La novità Presentato ieri il protocollo tra Asl e Procura per la gestione di pazienti coinvolti in fatti criminosi L’indagine inizia in corsia Medici e infermieri collaboreranno nell’isolamento delle prove a beneficio degli inquirenti L’INIZIATIVA MARIANAN VICINANZA Una mano stretta tra giustizia e sanità, che non sempre viaggiano a braccetto come insegnano le denunce per malasanità. Lo dice sorridendo il procuratore capo Andrea De Gasperis, non nascondendo invece la soddisfazione per un passo importante, siglato a Latina tra Procura e Asl, e che non ha eguali in Italia: il protocollo per la gestione dei pazienti trattati al Pronto Soccorso e coinvolti in eventi delittuosi. Un accordo finalizzato ad accorgimenti che evitino l’inquinamento delle prove sin dall’ingresso in ospedale, presentato ieri dal procuratore e dal commissario straordinario della Asl Giorgio Casati insieme al comandante del reparto operativo del comando provin- Numeri 63 l Sono 63mila ogni anno gli accessi al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria Goretti. Il dato è stato fornito ieri mattina nel corso della conferenza stampa sul protocollo siglato con la Procura. 500 l E’ il numero di pazienti che arriva ogni anno al pronto soccorso per lesioni causate da aggressione per varie cause, dalle liti condominiali alle botte tra gruppi di giovani, fino alle violenze domestiche sulle donne. 88 l Sui 500 pazienti soccorsi per aggressioni circa 88 ogni anno arrivano in ospedale in condizioni da codice rosso o giallo. Anche questo dato è stato reso noto ieri mattina dalla Asl e dalla Procura di Latina. Venerdì 7 aprile 2017 Sopra il tavolo della conferenza stampa di presentazione di ieri per il nuovo progetto tra Asl e Procura ciale dei carabinieri Paolo Befera, al direttore sanitario della Asl Luciano Cifaldi e al direttore del pronto soccorso Maria Mellacina. Vigilare sulla sterilità dell’ambiente evitando la contaminazione dei luoghi, isolare le pro- Il Commissario Giorgio Casati: «Siamo i primi in Italia» ve ed effettuare i rilievi fotografici, sono solo alcuni degli accorgimenti che questa nuova convenzione, introduce e stabilisce rendendo la collaborazione della struttura sanitaria fondamentale in una corretta ricostruzione delle indagini che seguono aggressioni, violenze sessuali e molestie su minori. «Una buona notizia per la nostra Asl, prima in Italia ad avviare questa collaborazione – ha spiegato Casati – seguito direttamente da Luciano Garofano, storico comandante del Ris di Parma. Vogliamo fare la differenza nel supporto all’autorità giudiziaria, l’obiettivo è quello di individuare corrette procedure sul paziente, dal momento in cui si verifica l’evento delittuoso sino a tutto il percorso ospedaliero: si tratta di misure di collaborazione che in parte venivano già applicate ma che ora diventano prassi organizzativa e compatibile con la priorità da dare alla cura del paziente». Il maggiore Befera ha spiegato come protocolli per le persone vulnerabili già esistessero mentre mancava un accordo che consentisse di salvaguardare elementi tecnico-scientifici del luogo del delitto che vittima e aggressore «si portano dietro», come prelievi di residui da arma da fuoco e sublinguali. «Una sensibilità che già c’era negli operatori sanitari ma che è stata solo codificata e messa per iscritto con l’accoglimento e la collaborazione di tutti». «Le regole nascono quando la stanza è in disordine – ha detto Mellacina - e abbiamo accolto con favore questa esigenza di rispettare alcune procedure di fronte a casi delicati come quelli di un paziente vittima o artefice di un’ aggressione. Ogni anno sono 500 i pazienti coinvolti in eventi lesivi, di cui 88 sono codici gialli o rossi. Le operazioni da fare saranno poche e non causeranno un sovraccarico degli operatori, si tratta di evitare le contaminazioni delle stanze dove transiterà il paziente e di indumenti e oggetti personali, riscontrare in tempo reale le prove utili alle indagini, effettuare rilievi fotografici delle ferite”. La fase operativa è già partita e gli operatori verranno aggiornati costantemente. Tra gli altri accorgimenti previsti anche un’accurata ricostruzione degli eventi da mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria, l’esame visivo completo del corpo e la descrizione di ogni tipo di lesione». l EDITORIALE OGGI 11