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Jakarta, no all’estremismo
Musulmani in piazza con cattolici, protestanti e confuciani
Combattere l’estremismo religioso e il terrorismo; promuovere il pluralismo come vero fondamento della
società indonesiana. Per questo Nahdlatul Ulama (Nu), il più grande movimento islamico del Paese, ha
organizzato una manifestazione interreligiosa per il 17 gennaio prossimo [2016] a Jakarta.
All’iniziativa si sono subito unite altre 13 organizzazioni islamiche, insieme alla Conferenza episcopale
indonesiana (Kwi), le chiese protestanti e l’Alto consiglio confuciano del Paese. Almeno 10mila persone si
riverseranno a Lapangan Banteng, piazza storica della capitale dove si affacciano la cattedrale cattolica e la
grande moschea.
P. Guido Suprapto, segretario per il laici della Kwi, dice ad AsiaNews: “Parteciperemo di sicuro alla
manifestazione”. “Con questo raduno di massa – aggiunge – vogliamo portare il messaggio che la diversità
deve essere la forza della nazione. Dobbiamo mostrare che la coesistenza pacifica è possibile”. P. Samuel
Pangestu, vicario generale dell’arcidiocesi di Jakarta, ha fatto stampare un gran numero di volantini da
distribuire a tutta la comunità cristiana.
Marsyudi Syuhud, presidente del Nu e uno degli ideatori dell’iniziativa, afferma: “A noi hanno insegnato
queste due parole: tasanuf, che significa tolleranza, e tawasuft, che si riferisce all’essere persone moderate.
Queste due parole rappresentano lo spirito di base dell’essere un buon musulmano nella società”. “Il Nu –
continua il leader islamico – è chiamato in causa da un punto di vista morale per difendere il fondamento
filosofico e politico della nazione: Bhinneka Tunggal Ika [Unità nella diversità ndr]”.
Il movimento, spiega Marsyudi, ha come bandiera il concetto di “Islam Nusantara” (islam dell’Arcipelago),
che “significa promuovere una maggioranza islamica indonesiana che abbia idee moderate e abbracci la
tolleranza religiosa. Il nostro messaggio è chiaro: unire in fratellanza tutte le fazioni della nazione”. Il concetto
di Islam Nusantara è stato introdotto per la prima volta l’anno scorso durante il 33mo congresso del Nu.
Secondo Marsyudi Syuhud bisogna “combattere la percezione che l’islam non sia una religione pacifica
perché ora vediamo sciiti e sunniti attaccarsi fra loro. E questo viene ancor prima del discorso sui nostri
rapporti con altre religioni come induismo e buddismo”.
Marsyudi aggiunge che il Nu vuole contrastare ogni possibile infiltrazione dello Stato islamico (SI) in
Indonesia: “Il pericolo è chiaro e presente. Abbiamo visto che alcuni hanno avuto il coraggio di appendere
bandiere dello SI in una rotonda del traffico. Abbiamo persone che vanno a combattere in Siria e poi tornano,
e il governo non fa nulla. Questo convince la gente che questo tipo di primavera araba arriverà presto in
Indonesia”.
Secondo l’Agenzia per l’anti-terrorismo (Bnpt), sono 149 i cittadini indonesiani tornati dalla Siria. Altre fonti
governative affermano che 800 persone sono partite dall’Indonesia per unirsi allo SI, 284 delle quali sono
state identificate. Almeno 52 sarebbero morte.
Mathias Hariyadi
(articolo tratto da www.asianews.it)