REGIONE CALABRIA
AZIENDA OSPEDALIERA “PUGLIESE – CIACCIO”
Il Direttore Generale
Via V. Cortese, 25 - 88100 CATANZARO
Al “Pugliese-Ciaccio” punte di consenso su medie nazionali e prelievi sempre regolari
“NON DISPERDIAMO LA CULTURA DELLA DONAZIONE DI ORGANI”
Precisazione-appello del dott. Mario Verre, direttore Dipartimento di Emergenza Urgenza dell’AOPC e
della dott.ssa Elisabetta Macrina responsabile catanzarese del Centro regionale Trapianti
Sono spesso in servizio ininterrotto: quando un paziente arriva tra la vita e la
morte non si guarda orario e soprattutto si trovano energie insperabili corroborate
dalla grande passione che li sostiene. Perché, se il destino è ineluttabile, la morte
di una persona può ugualmente donare certezza di guarigione a tanti altri sofferenti
attraverso la donazione degli organi.
“Da quando il Centro Trapianti dell’ospedale “Pugliese-Ciaccio” è attivo, cioè
dal 1999, gli organi prelevati sono stati tutti, sempre e regolarmente utilizzati per
altri pazienti in attesa di trapianto. Nessun organo si è mai perso.” La rassicurante
quanto perentoria affermazione viene condivisa all’unisono da entrambi i
responsabili di settore, il dottor Mario Verre, direttore dell’UOC di AnestesiaRianimazione-Terapia Intensiva dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese-Ciaccio” di
Catanzaro e la dottoressa Elisabetta Macrina, responsabile provinciale del Centro
Regionale Trapianti presso la stessa AOPC. Gli unici casi nei quali non si
possano utilizzare gli organi di un paziente a cui, secondo i protocolli nazionali sia
stata accertata la morte cerebrale, sono oggettivi: l’inidoneità clinica degli organi
stessi (ognuno sottoposto a scrupolosi esami) ed il mancato consenso della
famiglia. “Per questo motivo, ogni comunicazione mediatica relativa a presunte
perdite di organi è errata in partenza – affermano i due professionisti di trincea –
Il vero danno lo subisce invece la cultura generale della donazione che sul nostro
territorio, grazie a duri anni di lavoro certosino nelle scuole e nell’opinione
pubblica, ha fatto passi da gigante arrivando a toccare punte di media nazionale
pari all’80% dei consensi al prelievo degli organi”. Il dottor Verre e la dottoressa
Macrina confutano anche la tesi dei rischi connessi alla carenza di organico. “
L’insufficienza di personale è orizzontale - afferma Verre - e intacca pertanto
anche il nostro settore. Per accertare la morte cerebrale di un paziente occorre un
monitoraggio elettroencefalografico che dura sei ore, effettuato da tecnici
specializzati in Neurologia. Il nostro reparto ha in dotazione due tecnici neurofisio-patologici “. Qualche giorno fa la loro contemporanea assenza ha
determinato la rituale richiesta di una unità al Centro Regionale Trapianti di
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Reggio Calabria, in un regime di scambio che è proprio nella natura solidale del
settore e che pertanto porta spesso anche la dottoressa Macrina a spostarsi a
Lamezia, a Vibo o all’Azienda Ospedaliera “Mater Domini” qualora vi sia
necessità di accertamenti. Il sistema nazionale dei trapianti poggia su un network
nazionale che coordina anche su scala regionale disponibilità e compatibilità di
organi e pazienti in attesa di trapianti.
“Nel caso rivelatosi notizia infondata,
al termine del periodo di controllo di sei ore imposto dalle leggi italiane, gli
organi sono stati tutti prelevati e portati da una nostra ambulanza all’aeroporto di
Lamezia Terme per essere trapiantati nel centro di Modena. Lunedì mattina –
confermano i due medici - Il direttore regionale calabrese, il dottor Pellegrino
Mancini, ci ha comunicato il successo della procedura donazione-prelievotrapianto, ringraziando tutto il personale che ha collaborato”. Ogni processo di
donazione e prelievo pretende infatti la partecipazione di circa cento figure
professionali, dagli accertamenti di laboratori ai chirurgi specialisti per la
rimozione di ogni organo. Un lavoro delicato, difficile e doloroso che il personale
medico effettua su “cadaveri a cuore battente” come sono definiti in gergo tecnico,
sospinti moralmente ed emotivamente dalla certezza che il decesso ormai
certificato di quella persona contribuirà ad alleviare le sofferenze di tante altre.
Gli organi prelevati infatti sono diversi: le cornee (l’occhio nella sua interezza
rimane integro nel corpo da cui vengono estratte), i polmoni, il fegato, il cuore e
soprattutto i reni. Quest’ultima donazione ha un doppio effetto positivo, in quanto
con gli organi di un solo donatore consentono di far uscire due persone dal
calvario della dialisi. Un momento di profondissima intensità e preparazione
professionale è quando si comunica ai parenti l’arresto dell’attività cerebrale del
proprio congiunti e si raccoglie il consenso perché gli organi del proprio familiare
possano contribuire ad alleviare le sofferenze di altre persone, anche se queste
rimarranno per legge anonime.
La cultura della donazione è una delle più straordinarie risorse solidali per aiutare
chi soffre ed è destinato in alcuni casi persino alla morte. Le frontiere della
medicina viaggiano sempre più in avanti e sono arrivate a non avere limiti di età
per fegato e reni, mentre per il cuore la soglia massima tollerata è quella dei
cinquant’anni. L’allungamento dell’età media ha consentito prelievi persino su
persone ultraottantenni facendo schiudere orizzonti impensabili per il
miglioramento della qualità della vita. In tale contesto l’Azienda Ospedaliera
“Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro lavora con tenacia e dedizione da oltre vent’anni.
Il doloroso caso del bimbo americano Nicholas Green e la decisione dei suoi
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genitori di donarne gli organi ha scosso le coscienze in modo decisivo. Negli ultimi
anni il nosocomio catanzarese riscontra alti indici di donazione, 26 nel 2008, 15 nel
2010, 21 nel 2011 e 19 nello scorso anno. Anche il trend di opposizioni a livello
regionale è in calo. L’obbligo di indossare il casco per i motociclisti ha contribuito
fortunatamente ad attenuare il numero di casi di infortunio accidentale.
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