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L’Apogeo Dell’Impero Romano
Per eliminare Domiziano i congiurati si accordarono nella nomina del successore Nerva il cui breve
Principato durò solo tre anni e segnò l'inizio del principato adottivo il quale era basato sul principio
dell'adozione che prevedeva che il principe in carica adottasse il suo successore con l'approvazione del
Senato scegliendolo in base alle qualità e ai meriti.
Con questa mentalità i Romani pensavano che se un principe doveva esserci, almeno era l'Optimus
princeps ovvero il principe migliore possibile. Non trovando altra scelta, questo divenne il modello ideale,
facendo iniziare il periodo dell'impero romano in modo pacifico e florido.
Al momento dell'adozione di Traiano, proveniente da una nobiltà provinciale, Nerva gli consegnò anche
l'amministrazione delle province e dell'esercito. Traiano divenne imperatore nel 98 e fu il primo provinciale
da assumere questa carica.
Col passare del tempo vi furono sempre più scambi tra il centro e la periferia dell'impero che andarono a
costituire due importanti fattori di romanizzazione e successivamente nelle sempre più generose
concessioni della cittadinanza romana. Traiano instaurò ottimi rapporti con il Senato, fece costruire una
fitta rete di strade agli italici e istituì prestiti a basso interesse chiamati alimenta.
In politica estera riuscì a conquistare la Dacia, che divenne provincia romana nella guerra tra il 101 e 106. In
Oriente invece conquistò l'Arabia Petrea, una regione a nord-ovest della penisola arabica. Contro i Parti
effettuò delle spedizioni che portarono all’annessione di due provincie all'impero romano, quelle
dell'Armenia e della Mesopotamia. Nel 117 Traiano morì improvvisamente in Cilicia lasciando come
successore Publio Elio Adriano.
Adriano è ritenuto il responsabile del processo di omogeneizzazione culturale delle classi dirigenti
provinciali e della nuova mentalità dell'aristocrazia divenuta più cosmopolita e interessata alla cultura
greca. Egli inoltre puntò pace e alla stabilità politica, insieme alla sicurezza interna dell'impero e in politica
estera costruì il famoso Vallo di Adriano ovvero una lunga muraglia fatta per proteggere il confine Romano
dalle province britanniche.
Nel domare una rivolta scoppiata in Giudea tra il 132 e il 135 Adriano, fu spietata nei confronti di
Gerusalemme cambiando nome alla città in Elia Capitolina. Nella politica interna Adriano cercò di
migliorare l'amministrazione dello stato e della giustizia; con la sua morte nel 138 gli successe Antonino
detto Il Pio, che come Adriano puntava a una strategia difensiva, infatti, il suo periodo fu uno di quelli
caratterizzato da molti anni di pace.
Con la sua morte nel 161 e l'adozione di Marco Aurelio uomo molto colto e seguace della filosofia stoica,
ovvero una corrente ellenistica, apparvero i primi sintomi di una crisi imperiale, in quanto i confini orientali
erano minacciati dai Parti e quelli settentrionali da Quadi e Marcomanni, ai quali si aggiunse la peste che
dalla Mesopotamia giunse fino a Roma. Marco Aurelio dovette ricorrere ad arruolamenti straordinari fino
alla sua morte nel 180.
Nel 175 Marco Aurelio nominò Commodo come suo erede essendo suo figlio andando a violare il principio
dell'adozione. Commodo seguì le orme di Nerone e per tentare di conquistare la simpatia della plebe, istituì
giochi sontuosi, ma senza successo, poiché nel 192 una delle tante congiure provate ebbe successo
causandone la morte.
Alla sua morte il Senato aveva già nominato un successore ovvero Pertinace, che cerco di mettere ordine
nelle finanze, anche se poco dopo venne sostituito da Didio Giuliano. Per ogni provincia però si cercava di
imporre alla guida dell'impero, personaggi in grado di rappresentare le loro esigenze.
Un africano in particolare, Severo, adottò una serie di provvedimenti a favore dell'esercito:
 Aumenta le paghe dei soldati.
 Crea nuove unità militari chiamate numeri costituite di elementi barbari.
Egli dedicò molta cura allo sviluppo delle provincie e prosegui l'opera di riforma giuridica con la
collaborazione di Emilio Papiniano, mentre in politica estera riprese la lotta contro le Parti. Morì nel 211 e
lo successe il figlio Caracalla il cui nome è legato all’importante editto del 212 che estendeva la
cittadinanza romana tutti gli abitanti dell'impero.
Questo provvedimento chiamato Constitutio Antoniniana mirava a promuovere l'integrazione delle
sempre più numerose provincie, oltre che avere una forte motivazione economica. Alle numerose spese
dello Stato Caracalla rimedio aumentando le tasse, le requisizioni e le confische ed effettuare una grandiosa
spedizione in Oriente contro i Parti, seguendo le orme di Alessandro Magno, ma avendo risultati disastrosi
venne fatto uccidere dal pretorio Opellio Macrino.
Macrino cercò di riportare equilibrio delle finanze pubbliche e fece approdare in culti orientali insieme ai
loro riti nella corte di Roma; nonostante tutto nel 222 il nipote, che aveva fatto venerare agli eserciti
d'Oriente, venne ucciso e al suo posto venne messo il giovanissimo Severo Alessandro che abolì culti
orientali e rielaborò alcuni aspetti del diritto romano.
Dopo numerose spedizioni senza brillanti risultati, gli stessi soldati lo uccisero nel 235 e con lui finì la
Dinastia dei Severi aprendo un periodo di crisi chiamato età tardo-antica.
Due processi in particolare attraversarlo la storia di Roma da Augusto ai Severi:
 La progressiva omogeneizzazione, con la perdita di centralità da parte di Roma e l'imporsi di una
struttura sempre più policentrica.
 La trasformazione del principato in una monarchia assoluta.
L'esercito nel frattempo veniva via via rinforzato attraverso reclutamento di barbari e il potere del principe
si basava oltre che sull'esercito, su un'estesa apparato burocratico di funzionari.
Le altre dinastie del principato: