Problemi legati alla temperatura
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Normalmente, l’organismo umano per poter funzionare al meglio, deve mantenere la sua
temperatura corporea costante (mediamente 36.8°C con misurazione ascellare, 37°C con
misurazione rettale e 37.4°C con misurazione sub linguale).
Poiché la temperatura esterna a cui siamo esposti non è mai costante, l’organismo umano ha
dei meccanismi (detti termoregolatori) che sono in grado, se attivati, di far si che la nostra
temperatura interna rimanga comunque costante.
Questi meccanismi sono rappresentati da:
-modificazione del calibro dei vasi (in estate c’è una vasodilatazione dei vasi sottocutanei così
da poter meglio disperdere calore nell’ambiente, mentre in inverno c’è una vasocostrizione per
poterne trattenere)
-ridistribuzione del sangue ( in estate come abbiamo detto prevalentemente ai vasi
sottocutanei)
-brivido (contrazioni muscolari isometriche così da poter generare calore)
-sudorazione (per poter raffreddare la cute e disperdere calore).
Ogni qual volta questi meccanismi risultino inefficaci a contrastare l’aumento o la riduzione della
temperatura corporea, si possono instaurare due tipi di patologie:
1) malattie da calore
2) Patologie da bassa temperatura
MALATTIE DA CALORE
Si manifestano di solito durante sforzo fisico intenso, in caso di scanso allenamento, soprattutto
con clima caldo umido.
Possono essere rappresentate da:
A) quadri clinici minori come:
- crampi: causati dalla perdita di elettroliti, soprattutto potassio, con l’abbondante sudorazione;
la terapia è rappresentata dall’assunzione di liquidi e sali per bocca (in mancanza di meglio può
andare bene anche acqua e sale da cucina).
-tetania: causata dalla perdita di calcio.
-sincope: perdita di coscienza di breve durata causata da intensa vasodilatazione con
conseguente crollo della pressione arteriosa e quindi della perfusione cerebrale; di solito risolve
da sola con il riposo in ambiente fresco, liquidi e posizionando il paziente sdraiato con le gambe
alzate.
-esaurimento da calore: è la forma più frequente di patologia correlata al calore; è causata o
dalla perdita eccessiva di liquidi (per es. con la sudorazione profusa) o dal mancato o
insufficiente reintegro dei liquidi persi . Si manifesta con debolezza, vertigini, cefalea, nausea,
vomito, malessere, dolori muscolari, tachicardia. La terapia è rappresentata dal posizionare il
paziente in ambiente fresco sdraiato con le gambe alzate, se necessario raffreddare la testa
immergendola in acqua fresca, idratare la cute, posizionare borse del ghiaccio e rimpiazzare
liquidi ed elettroliti per via orale.
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Problemi legati alla temperatura
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B ) colpo di calore: caratterizzato da abnorme aumento della temperatura corporea (>40° C),
perdita di acqua ed elettroliti, riduzione dell’apporto di ossigeno ai muscoli e quindi formazione
di grandi quantità di acido lattico.
Sintomi sono: crampi muscolari, dolori addominali, nausea, vomito, confusione mentale,
disorientamento, aggressività; di solito il paziente si accascia a terra, spesso in preda a
convulsioni. La terapia è sintomatica e soprattutto legata alla necessità impellente di ridurre la
temperatura corporea (la mortalità infatti dipende dalla durata e dalla severità dell’ipertermia).
PATOLOGIE DA BASSE TEMPERATURE
- Ipotermia: riduzione della temperatura corporea al di sotto dei 35° C; la causa scatenante che
può interessarci maggiormente è rappresentata naturalmente dall’esposizione al freddo senza
una adeguata protezione.
Si distingue clinicamente in ipotermia lieve (che può essere trattata anche in ambiente extra
ospedaliero), moderata e grave ( che invece necessitano di ricovero).
I sintomi con cui l’ipotermia si può manifestare, sono di norma aspecifici e molto subdoli: fame,
nausea, vertigini, prurito, debolezza, brividi, confusione mentale, disartria (incapacità ad
articolare le parole), alterazione della memoria.
Nel caso di ipotermia lieve: coprire il paziente con coperte o indumenti in ambiente caldo,
ricordandosi di coprire anche la testa (responsabile della perdita del 30% del calore corporeo).
- Congelamento: situazione relativamente rara nel nostro sport. Può colpire di solito le estremità
distali del nostro corpo (mani, piedi, ecc).
Nei casi di congelamento lieve sarà sufficiente riscaldare le parti interessate con le mani calde
ed alitare attraverso queste.
Nelle forme più gravi non tentare di decongelare prima di aver provveduto a trasportare il
paziente in luogo riscaldato (è infatti più dannoso camminare sulla neve con un piede
decongelato che con uno congelato). Giunti in ambiente idoneo immergere la parte interessata
in un bagno di acqua a 38°-40° C e dopo 20'-60' asciugare con delicatezza la parte, ponendo
del cotone tra le dita. Ripetere tale bagno 2-3 volte al giorno fino alla guarigione.
NB1: evitare il calore radiante per asciugare (es. il fon) poichè, essendo la parte congelata
insensibile, si potrebbero determinare delle ustioni.
NB2: non somministrare alcool; contrariamente a quanto si crede, l'alcool è un vaso dilatatore e
quindi favorisce l'ulteriore perdita di calore corporeo, peggiorando il congelamento.
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