01Corrò imp 11-12-2007 16:25 Pagina 243 M. Corrò et al. Large Animal Review 2007; 13: 243-246 Un caso di sindattilia in Frisona Italiana 243 N M. CORRÒ1, E. ROSSI1, F. CHISINI-GRANZOTTO2, L. LIBRALESSO3, F. MUTINELLI1 1 Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie - Legnaro (PD) Settore Veterinario Asl 7 Pieve di Soligo (TV) 3 Veterinario Libero Professionista 2 RIASSUNTO La sindattilia è una malformazione genetica a carattere ereditario, caratterizzata da un difetto di differenziazione delle strutture ossee delle dita, che comporta una mancata separazione delle falangi in appendici individuali. Nel presente lavoro vengono descritti i caratteri clinico-patologici ed eziopatogenetici di un caso di sindattilia in una bovina Frisona italiana di 23 mesi. L’osservazione clinica e l’esame post mortem hanno evidenziato un’alterazione morfologica della porzione distale di entrambi gli arti anteriori, caratterizzata dalla presenza di un’unica struttura a forma di tronco di cono rovesciato con la base in corrispondenza del cercine coronario, al posto degli unghioni. All’esame radiografico si apprezzava, al posto delle due falangi distali, la presenza di un’unica formazione ossea a forma di quadrilatero irregolare sviluppato in senso longitudinale, accolto nella scatola cornea. Circa a metà della formazione ossea, lungo i margini superiore ed inferiore si osservavano un affossamento ed un solco irregolare ad andamento dorso-ventrale, nel punto in cui i due segmenti ossei si erano fusi. L’esame istologico non ha evidenziato alterazioni né a carico del tessuto corneo e del derma deputato alla sua produzione, né dell’osso. La sindattilia si manifesta con una bassa prevalenza nella popolazione bovina, ma la presenza del carattere del sindattilismo nel patrimonio genetico tende a persistere a causa delle oggettive difficoltà di individuare i soggetti portatori. Un’adeguata informazione dell’allevatore, ma anche strumenti diagnostici più sofisticati ed economicamente sostenibili che permettano una diagnosi precoce sono molto utili per individuare i soggetti portatori e nel tempo eliminare la tara genetica. PAROLE CHIAVE Bovino, gene recessivo, sindattilia. INTRODUZIONE La sindattilia è una malformazione genetica a carattere ereditario, caratterizzata da un difetto di differenziazione delle strutture ossee delle dita, che comporta una mancata separazione delle falangi in appendici individuali3. Può essere presente come singola anomalia di cui si conoscono fino ad oggi cinque tipi differenti, oppure manifestarsi in associazione ad altri difetti, quali dita sovrannumerarie (polidattilia), malformazioni della scatola cranica3 ed epiteliogenesi imperfetta9. Questa malformazione è stata osservata in diverse specie animali: roditori, ovini9, bovini3,6 e uomo5. Per quanto riguarda il bovino, è conosciuta con il termine anglosassone di “Mule Foot Disease” (MFD, malattia del piede di mulo), ed è caratterizzata da una sinostosi delle ossa delle due dita, che interessa principalmente il secondo paio di falangi seguite dal terzo e dal primo. Possono essere coinvolte anche le strutture ossee prossimali dell’arto, con riduzione del numero delle ossa sesamoidi, la brachidattilia delle ossa metacarpali ed un accenno di polidattilia che può coinvolgere le ossa metatarsali II e V, che risultano particolarmente sviluppate nei soggetti affetti da sindattilia3-7. La malformazione presenta un’incidenza sporadica, colpisce razze da latte e da carne e si osserva abbastanza comunemente in soggetti di razza Holstein7. Altre segnalazioni riguardano bovini di razza Aberdeen-Angus, Simmental, Brown Swiss, Chianina, Indian Hariana, Swedish Red Pied, Czech Black Pied, una razza indigena giapponese ed alcuni incroci1-7. Il sindattilismo ereditario bovino si manifesta su uno o più arti; costante è il coinvolgimento dell’arto anteriore destro che secondo Leipold6 è l’arto di elezione per la diagnosi; poi, a seguire, sono interessati gli altri arti con andamento antiorario: anteriore destro-anteriore sinistro- posteriore sinistroposteriore destro3,7. Nei bovini di razza Holstein, la causa della malformazione è stata individuata in un gene autosomico recessivo (LRP4) a penetranza incompleta, stimata in questa razza intorno al 79% e ad espressione variabile3, collocato nella porzione telomerica del cromosoma 151. Quest’ultimo è il principale responsabile dello sviluppo osseo nei mammiferi8. La sindrome è dovuta a una o più mutazioni ipomorfiche del gene che codifica per una lipoproteina a bassa densità e si manifesta con una gamma assai ampia di espressioni fenotipiche nei soggetti colpiti. Sono state fino ad oggi messe in evidenza quattro mutazioni indipendenti del gene in altrettanti bovini sindattili, di cui un Holstein3, un Angus7, un Simmental2 e un incrocio HolsteinxSimmentalxCharolais2. Queste mutazioni non sono tuttavia in grado di spiegare tutti i casi di sindattilismo osservati2. Nel presente lavoro si descrivono gli aspetti clinico-patologici ed eziopatogenetici di un caso di sindattilia degli arti anteriori in una Frisona italiana. ANAMNESI Il soggetto interessato era una bovina Frisona Italiana di ventitre mesi, allevata in un’azienda a stabulazione libera. L’allevamento di provenienza, a conduzione familiare, comprendeva un centinaio di bovine in lattazione con una produzio- 01Corrò imp 11-12-2007 244 16:25 Pagina 244 Un caso di sindattilia in Frisona Italiana ne annua media di 100 q.li latte/capo. Si è trattato dell’unico caso osservato nell’allevamento. L’analisi della linea genealogica della bovina ha permesso di risalire ai genitori e ai nonni dell’animale e ha accertato la presenza del gene recessivo MFD nella linea genetica maschile, con segnalazione di casi nella progenie originata dal bisnonno e dal padre. Non sono state invece individuate anomalie fenotipiche nella linea genetica femminile, grazie al prevalere degli aspetti fenotipici legati all’eterozigosi. Tuttavia, anche la madre doveva essere portatrice del gene recessivo ed il riassortimento genetico avvenuto al momento della fecondazione ha determinato la comparsa della malformazione. La madre della bovina esaminata aveva già partorito due volte ed entrambi i vitelli erano risultati sani. In tutti i casi era stata praticata la fecondazione artificiale. L’anamnesi riferisce che l’allevatore aveva deciso di tenere comunque l’animale per la produzione in virtù dell’ottima genealogia attesa, nonostante già al momento del parto fosse stato osservato il problema agli arti. Tuttavia, dopo il primo tentativo infruttuoso di inseminazione artificiale, ha deciso per la macellazione dell’animale. Figura 1 - Porzioni distali degli arti anteriori affetti da sindattilia nelle visione anteriore. ASPETTI CLINICI L’osservazione clinica ante mortem eseguita al macello evidenziava un’alterazione morfologica della porzione distale di entrambi gli arti anteriori. La bovina posta in stazione quadrupedale mostrava un equilibrio statico incerto, con alterazione degli appiombi fisiologici anteriori e, durante la deambulazione, evidenti difficoltà motorie. Non era presente invece dolorabilità articolare, né uno stato di sofferenza generale al momento dell’osservazione. Figura 2 - Porzioni distali degli arti anteriori affetti da sindattilia nelle visione posteriore. ASPETTI ANATOMOISTOPATOLOGICI L’esame post mortem evidenziava un’alterazione della regione del dito di entrambi gli arti anteriori dove, al posto degli unghioni, era presente un’unica struttura a forma di tronco di cono rovesciato con la base in corrispondenza del cercine coronario. Esternamente era presente la parete cornea dell’unghia senza soluzioni di continuo, salvo aree confinate di erosione lungo il margine inferiore, in corrispondenza dei glomi e sulla faccia palmare e mediale dovute ad usura e distacco degli strati più superficiali del tessuto corneo. I sottostanti tessuti molli non presentavano sostanziali alterazioni, mentre in profondità si aveva la fusione dei segmenti ossei delle falangi distali del III e IV dito. Nelle Figure 1-3 si può osservare l’aspetto delle porzioni distali degli arti (veduta anteriore, posteriore e inferiore). Le immagini mostrano chiaramente la struttura a tronco di cono della parte terminale dell’arto e la deviazione dell’asse; le erosioni e la desquamazione della sostanza cornea. Nella sezione trasversale del dito sinistro, effettuata circa a metà dell’unghia, si osserva la presenza di un’unica struttura ossea al posto delle due falangi distali (Fig. 4), confermata dalla radiografia (Fig. 5). In quest’ultima si apprezza la presenza di un’unica struttura ossea, al posto delle due falangi distali, a forma di quadrilatero irregolare sviluppato in senso longitudinale, accolto nella scatola cornea. Circa a metà del- Figura 3 - Porzioni distali degli arti anteriori affetti da sindattilia nelle visione inferiore. la formazione ossea lungo il margini superiore ed inferiore si osservano un affossamento e un solco irregolare ad andamento dorso-ventrale, nel punto in cui di due segmenti ossei si sono fusi. Il profilo osseo presenta contorni irregolari e il corpo centrale aree di addensamento alternate ad altre di rarefazione. Dette alterazioni sono riconducibili ad esiti di 01Corrò imp 11-12-2007 16:25 Pagina 245 M. Corrò et al. Large Animal Review 2007; 13: 243-246 Figura 4 - Sezione trasversale del dito anteriore sinistro che evidenzia la presenza di un’unica struttura ossea al posto delle due falangi distali. Figura 5 - Immagine radiografica della proiezione dorso-palmare del dito anteriore destro. traumi ripetuti e di diversa entità che hanno interessato la regione del dito e all’azione anomala delle linee di forza che hanno agito sui segmenti ossei alterati nel corso della vita dell’animale. L’esame istologico eseguito su un campione di tessuto corneo ed osso prelevato dallo zoccolo non ha evidenziato alterazioni né a carico del tessuto corneo e del derma deputato alla sua produzione né dell’osso. 245 stenza nella popolazione bovina. È intuibile infatti la difficoltà di escludere dalla riproduzione animali ad elevata genealogia ma portatori di una tara genetica che, essendo un carattere recessivo, provoca la comparsa della malformazione solo sporadicamente quando si realizzano condizioni di omozigosi. Il problema non è però da sottovalutare e può avere implicazioni economiche importanti, soprattutto in quelle realtà zootecniche fortemente indirizzate alla selezione genetica e che utilizzano materiale seminale o embrioni non garantiti prodotti da terzi, come verificatosi negli Stati Uniti per la Holstein americana negli anni cinquanta4. L’aumento della consanguineità che si sta registrando anche nella Frisona Italiana, allo scopo di selezionare soggetti con performance produttive sempre più elevate, è senz’altro un fattore di rischio che potrebbe determinare un aumento della prevalenza della malformazione anche in Italia. Le Associazioni di razza europee svolgono un attento monitoraggio sulla presenza della malformazione nella popolazione Frisona. Tutti i tecnici delle Associazioni (APA, ANA, etc.) e gli allevatori sono periodicamente aggiornati perché segnalino la nascita di vitelli malformati alle rispettive associazioni nazionali di razza. I giovani torelli per essere avviati alla fecondazione artificiale (FA) devono risultare negativi per il gene sindattilismo ereditario bovino così come per altri geni indesiderati (CVM e BLAD). I tori che già sono utilizzati in FA, scoperti portatori del gene, sono esclusi dai piani di accoppiamento consigliati e la presenza del gene MF viene riportata nella relativa scheda di valutazione genetica. Pertanto, un’adeguata informazione dell’allevatore da parte dei colleghi e dei tecnici che lavorano sul campo risulta assai utile per contenere e nel tempo eliminare la presenza di soggetti portatori. Esistono, tuttavia, difficoltà oggettive che devono essere superate al fine di eliminare il carattere del sindattilismo nella popolazione bovina. Infatti, oltre ad un’adeguata informazione, sono necessari strumenti diagnostici più sofisticati ed economicamente sostenibili che permettano una diagnosi precoce fin dalle prime fasi della vita embrionale e quindi un’efficace individuazione dei soggetti portatori. RINGRAZIAMENTI Si ringrazia il responsabile del Macello Pubblico di Farra di Soligo (TV). ❚ Syndactyly in Italian Holstein cattle DISCUSSIONE SUMMARY La sindattilia si manifesta con una bassa prevalenza, tuttavia il carattere tende a persistere nella popolazione bovina ed in particolare nei soggetti di razza Holstein3. Studi condotti nei Paesi anglosassoni hanno evidenziato che femmine eterozigote portatrici sane del gene MFD mostrano un’elevata attitudine alla produzione di latte con quantitativi medi/anno sensibilmente più elevati e tenori in grasso maggiori rispetto alle produzioni dei soggetti non portatori. Lo stretto legame esistente tra la presenza di geni MFD e le prestazioni produttive spiegano, in parte, come possa essere avvenuta la selezione di questi alleli mutanti e giustificano la loro persi- A case of congenital syndactyly in a 23-month-old female Italian Frisian cattle is described. The cattle hardly maintained the posture and walked with considerable difficulty. Both the front hooves of the animal were affected. Affected hooves had the appearance of a truncated cone, the base of which was located at the coronary band. Radiographs and dissections of limbs of the cow revealed a consistent pattern of partial fusion of the second and third paired phalanges. The pedigree was consistent with a genetic origin since ancestors of the male line were already identified as a carrier bull for the mulefoot gene. The pedigree of syndactylous cattle is consistent with monogenic autosomal recessive inheri- 01Corrò imp 11-12-2007 246 16:25 Pagina 246 Un caso di sindattilia in Frisona Italiana tance and variable expressivity. Furthermore, bovine syndactyly or “mulefoot” has been previously shown to map on the telomeric end of bovine chromosome 15. Clinical, gross and etiopathogenetical features of hereditary syndactyly are discussed. Although marker testing has been available for nearly a decade the use of mulefoot carriers in cattle breeding remains uncontrolled. Further efforts are needed to educate and sensitise farmers to exclude carrier bulls for the mulefoot gene from reproduction. KEY WORDS 3. 4. 5. 6. Cattle, recessive gene, syndactyly. 7. Bibliografia 1. Droegenmueller C., Distl O. (2006) Genetic analysis of syndactyly in German Holstein cattle. Vet. J. 171: 120-125. 2. Droegenmueller C., Leeb T., Harlizius B., Tammen I., Distl O., Holtershinken M., Gentile A., Duchesne A., Eggen A. (2007) Congenital 8. 9. syndactyly in cattle: four novel mutations in the low density lipoprotein receptor-related protein 4 gene (LRP4). BMC Genetics 8: 5. (This article is available from: http://www.biomedcentral.com/14712156/8/5). Duchesne A., Gautier M., Chadi S., Grohs C., Florist S., Gallard Y., Caste G., Ducos A., Eggen A. (2006) Identification of a doublet missense substitution in the bovine LRP4 gene as a candidate causal mutation for syndactyly in Holstein cattle. Genomics 88: 610-621. Hart-Elcock L., Leipold H.W., Baker R. (1987) Hereditary bovine syndactyly: diagnosis in bovine fetuses. Vet. Pathol. 24: 140-147. Johnson E. B., Steffen D., J., Lynch K. W., Herz J. (2006) Defective splicing of Megf7/Lrp4, a regulator of distal limb development, in autosomal recessive mulefoot disease. Genomics 88: 600-609. Leipold H.W., Adrian R.W., Huston K., Trotter D.M., Dennis S.M., Guffy M.M. (1969) Anatomy of hereditary bovine syndactylism. I. Osteology. J. Dairy Sci. 52: 1422-1431. 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Nuove emergenze sanitarie, la richiesta di una sempre maggiore qualità igienica ed organolettica hanno creato i presupposti per una moderna concezione dell’ispezione e controllo delle carni. Nel presente manuale sono raccolte le nozioni che costituiscono l’indispensabile bagaglio culturale del moderno veterinario Ispettore. Con un linguaggio immediato, rivolto agli studenti e a chi opera in campo, accanto alla trattazione delle basi scientifiche classiche riguardanti l’Anatomia Patologica, le Malattie infettive, la Clinica e la Legislazione, sono approfonditi specifici argomenti quali l’Igiene, l’Epidemiologia, la Patologia clinica, l’Informatica, l’Economia e la Formazione manageriale. Questa terza edizione è stata aggiornata in varie parti tenendo presente le modifiche normative recentemente introdotte dal cosiddetto “pacchetto igiene”. Sono state pure introdotte 2 nuove parti nell’appendice degli esercizi dedicate alla soluzione di problemi che possono occorrere nella pratica professionale del veterinario ispettore. “La bottega del beccaio”, Taccuina Sanitatis, Biblioteca Casanatense, Roma.