LA VERGOGNA
Ormoni in cambio di regali
Benefici se piazzavano i farmaci di Sandoz-Novartis: medici di tutt'Italia si facevano comprare da
informatori scientifici. Il PM chiede il giudizio in quarantotto
http://www.prealpina.it/notizie/busto-valle-olona/2013/5/19/ormoni-in-cambio-diregali/2423536/55/
Busto Arsizio - Regali e regalie in cambio della prescrizione di
ormoni per la crescita destinati ai bimbi. Questo l’intreccio tra la
Sandoz e un nutrito gruppo di medici specialisti - soprattutto
endocrinologi e nefrologi di strutture pubbliche e private - sparsi in
tutta Italia.
Lo scandalo era emerso l’anno scorso all’esito di un’inchiesta
condotta dai Nas dei carabinieri e coordinata dal pubblico ministero
bustocco Mirko Monti che venerdì 17 maggio ha firmato le
richieste di rinvio a giudizio: quarantotto gli indagati, dodici dei
quali informatori scientifici mentre gli altri sono tutti camici bianchi.
Stralciate quindi parecchie posizioni per le quali verrà chiesta l’archiviazione, visto che
inizialmente erano ottanta i soggetti finiti nella rete degli inquirenti. Stando alla procura, gli
specialisti avrebbero intascato l’equivalente di circa 500mila euro per migliaia di prescrizioni
contestate.
I reati ipotizzati sono quelli di truffa al Servizio sanitario nazionale, comparaggio, associazione per
delinquere finalizzata alla corruzione e falso. In altre parole pediatri ed endocrinologi in corsia
avrebbero consigliato di somministrare ai bimbi «dosi da cavallo» di medicinali ormonali della
Sandoz Novartis (che ha sempre collaborato con gli inquirenti), con dosaggi al di sopra delle
indicazioni terapeutiche, acquistati dagli informatori farmaceutici in cambio di ogni tipo di
vantaggi.
Viaggi premio per l’intera famiglia, notebook, vestiti griffati, pranzi in ristoranti chic, gioielli,
borse, promesse di assunzioni. Addirittura c’erano medici che costituivano onlus fittizie per
giustificare le fatture di Omnitrope e Binocrit, il cui principio attivo è la somatropina, usati
normalmente come stimolatori della crescita e per la cura di infezioni renali e alla vescica, ma con
vasta quanto illecita applicazione nelle pratiche di doping. C’era poi chi simulava l’elargizione di
denaro per attività di consulenza o di studio, di contributi a congressi e seminari e la partecipazioni
a meeting internazionali. A quanto pare esisteva un vero e proprio tariffario: gli informatori
applicavano oltre duemila euro per ogni nuovo paziente. Ma per i medici non c’erano solo soldi o
regali. All’Umberto I di Roma, per esempio, per alcuni professori arrivavano anche stipendi in nero
e false attestazioni di partecipazione a congressi a New York per giustificare le assenze dal servizio.
In un altro caso era stato promesso a un medico compiacente anche il pagamento di una quota del
contratto di ricercatrice per 50mila euro all’anno, per otto anni a partire dal 2010. Al Gaslini di
Genova, ospedale d’eccellenza che evoca purtroppo quanto di più terribile possa accadere alla
salute di un bimbo, la "pelle" dei piccoli valeva quanto la pelle di una borsa da 180 euro. Una
dottoressa dell’azienda ospedaliera Santobono di Napoli si vendette anche per molto meno, ossia
un paio di jeans Levi’s acquistati a New York e una felpa Paul Frank comprata a Saronno, quale
ricompensa per aver aderito alle richieste di prescrivere Omnitrope. Alla faccia del giuramento di
Ippocrate. Del caso, proprio giovedì sera, si è occupato anche il programma Falò della televisione
svizzera, con un ampio reportage cui sono intervenuti anche i carabinieri dei Nas.