori specialistici - Servizi sociali Associazioni di volontariato. Tecnologie, metodologie, setting: osservatorio della popolazione anziana a rischio, VMD, cartella individuale e tessera sanitaria informatizzate, ICT, test diagnostici di screening. Individuazione di linee portanti di intervento mirate al miglioramento della qualità della vita, tramite misure che incidano significativamente sulla perdita di autonomia, garantendo una funzione ottimale, seppur correlata ad un evento biologico. Molti fattori di rischio delle malattie croniche sono noti: alcuni sono immodificabili (età, sesso, ereditarietà), altri sono invece modificabili (fumo, alcool, alimentazione, sedentarietà, malattie). Le politiche per la salute devono intervenire su questi ultimi con azioni di prevenzione primaria, precocemente, però, rispetto all’età dei soggetti, affinché gli interventi siano efficaci; per quanto riguarda i primi, invece, prevalgono interventi di tipo secondario. Azioni ed Obiettivi: 1) Affinare le metodiche di prevenzione e di autocontrollo per le malnutrizioni sia in eccesso, sia in difetto, la sedentarietà, la perdita della memoria, le malattie osteoarticolari e cardiovascolari: informazione, comunicazione ed educazione sui fattori di rischio e sui comportamenti corretti da adottare 2)Stili di vita: le attività saranno mirate all’educazione alimentare, all’incremento dell'attività motoria, finalizzata al mantenimento delle abilità funzionali ed alla prevenzione delle cadute, ed al memory training (allenamento della memoria) per ritardare la comparsa di un eventuale deterioramento cognitivo 3)Prevenzione dell’invalidità. Screening dei casi a rischio (anziano fragile): sistema articolato e complesso che prenda in considerazione sia i parametri biomedici sia quelli psicosociali, coinvolgendo tutti quegli operatori che possano segnalare questi casi tramite l’individuazione di eventi sentinella (MMG, IP, TdR territoriali, operatori sociali, volontariato) e metodi di autocontrollo 4)Emergenze climatiche: estendere interventi preventivi su popolazioni anziane a rischio sulla scorta dell’esperienza già in atto 5)Prevenzione della malattia cerebrovascolare e del deterioramento mentale: il contrasto ai fattori di rischio cardiovascolari può ridurre sia gli incidenti cerebrovascolari sia il deterioramento cognitivo ad essi correlato. Anche se, in senso stretto, non si può parlare di prevenzione per le demenze, è vero che attraverso determinati stili di vita (corretta alimentazione, mantenimento di relazioni sociali attività che comportino rinforzo della memoria) si può avere, almeno inizialmente, un minor impatto sociosanitario della malattia; necessaria una rete specifica per la demenza con centri di diagnosi, trattamento e presa in carico globale, in collaborazione con lo specialista (UVA) il sociale ed il MMG (UVG), darà luogo ad un approccio integrato e pluridisciplinare al paziente demente. Particolare impegno sarà posto nel sostegno alla famiglia del demente con un progetto individuale di assistenza (PIA) sostenuto da contributi economici, assistenza domiciliare tutelare, cure domiciliari commisurate al bisogno clinico, supporto psicologico al caregiver, gruppi di autoaiuto, progetti informativi/formativi specifici rivolti alla famiglia dell’interessato e generici di educazione sanitaria all’intera popolazione 6)Evitare l’istituzionalizzazione definitiva: progetti che superano il riconoscimento economico dell’attività di assistenza (assegno di servizio), il solo aspetto sanitario o assistenziale e la formazione (corsi di apprendimento) su argomenti specifici: ridisegnare la vita stessa delle città, ristrutturare l’abitazione in termini di facilitazione per la presenza di handicap che possono rendere difficile lavarsi, cucinare in modo sicuro, spostarsi, ecc; assicurare condizioni di protezione al domicilio: prevenzione incidenti domestici, prevenzione cadute, ecc.. OBIETTIVI GENERALI PREVENZIONE: Raggiungimento del target minimo della pop. anziana a rischio - Riduzione della morbilità e mortalità nei soggetti sottoposti ad interventi preventivi Riduzione della disabilità o mantenimento dello stato funzionale. EMERGENZA: Nodi delle reti: MMG - Medici di continuità assistenziale - Pronto Soccorso – 118 U.O. Rianimazione. Tecnologie, metodologie, setting: informatizzazione reti (cartella clinica comunicazione), VMD. Gli ultrasessantacinquenni rappresentano nel 2006 più del 50% dei ricoveri in urgenza pur rappresentando nella popolazione il 26%; maggiore è la loro durata di degenza, più alto il DRG in uscita (maggiore gravità e comorbilità), maggiore il consumo di farmaci e maggiore la mortalità ospedaliera. Un problema è rappresentato dalla gestione dei cosiddetti codici bianchi: i cittadini che si rivolgono al DEA e non al MMG per problemi non urgenti e/o cronici, risolvibili a domicilio o ambulatoriamente. Azioni ed Obiettivi: 1) utilizzare gli ambulatori ospedalieri, convogliando parte dei codici bianchi verso strutture aperte al territorio 2) incentivare l’apertura da parte dei MMG di ambulatori di primo soccorso 3) informatizzazione della cartella clinica del paziente che permette una risoluzione più rapida di problemi contingenti 4) potenziare le cure domiciliari con una diversificazione dell’offerta, sperimentando cure domiciliari ad alta intensità sanitaria, con una forte integrazione di tutte le figure professionali coinvolte (MMG, medici specialisti, operatori professionali sanitari e dei servizi sociali) 5) incentivare progetti da parte di ASL che facilitino la continuità assistenziale e la comunicazione tra i diversi operatori (ad esempio segnalazione precoce del paziente a rischio di disabilità al momento dell’ingresso in DEA, attuazione di una tempestiva comunicazione tra ospedale e territorio, tra MMG e ospedale e tra ospedale e servizi sociali) 6) introdurre la figura del case manager geriatrico: professionista della valutazione che interagisce con i MMG e il distretto; individua e valuta sul territorio i bisogni socio-sanitari del cittadino e lo avvia a percorsi assistenziali razionali ed efficienti evitando ricoveri inappropriati; gestisce con strumenti adeguati il PIA e risolve i casi di particolare complessità anche, se necessario con la collaborazione del Tribunale (Amministrazione di sostegno; incapacità); educa la comunità alla prevenzione nella tarda età evitando comportamenti che favoriscono la genesi di disabilità e patologie acute; mantiene contatti con i cittadini per una migliore gestione della malattia, favorisce la comunicazione tra sanitario e sociale. OBIETTIVI GENERALI EMERGENZA: Valutazione delle destinazione alla dimissione – riduzione ricoveri in UU.OO. per acuti - riduzione reingressi in DEA - riduzione trasferimenti dello stesso pz. in reparti diversi. CRONICITA’: Nodi delle reti: Cure domiciliari (3 livelli) - RSA 1° livello (tipologia postacuto/riabilitativo) - RSA 2° livello (tipologia mantenimento/sollievo) - RSA Nucleo Alzheimer – RP Ambulatorio geriatrico - Cure Palliative - Centri Diurni (2 livelli) - Ambulatorio per le demenze (UVA). Tecnologie, metodologie, setting: VMD, cartella informatizzata condivisa, UVG, UVA. La Liguria è la regione con la più alta incidenza di anziani: la popolazione anziana ligure costituisce il 26.5% (M=22,5%; F=30,1%) dei residenti, con un indice di vecchiaia uguale a 241,57 e con la classe degli ultra novantenni che ha una incidenza percentuale maggiore rispetto alle altre regioni (1.4%). La struttura per età in Italia è destinata a modificarsi gradualmente in direzione di un ulteriore invecchiamento, infatti, entro il 2030 la proporzione di giovani <14 anni passerà dal 14,2% al 12,2%, mentre aumenteranno dal 19,5% al 27% gli > 65 anni e, all’interno di questa classe, quello degli >85enni che passeranno dall’attuale 2% al 4,7%. Gli ultra 80enni stanno aumentando percentualmente più degli ultra 65enni. La sfida che ci si pone, anche in considerazione del rilevante impatto dei costi sanitari per la popolazione anziana sul complesso delle risorse disponibili, è quindi quella di aumentare la durata della vita “sana”, riducendo il periodo della disabilità, rispondendo alla sfida dell’invecchiamento con risposte integrate che siano in grado di garantire anche una buona qualità della vita. Fragilità – Disabilità - Non autosufficienza: l’assistenza all’anziano, dovrà, pertanto, essere progettata, non come un’area marginale, con interventi limitati e basso uso di tecnologia, ma avere il proprio punto di forza nella confluenza di più professionalità e nella valutazione multidimensionale (VMD) dei bisogni effettuate in modo semplice ed efficace. Le azioni e gli obiettivi per qualificare l’assistenza al malato cronico devono perciò essere i seguenti: 1) promuovere la continuità assistenziale tra ospedale e territorio con integrazione dei processi di cura (assistenziali e riabilitativi) indirizzati alle patologie più frequenti dell'anziano e che più facilmente portano alla non autosufficienza (fratture di femore, stroke, disturbi cognitivi, ecc,) 2) scoprire i segni iniziali di decadimento funzionale, che preludono la disabilità conclamata e che vanno sotto la denominazione di "disabilità pre-clinica", ancora correggibili 3) consolidare e sviluppare la valutazione multidimensionale e le risposte integrate sociosanitarie, tenendo conto della crescente domanda di assistenza da parte di persone e famiglie con bisogni complessi 4) ridurre le prestazioni sanitarie specialistiche non coerenti con i percorsi diagnostico-terapeutici personalizzati (PIA) ed evitare quelle di efficacia non documentata scientificamente 5) garantire risposte equamente distribuite nel territorio, tenendo conto dei bisogni e articolando gli interventi a livello domiciliare, ambulatoriale, semiresidenziale e residenziale (rete dei servizi), riducendo gli accessi inappropriati al pronto soccorso ed i ricoveri ospedalieri impropri. Continuità assistenziale - Integrazione socio sanitaria: l’obiettivo strategico è, quindi, progettare, programmare, organizzare e verificare un sistema integrato che preveda per ogni cittadino modelli leggeri e non burocratici di accompagnamento nelle diverse fasi del bisogno. E’ necessario che il settore sanitario venga maggiormente integrato, con una maggiore valorizzazione della assistenza primaria; non ci può essere continuità assistenziale senza l’integrazione dei servizi sanitari, sociali e di altri servizi alla persona, che permetta un sistema ben organizzato di indirizzo, ovvero un sistema di scambio di informazioni, nei due sensi, tra le cure primarie, le cure secondarie e le cure terziarie nonché i servizi sociali al fine di garantire la continuità delle cure. Nel paziente anziano con problematiche acute e post-acute, questi vantaggi sono evidenti quando il piano di assistenza individuale è fondato sulla VMD e si realizza, senza soluzione di continuità, in una articolata rete di servizi; il geriatra è responsabile della definizione, della implementazione e del controllo del piano di assistenza perchè un semplice servizio di consulenza geriatrica su pazienti la cui gestione rimane affidata ad altre specialità non produce i succitati favorevoli risultati; vengono selezionati pazienti ad alto rischio di disabilità o di sua progressione. Questa selezione è anche garanzia di utilizzazione ottimale delle risorse, in termini di rapporto costo-efficacia. La valutazione multidimensionale (VMD) riduce la mortalità, previene lo sviluppo di disabilità od il suo aggravamento dopo un evento acuto, riduce il tasso di istituzionalizzazione dopo la dimissione dall’ospedale ed i costi economici e sociali, migliora le condizioni psico-fisiche ed aumenta il grado di soddisfazione dei pazienti e dei loro familiari. Il piano di intervento individualizzato ed elaborato con lo strumento geriatrico della valutazione multidimensionale, permette di considerare l’anziano nella sua globalità, coniugando la metodologia tradizionale (diagnosi e terapia) con la capacità di occuparsi della fragilità in ogni fase: acuta, subacuta, cronica e terminale. DIPARTIMENTI TERRITORIALI E DISTRETTI SOCIO SANITARI I Dipartimenti geriatrici/Cure Primarie e le relative Unità Operative Anziani devono tendere ad un consolidamento di una rete di servizi sanitari per gli anziani che, integrandosi con le necessarie risorse sociali, consenta, in misura sempre maggiore, al soggetto non autosufficiente di affrontare il trattamento di patologie post acute o stabilizzate presso il domicilio o presso strutture extra ospedaliere, accompagnando l’evolversi dei bisogni dell’anziano e della sua famiglia e fornendo di volta in volta interventi diversificati, in un continuum assistenziale. I Dipartimenti geriatrici/Cure Primarie e le Unità Operative Anziani riassumendo in sé competenze che per il loro contenuto professionale, formativo, relazionale ed organizzativo, dovranno progettare e realizzare - con intensità diversificata - l’assistenza geriatrica e, attraverso percorsi condivisi con le Direzioni Aziendali e con i Distretti Socio Sanitari, assicurare, per le differenti tipologie di bisogno, prevenzione, diagnosi, cura, riabilitazione ed il mantenimento del massimo livello di autosufficienza nella popolazione anziana. Dovranno essere garantiti, attraverso l’utilizzo di specifici strumenti di valutazione, adeguati ed appropriati percorsi assistenziali, predisponendo piani individuali di assistenza, basati sulla valutazione dello stato funzionale del paziente ed orientati per problemi assistenziali, per garantire al paziente stesso l'assistenza più adeguata nei diversi periodi della malattia, sia questa di breve durata che a decorso cronico evolutivo. Il sistema socio sanitario dovrà tendere ad erogare prestazioni efficaci ed appropriate che rispondano a criteri di economicità, all’interno di ben identificati livelli essenziali di assistenza, con modalità clinico – organizzative a miglior rapporto costo beneficio per la popolazione anziana e con tempi congrui rispetto al bisogno. I Distretti Socio Sanitari dovranno attivare sportelli unificati socio sanitari al fine facilitare l'accesso da parte del cittadino ed in grado di indirizzare i bisogni sanitari e socio assistenziali degli utenti relativamente alle cure erogate dai vari Dipartimenti territoriali e garantire un’equità di accesso ai servizi, individuare ed analizzare i bisogni della totalità della popolazione di riferimento, partecipare alla programmazione delle ASL e delle Amministrazioni locali, condividere con le Direzioni Aziendali e con i Dipartimenti/Unità Operative territoriali dei percorsi assistenziali, promuovere la cultura della salute e la comunicazione nei confronti dei cittadini. L’UVG (Unità Valutativa Geriatria) è la struttura portante della rete dei servizi di assistenza socio sanitaria territoriale per gli anziani: l’UVG è lo strumento e la VMD il metodo per programmare, attuare e verificare i servizi per anziani; è rappresenta il fulcro del sistema che integra tutta l’assistenza territoriale anche con quella ospedaliera, secondo un modello articolato su diversi livelli (rete dei servizi) e rappresenta il momento di sintesi tra l’identificazione dei bisogni, la programmazione dell’intervento ottimizzato ed il mantenimento della continuità assistenziale per ogni singolo anziano. Azioni ed Obiettivi: il Medico di medicina generale “gatekeeper” è quello che, in un sistema sanitario, autorizza l’accesso agli specialisti e alle altre cure, filtrandone l’accesso che diversamente sarebbe indiscriminato; riveste, inoltre, un ruolo centrale nell’assistenza primaria che lo mette in condizione di poter utilizzare o dialogare con le altre risorse della sanità e con i servizi sociali al fine di assistere in modo appropriato i propri pazienti; ma molto spesso l’assistenza ai pazienti richiede il coinvolgimento delle competenze specifiche di altri professionisti. Il funzionamento dell’equipe dipende soprattutto dalla qualità delle relazioni tra i diversi membri del gruppo ed è pertanto necessario che tutti i componenti sappiano riconoscere quelle circostanze in cui il giudizio collegiale deve essere anteposto all’autonomia professionale di ciascuno. Il Distretto socio sanitario deve, in accordo con i Dipartimenti di Cure Primarie o le Unità Operative Anziani, promuovere la collaborazione tra sanitario e sociale. RETE DEI SERVIZI (Nodi delle reti) : Cure Intermedie: devono garantire una continuità di cure che non va solo ricercata nel rapporto ospedale – territorio, ma anche all’interno delle reti dei servizi ospedalieri tra le diverse unità operative di base e tra queste e i livelli specialistici. Azioni ed Obiettivi: 1) Omogeneizzazione degli standard strutturali, assistenziali e di tipologia di ricovero 2) Attivazione e potenziamento di tali strutture su tutto il territorio ligure, anche mediante la riconversione di posti letto ospedalieri. Residenze Sanitarie Assistite e Residenze Protette La RSA è un luogo di accoglienza e cura di anziani con bisogni sanitari e assistenziali molto diversificati che richiedono la definizione di un “case mix” quali/quantitativo riconducibile a 2 grandi tipologie: anziani con necessità di cura e riabilitazione per il reinserimento nella situazione residenziale precedente l’evento disabilitante e anziani ricoverati per cure continuative e protesiche. La riabilitazione geriatrica extraospedaliera può, inoltre, trovare utile collocazione all’interno di molte RSA. Azioni ed Obiettivi: 1) potenziamento del numero dei posti letto di residenzialità extraospedaliera (cure intermedie, RSA 1° liv., RSA mant., ex art. 26 ed RRPP) pari al 2% della popolazione ultrasessantacinquenne; tale potenziamento dovrebbe interessare principalmente i posti letto di cure intermedie, RSA mant. ed RP, perché determinerebbe una riduzione di ricoveri impropri c/o UU.OO. ospedaliere per acuti ed eviterebbe inappropriatezze di ricovero (sia in ingresso sia in dimissione) c/o le RSA 1° liv. e le strutture ex art. 26 (spesso utilizzate quali strutture per anziani o di riabilitazione estensiva) 2) necessità di arrivare progressivamente ad una struttura residenziale (RRSSAA ed RRPP), organizzata in maniera flessibile e modulare, in grado di rispondere, con vari gradi di intensità assistenziale, in maniera diversificata alle varie tipologie di bisogno presenti nella popolazione anziana 3) liste d’attesa realmente integrate tra ASL e comuni, per una pronta e coordinata risposta alla popolazione anziana. Cure Domiciliari: i Dipartimenti geriatrici/Cure Primarie, attraverso le Unità Operative Anziani, sono la struttura tecnico operativa che realizza l'integrazione dei servizi presenti in ambito distrettuale, assicurando la continuità delle cure e l'integrazione fra i servizi sociali e quelli sanitari. Gli aspetti innovativi presenti nell’accordo regionale con i Medici di Medicina Generale consentono a tali professionisti di concorrere in modo significativo alla realizzazione di nuovi modelli assistenziali, con particolare riferimento all'assistenza domiciliare. Azioni ed Obiettivi prioritari: 1) assistere i pazienti con patologie trattabili a domicilio evitando il ricorso improprio al ricovero in ospedale o in altra struttura residenziale ma assicurando, comunque, la continuità assistenziale 2) mantenere le persone non autosufficienti, bisognosi di cure, al proprio domicilio ed in particolare le persone che affrontano la fase terminale della vita 3) favorire il recupero delle capacità residue di autonomia e relazionali per migliorare la qualità di vita dei pazienti 4) supportare i familiari ed eventualmente trasmettere competenze per un'autonomia di intervento. I livelli di intensità delle cure graduate sulla base del bisogno sanitario sono: Livello 1 Assistenza domiciliare a bassa intensità sanitaria: prestazioni domiciliari non vincolate da uno stretto coordinamento e integrazione tra le figure professionali (attività prestazionali). Livello 2 Assistenza domiciliare a media intensità sanitaria: prevalenza della componente infermieristica nel piano assistenziale con l’individuazione, fra i componenti dell'équipe assistenziale, del responsabile del caso. Livello 3 Assistenza domiciliare ad alta intensità sanitaria: piano personalizzato di assistenza con intervento coordinato ed intensivo di tipo medico, infermieristico e di altre figure professionali. Nella maggioranza dei casi la consulenza specialistica è una componente essenziale a causa dell’alta complessità e della peculiarità dell'intervento sanitario richiesto; è, inoltre, necessario uno specifico supporto psicosociale per il malato e la sua famiglia, nonchè l'integrazione con gli interventi sociali e socio assistenziali che si rendessero necessari. Fondamentale inoltre è il ruolo dei familiari coinvolti; essi svolgono un ruolo importante nella realizzazione del piano assistenziale poiché forniscono la continuità assistenziale nelle 24 ore ed il supporto allo svolgimento delle attività della vita quotidiana; in questo ambito assume particolare rilevanza l'assegno servizi a favore di familiari di anziani non autosufficienti. La gravità e complessità clinica di tale tipologia di pazienti presuppone un elevato livello di integrazione e collaborazione fra il responsabile terapeutico (MMG) e tutte le figure professionali ed assistenziali coinvolte. Qualora sia necessario l'utilizzo di particolari tecnologie diagnostiche e terapeutiche è necessario predisporre percorsi privilegiati con l'ospedale di riferimento, con lo scopo di garantire la continuità delle cure specialistiche ed assicurare tutti i supporti terapeutici necessari. Le diverse unità operative ospedaliere e territoriali sono tenute a concordare e stabilire precise procedure ad esempio per le dimissioni protette dalle unità operative ospedaliere, per l'attivazione delle consulenze specialistiche, per l'accesso ai servizi di diagnostica strumentale, per l'approvvigionamento tempestivo dei medicinali, del sangue ed emocomponenti, dei dispositivi medici, dei prodotti per la nutrizione artificiale, dei presidi e ausili necessari, per l'attivazione dell'assistenza socio-assistenziale e/o dell'aiuto del volontariato a supporto della famiglia. Azioni ed Obiettivi strategici: 1) Modello unico di assistenza domiciliare integrata, basato su livelli di intensità delle cure in relazione ai bisogni assistenziali espressi dal singolo paziente 2) Assistenza infermieristica per cicli di terapia o per singole prestazioni (1° livello di cure domiciliari), erogate direttamente da personale infermieristico presente c/o gli studi dei MM.M.G. organizzati in gruppi o in altre forme associative 3) Potenziamento delle cure domiciliari con l’obiettivo di assistere (2° e 3° livello assistenziale) il 5% della popolazione ultra65enne. Tale potenziamento determinerebbe una riduzione di ricoveri impropri c/o le UU.OO. ospedaliere per acuti, eviterebbe/procrastinerebbe ricoveri definitivi c/o le RSA di 2° liv. e le RP e favorirebbe dimissioni protette dalle UU.OO. ospedaliere, cure intermedie, RSA 1° liv e strutture ex art. 26. Strutture semiresidenziali: i centri semiresidenziali hanno lo scopo di favorire 1) la domiciliarità creando un’alternativa o ritardando il ricovero definitivo in istituzioni residenziali, garantendo una forma di assistenza e tutela a favore di anziani in condizioni di limitata autonomia 2) la dimissione protetta di anziani ricoverati in R.S.A. 3) l’autonomia fisica e psicologica dell’anziano impedendone l’isolamento e favorendo le relazioni interpersonali e la socializzazione e di fornire un supporto ai familiari (consulenze tecniche e supporto psicologico. Azioni ed Obiettivi: potenziamento di tali strutture, con l’attivazione di almeno un centro semiresidenziale in ogni Distretto Sanitario delle ASL liguri. Il numero di posti da attivare in ogni distretto sanitario e/o il rapporto percentuale rispetto alla popolazione con disturbi cognitivi, merita una approfondita valutazione locale, in relazione alle diverse realtà territoriali liguri; si dovranno considerare le diverse realtà socio ambientali, la stratificazione epidemiologica della popolazione anziana con disturbi cognitivi e l’eventuale quota di tale popolazione, “potenziale utilizzatrice” di tali strutture, tenendo anche in considerazione lo sviluppo locale delle varie strutture/servizi previste dalla rete per le demenze. Nuclei Alzheimer: l’analisi epidemiologica e la rilevazione dei bisogni della popolazione ligure evidenzia un crescente bisogno di nuclei specialistici per la cura di soggetti anziani affetti da tale patologia (esperienze nazionali ed internazionali hanno dimostrato notevole beneficio, in termini di benessere e miglioramento clinico, di un intervento mirato per i soggetti affetti da sindromi involutive senili di grado medio-grave, con turbe comportamentali), dal crescente bisogno (costi finanziari, fisici, sociali e psicologici) dei familiari di tali pazienti. Proporre, pertanto, un luogo di cura e non di “contenimento”, seguendo, parzialmente, il modello delle “Special Care Unit” nelle Nursing Home degli Stati Uniti e del Canada, con l’obiettivo di fornire un più adeguato livello di assistenza a tale tipologia di pazienti e gestire in maniera più efficace le problematiche legate alla loro patologia. L’obiettivo è quello di favorire il benessere di tale popolazione in termini di assenza di stress, assenza di paura e sensazione positiva di essere la persona giusta nel posto giusto. Tale obiettivo è possibile attraverso un approccio “protesico” alla cura del malato; il concetto metodologico, sviluppato nel “Gentlecare” di Moyra Jones. Azioni ed Obiettivi: identificare almeno un nucleo/modulo all’interno di ogni ASL ligure, dedicato in modo esclusivo ad anziani portatori di sindromi psicoinvolutive senili di grado medio-grave con presenza o meno di disturbi di tipo comportamentale, con standard di personale e programmi di intevento specificamente rivolti alla gestione di questi pazienti al fine di garantire una risposta adeguata ai bisogni di tale popolazione ed evitarne ricoveri definitivi e/o ospedalizzazioni improprie. Cure Palliative: Azioni ed Obiettivi: sviluppo di una rete delle cure palliative, presente in ogni ASL ligure, che includa i bisogni della popolazione anziana, non limitandosi al pz. neoplastico o terminale, e che operi c/o tutti i setting assistenziali, sia ospedalieri sia territoriali. OBIETTIVI GENERALI CRONICITA’: Riduzione dei ricoveri impropri e delle istituzionalizzazioni (RSA 1°, 2° livello e RSA Nucleo Alzheimer, cure domiciliari, Centri Diurni, UVG, UVA) - Tempo medio di presa in carico inf. a 7 gg. (cure domiciliari ed RSA 1° livello, UVG) - Riduzione degli esiti invalidanti e/o mantenimento dello stato funzionale (RSA 1° livello, RSA Nucleo Alzheimer, Centri Diurni, Cure Domiciliari) - Tempo medio di degenza inf. a 30 gg. (RSA 1° livello) - Contenimento delle turbe comportamentali (RSA 1°, 2° livello, RSA Nucleo Alzheimer, RP) - Riduzione del contenzionamento (RSA 1°, 2° livello, RSA Nucleo Alzheimer, RP) - Valutazione delle destinazione alla dimissione con obiettivo prioritario il domicilio (RSA 1° livello, RSA Nucleo Alzheimer) Mantenimento delle funzioni residue (RSA 2° livello, RP) - Miglioramento QoL (cure palliative e, di conseguenza, tutte le strutture della rete) - Sostegno alla famiglia (Centri Diurni) - Rallentamento evoluzione demenza (RSA Nucleo Alzheimer, Centri Diurni, UVA, UVG). RIABILITAZIONE: Nodi delle reti: RSA 1° livello (tipologia postacuto/riabilitativo) - RSA 2° livello (tipologia mantenimento/sollievo) - RSA Nucleo Alzheimer - Riabilitazione intermedia extraospedaliera (ex art. 26) – ADI - Ambulatori di riabilitazione – RP - Centri Diurni (2 livelli). Tecnologie, metodologie, setting: VMD, cartella informatizzata condivisa, UVG. La riabilitazione sta progressivamente superando il metodo basato sulla gestione della menomazione e della minorazione funzionale a favore di interventi in grado di promuovere le abilità e le potenzialità; non soltanto prestazioni parziali, ma una presa in carico globale dell’anziano con problemi di disabilità e della sua famiglia, nelle diverse fasi dell’intervento riabilitativo e di integrazione sociale. Azioni ed Obiettivi strategici: 1) la qualificazione nel territorio regionale delle risposte con percorsi riabilitativi in sintonia con le linee guida fondate sui principi della medicina basata sulle evidenze 2) la diminuzione degli esiti invalidanti delle disabilità più significative e frequenti, in campo neurologico, ortopedico e relazionale; A tal fine, gli indirizzi strategici sono finalizzati a 1) qualificare la rete delle strutture di riabilitazione in modo da affrontare in condizioni di appropriatezza diverse tipologie di bisogno e di intensità riabilitativa 2) rendere omogenea l’offerta di prestazioni riabilitative su tutto il territorio dal punto di vista qualitativo e quantitativo 3) introdurre nuovi sistemi di accertamento della disabilità, basati su parametri che evidenzino le abilità funzionali e psicofisiche, il livello di partecipazione sociale e le potenzialità di relazione interpersonale e sociale 4) integrare le attività di riabilitazione ospedaliere e territoriali, al fine di ottimizzare l'efficacia e l'efficienza delle prestazioni; Sono pertanto da perseguire i seguenti obiettivi strategici: 1) rafforzamento della rete geriatria di riabilitazione, attraverso la riqualificazione e il potenziamento delle strutture esistenti e la loro organizzazione territoriale 2) sviluppo di protocolli clinico-organizzativi per garantire la continuità assistenziale nelle diverse fasi del percorso riabilitativo, con chiara definizione delle responsabilità 3) definizione di progetti riabilitativi individuali e di programmi terapeutici integrati tra attività sanitaria e attività sociale di competenza dei Comuni. OBIETTIVI GENERALI RIABILITAZIONE: Tempi di accesso < 7 gg - Tempo medio di degenza (inf. a 30 gg., eccetto RSA II liv., RP, CD) - Riduzione degli esiti invalidanti e/o mantenimento dello stato funzionale - Prevenzione del decondizionamento biologico e del danno da immobilità - Riduzione dei ricoveri impropri e delle istituzionalizzazioni - Reinserimento al domicilio. RIDUZIONE MORTALTÀ AZIONI PROGRAMMATE INDICATORI PERINATALE RETE PREVENZIONE RETE ACUZIE Diffusione libretto del monitoraggio Riduzione della gravidanza nascita • Trasporto in utero • • Definizione rete emergenza tasso di bassi pesi alla N° trasferimento neonati al livello superiore pediatrica • Definizione rete Hub & Spoke dei punti nascita RIDUZIONE MORTALTÀ AZIONI PROGRAMMATE INDICATORI EVITABILE DA TUMORI E MIGLIORAMENTO QoL IN FASE AVANZATA DI MALATTIA RETE PREVENZIONE Definizione e screening tumori attuazione programmi Copertura programmi screening colon retto e mammella Definire fino a che età è utile lo screening della mammella e del colonretto Implementazione riduzione del richieste protocollo, screening incongrue RETE ACUZIE Definizione requisiti minimi per accreditare strutture e professionisti alla Colon e mammella: numero di reinterventi per presidio chirurgia di colon retto e mammella Definizione dei protocolli chemioterapici Definire i protocolli di chemioterapia nei soggetti oltre i 75 anni Controlllo spesa antiblastici Formattati: Elenchi puntati e numerati RETE CRONICITÀ Attivazione delle reti cure palliative Tasso di mortalità intraospedaliera per tumore Potenziamento delle cure domiciliari Riduzione ospedalizzazione e miglior morte per anziani oncologici Possibilità di proseguire Formattati: Elenchi puntati e numerati Formattati: Elenchi puntati e numerati cure antitumorali e palliative in residenze per anziani. Formattati: Elenchi puntati e numerati RETE RIABILITAZIONE Definizione PDT in pz oncologico Riduzione richieste incongrue e miglioramento della QoL RIDUZIONE MORTALTÀ AZIONI PROGRAMMATE INDICATORI Piano Nazionale prevenzione malattie Rinviare l’individuazione degli cardiovascolari indicatori alle reti orizzontali. Es. EVITABILE DA MALATTIE CARDIOVASCOLARI RETE PREVENZIONE Misurazione ecodoppler spessore RETE ACUZIE Prevenzione effetti da caldo e freddo miointimale in popolazione eccessivo definitein Prosecuzione delle campagne estive e Riduzione mortalità stagionale invernali già in atto negli ultra75enni Organizzazione rete Hub & Spoke Tasso di mortalità (30 gg) per PTCA Cardiologia e Cardiochirurgia N° decessi in lista d’attesa per Formattati: Elenchi puntati e numerati CABG Definizione dei PDT >75 anni con IMA Riduzione disabilità e mortalità nell’infartuato anziano RETE CRONICITÀ PDT gestione scompenso cardiaco Tasso di ammissioni in ospedale per scompenso cardiaco congestizio RETE RIABILITAZIONE Definire il percorso riabilitativo del pz. Riduzione della disabilità anziano dopo IMA RIDUZIONE MORTALTÀ AZIONI PROGRAMMATE INDICATORI Screening malattie neurovascolari Rinviare l’individuazione degli EVITABILE DA MALATTIE NEUROVASCOLARI RETE PREVENZIONE indicatori alle reti orizzontali. Es. Definire trattamento ipertensione e FA Misurazione ecodoppler spessore in anziani >75 anni miointimale in popolazione definite Riduzione ospedalizzazione Formattati: Elenchi puntati e numerati RETE ACUZIE Organizzazione rete Hub & Formattati: Elenchi puntati e numerati Spoke neurologie, neurochirurgie DEA e PS Attivazione programma fibrinolisi nello Tasso di mortalità intraospedaliera stroke ischemico per stroke Costruzione LL GG per fibrinolisi in >75 Riduzione disabilità anni RETE CRONICITÀ RETE RIABILITAZIONE Prevenzione secondaria in Residenze per Riduzione anziani ed a domicilio recidive ospedalizzazione Definire utilità attività di tipo Adeguatezza della riabilitazione riabilitativo nel paziente anziano con intensiva e/o estensiva e Formattati: Elenchi puntati e numerati ictus RIDUZIONE MORTALTÀ AZIONI PROGRAMMATE INDICATORI Educazione stradale Riduzione accessi in DEA e ricoveri EVITABILE DA TRAUMI E ACCIDENTI STRADALI RETE PREVENZIONE per traumi Epidemiologia delle cadute a domicilio in anziani Valutazione delle cause età- Campagna sulla sicurezza della casa correlate e prevenzione incidenti stradali coinvolgenti >75 anni Promozione attività motoria dell’anziano Epidemiologia degli incidenti stradali causati/subiti da >75 anni RETE ACUZIE Attivazione rete traumi e trauma center Evidenza dei percorsi per politrauma Tasso di mortalità intraospedaliera Definire PDT per cadute in anziano in pz. politraumatizzato Riduzione tempi di degenza Formattati: Elenchi puntati e numerati Formattati: Elenchi puntati e numerati e mortalità RETE CRONICITÀ Epidemiologia cadute in strutture per Riduzione cadute e minore anziani ospedalizzazione da strutture per anziani Programma di prevenzione delle cadute in RSA/ RP come indice di qualità RETE RIABILITAZIONE Definire percorso riabilitativo in cadute Riduzione disabilità RIDUZIONE MORTALTÀ AZIONI PROGRAMMATE INDICATORI EVITABILE DA DIPENDENZE RETE PREVENZIONE prevenzione droghe d’abuso Riduzione dipendenze da prevenzione alcoolismo nei minori alcoolismo e psicofarmaci in > 75 anni Formattati: Elenchi puntati e numerati Formattati: Elenchi puntati e numerati Definire interventi sociali per solitudine Campagna di sensibilizzazione rischio abuso psicofarmaci e alcool RETE ACUZIE PDT intraospedalieri per pz. anziani con Riduzione tempi di degenza dipendenza RETE CRONICITÀ Campagna di sensibilizzazione rivolta a Riduzione dipendenze da MMG e strutture residenziali per alcoolismo e psicofarmaci in > 75 anziani sul rischio di abuso anni e riduzione di malattie psicofarmaci e alcool correlate AZIONI PROGRAMMATE INDICATORI RETE RIABILITAZIONE RIDUZIONE CONDIZIONI MORBOSE CORRELATE ALLE PRATICHE ASSITENZIALI RETE PREVENZIONE Formattati: Elenchi puntati e numerati Riduzione infezioni correlate alle pratiche Riduzione errori terapeutici e assistenziali possibili effetti da farmaci Riduzione errori di medicazione pericolosi per la salute dell’anziano Sensibilizzazione al rischio di indesiderati da effetti polifarmacologia associazioni e farmacologiche potenzialmente pericolose nel pz. anziano RETE ACUZIE Riduzione tasso prevalenza infezioni Attivazione CIO Istituzione nuclei infermieristici per il Contenimento costi terapia AB Misura controllo delle infezioni degli Istituzione nuclei infermieristici per il somministrazione errori a di campione (reparti di Medicina Interna) controllo delle infezioni Monitoraggio errori nelle medicazioni RETE CRONICITÀ Potenziamento interventi ADI Unità e di aumento Valutazione Riduzione del numero di giornate oltre soglia Geriatrica Riduzione Prevenzioni infezioni nosocomiali comunitarie in RSA / RP / dom RETE RIABILITAZIONE e morbilità e mortalità nell’anziano ospite in struttura o assistito dalle cure domiciliari Formattati: Elenchi puntati e numerati