Letterature Comparate (prof. Antonio Lavieri)

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Letterature Comparate (prof. Antonio Lavieri)
Lezione 24/10/16
''1989, Yves Chevrel: “La letteratura comparata non è un insieme di testi, ma è una prospettiva di
studio della letteratura. D'altra parte, la letteratura comparata non è riducibile alla comparazione
letteraria, né tantomeno alla pratica dei 'paralleli' (Corneille/Racine, genio letterario tedesco/genio
letterario francese). Essa corrisponde a ciò che la lingua tedesca esprime definendo la disciplina come
'Vergleichende Literaturwissenschaft': scienza comparativa della letteratura. Si tratta,
fondamentalmente, di un approccio intellettuale mirante a studiare qualsiasi oggetto definito o
definibile come letterario, mettendolo in relazione con altri elementi costitutivi di una cultura. [....]''
Che cosa fa di un testo letterario un testo letterario? Ci sono caratteristiche spiccatamente letterarie?
Quali sono i tratti (ciò che gli strutturalisti definiscono letterarietà) che consentono di definire un
testo come un testo letterario?
L'espressione 'letteratura comparata' [litérature comparée] è attestata per la prima volta in Francia
nel 1817, anno in cui François Noël l'utilizza per caratterizzare un corso di Leçons anglaises de
littérature et de morale sur le plan des leçons françaises et des leçons latines. [...] La letteratura
comparata è un modo di procedere, una messa alla prova di ipotesi, una forma di interrogazione dei
testi. Il punto di partenza è costituito da una questione fondamentale che distingue senza dubbio
questa disciplina da ogni altra disciplina 'comparata': cosa accade quando una coscienza integrata in
una cultura (nella sua cultura) si trova di fronte ad un'opera che è espressione e parte integrante di
un'altra cultura? [...] l'incontro con l'altro – appunto – è al centro dell'approccio comparatistico e si
può dire che è sufficiente da solo a legittimarlo.”.
Ipotesi del prof:
Nel comparare i tre saperi: LETTERARIO,TRADUTTOLOGICO, ANTROPOLOGICO non deve esserci opposizione,
ma contiguità tra il descrivere, scrivere, tradurre e interpretare, non bisogna già stabilire a priori che la finzione
appartiene alla letteratura mentre la verità appartiene solo a quella scientifica perché oggettiva. Non
possiamo stabilire che tutto ciò che sia letterario sia automaticamente soggettivo mentre ciò che è scientifico è
a priori oggettivo. L'ipotesi derivata dalla lettura intertestuale di testi letterari antropologi e di traduzioni è che
ci sia sempre una relazione sempre specifica tra soggettività e oggettività e che il linguaggio e la scrittura a
seconda di come vengono utilizzati possano modificare la nostra idea di finzione o di realtà.
La letteratura comparata è un'impostazione metodologica nel leggere/analizzare i testi, il comparatismo è un
modo particolare di leggere i testi. Tutto dipende dall'uso che si fa della scrittura e di come essa si affermi in
una comunità diventando un immaginario sociodiscorsivo specifico.
Chi è il comparatista?
2008: Daniel-Henri Pageaux: “il comparatista è colui/colei che mette in relazione, instaura rapporti,studia
scambi, riflette sui dialoghi tra letterature e tra culture. Ebbene, alla base di tutte queste attività, io discerno un
dato essenziale: la differenza, o per meglio dire il fatto differenziale. [...] Ê compito specifico del comparatista
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Letterature Comparate (prof. Antonio Lavieri)
quello di 'penetrare' la 'natura profonda' delle differenze che le sue letture raccolgono, mettono in luce,
identificano. La delucidazione della differenza è un'attività comparatista, finalizzata non a sopprimerla
efficacemente, bensì a comprenderla, ovvero a diventarne maestri da un punto di vista intellettuale. Ê quello
che noi potremmo chiamare il passaggio dalla differenza constatata alla spiegazione del fatto differenziale.”.
Il romanzo in letteratura è un genere testuale di scrittura in prosa che rappresenta la realtà da un punto di vista
finzionale. Tuttavia nel momento in cui noi leggiamo un romanzo, vediamo un film, essi suscitano in noi delle
emozioni: ''in che modo la finzione agisce su di noi, su quello che siamo, su quello che pensiamo, sulla nostra
identità, sul nostro modo di vedere la vita?'' La letteratura e la finzione hanno un ''potere performativo'' sulla
realtà, la letteratura agisce sulla realtà e sulle identità pertanto non la si può trattare come pura finzione.
Rapporto tra saggio e romanzo
Il saggio è considerato oggettivo mentre il romanzo più soggettivo , ma può esserci più finzione nel saggio che
nella letteratura.
Intertestualità
Che cosa significa intertestualità, e come i fenomeni di intertestualità si legano alla metatestualità? Il concetto
di intertestualità è stato introdotto negli anni '60 da uno de dei più grandi studiosi di letterature comparate
Julia Kristeva, e si definisce come il fenomeno per il quale un testo richiama uno o più testi, direttamente o
indirettamente. Alcuni romanzi sono diventati la base dell'antropologia. L'idea d'intertestualità nella sua
connotazione linguistica si definisce come l'insieme dei rapporti di un testo con tutti gli altri e che permette al
ricevente di collocarlo in una determinata tipologia. Come facciamo a distinguere un saggio da un romanzo?
L'intertestualità è accompagnata da altri fenomeni studiati da Gerard Genette "Palimpsestes" :
Metatestualità: rapporto critico riflessivo che un testo ha con un altro.
Architestualità: rapporto tra testi che possiedono caratteristiche comuni (generi letterari, sottogeneri, ecc)
Paratesto: rapporto d'un testo con altri della propria periferia testuali (titoli, opinioni di altri autori, ecc)
Ipertestualità: (ipertesto/ipotesto), rapporto che inserisce un testo in un altro ma non a modo di commento.
Come il sapere diventa conoscenza?
Sylvain Auraux - Conservatismo epistemologico: quando studiamo e ci approcciamo ai testi dobbiamo
mantenere il massimo grado di apertura verso la tradizione e allo stesso tempo verso il futuro.
Sapere (definizione) : José Rodriguez Dos Santos--> il sapere potrebbe essere inteso come spazio di variazione
degli elementi che lo compongono e dunque l'insieme delle varianti o delle versioni che sono ancora ammesse
come legittime da un gruppo sociale determinato e che assume un senso ulteriore come senso collettivo o
forma emergente. Ciò che noi pensiamo che sia sapere dipende dal valore che una comunità attribuisce ad un
oggetto specifico e dalle modalità con le quali si arriva ad attribuire quel valore.
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