VILLAGGIO L’imballatore di valigie Media World fa spot in 3D LA PRIMA VOLTA IN ITALIA Una tuffatrice esce dallo schermo e sembra saltare in braccio agli spettatori, con un effetto tridimensionale mozzafiato, ma atterra sulle mani tese di un gruppo di 150 commessi di Media World. È uno dei tre spot, i primi in Italia, girati con una macchina da presa 3D. Il regista è il visionario Dario Piana. «Oltre che nei cinema» annuncia l’amministratore delegato della Media World, Pierluigi Bernasconi (foto), «gli spot saranno trasmessi sugli schermi 3D in vendita in tutti i nostri negozi». Oggi solo il 2 per cento delle tv, in Italia, è in grado di ricevere immagini tridimensionali, per cui Piana ha preparato anche una versione 2D degli spot. «La differenza tra le due tecniche» racconta «è profonda. Nel cinema tradizionale è il regista che decide cosa mettere a fuoco, nel 3D è lo sguardo dello spettatore che sceglie quali oggetti fissare». (E.P.) I migliori pr dell’anno Bianca Frondoni della Parmalat, Cristina Corazza dell’Autorità dell’energia e Filippo Ungaro di Save the children Italia sono i tre vincitori del premio Comunicatore dell’anno 2010, nell’ambito del premio Ischia di giornalismo. Hanno vinto rispettivamente nell’area imprese, pubblica amministrazione e organizzazioni sociali. FATTI globale TRUESTAR Uno si aspetterebbe l’ispirazione dal bozzolo delle farfalle, dalle mummie egiziane. E invece no: Fabio Talin (foto), 43enne imprenditore da 40 milioni di fatturato ed ex pilota automobilistico, cresce grazie a un’idea dei facchini aeroportuali. «Li ho visti imballare le valigie per sicurezza. E così è nata la Truestar», società che avvolge i bagagli di cellophane verde contro furti e smarrimenti. Banale? Forse. Ma dopo avere colonizzato 13 nazioni, 33 aeroporti e aperto anche a Singapore, la società continua ad allargarsi a est e a ovest: adesso è il momento della Turchia (tre aeroporti) e il prossimo anno toccherà a Miami. «Il traffico aereo mondiale cresce del 9 per cento annuo, mentre noi lo inseguiamo con balzi medi del 15 per cento». E non soltanto per l’«imballo perfetto». Insieme con il cellophane infatti c’è l’assicurazione: e in caso di smarrimento il rimborso raddoppia. (A.B.) Occhiali da campioni RUDY PROJECT L’ultimo successo è firmato Edoardo Molinari, golfista che si è aggiudicato lo Scottish Open, fra i tornei più importanti al mondo. Prima c’era stata la vittoria al Giro d’Italia di Ivan Basso. A unirli un’azienda e un paio di occhiali. L’azienda è la Rudy Project, creata a Treviso da Rudy Barbazza e oggi gestita dai figli Cristiano e Simone (foto): producono occhiali per qualsiasi sport e per atleti con qualsiasi tipo di difetto visivo. «Siamo l’alta gamma dell’occhialeria sportiva e produciamo solo in Italia» spiega Cristiano. Scelta vincente: nel 2009 il fatturato è salito a 12,5 milioni di euro, di cui l’85 per cento all’estero. (D.F.) Il fatturato della Rudy 85% Project di Treviso è stato di 12,5 milioni di euro nel 2009. L’85 per cento è destinato ai mercati esteri. PANORAMA 22 luglio 2010 103