ORGANIZZAZIONE ed ECONOMIA INDICE DELLE LEZIONI •Il Consumo e la Produzione • L’Impresa e le sue scelte • L’Azienda e la sua Organizzazione • Il Mercato • Il Marketing • Situazione della Provincia di Savona Docente: Zerbini Matteo CONCETTI GENERALI PREMESSA L’uomo ha delle esigenze vitali, dei bisogni illimitati che cerca di soddisfare possedendo e/o utilizzando risorse e beni materiali naturalmente limitati e scarsi. L’ATTIVITA’ ECONOMICA risponde alle esigenze appena descritte, basando la propria azione su tre attività principali: • Produzione (di beni e servizi) • Scambio (beni e servizi contro moneta, una volta baratto) • Consumo (soddisfazione bisogni) I SOGGETTI ECONOMICI Gli attori principali di questo sistema sono: • le famiglie (consumatori) • le imprese (produttori) • lo Stato (mediatore e regolatore) Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 2 IL CONSUMO I bisogni economici dell’uomo sono definiti come la mancanza di qualcosa che sia ritenuto da ognuno utile o indispensabile. I bisogni sono quindi soggettivi e illimitati La mancanza di ciò che si ritiene indispensabile crea insoddisfazione, a cui il consumatore pone rimedio con la ricerca di beni economici in grado di soddisfare i bisogni. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 3 COMPORTAMENTO DI ACQUISTO Il consumatore acquista beni e servizi in funzione di SCELTE influenzate da fattori: - Culturali - Sociali - Personali - Psicologici SCHEMA DI AZIONE -Percezione del bisogno -Ricerca di informazioni -Valutazione della alternative -Decisione di acquisto -Acquisto effettivo -Livello di soddisfazione Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 4 IL CONSUMO Classificazione dei beni: Beni materiali – sono gli oggetti e le “cose” tangibili Beni immateriali – sono i servizi e le prestazioni personali (da professionista) e reali(da cose come ad es. un noleggio) • Beni di consumo - Beni che vengono utilizzati direttamente per soddisfare un bisogno. (es. il pane e gli abiti) • Beni strumentali - Beni utilizzati per produrre altri beni. (es. la farina e il tessuto) • Beni a utilizzo ripetuto - Beni che possono essere utilizzati più volte (es. un automezzo, un vestito) • Beni a utilizzo singolo - Beni per i quali il consumo comporta la successiva inutilizzabilità (es. la benzina) • Beni succedanei o sostitutivi - Beni che possono sostituirne un altro per soddisfare un bisogno o un impiego (es. l’orzo rispetto al caffè) • Beni complementari - Beni che possono essere utilizzati contemporaneamente per soddisfare un bisogno. (es. la benzina e l’automobile) • Beni mobili - Beni che si possono spostare nello spazio e nel tempo • Beni immobili - Ad esempio l'edifico fabbrica... Dove si producono altri beni Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 5 RIVALITA’ BENI PRIVATI •Soddisfano i bisogni di un singolo (o gruppo) di consumatori. •Hanno un prezzo hanno un valore (valore di scambio) • Sono di proprietà privata, quindi hanno: •massima rivalità (il godimento è personale) •massima escludibilità (il godimento è conseguente il pagamento di un prezzo) Beni pubblici puri Beni privati puri Beni misti a rivalità Beni misti a escludibilità • Beni pubblici ESCLUDIBILITA’ • Sodo di utilità pubblica, cioè servono a soddisfare i bisogni della collettività (strade pubbliche, patrimonio culturale, patrimonio naturale) • Non hanno prezzo (non sono scambiati) ma hanno valore* (*Il valore di un bene pubblico può essere valutato mediante le esternalità (influenze) positive) • Sono di proprietà pubblica (demanio) e quindi: •non devono generare rivalità (tutti ne devono godere) •non devono generare escludibilità (tutti ne devono godere gratuitamente). Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 6 NOTA BENE 1-A volte il bene pubblico è scarso e si genera rivalità (prato a pasquetta / autobus affollato) 2-A volte l’Ente Pubblico fissa un “prezzo di tutela/mantenimento” generando escludibilità (biglietto di ingresso ad un parco o ad un museo, chi non paga non entra) 3-A volte il bene pubblico, o meglio la sua gestione, può essere dato in concessione a privati, i quali pagano un canone allo Stato e fissano tariffe per l’uso di quel bene ai cittadini. Quest’ultima scelta può essere giustificata (viene giustificata) con la necessità di una migliore organizzazione, una maggiore efficienza e minori sprechi nel servizio offerto ai cittadini. Attenzione però: lo scopo del privato è il profitto, non l’erogazione di un servizio accessibile a tutti i cittadini … quindi 1) Il privato consegue maggiore profitto se maggiore è il consumo (non eliminando gli sprechi se il bene sprecato scarseggia aumenta la rivalità). 2) Il privato consegue maggiore profitto se le tariffe sono elevate (il bene non è più accessibile a tutti i cittadini che non se lo possono permettere, aumenta l’escludibilità). Provocazioni (intellettuali): --sapevate che le spiagge fanno parte del demanio, quindi sono beni pubblici? --sareste disposti a privatizzare la gestione di acqua, aria, sole e vento …? Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 7 IL CONSUMO Ciascun BENE risulta UTILE se soddisfa un bisogno del consumatore. non è una utilità reale (necessità ed efficacia del bene “serve e funziona allo scopo”) ma è una utilità psicologica (soddisfazione di un bisogno (anche capriccio) “lo voglio”) Il consumatore consumerà un bene fino a quando: • lo ritiene utile, cioè soddisfa un suo bisogno (numero di biscotti a colazione) • l’utilità sarà superiore alla disutilità (questo biscotto costa troppo) • non ci sarà un bene più utile (i biscotti farciti sono più buoni) si introducono i concetti di SCELTA del consumatore in merito: • al numero di dosi consumate • alla pluralità di beni disponibili più o meno simili • al vincolo di bilancio (reddito del consumatore) Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 8 LA PRODUZIONE Produzione si intende: • aumentare utilità di beni preesistenti (beni economici materiali) • trasformazione (lavorazione delle materie prime) • trasporto nello spazio ( trasferimento ai mercati di scambio) • trasporto nel tempo (conservazione) • fornire servizi (beni economici non materiali) • personali (dati da persone professionisti / servizi pubblici) • reali (dati da cose noleggi, affitti / servizi pubblici) SETTORI PRODUTTIVI • Primario Agricoltura / allevamento / selvicoltura / estrazione di materie prime • Secondario Manifattura industriale / Edilizia • Terziario Commercio / trasporto / comunicazioni / turismo / credito e assicurazione / sanità / professionisti / servizi pubblici Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 9 LA PRODUZIONE FATTORI DELLA PRODUZIONE e loro COMPENSI Per poter realizzare una qualsiasi produzione economica occorrono particolari risorse che vengono tradizionalmente individuate in: SPESE Grazie al capitale si possono acquisire beni strumentali a utilità ripetuta (originano spese chiamate QUOTE Q) e materie prime a utilità semplice (originano spese chiamate SPESE VARIE Sv), all’interno di un sistema organizzato socialmente (Stato) che impone delle spese chiamate tributi (TRIBUTI Tr). Organizzando i fattori della produzione e grazie alle spese fatte l’imprenditore attua la produzione di beni e/o servizi, vendibili sul mercato e in grado di realizzare un ricavo definito PRODUZIONE LORDA VENDIBILE (voce attiva di bilancio) Plv Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 10 LA PRODUZIONE – compensi per le persone economiche CAPITALE FONDIARIO La natura, ciò che non è prodotto dall’uomo (terra, sottosuolo, mare): • a volte utilizzabile una sola volta (minerali – petrolio); • eventualmente riciclabile (alcune materie prime); • a volte riutilizzabile (terra agricola, mare, acqua), teoricamente all’infinito salvo inquinamento o materiale distruzione; • a volte illimitata (energia solare, eolica) questi ultimi sono beni economici??? Possono avere un proprietario??? I miglioramenti, capitale che l’uomo ingloba stabilmente nella natura modificandola più o meno permanentemente (edificio, modellamento superficie per coltivazione, pozzo, …) CAPITALE Qualsiasi bene materiale reimpiegato nella produzione • beni strumentali differenziati (macchinari, attrezzi, utensili, …) • importi monetari indifferenziati (“soldi” per anticipare spese di produzione) Secondo il nostro sistema economico l’utilizzo di capitale, non per il consumo immediato, ma per produrre qualcos’altro (rinuncia / astinenza) giustifica un compenso futuro che è l’interesse. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 11 LA PRODUZIONE – compensi per le persone economiche LAVORO Impiego delle forze del corpo (lavoro manuale salario) e/o delle facoltà della mente (lavoro intellettuale stipendio) Il lavoro è inseparabile dalla persona, per questo è fattore di produzione; viene anche considerato una merce perché viene scambiato sul mercato (domanda / offerta di lavoro), ma essendo i lavoratori anche i principali consumatori la loro retribuzione dipende deve dipendere da una pluralità di fattori. ORGANIZZAZIONE Attività svolta dall’imprenditore, organizzando i fattori produttivi, assumendone i rischi: decidere cosa, come, quanto produrre reperire i fattori produttivi organizzare l’utilizzo dei fattori produttivi rischiare dal punto di vista economico per ciò che si produce Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 12 LA PRODUZIONE –le spese QUOTE Spese generate dall’utilizzo di capitali fissi, cioè che sono utilizzati in più cicli produttivi (fattori a utilità ripetuta): FABBRICATI / MACCHINARI Originano quote di: Reintegrazione = accantonamenti per riacquistare il bene una volta che diventa usurato o obsoleto (Ammortamento = quota da versare ad estinzione di un debito se il capitale è stato preso a prestito (mutuo)) Manutenzione = spese fisse per mantenere efficiente il bene Assicurazioni = se obbligatorie SPESE VARIE Spese generate dall’utilizzo di capitali circolanti, cioè che sono utilizzati in un solo ciclo produttivo e che poi si logorano: MATERIE PRIME / BENI DI CONSUMO TRIBUTI Spese imposte dall’Ordinamento fiscale dello Stato da versare direttamente ad esso o ad altro Ente (IRPEF –IRPEG – ICI – IRAP – Contributi e Tasse) Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 13 IMPRENDITORE Definizione (Codice Civile, art. 2082) Chi esercita professionalmente un’attività economica organizzata ai fini della produzione o dello scambio di beni o servizi • può essere persona fisica o giuridica • diritti e doveri • responsabilità dell’attività imprenditoriale Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 14 FIGURE IMPRENDITORIALI •l’imprenditore può essere PURO (Astratto) se nell’ambito della produzione apporta solo e soltanto l’organizzazione; il suo compenso è solo il tornaconto: T Plv Q Sv Tr Bf I Sa St • l’imprenditore è CONCRETO se nella produzione apporta almeno un altro fattore oltre l’organizzazione; il suo compenso è chiamato Reddito Netto. Proprietario e imprenditore Reddito Fondiario Rf Rf Rf Plv Q Sv comprende Tr T I Sa Bf St Imprenditore che apporta tutti i fattori della produzione: piccolo artigiano o coltivatore diretto. Reddito Netto Rn Rn Rn Docente: Zerbini Matteo Plv Q Sv comprende Tr T Bf Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia I Sa St 15 FORME DI BILANCIO Quanto nella diapositiva precedente vale in ambito di BILANCIO ECONOMICO: • eseguito a scopo preventivo (dati presunti ma verosimili (medi ordinari)) o consuntivo (dati reali generali) ma sempre per indirizzare le scelte imprenditoriali, individuare e valutare i punti di forza o di criticità, eseguire confronti con altre aziende • (eseguito eventualmente a scopo di stima) Per scopi fiscali viene redatto invece il: BILANCIO CONTABILE • molto analitico (dati reali specifici ed ordinati), secondo il sistema della partita doppia con metodo dello stato patrimoniale e del conto economico) • si individuano redditi analoghi al precedente (hanno altri nomi) e servono a scopo fiscale (determinazione imposte). Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 16 IMPRESA e AZIENDA IMPRESA Attività economica esercitata professionalmente dall’imprenditore al fine della produzione o dello scambio di beni e servizi • aspetto soggettivo imprenditore • aspetto oggettivo azienda AZIENDA “insieme organizzato di beni a disposizione dell’imprenditore per l’esercizio dell’impresa (art. 2555 c.c.)” “organizzazione economica, destinata a durare nel tempo, nell’ambito della quale e in modo coordinato si attua un processo volto a produrre nuova ricchezza al fine di soddisfare bisogni umani.” Elementi essenziali: • l’organizzazione • le persone • i beni economici • le operazioni • il fine Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 17 SCOPI IMPRENDITORE Produrre beni e/o servizi e conseguire un utile dalla loro vendita, +/- T = Plv – Ct Rn = Plv – C espliciti conoscendo: • quantità e prezzo dei prodotti che potrà vendere PRODUZIONE LORDA VENDIBILE Plv marketing = qualità prodotto offerto e posizionamento sul mercato • quantità e prezzo dei fattori produttivi che dovrà acquistare COSTI TOTALI Ct efficienza tecnica -ottimizzazione dei processi produttivi, raggiungendo la massima quantità di prodotto con il minimo delle risorse (max prodotto min lavoro/beni/capitali) efficienza economica -capacità di effettuare investimenti corretti (automazione) -possibilità di accesso al credito -possibilità di effettuare economie di scala (acquisti a costi Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia bassi) 18 CLASSIFICAZIONE IMPRESE L’impresa viene classificata in base a diversi parametri: 1)_FUNZIONE ECONOMICA (finalità generali): A) DI PRODUZIONE – HA SCOPO DI LUCRO, CIOÈ CONSEGUIMENTO UTILE Elementi essenziali: - processo produttivo (efficienza) - mercato (marketing) Attività: - acquisizione (delle materie prime e dei beni da trasformare) - produzione - commercializzazione - destinazione del risultato economico (cioè dell’utile) Tipologie di attività: • agricola (agricoltura, allevamento, selvicoltura; pesca; estrazione mineraria) • industriale (manifattura ed edilizia) • commerciale (vendita all’ingrosso e al dettaglio) • di servizi (trasporto, comunicazione, credito, assicurazione, turismo ….) Più in generale: • impresa commerciale = attività di produzione industriale, di intermediazione, di circolazione dei beni, di trasporto per terra, acqua, aria, bancaria ed assicurativa, altre attività ausiliarie delle precedenti (art. 2195 c.c.) • impresa agricola = coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse (art. 2135 c.c.) Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 19 – NON HA SCOPO DI LUCRO; Elementi essenziali: -fornire mezzi indispensabili ai cittadini -soddisfare bisogni umani nel campo della pubblica utilità (campo sociale, artistico, umanitario, ambientale); Attività: -acquisizione dei mezzi da fornire -realizzazione dei sistemi per soddisfare i bisogni -erogazione e consumo -risparmio (il ricavato va investito nel miglioramento del servizio offerto) B) DI EROGAZIONE Esempi: ONLUS, ONG, FAMIGLIE STATO ( lo Stato NON E’ e NON DEVE essere gestito come impresa di produzione il cui scopo è quello di conseguire l’utile). Famiglia Azienda famigliare di consumo e gestione patrimoniale Impresa Azienda di produzione Stato Azienda composta pubblica Istituti Azienda no profit no profit C) COMPOSTE Queste imprese erogano servizi di pubblica utilità ma funzionano anche (o solo) con capitali privati Provocazione (intellettuale): sono in grado si soddisfare bisogni collettivi e fornire a tutti i cittadini i servizi che erogano (vedi diapositiva 6) Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 20 Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 21 2) SOGGETTO ECONOMICO • azienda privata • azienda pubblica – di enti pubblici territoriali (regioni/province/comuni); di enti pubblici istituzionali (INPS, INAIL, CCIAA) 3) SOGGETTO GIURIDICO persona a cui fanno capo i diritti e le obbligazioni dell’azienda • (vedi approfondimento) Categoria 4) DIMENSIONI impresa • piccola impresa • decide l’imprenditore Microimpresa • flessibilità produttiva • prodotti personalizzati Piccola impresa • media impresa Media impresa • grande impresa • decidono i manegers • specializzazione e rigidità produttiva • prodotti standardizzati Docente: Zerbini Matteo Occupati Volume affari max < 10 < 2 ml € < 50 < 10 ml € < 250 < 50 ml € Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 22 Approfondimento – TIPI DI SOCIETA’ Sotto l'aspetto organizzativo, le società si distinguono nei seguenti tipi: 1. Società di persone - le società semplici (s.s); - le società in nome collettivo (s.n.c.); - le società in accomandita semplice (s.a.s.). 2. Società di capitali - le società per azioni (s.p.a.); - le società in accomandita per azioni (s.a.p.a.); - le società a responsabilità limitata (s.r.l.). Tutte le suddette società hanno scopo di lucro, cioè sono costituite al fine di conseguire degli utili che verranno successivamente ripartiti tra i soci. La scelta del tipo di società che si intende costituire è essenzialmente rimessa alla volontà delle parti che la pongono in essere: una sola limitazione è stabilita per le società aventi per oggetto l'esercizio di un'attività commerciale, le quali non possono assumere il tipo della società semplice. Esiste, inoltre, la possibilità di costituire ulteriori tipi di società nelle forme delle società cooperative e di mutua assicurazione aventi tutte scopo mutualistico. Esse, cioè, hanno lo scopo di fornire direttamente ai soci beni, servizi od occasioni di lavoro a condizioni più vantaggiose di quelle che i soci stessi otterrebbero sul mercato. Alle società cooperative si applicano, in quanto compatibili, le norme della società per azioni o, nei casi di legge, quelle delle società a responsabilità limitata. Le società di mutua assicurazione sono regolate dalle norme stabilite per le società cooperative, in quanto compatibili. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 23 SOCIETA’ DI PERSONE Le società di persone non hanno personalità giuridica e agiscono sotto una "ragione sociale" come strumento di individuazione della società e della relativa forma giuridica. Le caratteristiche comuni delle società di persone sono: • prevalenza dell'elemento personale (socio) su quello economico (conferimenti) • non è necessario un capitale minimo per la costituzione • tutti i soci amministratori possono essere chiamati a rispondere anche con il loro patrimonio personale per i debiti sociali (responsabilità illimitata) e anche della quota di spettanza degli altri soci (responsabilità solidale). • l'amministrazione può spettare solo ai soci • qualsiasi modifica dei patti sociale necessita il consenso unanime dei soci. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 24 Società semplice (S.s) La società semplice è la società di persone a responsabilità illimitata, riservata a tutte le attività economiche non commerciali. E' la tipologia di società più diffusa in agricoltura e per le attività di gestione di beni mobili e immobili. Società in nome collettivo (Snc) E' la società di persone in cui tutti i soci sono considerati amministratori. E' tuttavia possibile disciplinare diversamente l'amministrazione sociale prevedendo ad esempio l'amministrazione congiunta o mista (disgiunta per le operazioni di ordinaria amministrazione e congiunta per quelle di straordinaria amministrazione). Dal punto di vista fiscale e previdenziale occorre: • attribuzione del numero di partita IVA • iscrizione presso il Registro delle Imprese • iscrizione all'INPS ed eventualmente all'INAIL • richiesta eventuale di licenze o autorizzazioni amministrative, sanitarie... • tenuta di una regolare contabilità Per la costituzione della società è necessario un atto notarile nella forma di scrittura privata oppure l'atto pubblico. Società in accomandita semplice (Sas) La società in accomandita semplice è la società di persone: • a responsabilità illimitata per i soci accomandatari (cioè coloro che amministrano) • e limitata per gli accomandanti (cioè coloro che apportano solo capitale e hanno un rischio d'impresa limitato al conferimento eseguito). Obblighi fiscali, previdenziali e costitutivi sono identici alla s.n.c. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 25 Società cooperative Le società cooperative sono società che realizzano un profitto come fatto eventuale e non essenziale. Esercitano attività d'impresa perseguendo uno scopo mutualistico (cioè diverso dallo scopo di lucro). Tale scopo si traduce nel fornire beni o servizi o lavoro direttamente ai soci della cooperativa a condizioni più vantaggiose di quelle che gli stessi otterrebbero sul mercato. La cooperativa è assimilata alle società di capitali con alcune peculiarità: • non ha lo scopo di lucro • richiede un numero minimo di 9 soci cooperatori; se però la cooperativa adotta le regole della Srl e i soci sono persone fisiche il numero minimo è di 3 soci • ogni socio ha diritto ad un voto indipendentemente dalla quota di capitale sottoscritto • non è richiesto un capitale sociale minimo ma è fissato il valore minimo delle quote (attualmente 25 euro). Il capitale sociale è perciò variabile in base al numero di soci e alle quote sottoscritte da ciascuno • hanno diritto al voto tutti coloro che risultano iscritti nel libro dei soci almeno 90 giorni prima dell'assemblea • è possibile lavorare in cooperativa come socio lavoratore lavoratore dipendente Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 26 Le caratteristiche fondamentali della cooperativa sono: • scopo mutualistico: la finalità della società non è la realizzazione degli utili da distribuire ai soci, ma la produzione di beni e servizi per soddisfare i bisogni dei soci (anche se i beni e servizi prodotti che non vengono consumati dai soci possono essere venduti anche ai non soci) • omogeneità dei soci Le diverse tipologie E' possibile definire due diversi tipi di società cooperative: • società cooperative a mutualità prevalente • operano prevalentemente con il lavoro dei soci • rispettano i vincoli istituzionali delle cooperative e cioè: • divieto di distribuzione dei dividendi in misura superiore all'interesse dei buoni postali fruttiferi aumentato del 2,5% • divieto di distribuzione delle riserve tra i soci durante la vita della cooperativa • in caso di emissione di strumenti finanziari, impossibilità che gli stessi siano remunerati in misura superiore al 2% del limite massimo dei dividendi • obbligo di devolvere, in sede di liquidazione, il patrimonio netto al fondo per lo sviluppo della cooperazione • sono iscritte nell'apposito Albo • altre società cooperative hanno scopo mutualistico non usufruiscono di agevolazioni fiscali (tranne rare eccezioni) possono trasformarsi in altre forme societarie possono distribuire dividendi non sono obbligate, in sede di liquidazione, a devolvere il patrimonio netto al fondo per lo sviluppo della cooperazione sono iscritte nell'apposito Albo Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 27 SOCIETA’ DI CAPITALI Le società di capitali hanno: • personalità giuridica; • agiscono sotto una "denominazione sociale" che, deve contenere l'indicazione della forma giuridica (Srl, Spa...). Le caratteristiche comuni delle società di capitali sono: • prevalenza dell'elemento economico (conferimento) su quello personale (socio) • di norma è più facile cedere le proprie quote sociali rispetto a quelle detenute nelle società di persone • i creditori possono rivalersi esclusivamente sul patrimonio sociale (responsabilità limitata) • l'amministrazione può spettare anche a non soci Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 28 Società a responsabilità limitata (Srl) E' la forma più snella e diffusa tra le società di capitali. I soci possono esercitare direttamente l'attività; l'amministrazione può essere affidata anche a non soci. La Srl ha le seguenti caratteristiche: • il capitale minimo necessario per la costituzione è di 10.000,00 euro • il capitale sociale è diviso in partecipazioni o quote che, di regola, danno un potere decisionale proporzionale al conferimento • la società deve essere costituita per atto pubblico • la società può essere costituita a tempo indeterminato • se il conferimento è in denaro è obbligatorio il versamento presso una banca del 25% dello stesso. • il trasferimento delle partecipazioni (quote) può avvenire con atto notarile o, se i contraenti sono dotati di firma digitale, con atto informatico redatto da un commercialista • l 'obbligo di dotarsi di un organo di controllo interno se il capitale sociale è superiore a 120.000 euro Dal punto di vista previdenziale e assistenziale occorre: • ottenimento del numero di codice fiscale e della partita IVA • iscrizione presso il Registro delle Imprese • iscrizione all'INPS ed eventualmente all'INAIL • richiesta eventuale di licenze o autorizzazioni amministrative, sanitarie.. • tenuta di una regolare contabilità Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 29 Società a responsabilità limitata con unico socio (Srl unipersonale) E' un tipo particolare di società a responsabilità limitata in cui il capitale sociale risulta essere sottoscritto da un unico soggetto. La Srl unipersonale ha le seguenti caratteristiche: • il capitale sociale deve essere versato (anche in caso di aumento) • negli atti e nella corrispondenza va indicato il fatto che si tratta di una Srl unipersonale • la possibilità per l'imprenditore individuale di usufruire della limitazione di responsabilità La limitazione della responsabilità non è possibile quando ricorrono contemporaneamente le seguenti condizioni: • la società è insolvente e il capitale sociale non è stato versato per intero • non è stata effettuata la prescritta pubblicità nel registro delle imprese dell'unico socio Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 30 Società per azioni (Spa) La società per azioni è la società solitamente utilizzata dalle imprese che presentano un tasso di rischio ed un volume di investimenti piuttosto elevati. I settori normalmente più interessati a questo tipo di forma giuridica sono il credito, la finanza, la grande industria, la grande distribuzione. La Spa ha le seguenti caratteristiche: • il capitale minimo necessario per la costituzione è di 120.000 euro • il capitale sociale è diviso in azioni che, di regola, sono titoli di credito liberamente acquistabili e vendibili sul mercato • la società deve essere costituita con atto pubblico • la società può essere costituita a tempo indeterminato • nel caso in cui il conferimento del socio avvenga in denaro, è obbligatorio il versamento presso una banca del 25% del capitale sottoscritto • la possibilità di emettere obbligazioni • l'obbligo di un Organo di controllo interno Dal punto di vista previdenziale e assistenziale occorre: • ottenimento del numero di codice fiscale e della partita IVA • iscrizione presso il Registro delle Imprese • iscrizione all'INPS ed eventualmente all'INAIL • richiesta eventuale di licenze o autorizzazioni amministrative, sanitarie... • tenuta di una regolare contabilità Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 31 Società in accomandita per azioni (Sapa) E' una società di capitali: • a responsabilità illimitata per i soci accomandari (cioè coloro che amministrano) • e a responsabilità limitata per gli accomandanti (cioè coloro che rispondono limitatamente alla quota conferita) A differenza di quanto avviene nelle Spa si diviene amministratori con l'adesione al contratto sociale e non per nomina assembleare Le altre caratteristiche sono analoghe a quelle previste per la Spa. Il capitale minimo per la costituzione è di 120.000,00 euro . Nota tecnica Con l’introduzione della L. 40/07, le comunicazioni relative all’iscrizione, modificazione e cessazione di un’impresa da effettuare al Registro Imprese, all’Agenzia delle Entrate , all’Inps e all’Inail sono sostituite dalla “Comunicazione Unica” che l’imprenditore effettua solo presso il Registro Imprese territorialmente competente per via telematica. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 32 SCOPI IMPRENDITORE – LIVELLI DI PRODUZIONE SCOPO dell’IMPRENDITORE, come si è visto, è il MASSIMO PROFITTO, questo viene ottenuto: • con l’organizzazione e la gestione dei fattori produttivi INTERNI, cioè sotto il dominio dell’imprenditore, • tenendo conto però dei fattori ESTERNI (condizionamenti o vincoli) che l’imprenditore non può dominare. FATTORI INTERNI Il livello di produzione viene scelto e può essere cambiato in funzione di un periodo di produzione (breve, medio, lungo), a seconda del quale l’imprenditore può variare o meno alcuni fattori della produzione. Nel breve periodo (di solito < 1 anno): • Fattori fissi costi fissi (ci sono anche se non si produce) capitali fissi non modificabili (terra, fabbricati, macchinari) e dipendenti fissi • Fattori variabili costi variabili (variano secondo quantità utilizzata) capitali circolanti (materie prime, beni di consumo) che si possono variare in maniera continua, cioè secondo dosi successive di consumo. Nel lungo periodo Tutti i fattori possono essere variabili (nuovo modello strutturale, di produzione, nuovi impianti); in ogni caso i fattori fissi sono modificabili in maniera discontinua (a scatti): un terreno due terreni non pochi metri quadri in più Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 33 I fattori interni possono, inoltre, essere: • limitazionali : devono essere assolutamente impiegati, sostituzione nulla • sostituzionali: possono essere parzialmente sostituiti tra di loro, si sceglie il meno costoso ( macchine / operai) • alternativi: si possono sostituire fra di loro, ma la sostituzione è totale • illimitati: facilmente acquistabili sul mercato (a patto di avere capitale per l’acquisto) e quindi se ne può avere nella quantità desiderata e ottimale • limitati: non facilmente reperibili sul mercato (disponibilità di terra), si usa la quantità disponibile FATTORI ESTERNI (condizionamenti) • prezzi dei prodotti e dei mezzi di produzione • norme giuridiche (in materia di fisco, lavoro, in generale) • contratti collettivi nazionali e provinciali del lavoro • distanza dell’azienda da luoghi di commercializzazione • (suolo, clima e cicli biologici per le produzioni agricole) Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 34 L’AZIENDA E LA SUA ORGANIZZAZIONE Relazioni Fra i componenti di una azienda si instaurano relazioni che vengono distinte in tre tipologie: • Gerarchiche o gerarchico-lineari (line) Nelle relazioni gerarchico - lineari si ha un ruolo basato sull’autorità. Un Ruolo Direzionale e più Ruoli Subalterni. • Funzionali (staff) E’ un modello basato sulla specializzazione dei ruoli; non esiste relazione di comando diretta • Miste. Sono le relazioni che si verificano più di frequente nella realtà. Esse derivano direttamente dalla combinazione delle prime due. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 35 Strutture organizzative Per quanto riguarda la parte direzionale di una azienda, si possono distinguere le seguenti strutture organizzative**: 1) Struttura Dipartimentale Al vertice aziendale si trovano i responsabili delle funzioni aziendali (Vertici Funzionali). Si chiama “Dipartimentale” perché storicamente le funzioni si identificano con i dipartimenti. 2) Struttura Divisionale In questo tipo di struttura i ruoli sono specializzati sui prodotti e non sulle strutture. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 36 3) Struttura per Aree Geografiche Le divisioni dei ruoli dipendono dalla realtà dell’ambiente che circonda ogni singola filiale. 4) Strutture miste Comprendono un po’ tutte le strutture viste precedentemente. Nella realtà si verificano spesso strutture di questo tipo. 5) Struttura per progetti E’ una struttura organizzativa contenente una nuova figura: il gruppo di lavoro (Team) coordinato dal responsabile di progetto (Project Manager), che si occupa della interconnessione fra i vari dipartimenti. Si cerca di dare più potere al team andando a limitare l’influenza sul ruolo da parte del responsabile di funzione Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 37 IL MERCATO Si intende L’INCONTRO DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA Mercato merci - fondiario (beni immobili) - dei beni di consumo (famiglie) - beni strumentali (imprese) - monetario / finanziario (titoli di credito) Mercato del lavoro Gli attori sono: -famiglie -imprese -Stato secondo uno schema noto. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 38 IL MERCATO - DOMANDA Quantità di un dato bene che i compratori sono disposti ad acquistare a un certo prezzo Domanda individuale --> (f) bilancio consumatore ; propensione al risparmio / consumo Domanda globale --> domande individuali --> (f) prezzo --> entrata / uscita consumatori marginali prezzi alti --> domanda bassa prezzi bassi --> domanda alta CURVE DI DOMANDA rigida elastica PREZZO del bene la domanda può variare anche per: - aumento reddito consumatori - aumento popolazione (aumento demografico) Variazioni - variazione dei gusti domanda - aspettativa prezzi futuri - prezzo beni alternativi - prezzo beni complementari QUANTITA’ di bene acquistabile Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 39 IL MERCATO - OFFERTA Quantità di un dato bene che i produttori sono disposti a vendere ad un certo prezzo Offerta individuale --> (f) costi di produzione Domanda globale --> offerte individuali prezzi alti --> offerta alta prezzi bassi --> offerta bassa l‘offerta può variare anche per: -variazione costi di produzione (materie prime / lavoro / costo denaro / tecnologia / imposte) PREZZO del bene CURVE DI OFFERTA rigida Variazioni offerta elastica - variazione numero produttori - variazione dei gusti - guerre / carestie / calamità naturali - speculazioni (accumulo scorte) - prezzo beni alternativi / complementari QUANTITA’ del bene offerto Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 40 IL MERCATO – PREZZO DI EQUILIBRIO Il mercato in regime di libera concorrenza bilaterale (sia delle famiglie sia dei produttori) tende <<naturalmente>> verso l’equilibrio Il prezzo di equilibrio può variare per le variazioni delle curve di domanda e di offerta Si parla di SISTEMA DI PREZZI (legati da rapporti economici globali) PREZZO DI EQUILIBRIO solo in mercato perfetto invenduto PREZZO __p1 equilibrio __P __p2 richiesta QUANTITA’ Docente: Zerbini Matteo MERCATO PERFETTO Per uno stesso bene, nello stesso istante c’è un unico prezzo -aperto a tutti (- polverizzazione domanda e offerta - mobilità imprese e fattori produzione) -trasparente (si conoscono prezzi e offerte varie) -omogeneo (i beni sono uguali / confrontabili) -privo di preferenze (no condizionamenti / accordi) Q Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 41 IL MERCATO PERFETTO – DEFORMAZIONI E PREZZI Il mercato perfetto subisce numerose deformazioni: -Grandi imprenditori (posizione di forza su concorrenti/fornitori/consumatori) -Imprenditori disonesti (lavoro nero / evasione fiscale / criminalità) -Pubblicità (condiziona scelte consumatori) -Dazi doganali (squilibrano il mercato nel commercio internazionale) -Dumping (fiscale / sociale / ambientale) -Corruzione pubblica (in appalti pubblici che favorisce alcune aziende) -Lobbies (gruppi di potere economico condizionano scelte politiche) -Politica economica (può favorire alcuni settori) Nel mercato perfetto si individuano: -imprenditori ordinati (imprese marginali) --> costi produzione ordinari (molti) -imprenditori incapaci (imprese extramarginali) --> costi produzione elevati (pochi) -imprenditori capaci (imprese intramarginali) --> costo produzione basso (pochi) Sul lungo periodo si ipotizza che: • la concorrenza porti ad un aumento dell’offerta • conseguente diminuzione dei prezzi • uscita dal mercato delle imprese extramarginali • produzione delle altre imprese rende costante offerta • prezzo che tende ad eguagliare il costo unitario medio di produzione delle imprese marginali rendendo nullo il profitto Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 42 IL MERCATO– OLIGOPOLIO Presenza di poche imprese (anche pochi consumatori) Tendenza naturale del mercato -uscita delle imprese extramarginali -maggiore efficienza di grandi imprese in alcuni settori (auto / petrolio / chimica / comunicazioni / elettronica / energia / acqua) SE I pochi imprenditori continuano a farsi leale concorrenza (teoria dei giochi basata su previsione del comportamento (razionale) dei giocatori) --> il mercato resta in equilibrio teorico SE I pochi imprenditori si accordano (cartelli di produzione) e la competizione avviene non più sui prezzi ma solo evidenziando aspetti secondari dei propri prodotti rispetto a quelli dei concorrenti --> maggiori profitti a danno dei consumatori Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 43 IL MERCATO– MONOPOLIO L’offerta di un bene (che non ha succedanei) è esercitata da un solo produttore, mentre la domanda è frazionata in molti acquirenti • monopolio di fatto (abilità / brevetti / controllo materie prime / capacità tecnologiche) • monopolio naturale (necessità economica per ridurre i costi di produzione) • monopolio legale (per esigenze di servizio pubblico / fiscale / sociale) --> il prezzo del bene è fissato a priori dal monopolista (non stimola ad efficienza produttiva / prezzi alti per i consumatori) PREZZO del bene CURVE DI DOMANDA area profitto massimo __P __C • Il prezzo viene scelto dal monopolista in base: -alla curva della domanda -alla curva del costo unitario medio di produzione in un punto (di Cournot C) che permette al monopolista il massimo profitto • __K __K minimo Il prezzo viene differenziato dal monopolista in base alla disponibilità di spesa dei consumatori, per ciascuna fascia di reddito viene stabilito un prezzo. QUANTITA’ del bene Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 44 IL MARKETING È più facile produrre o vendere un bene? Fattore Produzione Figura Economica Terra (Capitale Fondiario) Proprietario Capitale Capitalista Lavoro Lavoratore Organizzazione Imprenditore Informazione Imprenditore ( Risorse aziendali) -innovazioni tecnologiche -desideri dei consumatori -prezzi e offerte dei concorrenti -modalità e luogo di offerta del proprio prodotto MARKETING tutte le attività che partecipano alla creazione di utilità (soddisfazione) di luogo, di tempo e di possesso. MARKETING MANAGEMENT processo di pianificazione e realizzazione delle variabili del marketing mix. Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 45 MARKETING MIX 1. Product (prodotto) bene (o servizio) desiderato dal consumatore 2. Price (prezzo) cifra che il consumatore è disposto a pagare 3. Place (luogo) luogo in cui il consumatore vuole acquistare quel bene 4. Promotion (promozione) caratteristiche merceologiche e disponibilità del prodotto • identificare i bisogni del consumatore • effettuare ricerche di mercato • creare il prodotto • determinare il prezzo Produrre ciò che si è in grado di vendere • distribuire piuttosto che vendere ciò che si produce • promuovere Il marketing ha come scopo quello di soddisfare i bisogni del cliente Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 46 All’interno dell’azienda l’attività di marketing va coordinata: - Personale dedicato interamente alle ricerche di marketing (product – price – place – promotion) -Tutto il personale formato alla soddisfazione del cliente Il cliente soddisfatto sarà sempre cliente, porterà altri clienti, non si curerà della concorrenza MARKETING SOCIALE Deve soddisfare le esigenze del consumatore in modo efficiente e concorrenziale ma tutelando il pubblico interesse: - Il fast food piace molto ma … crea problemi di salute ai singoli e costi per la società (spese medico – sanitarie) - Le auto di grossa cilindrata piacciono molto ma … consumano materie prime e inquinano molto Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 47 PIANIFICAZIONE Posizionamento … … dell‘azienda all’interno del mercato che deriva da … Promozione di un prodotto che già esiste nei mercati già serviti … Pianificazione strategica … … obiettivi che si intende perseguire dopo aver analizzato punti di forza e di debolezza … Introduzione di un nuovo prodotto da lanciare in mercati già serviti Introduzione di nuovi prodotti da lanciare su nuovi mercati Introduzione di un prodotto che già esiste da lanciare su nuovi mercati Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 48 SCHEMA DI PIANIFICAZIONE • Pianificazione strategica a livello di impresa analisi dei prodotti e dei mercati (esistenti e nuovi) • Pianificazione strategica a livello di business analisi dell’ambiente esterno (tecnologie, normativa, materie prime) analisi dell’ambiente interno (potenzialità e criticità) • Definizione degli obiettivi (traguardi) aumento reddito / quote mercato / innovazione … • Strategie di azione (cercare la leadership in base a) costi / settori di mercato / segmenti di mercato • Monitoraggio dei risultati • Valutazione Tutto questo viene espresso in un piano aziendale o in casi eccezionali (nuova azienda – riassetti) in un business plan Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 49 RICERCHE DI MARKETING Schema di azione • Problema economico aziendale (riduzione profitto) • Definizione del problema • Definizione dell’obiettivo della ricerca (calo vendite prodotto XYZ) (conoscere la causa) • Individuazione delle fonti e informazioni (Regioni, Istat, Associazioni di Categoria) • Metodo di ricerca (scelta del campione) • Metodo di indagine (saltuario) • Metodo di indagine (continuativo) (sondaggio di opinioni *) ( vari **) • Raccolta informazioni e dati • Elaborazioni dati * Questionario + intervista • Analisi dati • Presentazione dati ** - Sperimentazione (prodotti nuovi e vecchi in aree diverse) • Strategia di risposta - Sopralluogo (rilevazione di personale specializzato) - Panel consumatori (campione permanente) - Negozi pilota (punti vendita strategici e incogniti) - Barometro Marche (quote di mercato delle varie matche) Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 50 SEGMENTAZIONE DEL MERCATO Le aziende devono individuazione gruppi di consumatori simili per esigenze e quindi simili per scelte di acquisto; fattori discriminanti possono essere: -Demografici (Età / Sesso / Reddito) -Geografici (Nazioni / Regioni / Fasce climatiche) -Comportamentali (fedeltà a marchi o negozi / condizionamenti socio – culturali) In funzione di prodotto/i e potenziali acquirenti le aziende possono scegliere tra varie tipologie di marketing: -Marketing di massa = uno o pochi prodotti che cercano di soddisfare i bisogni del maggior numero di consumatori -Marketing differenziato = prodotti diversi promossi in maniera varia per soddisfare i bisogni di diversi segmenti del mercato -Marketing concentrato = un solo prodotto che vuole soddisfare un unico segmento di mercato o un’unica nicchia di mercato Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 51 DIFFERENZIAZIONE E POSIZIONAMENTO Se i prodotti fossero indifferenziati (identiche caratteristiche) l’unica discriminante sarebbe il prezzo* (più basso) saremmo in condizioni di mercato perfetto il prezzo deriva dall’incontro delle curve di domanda e offerta La CONCORRENZA determina DIFFERENZIAZIONE Un prodotto diversificato può essere venduto ad un prezzo più alto -differenze oggettive di caratteristiche -differenze prestazionali -miglioramento della qualità** -confezione -servizi di vendita e/o assistenza -immagine promozionale -marca * Si consideri il VALORE TOTALE -assortimento (gamma) -prezzo monetario di acquisto -tempo impiegato per l’acquisto -linee*** -dispendio di energie ** garanzie di salubrità materie prime e processi *** Ampiezza assortimento --> numero di linee Profondità assortimento --> numero di modelli Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 52 POLITICHE DI PREZZO - 1 Il prezzo per il consumatore = PREZZO – COSTO Il prezzo per l’impresa = PREZZO – RICAVO unico fattore del marketing mix a non generare costi ma a produrre ricavi Il PREZZO va fissato in base a tre criteri: -Analisi della funzione di costo o stima dei costi (--> prezzo minimo) costo base + ricavo = prezzo vendita -Analisi della concorrenza (--> prezzo di riferimento) varie strategie vedi diapositiva successiva -Analisi della curva di domanda e caratteristiche prodotto (-->prezzo massimo) varie strategie vedi diapositiva successiva La politica dei prezzi deve essere realizzata per: -raggiungere un certo margine di profitto sui costi -raggiungere una certa quota di mercato -fronteggiare la concorrenza -mantenere certi volumi di affari Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 53 POLITICHE DI PREZZO - 2 Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 54 PROMOZIONE Codifica ** personale o non personale (televisione / radio / stampa / internet) Messaggio (contenuto / modo / tempo / luogo) Canale di comunicazione** Decodifica Rumore (distorsione) Comunicatore (fonte) impresa Ricevente (audience) Pubblico Retroazione (feedback) Il sistema di promozione può essere: -Vendita personale (porta a porta / stand dedicati …) -Promozione vendite (sconti / premi / omaggi / 3x2 ….) -Pubbliche relazioni (rappresentanti --> --> pubblicità) Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 55 PUBBLICITA’ Forma di comunicazione messa in atto dall’impresa, attraverso un canale non personale e dietro pagamento, allo scopo di presentare e promuovere un prodotto, cercando di influenzare il consumatore e di modificare il suo comportamento. -->Informazione -->Persuasione -->Ricordo Ogni messaggio pubblicitario deve avere ben definito: -Scopo (lancio prodotto / visibilità) -Destinatari (target) -Contenuto (aspetto da promuovere) -Forma (video – audio – fumetto …) -Mezzo di comunicazione (media) -Tempi (durata – periodo) -Costi (Budget) Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 56 CONTROLLO A POSTERIORI Confronto tra obiettivi attesi e obiettivi raggiunti Controllo quota di mercato IN ITINERE Controllo soddisfazione del cliente (customer satisfaction) (metodi analoghi a quelli utilizzati per le ricerche di mercato: questionari / interviste / panel clienti) BENCHMARKING Tecnica di miglioramento sia dei processi produttivi sia dei servizi offerti, attraverso un confronto sistematico con quelle imprese che hanno raggiunto livelli di eccellenza Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 57 SITUAZIONE ECONOMICA SAVONESE Su fa riferimento a statistiche e materiale on-line sui seguenti siti: • www.liguriaricerche.it • www.sv.camcom.gov.it Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 58 BIBLIOGRAFIA •Amicabile S. – “CORSO DI ECONOMIA POLITICA E AGRARIA” Hoepli Editore, seconda edizione 2008 •Borghi F., Torquati B.M., Viva G. – “MERCATI AGROALIMENTARI E SISTEMA ECONOMICO” – Reda Edizioni •Di Pierro D. – “ECONOMIA ED ORGANIZZAZIONE AZIENDALE” Schemi e riassunti Per le Facoltà di Ingegneria www.dipierro.it • Fabris O. – “ELEMENTI DI ECONOMIA AGRARIA” – Edagricole Scolastico, 2003 • Zerbini M. – “APPUNTI PERSONALI” – Appunti universitari, 2002; Appunti per lezioni di economia agraria 2008. SITOGRAFIA (situazione economica ligure e savonese) • www.liguriaricerche.it • www.sv.camcom.gov.it Docente: Zerbini Matteo Corso Apprendisti - Organizzazione&Economia 59