COMUNE DI FRASCATI
CITTÀ METROPOLITANA DI ROMA CAPITALE
8 settembre 2016 – 73° Anniversario del bombardamento
della Città di Frascati
Rivolgo un caloroso saluto di benvenuto alle Autorità civili e militari, ai
Rappresentanti delle Forze dell'ordine, al mondo delle Associazioni e a tutti Voi
cittadini.
“Bisogna far vivere la memoria non solo perché ciò che è stato non si ripeta ma
anche e soprattutto perché l’atto di ricordare mette l’uomo davanti al suo passato e
alla storia”.
Con queste parole dello scrittore Primo Levi vogliamo celebrare anche quest’anno il
Giorno della memoria della città di Frascati.
L’8 settembre è la data che ricorda il suo bombardamento, un avvenimento che ha
spaccato in due la storia di questa città, lasciandosi dietro lutti per centinaia di
famiglie.
E oggi, la Comunità di Frascati, nel 73° anniversario di quel violento attacco, vuole
rendere onore ai suoi figli che furono vittime di una tragedia immane.
L’Amministrazione comunale ha deciso, come ogni anno, di coinvolgere un’altra
comunità che come la nostra fu vittima di bombardamenti durante la II Guerra
Mondiale. Quest’anno è stata invitata la Città di Frosinone.
Nello stesso giorno in cui la radio dava la notizia alla Nazione che la richiesta
dell’Armistizio era stata accolta dal Comando Alleato, Frascati, per la prima volta
dall’inizio della Guerra - e per la prima volta nella sua storia quasi millenaria -, venne
violata da un pesante e terribile bombardamento da parte degli aerei alleati.
Possiamo solo immaginare la paura e l’angoscia che la popolazione ebbe al sentire gli
aerei avvicinarsi.
Gli alleati avevano l’ordine di colpire duramente Frascati, che dal ’42 era diventata
sede del Comando Supremo Tedesco del Mediterraneo.
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Questa mattina abbiamo rievocato, con una profonda emozione, alle 12.09 in punto,
dal Sagrato della Cattedrale in Piazza San Pietro, il suono delle sirene antiaeree, il
rombo degli aerei, il rumore delle bombe che colpirono la città.
Più di due terzi della città vennero rasi al suolo. Oltre 800 furono le vittime. Diverse
centinaia i feriti. Migliaia gli sfollati.
Abitazioni civili, chiese, monumenti e opere civiche di pregio, alcune tra le più belle
e preziose dimore storiche del tardo Rinascimento, e con loro, le opere d’arte di
inestimabile valore, vennero distrutte o gravemente lesionate.
Gli abitanti di Frascati lavorarono incessantemente per estrarre i corpi delle vittime
dalle macerie e assicurare loro una degna sepoltura.
La perfidia nazista nulla poté fare contro i tanti atti di eroismo dei frascatani e contro
la forte volontà di una città, ferita e umiliata, che non si diede per vinta.
Questo ricordo di macerie e di morte non può non farci pensare alle popolazioni
colpite dal terremoto dei giorni scorsi, in cui abbiamo visto una gara di solidarietà
nazionale per assicurare i primi soccorsi a cui hanno partecipato anche gli uomini e le
donne della Protezione Civile di Frascati, come di molti altri Comuni dei Castelli
Romani.
Storici locali, associazioni culturali, cittadini, nel tempo e negli anni, hanno ricercato
fonti e notizie, per raccontare più nel dettaglio i fatti del bombardamento di Frascati e
grazie alle loro ricerche le giovani generazioni possono oggi attingere ad un
patrimonio di informazioni che consente di mantenere viva la memoria di quei giorni.
Ma trovare tracce di quella giornata di bombardamenti in città non è difficile.
Basta farsi una passeggiata a piedi nel centro: Piazza San Pietro, le Scuole Pie, Villa
Torlonia, Villa Sciarra, la Galleria Vittorio Emanuele, e ancora le scalinate, i parchi
pubblici.
Ma la memoria di quei giorni non è solo fuori, per strada, nelle tracce urbane, è anche
dentro le storie familiari dei frascatani, nei ricordi di chi ha vissuto quei giorni tragici,
nei racconti dei genitori e dei nonni.
Gli abitanti di Frascati hanno impresso nella loro memoria, però, non solo il ricordo
della distruzione ma anche quello della rinascita della città.
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All’indomani dell’8 settembre c’era bisogno di ricostruire non solo una città, ma
anche il senso di comunità oltre che una nuova classe dirigente.
Ci volle più di un decennio ma alla fine Frascati seppe riconquistare la propria dignità
e riacquisire il suo antico splendore.
L’obiettivo era operare per il bene comune, senza divisioni.
In questi ultimi anni, Frascati, come tutto il Paese, ha sofferto per la grave
congiuntura economica che ha condizionato fortemente l’economia cittadina, il
tessuto produttivo, le relazioni sociali.
Credo però che oggi bisogna cogliere con coraggio i segnali di ripresa che giungono a
livello internazionale e nazionale e ritrovare quelle energie positive che servono per
ripartire con un maggiore slancio.
Una ripartenza che Frascati deve ritrovare all’interno di un progetto più ampio di
crescita e di sviluppo che coinvolga anche gli altri Comuni dei Castelli Romani,
puntando sui settori tradizionali e su quelli più innovativi.
Da poco più di un mese Frascati sta vivendo a livello amministrativo un’esperienza
nuova che la città aveva conosciuto solo una volta nel 1961.
Il Commissariamento di un Ente è sempre un fatto eccezionale e lo è anche per
Frascati. La presenza del Commissario serve a dare continuità amministrativa fino
alle prossime elezioni.
Il periodo commissariale non deve essere inteso come un momento di depressione per
la comunità.
Anzi, ritengo - ed in questo primo mese ne ho avuto già la dimostrazione – che la
gestione straordinaria sia un’opportunità per le forze politiche e civiche, per ritrovare
quel clima costruttivo e sereno che possa dare la spinta per far ripartire la città.
Da parte mia, sono disponibile a confrontarmi con la cittadinanza su tutte quelle
questioni che interessano e favoriscono lo sviluppo della città.
Ho avuto modo di constatare, seppur in poco più di un mese, come vi sia molta
volontà di fare.
Ho incontrato già tanti cittadini e mi sono reso che c’è tanta voglia di ripartire.
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Ma dobbiamo lavorare tutti insieme, in un grande gioco di squadra, anche scrivendo
nuove regole che diano una direzione ben definita, un ordine, a tutta questa energia
positiva e propulsiva.
E’ un lavoro che dobbiamo fare – lo ripeto - insieme e deve essere un lavoro serio,
rigoroso, rispettoso della memoria e del significato profondo dell’identità culturale e
civile di Frascati.
E’ un impegno che dobbiamo assumerci tutti per rendere onore a coloro che sono
morti per questa città durante il bombardamento dell’8 settembre, e per quanti in tutti
questi anni, a partire dal dopoguerra, hanno lavorato per la ricostruzione di una
Frascati migliore.
Lo dobbiamo a loro,
per non dimenticarli,
Lo dobbiamo a Frascati,
alla Sua Storia,
al Suo domani.
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