La rabbia nell`arco alpino: sorveglianza, controllo/eradicazione

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La rabbia nell’arco alpino:
sorveglianza,
controllo/eradicazione
Vittorio Guberti
ISPRA
Ozzano E. (BO)
La rabbia in Italia (1977-1995)
Ultimo caso:dicembre 1995
Ufficialmente indenne dal 1997
Situazione epidemiologica
05.01.10
21.01.10
Vaccinazione
• Vaccino vivo attenuato
• Il vaccino è dentro delle piccole saponette
che vengono lanciate da un velivolo
• La densità delle esche vaccinali dovrebbe
variare in funzione della densità delle volpi
(???)
• Da 20 a 30 esche vaccinali per km2
• Almeno due campagne vaccinali/anno
Densità
esche al
giorno 20
gennaio
2010
Fine
distribuzione
aerea
L’esempio della Serbia
Distribuzione manuale
• E’ decisamente meno efficace, richiede maggior tempo
e una più capillare organizzazione;
• Non riesce a distribuire omogeneamente il vaccino sul
territorio, ma lo clasterizza attorno alle vie percorribili
EFFICACE
• Aree urbane
• Aree hot spot attorno alle tane
• Aree ad elevata pendenza
Foto dei voli
Gestione, controllo ed eradicazione
Scopo
• Limitare al massimo la diffusione delle infezioni
STRATEGIA
• Diagnosticare l’infezione al più presto
• Eradicare l’infezione al più presto
Casi primari e secondari
• Caso primario: la prima introduzione in
un’area indenne (INDEX CASE)
• Caso secondario: I casi derivanti,
epidemiologicamente correlati, al caso
primario
Cosa vorremmo
• Caso primario: individuarlo nel minor
tempo possibile al fine di ridurre il numero
di casi secondari;
• Casi secondari: individuarli il prima
possibile per “chiuderli” e raggiungere
l’eradicazione in modo veloce;
PRIMO PERIODO AD ALTO
RISCHIO
Il periodo che intercorre tra l’introduzione del
virus in un’area indenne e la sua diagnosi
La sua durata dipende da:
a) La conoscenza, capacità e motivazione
sia dei veterinari e degli allevatori
b) La virulenza del virus introdotto
SECONDO PERIODO AD
ALTO RISCHIO
• Il periodo che intercorre tra il momento in
cui il primo animale viene riconosciuto
infetto e l’applicazione delle misure di
prevenzione della diffusione del virus
(divieto movimentazione, stamping out,
vaccinazione della volpe o del cinghiale
ecc.)
Componenti dell’Early warning
• Scambio di informazioni a livello internazionale
• Catena di comando ben definita: chi decide, chi
fa e chi paga
• Strategia di intervento definita a priori
Componenti dell’EARLY
DETECTION
• Presenza di una chiara strategia di
sorveglianza
• Presenza di una definizione univoca di
caso sospetto
• Capacità diagnostica del laboratorio
Rabbia: che sorveglianza?
attiva o passiva?
Probabilità
• Rabbia:
• 100% degli animali infetti muore in circa 15
giorni
• Tasso di letalità = 1/15 = 0.06
• Tasso di campionamento = un buon team
può abbattere e campionare il 30%
dell’intera popolazione di volpe in un periodo
di 120 giorni (ottobre-gennaio)
• 0.3/120 = 0.0025
• Facciamo una bella ODDS RATIO tra il tasso di letalità e
tasso di campionamento
• 0.06/0.0025 = 24
• In termini pratici %= 24/(24+1) => 24/25 = 96%
• Significa che in una zona endemica la probabilità che
una volpe sia morta di rabbia è del 96% più alta rispetto
a qualsiasi altra causa di mortalità
• Mentre il cacciatore accende l’automobile per andare ad
abbattere una volpe, la rabbia già l’ha uccisa.
Sorveglianza rabbia
La sorveglianza passiva lavora in modo assai
più efficiente;
Il punto nodale rimane il fatto che le volpi
morte vengano riportate
Massima diffusione, tra le figure adatte, della
definizione di caso sospetto
Massimo coordinamento tra i servizi affinchè le
segnalazioni non vadano perse
Investire in comunicazione
INDEX CASE
• Volpi morte, investite e con comportamento
abnormale
• Verifica efficienza sorveglianza
•
•
•
•
Volpi densità media 2-4 km2
Mortalità naturale 10-15% anno
100 km : 200-400 volpi di cui 20-60/anno
Almeno il 10% dovrebbero essere ritrovate (2-6
volpi anno non abbattute)
Quando la sorveglianza passiva è più
efficiente di quella attiva ?
In ogni situazione in cui l’ infezione che si vuole trovare
è caratterizzata da:
1. Evidenti sintomi clinici di malattia;
2. Elevati tassi di letalità;
3. Elevata attenzione di cacciatori/agricoltori/forestali;
4. Alta motivazione dei servivi veterinari
Quando la sorveglianza attiva è più
efficiente di quella passiva?
In ogni situazione in cui vi è:
1.Assenza di evidenti sintomi clinici di malattia
2.Assenza di letalità
3.Scarsa attenzione da parte degli
“stakeholder”
4.Scarsa motivazione dei Veterinari
Conclusioni
La rabbia (e moltre altre infezioni) si trovano più
facilmente con la sorveglianza passiva
La sorveglianza passiva implica:
1. Una buona definizione di “caso sospetto”
2. Una conoscenza della definizione
3. Un contatto reale tra chi ha la probabilità di
trovare un animale “caso sospetto” e i Servizi
4. La comunicazione assume un ruolo assai
rilevante
5. Non esagerare il rischio (al lupo..al lupo)
Grazie dell’attenzione
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