Dottorato in scienze della cognizione e della formazione Università Ca’ Foscari di Venezia XXIII ciclo Jean Lave Cognition in Practice Mind, Mathematics and Culture in Everyday Life Cambridge University Press, 1988 Franco Angeli, 2002 Recensione di E. Sinkovic Abstract “Cognition in practice” è uno studio relativo a una forma particolare di attività cognitiva, il problem solving aritmetico, al di fuori dal contesto scolastico e inserito nel dominio della vita quotidiana. Anche se questa ricerca è principalmente rivolta a coloro che sono interessati alle scienze dell’educazione, gli obiettivi di Lave sono in realtà molto più ampi. L’autrice, infatti, non si interessa solo ai processi cognitivi e alla pratica ma anche alle relazioni tra cognizione, pratica, cultura e società in generale. La stessa dimostra come i pensieri della vita quotidiana siano fortemente influenzati dall’incontro tra la mente “attrezzata” culturalmente e il suo contesto. Il focus dello studio è sulle attività quotidiane come acquisti nel supermercato e simili. La ricerca è innovativa e interessante non solo per il metodo e per le conclusioni ma anche per il suo significativo contributo teorico e il risultato di un nuovo modo di comprendere i processi del pensiero umano. “Cognition in practice” is a study about a particular form of cognitive activity, arithmetic problem solving, outside of school and into the domain of everyday life. Although this research is addressed mainly to those interested in education, Lave’s aims are much broader as she is not interested only in cognition or practice but also in the relations between cognition, practice, culture and society generally. She shows how all thinking in everyday life is shaped by the dynamic encounter between the culturally endowed mind and its total context. The study is focused on daily, activities, such as grocery shopping for ‘best buys’ in the supermarket, dieting, and so on. The research is interesting not only because of the method and findings but also because of theoretical contributions and the result is a new way of understanding human thought processes. Recensione Il volume presenta un’applicazione degli studi teorici sulla cognizione nell'ambito della pratica, attraverso la costruzione di un'argomentazione complessa che ha lo scopo di liberare la comprensione dei processi cognitivi dai limiti imposti dai metodi tradizionali. In questo studio innovativo, l'autrice porta l'analisi di una particolare forma di attività cognitiva – il problem solving aritmetico – fuori dal laboratorio. Si presenta, infatti, la ricerca AMP (Adult Math Project) il cui scopo è l'osservazione e l'indagine sperimentale della pratica quotidiana dell'uso dell'aritmetica. L'autrice si focalizza sui collegamenti tra la teoria cognitiva, le forme educative e la pratica quotidiana. Possiamo dire che il Progetto si basa sui fondamenti dell'antropologia sociale invece che sulla psicologia cognitiva. Ciò viene infatti sviluppato da Lave come una teoria di pratiche sociali nell'ambito di una teoria più generale dell'ordine sociale. La psicologia cognitiva e l'antropologia cognitiva hanno elaborato studi sulle modalità del pensiero delle persone che si basano anche su ipotesi fondamentali relative alla natura della cultura, al mondo sociale e al loro collegamento con la cognizione, mentre gli psicologi hanno iniziato a dubitare della validità dei risultati sperimentali chiedendosi come pensano le persone nella loro attività quotidiana. Lave introduce il termine just plain folks (gente comune) proprio per evidenziare la contrapposizione con il tradizionale “soggetto” utilizzato nella psicologia. Affrontando questo tipo di problematiche, a metà degli anni settanta gli antropologi culturali ed educativi hanno iniziato a occuparsi delle scienze della cognizione, che gli hanno fornito un modello formale di lingua, logica e problem solving, mentre gli studiosi delle scienze cognitive hanno riconosciuto che gli antropologi avessero applicato metodi che possono portare a una conoscenza più approfondita sulle attività e le situazioni di vita quotidiana. I problemi che affrontano le persone comuni (jpf) non assomigliano in realtà ai problemi che vengono loro solitamente proposti in aula. Lave introduce il libro con un esempio di un acquirente che acquista le mele razionalizzando sulla quantità da comprare. Ciò che si evince è che l'aritmetica che viene utilizzata come strumento nella vita quotidiana funge più da guida per le approssimazioni o stime piuttosto che per effettuare calcoli precisi. Nell'introduzione, infatti, l’autrice fornisce un'importante critica alla teoria funzionalista che si basa su diversi punti: - Passività della persona che apprende. La persona che apprende è passiva e funge da ricettore di conoscenza senza avere un ruolo attivo. - Abilità isolate: le abilità possono essere separate e la loro separazione non è problematica mentre l'uso non dipende dal contesto. - Meritocrazia come direzione: L'uso di abilità arbitrarie porta a un sistema di valori dove la maggiore competenza relativa ad una abilità porta a una generale superiorità. - Accento sulla razionalità e la vita cognitiva. Questo si contrappone alla pratica. - Uniformità culturale: secondo la teoria funzionalista le abilità trascendono la cultura che quindi ha una base uniforme. Dopo una dettagliata introduzione, il libro si divide in due parti. La prima, Teoria nella pratica, è una critica della pratica della teoria cognitiva. Questo sfida l'enfasi funzionalista sul trasferimento dell'apprendimento (learning transfer) e il carattere “artificiale“ del metodo di laboratorio. Il tema di questo argomento verte sull'idea della ”validità ecologica“, ovvero una teoria non è ecologicamente valida se non può essere applicata in diverse ambientazioni (setting). In altre parole, i risultati degli esperimenti dovrebbero essere identici a prescindere dalla situazione. Nelle scienze cognitive, ciò è particolarmente importante poiché il modo in cui le persone pensano in un laboratorio può essere molto differente dal modo in cui pensano in un altro contesto. Nella prima parte si descrivono alcuni esperimenti di psicologia cognitiva che avevano come oggetto il trasferimento della conoscenza, ovvero il processo con cui la conoscenza può essere trasferita da un ambito ad un altro. A titolo di esempio, l'esperimento Missionari e cannibali, Torri di Hanoi ecc. Anche qui, Lave, rimarca una forte critica delle teorie funzionaliste in quanto non si possono estrapolare le conoscenze dal contesto nel quale sono inserite. Nella pratica quotidiana, infatti, si evidenzia che le persone normalmente non utilizzano le conoscenze così come acquisite a scuola. Per trovare un'alternativa al problem solving tradizionale, Lave nel capitolo “La vita dopo la scuola” (Life after school) descrive una ricerca svolta nell'ambito del progetto Adult Math Project svoltosi nel 1978. Il campione ha compreso 35 persone, 32 donne e 3 uomini, dall'età dai 21 agli 80 anni con redditi familiari annui dagli 8.000 ai 100.000 dollari nell'ambito di diverse situazioni di acquisto. I partecipanti hanno compilato una serie di test per identificare la miglior scelta basata sul prezzo 1 e alcuni esercizi di aritmetica. Statisticamente sono stati calcolati coefficienti di correlazione e i livelli di significatività dei risultati ottenuti per quanto riguarda il rapporto tra il grado di istruzione e numero di anni passati dalla conclusione della scuola. L'autrice riconosce una certa debolezza dei risultati che possono essere descritti come equivoci e instabili.2 Nell'ultimo capitolo della prima parte “Psicologia e Antropologia II”, l'autrice cerca di scalzare una falsa dicotomia tra il pensiero scientifico e quello quotidiano. Secondo l'autrice, la stessa scienza è una pratica costruita culturalmente. Come risposta a una serie di domande che si pone l'autrice, si presenta un interessante diagramma che rappresenta l'influenza della cultura sulla teoria cognitiva. La risposta, secondo Lave, sta nella durabilità di un'epistemologia positivista della scienza e nella divisione delle discipline che successivamente devono essere analizzate attraverso una “collaborazione interdisciplinare“. La seconda parte del libro “La pratica nella teoria” distingue la pratica dagli ambiti di conoscenza formali o spazi concettuali. La differenza sostanziale sta nel fatto che la pratica si svolge simultaneamente con altre attività con le quali può essere sincronizzata fino ad un certo punto. Un esempio molto semplice è citato da Lave come lavoro a maglia e la lettura che possono essere svolte contemporaneamente, “situate” l'una nell'altra e che si influenzano reciprocamente. Nel capitolo 5, l'autrice confronta l'approccio metodologico e i risultati della ricerca nell'ambito dell'AMP con simili ricerche svolte da Capon e Kuhn (1979) e Kramer (1981). Uno degli obiettivi di tale confronto è determinare le strategie utilizzate dai partecipanti all'indagine durante la soluzione del problema. Si evince che i partecipanti al progetto AMP scelgono la loro strategia in funzione della complessità del problema che sono chiamati a risolvere. Ciò è sostanzialmente molto differente dalle conclusioni derivanti dalle altre ricerche succitate.3 L'autrice afferma che vi sono conoscenze universali che vengono utilizzate per la soluzione di diversi problemi, però che la stessa attività, in diverse situazioni, comporta ragionamenti tra loro molto diversamente strutturati. In conclusione, Lave fornisce una panoramica dei principali elementi del suo studio della pratica: 1. Il contesto di una ricerca è di fondamentale importanza, ma anche il contesto dell'ambiente di una situazione è importante. 2. Le premesse convenzionali e le domande analitiche devono essere prese in considerazione con approccio critico. 3. Lo studio si concentra sulle attività complessive di una persona invece che cercare di comprendere isolatamente le singole funzioni cognitive. In questo senso il processo cognitivo dipende dal tempo e dall'ambiente (setting) inseriti in una determinata cultura. 4. Se l'attività è intesa come situata, allora le attività devono essere collocate nell'ambito di un momento storico e culturale e quindi occorre comprenderli in un tale contesto. I dilemmi di un acquirente possono essere differenti in due luoghi geografici distinti o in due diversi momenti storici. Concludendo, questo lavoro di Lave, seppure con qualche limite a livello di rappresentatività, offre sicuramente un approccio innovativo per quanto riguarda l’analisi di alcuni processi cognitivi utilizzati nella vita quotidiana. Presenta elementi di innovazione sia per quanto riguarda il metodo, sia per quanto riguarda i risultati e fornisce un importante e significativo contributo teorico. Questo testo, inoltre, getta 1 Una critica a tale approccio può essere che il modello assume con troppa leggerezza la scelta del “consumatore razionale” classico, poiché focalizza la scelta esclusivamente sul costo del prodotto. 2 Si potrebbe anche evidenziare una debolezza relativa alla rappresentatività dello stesso campione (ad esempio il numero delle persone e il disequilibrio tra uomini e donne). Anche la stessa elaborazione statistica presenta qualche criticità. Se una variabile A e una variabile B hanno lo stesso coefficiente di correlazione con una variabile C, questo non implica automaticamente una correlazione tra A e B. 3 E’ doveroso, però, evidenziare come per il progetto AMP in questo caso viene utilizzato un campione di soli 24 partecipanti, mentre le altre ricerche hanno coinvolte un numero di persone significativamente maggiore (50 ovvero 100) alcune basi del successivo lavoro4 di Lave scritto con Wenger sull’aspetto “situato” dell’apprendimento introducendo anche il concetto di “comunità di pratica” sviluppato successivamente da Etienne Wenger, che ha riscontrato un grande successo negli anni novanta e più recentemente soprattutto nell’ambito organizzativo. Indice 1. Introduction: psychology and anthropology I The problem and the project A dilemma of shared dilemmas Cognition and synthetic social theory Answers and questions PART I. THEORY IN PRACTICE: 2. Missionaries and cannibals (indoors) History, myth, and learning transfer; The everyday practice of cognitive research; The culture of transfer experiments; Context and motivation in the culture of transfer experiments; Conclusion; 3. Life after school Discontinuities; The Adult Math Project; From transfer of learning to situational specificity; Convergent findings; Conclusions; Appendix: Adult Math Project arithmetic exercises; 4. Psychology and anthropology II The history: the myth of scientific and everyday modes of thought; Dual division; A common epistemology; Conclusions; PART II. PRACTICE IN THEORY 5. Inside the supermarket (outdoors) and from the veranda Structuring resources; Just outside, and inside, the supermarket: divergent views; Two articulations of structuring resources; Validity and method; Conclusions; 6. Out of trees of knowledge into fields for activity The socially organized meaning of “math”; Measured change; Money management in practice; Dilemmas and resolutions; Money management practice, in theory; Conclusions; 7. Through the supermarket Lave J. Wenger E. (1991): Situated Learning. Legitimate Peripheral Participation, Cambridge University Press, Cambridge, UK 4 A primer for dialectical analysis; Arenas and settings; The supermarket as arena and setting; Arithmetic activity in grocery shopping; Dialectical arithmetic processes; Conclusions; 8. Outdoors: a social anthropology of cognition in practice The cultural specificity of “rational problem solving” Practice theory and constructive order; The person-acting; Direct experience; The source and limits of continuity in activity; Conclusions; Note sull’autore: Jane Lave (PhD. Social Anthropology, Harvard University, 1968) è un’antropologa sociale e teorica dell’apprendimento sociale. È attualmente docente (Education and Geography) all’Università Berkley, California. I suoi studi sull’apprendistato sono riconosciuti come importanti contributi alla psicologia dell’educazione. Bibliografia essenziale dell’autore Chaiklin S., Lave J. (1996), Understanding Practice. Perspective on activity and context, Cambridge University Press, Cambridge, UK; Lave J. (1998): Cognition in Practice, Cambridge University Press, Cambridge, UK; Lave J. Wenger E. (1991): Situated Learning. Legitimate Peripheral Participation, Cambridge University Press, Cambridge, UK