Anno Scolastico 2014/2015 Scuola Secondaria di Primo Grado “U. Foscolo” Relazione Video di Scienze Alle Origini della Vita Il Genoma Umano “Decifrare il Codice della Vita” Alunno: Federico Negri Classe: III B Professore: Daniele Baldissin Decifrare il codice della vita Il video “Decifrare il codice della vita” presenta in modo semplice e chiaro la struttura e le funzioni del DNA e del RNA parlando di due malattie: l’arteriosclerosi e la sindattilia. L’arteriosclerosi L’ arteriosclerosi è una malattia che si manifesta con l’accumulo di grasso e di colesterolo nelle arterie che inevitabilmente si ostruiscono. Al mondo ci sono 38 persone che sono immuni a questa malattia e vivono quasi tutte in un paesino lombardo, Limone sul Garda. Questi individui possiedono un gene che previene questa malattia che è assente in tutte le altre persone. Chi possiede questo raro gene è detto portatore. Tutti i portatori risiedono a Limone sul Garda perché era fino a pochi anni fa era un paese isolato, di conseguenza gli abitanti si sposavano sempre fra loro. Infatti tutti i portatori sono parenti, anche se molto alla lontana. A1 Milano La parte che mi è piaciuta di più del video è quella che parlava del gene speciale che previene l’arteriosclerosi chiamato A1 Milano. Chi possiede questo gene può mangiare ogni sorta di cibo grasso, come salami, prosciutti e formaggi in abbondanza senza pensieri. A Limone c’è una signora di 80 anni che mangia salumi a colazione, pranzo e cena. Il gene è stato scoperto dal dott. Sirtori, che scoprì un portatore a Milano. Capì che nel cromosoma 11 del portatore c’è un gene che codifica una proteina che presenta l’amminoacido cisteina invece dell’arginina presente nei non portatori. Nel DNA ci sono 100 000 geni, che servono a produrre proteine. La proteina prodotta con il gene A1 Milano ha la capacità di unirsi a proteine simili, riuscendo così a rimuovere in modo più efficace il colesterolo accumulato nelle arterie rispetto ad un non portatore. Il filmato rappresentava i ribosomi come una biblioteca nei cui libri c’era scritta la disposizione dei nucleotidi del DNA. Il video riusciva a rappresentare questi passaggi in modo molto chiaro con un’animazione 3D che raffigurava la cellula come un gigantesca catena di montaggio. Ho trovato molto interessante la ricostruzione, perché penso che le cellule del nostro organismo siamo davvero delle “fabbriche” di proteine. Nell’animazione si può vedere la produzione del’RNA messaggero dal DNA: una porzione di DNA si “srotola” e dei bracci meccanici mettono i nucleotidi liberi presenti nel nucleo nelle loro esatte posizioni rispetto alla sequenza del DNA, formando l’ mRNA. Dopodiché l’mRNA si dirige verso un ribosoma rappresentato come un tubo formato Figura 1 Sintesi proteica dall’ unione di due elementi con due bracci meccanici. Quando arrivano gli RNA transfert con i relativi amminoacidi, essi si posizionano sul mRNA in corrispondenza dell’ esatta tripletta di nucleotidi e i bracci meccanici uniscono gli amminoacidi tra loro formando la proteina. Il video evidenzia che nei portatori del gene A1 Milano viene prodotta una proteina in cui è presente l’amminoacido cisteina al posto dell’arginina dando alla molecola la capacità di unirsi a proteine uguali. Cosi facendo riesce a asportare il colesterolo e i grassi in eccesso nel sangue impedendone l’ accumulo. Grazie alle informazioni contenute dall’ archivio della chiesa di Limone è stato possibile risalire al primo portatore, Giovanni Pommaroi, vissuto 300 anni fa. Io avrei creduto fosse vissuto più recentemente, perché secondo me avrebbero dovuto esserci più di 38 portatori, oggi. La sindattilia La seconda parte del video parlava delle Master Key (MK), geni che attivano parte del DNA contenuto in ognuna delle nostre 60 trilioni di cellule dando l’ordine di “costruire” una mano piuttosto che il cuore. Erano rappresentati come delle molecole a forma di chiave che andavano nella biblioteca del DNA e attivavano i geni interessati per la costruzione di parti dell’ organismo. Sono rimasto colpito dal fatto che parti del nostro corpo si formino sotto il controllo di alcune molecole. I geni MK o geni “passepartout” se non svolgono correttamente il loro compito possono provocare anche malattie genetiche, come la sindattilia. La sindattilia è una malattia di cui non conoscevo l’esistenza. Essa provoca la malformazione del dito anulare che nell’embrione smette di crescere e si fonde al medio. Nel video viene presentato il caso di una signora che ha 13 fratelli, tutti con la sindattilia. Alcuni hanno subito pesanti discriminazioni a causa dalla loro malformazione, addirittura da non ammetterli all’ università. Anche le sue due figlie hanno questa malattia, ma hanno subito un intervento chirurgico per staccare l’anulare dal medio. Il gene MK responsabile della sindattilia è il D13, che regola la lunghezza delle ossa. I geni Master Key I geni Master Key detti anche geni omeotici sono stati scoperti da Edward B. Lewis studiando i moscerini della frutta (Drosophila melanogaster). Lo scienziato grazie ai suoi studi ha ricevuto il Premio Nobel per la Medicina nel 1995. In questi organismi i geni MK determinano le strutture che caratterizzano i segmenti del moscerino. Figura 2 Mutazione di Drosophila Nei suoi esperimenti lo scienziato impediva il funzionamento dei geni MK o li scambiava ottenendo moscerini con 4 ali, 4 zampe e altri particolari assenti o in più. Scoprì che dei 100 000 geni della Drosophila solo 8 sono MK. Successivamente scoprì che i Master Key degli umani sono divisi in 4 categorie (A,B,C,D) con 13 geni omeotici ciascuna. Figura 3 Geni omeotici della Drosophila Prima di studiare gli MK umani sono stati studiati quelli dei moscerini, questo perché i moscerini sono organismi meno complessi, quindi era più facile studiare gli effetti di un scambio di geni MK; inoltre gli insetti hanno un alta capacità riproduttiva, ciò facilita lo studio degli effetti di un cambiamento genetico nei discendenti. Se si fossero studiati prima gli esseri umani sarebbe stato più difficile analizzare gli effetti di un gene MK in un organismo cosi complesso. Ragionando con il professore abbiamo concluso che più un organismo è complesso meno è adattabile di un organismo più semplice. Gli insetti grazie alla loro grande adattabilità sarebbero in grado di sopravvivere ad un cambiamento ambientale drastico che per noi umani potrebbe essere fatale.