Prima guerra mondiale

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Prima guerra mondiale
Lo scoppio della prima guerra mondiale è dovuto a cause di varia natura: cause militari, politiche, economiche e
culturali.
Le cause politiche riguardavano gli scontri fra gli stati, infatti in Europa molti territori erano contesi tra diversi stati, ad
esempio: la Francia voleva sottrarre alla Germania l’Alsazia e la Lorenza, l’Italia voleva liberare Trento e Trieste dal
dominio austro-ungarico e voleva espandersi verso i Balcani insieme a Russia e Austria. Mentre la Gran Bretagna si
sentiva minacciata dalla grande potenza che era la Germania. Alla vigilia della guerra l’Italia era divisa in due
schieramenti: la triplice alleanza costituita da Germania, Austria e Italia, e dalla Triplice intesa costituita da Francia,
Gran Bretagna, e Russia.
Le cause militare riguardavano la corsa alle armi, infatti le grandi potenze europee, in particolare la Germania, si
preparavano alla guerra da ormai 2 anni, cercando di migliorarsi militarmente. Molti pensavano che la guerra sarebbe
durata pochi mesi e che quindi era inevitabile attaccare per primi il nemico.
Le cause economiche, che sono effettivamente le più importanti, riguardano le gare tra le grandi potenze industriali,
infatti tra le grandi potenze industriali si vennero a creare delle vere e proprie gare economiche e commerciali. Per
espandere il proprio mercato e per ottenere il controllo sulle materie prime gli stati occidentali si impegnarono alla
conquista dell’Asia e dell’Africa. Per formare e per proteggere questi veri e propri imperi coloniali bisognava di fatto
ricorrere alle armi, quindi la guerra diventava uno strumento per difendere i propri interessi economici. Ai grandi
proprietari industriali tutto questo andava bene in quanto dalla guerra ne avrebbero tratto grandi benefici economici,
grazie alla costruzione di navi armamenti.
La causa culturale invece riguardava il fatto che gran parte dell’opinione pubblica vedeva nella guerra l’unica possibilità
di cambiamento della situazione sociale e politica. Anche molti intellettuali erano favorevoli alla guerra.
Il 28 giugno del 1914 a Sarajevo, l’arciduca Francesco Ferdinando erede al trono dell’impero d’Austria e Ungheria, fu
ucciso insieme a sua moglie da un nazionalista serbo. Quest’avvenimento fece scoppiare le tensioni internazionali.
L’Austria accusò la Serbia di essere responsabile di tale attentato e minacciò la guerra. In realtà l’Austria voleva
conquistare la Serbia per poi continuare la sua espansione verso i Balcani. La Germania si schierò con l’Austria, mentre
la Russia con la Serbia. Quando esattamente un mese dopo (28 luglio 1914) l’Austria dichiarò guerra alla Serbia scesero
in campo tutte quelle alleanze che erano state decise in precedenza ad eccezione dell’Italia. Quindi da un lato vi erano
gli imperi centrali (Austria-Ungheria, Germania, a cui si aggiunse l’impero turco e la Bulgaria) , mentre dall’altra parte
vi era la triplice intesa (Francia, Gran Bretagna, Russia, a cui si aggiunse anche la Serbia e altri stati).
Allo scoppio della guerra l’Italia si dichiarò neutrale, e lo stato Italiano si difese dicendo che Germania e Austria non
erano state aggredite, e che siccome la condizione della triplice alleanza era difensiva questa non poteva essere
applicata. I Neutralisti , cioè coloro ch volevano che l’Italia rimanesse neutrale erano la maggioranza, tra cui ricordiamo:
i socialisti che credevano che la guerra fosse una guerra tra capitalisti e che quindi il proletariato on doveva farne parte;
la maggioranza dei cattolici e la chiesa, tanto che nel 1915 Papa Benedetto XV dirà che la guerra è semplicemente un
orrenda carneficina che disonora l’Europa; e molti parlamentari liberali, guidati da Giolitti, che invece erano convinti che
l’Austria avrebbe premiato con dei territori la neutralità dell’Italia, e che quindi l’intervento era inutile. Gli interventisti
invece erano coloro che volevano che l’Italia entrasse in guerra, tra cui ricordiamo: i nazionalisti che volevano che l’Italia
entrasse in guerra contro l’Austria per liberare Trento e Trieste; l’esercito e l’ambiente della corte che vedevano nella
guerra occasione di prestigio; i grandi proprietari industriali che pensavano al guadagno che avrebbero ricavato dalle
spese di guerra; e infine alcuni socialisti e democratici che volevano che l’Italia entrasse in guerra alleandosi con le
potenze democratiche, quindi Francia e Gran Bretagna, contro Germania e Russia.
Di pensiero simile a quello dei nazionalisti era l’ex socialista, Benito Mussolini, che fu escluso dal suo partito proprio
perché favorevole alla guerra. Nonostante gli interventisti fossero in minoranza potevano contare dell’appoggio del re e
di alcuni giornali. Comunque l’Italia il 26 aprile del 1915 a Londra firmò un patto segreto con Francia e Inghilterra:
avrebbe combattuto al loro fianco in cambio di vasti territori. Il patto di Londra fu tenuto nascosto per due anni, anche
se dal momento della firma la propaganda interventista si fece sempre più forte. Nonostante i neutralisti fossero in
maggioranza il parlamento dovette attuare le decisioni prese dal governo. Così il 24 maggio del 1915 l’Italia, con Vittorio
Emanuele III entra in guerra a fianco della triplice intesa.
Subito dopo lo scoppio della guerra la Germania aveva conquistato il Belgio e il Lussemburgo, perché voleva
conquistare rapidamente la Francia. In realtà l’esercito Tedeschi fu fermato sul fiume Marna,in una battaglia che
provocò all’incirca 500.000 morti. Svaniva così l’illusione di poter porre fine rapidamente alla guerra. Da quel momento
in poi esercito tedesco e quello franco-ungarico si contrapposero lungo un fronte,il fronte occidentale, all’interno delle
trincee, ovvero delle fosse scavate nel terreno. Quindi la guerra diventa un susseguirsi di lotte da una trincea a l’altra,
con il fronte che si spostava di pochi chilometri in cambio di migliaia di morti. Dall’altra parte d’Europa il fronte orientale
era molto più lungo e mobile. I tedeschi e gli austriaci dovettero attaccare pesantemente la Russia perché aveva tentato
di entrare in Germania. Nella primavera del 1915 austriaci e tedeschi attaccarono nuovamente la Russia insieme ai
turchi . l’esercito russo però in quel periodo iniziava ad avere delle difficoltà riguardo le produzioni industriali e quindi
non era più in grado di reggere una guerra simile e quindi dovette ritirarsi perdendo il controllo della Polonia.
L’Italia affrontò la guerra in maniera del tutto impreparata. Addirittura gli uomini dell’esercito per molti mesi non
avevano avuto nemmeno gli elmetti che erano indispensabili nelle guerre di trincea. Gli uomini dell’esercito erano
impreparati così come lo erano i capi dell’esercito che spesso mandavano i propri uomini senza alcuna preparazione e
addestramento. Nelle trincee si andavano diffondendo le malattie e i rifornimenti erano assai difficili. Il generale
Cadorna, mise in atto durissima disciplina, che riguardava la pena di morte. Ovvero se tra i suoi uomini avvenivano dei
mancamenti lui avrebbe condannato a morte alcuni dei suoi uomini, come ad esempio se avveniva un reato collettivo, di
cui non si sapeva l’artefice principale. L’Italia poi tra il dicembre e il luglio del 1915 fu mandata a combattere
nell’altopiano del Carso. Questa battaglia non portò alcun risultato se non la perdita di migliaia di uomini. L’anno
successivo però l’impero Austriaco si impegno in quella che venne chiamata la spedizione punitiva: gli italiani erano dei
traditori perché non avevano rispettato i patti della triplice alleanza, e quindi andavano puniti. L’Austria voleva entrare
in Italia dalla pianura padana attraverso l’altopiano dell’Emmental, ma fu bloccata dall’Italia che addirittura riuscì a
conquistare anche Gorizia.
La guerra, che si pensava sarebbe durata pochi mesi, durava ormai da due anni. Lo sforzo produttivo di tutti gli stati
diventava sempre più duro. In particolare le potenze centrali non potevano nemmeno procurarsi facilmente le materie
prime perché gli inglesi governavano il mare. Allora la Germania affrontò la marina Inglese nella battaglia dello Jutland
nel mare del Nord. La battaglia però non riuscì a strappare all’Inghilterra il controllo dei mari. Allora la Germania
intensificò la guerra sottomarina, rintracciando tutte le navi che trasportavano rifornimenti per gli avversari. Grazie ai
sommergibili furono affondate tantissime navi commerciali ma anche quelle di trasporto persone. Fece scandalo in
particolare l’affondamento del transatlantico Lusitania, dove morirono migliaia di persone tra cui 124 statunitensi. Gli
stati uniti ritenevano sbagliato l’affondamento delle navi perché non consentiva la libertà di navigazione e di
commercio, quindi si ribellarono e infine entrarono in guerra a fianco dell’intesa. Entrare in guerra in Europa significava
abbondare la vecchia politica di isolamento. Non bisogna però dimenticare che Francia, Italia, e soprattutto Inghilterra
erano indebitate con gli stati uniti e quest’ultimi non volevano perdere i loro crediti.
Il 1917 fu un anno decisivo, non solo per l’entrata in guerra dell’America. A marzo in Russia scoppiò la rivoluzione, che
distrusse definitivamente l’ormai debole regime dello zar. La situazione divenne sempre più confusa fino alla rivoluzione
sovietica di ottobre, quando il potere passò nelle mani dei comunisti guidati da Lenin. Per evitare l’invasione dei suoi
territori la Russia uscì dalla guerra, con il trattato di pace di Brest-Litork, lasciando la Polonia e i paesi baltici, in mano
alla Germania, e dichiarando l’indipendenza dell’Ucraina.
Gli austriaci a questo punto spostarono le truppe che avevano in Russia, in Italia, provocando una durissima crisi
nell’esercito italiano. Ovviamente dopo aver rafforzato le sue truppe riuscì ad abbattere le linee italiane riportando una
netta vittoria a Caporetto. L’esercito italiano a quel punto iniziò una ritirata che ben presto si confutò in una fuga
disordinata. Il nemico catturò migliaia di prigionieri e si impossessò di molti materiali. Con grande fatica si riuscì
comunque a riformare una linea di difesa sul fiume Piave, grazie agli ordini dettati dal nuovo generale Armando Diaz.
Cadorna era infatti stato sostituito perché attribuiva alla catastrofe di Caporetto la vigliaccheria dei soldati. Con il
passare del tempo tutti gli stati sentivano sempre di più le conseguenze della guerra, e nel 1918 la Germania ormai a
corto di materie prime, lanciò un’ultima offensiva. Ma francesi e inglesi la respinsero nella seconda battaglia della
Marna. Inglesi e francesi allora con l’aiuto degli stati uniti passarono all’offensiva. La situazione interna di Germania e
Austria precipitava mentre l’impero turco e la Bulgaria furono costretti ad arrendersi. Anche l’esercito italiano passò
alla controffensiva e ottenne la decisiva vittoria di Vittorio Veneto. L’Austria chiese l’armistizio e l’Italia risultò vittoriosa
(4 novembre). I due impero centrali si dissolsero. E il 9 novembre a Berlino fu proclamata la repubblica. Lo stesso
accadeva in Austria dopo che Ungheria, Cecoslovacchia e Iugoslavia si erano dichiarate indipendenti. L’11 novembre fu
poi firmato l’ultimo armistizio con la Germania.
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