A SCUOLA A TEATRO Anno scolastico 2011-2012 L A BO T T E E IL C IL IND RO XXII stagione di spettacoli per le scuole dell’obbligo Ecco il calendario e le informazioni sugli spettacoli della ventunesima stagione che La botte e il cilindro dedica alle scuole di base al Teatro Ferroviario in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Sassari. Otto compagnie nazionali e una catalana, 15 titoli per 63 repliche accompagneranno bambini, ragazzi e insegnanti da novembre fino a marzo. Il costo del biglietto è di 5 euro, l’inizio degli spettacoli alle ore 10. Come sempre le scuole interessate dovranno prenotare gli spettacoli e i giorni desiderati alla segreteria del Ferroviario: tel 0792633049 fax 0792633197, oppure [email protected] Ministero per i Beni e le Attività Culturali 10,11,12,13 gennaio La botte e il cilindro CARTACANTASTORIE (4-8 anni) 19,20,23,24,25,26,27,30,31 gennaio La botte e il cilindro CAPPUCCETTO ROSSO 4,7,8,9,10,11 novembre La botte e il cilindro GARABALDA FA FARATA (il Risorgimento raccontato ai ragazzi) (6-11 anni) 14,15,16 novembre Teatro Instabile (Or) LA FILOSOFIA DEL CAMMELLO (6-13 anni) 21,22,23 novembre Is Mascareddas (Ca) ANIMA E CORU (dai 4 anni) 25,28,29,30 novembre La botte e il cilindro LA BELLA CHE SPOSÒ LUSBÈ (6-11 anni) 1 e 2 dicembre La botte e il cilindro FANTASIA ORIENTALE (6-11 anni) 9,12,13,14,15,16,19, 21 dicembre La botte e il cilindro LO SCHIACCIANOCI (6-11 anni) Regione Sardegna Assessorato Spettacolo Comune di Sassari Assessorato Spettacolo 13,14 febbraio L‟Uovo (Aq) IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI (6-11 anni) 27,28,29 febbraio AIDA (Vr) I RAGAZZI DELLA VIA PAAL (8-13 anni) 5,6,7 marzo La botte e il cilindro IL GATTO CON GLI STIVALI (4-11) 9,12,13,14 marzo Toni Zafra (Barcellona) IL GRAN CIRCO DELLE MARIONETTE (dai 4 anni) 19,20,21,22 marzo La botte e il cilindro IL GATTO MAMMONE (4-11 anni) 26,27,28,29 marzo La botte e il cilindro FILASTROCCHE (4-8 anni) 2,3,4 aprile Teatro Libero (Pa) PINOCCHIO (9-13 anni) Provincia di Sassari Assessorato Cultura Fondazione Banco di Sardegna PAGINA 2 4,7,8,9,10,11 novembre La botte e il cilindro GARABALDA FA FARATA (il Risorgimento raccontato ai ragazzi) con Daniela Cossiga . Scritto e diretto da Sante Maurizi (età consigliata 6-11 anni) La bandiera di tre colori è sempre stata la più bella: noi vogliamo sempre quella, noi vogliam la libertà! Eccola qui, la “bandiera di tre colori”. La bandiera italiana: verde, bianco, rosso. Verde come l’erba del prato. Bianco come le montagne dopo nevicato. Rosso come il sangue del soldato. Così cantavano i nostri bis e tris-nonni. Ma cantavano anche: Garibaldi fu ferito fu ferito ad una gamba Garibaldi che comanda che comanda i suoi solda’! 14,15,16 novembre Teatro Instabile (Or) LA FILOSOFIA DEL CAMMELLO (6-13 anni) Un giovane turista è in viaggio nel deserto del Sahara, nella zona sud dell‟Algeria. A causa di un inconveniente accaduto all'autobus su cui viaggiava, si allontana dal gruppo e si ritrova da solo in mezzo al deserto. Non si impaurisce e comincia a fare castelli di sabbia, a fantasticare e, con la mente, percorre strade immaginarie dentro quello strano ambiente tanto affascinante quanto misterioso, il bellissimo deserto del Sahara. Conoscerà i viandanti del deserto, con loro mangerà pane azzimo e berrà latte di capra, conoscerà i cammelli, le volpi e tanti altri animali del deserto e inseguirà anche i miraggi. 21,22,23 novembre Is Mascareddas (Ca) ANIMA E CORU (dai 4 anni) Anima e coru rappresenta una tappa significativa del percorso della Compagnia Is Mascareddas. Nato in occasione del suo trentennale, lo spettacolo è mosso dall‟esigenza di un tributo simbolico, al lavoro svolto in questi anni, ma anche al ruolo che ancora la burattineria riveste, sebbene silentemente, nel panorama delle possibilità espressive delle arti sceniche, con la sua straordinaria capacità di emozionare. Anima e cuore sono gli ingredienti che un burattinaio deve trasferire nel corpo del burattino perché possa verificarsi il prodigio tutto peculiare del Teatro di Animazione, in cui un oggetto inani- a scuola a teatro Garibaldi è stato ferito? Dove? Quando? Chi è stato? E perché?... Ma prima di rispondere a queste domande ecco che la canzone diventa una filastrocca: Garabalda fa farata fa farata ad ana gamba Garabalda ca camanda… Garabalda cacca manda? Ma come ti permetti? No! Aspetta! Non è finita: Garabalda ca camanda ca camanda a saa salda’! Come come?... ca camanda a saa salda’?. ... ah, ho capito!... Benissimo! Dai! continua con me: Gherebelde fe ferete fe ferete ed ene ghembe Gherebelde che chemende che chemende e see selde’!... Incontrerà un piccolo cane di nome Asshan che diventerà il suo più fedele compagno, conoscerà Mohammed, un bambino del deserto, che gli racconterà storie incredibili e molto emozionanti. Con lui si siederà a sognare, con le stelle costruirà fantastici e onirici paesaggi, conoscerà la guerra e gli parrà di aver combattuto per davvero. Diventerà esso stesso parte del Sahara, gli sembrerà di essere diventato di sabbia e vecchio e cieco conoscerà la vera storia del popolo Saharawi che tanti e tanti anni fa, è stato costretto a fuggire dalla sua terra per vivere esule in un paese straniero. “La filosofia del cammello” è uno spettacolo teatrale che il drammaturgo Aldo Sicurella ha ideato e scritto al suo rientro dal deserto Algerino dove è stato per una settimana nella doppia veste di podista e maestro di teatro partecipando ad una mato, agli occhi del pubblico, prende vita. Una vita capace di forza espressiva straordinaria, in grado di incaricarsi di un valore emotivo forte, in cui il corpo del pupazzo diventa punto di incontro tra il pubblico e il burattinaio, trasformandosi nella sede, concreta e immaginaria allo stesso tempo, in cui si genera un accordo tacito ma inscindibile di scambio poetico, estetico e civile. Anima e cuore, del resto, sono anche le risorse da impiegare per svolgere il mestiere di burattinaio per trent‟anni. Lo spettacolo articola una girandola di dieci episodi, brevi sketch, alcuni basati su idee nuove, altri su idee da repertorio, in cui si susseguono personaggi, stili, tecniche di animazione e climi poetici diversi. Tutte rappresentative di una precisa tecnica di lavoro. La pa- A NNO S C O LA S T I C O 2 0 1 1 - 2 0 1 2 Ecco: con una filastrocca, con un gioco, inizia il nostro viaggio lungo il Risorgimento. Gli avvenimenti che portarono all‟Unità d‟Italia con i suoi protagonisti (Garibaldi, Vittorio Emanuele II, Cavour, Mazzini,Verdi) rivivranno attraverso giochi, animazioni e canzoni. Come “La battaglia di Magenta” (C’era un bel dì la battaglia di Magenta / che bel piacere vedere i cavalier…). Ma anche attraverso l‟immenso repertorio iconografico di dipinti, affreschi, nomi di piazze e vie, monumenti che abitano da 150 anni le nostre città e ai quali quasi non facciamo più caso. Grazie all‟interazione dell‟attrice con le proiezioni sullo schermo gigante, le immagini di battaglie e personaggi coinvolgeranno i piccoli spettatori nell‟essere parte della storia. Con la convinzione che sia ancora possibile, come capitò alle generazioni che ci hanno preceduto, appassionarci alla Storia. maratona di solidarietà con il popolo Saharawi e realizzando con un gruppo di bambini Saharawi un progetto di drammatizzazione. Le vicende del protagonista, turista occidentale che si perde nel deserto, a volte narrate e a volte riviste come in un flashback, ci conducono in un mondo affascinante e contradditorio entro il quale le grandi forze della natura spesso violente e distruttive contrastano con la dolcezza, la felicità e la saggezza dei suoi abitanti. La vulnerabilità dell‟uomo diventa strumento per acquisire una filosofia di vita che crede porta a credere in un domani migliore ed in una futura libertà. Il recinto che racchiude musicisti ed attore su una sorta di duna, si apre verso la platea e avvicina lo spettatore in un emozionante contatto con “il deserto”. noramica sul lavoro di Is Mascareddas, diventa così il pretesto per raccontare la storia della burattineria e le sue caratteristiche, in un continuo rimando tra narrazione del burattinaio, che interviene tra un episodio e l‟altro, meccanismi di coinvolgimento del pubblico, che diviene così parte integrante e interattiva dello spettacolo, e gli episodi interamente dedicati ai burattini. Rivolto a tutto il pubblico, come nella più originale tradizione del Teatro di Animazione, lo spettacolo porta in scena il rigore e la raffinatezza di un lavoro scrupoloso nella tecnica e nella poetica, unito all‟esigenza di rivolgersi ad un pubblico popolare, rendendosi disponibile a tutte le esigenze di fruizione. PAGINA 3 25,28,29,30 novembre La botte e il cilindro LA BELLA CHE SPOSÒ LUSBÈ (6-11 anni) C‟erano una volta… Scianca e Pillanca, Folletti dalle Sette Berrette, custodi di favolosi tesori e di antiche, fantastiche storie… e c‟era pure un povero Maniscalco che aveva tre figlie femmine freddolose da maritare: Tremotutta, “la più grande e la più brutta”, che non vedeva l‟ora di potersi sposare; Tremebonda, “grassa grassa e tonda tonda”, che non sdegnava mai di desinare; infine Tremolina, “la più piccina, buona e bella come una stella”, ma sveglia e risoluta sotto la scorza gentile…C‟era anche il figlio maschio del maniscalco, Sona Sona, suonatore abilissimo di qualunque strumento musicale, partito alla ventura in cerca di fortuna, che incontra sulla via del ritor- 1 e 2 dicembre La botte e il cilindro FANTASIA ORIENTALE (6-11 anni) di Nadia Imperio con Stefano Chessa, Luisella Conti, Nadia Imperio, Consuelo Pittalis regia Pier Paolo Conconi C'era una volta, nella lontana Cina, una principessa. Era l'unica figlia del re di Pechino, ed era famosa in tutto l'Oriente per tre motivi: era bellissima, intelligente e crudele. E aveva anche fatto voto di non sposarsi mai. Il re insisteva, così sua figlia aveva escogitato un trucco per rimandare le nozze all'infinito: si sarebbe sposata solo con il pretendente che avesse risolto tre enigmi da lei 9,12,13,14,15,16,19, 21 dicembre La botte e il cilindro LO SCHIACCIANOCI (6-11 anni) È Natale il periodo più magico dell‟anno, la festa che tutti i bambini del mondo aspettano per intere settimane con trepidazione. L‟aria è piena di eccitante attesa. Fuori, il freddo inverno scandisce il tempo dei giorni di festa. Nelle case, il grande albero di Natale si riempie di doni che i piccoli come gli adulti non vedono l‟ora di aprire. Anche Clara e Fritz attendono con desiderio il momento in cui tutti gli orologi scoccheranno l‟ora in cui i grandi daranno a ciascuno il permesso di scoprire quale sorpresa racchiudono quei pacchi colorati. Ecco, fra i tanti regali, il regalo più misterioso di tutti. Uno schiaccianoci. Un giocattolo neanche bello, anzi, brut- a scuola a teatro A NNO S C O LA S T I C O 2 0 1 1 - 2 0 1 2 no i due folletti col loro “siddadu” e i loro racconti. Ma fra storie, suonatine e gare di velocità, che accade intanto a casa del maniscalco? Accade che un brutto giorno di un freddo inverno, il pover‟uomo si rechi nel bosco a cercar legna, quand‟ecco spuntare dal nulla nientemeno che il “fosco e losco Visconte di Lusbé”, ossia il Diavolo, ossia Lu Bestiu!, e che, per aver salva la vita, il maniscalco sia costretto a dargli in moglie prima una figlia, poi la seconda e financo la terza, con grande disappunto di Satanasso che ogni volta si lamenta delle mogli “difettose”, ma…Che fine hanno fatto davvero Tremotutta e Tremebonda? Saprà Tremolina scoprire cosa si cela dietro le Porte Proibite? Forse sì, non senza l‟aiuto però del fratello Sona Sona che nel frattempo, grazie alla Strega del Bosco e a Scianca e Pillanca, avrà ricevuto in dono una Chiave Che Apre Tutte Le Porte e altro ancora… stessa inventati. Chi avesse osato sfidarla e avesse perso avrebbe avuto la testa tagliata. Questa novella orientale ha dato origine a tante famose versioni; la più famosa è senza dubbio "Turandot", la fiaba di Carlo Gozzi, divenuta poi opera lirica di Puccini. La nostra versione propone un primo approccio divertente e insieme affascinante al linguaggio del teatro delle ombre, che proprio in Oriente ha le sue origini, e che nello spettacolo diventa interazione fra l'attore in carne ed ossa e le ombre in nero che agiscono dietro il loro schermo. I bambini seguiranno gli sviluppi della storia, rappresentata anche attraverso l'uso di maschere e pupazzi, ma potranno anche essere coinvolti nel racconto dagli attori- animatori che, eseguendo a vista cambi di costume e animazione delle ombre, introdurranno i bambini alla dimensione dinamica del teatro, in cui si entra e si esce dal proprio personaggio a seconda del momento, esattamente come fa il bambino quando gioca. tino. A cui però Clara si affeziona all‟istante, inspiegabilmente attratta dalla sua enigmatica espressione. Quel giocattolo le ricorda qualcuno. Forse un principe. Forse il suo compagno Nicola… Un sogno. E in questo sogno, frotte di orribili topi-vampiro che, guidati dal Re dei Topi, si scagliano proprio contro l‟indifeso Schiaccianoci e la sua protettrice. Se non arrivassero in soccorso le bambole meccaniche, i pupazzi e tutti i giocattoli di Clara, chissà come andrebbe a finire… Invece, come spesso accade nei sogni o negli incubi di piccoli e grandi, la paura non viene sola, ma si porta dietro meraviglia, stupore, o l‟insondabile enigma dell‟amore… Come spiegare altrimenti che un brutto giocattolo possa tramutarsi in un meraviglioso principe?...Come resistere e non soccombere di fronte a un gigantesco e orrendo nemico, molto più grande e for- te di noi, che è il desiderio e la paura di un bambino (o, in questo caso, di una bambina) di diventare grandi?... Sono i due Folletti dalle Sette Berrette a condurci dentro il bosco di Lusbé e a dipanare i fili di questa fiaba sarda che ha il sapore di altre fiabe europee (come “La Bella e la Bestia” o “Barbablù”) ma che si ispira invece alla “paristoria” raccontata da Amelia Piredda, masthra „e contascias di Siligo, all‟autore del testo, Francesco Enna, il quale ne ha trascritto la voce, i toni, i colori. Momenti e movimenti che scenografie, maschere e costumi riprendono nella vivacità, ma anche nei chiaroscuri, di un mondo magico e misterioso che può vivere in fondo alla stradina di campagna su cui ci ritroviamo a camminare in un freddo giorno d‟inverno. Con questo spettacolo la Compagnia mette in scena uno dei classici invernali per eccellenza, capace di coinvolgere nello spirito favolistico natalizio sia gli adulti che i più piccini. Il nostro spettacolo, ispirato alla fiaba originale di E.T. A. Hoffmann e la cui fortuna nacque dalla trasposizione in forma di balletto ad opera del musicista Chajkovskij e del coreografo Petipa, invita lo spettatore ad entrare nell‟atmosfera magica di un colorato sogno fatto di danza, musica e parole, dove la componente dell‟avventura e del gioco fa da contraltare a quella delle paure e delle ansie proprie dell‟infanzia. Senza dimenticare che a dare un senso a tutto è la figura di Drosselmeyer, evocatore di altri mondi, di altre magie PAGINA 4 10,11,12,13 gennaio La botte e il cilindro CARTACANTASTORIE scritto e diretto da Sante Maurizi con Daniela Cossiga (4-8 anni) C‟era una volta una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina. Era proprio bella, bella davvero. E stava in via dei Matti numero zero. Ci abitava un bambino di nome Carletto, un po‟ monello: tirava la coda al gatto, rubava la cioccolata, diceva alla nonna che era ingrassata. Il padre di Carletto, un uomo con la barba rossa e blu, era capitano di una nave: molto spesso era lontano, a lavorare con la sua barca. In genere andava a Santa Fè, a prendere il caffè. Ma una volta che era a casa con Carletto gli disse: 19,20,23,24,25,26,27,30,31 gennaio La botte e il cilindro CAPPUCCETTO ROSSO di Consuelo Pittalis, dai fratelli Grimm, Perrault e altri (5 - 12 anni) State bene attenti...c'era una volta un bosco. Vicino a questo bosco in un piccolo villaggio, abitavano una mamma con la sua bambina, che era talmente bella e cara che tutti al sol vederla le volevano bene. Ma più di tutti le voleva bene sua mamma, anzi, la mamma della mamma, cioè sua nonna, che non sapeva più cosa regalarle. Un giorno le cucì un cappuccio di velluto rosso, che le stava così bene che la bambina non volle più toglierselo, e così tutti presero a chia- 13,14 febbraio L‟Uovo (Aq) IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI E ALTRE STORIE (6-11 anni) Un coloratissimo, glorioso Bibliobus, vera e propria biblioteca itinerante foriera di sogni e di avventure, sta arrivando sulla piazza per la gioia di grandi e piccini… quand‟ecco… improvvisa una brusca frenata lo fa inchiodare causando l‟apertura della porta e la fuoriuscita in strada di materiali vari tra cui tantissimi libri ed un enorme televisore al plasma. Nel marasma che ne consegue, in semibuio, si scorgono e si odono divine presenze, sono i personaggi delle storie, caduti fuori dai libri: Jean a scuola a teatro A NNO S C O LA S T I C O 2 0 1 1 - 2 0 1 2 “Senti, da oggi, qui a Est, hanno aperto la fiera. Che cosa ne dici se ci andiamo?”. Carletto era contentissimo, e si affrettò a prepararsi per uscire. Quando arrivarono alla fiera, il bambino iniziò a guardare tutte quelle cose bellissime che c‟erano nelle bancarelle. Quando il padre gli chiese se volesse un regalo, Carletto indicò subito un piccolo topolino in gabbia. Il padre all‟inizio non voleva comprarlo, pensava che la moglie lo avrebbe sgridato, ma il bambino insisteva. Alla fine, convinto anche dal fatto che in fondo costava solo due soldi, comprò il piccolo topo. Ma il gatto di casa stava in agguato, e poi anche il cane sorvegliava il gatto, e un vicino prese un bastone, e si accese un grande fuoco, e l‟acqua poi spense il fuoco, ecc. ecc……. Sono le canzoni che tutti i bambini conoscono a essere lo spunto narrativo per “Cartacantastorie”, eseguite e animate dal vivo con immagini e colori proiettati sul grande schermo. Un viaggio coinvolgente fra le melodie e la fiducia nella combinatoria del raccontare. Come in fondo fanno (ancora?) i genitori, i quali alla domanda “mi racconti una storia?” iniziano a incastrare trame e personaggi finendo per non capirci più niente. marla... Cappuccetto Rosso... Chi non conosce la favola della bambina che si perde nel bosco? Tra le più note e amate al mondo, Cappuccetto Rosso, è una favola senza tempo che è stata riproposta negli anni ora in chiave ironica, ora in chiave moderna, rimaneggiata e spesso rovesciata... Oggi “La Botte e il Cilindro” vuole far rivivere lo spirito originale della fiaba, ricreando più fedelmente possibile le atmosfere, i contenuti e le metafore insite nella storia, mescolando sapientemente le due versioni più diffuse (quella dei fratelli Grimm e quella di C. Perrault) con un tocco di invenzione e fantasia che rendono il testo tutto nuovo, senza tradirne il senso originario per restituire ai bambini la gioia di una fiaba antica, narrata così come è stata sempre narrata, bella solo per il fatto di esistere... Il testo è stato rielaborato a partire dalle versioni originali dei Grimm e di Perrault, per poi perdersi nelle impressioni evocate dal bosco come luogo accogliente ma nello stesso tempo selvaggio e misterioso e andare a cogliere la suggestione del colore rosso...una produzione tutto sommato fedele, ma che lascia spazio a qualche piccola sorpresa. Le tecniche utilizzate sono una felice combinazione di musiche, immagini e recitazione... Per mangiarvi meglio! Passepartout dal glorioso giro del mondo in 80 giorni, di Jules Verne, il fantasma di Canterville dalla penna di Oscar Wilde e Peter Pan, il ragazzo che non voleva crescere di James Barrie… Anche il televisore ha riportato qualche guaio e cosi si accende da solo mostrando un bizzarro personaggio, un po‟ ammaccato, che cerca faticosamente di recitare uno spot pubblicitario… dopodiché si spegne a singhiozzo, così come si era acceso. A questo punto la scena si illumina e i personaggi letterari possono fare conoscenza reciproca… ma ahimé!… il televisore continua a disturbarli mentre raccontano le loro storie… nasce così una “singolare tenzone” tra i protagonisti live, immediati, e Mister Pubblicità in tivù, in medium… Lo scontro tra l‟immaginario onirico, le avventure, i viaggi delle storie e gli inviti, assai ben confezionati, agli acquisti sfrenati e all‟omologazione di massa della pubblicità, continuerà fino a quando i nostro eroi cartacei attaccheranno la pubblicità con le sue stesse armi: uno spot e un jingle per invitare tutti alla lettura. Il finale è a sorpresa… E’ il gioco che i bambini applicano spontaneamente alla realtà e nel quale solo poche volte trascinano, per miracolo, gli adulti. E’ il gioco che «Cartacantastorie» propone con leggerezza e con ironia, grazie anche all’aiuto di alcune canzoni notissime, arrangiate da Mario Mariani, di Sergio Endrigo e di Angelo Branduardi. Un gioco meravigliosamente riuscito. Costantino Cossu, La nuova Sardegna, 27.3.2007 Lo spettacolo è un inno all‟immenso potere dei libri, un invito alla bibliofilia rivolto ai più giovani e non solo, nato nell‟ambito di un progetto di promozione alla lettura già sperimentato in Trentino. PAGINA 5 27,28,29 febbraio AIDA (Vr) I RAGAZZI DELLA VIA PAAL (8-13 anni) I ragazzi della Via Paal è un romanzo per ragazzi di Ferenc Molnàr, pubblicato a puntate su una rivista nel 1907 e destinato agli adulti come denuncia della mancanza di spazi per il gioco dei ragazzi. È forse il più popolare romanzo ungherese, nonché uno dei più noti classici della letteratura per l‟infanzia. Lottare per la conquista di uno spazio, di una terra. La maggior parte delle guerre hanno questa motivazione come scintilla scatenante. Conquistare uno spazio. La potenza di questa storia sta nel fatto che questi ragazzi giocano ad una “guerra”, non senza elementi di durezza e di tragicità, per conquistare uno spazio da dedicare ai loro giochi. Il gioco per poter giocare. Come diceva un grande sportivo “il calcio non è niente 5,6,7 marzo La botte e il cilindro IL GATTO CON GLI STIVALI (4-11) “Un mugnaio lasciò per eredità ai suoi tre figli solo il mulino, un asino e un gatto. Il figlio maggiore ebbe il mulino, il secondo l‟asino, e il più giovane solamente il gatto. Quest‟ultimo non sapeva darsi pace per avere una parte così misera e si lamentava della triste sorte e della fame. Allora il Gatto prese a parlare e gli disse: - Non disperarti. Trovami un sacco e un paio di stivali per camminare in mezzo ai boschi e ti farò vedere che la sorte non è stata tanto cattiva con te quanto tu credi…” Eh si! E‟ proprio la storia del Gatto con gli stivali, come la conoscete e come vi è sempre stata raccontata, con gli stessi personaggi e con gli stessi eroi, e, siccome anche a noi è sempre piaciuta così, 9,12,13,14 marzo Toni Zafra (Barcellona) IL GRAN CIRCO DELLE MARIONETTE (dai 4 anni) Signori e signore, bambini e bambine, ecco a voi…il circo! Ma non un circo qualsiasi, con tendone, pista e cavalli, bensì un circo di marionette! Ci sono proprio tutti: il duo acrobatico delle sorelle siamesi Popescu, il gorilla polare, Sensis la contorsionista, e persino Dun-Dun, l‟uomo proiettile sparato in aria da un cannone e il granchio femmina Manolita Bocanegra, campionessa di sollevamento pesi! E non vi riveliamo gli altri personag- a scuola a teatro A NNO S C O LA S T I C O 2 0 1 1 - 2 0 1 2 altro che una palla e la voglia di giocare” qui, parafrasandolo, potremmo dire che il gioco è un campo e la voglia di giocare. Nella storia di Molnàr questo elemento di base lascia fiorire intorno a sé tutti i personaggi e le loro vicissitudini facendo diventare epica la loro vita e portandoli fino all‟inevitabile tragico finale, con la vittoria della “guerra” rovinata dalla scomparsa del piccolo eroe Nemecsèk e la beffa dell‟apertura di un cantiere per la costruzione di un palazzo proprio nella segheria di via Paal. Combattere giocando e giocare combattendo. Lo spettacolo partirà da questo semplice enunciato per raccontare la lotta per la vita e la lotta per i propri diritti di questi eroici e normali ragazzini. Eroici nella loro normalità appunto, capaci di riconoscere l‟onore e il tradimento, capaci di morire per un ideale distrutto dallo scorrere semplice dell‟esistenza. L‟importanza di considerare alto il proprio obbiettivo che si rivela un affannarsi intorno al niente. «Boka fissò pensosamente davanti a sé, e per la prima volta nella sua anima di ragazzo balenò l'idea di ciò che è propriamente questa vita, per la quale noi, suoi schiavi, ora con gioia, ora con dolore, lottiamo» La messa in scena si servirà della narrazione aiutata da momenti di “personificazione” nei personaggi da parte degli attori. Grazie alla musica originale composta per lo spettacolo, si cercherà di rendere l‟atmosfera della Budapest anni ‟50 per portare lo spettatore ad un coinvolgimento più profondo. Le scene semplici e l‟oggettistica d‟epoca giocheranno su quella che possiamo definire un‟ “efficacia magica” partendo dall‟immagine delle cataste di legna della segheria per poi aprirsi in situazioni inaspettate. Anche i costumi appositamente concepiti su modelli originali di quegli anni serviranno alla magia. così l‟abbiamo voluta mettere in scena, col giusto rispetto che si deve ad un signor Gatto con tanto di baffi e di stivali che sembra un moschettiere, anzi assomiglia a D‟Artagnan, e guarda guarda, sa persino parlare ed è veramente astuto, soprattutto con i prepotenti come l‟orco. La nostra versione teatrale del gatto con gli stivali, non diversamente dalla favola di Perrault, affronta il tema dell‟amicizia tra l‟uomo e l‟animale, perché l‟uomo ha molto da imparare dagli animali che non finiranno mai di stupirlo per la superiore sapienza e per quel senso di fedeltà che lui spesso dimentica e l‟animale mai tradisce; il tema dell‟ingegno capace di superare le più gravi difficoltà: come, per esempio, uscire dalla miseria senza avere una lira in tasca, farsi ricevere da un re ed ottenerne vestiti regali e in sposa la figlia, o come sfidare e sconfiggere un nemico molto più forte e terribile e poten- te ma meno astuto; ma anche il tema della fortuna che va saputa prendere al momento giusto: la favola insegna che bisogna anche saper rischiare nella vita, qualche volta azzardare e se i mezzi usati per vincere non sembrano i più “morali”, non dimenticate che il gatto, con il giusto senso delle cose, li usa solo con chi è già prepotente e comunque a fin di bene: d‟altronde gli Achei presero la città di Troia non con il valore schietto di Achille, ma con il “trucco del cavallo” di Ulisse. Infine non manca il tema dell‟ironia, del saper sorridere delle nostre peripezie e vedere la vita anche con un certo distacco ironico, cosa che ci aiuta tanto a non lasciarci sopraffare dall‟auto compiacimento delle nostre sventure. gi per non sciuparvi la sorpresa… Scommettiamo che un circo così non l‟avete mai visto? Lo spettacolo si compone di otto numeri musicali, alcuni dei quali parlati, per marionette a filo, in cui l‟animatore agisce a vista, mostrando apertamente la tecnica di manipolazione delle figure, un tempo gelosamente custodita dalle grandi famiglie di marionettisti d‟Europa. L‟alternanza di momenti di poesia e comicità rende lo spettacolo adatto a un pubblico di tutte le età, capace di farsi conquistare dall‟incredibile fascino di questo linguaggio del teatro di figura che privilegia la poetica del movimento e che rende queste “piccole creature quasi fatte di pasta umana” dei personaggi sorprenden- temente vivi sulla scena. Toni Zafra si è formato all‟Accademia Superiore d‟Arte Drammatica dell‟Istituto del Teatro di Barcellona, perfezionandosi in costruzione e manipolazione della marionetta a filo con il maestro Harry V. Tozer, di cui è allievo diretto e del quale prosegue la ricerca sulle potenzialità espressive di questo linguaggio. Ha al suo attivo un‟attività ultratrentennale e collaborazioni con numerose compagnie spagnole e con la televisione catalana e di stato, ed è presente nella programmazione di importanti festival internazionali di teatro di figura, presso alcuni dei quali ha ricevuto premi e riconoscimenti per il suo lavoro. PAGINA 6 19,20,21,22 marzo La botte e il cilindro IL GATTO MAMMONE (3-11 anni) Una famiglia povera: una madre e due sorelle, una, di nome Stellina, gentile e buona come il pane appena sfornato e l‟altra di nome Peppina, antipatica e dispettosa. Un giorno la madre si trovò nella necessità di chiedere in prestito a qualcuno del vicinato un pezzo di sapone, ma nel vicinato c‟era soltanto il palazzo del Gatto Mammone, che era un tipo da prendere con…le unghie; si rivolse dapprima a Peppina che sgarbatamente si rifiutò di andare; Stellina invece, senza esitare, accettò l‟incarico. Nel suo viaggio Stellina incontra prima una gattina che si affanna a lavare un pavimento, senza riuscirci, e decide di aiu- 26,27,28,29 marzo La botte e il cilindro FILASTROCCHE (4-8 anni) canzoni e filastrocche con Daniela Cossiga e Salvatore Delogu regia di Sante Maurizi Un asino, un gatto, un cane, una capra, una maiale, un bue. Tutti in fuga dai loro cattivi padroni. Tutti con una gran voglia di amici e di giocare. E di cantare: “Lariciunfaralillallera lariciunfaralillallà”. Metteranno da parte difetti e capricci per arrivare tutti insieme alla fattoria dello zio Tobia (ia-ia-ò). Piccole storie in versi: 2,3,4 aprile Teatro Libero (Pa) PINOCCHIO di Joël Pommerat da Collodi regia di Luca Mazzone (9-13 anni) Come per magia lo spettacolo ha inizio con un narratore, figura chiave della scrittura di Pommerat, che ci porta dentro la storia, sottolineando sin da subito che si tratta di una storia straordinaria, probabilmente la più straordinaria di tutti i nostri sogni. Ma è importante per lui, deus ex machina dell‟azione scenica, dirci la verità, non dirà altro che la verità, la più pura e luccicante delle verità, perché è proprio nella verità, grande metafora della vita, che si sviluppa e si snoda la storia, la vita e l‟azione di Pinocchio. A NNO S C O LA S T I C O 2 0 1 1 - 2 0 1 2 a scuola a teatro tarla; poi trova due gattine che non riescono a rassettare un lettone enorme e anche stavolta si presta a fare il lavoro per loro; in una terza stanza s‟imbatte in tre gattine che non riescono a preparare il pane da infornare e Stellina prepara tutto al posto loro: finalmente viene ammessa alla presenza del Gatto Mammone che la premia generosamente per le sue buone maniere. Ritornata a casa, non vi dico la sorpresa e lo stupore di Peppina e di sua madre per i doni che Stellina aveva portato con sè. Si fecero raccontare ogni cosa e alla fine la donna decise che anche Peppina dovesse provare ad andare dal Gatto Mammone per farsi prestare del sapone e così Peppina fece, ma era sgarbata e dispettosa e non solo non aiutò le gattine che trovò in difficoltà, ma fu talmente sgraziata che, alla fine, ebbe dal Gatto Mammone una…adeguata ricompen- sa. Ma che bel castello... La bella lavanderina... C'era un grillo in un campo di lino.... Piccoli racconti "animati" dalla rima e da melodie elementari. Così sono le filastrocche. E sembrava che dovessero sempre e solo quelle della tradizione (cantate fra gli altri magistralmente da Paolo Poli). Poi arrivò Gianni Rodari: Fattorino in bicicletta dove corri con tanta fretta?... S'io fossi il padrone del treno… Filastrocca impertinente, chi sta zitto non dice niente... La leggerezza e i paradossi di Rodari sono riusciti a eguagliare le filastrocche della tradizione, anche nella loro dimensione "didattica". Ma mancava loro la musica. Virgilio Savona e Lucia Mannucci (la coppia del Quartetto Cetra) musicarono un giorno i versi di Rodari. E fu un delizioso gioco nel gioco. "Filastrocche" ripercorre quell'avventura. Un modo anche per ricordare con affetto e "in musica" Gianni Rodari e Virgilio Savona. Lariciunfaralillallera lariciunfaralillallà Un Pinocchio dotato di parola che, come per tutti i ragazzini di oggi, è petulante, viziata, un‟arma letale per ferire il suo povero e anziano padre, non sufficientemente ricco per poter incantare e sedurre questo svogliato burattino. È il denaro che Pinocchio cerca e vuole, il denaro come motore della sua storia, denaro da triplicare, quintuplicare, lasciandosi ingannare da due malandrini bulletti di oggi, denaro che muoverà le fila della narrazione, mettendolo con le spalle al muro, spingendolo a mentire sino a morirne. Quanto mai attuale, quanto mai veritiero? Ecco allora la verità, quella verità che il narratore inziale ci promette di dire: il denaro come motore dei meccanismi, corruttore delle anime ingenue. Tutto questo, però, senza alcun filo di moralismo, in una efficace sem- plicità di scrittura e di azione, che fa del Pinocchio di Pommerat, e della scrittura scenica di Mazzone , uno spettacolo veramente dedicato a tutti, dai sette ai novantanove anni. Il Pinocchio dello spettacolo riesce a trovare dentro la storia di Collodi una vena di forte contemporaneità, perché riesce a ridarne il valore ponendo l‟accento su un linguaggio diretto, efficace, capace di accostare il fragile burattino di legno ad un ragazzino di oggi, riuscendo a denudare le criticità della società contemporanea, ma ponendosi al di fuori di qualsiasi concezione moralistica, non volendo spiegare, bensì mostrare.» La scelta di lavorare sulla fiaba è legata all‟impegno di recuperare la memoria della cultura popolare sarda: il piacere da una parte di far ascoltare una favola briosa, leggera e di chiara morale, eppure divertente e appassionante; dall‟altra recuperare attraverso questo immaginario altri “segni” della nostra cultura; il recupero di filastrocche, i proverbi e i suoni e i canti; il ritmo del racconto e i modi di narrare dei Maestri e delle Mastras „e contascias (maestre di fiabe); la valorizzazione dei modi di narrare e le tante altre espressioni dell‟antropologia agropastorale del mondo contadino della Sardegna, dove ad esempio la pulizia, l‟ordine e la preparazione del pane scandiscono il tempo della giornata e il ritmo delle stagioni e i cicli noti della vita e della morte. Lo spettacolo ha il dono della semplicità e il calore delle cose che rimandano all’infanzia. Daniela Cossiga è brava a trasportare i piccoli spettatori, ma non solo, dentro questo universo dominato completamente dall’anarchia creativa di un’infanzia che Rodari, per sua fortuna, non ha mai dimenticato nella sua lunga carriera di poeta e di maestro di maestri. Enrico Pau, La Nuova Sardegna, 9.2.2011 PAGINA 7 A NNO S C O LA S T I C O 2 0 1 1 - 2 0 1 2 a scuola a teatro La botte e il cilindro si costituisce a Sassari nel 1978 da un'esperienza di animazione teatrale presso il Liceo Classico "Azuni". Dal 1986 è riconosciuta ininterrottamente dal Ministero per i Beni e delle Attività Culturali. Dal 1990 gestisce il teatro Il Ferroviario di Sassari (totale posti 240: platea 160, galleria 80; palcoscenico in legno largh. mt 10, prof. 8; graticcia ad alt. 7,50), del quale ha curato la ristrutturazione e nel quale programma la stagione teatrale in tre rassegne: A scuola a teatro, Famiglie a teatro, Cartellone. Sin dalla sua costituzione la Compagnia ha privilegiato il rapporto con il mondo della scuola; accanto all'attività di spettacolo conduce pertanto sin dalla sua fondazione laboratori, seminari e corsi di aggiornamento per scuole, Università ed Enti Locali. SPETTACOLI PRODOTTI 1980 Sotto il bosco di latte, di Dylan Thomas Ah, quei favolosi anni venti!, di Antonello Dettori 1981 Fumiste, di Jules Laforgue 1982 La ballata del carcere di Reading, di Oscar Wilde Il re muore, di Eugene Jonesco 1983 Le parole degli altri, di vari autori Sotto il bosco di latte, di Dylan Thomas (II ed.) 1984 L'importanza di essere Ernest, di Oscar Wilde Arpe, arpeggi, pizzichi e pizzicotti, di P.P.Conconi 1985 Trappola per topi, di Agatha Christie Una cosa troppo, di A.Manca, S.Maurizi, P.F.Olivieri Percival, di Pier Paolo Conconi 1986 Contos de foghile, di Francesco Enna Romeo e Giulietta, di William Shakespeare 1987 Annalice Porcospino, di Francesco Enna Mela, maestra, bacchetta mamma, di Sante Maurizi 1988 Teatrale, di Sante Maurizi The dreaming of the bones, di William B. Yeats 1989 Feliziana, di Stefano Flore Contos de pedra, di Francesco Enna Mai si veda, di Sante Maurizi 1990 Barbablù, di Pier Paolo Conconi 1991 Teatrale, di Sante Maurizi (II ed.) Il bambino di porcellana, di Fancesco Enna 1992 La casa nuova, di Leonardo Sole Re e buffoni, di Angelo Santoro 1993 Una notte sui tetti, di Joan Armanguè 1994 Città nascoste, di F.Calcagnini e S.Maurizi Storia della letteratura italiana Tomo I, di S.Maurizi 1995 Il vascello fantasma, di Pier Paolo Conconi Il lupo e l'agnello, di Francesco Enna Favole a colazione, di Francesco Enna La valigia, di Leonardo Sole Storia della letteratura italiana Tomo II, di S.Maurizi 1996 Il gatto mammone, di Francesco Enna La piccola fiammiferaia, di Pier Paolo Conconi 1997 Martin ferrato, di Francesco Enna La vera storia di Rolando a Roncisvalle, di P.P. Conconi Storia della letteratura italiana Tomo III, di S.Maurizi Canto di Natale, di Charles Dickens 1998 Il gatto con gli stivali, di Pier Paolo Conconi 1999 Il cuoco e il re, di Pier Paolo Conconi Festa grande d’aprile, di Franco Antonicelli L’arca di Noè, di Franco Enna 2000 Il gran teatrino del famoso Natalino, da S.Mannuzzu Paolo e Francesca, di Sante Maurizi Turandot, di Pier Paolo Conconi 2001 Pantagruele, di Sante Maurizi 2002 Eleonora d’Arborea, di Giuseppe Dessì 2003 Contascias di Sante Maurizi Peter Pan, da J.M.Barrie 2004 La bella che sposò Lusbè, di Franco Enna 2005 La tana del coniglio e quel che Alice… da L.Carrol 2006 Cos’è la poesia? di Sante Maurizi Don Chisciotte e Sancio Panza di N.Imperio da Cervantes 2007 Cartacantastorie di Sante Maurizi Anfitrione di Pier Paolo Conconi 2008 Tutti gli uomini del barone di Francesco Enna 2009 Macbèt di Pier Paolo Conconi 2010 Freddolina di Gabriele Valle Filastrocche di Sante Maurizi La cometa di Salvatore Mannuzzu Schiaccianoci di Nadia Imperio da H.C.Andersen 2011 Rataplàn: parole e musiche dal Risorgimento di Sante Maurizi 5 www.bottecilindro.it www.bottecilindro.it [email protected]