east18_Dossier.Kazakistan-le_sfide,_le_opportunità

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QUANTO VALE LA STABILITÀ POLITICA di Elena Fenili e Francesca Nenci
SOCIETÀ: ARRIVANO I CETI MEDI di Vladimir Osakovsky
ECONOMIA: NEL 2008 TORNERÀ A CORRERE di Hans Holzhacker
COMMERCIO INTERNAZIONALE E FLUSSI DI CAPITALE di Vladimir Osakovsky
LA MALEDIZIONE DELLE RISORSE di Fabrizio Coricelli
Kazakistan:
le sfide, le opportunità
Corbis
DOSSIER
IlDOSSIER
Kazakistan, il maggiore mercato dell’Asia centrale, sta vivendo una fase caratterizzata da rapidi incrementi della ricchezza che favoriscono lo sviluppo di una nuova
classe media. La stabilità politica, garantita dal presidente Nazarbayev e dal suo partito, soffre però la corruzione e un’opposizione politica troppo debole. I consistenti in-
DOSSIER
IN SINTESI
■ Una prospettiva politica stabile
caratterizza il Kazakistan nel medio termine dato il solido controllo sul Paese
detenuto dal presidente Nazarbayev e
dal suo partito, sebbene gli esperti
internazionali critichino la corruzione e
un’opposizione interna troppo debole.
■ Con 15,4 milioni di abitanti, tendenze demografiche positive e reddito pro
capite rispetto al PIL di 4.600 euro, il
Kazakistan è il maggiore mercato
dell’Asia centrale. Rapidi incrementi
della ricchezza stanno comportando
disuguaglianze nel reddito, ma anche lo
sviluppo di una classe media.
■ Sin dal 2000, consistenti introiti
delle esportazioni di petrolio e forti
afflussi di capitali transfrontalieri
hanno fornito un abbondante finanziamento per un esplosione a livello di
investimenti e consumo. Il Kazakistan
ha sperimentato un lungo periodo di
rapido sviluppo economico e un’intensificazione significativa dell’intermediazione finanziaria.
Contemporaneamente, tuttavia, è stato
registrato un incremento della vulnerabilità dovuto all’elevata dipendenza del
Paese (e delle banche in particolare) dal
prestito estero.
■ L’adeguamento del prezzo del rischio
a livello internazionale emerso dalla
crisi sub-prime degli Stati Uniti ha pertanto fortemente influito sul Paese tramite un incremento nel costo dei finanziamenti, innescando un rallentamento
nella crescita del credito. Mentre conti-
Quanto vale
la stabilità politica
di Elena Fenili e Francesca Nenci
La stabilità caratterizza il Kazakistan nel medio termine. Nel
lungo termine, il processo di democratizzazione del Paese e il suo
sviluppo istituzionale potrebbero essere minati da conflitti interni tra i gruppi di potere dominanti e dalla mancanza di forze di
opposizione. In termini di politiche estere, il Paese ha un carattere multipolare. In termini di politiche nazionali, gli esperti internazionali criticano la corruzione interna e l’opposizione interna
troppo debole
Il sistema politico del Kazakistan è descritto nella Costituzione
del 1995 come “una forma di governo presidenziale” e, a partire dall’indipendenza del Paese, il presidente Nazarbayev ha
progressivamente rafforzato i suoi poteri grazie al diffuso
sostegno popolare e a un’attenta politica di bilanciamento del
potere tra i principali gruppi di potere del Paese – i fedeli
alleati del presidente – che detengono saldamente posizioni
politiche ed economiche chiave.
Nursultan Nazarbayev ha ricoperto il ruolo presidenziale
dal 1990 (rieletto nelle prime elezioni nazionali del Paese dopo
lo smembramento dell’Unione Sovietica) e, dopo l’approvazione della nuova costituzione nel 1995, fu rieletto in elezioni
quasi incontestate nel 19911. Con una vittoria schiacciante
(91%), il titolare fu nuovamente rieletto a dicembre 20052 per
la terza volta. Tuttavia, nelle loro valutazioni, gli osservatori
occidentali (OSCE, UE e Stati Uniti) hanno criticato la conduzione delle elezioni.
Contemporaneamente, come detto, quattro gruppi di potere
(un gruppo finanziario guidato da N. Subkhanberdin, presidente della maggiore banca, la Kazkommertsbank; un gruppo
eurasiano che controlla i settori minerario e metallurgico; due
gruppi familiari guidati rispettivamente dalla figlia maggiore
del presidente e dal genero di questi, T. Kulibaev) detengono
un’ampia influenza sui principali settori strategici del Paese. Il
presidente e questi gruppi di influenza costituiscono un sofisticato sistema di pesi e contrappesi, con il presidente come
figura chiave che controlla le loro attività e utilizza la propria
autorità per limitare i loro poteri, sia in generale, che in casi
particolari.
A maggio 2007 il Parlamento ha approvato, quasi all’unanimità, una riforma costituzionale che, tra altre misure (vale a
troiti delle esportazioni di petrolio e i forti afflussi di capitali transfrontalieri hanno
fornito un abbondante finanziamento per un’esplosione di investimenti e consumo.
Ma la struttura economica sbilanciata, con una predominanza di settori basati sulle
risorse, rimane un problema da affrontare
_Nursultan Nazarbayev, rieletto per ben tre volte alla guida del Kazakistan, è la figura chiave che controlla i delicati equilibri dei quattro gruppi di potere molto influenti
sui principali settori strategici del Paese
Olycom
dire riduzione del mandato presidenziale da sette a cinque
anni a partire dal 2012; limitazione dell’eleggibilità del presidente a non oltre due mandati consecutivi, con l’eccezione del
presidente Nazarbayev; incremento del numero dei seggi parlamentari da 116 a 154; introduzione del sistema di liste di
partiti), fornisce la possibilità, a uso esclusivo del presidente
Nazarbayev, di ricoprire un numero illimitato di mandati.
Elezioni anticipate furono necessarie per l’entrata in vigore
delle modifiche costituzionali adottate a maggio, in modo tale
che, soltanto pochi giorni dopo l’adozione di una legge che
proibisce ai partiti di riunirsi in blocchi elettorali – e che consente loro soltanto di fondersi con partiti più grandi – il presidente Nazarbayev indisse elezioni parlamentari anticipate
(tenute il 18 agosto 2007). Il Nur-Otan, il partito del presidente, ottenne tutti i 98 seggi del Parlamento con una strabiliante
vittoria dell’88,5% e monopolizzò praticamente tutto il potere. Nessuno dei sei partiti dell’opposizione superò la soglia del
7% necessaria per guadagnare un seggio. Il partito di opposizione che ricevette la maggior parte dei voti (54%) fu il partito Nazionale Socialdemocratico, creato dalla fusione tra il
Partito Nagyz Ak Zhol e il partito Socialdemocratico (gli unici
due partiti che, in seguito alla legge che proibiva ai partiti di
formare blocchi elettorali, erano riuscito a fondersi prima
delle elezioni).
Dato questo scenario, il Kazakistan deve ancora affrontare
diversi problemi critici. La trasparenza internazionale colloca
il Paese al numero 151 di 178 Paesi in termini di corruzione
interna. L’organizzazione Human Rights Watch 2007 denuncia
una scarsa protezione dei diritti umani, mentre l’opposizione
politica è tuttora troppo debole per essere in grado di garantire qualunque efficacia, data la mancanza di unità e il basso
livello di istituzionalizzazione.
Per quanto riguarda la politica estera, Nazarbayev ha dato
al Paese un carattere ampiamente multipolare, che si manifesta nel rafforzamento dei rapporti con la Cina e nel consolidamento dei già eccellenti rapporti con Russia, Stati Uniti e
Unione Europea. Il Kazakistan riveste un ruolo chiave nell’equilibrio del potere in Asia centrale e nell’area del Caspio,
dove è il secondo maggiore produttore di petrolio dopo la
Russia. A livello multilaterale, il Kazakistan mira a unirsi al
nuiamo a ritenere che le autorità siano
impegnate a evitare shock di grande
entità e che l’economia abbia risorse
sufficienti a questo fine, la prospettiva
a breve termine ha subito un certo peggioramento a causa dell’incrementata
pressione sul sistema bancario e del
verosimile scoppio della bolla delle
costruzioni di immobili residenziali.
■ Le prospettive per il periodo da
medio a lungo sono, tuttavia, ancora
positive, grazie a ulteriori sviluppi dei
principali giacimenti petroliferi, ai programmi di diversificazione dell’economia da parte delle autorità e all’incrementata cooperazione regionale.
Prevediamo dunque una ripresa della
crescita del PIL reale fino al 7-8% per
anno dal “soltanto” 5% del 2008.
■ Il clima economico rimane favorevole, con un tocco locale. La Banca
Mondiale reputa il Kazakistan un Paese
favorevole alle attività economiche,
dato il basso regime fiscale e il relativamente libero mercato del lavoro.
Recentemente è stato registrato un
grosso impegno mirato alla riduzione
del peso della burocrazia sull’economia,
ma il livello di intervento dello Stato
nelle attività economiche rimane tuttora alto.
■ In termini di relazioni internazionali,
il Paese è attualmente in grado di mantenere un relativo equilibrio tra interessi diversi: Cina, Russia, Stati Uniti ed
Europa. In qualità di paese di investment grade, il Kazakistan è riuscito ad
attirare un capitale di 114 miliardi di
dollari statunitensi proveniente da non
residenti, circa il 50% di cui in forma di
debito. Gli investimenti esteri diretti
(IDE), che rappresentano circa il 40%
del PIL, sono altamente concentrati nel
settore delle risorse naturali, che rimane anche quello più competitivo in termini internazionali.
WTO e a ricoprire la presidenza dell’OSCE. Quest’ultima cosa
era particolarmente desiderata dal presidente Nazarbayev e,
verso la fine del 2007, il Consiglio ministeriale dell’OSCE ha
deliberato che il Kazakistan assuma la presidenza dell’OSCE
nel 2010.
In complesso, il successo delle politiche perseguite da
Nazarbayev e dal suo partito Nur-Otan rende effettivamente la
situazione politica kazaka senza alcun dubbio stabile nel medio
termine. Tuttavia, in una prospettiva a lungo termine, lo sviluppo istituzionale del Paese potrebbe essere minato da possibili conflitti interni tra i gruppi di potere dominanti, nel contesto dell’assenza di un dialogo aperto in parlamento.
1. A marzo 1995 un referendum estese il mandato del presidente fino al 2000, ma le
elezioni presidenziali furono tenute prima, nel 1999, e Nazarbayev vinse facilmente
con oltre l’80% dei voti. Una legge approvata nel 1999 estese il mandato
presidenziale da cinque a sette anni, ma l’ultima riforma costituzionale (maggio
2007) riporta il mandato presidenziale a cinque anni, a partire dal 2012.
2. Le elezioni presidenziali erano originariamente programmate per dicembre 2006 e
furono quindi riportate al 2005 tramite un decreto la cui conformità alla Costituzione
è discutibile. La Costituzione del 1995 stabiliva che il Presidente non può essere eletto
per tre mandati consecutivi, tuttavia, la candidatura di Nazarbayev fu considerata
legale in quanto le prime elezioni furono tenute in base ai regolamenti della
precedente Costituzione.
Corbis
Società: arrivano
i ceti medi
di Vladimir Osakovsky
_Dal 2002 la popolazione totale kazaka ha
avuto un incremento a un tasso medio di circa 0,8-1% annuo. E, cosa importante per l’economia, la popolazione in età lavorativa del
Paese sta crescendo anche più rapidamente
Con 15,4 milioni di abitanti, tendenze demografiche positive e reddito pro capite rispetto al PIL di 4.600 euro (3,5 volte maggiore rispetto
al 2000) e una disoccupazione in rapida diminuzione, il Kazakistan è
un mercato ampio e in rapida crescita. Gli incrementi della ricchezza
hanno comportato disuguaglianze nel reddito, ma anche lo sviluppo
di una classe media. Le differenze regionali sono notevoli, con le cinque principali regioni produttrici di minerali e Astana e Almaty,
rispettivamente capitale politica ed economica, che registrano redditi
nominali di 2,5 – 4,5 volte maggiori del resto del Paese
Con 15,4 milioni di abitanti il Kazakistan rappresenta il più grande
mercato dell’Asia centrale. A differenza della disastrosa situazione
demografica nella confinante Russia, il Kazakistan continua a godere
di eccellenti tassi positivi di incremento naturale della popolazione e
ha anche ampiamente superato gli effetti negativi della massiccia
emigrazione di una gran parte della popolazione di lingua russa verificatasi nei primi anni Novanta in seguito alla disintegrazione
93
DOSSIER
dell’Unione Sovietica, visto che a partire dal 2004 il Paese è diventato
un recipiente netto di migrazione. Nel complesso, dal 2002, la popolazione totale del Kazakistan ha avuto un incremento ad un tasso
medio di circa 0,8-1% all’anno. Cosa più importante per l’economia,
la popolazione in età lavorativa del Paese sta crescendo anche più
rapidamente, fattore prevalentemente dovuto al vantaggioso profilo
dell’età della popolazione.
Anche l’economia e il mercato del lavoro del Paese sono stati soggetti a riuscite ristrutturazioni, dolorose ma determinanti, durante gli
anni Novanta, quando il tasso medio di disoccupazione raggiunse il
picco del 13,5% nel 1999 e quindi cominciò a diminuire da allora fino
a circa il 7% nel 2007, prevalentemente a causa della riduzione delle
differenze strutturali nell’economia (interregionale e intersettoriale).
La disoccupazione esistente sembra avere prevalentemente caratteristiche strutturali dato che è verosimilmente destinata a essere trainata da differenze nella disoccupazione nelle regioni, come suggerito dai
differenziali salariali regionali, piuttosto che da una persistenza di
disoccupazione ciclica. Ne consegue che il mercato del lavoro del
Paese può essere considerato piuttosto rigido. Fig. 1 e 2
La solida crescita dell’economia nazionale sin dai primi mesi del
2000 ha comportato nel Paese un notevole incremento nei livelli di
redditi personali e salari. Pertanto, i salari reali nel Kazakistan sono
raddoppiati dal 1999, mentre la continua rivalutazione del tenge
La solida crescita sembra fare diminuire
le disuguaglianze, sebbene il problema persista
I redditi in ascesa modificano il modello di consumo
1. I SALARI MEDI REALI SONO RADDOPPIATI
DAL 1999
% livello 1999
Salari nominali in termini di dollaro USA
2. PARTECIPAZIONE AL REDDITO TOTALE, %
Quintile più basso
Salari reali
Quintile più alto
8.6
8.4
8.2
8.0
7.8
7.6
7.4
7.2
7.0
6.8
6.6
350
300
250
200
150
100
50
0
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2001
2006
Fonte: Agenzia statistica del Kazakistan
43.0
42.5
42.0
41.5
41.0
40.5
40.0
39.5
39.0
38.5
38.0
2002
2003
2004
2005
Fonte: Agenzia statistica del Kazakistan
L’attività economica del Kazakistan è molto concentrata geograficamente
3. 5 REGIONI MINERARIE PRINCIPALI GENERANO
CIRCA 2/3 DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE TOTALE
4. ALMATY E ASTANA RAPPRESENTANO OLTRE METÀ
DEL FATTURATO DEL COMMERCIO TOTALE
Almaty
Tutti gli altri 36,9%
Aktubinskaya 8,5%
Atyrauskaya 19,1%
Karagandinskaya 11,2%
Kazakistan occidentale 9,2%
Mangistauskaya 15,1%
50%
45%
40%
35%
30%
25%
20%
15%
10%
5%
0%
94
5,9%
5,8%
2004
Fonte: Agenzia statistica del Kazakistan
41,5%
39,2%
2005
Fonte: Agenzia statistica del Kazakistan
43,4%
6,6%
2006
Astana
41,6%
8,5%
10m 2007
Corbis
(KZT) ha contribuito a spingere il salario nominale medio in termini
di dollari a oltre il 320% rispetto al livello del 1999.
Cosa più importante, un tale massiccio incremento di ricchezza ha
cominciato a cambiare il modello di consumo della maggior parte dei
nuclei familiari del Kazakistan, dato che una sempre più ampia parte
di popolazione si sta allontanando dal livello di quasi sussistenza,
caratterizzata dall’alta percentuale di beni alimentari nel consumo
totale, che è diminuita da quasi il 60% nel 1995 a solo il 42% nel
2006.
Proprio come in qualunque altra economia di transizione, l’imponente ristrutturazione economica durante gli anni Novanta ha determinato un drastico incremento della disuguaglianza in Kazakistan,
cosa che ha comportato la formazione di una classe media rapidamente in ascesa attorno a una nuova élite politica ed economica.
Sebbene il livello di disuguaglianza rimanga alto e persistente, le
recenti dinamiche dimostrano alcuni segni di miglioramento, dato
che la percentuale di quintile più ricco nel reddito totale è scesa di
circa 3 p.p. durante il periodo 2201-2005, mentre il quintile più povero ha in un certo modo guadagnato. Fig. 3 e 4
Il Kazakistan è caratterizzato da drastiche differenze a livello di
sviluppo economico regionale, dato che la maggioranza delle attività
economiche del Paese è concentrata attorno a città capitali e a numerose regioni industriali con una rilevante presenza di industria mine-
Corbis
_In Kazakistan una sempre più ampia parte
di popolazione si sta allontanando dal livello
di quasi sussistenza. Si è venuta così a creare
una classe media rapidamente in ascesa attorno a una nuova élite politica ed economica
raria. Questi centri economici sono le cinque maggiori regioni produttrici di minerali Aktubinskaya, Atyrauskaya, Karagandinskaya,
Mangistauskaya e Kazakistan occidentale e anche due città capitali: la
capitale politica Askana e la capitale economica Almaty.
D’altra parte, la concentrazione geografica della popolazione è
molto più dispersa, prevalentemente come risultato della distribuzione omogenea “delle risorse umane nel Paese”, retaggio dell’era sovietica. Pertanto, cinque regioni produttrici di minerali generano almeno
due terzi della produzione industriale totale, anche se abitate da meno
il 23% della popolazione. Industria mineraria a parte, anche la maggior parte delle altre attività commerciali è altamente concentrata.
Almaty, per esempio, rappresenta oltre il 40% del fatturato di commercio al dettaglio totale del Paese con solo oltre l’8% della popolazione. Tale situazione persiste e persino si intensifica col tempo, visto
che la percentuale totale di fatturato del commercio al dettaglio a
Almaty e Astana ha avuto un incremento di 5 p.p. in soli tre anni.
La maggioranza della popolazione totale del Kazakistan vive fuori
dai principali centri industriali e commerciali generatori della maggior parte di lavori e ricchezza, situazione che comporta inevitabilmente differenze interregionali rilevanti a livello di salari e redditi.
Pertanto, le cinque maggiori regioni produttrici di minerali assieme
alle due città capitali, comprendono poco più di oltre un terzo della
popolazione. Come risultato, i redditi nominali medi nei principali
centri industriali e commerciali quali gli oblast di Almaty o di
Atyrauskaya superano di 2,4-4,5 volte quelli dell’oblast prevalentemente rurale di Zhambylskaya o del Kazakistan settentrionale. Il differenziale persiste persino in regioni immediatamente vicine tra loro.
Per esempio, i salari medi della città di Astana sono più del doppio di
quelli del limitrofo oblast di Akmolinskaya.
Tali marcate differenze in potenziale economico e redditi stanno
comportando nel Paese emigrazione interna, mentre la popolazione
totale delle città capitali e dei principali centri industriali è in costante
crescita, e invece la popolazione nelle regioni rurali sta diminuendo
nonostante l’incremento naturale.
Inoltre, vi sono ragioni per supporre che tali drastiche differenze a
livello di sviluppo economico persisteranno e persino si intensificheranno nel futuro, visto che i centri economici di spicco continuano ad
attrarre la maggioranza degli investimenti nel Paese. In Kazakistan,
solo due città e tre maggiori regioni produttrici di petrolio rappresentano il 70% degli investimenti totali. Fig. 5 e 6
La popolazione è molto più dispersa dell’attività economica, il che determina le differenze interregionali
5. SOLO CIRCA UN TERZO DELLA POPOLAZIONE
VIVE NEI CENTRI ECONOMICI
6. CIÒ COMPORTA NOTEVOLI DIFFERENZE
INTERREGIONALI IN REDDITI E SALARI
Media del Paese
350
Tutti gli altri 65,1%
5 regioni produttrici principali 22,9%
Salario reale nominale
Reddito personale medio
250
200
150
Almaty 8,3%
Astana 3,7%
100
50
Fonte: Agenzia statistica del Kazakistan
96
Fonte: Agenzia statistica del Kazakistan
Pavolod
arskaya
Karaga
ndinska
ya
Kazakist
an orien
t.
Almatin
skaya
Kostana
iskaya
Akmolin
skaya
Kazakist
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ent.
Kazakist
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id.
Zhamb
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Almaty
Kazakist
an occ.
Aktubin
skaya
Kyzylord
inskaya
Astana
Atyrausk
aya
Mangis
tauskaya
0
Corbis
Economia: nel 2008
tornerà a correre
di Hans Holzhacker
_Il credito bancario è concentrato in commercio e costruzioni. Quest’ultimo ha raddoppiato
la sua parte di Pil dal 5% del 2000 al 10%
del 2006, grazie all’esplosione delle costruzioni nella nuova capitale Astana
Sin dal 2000, consistenti introiti delle esportazioni di petrolio e forti
afflussi di capitali transfrontalieri hanno fornito un abbondante
finanziamento per un’esplosione di investimenti e consumo. Il
Kazakistan ha sperimentato un lungo periodo di rapido sviluppo
economico e un’intensificazione significativa dell’intermediazione
finanziaria. Tra il 2000 e il 2007, il PIL nominale in termini di euro
è aumentato del 270%, mentre la penetrazione finanziaria, misurata in termini di prestiti bancari più depositi in relazione al PIL, è
cresciuta dal 22% all’87 percento
L’adeguamento del prezzo del rischio a livello internazionale emerso
dalla crisi subprime degli Stati Uniti ha fortemente influito sul
Paese. Il costo dei finanziamenti è aumentato, innalzando la possibilità di una stretta creditizia. Tuttavia, continuiamo a ritenere che l’economia abbia risorse sufficienti per prevenire shock di grande
entità, nonostante un certo peggioramento della prospettiva a breve
termine. Verosimilmente la crescita del PIL rallenterà passando da
uno stimato 8,3% nel 2007 al 5% nel 2008. L’inflazione si manterrà
a livelli di due cifre nel 2008, influendo sulla crescita del reddito
reale. I rischi legati alla crisi di liquidità globale permarranno.
Le prospettive per il periodo da medio a lungo sono, tuttavia,
ancora positive, grazie agli elevati prezzi globali delle materie prime,
a ulteriori sviluppi dei principali giacimenti petroliferi kazaki, ai programmi di diversificazione dell’economia da parte delle autorità e
all’incrementata cooperazione regionale. Prevediamo dunque per il
periodo 2009-2010 una ripresa della crescita del PIL reale fino al 78% per anno.
97
DOSSIER
Corbis
Sin dal 2000, il Kazakistan è stato caratterizzato da rapido sviluppo economico, formazione del capitale fisso in ascesa, notevole
intensificazione dell’intermediazione finanziaria, brusca diminuzione della disoccupazione e redditi reali in rapida crescita. Il 2006
è stato il sesto anno consecutivo in cui la crescita del PIL ha superato il 9%, con il 2007 soltanto lievemente inferiore. Il PIL pro
capite ha raggiunto nel 2007 4.600 euro, cifra 3,5 volte maggiore di
quella del 2000.
Lo sviluppo del Paese è importante anche per tutta l’Asia centrale, sia in termini di legami commerciali, sia in qualità di modello da
seguire. È il Paese nella regione con il più alto PIL totale e pro capite.
E il Kazakistan ha attirato una quantità maggiore di IDE del resto di
tutta l’Asia centrale. Secondo il Rapporto Unctad sugli investimenti
mondiali del 2007, il capitale di IDE in entrata del Kazakistan
ammontava alla fine del 2006 a 32,5 miliardi di dollari statunitensi
rispetto al capitale di IDE pari a 24,1 di miliardi di dollari statunitensi di Armenia, Azerbaigian, Georgia, Kirghisistan, Tagikistan,
Turkmenistan e Uzbekistan assieme. Per unità di PIL, il Kazakistan
ha notevolmente superato il rendimento di Paesi quali Sud Africa,
Polonia o persino Israele.
La rapida crescita del Kazakistan dal 2000 in poi fu dovuta in
parte alla ripresa da un periodo di transizione molto difficile. Dal
1991 al 1995 il PIL reale diminuì del 39% e le esportazioni crollarono. In quel periodo, il principale obiettivo della politica economica fu
98
la liberalizzazione dell’economia. Le riforme inclusero la revoca di
molte norme statali, l’abolizione del controllo dei prezzi, del limite e
delle quote per molti beni e la riduzione dei sussidi alle industrie di
proprietà statale. Venne fissata la base per nuovi sistemi fiscali, doganali e bancari. Una nuova costituzione venne adottata nel 1995.
Squilibri fiscali e di altro tipo generarono iperinflazione. Gli
introiti provenienti da privatizzazioni su scala ridotta e di massa
(iniziate nel 1991 e ufficialmente completate nel 1997), costituirono
un’altra fonte di inflazione. Oltre alla distribuzione di buoni ai residenti, ai non residenti fu consentito di acquistare beni aziendali in
cambio di contanti. Come risultato, l’apporto di denaro aumentò fortemente. L’inflazione superò il 2000% nel 1992 e i salari non poterono tenere il passo. Vi furono ritardi diffusi nei pagamenti di pensioni e salari. Il bestiame divenne la rete di sicurezza primaria per la
popolazione rurale.
Durante il periodo di transizione, l’attività economica ebbe uno
spostamento sia a livello geografico che a livello settoriale. Centri
produttivi quali Shikment e Karadanga diventarono meno importanti e città petrolifere a occidente quali Atyrau, Aqtobe e Aqtau lo
divennero di più. Contemporaneamente, l’industria cominciò ad
allontanarsi dall’industria pesante, il punto focale nel periodo
sovietico, per passare a petrolio, gas e lavorazione dei generi alimentari e i servizi guadagnarono importanza. La proprietà privata
divenne importante, con circa due terzi del PIL ora in mani private,
sebbene lo stato continui a rivestire un ruolo primario in molti
settori strategici.
Nel 1993, il giacimento petrolifero di Tengiz, operato da
Chevron, divenne il primo importante progetto di investimento a
partecipazione straniera. L’investimento doveva ammontare a 20
miliardi di dollari statunitensi in un periodo di 40 anni. Da allora,
sono stati firmati vari contratti importanti – il giacimento di gas
condensato di Karachaganak, l’oleodotto del Caspio, il giacimento del
Kashagan orientale e molti altri.
LE RIFORME DEL BIENNIO 1995-1997
In una seconda fase (1995-1997) dello sviluppo post-sovietico del
Kazakistan, furono progettate la rifinitura e l’approfondimento delle
riforme e dei loro fondamenti legali, mentre la stabilizzazione
macroeconomica divenne l’obiettivo principale della politica economica. Furono introdotti nuovi codici civili, fiscali e doganali. Le autorità avviarono vigorose riforme del sistema bancario e delle pensioni
assieme alla liberalizzazione e allo smembramento del settore dell’energia elettrica.
Durante la transizione fu l’agricoltura a soffrire di più. La sua
percentuale nel PIL decrebbe a soltanto circa il 10% nel 1999 dal
38% del 1989. Fu adottato un programma di privatizzazione del settore agricolo, che prevedeva la proprietà congiunta delle fattorie da
parte dei lavoratori, ma anche la proprietà privata individuale.
Nel 1997 fu annunciata ufficialmente la terza fase della privatizzazione. Essa includeva privatizzazione caso per caso di grandi
società per lo sfruttamento delle risorse naturali, prevalentemente
tramite aste internazionali. La partecipazione straniera all’economia
cominciò ad aumentare, con la maggior parte degli investimenti
indirizzata ai settori petrolifero e metallurgico. Furono firmati
99
DOSSIER
importanti contratti con società straniere per la società Mangystau
MunaiGaz , l’impianto di Balkhashmys per la lavorazione del rame,
Aktubinsk MunaiGaz Oil e per il giacimento petrolifero di
Karachaganak. La struttura imprenditoriale cominciò a evolversi.
Fu adottato un programma di stabilizzazione mirato a garantire
una politica monetaria prudente e serrati controlli sulle spese statali.
L’inflazione diminuì fino al 17% entro il 1997, il declino del PIL
reale si fermò. Il Kazakistan inaugurò ciò che probabilmente fu la
riforma del settore finanziario maggiormente avanzata nella zona
della Comunità degli Stati Indipendenti (CIS). Il rapporto di adeguamento del capitale richiesto fu innalzato. Assieme all’innalzamento
dei requisiti di capitale minimo richiesto, la Banca Nazionale del
Kazakistan (NBK) riqualificò istituzioni di più piccola entità come
unioni di credito o società di credito. Anche le fusioni hanno trainato
il consolidamento del settore. Uno schema di assicurazione dei depositi, che garantiva la sicurezza dei depositi in caso di fallimento delle
banche, fu attivato nel 1999.
LA CRISI DEL 1998-1999
La diminuzione dei prezzi globali del petrolio danneggiò gravemente le industrie estrattive del Kazakistan. Nel 1998, il contagio da parte della crisi finanziaria asiatica del 1997 e della “Crisi
Russa” raggiunse il Kazakistan.
La NBK tentò di mantenere un tenge forte (introdotto a
novembre 1993). Ma ad aprile 1990, le autorità dovettero lasciare fluttuare la valuta in risposta all’esaurimento delle riserve di
valuta forte della NBK. A differenza della Russia, tuttavia, il
governo del Kazakistan non fu inadempiente relativamente ai
suoi titoli. Il tenge venne svalutato del 38% rispetto al dollaro
statunitense tra marzo e ottobre 1999. Inoltre, furono attivate
politiche protezioniste per attenuare le importazioni da Russia,
Uzbekistan e Kirghisistan, prevalentemente sotto forma di
quote sulle importazioni di generi alimentari. Il tasso di cambio
fu stabilizzato entro il 2000 e la crescita del PIL ripartì.
Il governo istituì una serie di riforme fiscali chiave, quali un
sistema pensionistico modellato su quello cileno. A partire dal
2001, il Kazakistan ha marciato in attivo. Fig. 7 e 8
Società prevalentemente private, tranne che in alcune aree strategiche
7. STATISTICHE SU PRIVATIZZAZIONE
E DIMENSIONE DELLE IMPRESE
Proprietà statale
8. CONTRIBUTO AL VALORE AGGIUNTO, %
2004
Proprietà privata
80
70
60
50
40
30
20
10
0
Piccole imprese
Medie imprese
Grandi imprese
0
20
40
60
80
100
Piccole imprese
Medie imprese
Grandi imprese
Fonte: Agenzia statistica del Kazakistan, UniCredit New Europe Research Network
100
2000
LA RIPRESA DEL 2000-2001
Nel 2000 ebbe inizio una vigorosa ripresa, trainata principalmente
dal settore petrolifero. La produzione di petrolio raddoppiò da 0,5
milioni di barili al giorno (mbd) durante il 1997-1999 a 1 mbd nel
2003. Ciò fu associato a un incremento nella domanda globale di
cereali, acciaio, rame e oro e ai loro alti prezzi. Gli effetti di traboccamento determinarono un’esplosione anche in settori non petroliferi
quali generi alimentari e costruzione e servizi finanziari e economici.
Seguirono ulteriori riforme fiscali. Al fine di rendere il bilancio
statale meno dipendente dalle oscillazioni nei prezzi del petrolio, fu
istituito un “Fondo Nazionale del Petrolio” con una “componente di
risparmi” (costituita dal 10% delle entrate di bilancio calcolate a un
prezzo di chiusura del petrolio fissato annualmente) e una “componente di stabilizzazione” (tutte le entrate generate a causa di un
prezzo del petrolio superiore al prezzo di chiusura). Di questi fondi,
il 54% viene gestito dalla NBK, il resto da società di gestione di capitali esterne.
Grazie al progresso raggiunto, il Kazakistan fu il primo tra gli
stati CIS a guadagnare lo stato di “economia di mercato” da parte
dell’Unione Europea nel 2001 e degli Stati Uniti nel 2002. Il
Kazakistan fu il primo degli stati CIS a essere promosso a “investment grade” da Moody’s nel 2002.
2004-2006, MAGGIORE VULNERABILITÀ
Dal 2004 al 2006, l’incremento negli introiti delle esportazioni di
petrolio e forti afflussi transfrontalieri di capitali hanno fornito all’economia kazaka abbondanti risorse finanziarie. L’accesso al finanziamento internazionale, sotto forma sia di debito, sia di azioni, crebbe
rapidamente assieme alla reputazione internazionale del Kazakistan.
Durante il 2005-2007, non meno di 18 società kazake vennero quotate sulla borsa di Londra e sette di queste incluse nel mercato principale. A novembre 2006, JSC Kazkommerstbank, la banca del
Kazakistan più grande in termini di capitale, vendette a Londra ricevute di deposito globali per un valore di circa 850 milioni di dollari
statunitensi. La JSC Halyk Savings Bank, i cui proprietari di maggioranza sono la figlia del presidente Nazarbayev Dinara e il marito,
Esplosione di monetizzazione e intermediazione finanziaria
9. PARTECIPAZIONE AL REDDITO TOTALE, %
Broad money
Credito bancario
10. PARTECIPAZIONE AL REDDITO TOTALE, %
Depositi (residenti)
Credito
70%
120
60%
100
50%
80
39,5
40%
45,9
60
30%
40
20%
Broad money
57,5
45,6
30,5
32,8
20
10%
0%
Depositi
0
1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 1-102007
Fonte: Banca Nazionale del Kazakistan, UniCredit New Europe Research Network
20,1
Russia
34,4
Polonia
30,1
Kazakistan
34,3
56,3
39,4
Ucraina
Rep. Ceca
Ungheria
Fonte: Banca Nazionale del Kazakistan, UniCredit New Europe Research Network
101
Corbis
effettuò a dicembre una vendita pari a 750 milioni di dollari statunitensi. La JSC Alliance Bank, la più grande banca di prestiti ai consumatori del Paese, a luglio 2007 vendette ricevute di deposito globali
per un valore di 700 milioni dollari statunitensi.
I flussi di capitale determinarono la rivalutazione della valuta
kazaka. Tra il 2000 e il 2006, il tenge guadagnò il 13% rispetto al dollaro statunitense e il 9% rispetto al rublo nonostante sostanziosi
acquisti di valuta estera da parte della banca nazionale. Entro il 2006,
il tasso di cambio reale effettivo (regolato in base a commercio e adeguato all’inflazione) superò il livello del 2000, anche se non in maniera eccezionale.
Notevoli risorse straniere contribuirono a monetizzare l’economia
kazaka e il credito bancario crebbe rapidamente (Fig. 9). Il Kazakistan
superò la Polonia in termini di intensità di intermediazione finanziaria (misurata come prestiti + depositi rispetto al PIL), nonostante una
base di depositi notevolmente più inferiore (Fig. 10).
L’espansione monetaria consentì all’inflazione di accelerare nuovamente dal suo valore più basso del 5,8% raggiunto nel 2002, lentamente all’inizio, ma molto più rapidamente nel 2006 (8,6%) – a
causa di una brusca impennata dei prezzi globali dei generi alimentari
– specialmente nel 2007. Gli aumenti dei salari non furono più sostenuti da un incremento corrispondente nella produttività del lavoro.
Gli elevati prezzi dell’energia cominciarono a incrementare i costi
nell’agricoltura e in altre industrie sensibili.
Le autorità risposero a queste sfide regolando le loro politiche. Nel
periodo metà 2006-metà 2007, la politica monetaria fu inasprita. I
requisiti di riserva minima furono innalzati e inseriti in una base più
ampia, i tassi di interesse della banca centrale furono aumentati. Le
norme prudenziali bancarie furono riviste e furono adottate nuove
regole sulle norme relative a rapporto prestiti-perdite, classificazione
del capitale, liquidità bancaria e limiti sul capitale relativamente ai
prestiti esteri delle banche.
SUPERAMENTO DELLA CRISI
11. I PREMI CDS SONO AUMENTATI
Punti base
Kaspiyski
ATF
Centre Credit
Nur
Temir
Alliance
TuranAlem
Kazkommerts
01.05.2007
08.08.2007
08.11.2007
500
150
300
550
550
450
270
220
850
250
500
800
750
800
600
450
795
346
775
875
950
1050
717
642
Fonte: Banca Nazionale del Kazakistan,
UniCredit New Europe Research Network
102
Nonostante le misure di inasprimento della politica monetaria, l’elevata domanda nazionale stimolò una continua forte crescita nelle
importazioni di beni e servizi, che, assieme ai pagamenti dei dividendi
e degli interessi agli investitori stranieri, nel 2007 cominciarono a
superare le esportazioni. Di conseguenza, il bilancio di conto corrente
divenne deficitario.
L’improvviso crollo dei flussi di capitale verso il Kazakistan
a partire dalla metà del 2007, innescato dalla turbolenza finanziaria globale ha pertanto fortemente inasprito le condizioni
monetarie. Il tenge fu messo sotto pressione e la Banca
Nazionale del Kazakistan intervenne.
Se dal 2003 i capitali stranieri del sistema bancario hanno avuto
solo un lieve incremento come percentuale del capitale totale, le passività verso l’estero sono diventate la fonte più importante di finanziamento della crescita del capitale bancario. Il debito estero delle banche aumentò da 7,7 miliardi di dollari statunitensi alla fine del 2004
fino a 45,9 miliardi di dollari statunitensi il 30 giugno 2007, arrivando a rappresentare circa metà del debito estero globale del Kazakistan
pari a 92,1 miliardi di dollari statunitensi. Circa 34,4 miliardi di dollari statunitensi del debito bancario sono costituiti da prestiti stranieri. I
pagamenti di ammortamento dovuti nel 2008 sono pari 8 miliardi di
dollari statunitensi.
I premi di trasferimento dell’esposizione creditizia (CDS), che
misurano implicitamente le opinioni del mercato sulle probabilità di
inadempienza, rifletterono la vulnerabilità delle banche a causa della
loro pesante dipendenza dal finanziamento straniero. Aumentarono
notevolmente per molte importanti banche kazake durante la seconda metà del 2007 (Fig. 11). Le banche ebbero difficoltà relative ai
finanziamenti esteri. I flussi di capitale derivanti dalla vendita di
Eurobond da parte delle banche del Kazakistan e dai prestiti sindacati,
che, secondo i dati di Bloomberg arrivarono a un totale di 8,6 miliardi
di dollari statunitensi nel corso dei primi otto mesi del 2007, scesero a
0,3 miliardi di dollari statunitensi nei tre mesi seguenti.
Le vulnerabilità emerse del Kazakistan comportarono modifiche
nel rating. L’8 ottobre 2007 Standard & Poor’s abbassò il rating del
debito denominato in valuta estera del paese di un punto fino a BBB
– l’investement grade più basso. S&P ridusse anche il rating su tre
banche e diede un giudizio negativo su molte altre. Moody’s abbassò
il rating del debito su quattro delle banche del Paese il 1° novembre.
Fitch Ratings diede un rating negativo sull’inadempienza a lungo termine del Kazakistan il 17 dicembre.
Le autorità dimostrarono il loro impegno a sostenere l’economia
kazaka e il sistema bancario reagendo a queste evoluzioni. Il presidente Nursultan Nazarbayev annunciò il 12 ottobre 2007 di avere
ordinato al governo e alla NBK di creare un fondo di stabilizzazione
per il settore bancario, con 4 miliardi di dollari statunitensi come
volume da raggiungere. Il bilancio del 2008 assegna un importo
minore di quello stabilito ma, se necessario, altre fonti dovrebbero
renderlo disponibile.
Per attenuare la contrazione della liquidità, la NBK immise liqui-
_Per migliorare la competitività, oltre al settore delle risorse naturali sono stati identificati
sette gruppi di priorità: turismo, metallurgia,
tessili, costruzioni, agricoltura e lavorazione
degli alimenti
103
DOSSIER
dità nel sistema bancario tramite la sua finestra di rifinanziamento,
consentì alle banche di chiedere prestiti per raggiungere le riserve
richieste e si impegnò in acquisti su larga scala di banconote in circolazione. Sin da luglio 2007, le autorità resero disponibili oltre 10
miliardi di dollari statunitensi in fondi lordi di emergenza. Le cifre
nette non sono state pubblicate, ma sono state verosimilmente inferiori, pari a 1,5-2 miliardi di dollari statunitensi. L’attivazione di
requisiti di riserva minima più severi fu prorogata fino al 1° luglio
2008. La NBK originariamente pianificò di innalzare i requisiti di
riserva minima per le passività verso l’estero da 8% a 10 percento.
Contemporaneamente, previde di abbassare i requisiti di riserva
minima per le passività interne da 6% al 5 percento.
Fino a ora, queste misure hanno contribuito a evitare una stretta
creditizia. Nei dati sul sistema bancario disponibili per ottobre non
sono evidenti né diminuzioni nei prestiti a mutuatari non finanziari
non governativi, né prelievi di depositi. Tuttavia, una crescita del credito più lenta sarà inevitabile a causa di opportunità di finanziamento
più ridotte. La qualità del credito certamente peggiorerà a causa delle
condizioni monetarie più severe e la riluttanza al rischio crescerà
ulteriormente.
Oltre a fornire liquidità sufficiente a evitare una crisi bancaria, le
autorità devono essere sufficientemente prudenti da non alimentare
ulteriormente l’inflazione e da non aggravare problemi futuri. Il 3
dicembre 2007, la banca centrale ha innalzato il suo tasso di rifinanziamento dal 9% all’11% per segnalare il proprio impegno nella lotta
all’inflazione. Al fine di ridurre l’eccessiva crescita del credito e di
diminuire la vulnerabilità del sistema bancario, l’Agenzia di
Supervisione Finanziaria (FSA) sta considerando anche un progetto
normativo per inasprire i limiti precedentemente introdotti nel 2007
sui prestiti in valuta estera delle banche. Il documento propone il
taglio del limite da parte delle banche più grandi da 6 a cinque volte il
loro capitale regolatorio e la riduzione del limite di prestito estero
delle banche principali, con esclusione dei titoli obbligazionari, da 4 a
2,5 volte il capitale. Ciò non rappresenterà fattore limitante, dato che
il mercato si è esaurito comunque, ma potrebbe implicare una crescita
del finanziamento più lenta nel futuro.
L’incertezza delle previsioni è aumentata – molto dipenderà dalla
durata della crisi di liquidità e dalla sua profondità – ma il Kazakistan
sembra disporre di mezzi sufficienti ad evitare una crisi bancaria
sistemica (anche se le banche individuali potrebbero incontrare diffiIl credito bancario è concentrato in commercio e costruzioni, mentre la bolla degli immobili ha avuto un’evoluzione
13. PREZZI DEGLI APPARTAMENTI, AGOSTO 2001
12. QUOTE SETTORIALI, %
% Quota nel PIL 2006
% Totale investimenti fissi Q1-Q3 2007
% Prestiti totali al 30-09-2007
Taras
Almaty
Astama
2004
2005
2006
Kazakhstan
25
20
15
10
5
0
Estrazione
Manifattura
Commercio
Costruzioni
Agricoltura
Fonte: Banca Nazionale del Kazakistan, UniCredit New Europe Research Network
104
Trasporti
e comunicazioni
2002
2003
Fonte: Banca Nazionale del Kazakistan, UniCredit New Europe Research Network
2007
coltà e si potrebbe verificare una ridistribuzione del capitale) ed essere
politicamente in grado di ottenere questo scopo. Alla fine di novembre, le riserve della banca centrale erano pari a 18,1 miliardi di dollari
statunitensi e i capitali stranieri del National Oil Fund erano pari a
un ulteriore 20,1 miliardi di dollari statunitensi.
ARRIVA IL RALLENTAMENTO
Il primo risultato delle condizioni monetarie più severe determinate
dalla crisi globale della liquidità sarà un rallentamento nella crescita
del PIL del Kazakistan nel 2008. I servizi sono stati il principale fattore trainante della crescita del PIL sin dal 2003, prevalentemente a
causa di commercio, telecomunicazioni e intermediazione finanziaria
in rapida espansione. Anche la produzione industriale crebbe rapidamente. Il settore delle costruzioni fu responsabile di ciò, tuttavia, raddoppiando la sua parte di PIL dal 5% del 2000 a circa il 10% del
2006, grazie all’esplosione delle costruzioni nella nuova capitale
Astana e alla costruzione di nuovi oleodotti. Anche il settore minerario ed estrattivo incrementarono il loro ruolo nell’economia, mentre
il settore manifatturiero e agricolo continuarono a diminuire, sebbene
a ritmo più lento.
Il credito bancario è concentrato in commercio e costruzioni (Fig.
12). Quest’ultimo in particolare sarà influenzato dalla crescita del credito in rallentamento, che si combinerà allo scoppio della bolla delle
costruzioni residenziali. I prezzi degli appartamenti salirono vertiginosamente (Fig. 13) e le costruzioni furono esagerate. Il calo correttivo
influirà sulla crescita del PIL direttamente e tramite il relativamente
ampio effetto del moltiplicatore dell’industria delle costruzioni.
Prevediamo per il 2008 un crollo della crescita del PIL reale pari al
5% (Fig. 16), dato che i redditi reali e il consumo privato saranno
influenzati da un’inflazione a cifra doppia. Gli investimenti risentiranno dei costi del crediti più alti e del probabile calo nelle costruzioni
residenziali. Tuttavia, l’elevata continua domanda globale di materie
prime e un certo alleggerimento fiscale mitigheranno la riduzione
della crescita del PIL, che potrebbe riprendere una crescita più rapida
nell’ultimo trimestre del 2008, se la crisi globale di liquidità si dovesse attenuare.
Oltre all’ambiente internazionale, il principale rischio previsto per
il 2008 è associato alla prognosi relativa ad inflazione e tasso di cambio. L’inflazione accelerò nel 2007 prevalentemente a causa dei grossi
I vantaggi comparati del Kazakistan sono chiaramente basati sulle risorse degli immobili
14. PETROLIO: RISERVE COMPROVATE
(MIGLIAIA DI MILIONI DI BARILI)
15. % DEL KAZAKISTAN DI RISERVE MINERALI
MONDIALI
Arabia Saudita
Iran
Irak
Kuwait
Emirati Arabi
Venezuela
Federazione russa
Libia
Kazakistan
Nigeria
Stati Uniti
25%
20%
15%
10%
5%
0%
0
50
100
150
200
Fonte: Rapporto annuale British Petroleum, UniCredit New Europe Research Network
250
300
Piombo
Zinco
Rame
Ferro Manganese Titanio Cromo Bauxite
Oro
Fonte: Rapporto annuale British Petroleum, UniCredit New Europe Research Network
105
DOSSIER
aumenti dei prezzi dei generi alimentari. Questi furono connessi a
esportazioni in rapida crescita legate almeno in parte a un’elevata
domanda internazionale di cereali, parzialmente determinata da cattivi raccolti, ma anche di natura strutturale e a termine più lungo.
Presumiamo che, nel 2008, non assisteremo in Kazakistan a una ripetizione degli eccezionali aumenti nel prezzo dei generi alimentari, in
parte grazie all’azione del governo, ma qualche pressione rimane
comunque. Prevediamo che l’inflazione sarà pari al 9,5% a dicembre
2008, in calo dal registrato 18% di dicembre 2007. L’inflazione media
dovrebbe raggiungere un totale di 13,8% nel 2008.
Presumiamo che la banca centrale manterrà forte il proprio tasso
di cambio per evitare di alimentare ulteriormente l’inflazione. Grazie
a una crescita più lenta della domanda interna, il deficit del conto corrente dovrebbe rimanere tanto ridotto da non rafforzare la svalutazione. Gli investimenti stranieri, prevalentemente nel settore delle
risorse, forniranno verosimilmente IDE sufficienti a coprire il deficit
nel prossimo paio d’anni. La ripresa parziale del dollaro statunitense
comporterà una minore svalutazione del KZT rispetto a dollaro e
rublo nel 2008, mentre la valuta dovrebbe ottenere una certa rivalutazione nei confronti dell’euro. Per creare equilibrio tra erogazione di
liquidità e lotta all’inflazione, è probabile che nel 2008 la banca centrale abbandoni il proprio tasso ufficiale di sconto poco modificato e
lo abbassi soltanto dopo. Tuttavia, in seguito a un alleggerimento
delle difficoltà di finanziamento verso la fine del 2008, i tassi interbancari (KazPrime) dovrebbero diminuire nuovamente, di 2-3 punti
percentuali.
L’ECONOMIA TORNERÀ A CORRERE
Le prospettive a lungo termine del Kazakistan rimangono promettenti qualora la base di risorse del Paese sia ulteriormente sviluppata,
l’economia diversificata fino a un certo livello e l’infrastruttura fisica
e sociale del Paese migliorata.
L’elevata dipendenza dalle risorse naturali comporta rischi sostanziali: l’economia è fortemente esposta alla variabilità dei prezzi delle
materie prime e ai cicli di espansione e recessione; grosse quantità di
contanti in un determinato periodo possono minare la qualità e l’efficienza della spesa statale, i bilanci aziendali possono indebolirsi.
Pertanto il Kazakistan sta cercando di ridurre la sua dipendenza da
petrolio, gas e minerali e di usare questi beni naturali per finanziare
lo sviluppo di un’economia diversificata, tecnologicamente avanzata e
competitiva. Questo è l’obiettivo centrale della “Strategia nazionale
fino al 2030” e del “Programma Statale di Industrializzazione e
Innovazione fino al 2015”. Nel 2006, fu aggiunta a questi programmi
la “Strategia per entrare tra le 50 nazioni mondiali più competitive
entro dieci anni”. Diversificazione dell’economia, introduzione di
standard tecnici, finanziari ed economici internazionali, accesso al
WTO, promozione di governance aziendale, maggiore trasparenza e
responsabilità, istruzione e riforme amministrative concordate sono
stati identificati come i fattori trainanti chiave per raggiungere questo
obiettivo.
Per migliorare la competitività oltre al settore delle risorse naturali, sono stati identificati sette gruppi di priorità: turismo, metallurgia,
tessili, costruzioni, agricoltura e lavorazione degli alimenti, costruzione di attrezzature per petrolio e gas, logistica e trasporti.
106
La manna di dollari petrolchimici è senza dubbio di fondamentale
importanza per la crescita del Kazakistan; la diversificazione è importante, ma i vantaggi comparati del Kazakistan sono chiaramente basati sulle risorse. Petrolio, gas e metalli resteranno la base del successo
del Paese. L’agenzia statistica del Kazakistan valuta che nel 2006 il
contributo di petrolio e gas al PIL complessivo fu del 18%, al valore
aggiunto nell’industria circa del 50% (17% in commercio, 10% in
trasporti, 4% in settore immobiliare e 2.5% in costruzioni).
Le riserve comprovate di petrolio del Kazakistan costituiscono
39,8 miliardi di barili (Fig. 14), o il 3,3% delle riserve totali di petrolio
mondiale. La quota del paese alla produzione totale mondiale di
petrolio è dell’1,7% circa. La produzione di petrolio durante gli ultimi
sei anni crebbe a un tasso annuale dell’11%, mentre il consumo
nazionale di petrolio rimase piuttosto stabile. Si prevede che la produzione di petrolio triplicherà nel corso del prossimo decennio.
La chiave per ottenere questo obiettivo è lo sviluppo del giacimento di Kashagan scoperto nel 2000 nel Mar Caspio. Si trattò del più
vasto nuovo giacimento scoperto in 30 anni, contenente circa 13
miliardi di barili di petrolio grezzo recuperabile. Eni Spa, la più grande compagnia petrolifera italiana, sta sviluppando Kashagan con un
gruppo che include anche Total, Royal Dutch Shell e Exxon Mobil,
ciascuna con partecipazioni del 18.52%; ConocoPhilips con il 9,26%
e Inpex e la compagnia statale kazaka Kazmunaigas con l’8,33%
rispettivamente. Il Kazakistan spera di aumentare la partecipazione di
Kazmunaigas al 16,8 percento.
Il 20 dicembre 2007, Russia, Kazakistan e Turkmenistan hanno
firmato un accordo per costruire una condottura per gas naturale
lungo la costa del Mar Caspio. Il nuovo gasdotto avrebbe una capacità
annua iniziale di 20 miliardi di metri cubi e potrebbe crescere notevolmente in futuro. La Russia ha insistito fortemente per ottenere il
controllo sulle esportazioni di energia dal Mar Caspio, mentre
Nazarbayev e Berdymukhamedov del Turkmenistan hanno espresso
interesse in condutture per rotte di esportazione multiple, per le quali
anche Stati Uniti e UE hanno esercitato pressioni. Queste potrebbero
includere condutture dirette verso la Cina e passanti sotto al Mar
Caspio evitando la Russia per unirsi al raccordo Nabucco, una pietra
angolare della strategia europea per la diversificazione lontano dalla
pesante dipendenza dall’energia russa.
Tuttavia, le prospettive per condutture
sotto al Mar Caspio sono state offuscate
16. TABELLA PREVISIONI
da costi elevati, timori ambientali e contrasti relativi alla proprietà delle risorse
PIL, nominale (miliardi euro)
45,9
64,1
marine.
PIL pro capite, euro
3.015
4.161
Il Kazakistan resterà un Paese basato
PIL reale, anno su anno
9,7
10,6
sulle risorse, che coopera da vicino con la Inflazione (CPI) anno su anno, Dic (%)
7,5
8,4
Russia e che cerca di rafforzare, similInflazione (CPI) anno su anno, media (%)
7,6
8,6
mente alla Russia, la posizione della pro- Tasso cambio/euro, eop
158,5
167,1
pria amministrazione. Ciò continuerà
Tasso cambio/euro, media
165,4
158,3
tuttavia a includere grandi opportunità
Tasso cambio/USD, eop
133,8
127,0
Tasso riferimento, Dic
8,00
9,00
anche per compagnie europee e statuniKazPrime 3M (Dic)
5,50
tensi. Con il ritorno ad alti volumi di
Conto corrente/PIL (%)
-1,8
-2,2
IDE ed altri flussi di capitali stranieri,
IDE/PIL
3,5
7,6
anche una crescita del PIL reale pari a
Bilancio/PIL*
5,8
7,5
7%-8% potrebbe essere raggiunta nel
Debito pubblico/PIL (%)
10,3
12,0
prossimo paio d’anni dopo il 2008.
* incluso fondo petrolifero
71,9
86,4
103,4
4.615
5.486
6.480
8,3
5,0
8,0
18,0
9,5
7,0
10,8
13,8
8,3
175,4
166,2
159,9
167,7
166,6
163,0
121,0
124,0
123,0
11,00
11,00
9,00
12,35
9,0
7,0
-4,0
-3,5
-3,5
5,7
4,6
4,8
4,3
2,0
2,0
11,7
12,2
13,8
Fonte: UniCredit New Europe Research Network
107
Commercio internazionale
e flussi di capitale
di Vladimir Osakovsky
Corbis
Un Paese favorevole alle attività economiche, dato il basso
regime fiscale e il relativamente libero mercato del lavoro.
Ma l’intervento dello Stato nelle attività economiche rimane
tuttora alto. In qualità di Paese di investment grade, è riuscito ad attirare un capitale di 114 miliardi di dollari statunitensi proveniente da non residenti, circa il 50% di cui in
forma di debito. Gli investimenti esteri diretti (IDE), che rappresentano circa il 40% del PIL, sono altamente concentrati
nel settore delle risorse naturali, che rimane anche il settore
più competitivo dell’economia del Kazakistan a livello internazionale
In termini di clima economico e rispetto ad altri Paesi del
CIS, il Kazakistan può essere tranquillamente definito un’economia piuttosto favorevole alle attività economiche.
Secondo le valutazioni della Banca Mondiale, il livello totale
di tassazione sulle società in Kazakistan è uno dei più bassi
tra i Paesi CIS ed è simile a quello del Regno Unito o degli
Stati Uniti. Inoltre, in Kazakistan le società possono godere di
norme sull’occupazione molto liberali e favorevoli.
Le autorità, comprendendo appieno gli effetti negativi
delle pastoie burocratiche sulla crescita economica, si sono
notevolmente impegnate per la riduzione dei costi fissati per
l’apertura e la gestione di attività economiche nel Paese, rendendo pertanto le procedure relativamente facili e veloci.
Contemporaneamente, il Paese ha introdotto limiti legali su
ogni possibile interferenza ufficiale nelle società da parte
delle autorità locali, che tendono tipicamente a essere la
prima fonte di corruzione. Fig. 17 e 18
Tuttavia, nello stesso tempo, il Paese continua a imporre
costi elevatissimi per la concessione delle licenze che, in base
alle valutazioni della Banca Mondiale, superano il reddito
nazionale lordo di 20 volte pro capite e nel CIS sono secondi
soltanto alla Russia. Entro un certo limite, questa situazione
può essere spiegata dalla prevalenza delle pregiatissime licenze di esplorazione delle risorse naturali, ma la portata dei
costi di concessione delle licenze è comunque altissima, specialmente rispetto ad altri Paesi dipendenti da materie prime
quali Azerbaigian o Uzbekistan.
Il Kazakistan sta anche imponendo norme molto restrittive
sul commercio estero, dato che, secondo le valutazioni della
Banca Mondiale, i costi totali per esportare o importare un
container sono circa di 2700 dollari, cifra che si piazza tra le
più alte nel mondo.
Nel complesso, la portata dell’intervento statale nelle attività economiche in Kazakistan rimane sempre alta, se paragonata al resto del mondo. Pertanto, l’Indice di Trasparenza
Internazionale di Percezione della Corruzione si aggira attorno a 2 e 3, cosa che colloca il Paese nel quarto o persino nel
Ambiente economico piuttosto liberale paragonato ad altri Paesi dell’ex Unione Sovietica
17. TASSO FISCALE TOTALE (% PROFITTO)
18. RIGIDITÀ DEGLI INDICI DI OCCUPAZIONE
160
140
120
100
80
60
40
20
0
70
60
50
40
30
20
10
Fonte: Banca Mondiale
Regn
o Un
ito
Stati
Uniti
Ucra
ina
Litua
nia
Tagik
istan
Eston
ia
Letto
nia
Russ
ia
Arme
nia
Uzbe
kista
n
Repu
b. Kir
ghisa
Azerb
aigia
n
Mold
avia
Georg
ia
Kaza
kista
n
Bielo
russia
Regno
Unito
Stati U
niti
Russia
Ucrain
a
Repub
. Kirgh
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tan
Uzbek
istan
Bieloru
ssia
Lituan
ia
Estonia
Georgia
Azerba
ijan
Molda
via
Letton
ia
Armen
ia
Kazak
istan
0
Fonte: Banca Mondiale
Ma la concessione delle licenze e le procedure di commercio estero sono ancora estremamente costose.
20. ANCHE I COSTI DEL COMMERCIO ESTERO
SONO TRA I PIÙ ALTI DELLA REGIONE
Fonte: Banca Mondiale
Costo esportazioni (dollari USA per container)
Russ
ia
Repu
b. Kir
ghisa
Kaza
kista
n
Azerb
aigia
n
Uzbe
kista
n
Tagik
istan
5.000
4.500
4.000
3.500
3.000
2.500
2.000
1.500
1.000
500
0
Ucra
ina
Geor
gia
Arme
nia
Mold
avia
Bielo
russia
Russ
ia
Regn
o Un
ito
Stati
Uniti
Costo importazioni (dolllari USA per container)
Geor
gia
Bielo
russia
Uzbe
kista
n
Mold
avia
Arme
nia
Repu
b. Kir
ghisa
Ucra
ina
Azerb
aigia
n
Tagik
istan
Kaza
kista
n
Costo delle licenze (% reddito pro capite)
4,000
3,500
3,000
2,500
2,000
1,500
1,000
500
0
Regn
o Un
ito
Stati
Uniti
19. LE LICENZE SONO MOLTO COSTOSE
Fonte: Banca Mondiale
Ma la concessione delle licenze e le procedure di commercio estero sono ancora estremamente costose.
21. LA CORRUZIONE È MOLTO PIÙ ALTA
CHE IN EUROPA ORIENTALE
Indice
di percezione
della corruzione
Kazakistan
Polonia
22. ...MA NON È PEGGIO
CHE NEL RESTO DELLA REGIONE
Ungheria
6
3.0
5
2.5
4
2.0
3
1.5
2
1.0
1
0.5
0
2006
Indice
di percezione
della corruzione
2007
0.0
1999
2000
Fonte: Trasparency International
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
Russia
Kazakistan
Kirghisistan
Tagikistan
Turkmenistan
Uzbekistan
Fonte: Trasparency International
quintile più basso nella classifica globale della corruzione.
Inoltre, l’indice non sembra avere dimostrato alcuna dinamica
positiva sin dai primi mesi del 2000. Da una prospettiva
regionale, tuttavia, tale situazione sembra relativamente normale, dato che il Kazakistan rimane il Paese meno corrotto
dell’Asia Centrale. Fig. 19 - 22
_Le pastoie burocratiche, i costi elevatissimi
per la concessione delle licenze e le norme
restrittive sul commercio estero non aiutano
le attività economiche. E gli IDE sono concentrati nelle risorse naturali
109
DOSSIER
INVESTIMENTI ESTERI
Gli investimenti esteri diretti hanno rivestito un ruolo importante
nella ripresa del Kazakistan dalla transizione durante i turbolenti
anni Novanta. Un approccio relativamente liberale verso gli investitori stranieri, stabilità politica nel Paese associata alle storicamente
buone relazioni con i Paesi occidentali hanno determinato notevoli
flussi di investimenti nell’economia. Al momento, il Kazakistan ha
accumulato oltre 37 miliardi di dollari statunitensi in IDE, cifra vicina
al 40% del PIL del Paese, uno dei livelli più alti nel CIS.
Inizialmente, il settore delle vaste riserve naturali del Kazakistan,
particolarmente il settore petrolifero, era la destinazione chiave degli
IDE. Durante gli anni Novanta, il Kazakistan firmò numerosi importanti contratti di esplorazione con principali compagnie internazionali
(per esempio, Exxon, ENI e Chevron), che stanno attualmente sviluppando numerosi importanti progetti di investimento quali Tengiz,
Kashagan e Karachaganak. Inoltre, alcuni investimenti furono indirizzati anche all’estrazione di metalli di base e alla produzione di
energia, prevalentemente un risultato della privatizzazione. Nel complesso, durante gli investimenti degli anni Novanta, il settore minerario rappresentò in media oltre il 60% del flusso totale di IDE verso il
Paese.
A partire dai primi mesi del 2000, il centro della crescita degli IDE
si è spostato dalle attività estrattive a quelle di esplorazione geologica,
classificate come servizi, cosa che ha comportato la riduzione formale
della quota di IDE nell’estrazione. Tuttavia, l’esteso settore delle
risorse naturali rappresenta ancora una schiacciante parte degli IDE
nel Paese. Oltre che dal settore delle risorse naturali, il sistema bancario del Kazakistan ha tratto enorme vantaggio dai rating che hanno
classificato il Paese come investment grade, probabilmente la gestione
più efficace nel CIS e hanno definito la riforma bancaria efficace a
livello nazionale. Come risultato della favorevole combinazione di
condizioni nazionali ed esterne, il settore dei servizi finanziari del
Paese è riuscito ad ampliarsi in maniera estremamente rapida.
Tale rapido ampliamento fu principalmente trainato dall’uso esteso di finanziamenti esterni a basso costo. Pertanto il prestito estero da
parte delle banche kazake è stato in costante accelerazione, saltando
da circa 800 milioni di dollari statunitensi del primo trimestre del
2005 a 4,8 miliardi di dollari statunitensi del primo trimestre del
Gli IDE del Kazakistan sono prevalentemente diretti al settore delle risorse naturali
23. ESTRAZIONE E SERVIZI A ESSA RELATIVI
SONO LE DESTINAZIONI PRINCIPALI
DEGLI IDE DEL KAZAKISTAN
% di flussi di IDE lordi
90%
80%
70%
60%
50%
40%
30%
20%
10%
0%
Quota di estrazione ed esplorazione
Tutti gli altri settori 15,2%
Servizi finanziari 5,8%
Estrazione 34,2%
Esplorazione geologica 44,7%
1993 1994 995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Fonte: NBK, Agenzia statistica del Kazakistan
110
24. NEL 2006 ESTRAZIONE ED ESPLORAZIONE HANNO
RAPPRESENTATO IL 79% DEGLI IDE
Fonte: NBK, Agenzia statistica del Kazakistan
2007. Come risultato, attualmente, il sistema bancario del Kazakistan
rappresenta oltre il 54% dell’investimento estero totale nel Paese,
prevalentemente in forma di debito, ma anche tramite sostanziosi
investimenti di portafoglio resi possibili da riusciti investimenti pubblici da parte delle principali banche kazake nelle più importanti borse
internazionali durante il 2006-2007. Fig. 23 e 24
La massa totale di investimenti esteri accumulati in Kazakistan è
valutata al momento attorno a 114 miliardi di dollari statunitensi,
cifra lievemente superiore al PIL del Paese. La porzione maggiore di
questa cifra (oltre 58,2 miliardi di dollari statunitensi o 51% del totale) è sotto forma di debito, gli IDE rappresentano circa un terzo con
37,6 miliardi di dollari statunitensi, mentre gli investimenti di portafoglio rappresentano poco oltre 18 miliardi di dollari statunitensi o
il 16% del totale.
Le fonti principali di investimento estero in Kazakistan sono i
paesi europei, particolarmente i Paesi Bassi e il Regno Unito, che
assieme generano oltre il 45% degli investimenti totali e circa il 30%
degli IDE. Un’altra fonte importante di investimento sono gli Stati
Uniti, che generano oltre il 20% degli IDE. Fig. 25 - 28
Una caratteristica importante del profilo degli investimenti esteri
del Kazakistan è la quota relativamente bassa di paesi off-shore nei
flussi totali di capitale. Pertanto, la quota totale di investimenti esteri
in Kazakistan da parte di Paesi off-shore non supera il 9% con meno
Ma anche i servizi finanziari attraggono molto capitale
26. E ATTUALMENTE RAPPRSENTANO OLTRE METÀ
DELL’INVESTIMENTO ESTERO TOTALE IN KAZAKISTAN
25. LE BANCHE KAZAKE HANNO
AUMENTATO I PRESTITI ESTERI...
Prestiti esteri da parte delle banche
Incremento dei prestiti esteri alle banche
600%
$ bn
$9
$8
$7
$6
$5
$4
$3
$2
$1
$0
Tutti gli altri settori 15,9%
Servizi finanziari 54,1%
500%
400%
300%
Estrazione 14,2%
200%
Esplorazione geologica 15,8%
100%
0%
1Q 05 2Q 05 3Q 05 4Q 05 1Q 06 2Q 06 3Q 06 4Q 06 1Q 07 2Q 07
Fonte: NBK, Agenzia statistica del Kazakistan
Fonte: NBK, Agenzia statistica del Kazakistan
La maggior parte degli investimenti viene dai Paesi sviluppati
27. LA MAGGIOR PARTE DEGLI INVESTIMENTI ESTERI
VIENE DA EUROPA E STATI UNITI
Tutti gli altri 31,8%
Paesi Bassi 31,6%
28. GLI INVESTIMENTI DIRETTI SONO UN POCO PIÙ
DIVERSIFICATI, MA LE FONTI SONO LE STESSE
Tutti gli altri 38,0%
Paesi Bassi 21,5%
Stati Uniti 20,8%
Germania 3,3%
Isole Vergini britanniche 4,0%
Stati Uniti 14,6%
Fonte: NBK, Agenzia statistica del Kazakistan
Gran Bretagna 14,7%
Isole Vergini britanniche 6,3%
Francia 6,5%
Gran Bretagna 6,9%
Fonte: NBK, Agenzia statistica del Kazakistan
111
DOSSIER
Le banche kazake sono anche
protagoniste di investimenti verso l’estero
29. LA MAGGIOR PARTE DEGLI
INVESTIMENTI ALL’ESTERO È DIRETTA
AL SETTORE FINANZIARIO
Tutti gli altri settori 30,8%
Servizi finanziari 64,1%
Settore immobiliare 5,1%
30. E AI PAESI LIMITROFI E
A IMPORTANTI CENTRI FINANZIARI
Tutti gli altri settori 40,1%
Russia 18,6%
Altri 3,5%
Gran Bretagna
di 10 miliardi di dollari canadesi (contro il 20% della Russia), che
probabilmente implica una dipendenza molto più bassa degli IDE
kazaki sul rimpatrio del capitale nazionale.
Il lungo periodo di solida crescita economica goduto dal
Kazakistan e l’accumulo di risorse finanziarie sostanziose nel sistema
bancario nazionale ha comportato l’avvio dell’espansione delle principali banche kazake in altri Paesi. Come risultato, il Kazakistan sta
anche cominciando a emergere come importante fonte di investimenti.
Dato che le banche sono state le guide principali di tale espansione
finanziaria, la schiacciante maggioranza (vicina a due terzi del totale)
degli investimenti verso l’esterno è concentrata nell’industria finanziaria e nei progetti immobiliari, che sono strettamente legati alle
banche. L’espansione è diretta verso i più importanti centri finanziari
quali il Regno Unito, gli Stati Uniti, importanti Paesi off-shore e il
principale Paese limitrofo – la Russia. La schiacciante maggioranza
(oltre il 98%) di questi investimenti verso l’esterno prende la forma
di prestiti o investimenti di portafoglio.
COMMERCIO ESTERO
Per quanto riguarda i flussi commerciali, il modello è caratterizzato
dalla predominanza del greggio. Le vaste risorse naturali di cui il
Kazakistan è dotato forniscono al Paese un vantaggio comparato
Stati Uniti 11,1%
Seychelles 6,3%
notevole nel commercio delle risorse, che la nazione sta utilizzando
Cipro 7,8%
attivamente. Pertanto, le materie prime di base rappresentano circa
Fonte: NBK
l’85% delle esportazioni totali del Paese, con il petrolio grezzo come
singolo più importante articolo di esportazione costituente circa il
70% del totale. I metalli e i prodotti di base sono la seconda più
31. LE RISORSE NATURALI DOMINANO
LE ESPORTAZIONI DEL KAZAKISTAN
importante materia prima esportata, rappresentando un altro 16 percento.
Carburanti ed energia 69%
Tutti gli altri settori15 %
Le esportazioni di petrolio definiscono anche il profilo dei principali partner commerciali del Kazakistan, dato che una notevole porzione delle esportazioni totali va ai consumatori di petrolio kazako in
Italia, Francia, come anche ai distributori in Svizzera e in Russia.
Ulteriori volumi di greggio sono diretti verso l’Iran come parte degli
scambi Caspio-Golfo. L’esistente mancanza di capacità di trasporto
inibisce gravemente il potenziale di esportazioni di petrolio verso la
Metalli
e prodotti di base 16%
Cina, che ora consuma meno del 9% del totale delle esportazioni
kazake. Tuttavia, la pianificata costruzione di una nuova rete di conFonte: Autorità doganali del Kazakistan
dutture di collegamento tra Kazakistan e Cina incrementerà alla fine
l’importanza di questo partner
Le esportazioni di greggio definiscono il profilo dei flussi di esportazione
commerciale.
Come risultato di tali signifi32 LE PRINCIPALI DESTINAZIONI
33. DEFINISCONO ANCHE LA
DELLE ESPORTAZIONI DI PETROLIO DISTRIBUZIONE DELLE ESPORTAZIONI
cativi volumi di esportazioni di
DEL KAZAKISTAN.
TOTALI DEL KAZAKISTAN
petrolio, le stesse principali destiRendiconto delle esportazioni di petrolio
nazioni del petrolio sono anche i
principali partner commerciali
Tutti gli altri 29 %
Tutti gli altri 31 %
Svizzera 23 %
Italia 18 %
del Kazakistan, dato che la quota
di esportazioni di petrolio verso i
sei più grossi consumatori
(Svizzera, Italia, Francia, Russia,
Italia 18 %
Svizzera 18 %
Iran 6%
Iran 5%
Cina e Iran) eguaglia praticaCina 6%
Francia 9%
Russia 7%
Cina 9%
mente la loro quota totale di
Francia 11 %
Russia 10 %
esportazioni totali.
12,6%
Fonte: Autorità doganali del Kazakistan
112
I beni strumentali definiscono il profilo
dei flussi di importazione
34. I BENI STRUMENTALI
COSTITUISCONO UN IMPORTANTE
PRODOTTO DI IMPORTAZIONE
Tutti gli altri 22 %
Macchinari 28 %
Prodotti
chimici 7%
Metalli e prodotti
di base 13%
Carburante e prodotti
energetici 14%
Attrezzature di
trasporto 18 %
Fonte: Autorità doganali del Kazakistan
_Le materie prime di base rappresentano circa l’85% delle esportazioni totali del Paese,
con il petrolio grezzo come singolo più importante articolo di esportazione costituente circa il 70% del totale
Corbis
La leadership del Paese ha fissato l’obiettivo ambizioso di raddoppiare il livello esistente di esportazioni di petrolio a oltre 2,6 miliardi
di barili al giorno entro il 2015 dagli attuali circa 1,2 miliardi di barili
al giorno. Una grossa parte di un incremento di volume tanto sostanzioso proverrà dal giacimento petrolifero di Kashagan, il cui inizio di
produzione è previsto per la fine del 2010. Fino a ora, l’unico ostacolo
reale a questo piano è la mancanza di strutture per il trasporto all’esterno di questo Paese senza sbocco sul mare.
La predominanza del settore delle risorse naturali nell’economia
del Kazakistan e gli sforzi di diversificazione da parte delle autorità
influiscono anche sulla struttura delle importazioni, dato che il 28%
delle importazioni totali è costituito da beni strumentali, prevalentemente utilizzati dalle compagnie minerarie locali. Anche le importazioni di servizi da parte delle principali compagnie nazionali operanti
nel settore minerario nazionale rivestono un ruolo importantissimo
nella bilancia dei pagamenti del Kazakistan, visto che il Paese ha un
deficit di circa 9 miliardi di dollari statunitensi nel bilancio dei servizi
commerciali.
Un altro contributo importante all’economia kazaka proviene dal
commercio transfrontaliero di metalli, minerali ed energia, dato che
le principali società del Kazakistan continuano ad avvantaggiarsi della
precedente integrazione con la Russia.
Nel complesso, gli stretti legami residui con i Paesi dell’ex Unione
Sovietica, e con la Russia in particolare, rendono tali Paesi le più
importanti fonti di importazione per il Kazakistan. Pertanto, la Russia
soltanto rappresenta oltre il 38% delle importazioni totali del
Kazakistan, con gli altri Paesi CIS che contribuiscono di un altro 8
percento. Fig. 29-34
113
DOSSIER
La maledizione
delle risorse
di Fabrizio Coricelli
Una struttura economica piuttosto sbilanciata, con una predominanza di settori basati sulle risorse, è un problema da affrontare.
L’economia dovrebbe diversificare la sua produzione e struttura
commerciale, stimolando la risposta di offerta, sia nelle industrie
non petrolifere, sia nei servizi. Nello stesso tempo, vi sono ampie
possibilità di incremento dell’efficienza degli investimenti nel
settore dei servizi. Sono in grado le politiche industriali (per
esempio la partecipazione finanziaria statale Kazyna) di contribuire a questo processo?
La crescita dell’economia kazaka nell’ultimo paio d’anni è
stata imponente, trainata dal settore petrolifero, dalle costruzioni e dai servizi finanziari. Sin dal 2000, la crescita del PIL
è stata mediamente superiore al 9% all’anno. La sostenibilità
di una crescita elevata si fonda sulla capacità dell’economia di
diversificare le proprie produzione e struttura commerciale e
pertanto di stimolare la risposta di offerta dell’economia, sia
nelle industrie non petrolifere, sia nei servizi. Nello stesso
tempo, vi sono ampie possibilità di incremento dell’efficienza
degli investimenti nel settore dei servizi.
I settori industriali non petroliferi sono stati limitati
durante la recente esplosione economica. In rapporto al PIL,
le esportazioni non petrolifere sono scese dal 22% del 2004 al
18% del 2006. La maggior parte delle risorse reperite tramite
gli introiti del petrolio sono state indirizzate al settore immobiliare in espansione e ai servizi finanziari. La Tabella 1 dimostra che nella produzione industriale totale, la quota di estrazione mineraria ha registrato una brusca impennata per arrivare quasi al 60% nel 2005. È degno di nota che, nonostante
gli enormi introiti delle esportazioni di petrolio, nel 20052006 il conto corrente della bilancia dei pagamenti è stato in
deficit, di oltre il 2% del PIL, e tale deficit verosimilmente
aumenterà nel 2007 e nei prossimi da due a tre anni.
L’interpretazione è semplice: la risposta di offerta dei settori
nazionali non petroliferi non è sufficiente a compensare la
vasta domanda di importazioni e il flusso all’esterno di reddito per il pagamento degli interessi e il rimpatrio dei profitti
da parte di investitori stranieri.
Gli effetti negativi dei settori negoziabili non petroliferi
sono tipici dei Paesi esportatori di energia: in periodi di esplosioni dei prezzi dell’energia, sono spesso associati al fenomeno della “malattia olandese” e della cosiddetta “maledizione
delle risorse”. La rivalutazione del tasso di cambio reale e la
concentrazione degli investimenti nei settori non negoziabili,
prevalentemente quello immobiliare, riducono gli incentivi
per l’investimento nell’industria manifatturiera. Le autorità
kazake hanno cercato di affrontare questi effetti negativi
limitando il livello di rivalutazione del tasso di cambio e
incrementando le misure prudenziali nel sistema bancario, al
114
Corbis
fine di contenere il flusso di finanziamenti stranieri diretti
tramite le banche kazake prevalentemente ai settori immobiliare e delle costruzioni.
Piuttosto che sulle politiche macroeconomiche, in questa
nota ci concentriamo sul problema più a lungo termine dell’importanza della politica industriale nel favorire il processo
di diversificazione dell’economia e nell’incremento della
risposta di offerta. La maledizione delle risorse agisce tramite
gli effetti negativi sull’efficienza dell’economia dovuti alla
vasta portata di corruzione, rent-seeking e incentivi per politiche mirate alla ridistribuzione della ricchezza esistente legata al petrolio, piuttosto che all’incoraggiamento di nuove attività.
Riepilogando, non c’è dubbio che per garantire una crescita sostenibile l’economia del Kazakistan deve ridurre la propria dipendenza dal petrolio e sfruttare le opportunità per
favorire la crescita della produzione e dei servizi non petroliferi. Il problema è se la politica industriale sia in grado di
affrontare tale processo. Le autorità sembrano attribuire un
ruolo chiave alle politiche industriali e vedono la partecipazione finanziaria statale Kazyna come strumento fondamentale per l’attivazione di tale strategia1.
_Per garantire una crescita sostenibile l’economia del Kazakistan deve ridurre la propria
dipendenza dal petrolio e sfruttare le opportunità per favorire la crescita della produzione e
dei servizi non petroliferi
QUALE POLITICA INDUSTRIALE
Il dibattito sulla politica industriale si è spostato dal confronto puramente ideologico tra fazioni “a favore del mercato” e
“a favore dello Stato”. Esiste una nuova linea di lavoro accademico che enfatizza la complementarità tra politica industriale e riforme orientate al mercato. Il centro di interesse si
è spostato dalle strategie di sostituzione delle importazioni,
115
DOSSIER
dalla protezione di industria nascente e dalla scelta di strategie vincenti a politiche mirate a fornire contributi chiave alla
produzione che, in molte circostanze, il mercato non fornirebbe, almeno all’inizio di un processo2. Tali contributi possono
essere sotto forma di infrastrutture, ma anche di riforme istituzionali per eliminare la burocrazia, facilitare l’entrata e l’uscita di imprese, la creazione di veicoli finanziari orientati al
commercio per il finanziamento di nuove attività e l’adozione
di nuove tecnologie. Cosa interessante, la maggior parte delle
raccomandazioni politiche prevede l’apertura delle economie
alla concorrenza piuttosto che la protezione, e la cooperazione
tra settore pubblico e privato. Una ragione primaria per questo nuovo approccio è che le politiche industriali vecchio stile
dall’alto verso il basso non hanno generalmente prodotto
effetti vantaggiosi3.
La logica principale dietro il nuovo approccio viene dalla
relazione tra struttura commerciale e crescita4. Esistono prove
in aumento che, nei Paesi in via di sviluppo, la diversificazione della produzione e dell’esportazione, piuttosto che la specializzazione, siano associate a una crescita economica più
rapida. Tale diversificazione richiede un processo di scoperta
di sé, dato che i paesi devono passare a nuove attività. Questa
scoperta richiede politiche di sostegno, dato che gli incentivi
di mercato per passare a nuove attività tendono a essere scarsi
nei Paesi in via di sviluppo. I fallimenti del mercato possono
sorgere a causa di problemi di coordinazione e di traboccamento di informazioni.
I problemi di coordinazione sono facilmente comprensibili
quando i redditi provenienti da nuove attività dipendono da
investimenti complementari, spesso, ma non necessariamente,
investimenti nelle infrastrutture. Il traboccamento delle
informazioni nasce in quanto la redditività delle nuove attività richiede sperimentazione. Il primo a muoversi scoprirà se
una nuova produzione è redditizia o meno. In caso di successo, altre imprese possono imparare ed entrare sul mercato,
riducendo i redditi del primo sperimentatore. Se il primo ad
agire scopre che la nuova attività non è redditizia, dovrà sopportare il costo della sperimentazione.
Questi due tipi di fallimento del mercato possono giustificare l’intervento politico. Tuttavia, indicano anche la complessità di tale intervento. Il governo deve identificare gli investimenti complementari necessari. Ciò richiede flussi di informazione da parte di imprese private al governo tramite il processo di sviluppo di nuove attività. Per quanto riguarda la
riduzione del traboccamento di informazioni, il governo deve
garantire che gli incentivi per l’investimento in nuove attività
non diventino un trasferimento di risorse pubbliche a imprese con connessioni politiche e a monopoli nazionali.
Dalla nuova linea di letteratura sulla politica industriale
derivano tre raccomandazioni principali. Primo, la politica
industriale deve essere un processo aperto. Non deve esserci
concentrazione su imprese o settori specifici. Secondo, ci deve
essere un processo di auto organizzazione. Non ci devono
essere tentativi di creare incentivi per strutture rigide, per
esempio in termini di collegamento verticale. Infine, il pro116
cesso deve essere trasparente. Tutti gli interventi devono
essere noti pubblicamente e il sostegno del governo a queste
attività chiaramente specificato.
Un’altra intuizione fondamentale è che chiare regole di
uscita sono persino più importanti del tentativo di scegliere i
vincitori. Il sostegno statale alle grosse imprese deve essere
limitato nel tempo e velocemente interrotto quando un’impresa particolare si dimostra un fallimento. Un modo di cercare di garantire la limitazione del sostegno statale è l’inclusione di “clausole di declino” che stabiliscano che il sostegno
cesserà automaticamente in caso di fallimento dei progetti.
In Corea del Sud ciò è stato fatto in maniera abbastanza
ben riuscita, parzialmente grazie a una burocrazia, forte, indipendente e responsabile. In effetti, qualità, indipendenza ed
efficienza della burocrazia sono pre-condizioni essenziali per
l’attivazione di alcune forme di politica industriale.
Da quanto discusso sopra, emerge che il Kazakistan deve
affrontare condizioni iniziali sfavorevoli per l’attivazione della
politica industriale. Alcuni dei rischi nascono dal fatto che il
Kazakistan è un Paese ricco di risorse. La portata di corruzione e
di rent-seeking è estremamente ampia. Ciò implica che riforme
nelle aree principali che influiscono sul clima economico, trasparenza del processo e apertura a partner stranieri sono molto
più importanti in Kazakistan che in altri Paesi.
In effetti, gli incentivi per l’appropriazione delle risorse
esistenti sono molti. Cionondimeno, tali rischi non dovrebbero
fermare le autorità nel perseguire politiche mirate alla riduzione della dipendenza dell’economia dalle risorse petrolifere.
1. Kazyna, istituita a marzo 2006, comprende
sette istituzioni di sviluppo, inclusa la Banca
di Sviluppo e fondi di investimento, con
mandati diversi scarsamente coordinati.
2. Vedi Ricardo Hausmann e Dani Rodrik
Doomed to choose: Industrial policy as a
predicament, Harvard University, mimeo
2006.
3. Sull’esperienza dell’Asia orientale, vedi
Nolan, M. and Pack, H., Industrial Policy in
an Era of Globalization, Institute for
International Economics, 2003.
4. “Il controllo di altre determinanti di
crescita, un pacchetto di esportazioni più
sofisticato nel 1992 è indicativo della crescita
nel corso dei prossimi 11 anni. I Paesi
convergono verso il livello di reddito
implicato dalle loro esportazioni, o detto in
modo diverso : si diventa ciò che si esporta”.
(Hausmann, J. Hwang, J. and Rodrik, D. What
You Export Matters, mimeo, Harvard
University, 2006
PRODUZIONE INDUSTRIALE PER TIPO DI ATTIVITÀ ECONOMICA
(A PREZZI CORRENTI, IN %)
2000
2005
100,0
100,0
Estrazione
44,5
58,6
Estrazione di minerali produttori di carburante ed energia
41,0
54,0
ndustria totale
Industria estrattiva, esclusa estrazione di minerali produttori di carburante ed energia
3,5
4,6
Manifattura
46,5
35,8
Lavorazione di prodotti alimentari, incluse bevande e tabacco
13,3
9,2
Prodotti tessili e abbigliamento
2,0
0,6
Manifattura di pelle, prodotti in pelle e calzature
0,1
0,0
Trattamento del legno e manifattura di prodotti in legno
0,3
0,1
Manifattura di carta e cartone, editoria
0,7
0,9
Manifattura di coke, prodotti petroliferi raffinati e materiali nucleari
3,9
3,3
Industria chimica
1,0
1,1
Produzione di gomma e prodotti plastici
0,2
0,5
Manifattura di altri prodotti non metallici
0,8
2,1
20,9
14,2
Costruzione macchinari
2,5
3,4
Altre industrie
0,7
0,4
Produzione e distribuzione di elettricità, gas e acqua
9,0
5,6
Produzione e distribuzione di elettricità
5,0
3,6
Industria metallurgica e manifattura di prodotti metallici fabbricati
Produzione e distribuzione di carburante gassoso
0,7
0,3
Erogazione di vapore e acqua calda
2,7
1,4
Raccolta, purificazione e distribuzione di acqua
0,7
0,3
* incluso fondo petrolifero
Fonte: UniCredit New Europe Research Network
117
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