XXII stagione di spettacoli per le scuole dell

A SCUOLA A TEATRO
Anno scolastico 2011-2012
L A BO T T E E IL C IL IND RO
XXII stagione di
spettacoli per le
scuole dell’obbligo
Ecco il calendario e le informazioni sugli spettacoli della ventunesima stagione che La botte e il cilindro dedica alle scuole
di base al Teatro Ferroviario in collaborazione con
l’assessorato alla Cultura
del Comune di Sassari.
Otto
compagnie nazionali e una catalana, 15 titoli per 63 repliche accompagneranno bambini,
ragazzi e insegnanti da
novembre fino a marzo. Il
costo del biglietto è di 5
euro, l’inizio degli spettacoli alle ore 10. Come
sempre le scuole interessate dovranno prenotare
gli spettacoli e i giorni desiderati alla segreteria del
Ferroviario:
tel 0792633049
fax 0792633197, oppure
[email protected]
Ministero per i Beni
e le Attività Culturali
10,11,12,13 gennaio
La botte e il cilindro
CARTACANTASTORIE
(4-8 anni)
19,20,23,24,25,26,27,30,31 gennaio
La botte e il cilindro
CAPPUCCETTO ROSSO
4,7,8,9,10,11 novembre
La botte e il cilindro
GARABALDA FA FARATA
(il Risorgimento raccontato ai ragazzi)
(6-11 anni)
14,15,16 novembre
Teatro Instabile (Or)
LA FILOSOFIA DEL CAMMELLO
(6-13 anni)
21,22,23 novembre
Is Mascareddas (Ca)
ANIMA E CORU
(dai 4 anni)
25,28,29,30 novembre
La botte e il cilindro
LA BELLA CHE SPOSÒ LUSBÈ
(6-11 anni)
1 e 2 dicembre
La botte e il cilindro
FANTASIA ORIENTALE
(6-11 anni)
9,12,13,14,15,16,19, 21 dicembre
La botte e il cilindro
LO SCHIACCIANOCI
(6-11 anni)
Regione Sardegna
Assessorato Spettacolo
Comune di Sassari
Assessorato Spettacolo
13,14 febbraio
L‟Uovo (Aq)
IL GIRO DEL MONDO IN 80
GIORNI
(6-11 anni)
27,28,29 febbraio
AIDA (Vr)
I RAGAZZI DELLA VIA PAAL
(8-13 anni)
5,6,7 marzo
La botte e il cilindro
IL GATTO CON GLI STIVALI
(4-11)
9,12,13,14 marzo
Toni Zafra (Barcellona)
IL GRAN CIRCO DELLE MARIONETTE
(dai 4 anni)
19,20,21,22 marzo
La botte e il cilindro
IL GATTO MAMMONE
(4-11 anni)
26,27,28,29 marzo
La botte e il cilindro
FILASTROCCHE
(4-8 anni)
2,3,4 aprile
Teatro Libero (Pa)
PINOCCHIO
(9-13 anni)
Provincia di Sassari
Assessorato Cultura
Fondazione
Banco di Sardegna
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4,7,8,9,10,11 novembre
La botte e il cilindro
GARABALDA FA FARATA (il Risorgimento raccontato ai ragazzi)
con Daniela Cossiga . Scritto e diretto da
Sante Maurizi (età consigliata 6-11 anni)
La bandiera di tre colori
è sempre stata la più bella:
noi vogliamo sempre quella,
noi vogliam la libertà!
Eccola qui, la “bandiera di tre colori”. La
bandiera italiana: verde, bianco, rosso.
Verde come l’erba del prato. Bianco come
le montagne dopo nevicato. Rosso come il
sangue del soldato. Così cantavano i nostri bis e tris-nonni. Ma cantavano anche:
Garibaldi fu ferito
fu ferito ad una gamba
Garibaldi che comanda
che comanda i suoi solda’!
14,15,16 novembre
Teatro Instabile (Or)
LA FILOSOFIA DEL CAMMELLO
(6-13 anni)
Un giovane turista è in viaggio nel deserto del Sahara, nella zona sud dell‟Algeria.
A causa di un inconveniente accaduto
all'autobus su cui viaggiava, si allontana
dal gruppo e si ritrova da solo in mezzo al
deserto.
Non si impaurisce e comincia a fare castelli di sabbia, a fantasticare e, con la
mente, percorre strade immaginarie dentro quello strano ambiente tanto affascinante quanto misterioso, il bellissimo
deserto del Sahara.
Conoscerà i viandanti del deserto, con
loro mangerà pane azzimo e berrà latte di
capra, conoscerà i cammelli, le volpi e
tanti altri animali del deserto e inseguirà
anche i miraggi.
21,22,23 novembre
Is Mascareddas (Ca)
ANIMA E CORU
(dai 4 anni)
Anima e coru rappresenta una tappa
significativa del percorso della Compagnia Is Mascareddas. Nato in occasione
del suo trentennale, lo spettacolo è
mosso dall‟esigenza di un tributo simbolico, al lavoro svolto in questi anni,
ma anche al ruolo che ancora la burattineria riveste, sebbene silentemente,
nel panorama delle possibilità espressive delle arti sceniche, con la sua straordinaria capacità di emozionare.
Anima e cuore sono gli ingredienti che
un burattinaio deve trasferire nel corpo del burattino perché possa verificarsi il prodigio tutto peculiare del Teatro
di Animazione, in cui un oggetto inani-
a scuola a teatro
Garibaldi è stato ferito? Dove? Quando?
Chi è stato? E perché?...
Ma prima di rispondere a queste domande ecco che la canzone diventa una filastrocca:
Garabalda fa farata
fa farata ad ana gamba
Garabalda ca camanda…
Garabalda cacca manda? Ma come ti
permetti?
No! Aspetta! Non è finita:
Garabalda ca camanda
ca camanda a saa salda’!
Come come?... ca camanda a saa salda’?.
... ah, ho capito!...
Benissimo! Dai! continua con me:
Gherebelde fe ferete
fe ferete ed ene ghembe
Gherebelde che chemende
che chemende e see selde’!...
Incontrerà un piccolo cane di nome Asshan che diventerà il suo più fedele compagno, conoscerà Mohammed, un bambino del deserto, che gli racconterà storie
incredibili e molto emozionanti. Con lui si
siederà a sognare, con le stelle costruirà
fantastici e onirici paesaggi, conoscerà la
guerra e gli parrà di aver combattuto per
davvero. Diventerà esso stesso parte del
Sahara, gli sembrerà di essere diventato
di sabbia e vecchio e cieco conoscerà la
vera storia del popolo Saharawi che tanti
e tanti anni fa, è stato costretto a
fuggire dalla sua terra per vivere esule in
un paese straniero.
“La filosofia del cammello” è uno spettacolo teatrale che il drammaturgo Aldo
Sicurella ha ideato e scritto al suo rientro
dal deserto Algerino dove è stato per una
settimana nella doppia veste di podista e
maestro di teatro partecipando ad una
mato, agli occhi del pubblico, prende
vita.
Una vita capace di forza espressiva
straordinaria, in grado di incaricarsi di
un valore emotivo forte, in cui il corpo
del pupazzo diventa punto di incontro
tra il pubblico e il burattinaio, trasformandosi nella sede, concreta e immaginaria allo stesso tempo, in cui si genera un accordo tacito ma inscindibile di
scambio poetico, estetico e civile.
Anima e cuore, del resto, sono anche le
risorse da impiegare per svolgere il
mestiere di burattinaio per trent‟anni.
Lo spettacolo articola una girandola di
dieci episodi, brevi sketch, alcuni basati su idee nuove, altri su idee da repertorio, in cui si susseguono personaggi,
stili, tecniche di animazione e climi
poetici diversi. Tutte rappresentative
di una precisa tecnica di lavoro. La pa-
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Ecco: con una filastrocca, con un gioco,
inizia il nostro viaggio lungo il Risorgimento. Gli avvenimenti che portarono
all‟Unità d‟Italia con i suoi protagonisti
(Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Cavour, Mazzini,Verdi) rivivranno attraverso giochi, animazioni e canzoni. Come “La battaglia di Magenta” (C’era un
bel dì la battaglia di Magenta / che bel
piacere vedere i cavalier…). Ma anche
attraverso l‟immenso repertorio iconografico di dipinti, affreschi, nomi di piazze e vie, monumenti che abitano da 150
anni le nostre città e ai quali quasi non
facciamo più caso. Grazie all‟interazione
dell‟attrice con le proiezioni sullo schermo gigante, le immagini di battaglie e
personaggi coinvolgeranno i piccoli spettatori nell‟essere parte della storia. Con
la convinzione che sia ancora possibile,
come capitò alle generazioni che ci hanno preceduto, appassionarci alla Storia.
maratona di solidarietà con il popolo Saharawi e realizzando con un gruppo di
bambini Saharawi un progetto di
drammatizzazione. Le vicende del protagonista, turista occidentale che si perde
nel deserto, a volte narrate e a volte riviste come in un flashback, ci conducono in
un mondo affascinante e contradditorio
entro il quale le grandi forze della natura
spesso violente e distruttive contrastano
con la dolcezza, la felicità e la saggezza
dei suoi abitanti. La vulnerabilità
dell‟uomo diventa strumento per acquisire una filosofia di vita che crede porta a
credere in un domani migliore ed in una
futura libertà. Il recinto che racchiude
musicisti ed attore su una sorta di duna,
si apre verso la platea e avvicina lo spettatore in un emozionante contatto con “il
deserto”.
noramica sul lavoro di Is Mascareddas,
diventa così il pretesto per raccontare
la storia della burattineria e le sue caratteristiche, in un continuo rimando
tra narrazione del burattinaio, che interviene tra un episodio e l‟altro, meccanismi di coinvolgimento del pubblico,
che diviene così parte integrante e interattiva dello spettacolo, e gli episodi
interamente dedicati ai burattini.
Rivolto a tutto il pubblico, come nella
più originale tradizione del Teatro di
Animazione, lo spettacolo porta in scena il rigore e la raffinatezza di un lavoro scrupoloso nella tecnica e nella poetica, unito all‟esigenza di rivolgersi ad
un pubblico popolare, rendendosi disponibile a tutte le esigenze di fruizione.
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25,28,29,30 novembre
La botte e il cilindro
LA BELLA CHE SPOSÒ LUSBÈ
(6-11 anni)
C‟erano una volta… Scianca e Pillanca,
Folletti dalle Sette Berrette, custodi di
favolosi tesori e di antiche, fantastiche
storie… e c‟era pure un povero Maniscalco che aveva tre figlie femmine freddolose da maritare: Tremotutta, “la più
grande e la più brutta”, che non vedeva
l‟ora di potersi sposare; Tremebonda,
“grassa grassa e tonda tonda”, che non
sdegnava mai di desinare; infine Tremolina, “la più piccina, buona e bella come
una stella”, ma sveglia e risoluta sotto la
scorza gentile…C‟era anche il figlio maschio del maniscalco, Sona Sona, suonatore abilissimo di qualunque strumento
musicale, partito alla ventura in cerca di
fortuna, che incontra sulla via del ritor-
1 e 2 dicembre
La botte e il cilindro
FANTASIA ORIENTALE (6-11 anni)
di Nadia Imperio
con Stefano Chessa, Luisella Conti,
Nadia Imperio, Consuelo Pittalis
regia Pier Paolo Conconi
C'era una volta, nella lontana Cina,
una principessa. Era l'unica figlia
del re di Pechino, ed era famosa in
tutto l'Oriente per tre motivi: era
bellissima, intelligente e crudele. E
aveva anche fatto voto di non sposarsi mai. Il re insisteva, così sua figlia
aveva escogitato un trucco per rimandare le nozze all'infinito: si sarebbe sposata solo con il pretendente
che avesse risolto tre enigmi da lei
9,12,13,14,15,16,19, 21 dicembre
La botte e il cilindro
LO SCHIACCIANOCI
(6-11 anni)
È Natale il periodo più magico
dell‟anno, la festa che tutti i bambini
del mondo aspettano per intere settimane con trepidazione. L‟aria è piena di
eccitante attesa. Fuori, il freddo inverno
scandisce il tempo dei giorni di festa.
Nelle case, il grande albero di Natale si
riempie di doni che i piccoli come gli
adulti non vedono l‟ora di aprire. Anche
Clara e Fritz attendono con desiderio il
momento in cui tutti gli orologi scoccheranno l‟ora in cui i grandi daranno a
ciascuno il permesso di scoprire quale
sorpresa racchiudono quei pacchi colorati. Ecco, fra i tanti regali, il regalo più
misterioso di tutti. Uno schiaccianoci.
Un giocattolo neanche bello, anzi, brut-
a scuola a teatro
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no i due folletti col loro “siddadu” e i loro
racconti. Ma fra storie, suonatine e gare
di velocità, che accade intanto a casa del
maniscalco? Accade che un brutto giorno
di un freddo inverno, il pover‟uomo si
rechi nel bosco a cercar legna,
quand‟ecco spuntare dal nulla nientemeno che il “fosco e losco Visconte di Lusbé”, ossia il Diavolo, ossia Lu Bestiu!, e
che, per aver salva la vita, il maniscalco
sia costretto a dargli in moglie prima
una figlia, poi la seconda e financo la
terza, con grande disappunto di Satanasso che ogni volta si lamenta delle
mogli “difettose”, ma…Che fine hanno
fatto davvero Tremotutta e Tremebonda? Saprà Tremolina scoprire cosa si
cela dietro le Porte Proibite? Forse sì,
non senza l‟aiuto però del fratello Sona
Sona che nel frattempo, grazie alla Strega del Bosco e a Scianca e Pillanca, avrà
ricevuto in dono una Chiave Che Apre
Tutte Le Porte e altro ancora…
stessa inventati. Chi avesse osato
sfidarla e avesse perso avrebbe avuto
la testa tagliata. Questa novella orientale ha dato origine a tante famose versioni; la più famosa è senza
dubbio "Turandot", la fiaba di Carlo
Gozzi, divenuta poi opera lirica di
Puccini. La nostra versione propone
un primo approccio divertente e insieme affascinante al linguaggio del
teatro delle ombre, che proprio in
Oriente ha le sue origini, e che nello
spettacolo diventa interazione fra
l'attore in carne ed ossa e le ombre in
nero che agiscono dietro il loro schermo. I bambini seguiranno gli sviluppi della storia, rappresentata anche
attraverso l'uso di maschere e pupazzi, ma potranno anche essere coinvolti nel racconto dagli attori-
animatori che, eseguendo a vista
cambi di costume e animazione delle
ombre, introdurranno i bambini alla
dimensione dinamica del teatro, in
cui si entra e si esce dal proprio personaggio a seconda del momento, esattamente come fa il bambino quando gioca.
tino. A cui però Clara si affeziona
all‟istante, inspiegabilmente attratta
dalla sua enigmatica espressione. Quel
giocattolo le ricorda qualcuno. Forse un
principe. Forse il suo compagno Nicola… Un sogno. E in questo sogno, frotte
di orribili topi-vampiro che, guidati dal
Re dei Topi, si scagliano proprio contro
l‟indifeso Schiaccianoci e la sua protettrice. Se non arrivassero in soccorso le
bambole meccaniche, i pupazzi e tutti i
giocattoli di Clara, chissà come andrebbe a finire… Invece, come spesso accade
nei sogni o negli incubi di piccoli e grandi, la paura non viene sola, ma si porta
dietro meraviglia, stupore, o
l‟insondabile enigma dell‟amore… Come
spiegare altrimenti che un brutto giocattolo possa tramutarsi in un meraviglioso principe?...Come resistere e non
soccombere di fronte a un gigantesco e
orrendo nemico, molto più grande e for-
te di noi, che è il desiderio e la paura di
un bambino (o, in questo caso, di una
bambina) di diventare grandi?...
Sono i due Folletti dalle Sette Berrette a
condurci dentro il bosco di Lusbé e a dipanare i fili di questa fiaba sarda che ha
il sapore di altre fiabe europee (come “La
Bella e la Bestia” o “Barbablù”) ma che
si ispira invece alla “paristoria” raccontata da Amelia Piredda, masthra „e contascias di Siligo, all‟autore del testo,
Francesco Enna, il quale ne ha trascritto
la voce, i toni, i colori. Momenti e movimenti che scenografie, maschere e costumi riprendono nella vivacità, ma anche
nei chiaroscuri, di un mondo magico e
misterioso che può vivere in fondo alla
stradina di campagna su cui ci ritroviamo a camminare in un freddo giorno
d‟inverno.
Con questo spettacolo la Compagnia mette in scena uno dei classici invernali per
eccellenza, capace di coinvolgere nello
spirito favolistico natalizio sia gli adulti
che i più piccini. Il nostro spettacolo, ispirato alla fiaba originale di E.T. A. Hoffmann e la cui fortuna nacque dalla trasposizione in forma di balletto ad opera
del musicista Chajkovskij e del coreografo Petipa, invita lo spettatore ad entrare
nell‟atmosfera magica di un colorato sogno fatto di danza, musica e parole, dove
la componente dell‟avventura e del gioco
fa da contraltare a quella delle paure e
delle ansie proprie dell‟infanzia. Senza
dimenticare che a dare un senso a tutto è
la figura di Drosselmeyer, evocatore di
altri mondi, di altre magie
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10,11,12,13 gennaio
La botte e il cilindro
CARTACANTASTORIE
scritto e diretto da Sante Maurizi
con Daniela Cossiga
(4-8 anni)
C‟era una volta una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina. Era
proprio bella, bella davvero. E stava
in via dei Matti numero zero. Ci abitava un bambino di nome Carletto,
un po‟ monello: tirava la coda al gatto, rubava la cioccolata, diceva alla
nonna che era ingrassata. Il padre di
Carletto, un uomo con la barba rossa
e blu, era capitano di una nave: molto
spesso era lontano, a lavorare con la
sua barca. In genere andava a Santa
Fè, a prendere il caffè. Ma una volta
che era a casa con Carletto gli disse:
19,20,23,24,25,26,27,30,31 gennaio
La botte e il cilindro
CAPPUCCETTO ROSSO
di Consuelo Pittalis, dai fratelli
Grimm, Perrault e altri
(5 - 12 anni)
State bene attenti...c'era una volta
un bosco. Vicino a questo bosco in un
piccolo villaggio, abitavano una
mamma con la sua bambina, che era
talmente bella e cara che tutti al sol
vederla le volevano bene. Ma più di
tutti le voleva bene sua mamma, anzi, la mamma della mamma, cioè sua
nonna, che non sapeva più cosa regalarle. Un giorno le cucì un cappuccio
di velluto rosso, che le stava così bene che la bambina non volle più toglierselo, e così tutti presero a chia-
13,14 febbraio
L‟Uovo (Aq)
IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI
E ALTRE STORIE
(6-11 anni)
Un coloratissimo, glorioso Bibliobus,
vera e propria biblioteca itinerante
foriera di sogni e di avventure, sta
arrivando sulla piazza per la gioia di
grandi e piccini… quand‟ecco… improvvisa una brusca frenata lo fa inchiodare causando l‟apertura della
porta e la fuoriuscita in strada di
materiali vari tra cui tantissimi libri
ed un enorme televisore al plasma.
Nel marasma che ne consegue, in
semibuio, si scorgono e si odono divine presenze, sono i personaggi delle
storie, caduti fuori dai libri: Jean
a scuola a teatro
A NNO S C O LA S T I C O 2 0 1 1 - 2 0 1 2
“Senti, da oggi, qui a Est, hanno aperto la fiera. Che cosa ne dici se ci andiamo?”. Carletto era contentissimo, e
si affrettò a prepararsi per uscire.
Quando arrivarono alla fiera, il bambino iniziò a guardare tutte quelle
cose bellissime che c‟erano nelle bancarelle. Quando il padre gli chiese se
volesse un regalo, Carletto indicò subito un piccolo topolino in gabbia. Il
padre all‟inizio non voleva comprarlo,
pensava che la moglie lo avrebbe sgridato, ma il bambino insisteva. Alla
fine, convinto anche dal fatto che in
fondo costava solo due soldi, comprò il
piccolo topo. Ma il gatto di casa stava
in agguato, e poi anche il cane sorvegliava il gatto, e un vicino prese un
bastone, e si accese un grande fuoco,
e l‟acqua poi spense il fuoco, ecc.
ecc…….
Sono le canzoni che tutti i bambini
conoscono a essere lo spunto narrativo per “Cartacantastorie”, eseguite e
animate dal vivo con immagini e colori proiettati sul grande schermo. Un
viaggio coinvolgente fra le melodie e
la fiducia nella combinatoria del raccontare.
Come in fondo fanno (ancora?) i genitori, i quali alla domanda “mi racconti
una storia?” iniziano a incastrare trame e personaggi finendo per non capirci più niente.
marla... Cappuccetto Rosso...
Chi non conosce la favola della bambina che si perde nel bosco?
Tra le più note e amate al mondo,
Cappuccetto Rosso, è una favola senza tempo che è stata riproposta negli
anni ora in chiave ironica, ora in
chiave moderna, rimaneggiata e
spesso rovesciata...
Oggi “La Botte e il Cilindro” vuole
far rivivere lo spirito originale della
fiaba, ricreando più fedelmente possibile le atmosfere, i contenuti e le
metafore insite nella storia, mescolando sapientemente le due versioni
più diffuse (quella dei fratelli Grimm
e quella di C. Perrault) con un tocco
di invenzione e fantasia che rendono
il testo tutto nuovo, senza tradirne il
senso originario per restituire ai
bambini la gioia di una fiaba antica,
narrata così come è stata sempre
narrata, bella solo per il fatto di esistere...
Il testo è stato rielaborato a partire
dalle versioni originali dei Grimm e
di Perrault, per poi perdersi nelle
impressioni evocate dal bosco come
luogo accogliente ma nello stesso
tempo selvaggio e misterioso e andare a cogliere la suggestione del colore
rosso...una produzione tutto sommato fedele, ma che lascia spazio a
qualche piccola sorpresa.
Le tecniche utilizzate sono una felice
combinazione di musiche, immagini
e recitazione... Per mangiarvi meglio!
Passepartout dal glorioso giro del
mondo in 80 giorni, di Jules Verne, il
fantasma di Canterville dalla penna
di Oscar Wilde e Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere di James
Barrie…
Anche il televisore ha riportato qualche guaio e cosi si accende da solo
mostrando un bizzarro personaggio,
un po‟ ammaccato, che cerca faticosamente di recitare uno spot pubblicitario… dopodiché si spegne a singhiozzo, così come si era acceso.
A questo punto la scena si illumina e
i personaggi letterari possono fare
conoscenza reciproca… ma ahimé!…
il televisore continua a disturbarli
mentre raccontano le loro storie…
nasce così una “singolare tenzone”
tra i protagonisti live, immediati, e
Mister Pubblicità in tivù, in medium… Lo scontro tra l‟immaginario
onirico, le avventure, i viaggi delle
storie e gli inviti, assai ben confezionati, agli acquisti sfrenati e
all‟omologazione di massa della pubblicità, continuerà fino a quando i
nostro eroi cartacei attaccheranno la
pubblicità con le sue stesse armi: uno spot e un jingle per invitare tutti
alla lettura. Il finale è a sorpresa…
E’ il gioco che i bambini applicano spontaneamente alla
realtà e nel quale solo poche volte trascinano, per miracolo,
gli adulti. E’ il gioco che «Cartacantastorie» propone con
leggerezza e con ironia, grazie anche all’aiuto di alcune
canzoni notissime, arrangiate da Mario Mariani, di Sergio
Endrigo e di Angelo Branduardi. Un gioco meravigliosamente riuscito.
Costantino Cossu, La nuova Sardegna, 27.3.2007
Lo spettacolo è un inno all‟immenso
potere dei libri, un invito alla bibliofilia rivolto ai più giovani e non solo,
nato nell‟ambito di un progetto di
promozione alla lettura già sperimentato in Trentino.
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27,28,29 febbraio
AIDA (Vr)
I RAGAZZI DELLA VIA PAAL
(8-13 anni)
I ragazzi della Via Paal è un romanzo per
ragazzi di Ferenc Molnàr, pubblicato a puntate su una rivista nel 1907 e destinato agli
adulti come denuncia della mancanza di
spazi per il gioco dei ragazzi. È forse il più
popolare romanzo ungherese, nonché uno
dei più noti classici della letteratura per
l‟infanzia.
Lottare per la conquista di uno spazio, di
una terra. La maggior parte delle guerre
hanno questa motivazione come scintilla
scatenante. Conquistare uno spazio. La potenza di questa storia sta nel fatto che questi ragazzi giocano ad una “guerra”, non
senza elementi di durezza e di tragicità, per
conquistare uno spazio da dedicare ai loro
giochi. Il gioco per poter giocare. Come diceva un grande sportivo “il calcio non è niente
5,6,7 marzo
La botte e il cilindro
IL GATTO CON GLI STIVALI
(4-11)
“Un mugnaio lasciò per eredità ai suoi tre
figli solo il mulino, un asino e un gatto. Il
figlio maggiore ebbe il mulino, il secondo
l‟asino, e il più giovane solamente il gatto. Quest‟ultimo non sapeva darsi pace
per avere una parte così misera e si lamentava della triste sorte e della fame.
Allora il Gatto prese a parlare e gli disse:
- Non disperarti. Trovami un sacco e un
paio di stivali per camminare in mezzo ai
boschi e ti farò vedere che la sorte non è
stata tanto cattiva con te quanto tu credi…” Eh si! E‟ proprio la storia del Gatto
con gli stivali, come la conoscete e come
vi è sempre stata raccontata, con gli stessi personaggi e con gli stessi eroi, e, siccome anche a noi è sempre piaciuta così,
9,12,13,14 marzo
Toni Zafra (Barcellona)
IL GRAN CIRCO DELLE MARIONETTE
(dai 4 anni)
Signori e signore, bambini e bambine, ecco a voi…il circo!
Ma non un circo qualsiasi, con tendone, pista e cavalli, bensì un circo di
marionette!
Ci sono proprio tutti: il duo acrobatico delle sorelle siamesi Popescu, il
gorilla polare, Sensis la contorsionista, e persino Dun-Dun, l‟uomo proiettile sparato in aria da un cannone
e il granchio femmina Manolita Bocanegra, campionessa di sollevamento pesi!
E non vi riveliamo gli altri personag-
a scuola a teatro
A NNO S C O LA S T I C O 2 0 1 1 - 2 0 1 2
altro che una palla e la voglia di giocare”
qui, parafrasandolo, potremmo dire che il
gioco è un campo e la voglia di giocare. Nella storia di Molnàr questo elemento di base
lascia fiorire intorno a sé tutti i personaggi
e le loro vicissitudini facendo diventare epica la loro vita e portandoli fino
all‟inevitabile tragico finale, con la vittoria
della “guerra” rovinata dalla scomparsa del
piccolo eroe Nemecsèk e la beffa
dell‟apertura di un cantiere per la costruzione di un palazzo proprio nella segheria
di via Paal.
Combattere giocando e giocare combattendo. Lo spettacolo partirà da questo semplice
enunciato per raccontare la lotta per la vita
e la lotta per i propri diritti di questi eroici
e normali ragazzini. Eroici nella loro normalità appunto, capaci di riconoscere
l‟onore e il tradimento, capaci di morire per
un ideale distrutto dallo scorrere semplice
dell‟esistenza. L‟importanza di considerare
alto il proprio obbiettivo che si rivela un
affannarsi intorno al niente.
«Boka fissò pensosamente davanti a sé, e
per la prima volta nella sua anima di ragazzo balenò l'idea di ciò che è propriamente
questa vita, per la quale noi, suoi schiavi,
ora con gioia, ora con dolore, lottiamo»
La messa in scena si servirà della narrazione aiutata da momenti di “personificazione”
nei personaggi da parte degli attori. Grazie
alla musica originale composta per lo spettacolo, si cercherà di rendere l‟atmosfera
della Budapest anni ‟50 per portare lo spettatore ad un coinvolgimento più profondo.
Le scene semplici e l‟oggettistica d‟epoca
giocheranno su quella che possiamo definire
un‟ “efficacia magica” partendo
dall‟immagine delle cataste di legna della
segheria per poi aprirsi in situazioni inaspettate. Anche i costumi appositamente
concepiti su modelli originali di quegli anni
serviranno alla magia.
così l‟abbiamo voluta mettere in scena,
col giusto rispetto che si deve ad un signor Gatto con tanto di baffi e di stivali
che sembra un moschettiere, anzi assomiglia a D‟Artagnan, e guarda guarda, sa
persino parlare ed è veramente astuto,
soprattutto con i prepotenti come l‟orco.
La nostra versione teatrale del gatto con
gli stivali, non diversamente dalla favola
di Perrault, affronta il tema dell‟amicizia
tra l‟uomo e l‟animale, perché l‟uomo ha
molto da imparare dagli animali che non
finiranno mai di stupirlo per la superiore
sapienza e per quel senso di fedeltà che
lui spesso dimentica e l‟animale mai tradisce; il tema dell‟ingegno capace di superare le più gravi difficoltà: come, per esempio, uscire dalla miseria senza avere
una lira in tasca, farsi ricevere da un re
ed ottenerne vestiti regali e in sposa la
figlia, o come sfidare e sconfiggere un
nemico molto più forte e terribile e poten-
te ma meno astuto; ma anche il tema della fortuna che va saputa prendere al momento giusto: la favola insegna che bisogna anche saper rischiare nella vita,
qualche volta azzardare e se i mezzi usati
per vincere non sembrano i più “morali”,
non dimenticate che il gatto, con il giusto
senso delle cose, li usa solo con chi è già
prepotente e comunque a fin di bene:
d‟altronde gli Achei presero la città di
Troia non con il valore schietto di Achille,
ma con il “trucco del cavallo” di Ulisse.
Infine non manca il tema dell‟ironia, del
saper sorridere delle nostre peripezie e
vedere la vita anche con un certo distacco
ironico, cosa che ci aiuta tanto a non lasciarci sopraffare dall‟auto compiacimento delle nostre sventure.
gi per non sciuparvi la sorpresa…
Scommettiamo che un circo così non
l‟avete mai visto?
Lo spettacolo si compone di otto numeri musicali, alcuni dei quali parlati, per marionette a filo, in cui
l‟animatore agisce a vista, mostrando apertamente la tecnica di manipolazione delle figure, un tempo gelosamente custodita dalle grandi famiglie di marionettisti d‟Europa.
L‟alternanza di momenti di poesia e
comicità rende lo spettacolo adatto a
un pubblico di tutte le età, capace di
farsi conquistare dall‟incredibile fascino di questo linguaggio del teatro
di figura che privilegia la poetica del
movimento e che rende queste
“piccole creature quasi fatte di pasta
umana” dei personaggi sorprenden-
temente vivi sulla scena.
Toni Zafra si è formato
all‟Accademia Superiore d‟Arte
Drammatica dell‟Istituto del Teatro
di Barcellona, perfezionandosi in costruzione e manipolazione della marionetta a filo con il maestro Harry
V. Tozer, di cui è allievo diretto e del
quale prosegue la ricerca sulle potenzialità espressive di questo linguaggio. Ha al suo attivo un‟attività ultratrentennale e collaborazioni con
numerose compagnie spagnole e con
la televisione catalana e di stato, ed
è presente nella programmazione di
importanti festival internazionali di
teatro di figura, presso alcuni dei
quali ha ricevuto premi e riconoscimenti per il suo lavoro.
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19,20,21,22 marzo
La botte e il cilindro
IL GATTO MAMMONE
(3-11 anni)
Una famiglia povera: una madre e due
sorelle, una, di nome Stellina, gentile e
buona come il pane appena sfornato e
l‟altra di nome Peppina, antipatica e
dispettosa. Un giorno la madre si trovò
nella necessità di chiedere in prestito a
qualcuno del vicinato un pezzo di sapone, ma nel vicinato c‟era soltanto il palazzo del Gatto Mammone, che era un
tipo da prendere con…le unghie; si rivolse dapprima a Peppina che sgarbatamente si rifiutò di andare; Stellina invece, senza esitare, accettò l‟incarico. Nel
suo viaggio Stellina incontra prima una
gattina che si affanna a lavare un pavimento, senza riuscirci, e decide di aiu-
26,27,28,29 marzo
La botte e il cilindro
FILASTROCCHE
(4-8 anni)
canzoni e filastrocche con Daniela Cossiga e Salvatore Delogu
regia di Sante Maurizi
Un asino, un gatto, un
cane, una capra, una
maiale, un bue. Tutti in
fuga dai loro cattivi padroni. Tutti con una
gran voglia di amici e di giocare. E di cantare: “Lariciunfaralillallera lariciunfaralillallà”. Metteranno da parte difetti e
capricci per arrivare tutti insieme alla
fattoria dello zio Tobia (ia-ia-ò).
Piccole storie in versi:
2,3,4 aprile
Teatro Libero (Pa)
PINOCCHIO
di Joël Pommerat da Collodi
regia di Luca Mazzone
(9-13 anni)
Come per magia lo spettacolo ha inizio
con un narratore, figura chiave della
scrittura di Pommerat, che ci porta
dentro la storia, sottolineando sin da
subito che si tratta di una storia straordinaria, probabilmente la più straordinaria di tutti i nostri sogni. Ma è importante per lui, deus ex machina
dell‟azione scenica, dirci la verità, non
dirà altro che la verità, la più pura e
luccicante delle verità, perché è proprio
nella verità, grande metafora della vita, che si sviluppa e si snoda la storia,
la vita e l‟azione di Pinocchio.
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a scuola a teatro
tarla; poi trova due gattine che non riescono a rassettare un lettone enorme e
anche stavolta si presta a fare il lavoro
per loro; in una terza stanza s‟imbatte
in tre gattine che non riescono a preparare il pane da infornare e Stellina prepara tutto al posto loro: finalmente viene ammessa alla presenza del Gatto
Mammone che la premia generosamente per le sue buone maniere. Ritornata
a casa, non vi dico la sorpresa e lo stupore di Peppina e di sua madre per i
doni che Stellina aveva portato con sè.
Si fecero raccontare ogni cosa e alla fine
la donna decise che anche Peppina dovesse provare ad andare dal Gatto
Mammone per farsi prestare del sapone
e così Peppina fece, ma era sgarbata e
dispettosa e non solo non aiutò le gattine che trovò in difficoltà, ma fu talmente sgraziata che, alla fine, ebbe dal Gatto Mammone una…adeguata ricompen-
sa.
Ma che bel castello...
La bella lavanderina...
C'era un grillo in un campo di lino....
Piccoli racconti "animati"
dalla rima e da melodie
elementari. Così sono le filastrocche. E
sembrava che dovessero sempre e solo
quelle della tradizione (cantate fra gli
altri magistralmente da Paolo Poli). Poi
arrivò Gianni Rodari:
Fattorino in bicicletta dove corri con tanta fretta?... S'io fossi il padrone del treno… Filastrocca impertinente, chi sta zitto non dice niente...
La leggerezza e i paradossi di Rodari
sono riusciti a eguagliare le filastrocche
della tradizione, anche nella loro dimensione "didattica". Ma
mancava loro la musica. Virgilio Savona
e Lucia Mannucci (la coppia del Quartetto Cetra) musicarono un giorno i versi di
Rodari. E fu un
delizioso gioco nel
gioco.
"Filastrocche" ripercorre quell'avventura. Un modo
anche per ricordare con affetto e "in
musica" Gianni Rodari e Virgilio Savona.
Lariciunfaralillallera lariciunfaralillallà
Un Pinocchio dotato di parola che, come per tutti i ragazzini di oggi, è petulante, viziata, un‟arma letale per ferire
il suo povero e anziano padre, non sufficientemente ricco per poter incantare
e sedurre questo svogliato burattino. È
il denaro che Pinocchio cerca e vuole, il
denaro come motore della sua storia,
denaro da triplicare, quintuplicare, lasciandosi ingannare da due malandrini
bulletti di oggi, denaro che muoverà le
fila della narrazione, mettendolo con le
spalle al muro, spingendolo a mentire
sino a morirne.
Quanto mai attuale, quanto mai veritiero? Ecco allora la verità, quella verità che il narratore inziale ci promette
di dire: il denaro come motore dei meccanismi, corruttore delle anime ingenue. Tutto questo, però, senza alcun
filo di moralismo, in una efficace sem-
plicità di scrittura e di azione, che fa
del Pinocchio di Pommerat, e della
scrittura scenica di Mazzone , uno
spettacolo veramente dedicato a tutti,
dai sette ai novantanove anni.
Il Pinocchio dello spettacolo riesce a
trovare dentro la storia di Collodi una
vena di forte contemporaneità, perché
riesce a ridarne il valore ponendo
l‟accento su un linguaggio diretto, efficace, capace di accostare il fragile burattino di legno ad un ragazzino di oggi, riuscendo a denudare le criticità
della società contemporanea, ma ponendosi al di fuori di qualsiasi concezione moralistica, non volendo spiegare, bensì mostrare.»
La scelta di lavorare sulla fiaba è legata
all‟impegno di recuperare la memoria della cultura popolare sarda: il piacere da
una parte di far ascoltare una favola briosa, leggera e di chiara morale, eppure
divertente e appassionante; dall‟altra recuperare attraverso questo immaginario
altri “segni” della nostra cultura; il recupero di filastrocche, i proverbi e i suoni e i
canti; il ritmo del racconto e i modi di
narrare dei Maestri e delle Mastras
„e contascias (maestre di fiabe); la valorizzazione dei modi di narrare e le tante
altre espressioni dell‟antropologia agropastorale del mondo contadino della Sardegna, dove ad esempio la pulizia,
l‟ordine e la preparazione del pane scandiscono il tempo della giornata e il ritmo
delle stagioni e i cicli noti della vita e della morte.
Lo spettacolo ha il dono della semplicità e il calore
delle cose che rimandano all’infanzia. Daniela Cossiga è brava a trasportare i piccoli spettatori, ma non
solo, dentro questo universo dominato completamente dall’anarchia creativa di un’infanzia che Rodari,
per sua fortuna, non ha mai dimenticato nella sua
lunga carriera di poeta e di maestro di maestri.
Enrico Pau, La Nuova Sardegna, 9.2.2011
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A NNO S C O LA S T I C O 2 0 1 1 - 2 0 1 2
a scuola a teatro
La botte e il cilindro si costituisce a Sassari nel 1978 da un'esperienza
di animazione teatrale presso il Liceo Classico "Azuni". Dal 1986 è riconosciuta ininterrottamente dal Ministero per i Beni e delle Attività Culturali. Dal 1990 gestisce il teatro Il Ferroviario di Sassari (totale posti
240: platea 160, galleria 80; palcoscenico in legno largh. mt 10, prof. 8;
graticcia ad alt. 7,50), del quale ha curato la ristrutturazione e nel quale
programma la stagione teatrale in tre rassegne: A scuola a teatro, Famiglie a teatro, Cartellone.
Sin dalla sua costituzione la Compagnia ha privilegiato il rapporto con il
mondo della scuola; accanto all'attività di spettacolo conduce pertanto
sin dalla sua fondazione laboratori, seminari e corsi di aggiornamento
per scuole, Università ed Enti Locali.
SPETTACOLI PRODOTTI
1980 Sotto il bosco di latte, di Dylan Thomas
Ah, quei favolosi anni venti!, di Antonello Dettori
1981 Fumiste, di Jules Laforgue
1982 La ballata del carcere di Reading, di Oscar Wilde
Il re muore, di Eugene Jonesco
1983 Le parole degli altri, di vari autori
Sotto il bosco di latte, di Dylan Thomas (II ed.)
1984 L'importanza di essere Ernest, di Oscar Wilde
Arpe, arpeggi, pizzichi e pizzicotti, di P.P.Conconi
1985 Trappola per topi, di Agatha Christie
Una cosa troppo, di A.Manca, S.Maurizi, P.F.Olivieri
Percival, di Pier Paolo Conconi
1986 Contos de foghile, di Francesco Enna
Romeo e Giulietta, di William Shakespeare
1987 Annalice Porcospino, di Francesco Enna
Mela, maestra, bacchetta mamma, di Sante Maurizi
1988 Teatrale, di Sante Maurizi
The dreaming of the bones, di William B. Yeats
1989 Feliziana, di Stefano Flore
Contos de pedra, di Francesco Enna
Mai si veda, di Sante Maurizi
1990 Barbablù, di Pier Paolo Conconi
1991 Teatrale, di Sante Maurizi (II ed.)
Il bambino di porcellana, di Fancesco Enna
1992 La casa nuova, di Leonardo Sole
Re e buffoni, di Angelo Santoro
1993 Una notte sui tetti, di Joan Armanguè
1994 Città nascoste, di F.Calcagnini e S.Maurizi
Storia della letteratura italiana Tomo I, di S.Maurizi
1995 Il vascello fantasma, di Pier Paolo Conconi
Il lupo e l'agnello, di Francesco Enna
Favole a colazione, di Francesco Enna
La valigia, di Leonardo Sole
Storia della letteratura italiana Tomo II, di S.Maurizi
1996 Il gatto mammone, di Francesco Enna
La piccola fiammiferaia, di Pier Paolo Conconi
1997 Martin ferrato, di Francesco Enna
La vera storia di Rolando a Roncisvalle, di P.P. Conconi
Storia della letteratura italiana Tomo III, di S.Maurizi
Canto di Natale, di Charles Dickens
1998 Il gatto con gli stivali, di Pier Paolo Conconi
1999 Il cuoco e il re, di Pier Paolo Conconi
Festa grande d’aprile, di Franco Antonicelli
L’arca di Noè, di Franco Enna
2000 Il gran teatrino del famoso Natalino, da S.Mannuzzu
Paolo e Francesca, di Sante Maurizi
Turandot, di Pier Paolo Conconi
2001 Pantagruele, di Sante Maurizi
2002 Eleonora d’Arborea, di Giuseppe Dessì
2003 Contascias di Sante Maurizi
Peter Pan, da J.M.Barrie
2004 La bella che sposò Lusbè, di Franco Enna
2005 La tana del coniglio e quel che Alice… da L.Carrol
2006 Cos’è la poesia? di Sante Maurizi
Don Chisciotte e Sancio Panza di N.Imperio da Cervantes
2007 Cartacantastorie di Sante Maurizi
Anfitrione di Pier Paolo Conconi
2008 Tutti gli uomini del barone di Francesco Enna
2009 Macbèt di Pier Paolo Conconi
2010 Freddolina di Gabriele Valle
Filastrocche di Sante Maurizi
La cometa di Salvatore Mannuzzu
Schiaccianoci di Nadia Imperio da H.C.Andersen
2011 Rataplàn: parole e musiche dal Risorgimento di Sante Maurizi
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www.bottecilindro.it
www.bottecilindro.it [email protected]