Facoltà di Medicina e Chirurgia Toxoplasma gondii www.microbiologia.unige.it Prof. Oliviero E. Varnier – Dr.ssa J. McDermott Sezione di Microbiologia – Dipartimento Interdisciplinare di Scienze Chirurgiche, di Microbiologia e dei Trapianti d’Organo (DISCMIT) TOXOPLASMA GONDII Protozoo a parassitismo endocellulare obbligato, largamente diffuso in natura, con serbatoio in molti animali. Classe: Sottoclasse: Genere: Sporozai Coccidia Toxoplasma gondii Ha un ciclo dixeno legato al carnivorismo Ospiti definitivi: felini (gatto, puma, lince) Ospiti intermedi: ucelli, UOMO 2 Toxoplasma gondii Fase intestinale nel gatto (riproduzione sessuata) Pseudocisti tissutali (A) (ripiene di bradizoiti*) Trofozoiti (B) G F Schizonti (C,D,E) (contenente merozoiti*) Gamete sessuali (F) Oocisti immatura (G) G (vengono liberati con le feci del gatto per una durata di 1-2 settimane) H (*2 forme invasive nel gatto) 3 Toxoplasma gondii b) Fase nell’ambiente esterno La maturazione avviene nell’ambiente esterno dopo 15 gg e dipende dalla T° (24°C). L’oocisti va incontro alla sporulazione (replicazione del DNA) e si forma 2 sporocisti ciascuna contenente 4 sporozoiti. Le oocisti sopravvivono fino a 18 mesi nel suolo umido, nelle feci. 4 Toxoplasma gondii Fase intestinale nell’uomo (riproduzione asessuata) L’uomo si infetta ingerendo le oocisti che giungono nell’intestino liberando gli sporozoiti. I sporozoiti penetrano le cellule dell'epitelio intestinale (enterociti) e si differenziano in una nuova stadio invasivo, il tachizoiti caratterizzato da un’alta velocità di replicazione asessuata) I tachizoiti: differenziano dai bradizoiti per minore resistenza alla pepsina. sono le forme invasive, proliferanti e di distruzione cellulare resiste all’azione dei fagociti sono presenti nel latte, saliva, secreto vaginale. 5 Toxoplasma gondii I parassiti in forma proliferativa hanno una forma a mezzaluna, lunghi 4-6 µm, diam. 2-3 µm. Presenta una estremità anteriore contrattile che è deputata alla penetrazione (poro apicale). Al microscopio elettronico si osserva: Un concoide, anello polare Micronemi (10-15 tubuli) Rhoptrie (organi secretivi) Microporo (che ha funzione di cistoma) 6 Toxoplasma gondii Fase intestinale nell’uomo (riproduzione asessuata) Fase acuta (durata di 1-2 settimane) I tachizoiti disseminano in tutto l’organismo per via ematica e linfatica (parassitando i macrofagi e altri globuli bianchi) inibiscono la fusione con i lisosomi e attivano la cellula ospite si dividono per endoduogenia (una forma di gemmazione interna) all’interno di una cisti le 2 cellule figlie si differenziano longitudinalmente al’interno del corpo che poi si decompone liberando le nuove cellule. rottura ed invasione di altri macrofagi Fase cronica In alcuni distretti, la pressione del sistema immunitario induce i tachizoiti a differenziarsi in bradizoiti che restano quiescenti all’interno di pseudocisti tissutali (membrana elastica che si trova nei muscoli e nel cervello di molti mammiferi) per tutta la vita dell’ospite. 7 Toxoplasma gondii Le pseudocisti con i bradizoiti sono altamente infettanti se ingerite. I bradizoiti resistono al basso pH ed enzimi digestivi durante il passaggio attraverso lo stomaco. La parete protettiva della cisti alla fine è disciolta e i bradizoiti presenti nei tessuti infetti si trasformano in tachizoiti. Le cisti: Possono persistere tutta la vita. Contengono centinaia/ migliaia di bradizoiti Vengono uccise: a 61°c per 4 min Congelamento 8 Toxoplasma gondii Forme del parassita Oocisti: Forma dallo zigote. altamente resistente Tachizoiti: crescita rapida negli Bradizoiti: zoita a lenta crescita stadi precoci dell’infezione nei ospiti intermedi all’interno delle pseudocisti tissutali Modalità di contagio: consumazione di carne cruda (bradizoiti nelle pseudocisti tissutale, tachizoiti nelle cisti); Ingestione di oocisti disseminate con le feci del gatto; trasfusione di sangue infetto (tachizoiti in cisti nei macrofagi) trasmissione transplacentare (tachizoiti) 9 Toxoplasma gondii Diagnosis di Laboratorio: Ricerca microscopica dal paziente del protozoo da fluidi biologici, nei tessuti, biopsie linfonodali, BAL, CSF, Fluido amniotico. Esame colturale Sieroconversione, per differenziare : una infezione attiva, acuta da una infezione pregressa asintomatica o da una infezione cronica. 10 Facoltà di Medicina e Chirurgia Trichomonas vaginalis www.microbiologia.unige.it Prof. Oliviero E. Varnier – Dr.ssa J. McDermott Sezione di Microbiologia – Dipartimento Interdisciplinare di Scienze Chirurgiche, di Microbiologia e dei Trapianti d’Organo (DISCMIT) Trichomonas spp. Genere: Trichomonas (protozoo flagellato) T. tenax e T. hominis T. tenax (orale) T. hominis (intestinale) T. vaginalis (genitale) sono scarsamente patogeni per l’uomo T. vaginalis l’uomo è l’unico ospite naturale per l’infezione 12 Trichomonas vaginalis Morfologia e struttura: Ha 4 flagelli anteriori ed di 1 flagello posteriore collegato al corpo cellulare da una membrana Membrana ondulatoria ondulante. Corpo parabasale Presenta un assostilo mediano rigido Possiede movimenti di propulsione e di rotazione costa È anaerobio (metabolism fermentativo) Possiede idrogenosomi, organuli caratteristici Assostile Flagello posteriore Il ciclo di vita è monoxeno Si riproduce per scissione binaria Non presenta lo stadio di cisti 4 Flagelli anteriori 13 Trichomonas vaginalis CICLO VITALE Il ciclo vitale di T. vaginalis comprende soltanto lo stadio di trofozoite; i trofozoiti sono vitali per ore nel liquido seminale, urine e acqua di piscine è un anaerobio facoltativo, non sopravvive a lungo fuori dall’ospite. è un parassita obbligato, non ha la capacità di sintetizzare molte macromolecole, in particolare purine, pirimidine, e molti lipidi. questi nutrienti sono acquisiti dalle secrezioni vaginali o mediante fagocitosi di cellule batteriche o dell’ospite 14 Trichomonas vaginalis PATOGENESI L’esatto meccanismo patogenetico di T. vaginalis non è stato ancora determinato Si pensa che siano implicati diversi meccanismi, tra cui: Adesione cellulare; Emolisi; Escrezione di fattori solubili (proteinasi extracellulari) Interazione con la flora residente; Elusione del sistema immunitario dell’ospite; 15 Trichomonas vaginalis PATOGENESI Adesività mediata da quattro proteine di adesione: AP65, AP51, AP33 e AP23 espresse sulla superficie in modo alternato e con la coespressione di una proteina altamente immunogena, la proteina P270 Interazione con la flora vaginale Per effetto dell’infezione da T. vaginalis si verifica un innalzamento marcato del pH, una riduzione della flora lattobacillare e un incremento della proporzione di batteri anaerobi. Elusione del sistema immunitario dell’ospite La capacità di elusione del sistema del complemento è un importante fattore patogenetico La resistenza al complemento aumenta in presenza di ferro. 16 Trichomonas vaginalis PATOGENESI Emolisi Lisi degli eritrociti sembra essere mediata da recettori presenti sulle superfici cellulari del parassita e dell’eritrocita gli eritrociti rappresentano una fonte primaria di lipidi e ferro L’attività emolitica correla con la virulenza. Produzione di esoenzimi (proteinasi extracellulare) T. vaginalis ha da undici a ventitré distinte “cisteina proteinasi” (CPs), la maggior parte delle quali sono lisosomiali. Le proteinasi sono implicate nell’attività di emolisi degli eritrociti implicate nei processi di adesione alle cellule epiteliali in grado di degradare le immunoglobuline G, M e A, In grado di neutralizzare i linfociti T citotossici 17 Trichomonas vaginalis DIAGNOSI L’esame microscopico a fresco del secreto vaginale permette di visualizzare la presenza del trichomonas in maniera altamente specifica essendo il protozoo dotato di e facilmente identificabile dall’osservatore. Il gold l’esame colturale; in tal caso il campione prelevato deve essere posto in appositi terreni di coltura al fine di garantire la sopravvivenza del protozoo. Si procede con test immunologici con anticorpi oppure metodi di identificazione basati su sonde ad acidi nucleici (PCR). 18 Facoltà di Medicina e Chirurgia MICOPLASMI www.microbiologia.unige.it Prof. Oliviero E. Varnier – Dr.ssa J. McDermott Sezione di Microbiologia – Dipartimento Interdisciplinare di Scienze Chirurgiche, di Microbiologia e dei Trapianti d’Organo (DISCMIT) MICOPLASMI Per la mancanza di parete cellulare i micoplasmi vengono ragruppati nella classe dei:Mollicutes (parete soffice) 20 Genere Micoplasmi Nell’uomo sono 4 specie di Micoplasma patogeni M. pneumoniae - agente eziologico della polmonite atipica primaria M. hominis M. genitalium U. urealyticum - causano malattie del tratto genito-urinario 21 contiene STEROLI. MICOPLASMI La mancanza di parete rende i Micoplasmi resis I micoplasmi sono: agli antibiotici che interferiscono con la sintesi, le più piccole batteri a vita libera penicilline, cefalosporine, vancomicina. gram-negativi Sono sensibili alle tetracicline e all’eritromicina. sprovvisti di parete cellulare e hanno una membrana cellulare ricca di STEROLI. aerobi o aerobi-anaerobi facoltativi pleomorfi, filamentosi o sferici e contengono sia DNA che RNA, si dividono per scissione binaria Tutti i Micoplasmi sono resistenti a tutti gli antibiotici che hanno come bersaglio la sintesi del peptidoglicano (penicilline, cefalosporine, vancomicina). 22 MICOPLASMI CARATTERISTICHE COLTURALI Utilizzano a scopo energetico il catabolismo del glucosio, dell’arginina o dell’urea. Crescono esclusivamente in terreni arricchiti di vitamine, di precursori degli acidi nucleici e di steroli (forniti dall’aggiunta di siero animale) Durante la replicazione cellulare, la divisione del citoplasma e del genoma avviene in modo asincrono. Prima della formazione di una singola cellula possono apparire lunghi filamenti contenenti molti nuclei, che si trasformano poi in singole cellule. 23 MICOPLASMI CARATTERISTICHE COLTURALI Le diverse esigenze di crescita consentono la differenziazione Micoplasma Metabolismo Atmosfera M. pneumoniae Glucosio Aerobia M. hominis Arginina Anaerobia M. genitalium Glucosio Anaerobia U. urealyticum * Urea Anaerobia *Ureaplasma si distingue perché cresce solo su terreni a pH acido 24 MICOPLASMI CARATTERISTICHE COLTURALI Micoplasma Nei terreni solidi producono le cosiddette colonie ad “uovo fritto” formate da: una zona centrale scura approfondata nell’agar, opaca e granulare, corrispondente alla zona di crescita una zona periferica chiara, di aspetto piatto e trasparente, in cui avviene la moltiplicazione in superficie. Ureaplasma Colonie a riccio di mare 25 MICOPLASMI In vivo si moltiplicano sulla superficie delle cellule degli epiteli mucosi, senza penetrare all’interno delle cellule. Presenza in: Uomini Mammiferi Rettili Acqua Insetti Piante Uccelli Suolo Possono comportarsi come: commensali, parassiti, patogeni 26 Micoplasma: Patogenesi Si tratta di parassiti cellulari di superficie che aderiscono alla membrana plasmatica degli epiteli urogenitali (proteine P1) Solo in determinate condizioni fanno si manifesti la malattia conclamata con tendenza alla cronicizzazione Penetrano all’interno delle cellule e diffondono verso i tessuti profondi determinando un danno cellulare. Alcune specie hanno anche la capacità di sfuggire agli attacchi del sistema immunitario M. Hominis metabolizza l’arginina, rilasciando elevate quantità di ammoniaca che risultano altamente tossiche per i tessuti infettati 27 Ureaplasma: Patogenisi Produce neuraminidasi che modifica la struttura dell’acido sialico presente nell’acrosoma alterando la carica elettrica della superficie della cellula spermatica causando scarsa mobilità dello sperma . Produce fosfolipasi, enzima capace di idrolizzare fosfolipidi con rilascio di acido arachidonico. E’ ipotizzabile che l’infezione dell’apparato genitale femminile possa indurre rilascio di acido arachidonico dalle membrane amniotiche con conseguente produzione di prostaglandine, che potrebbero indurre un travaglio prematuro. 28 Micoplasma Difese dell’ospite Dovuto principalmente ad un accumalo locale di anticorpi delle classe IgA e IgG che inducono la lisi batterica tramite l’attivazione del complemento agiscono da opsonine aumentando l’attività fagocitaria e il killing dei macrofagi bloccano la capacità dei batteri di aderire alle cellule bronchiali Il ruolo della immunità cellulo-mediata non è chiarito 29 Mycoplasma Diagnosi di Laboratorio Mycoplasmi urogenitali Identificazione biochimica tramite utilizzo di glucosio, arginina e urea (esame colturale semiquantitativo) M. hominis: produce arginasi M. genitalium: produce glucosio U. urealyticum: produce ureasi Mycofast® 30 Facoltà di Medicina e Chirurgia Chlamydiaceae www.microbiologia.unige.it Prof. Oliviero E. Varnier – Dr.ssa J. McDermott Sezione di Microbiologia – Dipartimento Interdisciplinare di Scienze Chirurgiche, di Microbiologia e dei Trapianti d’Organo (DISCMIT) Chlamydiaceae Due generi: Genere Chlamydia C. trachomatis Parassita dell’uomo e raramente del topo Genere Chlamydophila C. pneumoniae Parassita dell’uomo C. psittaci Parassita di uccelli e mammiferi (raramente trasmessa all’uomo) 32 Chlamydia Chlamydia trachomatis 2 Biovar • LGV: linfogranuloma venereo • tracoma: malattia oculare, polmonite infantile, infezioni genitali Chlamydophila pneumoniae 1 Biovar: Chlamydophila psittaci Numerosi biovar polmonite (psittacosi) • TWAR: bronchite polmonite infantile malattia coronarica 33 Le Clamidie FISIOLOGIA E STRUTTURA: Parassiti intracellulari obbligati = “parassiti di energia” Parete cellulare simile ai Gram negativi ma privo del strato di peptidoglicano Possiedono sia DNA che RNA, ribosomi procariotici: il genoma è uno dei più piccoli genomi procariotici (1000kbp) Non producono ATP (utilizzano quello della cellula parassitata) Sono resistenti al trattamento con antimicrobici attivi sulla parete 34 Chlamydia Il ciclo replicativo implica due forme: corpo elementare (CE) 300-400 nm, forma infettante, rigido, resistente, sopravvive all’ambiente esterno. corpo reticolare (CR) 800-1000 nm, non infettante, metabolicamente attivo, sensibile, intracellulare Immobile Assenza di pili Corpo reticolare Corpo elementare 35 Chlamydia: Replicazione Ciclo riproduttivo A. Adesione del corpo elementare (CE) B. Endocitosi del CE C. Inclusione del CE D. Riorganizzazione del CE in corpo reticolare (CR) E. Moltiplicazione del CR per scissione binaria (24 ore) F. Riorganizzazione in CE G. Inclusioni contenenti entrambi i corpi CE ed CR H. Liberazione per esocitosi (C. trach. e C. pneu.) I. Lisi cellulare (C. psittaci). 36 Caratteristiche Antigeniche Le tre specie presentano: Lipopolisaccaride (LPS) presente in tutti i membri del genere Chlamydia, è un antigene di gruppo ed ha bassa attività endotossica. Major Outer Membrane Protein (MOMP) = proteina maggiore della membrana esterna, codificata dal gene omp1, immunodominante e capace di stimolare la produzione di anticorpi neutralizzanti. esprime specificità di specie e sottospecie e di tipo (3 sierogruppi e 19 sierotipi) Proteine di membrana ricche in cisteina (CRP) Proteina dello shock termico- (hsp) Una lipoproteina detta MIP 37 Caratteristiche Antigeniche Sulla base della MOMP, che esprime specificità di specie e sottospecie. i biovar sono suddivisi in serovar Biovar LGV 5 serovar: L1, L2, L2a, L2b, L3 Biovar tracoma 15 serovar: A, B, Ba, C, D, Da, E, F G, Ga, H, I, Ia, J, K Sierotipi A, B, Ba e C - responsabili del tracoma endemico Sierotipi D, E, F, G, H, I, J, K - infezioni genitali Sierotipi L1, L2, L3 - linfogranuloma venereo (LGV) 38 Chlamydia trachomatis PATOGENESI Tropismo per le cellule dell’epitelio colonnare non ciliato, cubico, di transizione (mucose di uretra, cervice, endometrio, tube, retto, tratto respiratorio, congiuntiva) Le malattie causate da Clamidia tendono a cronicizzare, in quanto non sono capaci di evocare una risposta immunitaria del tutto efficace Distruzione diretta delle cellule Stimolazione il rilascio di citochine pro-infiammatorie (IL-8) Aggregati di linfociti e macrofagi nella sottomucosa (necrosi) Non è stata identificata alcuna tossina specifica 39 Chlamydia: Diagnosi di Laboratorio Isolamento in colture di cellule in vitro: McCoy, HeLa 229 BHK21, BGMK + Cicloeximide (formazione di corpi inclusi) Esame citologico (ricerca di corpi inclusi). Ricerca di Ag nei campioni clinici (IF diretta, ELISA) Tests sierologici (IgM > 1:128) PCR: RNAr 16S, sensibilita del 90-98% 40 I “corpi inclusi” nelle cellule sono evidenziabili con colorazione semplice (Giemsa) o impiegando anticorpi monoclonali florescinati verso antigeni specie-specifici. • Probes di acidi n • PCR: RNAr 16 • Tests sierologici • Esame citologic • Ricerca di Ag ne diretta, ELISA) • Esame colturale BHK21, BGMK (formazione di c Diagnosi delle infezioni da Chlamydia: Diagnosi di Laboratorio Colorazione Giemsa Le inclusioni (glicogeno) vengono evidenziate con colorazione con soluzione di iodio (liquido di Lugol) Colorazione Lugol 41