Maxi-emergenza - Formazione In Emergenza Sanitaria

IQ
QUATTRO LIVELLI DI ALLARME
DELLA C.O.C.O.-118
Lo stato di allertamento della c.o.-118 si distingue nei seguenti livelli:
LIVELLO 0:
è presente quando ci sono condizioni ordinarie, non si è a conoscenza di
possibili situazioni a rischio che possono creare uno stato di
g
maxiemergenza.
LIVELLO 1:
è presente quando si verificano possibili situazioni a rischio, grandi
affluenze di pubblico per manifestazioni sportive, concerti gare, ecc.
Si puòò prevedere
d di aggiungere
i
all dispositivo
di
iti di soccorso ordinario
di i un
modico aumento delle risorse disponibili sulla base delle possibili
emergenze.
LIVELLO 2:
è presente ogni qual volta aumentano le situazioni a rischio, piogge
torrenziali, frane allagamenti, ecc.
Si allertano e si mettono in preallarme un certo numero di risorse
aggiuntive che devono essere pronte ad intervenire in tempi brevi
aggiuntive,
brevi.
LIVELLO 3:
scatta l’allarme per il verificarsi improvvisamente della maxiemergenza.
Si mettono in moto e si attivano le pprocedure pper il richiamo,, l’invio ed il
coordinamento di tutte le risorse aggiuntive, che vengono inviate sul
luogo dell’evento, e per l’allertamento di tutte le strutture ospedaliere del
1
territorio.
D fi i i
Definizione
di CATASTROFE:
CATASTROFE
– E’
E un evento, improvviso e per lo più inatteso, che
determina gravissimi danni per la collettività che lo
subisce.
– Determina un’inadeguatezza, anche se temporanea,
tra i bisogni delle vittime e i soccorsi.
soccorsi
– Può interessare una vasta estensione territoriale e
strutture di soccorso e di assistenza (ospedali).
– Coinvolge un grandissimo numero di persone e
determina un numero elevato di vittime > 50
– Può avere una estensione temporale > 24 ore.
2
CLASSIFICAZIONE DI CATASTROFE:
in base ai fattori scatenanti (rischio evolutivo)
NATURALI
FENOMENI GEOLOGICI
terremoti, maremoti
eruzioni vulcaniche
bradisismo
caduta meteoriti o asteroidi
EVENTI METEREOLOGICI
FENOMENI IDREOLOGICI
TECNOLOGICI
CONFLITTUALI O
SOCIOLOGICI:
piogge estese, nebbia
siccità, trombe d’aria, tifoni, uragani
neve, ghiaccio, grandine
alluvioni esondazioni
alluvioni,
esondazioni, frane
valanghe, slavine, collasso ghiacciai
VARIE
epidemie animali
INCIDENTI INDUSTRIALI
incendio, esplosione,
rilascio
il i sostanze
t
tossiche
t i h o inquinanti
i
i ti
rilascio radioattività
INCIDENTI NEI TRASPORTI
aerei,
ferroviari,
stradali,
navigazione
g
COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI
black-out elettrico,
black-out informatico,
interruzione rifornimento idrico,
interruzione condotte gas o oleodotti,
collasso dighe o bacini,
INCENDI
boschivi,
urbani,
industriali,
VARIE
crollo immobili abitazioni o ospedali
atti terroristici, sommosse, conflitti armati internazionali
uso armi chimiche –biologiche –nucleari,
3
epidemie, carestie, migrazioni forzate
incidenti durante spettacoli, feste, manifestazioni sportive.
CLASSIFICAZIONE DI CATASTROFE
in base al numero delle vittime
LIMITATA
< 100 vittime
MEDIA
tra 100 e 1000 vittime
MAGGIORE
> 1000 vittime
inoltre
SEMPLICE
durata dei soccorsi < 6 ore
COMPLESSA
durata dei soccorsi > 6 ore.
ore
4
?
DEFINIZIONE DI CATASTROFE E DI INCIDENTE MAGGIORE
Si definisce un evento come “CATASTROFE” quando
N x S > CR
Si definisce un evento come “INCIDENTE MAGGIORE” quando
N x S < CR
N = numero vittime
S = severità evento
5
CR = capacità di risposta
Definizione di
INCIDENTE MAGGIORE:
– Le strutture di soccorso territoriali rimangono
integre.
integre
– C’è un ridotto coinvolgimento feriti >10 <50.
– Limitata estensione territoriale.
– Limitata estensione temporale < 24 ore
6
CATASTROFE
> 50
INCIDENTE MAGGIORE
10 Æ 50
INCIDENTE INDIVIDUALE
1 Æ 10
7
Numero feriti:
Altre definizioni:
SINISTRO:
CATACLISMA:
evento dovuto alle forze della natura, scatenato dall’uomo;
evento dovuto alle forze della natura, senza intervento dall’uomo;
CALAMITA’:
evento inteso come disgrazia pubblica con numerose vittime;
DISASTRO:
evento, una volta, imputato all’influenza sfavorevole di un astro;
8
I caso di catastrofi
In
t t fi deve
d
essere cambiata
bi t la
l
filosofia del soccorso.
La salvezza di molte vite richiede prioritariamente una lotta
contro il tempo.
Occorre quindi sfruttare nel modo migliore le risorse disponibili
(persone e mezzi).
E’ fondamentale riconoscere ((TRIAGE)) e
successivamente soccorrere, prima i feriti più gravi,
ma non quelli
lli gravissimi,
i i i dal
d l momento
t che
h è impossibile
i
ibil
assistere, trasportare e curare tutte le vittime in
tempi brevi.
9
L’obiettivo principale è
salvare più vite possibile.
La situazione straordinaria
impone un comportamento d’intervento diverso,
che può apparire quasi disumano.
disumano
10
Infatti, talvolta si impongono scelte
dolorose ma necessarie.
Abbandonare pazienti gravissimi (CODICI BLU),
sicuramente destinati a morire in brevissimo tempo
ed utilizzare, mezzi e persone, verso coloro che,
soccorsi prontamente, hanno maggiore probabilità di
sop a i en a (CODICI ROSSI)
sopravvivenza
11
12
L'ORGANIZZAZIONE
L
ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI:
STRATEGIA:
EElaborazione di piani di soccorso
(piani comunali, provinciali, regionali),
cche in caso di catastrofi definiscono il ruolo e
lle modalità d
d’intervento
intervento delle varie componenti
interessate
(VVFF Protezione Civile
(VVFF,
Civile, 118,
118 FFOO,
FFOO ecc)
13
L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI
LOGISTICA:
DDisponibilità di materiali, mezzi, risorse,
nnecessari al soccorso non solo sanitario
sanitario,
e di personale, prontamente disponibile,
ssufficientemente preparato ed addestrato,
ccapace di collaborare in equipes multidisciplinari.
14
L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI
TTATTICA:
AApplicazione dei piani di soccorso
cche prevedono come utilizzare (OTTIMIZZARE)
lle varie strutture disponibili della catena dei soccorsi
(INTEGRAZIONE).
15
?
C.O.
C
O 118
“Macerata Soccorso”
COMPITI :
1
1.
C
Conoscere
lle possibili
ibili situazioni
it i i a rischio
i hi presenti
ti nell suo territorio;
t it i
2.
Predisporre un piano per far intervenire il proprio personale
sia in CO-118
CO 118 che sul luogo dell’evento;
dell evento;
3.
Garantire le comunicazioni con il “luogo dell’evento”;
4.
Tenere pronte le procedure per ottenere un immediato intervento delle componenti
che affiancano e collaborano col SSN (Protezione Civile, Associazioni di volontariato);
5.
Conoscere le potenzialità territoriali delle Associazioni di volontariato e
della Protezione Civile provinciale;
6.
Conoscere le potenzialità di ricovero delle strutture sanitarie provinciali
16
e delle province confinanti (PEIMAF, Unità specialistiche presenti negli Ospedali).
?
C.O.
C
O 118
“Macerata Soccorso”
GRAVITA’ DELL’EVENTO :
A secondo della gravità dell’evento e del tipo
si dovrà tenere in considerazione se è:
1. Ad effetto limitato:
•
•
•
Le strutture sanitarie sono integre,
Gli interventi di soccorso sono limitati nel tempo < 12 ore,
Il gap tra esigenze e risorse non è “incolmabile”.
17
?
C.O.
C
O 118
“Macerata Soccorso”
GRAVITA’ DELL’EVENTO :
2 Ad effetto estensivo:
2.
•
•
•
•
•
Le strutture sanitarie possono essere distrutte
o parzialmente danneggiate,
Le vie di comunicazione possono essere interrotte
e presentare
t gravii danni,
d i
La rete telefonica, idrica ed energetica può essere danneggiata,
Gli interventi di soccorso si prolungano nel tempo > 12 ore,
ore
Il gap tra esigenze e risorse è fin dall’inizio “incolmabile”.
18
?
C.O.
C
O 118
“Macerata Soccorso”
TIPO DI RISPOSTA :
MAXIEMERGENZA
1. Ad effetto limitato:
Æ
(INCIDENTE MAGGIORE)
quasii sicuramente
i
t basterà
b t à una risposta
i
t immediata,
i
di t
utilizzando risorse locali e alcune risorse aggiuntive
extra provinciale
extra-provinciale
2. Ad effetto estensivo
Æ
(CATASTROFE)
si avrà anche una risposta differita,
perché dovranno intervenire apporti esterni alla provincia
(altre CO-118;
CO 118; UMSS extra
extra-provinciali,
provinciali Protezione Civile
19
regionale e nazionale, CRI nazionale, Esercito ecc)
C t t f
Catastrofe
o
Incidente maggiore
20
Zona evento
Richiesta di soccorso per
p
MAXIEMERGENZA
CENTRALE OPERATIVA
118
“Macerata Soccorso”
FASE DI ALLARME:
21
Zona
evento
C.O.
C
O 118
“Macerata Soccorso”
FASI DELL’INTERVENTO:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Verifica e conferma evento
Richiamo personale di CO
Allertamento strutture
Suddivisione compiti tra il personale
Reperimento ed invio mezzi soccorso
Coordinamento dei soccorsi
Collegamento con il DSS e strutture sanitarie
22
Zona
evento
FFOO
112-113
C.O.
C
O 118
“Macerata Soccorso”
elisoccorso
VVFF
115
UMSS
= PoTES
ATTIVA SQUADRE CHE PER PRIME DEVONO
ARRIVARE NELLA ZONA EVENTO:
Al fine di ottenere:
1.
Conferma dell’evento,
2.
Ricognizione della zona,
3.
Accessibilità alla zona evento
4.
Valutazione del rischio (evolutivo)
5.
Raccolta informazioni
23
1°. FASE DI ALLARME:
Altre
Centrali Operative
118
Zona
evento
Direzione Sanitaria
OSPEDALE
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
PREFETTURA
e
PROTEZIONE CIVILE
Responsabile CO
Pronto Disponibili CO - Medici
- Infermieri
- Autisti
Unità di Crisi
Centrale Operativa
24
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
SI ADOTTA UN MECCANISMO A CASCATA PER
L’ALLERTAMENTO E IL RICHIAMO IN SERVIZIO DEL
PERSONALE DI C.O.
Il Personale PD prima di venire in CO deve “PREALLERTARE” per
telefono chiamando il primo nominativo della “lista in suo possesso”,
con l’esclusione
l’ l i
di coloro
l
che
h la
l CO avràà comunicato
i
essere già
ià in
i
servizio, qualora il primo non rispondesse si passa al successivo fino a
colui che risponderà.
La comunicazione dovrà essere:
”Attenzione sono ……….. mi reco in CO perché è scattato
l’allarme Maxiemergenza, chiama il successivo della lista e ordina di
venire in servizio dopo aver chiamato a sua volta il collega successivo
successivo”..
25
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
-
Unità di Crisi
Centrale Operativa
PER GESTIRE GLI INTERVENTI DI SOCCORSO DA
EFFETTUARE IN UNA MAXIEMERGENZA
SI UTILIZZERA’ LA SALA “D” DELLA CO,
che dovrà avere:
•10 linee telefoniche in entrata e uscita
•centralina radio con frequenze della CRI, ANPAS, Protezione Civile, ASL,
•1 telefono satellitare,
•11 work station con relativo softwere per Maxiemergene idoneo
26
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
COMPITI DEL PERSONALE DELLA SALA DI
MAXI EMERGENZE DELLA CENTRALE OPERATIVA 118:
MAXI-EMERGENZE
1
medico di appoggio alla CO;Æ
2
Infermieri
tiene comunicazioni con DSS, (DELTA)
primo
Æ
ricerca e programma i ricoveri
negli ospedali limitrofi e tiene i
contatti con gli ospedali di destinazione
secondo
Æ
Æ
ricerca ambulanze e personale volontario,
prepara la cartografia evento
Æ
comunica con ambulanze della grande noria
1
operatore radio,
1
volontario protezione civile, Æ
tiene i contatti con il responsabile della
P t i
Protezione
Civile
Ci il per tutte
t tt le
l necessità
ità non
sanitarie
27
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
3°)
PREDISPONE CARTOGRAFIA DETTAGLIATA PER
PIANIFICARE GLI INTERVENTI:
Dalla quale poter identificare:
•la zona dell’evento,
•la zona di sicurezza,
•le
le vie
ie di afflusso
affl sso e deflusso
defl sso mezzi
me i di soccorso,
soccorso
•il PMA,
l area sosta mezzi,
•l’area
•la superficie elisoccorso
28
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
6°)
REPERISCE MATERIALI NECESSARI PER LA
REALIZZAZIONE DEL PMA E DEL PCO
PCO--A:
Allerta la Prefettura per far intervenire la Protezione Civile
P i i l o Regionale.
Provinciale
R i l
29
elisoccorso
RICOGNIZIONE AEREA
(quando possibile)
30
VVFF - 115
AUTORIZZA INTERVENTO SQUADRE DI SOCCORSO
salvataggio
l
i senza triage
i
se presente rischio
i hi evolutivo
l i
ZONA EVENTO “A”
Con rischio evolutivo
ZONA EVENTO “B”
Senza rischio evolutivo
31
ULTERIORE DIVISIONE IN CANTIERI
Cantiere 1
Settore “B”
Cantiere 2
Settore “A”
ZONA “A”
Cantiere 3
Settore “C”
ZONA “B”
Settore”D”
VVFF
115
32
FFOO
112-113
FUNZIONE:
•Sorveglianza
•Controllo
C
ll vie
i di comunicazione
i i
33
FFOO
112-113
Perimetro
P
i
interno
i
Zona sicurezza
ZONA EVENTO
VVFF
115
ZONA DI
SICUREZZA
Perimetro esterno della zona di sicurezza
34
CASACCHE DI IDENTIFICAZIONE DEI RUOLI
Responsabile
C. S.
D. S. S..
Casacca rossa
Casacca g
gialla
Casacca bianca
Casacca azzurra
“Delta”
“Mike”
“Tango”
“Charlie”
COORDINATORE
SOCCORSI
DIRETTORE
SOCCORSI
SANITARI
P. M. A.
RESPONSABILE
POSTO
MEDICO
AVANZATO
COORDINATORE
TRASPORTI
35
Zona
evento
C.O.
C
O 118
“Macerata Soccorso”
elisoccorso
li
VVFF
115
UMSS
SQUADRE
Q
DI SOCCORSO:
FFOO
112-113
in presenza di rischio evolutivo
Æ NON INTERVENGONO
STAZIONANO NELLA ZONA DI SICUREZZA
36
Intervengono solo dopo l’autorizzazione dei VVFF
MANOVRE
O
TERAPEUTICHE
C
DELLE
SQUADRE TRIAGE
•
•
•
•
•
Disostruzione vie aeree
Posizionamento cannule oro-faringee
Tamponamento di gravi emorraggie
C
Corretto
tt posizionamento
i i
t delle
d ll vittime
itti (pls)
( l)
Protezione termica
37
MANOVRE
O
TERAPEUTICHE
C
DELLE
SQUADRE ALS e TASKETASKE-FORCE OSPEDALIERA
•
•
•
•
•
•
Infusione di liquidi ev
Posizionamento drenaggi toracici
Intubazione e ventilazione assistita
C i ti t i
Cricotirotomia
Amputazione
p
arti incarcerati
Posizionamento collari cervicali, ked
38
Zona
evento
C.O.
C
O 118
“Macerata Soccorso”
invia
PMA
l’Infermiere che è arrivato sul posto per primo
gestisce:
i
• Triage (START)
• modalità della raccolta delle vittime
elisoccorso
li
VVFF
115
FFOO
112-113
UMSS
PICCOLA NORIA
39
PMA
VIENE DIVISO IN TRE ZONE DISTINTE
A) Æ
TRIAGE-FILTRO,
Æ
STABILIZZAZIONE URGENZE ASSOLUTE
(ROSSI E GIALLI)
Æ
EVACUAZIONE;
B) URGENZE RELATIVE (VERDI);
C) DECEDUTI.
40
MATERIALE PER IL PMA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
PMA
Telefono satellitare
8 lettini da campo con …….
2 lettini triage
1 tavolino e 2 sedie
10 palloni AMBU
1 lampada da tavolo
2 aspiratori medica ?
2 ventilatori portatili con supporti
2 defibrillatori con supporti
2 pulsossimetri
2 monitor multiparametrici
6 pompe a siringa
1 scialitica
1 armadio farmaci
3 carrelli medicazioni urgenze
6 portaflebo
1 blocco schede sanitarie triage
kit cartelli segnaletici
4 cartelli segnalazione PMA check point
4 cartelli area ambulanza – parcheggi
4 cartelli area elisoccorso – atterraggio
•
10 cartelli area sicurezza
•
20 rotoli carta colorata per delimitare area con 50
paletti
•
10 bbarelle
ll atraumatiche
t
ti h a cucchiaio
hi i
•
50 collari cervicali
•
5 materassini a depressione
•
10 tavole spinali
p
•
30 teli porta-feriti
•
50 steccobende
•
10 kit ustionati
•
7 bombole ossigeno da 10 lt
lt. Con riduttore di
pressione, flussimetro e …… con 4 erogatori
•
2 bombole ossigeno liquido
•
materiale pper protezione
p
individuale:
camici
maschere
occhiali
guanti
metalline
41
coperte
lenzuola
PCO-A
P t Comando
Posto
C
d O
Operativo
ti Avanzato
A
t
• DSS (medico CO 118)
• Responsabile VVFF
• Responsabile FFOO
• Responsabile Protezione Civile
42
ELISUPERFICIE
COMPITI DEL COORDINATORE
DEI TRASPORTI:
• Censire i mezzi arrivati sul luogo dell’evento:
•ambulanze tipo A soccorso avanzato (medico)
•ambulanze tipo A soccorso (IP)
•ambulanze tipo
p B (volontari)
(
)
•Elicottero sanitario
•Autobus
•Veicoli
Veicoli a 4 ruote motrici
• Censire il personale addetto ai trasporti,
• Organizzare la zona di stazionamento dei mezzi di evacuazione,
• Organizzare la zona dove atterra e decolla ll’elicottero
elicottero sanitario,
sanitario
• Organizzare l’area di imbarco vicino al PMA (Punto di evacuazione),
• Assicurare la presenza degli autisti sui mezzi,
• Tiene
Ti
aggiornato
i
t il registro
i t di evacuazione
i
delle
d ll vittime,
itti
• Riferire ed aggiornare il DSS sull’arrivo e partenza dei mezzi,
• Controllare le operazioni di caricamento e partenza dei mezzi.
43
PICCOLA
NORIA
PMAPCO-A
PCO A
GRANDE
NORIA
44
CONCLUSIONE
le Maxi-Emergenze non sono prevedibili,
così colgono impreparati sia le vittime che i soccorritori.
soccorritori
La lloro gestione
L
ti
non è una cosa semplice,
li
anche perché la maggior parte degli operatori che
intervengono non hanno esperienza diretta. (per fortuna!)
Al fine di acquisire una perfetta conoscenza
delle procedure e delle manovre da attuare è
indispensabile addestrarsi con simulazioni da
tenere in aula (teoriche) e sul campo (pratiche),
in modo che tutte le componenti sanitarie ed
extra (Prot.
(Prot Civile,
Civile VVFF,
VVFF ecc) siano pronte ad
45
affrontarle con capacità ed efficienza.
TRIAGE
PREOSPEDALIERO
46
IL TRIAGE
Il processo del Triage
(parola francese che significa cernita, selezione, smistamento)
è usato per dividere i pazienti
in categorie di priorità
di cure e di trasporto
basato sulla gravità delle lesioni.
47
IL TRIAGE
Il Triage preospedaliero viene eseguito specialmente
in caso di catastrofe o di incidente maggiore,
dettato dallo stato di insufficienza dei soccorsi,
che obbliga i soccorritori ad effettuare
una selezione delle vittime.
48
I caso di catastrofi
In
t t fi deve
d
essere cambiata
bi t la
l
filosofia del soccorso.
La salvezza di molte vite richiede prioritariamente una lotta
contro il tempo.
Occorre quindi sfruttare nel modo migliore le risorse disponibili
(persone e mezzi).
E’ fondamentale riconoscere (TRIAGE) e
quindi
i di soccorrere prima
i
i feriti
f iti più
iù gravi,
i
dal momento che è impossibile assistere, trasportare
e curare tutte le vittime in tempi brevi.
49
L’obiettivo principale è
salvare più vite possibile.
La situazione straordinaria
impone un comportamento d’intervento diverso,
che può apparire quasi “disumano”
“disumano”.
50
talvolta si impongono scelte
dolorose ma necessarie.
necessarie
Abbandonare i pazienti gravissimi (CODICI BLU),
sicuramente destinati a morire in brevissimo tempo
ed invece utilizzare le risorse
verso coloro che,
che soccorsi prontamente
prontamente,
hanno maggiore probabilità di sopravvivenza
(CODICI ROSSI)
51
START
E' il Triage
effettuato dalla squadra
che
h giunge
i
sull posto
t del
d l disastro
di
t
(anche se formata da soccorritori non professionisti);
basato su semplici valutazioni
e rapide manovre salvavita
Simple Triage And Rapid Treatment 52
IL TRATTAMENTO SUL POSTO
(priorità
(p
di trattamento):
)
in funzione della professionalità degli operatori:
•
Liberazione vie aeree ostruite:
manovre manuali sollevamento mandibola,
G d l
Guedel,
posture (PLS),
•
Supporto emodinamico:
arresto di emorraggie esterne in atto con lacci
emostatici
Protezione termica
•
53
IL PAZIENTE
CAMMINA?
S.T.A.R.T.
SI
Si l Triage
Simple
Ti
And
A d Rapid
R id Treatment
T t
t
CODICE
VERDE
NO
IL PAZIENTE
RESPIRA?
NO
CONTOLLO VIE AEREE
DOPO DISOSTRUZIONE
SI
SI
MENO DI
30ATTI/MIN
NO
SI
ESEGUE ORDINI
SEMPLICI?
NO
EVIDENTE DISPNEA
OLTRE 30 ATTI/MIN
SI
POLSO
RADIALE
PRESENTE?
IL PAZIENTE HA RIPRESO
A RESPIRARE?
SI
NO
CODICE
NERO
CODICE
BLU
CODICE
ROSSO
NO
SI
CODICE
GIALLO
54
Al termine dello START si avrà una precisa valutazione
del numero e della gravità delle persone coinvolte.
In base alla gravità delle vittime
(classe: ROSSOÆGIALLOÆ BLU)
si selezioneranno coloro da trasportare prioritariamente
o da inviare (VERDI) al posto medico avanzato (PMA)
"PICCOLA NORIA".
55
SISTEMA DI SCHEDE SANITARIE IN CASO DI INCIDENTI
MAGGIORI O DI CATASTROFE
Il sistema di schede si prefigge lo scopo di garantire
a tutti gli operatori sanitari del soccorso di avere
una documentazione dei dati del paziente nel tempo:
1. l’identificazione
2. Il luogo di ritrovamento
3. La g
gravità del momento del ritrovamento
4. La gravità di arrivo e di uscita dal PMA
5. La gravità di arrivo all’ospedale o CME
56
57
SISTEMA DI SCHEDE SANITARIE IN CASO DI INCIDENTI
MAGGIORI O DI CATASTROFE
A questo scopo il paziente è munito già al primo triage di un
cartellino o bracciale colorato.
All’ingresso del PMA viene fornito di una scheda di
accompagnamento numerata, essenziale per l'orientamento al
t tt
trattamento,
t all ttrasporto
t e all'ospedalizzazione.
ll'
d li
i
Questa è costituita da 4 facciate e verrà fissata al collo o al polso del
paziente e lo seguirà
à fino al luogo di trattamento definitivo, ospedale
o CME di destinazione.
Il personale del PMA dovrà riportare i dati della scheda sui
registri di entrata e di uscita del PMA
58
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Valutazione primaria delle funzioni vitali :
A Æ Airways + cervical spine
B Æ Breathing
B thi
C Æ Circulation + emorragie
D Æ Disability
La sequenza permette di evidenziare per prime le lesioni
potenzialmente più pericolose e quindi trattarle.
59
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Il protocollo START,
facile e veloce,
segue anch’esso la filosofia ABCD,
t tt i sii dimostra
tuttavia
di
t inadeguato
i d
t alla
ll realtà
ltà ospedaliera.
d li
Il protocollo FAST
è un tentativo di attribuire un “peso”
a ciascuno
i
dei
d i problemi
bl i evidenziati
id i ti durante
d
t l’esecuzione
l’
i
del ciclo ABCD,
permettendo anche di generare classi di priorità che bene
indirizzano verso i tre percorsi ospedalieri fondamentali.
60
Protocollo di Triage F.A.S.T.
L’esecuzione del protocollo FAST si basa sull’attribuzione di un
diverso peso ai problemi riscontrati durante ll’esame
esame ABCD
PROBLEMI NON CRITICI
riscontri anormali che non
rappresentano una minaccia di
lesioni irreversibili a breve termine
PROBLEMI SUBCRITICI
riscontri anormali che possono
evolvere rapidamente in situazioni
irreversibili
PROBLEMI CRITICI
riscontri anormali che stanno
provocando o possono causare in
brevissimo tempo situazioni
i
irreversibili
ibili
61
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Il protocollo FAST si basa nell’attribuire un diverso peso ai
problemi riscontrati durante l’esame ABCD
PROBLEMI NON CRITICI
Tachipnea (FR>25)
Tachicardia
T
hi di (FC >130)
Risposta verbale
PROBLEMI SUBCRITICI
PROBLEMI CRITICI
Ostruzione vie aeree
Ventilazione ridotta monolat.
Arresto respiratorio,
Bradipnea <8
Sat:O2 = 94-90%
Sat:O2 < 90%
I t i
Ipotensione
(PA sistolica
i t li < 100 ) Emorraggie
E
i inarrestabili
i
t bili
Risposta dolore o assente
62
Protocollo di Triage F.A.S.T.
LA SEQUENZA DELLE VALUTAZIONI PREVEDE UN
MASSIMO DI OTTO PASSAGGI:
1. A Æ
2. B Æ
3. B Æ
4 B Æ
4.
5. C Æ
6. C Æ
7. C Æ
8. D Æ
Pervietà vie aeree,
Frequenza
q
z respiratoria,
p
,
Saturimetria periferica,
Ipoventilazione destra o sinistra,
sinistra
Frequenza cardiaca,
Pressione arteriosa,
Presenza di importanti emorraggie visibili,
AVPU.
63
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Æ da Verde a Giallo
Æ da Giallo a Giallo
non determinano
d
i
maii il passaggio
i allo
ll stato di Codice
C di Rosso;
R
Alterazioni di tipo non critico:
critico:
Tachipnea (FR>25)
Tachicardia (FC >130)
Risposta verbale
64
Esempio 1
Protocollo di Triage F.A.S.T.
•
U paziente
Un
i t giunge
i
dall’area
d ll’
dei
d i soccorsii con CODICE DI PRIORITA’ = GIALLO
•
All’inizio del Triage viene azzerato Æ VERDE,
Valutazione ABCD:
1. A Æ Pervietà vie aeree,
=
2
2.
B Æ Frequenza
F
respiratoria
i t i =
35
3.
B Æ Saturimetria periferica =
95%
4.
B Æ Ipoventilazione destra o sinistra = NO
5.
C Æ Frequenza cardiaca =
140
6.
C Æ Pressione arteriosa =
115/80
7.
C Æ Presenza di importanti
p
emorragie
g visibili
8.
D Æ AVPU
=
Æ rimane Verde
pervie
t hi
tachipnea
non critico,
iti Æ
GIALLO
Æ rimane GIALLO
Æ rimane GIALLO
tachicardia non criticoÆ rimane GIALLO
Æ rimane GIALLO
assenti
Æ rimane GIALLO
RISPOSTA VERBALE non critico Æ rimane GIALLO
CODICE FINALE GIALLO
65
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 4
•
Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = ROSSO
•
All’inizio del Triage viene azzerato Æ VERDE,
Valutazione ABCD:
1. A Æ Pervietà vie aeree,
Æ rimane Verde
pervie
2.
B Æ Frequenza respiratoria =
35
tachipnea non critico,Æ GIALLO
3.
B Æ Saturimetria periferica =
95%
Æ rimane GIALLO
4
4.
B Æ Ipoventilazione destra o sinistra= NO
Æ rimane GIALLO
5.
C Æ Frequenza cardiaca =
135
6.
C Æ Pressione arteriosa =
80/60
tachicardia non criticoÆ rimane GIALLO
Sub-critico Æ ROSSO
CODICE FINALE ROSSO
66
Esempio 5
Protocollo di Triage F.A.S.T.
•
U paziente
Un
i t giunge
i
dall’area
d ll’
dei
d i soccorsii con CODICE DI PRIORITA’ = ROSSO
•
All’inizio del Triage viene azzerato Æ VERDE,
Valutazione ABCD:
1. A Æ Pervietà vie aeree,
pervie
Æ rimane Verde
2
2.
B Æ Frequenza
F
respiratoria
i t i =
14
Æ rimane
i
V d
Verde
3.
B Æ Saturimetria periferica =
95%
Æ rimane Verde
4.
B Æ Ipoventilazione destra o sinistra= assente
Æ rimane Verde
5.
C Æ Frequenza cardiaca =
90
Æ rimane Verde
6.
C Æ Pressione arteriosa =
140/90
Æ rimane Verde
7.
C Æ Presenza di importanti
p
emorraggie
gg visibili assenti
Æ rimane Verde
8.
D Æ AVPU
Æ ROSSO
=
RISPOSTA SOLO DOLORE
CODICE FINALE ROSSO
67
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 6
•
Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = GIALLO
•
All’inizio del Triage viene azzerato Æ VERDE,
Valutazione ABCD:
1. A Æ Pervietà vie aeree=
pervie
Æ rimane Verde
Æ rimane Verde
2.
B Æ Frequenza respiratoria =
22
3.
B Æ Saturimetria periferica =
90%
4.
B Æ Ipoventilazione destra o sinistra= NO
5
5.
C Æ Frequenza cardiaca =
1410
6.
C Æ Pressione arteriosa =
105/70
7.
C Æ Presenza di
d importanti emorraggie visibili
b l assenti
Æ rimane GIALLO
8.
D Æ AVPU
Æ rimane GIALLO
=
sub-critico Æ GIALLO
Æ rimane GIALLO
tachicardia non criticoÆ rimane GIALLO
APRE GLI OCCHI
Æ rimane GIALLO
CODICE FINALE GIALLO
68
69
70
TERREMOTI
Situazione delle vittime
¾
¾
¾
¾
disperse su tutto il territorio
raggruppati o isolati dentro le abitazioni
nessuna o scarsa accessibilità se imprigionati o sotterrati
difficoltà di ricerca e individuazione
Meccanismo delle lesioni
traumatismi meccanici da compressione, seppellimento e da caduta di
macerie
9
ostruzioni respiratorie
p
9
esposizioni a basse temperature
9
mancata alimentazione e apporto idrico
9
Quadri clinici

Ferite di vario genere

Fratture

Lesioni da compressione o da schiacciamento

Insufficienza respiratoria acuta

I
Ipotermia
i

Disidratazione
71
INCIDENTI
FERROVIARI
Situazione delle vittime
¾
¾
¾
Una certa quantità sparsa sul territorio in varie condizioni
Il più delle volte raggruppati nei vagoni
Buona accessibilità se le strutture non sono deformate
Meccanismo delle lesioni
9
Traumatismi vari
Quadri clinici





Ferite varie
Fratture varie
Amputazioni
Lesioni da schiacciamento
Lesioni da compressione
72
DISASTRI
DEL
TRAFFICO
Situazione delle vittime
¾
¾
Concentrati dentro o attorno al mezzo
Scarsamente estraibili o incastrati
9
9
9
9
9
Traumatismi meccanici
Danni da scagliamento
Danni da decelerazione
Lesioni da calore
Emissione di fumi
Meccanismo delle lesioni
Quadri clinici
 Ferite varie e amputazioni
 Sindrome da compresione
 Ustioni
 Intossicazioni con Insufficienza respiratoria
acuta
73
INCIDENTI
IN
ABITAZIONI
Situazione
i
i
delle
d ll vittime
i i
¾
¾
¾
¾
¾
¾
Concentrati nelle vicinanze
Più distanti se fuggiti in luoghi sicuri
Seppelliti
pp
da macerie
Poco accessibili se incoscienti per fumo o gas
Inutilizzabili le normali vie di sicurezze in esplosioni, incendi, crolli
Inaccessibilità per grandi folle di curiosi nei grandi centri urbani
Meccanismo delle lesioni
9
9
9
Traumatismi meccanici
Lesioni da calore
Emissione di fumi
Quadri clinici
Ferite varie
 Fratture
 Politrauma da defenestrazione
 Sindrome da compressione
 Ustioni
 Intossicazioni con Insufficienza respiratoria
acuta

74
VALANGHE
SLAVINE
FRANE
Situazione delle vittime
¾
¾
¾
¾
¾
Gruppi
pp intrappolati
pp
dentro abitazioni
Gruppi ristretti intrappolati dentro veicoli
Dispersi nella caduta di neve o terra
Difficile individuazione
Difficile accesso e ricerca
Meccanismo delle lesioni
9
9
9
9
9
Ostruzioni delle vie respiratorie
Lesioni da traumatismo meccanico
Lesioni da compressione
Perdite anche imponenti di calore
Impossibile idratazione
Quadri clinici






Insufficienza respiratoria acuta
Ferite di vario genere
Fratture
Sindrome da compressione
Ipotermia
Disidratazione
75
Situazione delle vittime
¾
¾
¾
Concentrati dentro o attorno al mezzo
Scarsamente estraibili o incastrati
Buona se manca incendio
DISASTRI
DA
AEROMOBILI
Meccanismo delle lesioni
9
9
9
9
Traumatismi meccanici
Danni da scagliamento
Lesioni da calore
Emissione di fumi
Quadri clinici






Ferite varie
Fratture varie
Amputazioni
Sindrome da compressione
Ustioni
Intossicazioni con Insufficienza respiratoria acuta
76
INONDAZIONE
Situazione delle vittime
¾
¾
¾
¾
¾
¾
Dispersi in zone sopraelevate
Dispersi su tetti di case o strutture
Dispersi in acqua
Dispersi in imbarcazioni di fortuna
Scarsamente individuabili e accessibili in base all’estensione del territori
Difficilmente individuabili se trascinati dall’acqua
Meccanismo delle lesioni
9
9
9
Sommersione
Perdita di calore
Traumatismi da oggetti galleggianti
Quadri clinici




Insufficienza respiratoria acuta da annegamento
Ipotermia
Ferite varie
Fratture varie
77
Situazione delle vittime
¾
¾
¾
¾
¾
Concentrati sopra la nave
Dispersi a distanza molto variabile
Su imbarcazione di salvataggio
Buona individuazione se meteo lo permette
Difficile localizzazione se dispersi in acqua
INCIDENTI
MARITTIMI
Meccanismo delle lesioni
9
9
9
9
Traumatismi meccanici
Sommersione
Perdite di calore
Traumatismi termici o fumi
Quadri clinici






Ferite varie
Fratture varie
Ustioni
Insufficienza respiratoria
p
acuta da annegamento
g
Intossicazioni con Insufficienza respiratoria acuta
Ipotermia
78
ATTENTATI
ESPLOSIVI
Situazione delle vittime
¾
¾
¾
Raggruppati nelle vicinanze
Incastrati in edifici o veicoli
Buona accessibilità in assenza di crolli o incendi
Meccanismo delle lesioni
9
9
9
9
Traumatismi da schegge
Traumatismi da onde d’urto
Emissione di fumi
Lesioni da calore
Quadri clinici





Ferite varie
Fratture multiple
Lesioni interne e da strappamento
Rottura d’organi
Ritenzione frammenti
79
Situazione delle vittime
¾
¾
DISASTRI IN
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
Raggruppati
gg pp all’interno o all’esterno
Buona accessibilità in assenza di crolli, incendi, gas tossici,...
9
9
9
9
Traumatismi meccanici
Lesioni da calore
Emissione di fumi
R di tti ità
Radioattività
Meccanismo delle lesioni
Quadri clinici






Ferite varie
Fratture
Sindrome da compressione
Ustioni chimiche o da calore
Intossicazioni
Contaminazione radioattiva
80
CICLONI
URAGANI
TIFONI
Situazione delle vittime
¾
¾
¾
¾
¾
¾
¾
Gruppi all’interno o vicinanze delle abitazioni
Dispersi in direzione del vento
Dispersi travolti dall’ondata d’acqua
Poco accessibili per crollo delle case
Scomparsi nelle acque
Intrappolati nei detriti
Seppellimento nel fango
Meccanismo delle lesioni
9
9
9
Traumatismi meccanici
Sommersione
Perdita di calore
Quadri clinici





Ferite varie
Fratture
Annegamento
Ipotermia
Insufficienza respiratoria acuta
81
Situazione delle vittime
¾
¾
Sempre dispersi a seconda dell’ampiezza del disastro
Difficile accessibilità per frane, gas, fumi, calore, acqua,...
9
9
9
9
Traumatismi meccanici
Sommersione
Emissione di fumi
L i i da
Lesioni
d calore
l
LAVORI
MINERARI
O GALLERIE
Meccanismo delle lesioni
Quadri clinici





Ferite varie
Fratture multiple
Lesioni interne e da compressione
Intossicazioni
Annegamento
82
POLITRAUMA
=
Patologia dominante
POLITRAUMA
Ferito
F
it che
h presenta
t llesioni
i i associate
i t a
carico di due o p
più distretti corporei
p
(cranio, rachide, torace, addome,
bacino arti)
bacino,
con eventuali possibili compromissioni
delle funzioni respiratorie e/o
circolatorie
BLAST INJURIES
Diversi meccanismi patogenetici,
p g
spiegano l’origine delle lesioni a carico di vari tessuti:
1. meccanismi di strappo a carico dei peduncoli vascolari;
1 meccanismi di nebulizzazione,
1.
nebulizzazione in particolare a livello delle
interfacce fra fase liquida e fase gassosa;
1 meccanismi di esplosione,
1.
esplosione a carico di organi cavi e di tutti i
tessuti contenenti gas;
1 trasmissione
1.
i i
meccanica
i d
dell’onda
ll’ d d’
d’urto attraverso lle paretii
(del torace, dell’addome o del cranio).
85
BLAST INJURIES
LESIONI DA TRIPLICE IMPATTO:
IMPATTO:
1. Fase primaria:
ONDA DI PRESSIONE Æ bersagli = organi con gas
2. Fase secondaria:
IMPATTO DI SCHEGGE,
SCHEGGE VETRI
VETRI, ECC
ECC.
3. Fase terziaria:
IL CORPO STESSO DELLA VITTIMA VIENE PROIETTATO
ED URTA CONTRO ALTRI OSTACOLI
86
Specific lesions:
lesi ns:
CRUSH SYNDROME
(lesioni da schiacciamento e/o
compressione)
CRUSH SYNDROME
Associazione di tre quadri patologici:
1 Stato di shock
1.
2. Necrosi muscolare da compressione protratta
3 Nefropatia
3.
N f
ti secondaria
d i post-traumatica
tt
ti
88
CRUSH SYNDROME
Il problema immediato che minaccia la vita
del paziente è costituito:
•dalla ipovolemia da travaso di liquidi
nell'arto ischemico,
ischemico
•dall' acidosi dovuta al passaggio in circolo
di metaboliti provenienti dai tessuti lesi
dallo schiacciamento.
89
CRUSH SYNDROME
Altro rischio è rappresentato dalla possibilità di sviluppare, anche in
persone con funzione renale precedentemente indenne, una insufficienza
renale acuta nel corso delle prime 24 ore.
L' insufficienza renale invece può essere provocata:
•in tempi brevi dalla riduzione della perfusione renale dovuta allo
shock ipovolemico
ipovolemico,
•in secondo tempo dalla presenza di mioglobina circolante
proveniente dai tessuti muscolari interessati dal trauma.
Interessa il 20% dei casi, mortalità del 45%
Trattamento:mantenere normovolemia,
normovolemia alcalinizzare urine,
urine depurazione
extrarenale
90
CRUSH SYNDROME
Le sindromi compartimentali intervengono quando
in u
un co
compartimento
pa
e o muscolare
usco a e delimitato
de
a o da una
u a
loggia fasciale, la pressione tissutale supera la
pressione idrostatica capillare
p
p
impedendo
p
il flusso
arterioso.
Queste sindromi sono ppiù facili a verificarsi nella
Q
gamba e nell' avambraccio che non nella coscia o nel
braccio dove ovviamente l' ostruzione pprogressiva
g
e
prolungata del flusso ematico può provocare anche
una necrosi muscolare.
91
CRUSH SYNDROME
Il primo soccorso consiste nel combattere l' ipovolemia.
Nella fase di estricazione:
Applicazione di un laccio alla radice dell’arto
Indicazioni
z
durata compressione
p
> 4 ore,,
amputazione sul posto.
92
Il Panico_____________________________________
Deriva dal latino “Panicus”,
timore misterioso che gli antichi
ritenevano cagionato dalla presenza
del dio Pan.
93
Il Panico__________________________________________________
DEF N Z ONE
DEFINIZIONE:
Stato
tat di terrore
t rr r ch
che invade
n a
improvvisamente l’animo di singoli
op
più spesso
p
di folle
f
di fronte
f
ad un
pericolo imprevisto, reale o immaginario,
e che toglie
g la capacità
p
di riflessione
f
spingendo alla fuga o ad atti inconsulti.
94
Il Panico__________________________________________________
Si verifica spesso nei luoghi con alta
concentrazione di p
persone dove si p
possono
avere situazioni di emergenza che
modificano le condizioni di agibilità
g
degli
g
spazi ed alterano comportamenti e rapporti
interpersonali.
p
95
Il Panico___________________________________________
E quindi
E’
qu nd un comportamento irriflessivo
rr fless vo ed
irrazionale da parte di persone che vengono
a trovarsi
tr ar in
n una condizione
c n z n di pericolo
p rc
imminente che sanno di non poterlo gestire.
96
Il Panico___________________________________________
Il panico si manifesta con diversi
tipi di reazioni:
1. emotive:
Þ
Þ
Þ
Þ
Þ
Timore irrazionale
Senso di angoscia
Oppressione
Emozioni convulse
Manifestazioni isteriche,
97
Il Panico___________________________________________
2.
organiche
h :
1. Battito
1
B ttit cardiaco
c rdi c accelerato
cc l r t
2. Tremore alle gambe e generalizzato
3
3.
Difficoltà respiratorie
4. Aumento o diminuzione della pressione
arteriosa
5. Giramenti di testa e vertigini
6. Conati di vomito
7
7.
Perdita del controllo degli sfinteri con
emissione di urina e feci.
98
Il Panico___________________________________________
Tutte
T
tt queste
st condizioni
di i i possono
ss
portare
t
a reagire
i in
i modo
m d non
controllato e razionale. In una situazione di pericolo, sia essa
reale o presunta, il panico può manifestarsi principalmente in due
modi:
d
1)
coinvolgimento delle persone nell’ansia generale, con
invocazioni d’aiuto, g
grida, atti di disperazione
p
non mirati;
2) istinto di autodifesa e tentativi di fuga che tendono
all’esclusione e/o all’eliminazione del pericolo o degli altri, anche
in forme violente con spinte, corse, aggressioni, conquista e
affermazione dei posti ritenuti SICURI verso la salvezza
presunta.
99
Il Panico___________________________________________
Allo stesso tempo possono essere compromesse alcune funzioni
comportamentali quali
•
ll’attenzione
attenzione,
•
il controllo dei movimenti,
•
la facoltà di ragionamento.
Tutte queste reazioni costituiscono elementi di grave turbativa
e di PERICOLO.
100
Gestione del Panico_______________________________
In una situazione in cui la nostra e/o l’altrui incolumità è
messa a repentaglio, risulta normale avvertire la
SENSAZIONE DI PAURA:
tale stato emotivo è il p
primo campanello
p
d’allarme che si
attiva per preservare la sopravvivenza dell’individuo.
IL NOSTRO SFORZO DEVE ESSERE TESO AD
IMPEDIRE CHE LA PAURA EVOLVA IN PANICO.
In assenza di paura, di fronte ad un pericolo, viceversa si ha
una situazione di INCOSCIENZA altrettanto pericolosa
poiché porta l’individuo
l individuo alla “sottostima”
sottostima del pericolo ed alla
diminuzione dell’attenzione.
L’ECCESSIVA STIMA IN NOI NON DEVE PERMETTERCI
DI SOTTOVALUTARE IL PERICOLO.
PERICOLO
101
L’Uomo in condizioni di Emergenza_______________
PAURA
Stato emotivo di pulsione e di apprensione in
prossimità di un vero o presunto pericolo.
pericolo
102
L’Uomo in condizioni di Emergenza_______________
PANICO
Reazione per lo più collettiva che toglie la capacità di
riflessione spingendo alla fuga o ad atti inconsulti.
inconsulti
103
L’Uomo in condizioni di Emergenza_______________
INCOSCIENZA
Assoluta mancanza di lucidità mentale specialmente
in relazione alle proprie capacita
capacita, al proprio
atteggiamento o comportamento.
104
Gestione del Panico_______________________________
I comportamenti che abbiamo visto possono
essere modificati e ricondotti alla normalità
se il sistema in cui si evolvono è preparato
per far fronte ai pericoli che lo insidiano.
105
Gestione del Panico_______________________________
COMPORTAMENTI:
• Prendere subito il controllo della situazione,
• Non far vedere di avere paura o di essere indeciso.
• Dimostrare di essere una persona in grado di portare aiuto.
• Mantenere un atteggiamento calmo e deciso.
• Dare ordini semplici
semplici, facili da mettere in pratica.
pratica
• Non alzare troppo la voce o inveire.
• Dare ll’impressione
impressione di gestire sempre la situazione
situazione, anche
quando …
• Far allontanare subito i “disturbatori”.
•ESSERE LA PERSONA GIUSTA,
NEL MOMENTO GIUSTO,
GIUSTO
AL POSTO GIUSTO.
106
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
Disturbi psichici in seguito ad eventi catastrofici:
1) Danni psichici che si determinano nelle singole vittime in seguito a perdite di
parenti o cambiamenti repentini delle abitudini quotidiane;
2) Danni psichici che si determinano nella comunità per lacerazione del tessuto
sociale e per grave destabilizzazione affettiva in seguito a:
» Danno economico
economico,
» Esodo di massa,
» Perdita del lavoro,
» Stress collettivo
ll i continuato,
i
•
Reazioni iper-emotive brevi,
•
Disturbi nevrotici,
•
Disturbi psicotici (fobici, ossessivi, depressivi, isterici, dissociativi.)
107
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
TRATTAMENTO PSICOLOGICO PER RIDURRE LE SOFFERENZE
PSICHICHE DA STRESS
STRESS.
•
PRE-EVENTO (ai soccorritori)
•
DURANTE O POST-EVENTO (ai soccorritori e alle vittime)
108
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
PRE-EVENTO DEI SOCCORRITORI:
FORMAZIONE.
•
Corso di apprendimento dei meccanismi psichici che regolano le
reazioni emotive che si verificano durante le maxiemergenze.
I modo
In
d tale
l sii possono ridurre
id
o controllare
ll le
l sensazioni
i i di:
di
» ansia e disgusto,
» rabbia ed impotenza,
p
,
» frustrazione e paura,
» angoscia e dolore.
che spesso pro
provocano
ocano stress nei soccorritori
109
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
PRE-EVENTO DEI SOCCORRITORI:
•
STRESS INOCULATION TRAINING: procedimento che serve per
ridurre l’impatto emotivo legato all’intervento di soccorso, da attuare prima
dell’evento catastrofico.
Prepara il soccorritore alle immagini e alle sensazioni che potrebbe provare
nell vedere
d o assistere
i t a scene strazianti
t i ti durante
d
t gli
li interventi
i t
ti nelle
ll
maxiemergenze.
Si utilizzano descrizioni di scene coinvolgenti, si proiettano immagini di
foto di vittime di altre catastrofi o si organizzano esercitazioni sul campo,
campo
con comparse che, esperti truccatori, hanno trasformato in feriti gravi,
creando lesioni, fratture, o sanguinamenti molto vicine alla realtà.
Tali scene determinano nella psiche un meccanismo analogo a quello che
nelle vaccinazioni il virus o germe attenuato determina nel sistema
immunitario dell’organismo – anticorpi.
110
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
POST-EVENTO DEI SOCCORRITORI:
Elaborazione del vissuto subito dopo interventi difficili e/o prolungati nel tempo,
particolarmente traumatizzanti e psicologicamente gravanti.
•
DEFUSING: processo di scambio di impressioni ed emozioni provate
durante il soccorso che si verifica spontaneamente tra gli operatori
coinvolti.
i lti
•
DEBREEFING: processo organizzato e diretto da uno psicologo esperto
che
h coinvolge
i l un gruppo di soccorritori
it i che
h vengono facilitati
f ilit ti add esternare
t
le proprie emozioni ed impressioni riportate durante le fasi del soccorso
(multiple stressors model della CRI). Tali sedute devono interessare non
più di 15 persone alla volta ed essere effettuate entro le 24 ore dall
dall’evento
evento
stressante.
111
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
POST-EVENTO DELLE VITTIME:
•
Assistenza psicologica continua e prolungata nel tempo, con
coinvolgimento
co
vo g e to di
d psicologi
ps co og formati
o at a tali
ta interventi.
te ve t .
112
Analisi preventiva
+
Piani pre-stabiliti
=
Gestione corretta
di un evento
inatteso
Conoscere
Prevedere
Reagire
Conoscere
Come sii dovrà
C
d à affrontare
ff
t
un evento inatteso e devastante
che porterà ad una rapida saturazione
di tutte
tutt le risorse
r sors disponibili
spon
sia nel luogo dell’evento che nell’area
circostante
sapendo che non si potrà offrire
i
immediatamente
di t
t un soccorso
sufficientemente valido per tutti
Prevedere
Ogni
“sistema di soccorso” (CO-118)
dovrebbe essere preparato ad
affrontare qualsiasi tipo di catastrofe
“possibile” nel suo territorio e le sue
conseguenze senza improvvisare
i
i
R
Reagire
i
• Formazione idonea del personale
• Analisi preventiva dei rischi
• Piani
Pi i di iintervento già
ià prontii ma
flessibili
• Conoscenza delle possibili patologie da
affrontare
ff
a seconda
d d
delle
ll
differenti
diff
i
tipologie
p g di disastro
Conoscere
Prevedere
R
Reagire
i
Dovrebbero predisporre i
soccorritori a rispondere nel modo
più appropriato,
appropriato coerente e
flessibile alle necessità delle
vittime
i i
d
dell di
disastro.