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Servizi tecnici generali
La società Se.te. s.r.l. nasce dall’esperienza svolta da oltre 30 anni di attività
, accrescendo la propria esperienza nel campo dell’impiantistica ed
edilizia , sottoponendosi alla Vs. cortese attenzione con una consolidata
presenza nel settore.
Elemento distintivo dell’azienda risulta essere la ricercata
personalizzazione dei lavori offerti alla propria clientela, curando quindi
a fondo le singole necessità fin dalla fase di progettazione.
Dotata di una struttura aziendale molto snella, Se.te. s.r.l. garantisce la
massima flessibilità essendo in grado di rispondere rapidamente alle
esigenze del mercato.
Questa particolare attenzione rivolta alla nostra clientela, conferisce alla
Se.te. s.r.l. un carattere di estrema professionalità che contraddistingue
non solo le opere realizzate, ma anche tutti i collaboratori dell’azienda.
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PRESTAZIONI DA NOI OFFERTE
- Manutenzione stabili ed impianti di cui:
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Opere murarie
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Isolamenti termici a cappotto su facciate
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Isolamenti acustici
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Opere di cartongesso, contropareti, pareti divisorie, controsoffittature
-
Opere di pavimentazione in legno, in pvc, in linoleum e moquette
-
Posa di tappezzeria
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Imbiancature, stucchi e decorazioni pittoriche ed artistiche
-
Opere di tapparellista, tende da sole e zanzariere
-
Opere di falegnameria
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Spurghi, videoispezioni, risanamento e costruzione fognature, gestione
rifiuti e bonifiche
-
Impianti idraulici, riscaldamento e condizionamento
-
Impianti fotovoltaici
-
Impianti elettrici, citofonici tradizionali e video, telefonici, rete dati, tv e
tvcc, automazione, domotica, antifurto ed antincendio oltre ai sistemi
per la gestione automatizzata dei servizi Hotel
CONSULENZA E PROGETTAZIONE CON PRODUZIONE DI
DOCUMENTAZIONI INERENTI LE NORMATIVE IN VIGORE, REALIZZATE
CON MODERNI STRUMENTI INFORMATICI (CAD, OFFICE).
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Intervento edilizio
Nella legislazione italiana per intervento edilizio si intende ogni lavorazione o opera che modifichi in tutto o in parte
un edificio esistente o che porti alla realizzazione di una nuova costruzione.
Il riferimento normativo per l'intervento edilizio si trova all'art.3 del D.P.R. n.380/2001 (conosciuto come Testo unico
dell'edilizia). Lo stesso articolo dà una classificazione dei diversi interventi edilizi, che vengono di seguito descritti. Per
ogni intervento edilizio viene indicato quale strumento urbanistico è necessario per poterlo eseguire
(ciascuna Regione ha, però, la facoltà di decidere a sua discrezione quali strumenti richiedere per ciascun intervento).
Intervento di manutenzione ordinaria
Sono interventi di manutenzione ordinaria quelli rivolti principalmente al mantenimento in efficienza di un impianto (per
esempio il rifacimento dell'impianto elettrico vecchio con uno a norma, il rifacimento dei sanitari di un bagno, la
sostituzione di un discendente di scarico acque) o il suo ampliamento (p.e. aggiungere una lampada a muro, mettere un
secondo lavabo nel bagno), al mantenimento dell'igiene e della pulizia dei locali (p.e. ritinteggiare una parete, anche
sostituendo l'intonaco, sostituire le piastrelle del bagno).
Nella manutenzione ordinaria rientrano anche le opere per la sostituzione degli infissi (porte e finestre, oppure
l'installazione della porta blindata in luogo della precedente) e anche, le opere relative alla realizzazione di vani di
passaggio o spostamenti di porte, purché venga mantenuto l'impianto originario della casa. Queste opere sono
ammesse spesso non in modo esplicito, perché sono al limite della confusione con la manutenzione straordinaria.
Tuttavia, alcune sentenze giudiziarie le equiparano alla manutenzione ordinaria e alcuni regolamenti edilizi comunali le
citano esplicitamente come tali.
Gli interventi di manutenzione ordinaria non sono soggetti a alcuna autorizzazione: rientrano infatti, tra le opere che non
necessitano di autorizzazione edilizia.
Se l'edificio tuttavia è vincolato dalla sovrintendenza ai beni architettonici (in base al d.lgs. n.42/2004) potrebbe essere
richiesta l'autorizzazione della stessa (p.e. in un edificio storico con un affresco alle pareti non possiamo ripitturare le
pareti o farvi passare degli impianti, perché sarebbe una violazione dell'integrità dei beni culturali, anche ovviamente, se
l'edificio è privato). Questa affermazione vale per ogni intervento edilizio.
L'articolo 3, comma 1, lett. a) del D.P.R. 380/2001 definisce interventi di manutenzione ordinaria "gli interventi edilizi che
riguardano le opere di riparazione, rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad integrare
o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti".
Intervento di manutenzione straordinaria
Sono interventi di manutenzione straordinaria le opere che sono necessarie per mantenere in buono stato l'intero edificio
e quindi, sono quelle che servono a sostituire o modificare parti anche strutturali dell'edificio o quelle necessarie a
realizzare nuovi impianti, totalmente diversi da quelli esistenti.
Rientrano quindi nella manutenzione straordinaria le opere di consolidamento statico (p.e. se un edificio sta crollando a
causa di un elemento strutturale logorato o sottodimensionato bisogna sostituirlo o rinforzarlo, oppure sono opere di
consolidamento statico anche le catene utilizzate per migliorare la resistenza dell'edificio al terremoto), il rifacimento
integrale dei servizi igienici e degli impianti relativi (non è specificato, in realtà, se il rifacimento integrale di
un bagno rientri in questa categoria o nella precedente) e la modifica integrale dell'impianto idrico, dell'impianto elettrico
e dell'impianto sanitario.
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Non sono interventi di manutenzione straordinaria quelli che alterano la sagoma, la forma, il volume o la superficie
complessiva dell'edificio e la relativa destinazione d'uso (p.e. la realizzazione di una veranda per coprire
un terrazzo modifica la sagoma, la forma, il volume e cambia la destinazione d'uso del terrazzo da non abitativo ad
abitativo e pertanto, non è manutenzione straordinaria, ma ristrutturazione edilizia. La redistribuzione della casa
mediante la demolizione di tramezzi e la modifica delle stanze non altera né la sagoma, né la forma, né il volume e
neppure la destinazione d'uso, ed è, quindi manutenzione straordinaria).
Gli interventi di manutenzione straordinaria devono essere segnalati all'Ufficio Tecnico Comunale presentando
una Denuncia di inizio attività firmata dal proprietario o da un avente diritto ed asseverata da un tecnico abilitato. Con
l'introduzione di nuovi provvedimenti a livello regionale, e la modifica dell'articolo 6 del D.P.R. 380/2001 da parte
del Decreto Legge 25 marzo 2010, n. 40, nelle regioni italiane o in quei comuni dove non sia in vigore una legislazione
più restrittiva, è possibile effettuare alcune categorie minori di interventi di manutenzione straordinaria senza presentare
la DIA. Fra queste, lo spostamento di tramezzi interni e la sostituzione di infissi esterni.
La divisione di un unico appartamento in due unità immobiliari distinte non è manutenzione straordinaria, perché
presuppone un aumento del carico urbanistico con previsione di nuovi allacci alla rete di adduzione idrica, di scarico
fognario, elettrica, telefonica ed eventualmente gas di città, oltre alla necessità di un nuovo posto auto. Ciò comporta un
aggravio di spese da parte del Comune per l'adeguamento delle nuove opere di urbanizzazione e pertanto tale attività
edilizia è espletabile solo previo rilascio del permesso di costruire.
L'articolo 3, comma 1, lett. b) del D.P.R. 380/2001 definisce interventi di manutenzione straordinaria "le opere e
le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed
integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole
unità immobiliari e non comportino modifiche delle destinazioni di uso".
Intervento di restauro e risanamento conservativo
Con questo intervento si entra nel campo del restauro, che nel mondo dell'architettura è un tema controverso, in cui
architetti illustri e non dibattono da secoli. Il restauro è qui inteso dalla legge come restauro conservativo (come definito
dal d.lgs. n.42/2004, art.29 comma 4), ovvero il restauro che mira non a conservare l'edificio così come ci è arrivato, ma
a riportare l'edificio ad un preciso momento della sua epoca (lo stato normale) in cui esso si definisce "compiuto". Si
deve, quindi, ricostituire la forma originaria dell'edificio, anche se questo consiste nel demolirne alcune porzioni o
ricostituirne altre demolite o mai costruite (variazione di forma, sagoma, volume e superficie). Moltissimi interventi di
Restauro, comunque, si sovrappongono agli interventi di manutenzione straordinaria: il progetto di restauro, oggi, è
richiesto principalmente per edifici vincolati dalla sovrintendenza ai beni architettonici (come descritto sempre nel d.lgs.
n.42/2004).
Con gli interventi di restauro, in più rispetto agli interventi di manutenzione straordinaria, si può variare parzialmente o
totalmente la destinazione d'uso dell'edificio con una "con esso compatibile".
Gli interventi di restauro e risanamento conservativo possono necessitare di diverse autorizzazioni:

nel caso in cui le opere di restauro siano assimilabili alle opere di manutenzione straordinaria, allora è richiesta
una Denuncia di inizio attività

in caso contrario, è necessario il Permesso di costruire
Il progetto di restauro in genere è fatto su un edificio vincolato dalla sovrintendenza e quindi, necessita sempre la relativa
autorizzazione.
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Intervento di ristrutturazione edilizia
Sostanzialmente, stiamo parlando di interventi che non sono né manutenzione ordinaria, né manutenzione straordinaria
e neppure restauro conservativo. Sono opere di revisione integrale dell'edificio esistente anche con variazione di forma,
sagoma, volume, superficie e anche destinazione d'uso. Può variare anche la consistenza dell'edificio, e quindi, si può
richiedere un nuovo accatastamento delle superfici.
Sono interventi di ristrutturazione edilizia anche le opere di demolizione e ricostruzione integrale ("con stessa volumetria
e sagoma di quello preesistente" - art. 3 d) del testo unico dell'edilizia D.P.R. 380/2001 come modificato dal D.Lgs.
301/2002) o comunque, le opere che portano alla realizzazione di un immobile in tutto o in parte differente dall'originale.
Sebbene sia evidente che le opere qui descritte possono incidere fortemente sul territorio, possono essere autorizzate
non solo con l'autorizzazione più complessa da ottenere, il Permesso di costruire, ma anche con una semplice
Dichiarazione di Inizio Attività (DIA) art. 22 co. 3.a DPR 380/01.
Sempre in alternativa al PdC, anche le opere che sono state già approvate in un Piano particolareggiato o in diretta
esecuzione di strumenti urbanistici generali recanti precise disposizioni plano - volumetriche possono essere autorizzate
anche con Denuncia di inizio attività (DIA).
Il Comune e la Regione possono però, sul proprio territorio, personalizzare la richiesta di autorizzazioni.
Intervento di nuova costruzione
La nuova costruzione consiste nel realizzare un nuovo immobile. Tutti gli interventi sopra descritti riguardavano
esclusivamente gli edifici esistenti. Per esempio, non è nuova costruzione l'ampliamento di un edificio esistente, mentre
è nuova costruzione il posizionamento di una roulotte per l'utilizzo abitativo su un terreno vuoto.
La nuova costruzione riguarda ogni tipo di intervento sul territorio, dalla più semplice costruzione (p.e. un capannone
industriale, una cabinaENEL) fino alle opere più grandi (p.e. porti, aeroporti).
Rientrano nella nuova costruzione anche edifici interrati (p.e. box), opere di urbanizzazione primaria e secondaria,
installazione di manufatti leggeri quali un prefabbricato, una roulotte, un caravan, una barca se utilizzati a fini abitativi.
Per l'intervento di nuova costruzione è richiesto il Permesso di costruire.
In alternativa, se è stato approvato un Piano Particolareggiato, come per le opere di ristrutturazione edilizia, può essere
richiesta la cosiddetta Super DIA OK
Intervento di ristrutturazione urbanistica
Questa voce racchiude le opere che più di tutte incidono sull'edilizia esistente, ma lo fanno in modo non puntuale,
edificio per edificio, ma in modo generalizzato, tenendo conto delle esigenze della città che cresce (o che si riduce).
L'intervento di ristrutturazione urbanistica può ridisegnare i lotti di un quartiere, demolendo e ricostruendo edifici; può
realizzare nuova viabilità, nuova edificazione, variazione di destinazioni di piano regolatore generale e ogni altra opera
finalizzata alla riqualificazione di interi settori di città.
Sono questi interventi particolarmente complessi, che non possono essere richiesti nemmeno con il Permesso di
costruire ma necessitano di strumenti ancora più potenti e complessi, come il Programma integrato di intervento o
il Programma di recupero urbano, che a loro volta necessitano che il Comune, la Provincia e la Regione si riuniscano per
avallare il progetto, con un Accordo di programma.
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Isolamento termico a cappotto
Il rivestimento a cappotto o isolamento a cappotto può essere realizzato sia sulla faccia esterna della parete
che su quella interna; quest'ultimo sistema è meno utilizzato dal momento che non sempre risulta efficace,
tuttavia presenta molti vantaggi rispetto al cappotto esterno: un costo minore, una posa meno laboriosa e
soprattutto la possibilità di applicarlo ad una singola unità abitativa.
Per la sua semplicità esecutiva, la coibentazione tramite cappotto è utilizzata nella maggior parte delle
nuove costruzioni e nella quasi totalità delle ristrutturazioni, in quanto consente l'esecuzione dei lavori
senza che si renda necessario il rilascio dell'immobile da parte degli occupanti.
La tecnica consiste nell'applicare alle pareti dei pannelli isolanti con appositi sistemi di fissaggio che,
successivamente, vengono ricoperti da malte adesive precolorate. I pannelli possono essere dotati di una
rete porta-intonaco per la finitura a malta tradizionale.
È un sistema estremamente efficace, ma presenta anche un punto debole: un isolamento a cappotto è
realizzato con materiali caratterizzati da grande potere isolante ma scarsa inerzia termica e preferibilmente
deve essere applicato su murature adeguatamente pesanti.
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Isolamento acustico
I requisiti acustici passivi rappresentano una delle caratteristiche specifiche degli elementi costruttivi di un
edificio (v. Acustica architettonica), che qualificano le sorgenti sonoro/acustiche esterne ed interne
dell'edificio stesso.
La normativa vigente
A livello comunitario, le norme tecniche per la progettazione dei requisiti acustici passivi degli edifici sono
rappresentate dallo standard UNI EN 12354, adeguato alle tipologie costruttive italiane dal Technical
Report UNI TR 11175.
A livello nazionale, per quanto riguarda l'Acustica Ambientale vige la cosiddetta "Legge quadro
sull'inquinamento acustico" (Legge 26 ottobre 1995 n. 447) che stabilisce i principi fondamentali in materia
di tutela dal rumore prodotto dall'ambiente esterno e dall'ambiente abitativo, ai sensi dell'art. 117
della Costituzione e il suo decreto attuativo DPCM 14-11-1997 "Determinazione dei valori limite delle
sorgenti sonore".
Questo decreto fissa i limiti di rumore generato dalle sorgenti sonore. Vengono disciplinati i valori limite di
emissione, immissione, attenzione e qualità del rumore secondo tabelle che si rifanno alla classificazione
acustica del territorio comunale. È proprio in base a questi limiti che sono redatte le valutazioni di impatto
e clima acustico previste dalla Legge Quadro 447.
DPCM 5-12-1997 "Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici"
Documento di riferimento normativo italiano per l'Acustica in edilizia. Tale decreto definisce i valori
(minimi o massimi) di rumore riscontrabili all'interno degli edifici riguardanti
Applicazione della normativa
L'utilizzo dei parametri citati, per qualificare le prestazioni acustiche di un appartamento e soprattutto il
metodo di misurazione di tali parametri è una semplificazione ancora oggi dibattuta, ma l'efficacia è
talmente rilevante che tali elementi sono stati introdotti nella normativa italiana dal DPCM del 5
dicembre 1997.
La violazione della disciplina sui requisiti acustici passivi comporta la condanna
del costruttore all'intervento di messa a norma dell'immobile, fermo restando il risarcimento dei danni.
Numerose sentenze di vario grado hanno stabilito che il non rispetto dei requisiti acustici passivi può
causare un deprezzamento superiore al 20% del valore dell’immobile e i danni pagati sono stati pari a tali
somme. Il proprietario dell'immobile puo' rivalersi sull'impresa costruttrice, sul progettista e sul direttore
lavori. Vedi sentenza del tribunale di Torino:sentenza n. 2715/07 del 23 aprile 2007, Tribunale di Torino
Sui siti specializzati di acustica sono disponibili informazioni aggiuntive.
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Opere di cartongesso
Il cartongesso è un materiale edilizio. Risulta attualmente uno dei materiali più usati nell'edilizia leggera
data la sua velocità di applicazione e le sue particolari doti termoacustiche. Si vende in pannelli di 1,2x2
metri anche se si possono trovare di diverse misure come 1,2x3.In paesi come Francia e Inghilterra le sue
dimensioni sono invece di 1,25x1,5. Il suo spessore varia in base all'applicazione richiesta, infatti esistono
decine di pannelli di diverse caratteristiche. In Italia, lo spessore più diffuso reperibile nei centri di bricolage,
è di 12,5mm (pari a mezzo pollice). Oltre alle proprietà termoacustiche, ricordiamo anche quelle ignifughe e
quelle idrorepellenti.
Solitamente una parete in cartongesso può avere uno spessore di 8-10 cm, comprendente due lastre
esterne di cartongesso e un'intercapedine solitamente riempita di materiale isolante e/o fonoassorbente. Un
controsoffitto o una controparete di appena 1-2 cm.
Produzione
L’ampia distribuzione e la grande disponibilità di gesso minerale in natura sono alla base della sua antica
applicazione in edilizia. I depositi naturali sono diffusi un po’ ovunque: in Italia vi è abbondanza
di giacimenti di buona qualità. Molti di essi sono oggetto di attività estrattiva.
La materia prima, una volta estratta dalla cava viene depositata in opportune aree di stoccaggio in
prossimità degli impianti di trattamento, ove viene frantumata, macinata e poi vagliata.
La disidratazione avviene in forni, dove il materiale viene portato a cottura per temperature intorno ai
160 °C. Vengono poi eseguiti ulteriori trattamenti i quali, tra l’altro, servono a selezionare le caratteristiche
del prodotto in funzione dei suoi impieghi.
Essi sono:



il raffreddamento, che consegue lo scopo di stabilizzare uniformemente il prodotto;
la macinazione, la quale riduce la granulometria ai valori previsti dalla specifica di impiego;
l'additivazione, in cui vengono miscelati gessi di differenti caratteristiche oppure aggiunte modeste
quantità di agenti in grado di modificare le qualita fisiche del prodotto finito.
Controsoffittature
Il controsoffitto è un'opera edile costituita da una superficie piana dalla struttura leggera, posta al di sotto
del soffitto, che determina una diminuzione dell'altezza utile del locale interessato. Il controsoffitto può
realizzarsi per rispondere ad esigenze estetiche, per eseguire un rivestimento con materiale termoisolante,
fonoassorbente e/o fonoisolante o resistente al fuoco, ed è utilizzato anche per ospitare, nel vano che si
viene a creare tra lo stesso e il soffitto, uno o più impianti.
Per estensione si definisce comunemente "controsoffitto" sia l'opera edile in sé appena descritta, sia il vano
che questa realizza tra la stessa e il soffitto.
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Vantaggi
I vantaggi, come già detto, sono dati dalla possibilità di permettere il passaggio di impianti e collegamenti
orizzontali di qualsiasi tipo, con un'ottima resa estetica, garantendo una flessibilità e un'ispezionabilità che
generalmente ripagano dei costi di realizzazione, specie se i locali hanno un uso commerciale o ad uffici, nei
quali le suddette caratteristiche risultano di importanza fondamentale.
Altri vantaggi possono derivare dalla possibilità di avere un "naturale" isolamento termo-acustico per
effetto della camera d'aria che si viene a creare realizzando il controsoffitto, ma, soprattutto in relazione al
materiale utilizzato per effettuare lo stesso controsoffitto, si possono ottenere risultati in termini di
isolamento termico, resistenza al fuoco, isolamento acustico o fonoassorbenza i cui limiti e caratteristiche
dipendono solo dalla volontà progettuale. Per quest'ultimo motivo la controsoffittatura è largamente usata
per locali adibiti a sale conferenze, teatri, cinema, auditorium, ecc.
Il controsoffitto si presta ad essere utilizzato in interventi di recupero e di restauro proprio per la semplicità
di montaggio, leggerezza e modellabilità dei componenti utilizzati.
Opere di pavimentazione in legno
Il parquet (pron. "parché") è una pavimentazione composta da legno massiccio di spessore che può variare
da mm 10 a mm 22 o dall'assemblaggio di singoli elementi di legno con spessore minimo di mm 2,5
(secondo le normative europee) ad un supporto che può essere in multistrato di betulla o altro prima della
posa.
Le principali pavimentazioni in parquet si distinguono in:
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1.0- MASSICCIO SENZA INCASTRI SUI BORDI, GREZZO DA FINIRE IN OPERA
2.0- MASSICCIO CON INCASTRI SUI BORDI, GREZZO DA FINIRE IN OPERA
3.0- MASSICCIO CON INCASTRI SUI BORDI, PREFINITO
3.1- MASSICCIO CON INCASTRI UNCINATI SUI BORDI, PREFINITO
4.0- MULTISTRATO PREFINITO
5.0- INTARSIATO PREFINITO
6.0- INTARSIATO MASSICCIO DA FINIRE IN OPERA
7.0- INTAGLIATO MASSICCIO DA FINIRE IN OPERA
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Le principali caratteristiche tecniche dei parquet sono:
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A.0- SUPPORTO DEI MULTISTRATI
B.0- ESSENZE (TIPO DI LEGNO)
C.0- FINITURA
D.0- TRATTAMENTO DI CARTEGGIATURA O LAMATURA (TIPO DI LAVORAZIONE DELLA SUPERFICIE)
D.1- TRATTAMENTO DI CARTEGGIATURA O LAMATURA (TIPO DI LAVORAZIONE DELLA SUPERFICIE)
E.0- SCELTA
F.0- FORMATO \ DIMENSIONI
G.0- SPESSORE DEL LEGNO NOBILE
H.0- DUREZZA SUPERFICIALE
I.0- DUREVOLEZZA PER TIPO DI UTENZA
J.0- DURABILITA' COMPLESSIVA
Parquet prefinito
Oltre ai suddetti pavimenti tradizionali in legno massiccio monostrato sono sul mercato i cosiddetti
pavimenti multistrato prefiniti composti da uno strato superiore in legno nobile, il cui spessore può variare,
a seconda del prodotto, da 6 mm a meno di 1 mm (detti comunemente 'impiallacciati'):comunemente lo
spessore si aggira sui 3/5 mm. Al di sotto dei 2,5 mm di spessore si ricordi che non è da definire parquet.
Quando lo strato di legno nobile è incollato su un supporto in legno dolce si parla di due strati, che può
essere in multistrato (cioè più sfoglie da circa 1mm di spessore l'una) o lamellare (cioè una sola sfoglia
spessa più millimetri). I multistrati in betulla europea rappresentano il top della stabilità (non si creano
fessure tra le tavole). I lamellari eventualmente possono essere controbilanciati incollando una lamina della
stessa essenza (in modo da avere un "sandwich" simmetrico) che sarà quella che andrà poi effettivamente
posata (in questo caso flottante) sul massetto (prefinito a tre strati).
Legni nobili comunemente usati sono: rovere, doussié, wengé,
olivo, noce, iroko, teak, merbau, afrormosia, faggio, Cabreuva, Panga Panga e Padouk.
In quanto pre-finiti in laboratorio (e non in opera) si prestano a finiture particolari quali colorazioni tramite
pigmenti, decappature (cioè colorazioni a pigmenti in contrasto tra la fibra e la base del legno),
spazzolatura della fibra (la quale conferisce effetto ruvido; è il contrario della levigatura), microbisellatura
dei lati della tavola (spigoli smussati e non vivi), piallature a mano, spigoli spaccati sui vari lati della tavola,
piano sega (la superficie della tavola presenta seghettature trasversali rispetto all'andamento della
venatura), thermotrattamenti (lasciato essiccare per x tempo a x temperatura il legno nobile cambia tono
di colore scurendo in tutto lo spessore).
Il trattamento finale può essere ad olio o vernice. La finitura ad olio (quelli vegetali hanno residui tossici
quasi nulli) richiede una manutenzione costante e non è idrorepellente nel primo periodo di vita (un anno
circa con manutenzione corretta) quindi è soggetto ad aloni ma conferisce l'aspetto più naturale.
Le vernici sono di più facile manutenzione e in commercio se ne trovano di "naturale UV o effetto cera" con
meno gloss di lucentezza rispetto alle vernici satinate (semi lucide)
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Posa in opera
Il parquet può essere posato a terra incollato (con colle viniliche o bicomponenti), o galleggiante, o inchiodato (nella tipologia "listoni" o
anche prefiniti di spessore circa mm 22) su sottofondo in cui siano
stati precedentemente annegate delle liste di legno, con sezione a
coda di rondine (dette magatelli) dove si va effettivamente a
conficcare il chiodo che fissa la tavola. La posa inchiodata, vista la
particolare preparazione del sottofondo, la buona manualità richiesta,
la necessità di tavole spesse almeno 22 mm, e gli effetti secondari
non più facilmente accettati (possibilità di avere tavole che si
muovono leggermente scricchiolando) sta rapidamente diventando
desueta. Listoni da 22 mm, che fino agli anni 1980/1990 venivano inchiodati, ora vengono essiccati con
metodi particolari (sottovuoto) dal produttore, conferendogli maggiore stabilità, e incollati con collanti
appositi.
Comportamnento
Il parquet una volta esposto alla luce e all'aria, a pavimento finito, inizia un processo di ossidazione che lo
porta a cambiare colore (tipicamente ma non esclusivamente, scurendosi) e rendere più omogenee le sue
venature (tipico comportamento del Teak Asia). Questo processo varia per velocità ed intensità in riguardo
alla specie legnosa (normalmente i legni esotici ossidano di più), alla quantità di luce a cui viene esposto e
alla finitura applicata (diversi tipi di vernici possono dare sia risalto al colore e all'ossidazione che limitarlo
molto e sebbene visibile in modo evidente nei primi mesi di vita del pavimento, può proseguire via via più
lentamente anche per svariati anni.
Il parquet è un materiale sempre 'vivo' e quindi risente degli sbalzi di umidità estate/inverno tipici delle
abitazioni moderne: in condizioni di scarsa umidità le tavolette si restringono leggermente portando a
fessurazioni della pavimentazione, che poi lentamente si richiudono al ritorno in condizioni di umidità
normale. Condizioni di umidità eccessiva (condensa, perdite d'acqua o infiltrazioni anche leggere ma
continuative, cattiva manutenzione) portano le tavolette a imbibirsi ed allargarsi, fino ad arrivare a spingere
e sollevarsi dal sottofondo, strappandolo, o, per essenze particolarmente nervose (quali tipicamente legni
sudamericani) in casi eccezionali addirittura a danneggiare i tavolati del locale.
La maggior parte dei problemi di stabilità sono stati comunque risolti dal parquet multistrato che risente
molto debolmente delle variazioni termoigrometriche dell'ambiente in cui è inserito.
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Opere di pavimentazione in pvc, linoleum
e moquette
Il parquet laminato al contrario di quanto si pensi non è plastico, la sua base è infatti formata da carta
pressata che viene rivestita di melammina e successivamente applicata su supporti di diverso genere. In
genere il parquet laminato si contraddistingue per l'estrema rumorosità al calpestio e per la scarsissima
stabilità dimensionale.
Per risolvere questi problemi è stata ideata una nuova versione di "laminato". Questa nuova versione si
ottiene dall'accoppiamento del tradizionale laminato a un supporto di 12 mm realizzato in pvc, quindi atto
a sopportare allagamenti anche per molte settimane e dotato di una stabilità maggiore rispetto al laminato
tradizionale.
Inoltre questo nuovo tipo di pavimentazione è dotato di alcuni canalini longitudinali che percorrono per
intero le tavole affinché si riduca al minimo il rumore del calpestio.
Gli incastri sono di tipo facilitato perché il suo elevato peso al metro quadrato lo rende facilmente portante.
Il linoleum è il capostipite dei pavimenti resilienti, composto da materie prime di origine naturale: olio di
lino, farina di legno, farina di sughero, pigmenti coloranti calandrati su un tessuto di juta naturale.
Spesso confuso con i pavimenti vinilici o in gomma, possiede caratteristiche che ancora oggi lo rendono una
valida soluzione per pavimenti in uffici, scuole ed ospedali.
Linoleum in Italia è stato il nome abbreviato della società La Società del Linoleum che si occupava della
produzione e della commercializzazione di tale pavimentazione resiliente. Aveva sede a Milano e
stabilimenti a Narni Scalo e a Giubiasco in Svizzera. Lo stabilimento di Narni, ancora in attività, risale
al 1897 ed è uno dei primi dell'intera area.
Dapprima società quotata in borsa, La Società del Linoleum è poi passata al gruppo Pirelli. Tentò una
diversificazione nel campo delle moquette, della pavimentazione in gomma. Fu poi ceduta a Montefibre e
poi alla Sommer, acquisita poi dalla Tarkett.
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Tappezzeria
Gli intonaci rappresentano il rivestimento più utilizzato su pareti di laterizio o di calcestruzzo; vengono
realizzati con malte di diversa composizione e possono assumere varie finiture, tra cui:



finitura a scagliola
finitura liscia a fratazzo (o civile)
finitura spazzolata dritta, ondulata o a incrocio.
L’intonaco a secco è un particolare tipo di rivestimento interno realizzato attraverso lastre
di cartongesso (spessore 1 cm) fissate alla parete grezza con tamponi di malta.
Gli intonaci interni possono subire ulteriori finiture particolari:





tinteggiatura con tempere semilavabili, idropitture lavabili
rivestimenti di materiali plastici
rivestimenti con carte da parati
rivestimenti con tappezzerie e stoffe da pareti
rivestimenti con tappezzerie speciali.
Stucco
Lo stucco è un impasto finissimo a base di gesso o cemento usato in edilizia per il rivestimento e la
decorazione di muri e soffitti e nell'arte.
Descrizione
Viene impiegato per dare un aspetto più gradevole a superfici grezze quali calcestruzzo, legno o metallo.
Lo stucco lucido o stucco romano viene impiegato con pigmenti vari per imitare le superfici marmoree.
La composizione può essere molto variabile, facendo del termine stucco una categoria di materiali più che
un prodotto specifico. A volte sono aggiunti additivi acrilici o fibre di vetro per aumentarne le caratteristiche di
resistenza e lavorabilità.
Storicamente lo stucco consisteva in un impasto a base di calce spenta (idrossido di calcio) stagionata e
polvere di marmo. Ricca di carbonato di calcio.
Lo stucco permette anche di realizzare figure tridimensionali e statue. L'architettura barocca e rococò ha
fatto largo uso di stucchi in palazzi e chiese, per realizzare sovrapporte, cornici tra pareti e soffitti e per
contornare aree. Permette inoltre di creare una estensione tridimensionale alle pitture (bassorilievi) e
ai trompe l'oeil.
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Alcune miscele (prevalentemente a base di gesso) sono adatte per uso interno, non tollerando l'umidità,
mentre altre sono impiegate per decorazioni esposte alle intemperie.
Nell'uso moderno le decorazioni in stucco sono spesso prefabbricate su lastre che vengono
successivamente applicate in sede.
Lo stucco mescolato con resine e colle viene utilizzato in edilizia anche come elemento di giuntura tra due
elementi architettonici o come elemento per la rasatura di pareti in cartongesso o gesso rivestito.
La decorazione è costituita da quegli elementi che servono ad abbellire. In
campo artistico e architettonico con cui si può decorare un oggetto d'arte o un edificio.
Si può decorare qualche cosa dipingendola oppure attaccandovi degli elementi. I romani decoravano le loro
case con dei mosaici (per esempio a Pompei si trovano dei mosaici, delle pitture murali o degli scorci).
La decorazione è un campo molto vasto, che comprende la trasformazione, l'arrangiamento, il restauro,
la riparazione di un habitat umano e del mobilio interno (architettura d'interni).
Il design degli interni o interior design è la progettazione degli spazi e degli oggetti d'uso comune
all'interno di un luogo chiuso, sia esso un'abitazione privata, un esercizio commerciale, uno spazio ricettivo,
un ambiente di lavoro.
Comunemente si associa all'interior designer una figura più simile ad uno stilista d'interni, ma in realtà
il designer presta particolare attenzione agli aspetti pratici e funzionali del vivere la casa, ad esempio che i
mobili abbiano il giusto dimensionamento, che siano rispettati gli spazi di passaggio, che gli arredi siano
disposti in modo comodo e funzionale, che i materiali e le tecnologie siano di buona qualità, che non ci siano
potenziali pericoli per la salute di chi usufruirà di questi ambienti, che ci sia una buona insonorizzazione, un
buon rapporto fra consumi energetici e comfort, che tutto l'ambiente sia in armonia tra l'ingombro degli spazi
pieni e l'utilizzo degli spazi vuoti.
Prima dell'introduzione di queste definizioni tutto ciò si riconduceva all'arte della decorazione che veniva
distinta dall'arte dell'architettura vera e propria perché non andava a modificare le strutture portanti degli
edifici, ma si occupava sia degli abbellimenti interni ed esterni che degli arredamenti veri e propri.
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Decorazione d’interni
La Sete srl si avvale, nel proprio organico, di un equipe di decoratori con esperienza pluriennale
nella riqualificazione e nella decorazione di tutti gli interni. A seconda delle esigenze del cliente,
essi sono in grado di guidare alla scelta dei colori e dei materiali più idonei, affinchè la
tinteggiatura semplice o la decorazione siano in armonia con l’ambiente ma soprattutto funzionali
e durature.
Ogni intervento, infatti, se pianificato in sintonia con il gusto e con i bisogni di chi vive la casa,
personalizza ed impreziosisce lo sazio abitativo, sfruttandone eventuali difetti.
Tutti gli interventi impiegano materiali delle migliori marche in commercio, conservando un ottimo
rapporto qualità/costo del lavoro, si preferisce infatti da sempre assicurare interventi di qualità,
durevoli e resistenti, piuttosto che fornire servizi a basso costo ma di scarsa fattura, che richiedono
poi ulteriore manutenzione.
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Tapparelle
La serranda è una chiusura avvolgibile utilizzata nei negozi, per la chiusura delle vetrine, nei garage e
nelle abitazioni civili per la chiusura delle finestre, in quest'ultimo caso viene solitamente
chiamata tapparella o avvolgibile.
Tipi
Esistono vari tipi di serrande:




Cieca: è la classica serranda da negozio con elementi chiusi, che quando è abbassata non consente di
vedere quel che c'è dietro;
A maglia: è la serranda formata da tubi ondulati e maglie metalliche che sembrano fomare dei rombi
rovesciati, oppure da tubi diritti che formano dei rettangoli, e consente quindi di vedere quello che c'è
dietro anche quando è chiusa;
Microforata: è come la serranda cieca, ma gli elementi hanno dei micro fori per garantire una buona
aerazione ed una buona trasparenza delle vetrine dei negozi, pur essendo sempre una serranda
corazzata;
Ad impacchettamento: è sempre una serranda, ma a differenza delle altre che si avvolgono attorno
all'albero di movimentazione, si impacchetta su se stessa. Questa per praticità è solitamente utilizzata
per supermercati ed ipermercati e ha il vantaggio di poter chiudere spazi di grosse dimensioni senza
grande ingombro del cassone e richiedendo meno forza motrice.
Esistono inoltre tipi speciali per impieghi tecnici limitati a certi ambiti, e tra queste vi sono le serrande
tagliafuoco.
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Opere di falegnameria
Legno utilizzato
Da alcuni decenni, con l'avvento di nuove tecnologie, è stato possibile sostituire il legno massiccio con
agglomerati sempre in legno ma più economici, come il multistrato o il truciolato, seguiti nel tempo da un
materiale composito denominato MDF, un composto con caratteristiche superficiali adatte alla verniciatura
a specchio e stabilità dimensionale superiore al legno e a qualsiasi altro derivato, tutti gli agglomerati sono
comunque adatti alla finitura superficiale in legno pregiato, si è sviluppato così un artigianato parallelo alla
classica falegnameria. Col tempo sono nate vere e proprie industrie del mobile, orientate prevalentemente
all'arredamento moderno. Questa tipologia di produzione, costituita anche da piccoli imprenditori con
pochi dipendenti, non fa uso dei classici attrezzi da falegname bensì di macchine automatiche
computerizzate, dal costo molto elevato ma che permettono di realizzare con precisione e velocità il
numero di pezzi voluto e poter così assemblare in breve tempo il mobile progettato.
Fasi di lavorazione

rilevamento topografico del luogo in cui si devono svolgere i lavori

progettazione dell'arredamento su carta millimetrata

scelta dei materiali da impiegare nella costruzione del mobile o della struttura richiesta

acquisto dei materiali al miglior prezzo di mercato

lavorazione dei materiali acquistati

consegna del materiale ordinato

pagamento
Alcune sono descritte in dettaglio:
Rilevamento topografico
È definito rilevamento topografico, l'accertamento della struttura della casa su cui si dovrà intervenire.
È facile durante questa fase, imbattersi in vecchie case che o per deficienze tecniche delle maestranze nella
posa del pavimento o per terreni che hanno subito assestamenti o per usura del tempo, non presentano
pareti lineari e a piombo, pavimenti a livello, o angoli di chiusura fra le pareti ed il pavimento che non
corrispondono ai canonici 90°.
La bravura del falegname consiste nel sopperire a queste carenze strutturali con un'ottima tecnica lavorativa,
facendo sembrare il mobile alla parete in linea retta.
Progettazione
Dopo il sopralluogo, avviene la parte più importante e più tecnica dei lavori di falegnameria: la progettazione.
Consiste nel riportare sul progetto lo sviluppo dei pezzi che costituiranno i mobili, tenendo conto delle misure
rilevate, la difficoltà ambientale e la compatibilità dei materiali di utilizzo.
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Il progetto, serve a non lasciare nulla al caso e mettere in condizione gli esecutori materiali di lavorare con la
massima sicurezza al fine di poter ottimizzare i materiali ed ottenere un prodotto finito privo di rattoppi e
malfunzionamenti.
La progettazione è particolarmente importante a livello industriale, dove sarà utilizzata su larga scala e
potrebbe provocare sprechi di materiale, nel caso di sensi di venatura sbagliati, "malchiusura" di ante e
cassetti e qualunque altro errore derivante da errori progettuali.
Acquisto materiali
L'acquisto dei materiali, deve essere semplice e veloce in modo da non causare rallentamenti produttivi.
Questo è possibile attraverso una ricca rete di fornitori.
In oltre l'acquisto deve essere sempre mirato a ciò che si vuole utilizzare realmente evitando sprechi di
tempo.
L'acquisto dei materiali deve essere mirato e proporzionale al tipo di manufatto che si andrà a produrre.
Questo per non esorbitare nell'eccesso di materiali acquistati e né ridurre l'acquisto al minimo
indispensabile.
Se da un lato l'eccesso provoca giacenze di magazzino (con aumento dei costi, ingombro nel locale dove si
lavora e deterioramento del materiale), il ridursi al minimo provoca l'interruzione da parte della
manodopera nel proseguimento del lavoro.
L'acquisto deve essere sempre commisurato all'effettivo prezzo offerto dal cliente, a seconda del materiale,
del tipo di lavorazione e del tempo impiegato, evitando sperequazioni eccessive tra il reale valore del pezzo
ed il prezzo di vendita al pubblico.
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Impianti idraulici, riscaldamento e
condizionamento
Per impianto idraulico o impianto idrico, normalmente usati come sinonimi, si intende qualsiasi impianto,
costituito da tubazioni e macchinari di vario genere (pompe, filtri, collettori e altro), in grado di trasportare
acqua da un punto a un altro. L'etimologia della parola deriva dal grado antico ὔδωρ - ὔδατος che significa
appunto acqua.
I materiali più usati per realizzare le tubature sono:




acciaio zincato (saldabile e filettabile),
rame (saldabile o pressabile o a stringere),
polipropilene (solo termosaldabile)
multistrato, composto da un tubo in plastica per alimentare ricoperto da uno strato di alluminio ed un
altro in plastica (quest'ultimo può essere piegato a mano e/o con l'uso di molle per evitare lo
schiacciamento ed eventuale riduzione di portata; può essere pressabile o a stringere).
Le tubature vengono poi rivestite con materiali isolanti di spessore tra i 5/12 mm (ad esempio il neoprene),
portando diversi vantaggi: l'isolamento infatti protegge le tubature dalla corrosione, evitano
la condensazione esterna per le condutture di acqua fredda o la dissipazione del calore per quelle di acqua
calda e attutiscono rumori e vibrazioni causate dal passaggio dell'acqua a pressioni elevate.
Un impianto di riscaldamento è un impianto termico per la produzione e la distribuzione di calore.
In ambito civile si intende il sistema usato per riscaldare ambienti abitativi o lavorativi. Altri ambienti
possono essere i mezzi di trasporto.
Quando il riscaldamento viene erogato dagli stessi dispositivi che forniscono anche il raffrescamento e altre
eventuali variazioni del microclima locale (ventilazione, umidificazione), l'impianto viene detto
di condizionamento o di climatizzazione.
Il condizionatore d'aria è una macchina in grado di sviluppare calore sensibile (positivo o negativo) che
viene scambiato con un fluido, il quale messo a sua volta in circolazione cede tale calore ad
un ambiente allo scopo di innalzarne o abbassarne la temperatura.
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Impianti fotovoltaici
Un impianto fotovoltaico è un impianto elettrico costituito essenzialmente dall'assemblaggio di più moduli
fotovoltaici, i quali sfruttano l'energia solare incidente per produrre energia elettrica mediante effetto
fotovoltaico, della necessaria elettronica ed eventualmente di sistemi meccanici-automatici
ad inseguimento solare.
Classificazione e tipologia
Gli impianti fotovoltaici sono generalmente suddivisi in due grandi famiglie:


impianti "grid-connect": sono impianti connessi ad una rete di distribuzione esistente e gestita da terzi;
impianti "ad isola" (detti anche "stand-alone"): non sono connessi ad alcuna rete di distribuzione, per
cui sfruttano direttamente sul posto l'energia elettrica prodotta.
Caratteristiche tecniche
La potenza nominale di un impianto fotovoltaico si misura con
la somma dei valori di potenza nominale di ciascun modulo
fotovoltaico di cui è composto il suo campo, e l'unità di misura è
il chilowatt (simbolo: kW).
La superficie occupata da un impianto fotovoltaico è in genere poco
maggiore rispetto a quella occupata dai soli moduli fotovoltaici, che
richiedono, per la tecnologia policristallino e monocristallino, circa
8 m² / kW (se esposti a Sud) ai quali vanno aggiunte eventuali
superfici occupate dai coni d'ombra prodotte da ostacoli tipo (camini
antenne TV ecc.),se montati in modo complanare alle superficie,
invece se montati in modo non complanare si deve tenere conto
dell'ombra che gli stessi pannelli producono e quindi la superficie
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impiegata è di circa 20 m²/kW. Da osservare che ogni tipologia di cella ha un tipico ingombro superficiale,
con le tecnologie a silicio amorfo oltre i 20 m²/ kW e 9 m² / kW per la tecnologia CIS. Negli impianti su
terreno o tetto piano, è prassi comune distribuire geometricamente il campo su più file, opportunamente
sollevate singolarmente verso il sole, in modo da massimizzare l'irraggiamento captato dai moduli. Queste
file vengono stabilite per esigenze geometriche del sito di installazione e possono o meno corrispondere
alle stringhe.
In entrambe le configurazioni di impianto, ad isola o connesso, l'unico componente disposto in esterni è il
campo fotovoltaico, mentre regolatore, inverter e batteria sono tipicamente disposti in locali tecnici
predisposti (es. shelter).
L'energia prodotta è tanto maggiore quanto più l'impianto gode di un'esposizione favorevole
all'irraggiamento solare, che è funzione dell'eliofania e massima con determinati angoli di inclinazione
rispetto ad un piano orizzontale al suolo e per esposizioni il più possibile verso sud.
Per massimizzare la captazione dell'irraggiamento solare si progettano e si realizzano sempre più moduli
fotovoltaici ad inseguimento solare che si adattano cioè l'inclinazione del pannello ricevente all'inclinazione
dei raggi solari durante il giorno e la stagione.
Impianti elettrici, telefonici e
videosorveglianza
Per Impianti elettrici si intende la disciplina che studia le problematiche relative al funzionamento, la
pianificazione e la progettazione dei sistemi elettrici.
L'insegnamento di tale disciplina all'interno degli atenei italiani segue in linea di massima i seguenti
argomenti:








produzione di energia elettrica;
stazioni di trasformazione;
trasmissione di energia elettrica;
dimensionamento delle linee elettriche;
calcolo delle correnti di corto circuito;
sistemi di protezione contro le sovracorrenti;
sovratensioni;
stato del neutro nei sistemi di trasmissione.
Gli impianti elettrici devono essere dotati di una sicurezza molto alta visto il forte rischio.
Un impianto telefonico è un impianto di telecomunicazioni che nella telefonia fissa viene allestito in un
edificio per predisporre punti di connessione degli apparecchi telefonici. Tali punti di connessione sono
chiamati prese telefoniche.
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Se l'impianto telefonico permette anche telefonate interne (cioè telefonate che non passano per la Rete
Telefonica Generale) tra i telefoni collegati alla prese telefoniche, l'impianto telefonico è anche una rete
telefonica (una rete telefonica privata). In questo caso l'impianto telefonico presenta uno o più centralini
telefonici (anche chiamati PBX o PABX). Il centralino telefonico eventualmente può essere inglobato in un
telefono o, nel caso di telefonia IP, in un router.
Con il termine videosorveglianza si intende l'attività del vigilare - generalmente un luogo o comunque
un bene - a distanza, tramite l'utilizzo di telecamere o di altri strumenti in grado di assicurare la
trasmissione di immagini strategicamente posizionate.
E' uno dei campi che conosce un continuo e costante sviluppo di par passo con l'evoluzione tecnologica. Di
essa si fa ampio uso nel settore della vigilanza privata.
Strumenti tipicamente utilizzati
Solitamente vengono utilizzate telecamere filari. La telecamera ordinaria tuttavia non può effettuare visioni
notturne. (Es. se si posiziona una telecamera in un vialetto di un Hotel o di una casa appena il sole
tramonterà guardando il monitor alla quale è collegata la telecamera, non si potranno vedere le riprese).
La soluzione adottata da molti è quindi utilizzare un faro o una luce per illuminare il campo della
telecamera ma per ovviare a questo, ora, quasi tutti i tipi di telecamere sono dotate di LED Infrarossi.
Nel corso degli anni si sono rese disponibili esistono molti tipi di dispositivi, come :
Wireless: che permettono un'installazione senza fili
IP: Che permettono di utilizzare la rete Internet per sorvegliare a distanza il luogo desiderato
Speed Dome: Un particolare tipo di telecamere mimetizzate. Le si trovano comunemente in parchi,
autostrade e luoghi pubblici. Le Speed Dome possono ruotare di 360° perfette per sorvegliare ambienti
grandi come parchi gioco.
Finte: Sono telecamere non funzionanti con un LED lampeggiante per simulare che la telecamera è
realmente attiva.
LED infrarossi che permettono la visione della telecamera in bianco e in nero anche in piena notte in un
vialetto completamente buio. Se si guarda la telecamera quando i LED infrarossi sono accesi si vedranno i
LED di colore rossi. Le telecamere dotate di LED infrarossi sono anche dotate di un sensore
crepuscolare che farà accendere i LED infrarossi non appena il sole calerà
L'Antifurto è un sistema elettronico anti intrusione. Si suole distinguere tra antifurti con sensori collegati
via fili ovvero cablati e sistemi antifurto non collegati con fili, ma dotati ditrasmissioni wireless. Per gli
antifurti wireless è fondamentale la tecnologia di trasmissione ed in particolare sistemi ed accorgimenti per
impedire l'oscuramento del segnale (es. modulo anti-accecamento o antijamming).
La maggior parte degli antifurti è dotata di un sensore PIR un dispositivo che utilizza onde
elettromagnetiche ad infrarossi per rilevare un movimento nello spazio sorvegliato. Gli infrarossi captano le
variazioni di calore: quando un uomo si muoverà nella zona del sensore il sensore a PIR rileverà una
variazione di calore dovuta allo spostamento del corpo.
Anche camminando lenti non si riesce a sfuggire al sensore a PIR. (es. un ladro camminerebbe lento per
sfuggire alla rilevazione del movimento ma appena si avvicinerà al sensore il calore che il suo corpo
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produce dalla distanza viene spinto contro il sensore che rileverà una variazione del calore da 0 a 100
facendo scattare l'allarme. Oppure anche la minima variazione della velocità o un piede che scivola può far
variare il calore).
Oppure hanno i sensori magnetici per porte e finestre che constano di due calamite che non appena
separate (es. aprendo la finestra) farà scattare il sistema di allarme dell'antifurto.
Esistono tanti antifurti e il loro costo sostanzialmente non dipende solo dall'intelligenza del sistema di
sicurezza (es. Combinatore telefonico, chiamata quando viene rilevato qualche spostamento etc. ), ma
anche dalla potenza dell'allarme acustico misurato molto comunemente in Decibel.
Impianto citofonico e videocitofonico
Il videocitofono è un impianto citofonico in cui è integrato un sistema di monitoraggio video.
L'unità esterna, oltre alla pulsantiera e alla sezione audio comprendente il microfono e l'altoparlante,
include anche una telecamera in bianco e nero o a colori. Vicino alla telecamera sono presenti
alcuni LED a raggi infrarossi (a cui la telecamera B/N è sensibile) per illuminare la scena e consentire la
visione della scena con qualunque condizione di luce ci sia all'esterno.
Ogni unità interna è dotata di un monitor B/N o colore su cui è visibile l'immagine ripresa dalla telecamera.
Il monitor è costituito da uno speciale tubo catodico in cui la superficie fluorescente ha profilo
semiparabolico ed il pennello elettronico giunge lateralmente, colpendo la superficie dallo stesso lato da
cui l'immagine è visualizzata. Questo allo scopo di ottenere un apparecchio quanto più sottile possibile. Nei
modelli recenti, a questo tipo di monitor viene solitamente preferito un display LCD.
Il sistema video si attiva solo nel momento in cui un utente preme un pulsante di chiamata, e si disattiva
dopo un tempo prefissato. Per ovvi motivi di privacy, l'immagine è visibile solamente nell'unità interna
dell'interno chiamato.
Il citofono è un sistema elettronico intercomunicante installato negli edifici al fine di consentire la
comunicazione tra una postazione situata in prossimità dell'ingresso e le abitazioni private, ed aprire a
distanza le porte.
Funzionamento
Il principio di funzionamento del citofono è del tutto simile a quello del telefono, tranne per il fatto che non
esiste un sistema di selezione. Nell'unità esterna è presente un microfono che trasduce le onde sonore
della voce di chi parla in una corrispondente variazione di tensione (forza elettromotrice). La tensione
raggiunge un altoparlante nell'unità interna, dove la variazione di tensione è riconvertita in suono. Un
circuito identico permette la comunicazione in senso inverso.
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Un impianto citofonico è costituito da cinque sezioni:





Pulsantiera: raggruppa i pulsanti che permettono di chiamare un interno; un circuito collega ogni
pulsante ad una suoneria presente nell'unità interna corrispondente. Solitamente include anche un
sistema di illuminazione notturna.
Unità audio esterna: installata in prossimità dell'ingresso, include un altoparlante, un microfono e
spesso un amplificatore.
Unità audio interna: ne è presente una in ogni appartamento, e comprende una cornetta con
microfono ed altoparlante, una suoneria, un pulsante per comandare l'apertura della porta e in alcuni
casi, altri pulsanti per comandare altre funzioni.
Alimentatore: fornisce le tensioni elettriche necessarie al funzionamento del sistema.
Apriporta: è un sistema di comando (solitamente un relè) che, alla pressione del pulsante situato
sull'unità interna, comanda l'apertura della serratura elettrica.
Per impianti comprendenti molti interni è conveniente l'impiego di sistemi citofonici digitali. La quantità
elevata di pulsanti, che può generare confusione nell'utente, viene sostituita da una tastiera di selezione
con display con cui selezionare l'interno per numero o per nome. Il sistema digitale inoltre riduce
notevolmente il numero di cavi di collegamento. Nel sistema analogico è necessario almeno un filo per
collegare la suoneria di ogni interno, mentre nel sistema digitale si trasmette una su una coppia di fili un
segnale codificato, che identifica una specifica unità interna, la quale riconosce il codice e attiva la suoneria.
Nei sistemi più moderni la coppia di fili può portare in forma digitale anche il segnale audio.
Funzioni accessorie a volte presenti negli impianti sono:



intercomunicante: permette la conversazione privata tra due interni.
accensione luci scale: da un pulsante dell'unità interna.
interfaccia di traslatore telefonico: consente di inviare una chiamata citofonica ad un numero
telefonico specifico.
Rete dati
In informatica e telecomunicazioni una rete di calcolatori è un sistema o un particolare tipo di rete di
telecomunicazioni che permette lo scambio o condivisione di dati informativi e risorse
(sia hardware sia software) tra diversi calcolatori. Il sistema fornisce un servizio di trasferimento di
informazioni, attraverso comuni funzionalità di trasmissione e la ricezione, ad una popolazione di utenti
distribuiti su un'area più o meno ampia ed offre la possibilità anche di usufruire di calcolo
distribuito attraverso il sistema distribuito in cui la rete, o parte di essa, può configurarsi. L'esempio più
classico di rete di calcolatori è la rete Internet.
Le reti di calcolatori generano traffico di tipo fortemente impulsivo, a differenza del telefono, e per questo
hanno dato origine – e usano tuttora – la tecnologia della commutazione di pacchetto.
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Rete/Mainframe
La costruzione di reti di calcolatori può essere fatta risalire alla necessità di condividere le risorse di
calcolatori potenti e molto costosi (mainframe). La tecnologia delle reti, e in seguito l'emergere dei computer
personali a basso costo, ha permesso rivoluzionari sviluppi nell'organizzazione delle risorse di calcolo.
Si possono indicare almeno tre punti di forza di una rete di calcolatori rispetto al mainframe tradizionale:
1. fault tolerance (resistenza ai guasti): il guasto di una macchina non blocca tutta la rete, ed è
possibile sostituire il computer guasto facilmente (la componentistica costa poco e un'azienda può
permettersi di tenere i pezzi di ricambio in magazzino);
2. economicità: come accennato sopra, hardware e software per computer costano meno di quelli per i
mainframe;
3. gradualità della crescita e flessibilità (scalabilità): l'aggiunta di nuove potenzialità a una rete già
esistente e la sua espansione sono semplici e poco costose.
Tuttavia una rete mostra alcuni punti deboli rispetto a un mainframe:
1. scarsa sicurezza: un malintenzionato può avere accesso più facilmente ad una rete di computer che
ad un mainframe: al limite gli basta poter accedere fisicamente ai cablaggi della rete. Inoltre, una
volta che un worm abbia infettato un sistema della rete, questo si propaga rapidamente a tutti gli
altri e l'opera di disinfezione è molto lunga, difficile e non offre certezze di essere completa;
2. alti costi di manutenzione: con il passare del tempo e degli aggiornamenti, e con l'aggiunta di nuove
funzioni e servizi, la struttura di rete tende ad espandersi e a diventare sempre più complessa, e i
computer che ne fanno parte sono sempre più eterogenei, rendendo la manutenzione sempre più
costosa in termini di ore lavorative. Oltre un certo limite di grandezza della rete (circa 50 computer)
diventa necessario eseguire gli aggiornamenti hardware e software su interi gruppi di computer
invece che su singole macchine, vanificando in parte il vantaggio dei bassi costi dell'hardware.
Tipi di rete
Esiste una grande varietà di tecnologie di rete e di modelli organizzativi, che possono essere classificati
secondo diversi aspetti:
Classificazione sulla base dell'estensione geografica
A seconda dell'estensione geografica, si distinguono diversi tipi di reti:

si parla di rete corporea o BAN (Body Area Network) se la rete si estende intorno al corpo
dell'utilizzatore con una estensione dell'ordine del metro

si parla di rete personale o PAN (Personal Area Network) se la rete si estende intorno all'utilizzatore con
una estensione di alcuni metri

si parla di rete locale o LAN (Local Area Network) se la rete si estende all'interno di un edificio o di un
comprensorio, con una estensione entro alcuni chilometri

si parla di rete universitaria o CAN (Campus Area Network), intendendo la rete interna ad un campus
universitario, o comunque ad un insieme di edifici adiacenti, separati tipicamente da terreno di proprietà
dello stesso ente, che possono essere collegati con cavi propri senza far ricorso ai servizi di operatori di
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telecomunicazioni. Tale condizione facilita la realizzazione di una rete di interconnessione ad alte
prestazioni ed a costi contenuti.

si parla di rete metropolitana o MAN (Metropolitan Area Network) se la rete si estende all'interno di una
città

si parla di rete geografica o WAN (Wide Area Network) se la rete ricopre un'area geografica molto
estesa e che intercorre nelle reti precedenti

si parla di rete globale o GAN (Global Area Network) se la rete collega calcolatori dislocati in tutto il
mondo, anche via satellite
Classificazione in base al canale trasmissivo
Reti Locali
Le reti locali vengono realizzate tipicamente utilizzando un sistema di cablaggio strutturato con cavi UTP in
categoria 5 o superiore, che serve uno o più edifici utilizzati tipicamente da una stessa entità organizzativa,
che realizza e gestisce la propria rete, eventualmente con la cooperazione di aziende specializzate.
In molti casi, il cablaggio è complementato o sostituito da una copertura wireless.
Le LAN vengono realizzate soprattutto con la tecnologia ethernet, e supportano velocità di 10/100 Mbit/s, o
anche 1 Gbit/s, su cavi in rame dalle caratteristiche adeguate (CAT5 o superiore), o su fibra ottica.
Reti pubbliche – Distribuzione
Le reti pubbliche sono gestite da operatori del settore, e offrono servizi di telecomunicazione a privati ed
aziende in una logica di mercato.
Per poter offrire servizi al pubblico, è necessario disporre di una infrastruttura di distribuzione che raggiunga
l'intera popolazione.
Per ragioni storiche, la gran parte delle reti pubbliche sono basate sul doppino telefonico (dette
anche POTS, Plain Old Telephone System). Questa tecnologia era stata studiata per supportare il servizio di
telefonia analogica, ma data la sua pervasività e gli alti investimenti che sarebbero necessari per sostituirla è
stata adattata al trasporto di dati mediante diverse tecnologie:

i modem per codificare segnali digitali sopra le comuni linee telefoniche analogiche. Il grande vantaggio
di questa tecnologia è che non richiede modifiche alla rete distributiva esistente. Sono necessari due
modem ai due capi di una connessione telefonica attiva per stabilire una connessione. Molti fornitori di
servizio offrono un servizio di connettività Internet via modem mediante batterie di modem centralizzate.
La velocità è limitata a circa 56 Kbit/s, con l'adozione di modem client e server che supportano la
versione V92 dei protocolli di comunicazione per modem. Questo protocollo incorpora funzioni di
compressione del flusso di bit trasmesso, quindi la velocità effettiva dipende dal fattore di compressione
dei dati trasmessi.

le reti ISDN trasmettendo dati e voce su due canali telefonici in tecnologia digitale. Mediante appositi
adattatori, è possibile inviare direttamente dati digitali. La tecnologia ISDN è ormai molto diffusa nei
paesi sviluppati. Usandola per la trasmissione di dati, arrivano ad una velocità massima di 128 Kbit/s,
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senza compressione, sfruttando in pratica due connessioni dial-up in parallelo, possibili solo con
determinati provider. La velocità su un singolo canale è invece limitata a 64 Kbit/s. Ci sarebbe un terzo
canale utilizzato per il segnale ma non per la comunicazione con una capacità di 16 Kbit/s (Esso non viene
mai utilizzato per i dati).
Utilizzando modem analogici o ISDN, è possibile stabilire una connessione dati diretta tra due qualsiasi
utenze della rete telefonica o ISDN rispettivamente.
La tecnologia ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Line) utilizza una porzione della banda trasmissiva
disponibile sul doppino telefonico dalla sede dell'utente alla centrale telefonica più vicina per inviare dati
digitali. È necessaria l'installazione di nuovi apparati di commutazione nelle centrali telefoniche,
chiamati DSLAM, e l'utilizzo di filtri negli impianti telefonici domestici per separare le frequenze utilizzate
per la trasmissione dati da quelle per la comunicazione vocale. La loro diffusione sul territorio è limitata dai
costi, che la rendono conveniente solo nelle aree maggiormente sviluppate. Durante la connessione tramite
ADSL è possibile continuare a utilizzare il telefono in quanto le frequenze della voce e dei dati non si
sovrappongono. Questa tecnologia è inoltre chiamata Asimmetric in quanto le velocità di download e di
upload non sono uguali: in Italia sono tipicamente pari a 4 Mbit/s in download e 512 Kbit/s in upload, ma
per certi abbonamenti la velocità di download può arrivare anche a 12 Mbit/s, o anche 24 Mbit/s, usando
tecnologie di punta come ADSL2+ e reti di distribuzione in fibra ottica di ottima qualità. Il doppino di rame
presenta l'inconveniente di attenuare i segnali, e non permette il funzionamento di questa tecnologia per
distanze superiori ai 5 km circa. In alcuni casi è anche possibile un'ulteriore riduzione della distanza
massima dovuta a interferenze esterne che aumentano la probabilità d'errore. Un'altra limitazione
importante è data dall'interferenza "interna", che si verifica quando molte utenze telefoniche sullo stesso
cavo di distribuzione utilizzano il servizio ADSL. Questo fa sì che non si possa attivare il servizio ADSL su più
di circa il 50% delle linee di un cavo di distribuzione.
ADSL è l'ultimo sviluppo sull'infrastruttura esistente di doppino telefonico.
Per superare queste velocità, l'infrastruttura di distribuzione basata sul doppino dovrà essere sostituita da
supporti fisici più performanti.
Tra i candidati a sostituire il doppino per la distribuzione domestica dei servizi di telecomunicazioni, si
possono citare:

le fibre ottiche:

le infrastrutture della TV via cavo (diffusa soprattutto negli USA)

il trasporto di dati sulla rete elettrica (es. powerline) o nelle condutture del gas.

le reti wireless

le reti satellitari (che però sono tipicamente unidirezionali, dal satellite alla casa dell'utente, mentre il
canale di ritorno deve essere realizzato con altre tecnologie, spesso su doppino telefonico).
Reti di trasporto
Capacità ancora superiori sono necessarie per trasportare il traffico aggregato tra le centrali di un operatore
di telecomunicazioni attraverso quella che è comunemente chiamata rete di trasporto.
Con tecnologie più costose, tipicamente utilizzate dai provider, si raggiungono velocità di 40 Gbit/s per il
singolo link su fibra ottica.
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Su una singola fibra è poi possibile inviare molteplici segnali attraverso una tecnica di multiplazione
chiamata (Dense) Wavelength Division Multiplexing ((D)WDM), o Multiplazione di Lunghezza d'Onda, che
invia segnali ottici differenti a diverse lunghezze d'onda (in gergo, colori). Il numero di segnali indipendenti
trasportabile va dai 4 o 16 dei relativamente economici impianti (Coarse)WDM alle centinaia degli impianti
DWDM più avanzati.
Negli Stati Uniti d'America il progetto Internet2 cui collaborano la NASA, la difesa e le università americane
connette già molti campus alla velocità di 2 Gigabit/s (disponibili anche per studenti), con miglioramenti
di TCP/IP per poter sfruttare alte velocità di trasmissione, e permetterà di far transitare in rete il controllo dei
satelliti civili, dello scudo spaziale, aerei comandati a distanza, testate nucleari e l'intera infrastruttura
militare.
Classificazione in base alla topologia
Due sono le topologie principali, in base alla tecnologia assunta come modalità per il trasferimento dei
dati: reti punto a punto e reti broadcast.
Reti punto a punto
Le reti punto a punto (point-to-point) consistono in un insieme di collegamenti tra coppie di elaboratori, che
formano grafi di vario tipo (stella, anello, albero, grafo completo, anelli secanti ecc.). Per passare da una
sorgente ad una destinazione, l'informazione deve attraversare diversi elaboratori intermedi. La strada che i
dati devono seguire per arrivare correttamente a destinazione, è data dai protocolli di routing. Il routing è
l'insieme delle problematiche e tecniche relative al corretto ed efficace instradamento dei dati sulla rete.
Reti broadcast
rete a stella
Le reti broadcast reti di calcolatori connessi tramite lo stesso supporto trasmissivo
condiviso tra più elaboratori, dove i messaggi inviati da un elaboratore vengono ricevuti
da tutti gli altri. All'interno del messaggio vi è una parte relativa all'indirizzo del
destinatario, in modo che tutte le altre macchine in ascolto possano scartare il messaggio
in arrivo. Alcune reti prevedono indirizzi speciali di tipo broadcast e multicast. Il broadcast
permette di inviare messaggi a tutte le stazioni collegate al mezzo fisico, mentre il multicast permette di farlo
solo ad un gruppo di stazioni, ma non a tutte. Un esempio di una tale rete è la comunissima Ethernet.
Le moderne reti broadcast sono realizzate con una topologia fisica a stella (point-to-point), in cui tutti gli
elaboratori sono connessi ad un punto di concentrazione, dove un apparato attivo (switch o hub) crea
l'illusione che siano tutti connessi allo stesso mezzo fisico. Talvolta si usa definire questi apparati
centrostella, appunto perché si trovano al centro della rete a stella.
Le reti di calcolatori si basano su una multiplazione dinamica a commutazione di pacchetto, a differenza
delle reti telefoniche che invece utilizzano una multiplazione statica a commutazione di circuito.
Tra le reti a commutazione di pacchetto però è fondamentale operare una distinzione tra reti con
connessione e reti a commutazione senza connessione.
Nelle reti con connessione, i percorsi che il pacchetto seguirà attraverso la rete sono prestabiliti e sono
sempre gli stessi (si veda la vicinanza, sotto questo punto di vista, alle reti a commutazione di circuito), e si
basano su un canale, stavolta non fisico (come nelle reti telefoniche) ma "virtuale".
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Per comprendere meglio il concetto di canale virtuale si pensi a due elaboratori A e B che devono
comunicare tra loro; A e B all'interno della rete non sono collegati tra loro, quindi è necessario che i pacchetti
attraversino degli elaboratori intermedi. Prima dell'effettivo scambio dei dati però tra A e B viene creato un
percorso prestabilito chiamato canale virtuale.
Esempi particolarmente calzanti di reti orientate alla connessione sono le reti a commutazione di
cella ATM o le reti Frame Relay e Frame Relay SE (Switch). I vantaggi di una rete siffatta stanno ovviamente
nella qualità del servizio (QoS).
Nelle reti a commutazione senza connessione (o datagram), i percorsi che i pacchetti tenderanno a seguire
non sono (e non possono) essere prestabiliti a priori, ma dipendono da una serie di fattori.
Un esempio classico di rete a commutazione di pacchetto senza connessione è l'IP. Come sappiamo nelle
reti TCP/IP il TCP dell'elaboratore A si collega direttamente al corrispondente servizio dell'elaboratore B.
Quindi a livello di trasporto c'è connessione e quindi controllo sulla qualità del servizio e sulla congestione
della rete. Cosa che non accade a livello network. Il router dell'elaboratore A affida i pacchetti al router
successivo indicato nella sua tabella di routing. Dopodiché, si disinteressa totalmente dell'ulteriore percorso
che il pacchetto dovrà seguire all'interno della rete. Questo potrebbe sembrare un male, ma così non è,
proprio per via di questa divisione di compiti tra il layer di trasporto e quello network.
Architettura di rete
Sezioni di una rete
In ogni rete di grandi dimensioni (WAN), è individuabile una sezione di accesso, che dà vita alla rete di
accesso, ed una sezione di trasporto, che dà vita alla rete di trasporto.
La sezione di accesso ha lo scopo di consentire l'accesso alla rete da parte dell'utente, e quindi di solito
rappresenta una sede di risorse indivise (Si pensi ai collegamenti ADSL commerciali: La porzione di cavo
che ci collega alla centrale è un doppino telefonico, utilizzato esclusivamente dall'abbonato). La sezione di
accesso altresì comprende tutti quegli strumenti idonei a consentire l'accesso alla rete. Quindi possiamo
distinguere vari tipi di accesso: "Residenziale" (Classica linea a 56Kbit/s, linea ISDN/ADSL), "Business"
(Rete Locale dell'azienda e Gateway o Proxy che consente l'accesso all'esterno), "Mobile" (si pensi ad
esempio al GSM, che consente un accesso basato su una rete a radiofrequenza con copertura "cellulare"), o
"Wireless".
La sezione di trasporto è quella che ha il compito di trasferire l'informazione tra vari nodi di accesso,
utilizzando se è necessario anche nodi di transito. È sede quindi di risorse condivise sia di trasporto dati sia
di elaborazione. Dal punto di vista strutturale, una rete di trasporto è costruita quasi esclusivamente
attraverso fibre ottiche (es. Backbone).
Architettura protocollare
Una rete di calcolatori è strutturata a livello logico-funzionale in una tipica architettura di rete cioè con
uno stack protocollare per l'espletamento dell'insieme delle funzionalità di rete.
L'importanza degli standard
Gli standard de iure e de facto aiutano a gestire le reti aziendali multiprotocollo. I più importanti enti di
standardizzazione per le reti di computer sono: CCITT, ITU, ISO, ANSI eIEEE.
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Di particolare impatto è l'OSI (Open System Interconnection), un progetto ISO risalente alla fine degli anni
settanta, che si propone come modello di riferimento per le reti. Esso presenta un approccio a 7 livelli
(layers), con una serie di protocolli che si inseriscono ai vari livelli. I livelli 1 (Livello fisico) e 2 (Livello Data
Link) sono ormai standard, mentre per gli altri 5 ci sono protocolli che esistono da tempo e gli standard
faticano ad imporsi.
La domotica
La domotica (dal latino domus che significa "casa") è la scienza interdisciplinare che si occupa
dello studio delle tecnologie atte a migliorare la qualità della vita nella casa e più in generale negli ambienti
antropizzati. Questa area fortemente interdisciplinare richiede l'apporto di molte tecnologie e
professionalità, tra le quali ingegneria edile, automazione, elettrotecnica, elettronica, telecomunicazioni ed
informatica.
Descrizione
La domotica è nata nel corso della terza rivoluzione industriale allo scopo di studiare, trovare strumenti e
strategie per:





migliorare la qualità della vita;
migliorare la sicurezza
semplificare la progettazione, l'installazione, la manutenzione e l'utilizzo della tecnologia;
ridurre i costi di gestione;
convertire i vecchi ambienti e i vecchi impianti.
La domotica svolge un ruolo importante nel rendere intelligenti apparecchiature, impianti e sistemi. Ad
esempio un impianto elettrico intelligente può autoregolare l'accensione degli elettrodomestici per non
superare la soglia che farebbe scattare il contatore.
Con "casa intelligente" si indica un ambiente domestico - opportunamente progettato e tecnologicamente
attrezzato - il quale mette a disposizione dell'utente impianti che vanno oltre il "tradizionale", dove
apparecchiature e sistemi sono in grado di svolgere funzioni parzialmente autonome (secondo reazioni a
parametri ambientali di natura fissa e prestabilita) o programmate dall'utente o, recentemente,
completamente autonome (secondo reazioni a parametri ambientali dirette da programmi dinamici che
cioè si creano o si migliorano in autoapprendimento).
Ad un livello superiore si parla di building automation o "automazione degli edifici". L'edificio intelligente,
con il supporto delle nuove tecnologie, permette la gestione coordinata, integrata e computerizzata degli
impianti tecnologici (climatizzazione, distribuzione acqua, gas ed energia, impianti di sicurezza), delle reti
informatiche e delle reti di comunicazione, allo scopo di migliorare la flessibilità di gestione, il comfort, la
sicurezza e per migliorare la qualità dell'abitare e del lavorare all'interno degli edifici.
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È bene notare che la domotica non consente di ottenere risparmi energetici in abitazioni private, anzi in
consumo stesso del sistema domotico aumenta il fabbisogno energetico dell'abitazione.
Il concetto di casa intelligente
La casa intelligente può essere controllata dall'utilizzatore tramite opportune interfacce utente
(come pulsanti, telecomando, touch screen, tastiere, riconoscimento vocale), che realizzano il contatto
(invio di comandi e ricezione informazioni) con il sistema intelligente di controllo, basato su un'unità
computerizzata centrale oppure su un sistema a intelligenza distribuita. I diversi componenti del sistema
sono connessi tra di loro e con il sistema di controllo tramite vari tipi di interconnessione (ad esempio rete
locale, onde convogliate, onde radio, bus dedicato, ecc.).
Il sistema di controllo centralizzato, oppure l'insieme delle periferiche in un sistema ad intelligenza
distribuita, provvede a svolgere i comandi impartiti dall'utente (ad esempio accensione luce cucina oppure
apertura tapparella sala), a monitorare continuamente i parametri ambientali (come allagamento oppure
presenza di gas), a gestire in maniera autonoma alcune regolazioni (ad esempio temperatura) e a generare
eventuali segnalazioni all'utente o ai servizi di teleassistenza. I sistemi di automazione sono di solito
predisposti affinché ogni qualvolta venga azionato un comando, all'utente ne giunga comunicazione
attraverso un segnale visivo di avviso/conferma dell'operazione effettuata (ad esempio LED colorati negli
interruttori, cambiamenti nella grafica del touch screen) oppure, nei casi di sistemi per disabili, con altri tipi
di segnalazione (ad esempio sonora).
Un sistema domotico si completa, di solito, attraverso uno o più sistemi di comunicazione con il mondo
esterno (ad esempio messaggi telefonici preregistrati, SMS, generazione automatica di pagine web o email) per permetterne il controllo e la visualizzazione dello stato anche da remoto. Sistemi comunicativi di
questo tipo, chiamati gateway o residential gateway svolgono la funzione di avanzati router, permettono la
connessione di tutta la rete domestica al mondo esterno, e quindi alle reti di pubblico dominio.
Esempio di funzioni di un impianto di illuminazione intelligente: accensioni multiple anche automatiche
di luci in base all'instaurarsi di condizioni specifiche scenari (es. ci sono ospiti, diamo un party, mi vedo un
DVD); autoaccensione secondo schemi copiati dalla realtà delle luci dopo il riconoscimento automatico di
una prolungata assenza; centralizzazione dello spegnimento o autospegnimento delle luci quando viene
riconosciuta l'assenza di utenti; gestione completamente autonoma e automatica dell'illuminazione.
Esempi
Esempio di funzioni di un impianto elettrico intelligente:




Coordinamento autonomo del funzionamento degli elettrodomestici;
Riduzione dei campi magnetici nelle stanze in cui sono presenti utenti;
Isolamento e protezione automatica in caso di temporale;
Disalimentazione completa isole tecniche (esempio gruppo televisore, decoder, videoregistratore ecc.)
a comando o in automatico di notte o quando non c'è nessuno in casa.
Esempio di funzioni di un impianto di climatizzazione intelligente:

funzionamento automatico in base al riconoscimento della presenza di persone;
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


adeguamento del funzionamento in base al tasso di umidità;
spegnimento automatico del calorifero sotto una finestra aperta;
autoprogrammazione della pre-climatizzazione (es. preriscaldamento in inverno) in base al
riconoscimento degli "usi e costumi" degli utenti.
Esempio di funzioni di un impianto di sicurezza intelligente:




Rilevamento di eventi come fughe di gas, allagamenti e incendi;
Connessione a distanza con servizi di assistenza (soccorso medico e vigilanza);
Monitoraggio a distanza degli ambienti con telecamere;
Interazione TV, telefono, videocitofono e impianto telecamere.
Esempio di funzioni di un impianto di automazione domestica intelligente:


Chiusura o apertura in autonomia delle tende esterne (c'è il sole si aprono, c'è vento si chiudono);
Chiusura o apertura in autonomia degli oscuranti (tapparelle, persiane, ecc.) e coordinamento con
l'automazione per la ventilazione in base a parametri di aero-illuminazione dettati dalla legge e
coordinamento con gli scenari di illuminazione (aziono il videoproiettore, l'automazione oscura la
stanza, l'impianto di illuminazione accende le luci soffuse).
Caratteristiche della domotica
Le soluzioni tecnologiche che possono essere adottate per la realizzazione di un sistema domotico sono
caratterizzate da peculiarità d'uso proprie degli oggetti casalinghi:

Semplicità: il sistema domotico è diretto ad un pubblico vasto e non professionale, per questo deve
essere semplice da usare secondo modalità naturali, univoche e universalmente riconosciute
attraverso un'interfaccia user friendly, deve inoltre essere sicuro e non deve presentare pericoli per chi
non ne conosce o comprende le potenzialità.

Continuità di funzionamento: il sistema deve essere costruito pensando al fatto che dovrà offrire un
servizio continuativo e per questo praticamente immune da guasti o semplice da riparare anche per
personale non esperto o, nel caso, necessitare di tempi brevi per la rimessa in funzione.

Affidabilità: il sistema funziona sempre, senza richiedere particolari attenzioni; anche in caso di guasti
esso deve essere in grado di fornire il servizio per il quale è stato progettato o uno simile in caso di
funzionamento ridotto, deve essere inoltre in grado di segnalarne il mancato funzionamento e di
generare un report delle eventuali anomalie.

Basso costo: affinché un sistema domotico sia alla portata di tutti deve avere un costo contenuto,
inteso come economicità delle periferiche (sensori, attuatori, ecc.) e della rete di interconnessione tra i
diversi moduli funzionali.
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Le tecnologie per la domotica permettono inoltre di ottenere alcuni vantaggi quali ad esempio:

Risparmio energetico: un sistema completamente automatizzato dovrà evitare i costi generati da
sprechi energetici dovuti a dimenticanze o ad altre situazioni.

Automatizzazione di azioni quotidiane: un sistema di home automation deve semplificare alcune azioni
quotidiane, soprattutto quelle ripetitive, non deve in alcun modo complicarle.
Tutte queste caratteristiche, se non sviluppate singolarmente ma nel loro insieme, portano alla creazione di
un sistema domotico integrato che può semplificare la vita all'interno delle abitazioni. La casa diventa
intelligente non perché vi sono installati sistemi intelligenti, ma perché il sistema intelligente di cui è dotata
è capace di controllare e gestire in modo facile il funzionamento degli impianti presenti. Attualmente le
apparecchiature tecnologiche sono poco integrate tra loro e il controllo è ancora ampiamente manuale,
nella casa domotica gli apparati sono comandati da un unico sistema automatizzato che ne realizza un
controllo intelligente.
Per quanto riguarda il sistema di automazione, fondamentalmente ne esistono di due tipi, uno basato su
un'unità di elaborazione centrale che permette di gestire tutte le attuazioni a partire dai risultati di
rilevazione e uno a struttura distribuita dove le interazioni avvengono localmente in maniera distribuita ed
eventualmente comunicate ad un'unità centrale per un controllo di coerenza generale, in genere sistemi di
questo tipo sono più affidabili dei primi.
L'interfaccia utente (interfaccia uomo-macchina) deve, in base a tutte le precedenti considerazioni, essere
consistente (non deve creare conflitti fra i comandi), essere di facile impiego (si pensi ai bambini o agli
anziani) ed essere gradevole (la difficoltà di interazione con il sistema non deve essere una barriera al suo
utilizzo).
Lo scopo ultimo di un sistema della domotica è il controllo totale di tutti i servizi e la possibilità di realizzare
nuove operazioni complesse, possibili solo nel caso in cui diversi sistemi semplici siano connessi e
controllati in modo intelligente.
Aree di automazione





Le aree di automazione possibili in una casa sono:
Gestione dell'ambiente (microclima e requisiti energetici)
Gestione degli apparecchi
Comunicazione e informazione
Sicurezza
Ogni area è, a sua volta, suddivisa in sottoaree specifiche del settore.
Gestione dell'ambiente:




climatizzazione (regolazione della temperatura, della velocità e dell'umidità dell'aria)
riscaldamento dell'acqua sanitaria
illuminazione, illuminazione d'emergenza e alimentazione d'emergenza
distribuzione dell'energia elettrica e gestione dei carichi
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



irrigazione del giardino
gestione della piscina
azionamento di sistemi d'apertura e d'ingresso
gestione di scenari pre programmati
Il controllo dell'ambiente viene automatizzato grazie alla presenza di un sistema di sensori e attuatori,
questo permette la termoregolazione dei singoli locali abitativi in funzione dei cambiamenti ambientali con
in più una costante verifica dei consumi energetici, la gestione di tempi e livelli di temperatura è orientata
verso il comfort desiderato rapportato al massimo risparmio energetico. Gli stessi standard di qualità e
risparmio si applicano al sistema di generazione dell'acqua calda per uso sanitario, sia esso
uno scaldabagno, una caldaia o dei pannelli solari.
Il sistema deve sovrintendere al funzionamento dei carichi più pesanti (forno, scaldabagno, lavatrice, ecc.)
gestendone il distacco controllato per evitare sovraccarichi di corrente e conseguenti inutili blackout dovuti allo sgancio dell'interruttore limitatore posto sulla linea di fornitura dell'energia elettrica.
Gestisce inoltre l'alimentazione d'emergenza tramite gruppi di continuità (UPS) per quelle apparecchiature
che non devono spegnersi in caso di mancanza di energia elettrica; lo stesso sistema controlla infine che le
lampade di emergenza entrino in funzione regolarmente.
L'impianto di irrigazione, se si ha un giardino o un terrazzo, permette di programmare i tempi e gli orari di
funzionamento, tenendo in considerazione i fattori meteorologici. Se l'abitazione ha una piscina l'impianto
domotico permette di automatizzarne le funzioni in base alle abitudini o ai desideri degli utenti
(es. temperatura dell'acqua, apertura eventuale copertura, ecc.).
Nel campo dell'illuminazione, l'esigenza più sentita è quella della qualità dell'illuminazione stessa; il punto
chiave è costituito da quello che una volta era il semplice interruttore manuale che viene rimpiazzato
dall'interruttore elettronico che assume il ruolo di sensore o di attuatore locale multifunzione.
Sempre in questo sottoinsieme di gestione ambientale rientrano i controlli di apertura o chiusura tapparelle
o tende e quelli di eventuali porte automatiche. Vi è infine la possibilità di creare scenari personalizzati a
seconda delle diverse esigenze e di poter quindi attivare una sequenza preordinata di operazioni
semplicemente scegliendo di attivarla attraverso un singolo comando.
Gestione degli apparecchi domestici:

lavatrice e asciugatrice

lavastoviglie



frigoriferi e congelatori
cucine e forni
apparecchi idrosanitari, sauna, idromassaggio
Il settore dei cosiddetti elettrodomestici “bianchi” è quello in maggior evoluzione, grazie alla massiccia
introduzione di componenti elettronici che ne consentono il miglioramento delle prestazioni, delle
funzionalità, dell'affidabilità e che rendono possibile la telegestione e la telediagnostica manutentiva per
ogni singolo apparecchio.
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Comunicazione e informazione:








telefono analogico o VOIP
segreteria telefonica
citofono o videocitofono
fax
comunicazioni interne (telefoniche o citofoniche)
accesso Internet a banda larga (DSL, fibra ottica, ecc.)
trasmissione dati per controllo remoto, anche via SMS
informazioni e svago con sistemi audio-video
(televisori, radio, DVD player, CD player, mp3 player, ricevitore satellitare, pay tv,
ecc.)
In un sistema domotico integrato rientra poi la gestione delle comunicazioni entranti e uscenti dalla casa.
Le chiamate telefoniche o citofoniche, interne o esterne, sono automaticamente, e non indistintamente,
indirizzate ai giusti apparecchi.
Un gateway fornisce una connessione permanente e a banda larga per permettere l'accesso ad Internet alle
apparecchiature domotiche o ai computer dell'abitazione, per la trasmissione di dati e per il controllo
remoto.
Un sistema di gestione delle sorgenti audio-video permette la loro diffusione nei vari ambienti
dell'abitazione in base alle richieste dell'utente.
Sicurezza:

gestione accessi




protezione antifurto, antintrusione, antirapina, perimetrale
protezione antincendio, antiallagamento, da fumo o fughe di gas
videocontrollo ambientale locale e a distanza
telesoccorso e teleassistenza di persone sole, anziane, disabili o ammalate
In quest'ultima categoria rientrano funzioni particolarmente richieste dall'utenza. La sicurezza si compone
di security, ovvero sicurezza contro intrusioni non autorizzate o rapine, e di safety, ovvero sicurezza globale
della casa contro fughe di gas, incendi, allagamenti o altri eventi dannosi.
In caso di allarme, il sistema domotico, oltre ad intervenire con opportune azioni locali di segnalazione ed
intervento, tramite collegamento con apparecchi trasmissivi (linea telefonica, cellulare GSM, ponte
radio, Internet) provvede a segnalare a distanza l'accaduto e a richiedere l'eventuale intervento dei vigili del
fuoco, della polizia, ecc.
Se presenti delle telecamere a circuito chiuso o videocitofoni sarà possibile visualizzare su
appositi monitor o sui normali televisori le immagini riprese in diversi punti dell'abitazione e del giardino. Le
riprese video saranno visibili da remoto via Internet alle persone autorizzate, oppure, in caso di allarme,
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saranno inviate, in automatico, come immagini a indirizzie-mail o, come MMS, a numeri
di cellulare prestabiliti.
Possibili sviluppi futuri
In un progetto di casa intelligente occorre avere ben chiari quali siano i requisiti del sistema di interazione
uomo-abitazione da tenere in considerazione. Come abbiamo visto precedentemente la domotica è
indirizzata a risolvere una serie di bisogni espressi dall'utente proponendo un sistema di soluzioni tecniche
più o meno integrato che sfrutta al meglio le sinergie ottenibili tra i diversi sistemi. Quando questa
integrazione di funzioni e servizi ha successo, nel senso che soddisfa i requisiti espressi dall'utente,
possiamo dire di aver raggiunto positivamente l'obiettivo preposto. Il successo di un progetto di casa
intelligente parte quindi da una chiara conoscenza e condivisione degli obiettivi da soddisfare.
Proprio per questo alcune applicazioni potranno diventare rapidamente obsolete ed essere escluse dal
mercato, che così sarà pronto a ricevere maggiormente quelle più mature e soprattutto, quelle che meglio
si adattano a soddisfare i bisogni espressi dall'utente. Questo porterebbe alla creazione di un segmento di
mercato sempre più solido e quindi, all'abbattimento dei costi per quelle applicazioni che andranno meglio
incontro alle reali necessità degli utilizzatori. Uno degli effetti dell'abbattimento dei costi sarà a sua volta,
l'allargamento del mercato di sbocco per i prodotti di home automation.
Secondo alcune ricerche, lo sviluppo di Internet a velocità maggiori, potrà dare un grande impulso allo
sviluppo della domotica. Negli Stati Uniti, per esempio, si stà sviluppando una vivace offerta di reti
telematiche da casa, cosa che peraltro inizia già a diffondersi anche in Europa. Gli sviluppi maggiori del
networking domestico potrebbero venire da soluzioni basate sull'utilizzo della rete elettrica e delle onde
radio, perché solo con mezzi di questo tipo sarà possibile collegare i diversi dispositivi domestici che, in
futuro, potranno integrare al loro interno un browser Internet "embedded". La diffusione di connessioni
permanenti a banda larga con tariffe flat a basso costo aprirà nuove frontiere per il telelavoro, diffonderà
l'utilizzo di servizi multimediali e di intrattenimento, favorirà lo sviluppo di servizi di telegestione e
telecontrollo, nonché di home banking ed e-commerce.
Tra gli aspetti di questo nuovo modo di vivere la casa è importante notare come ogni elettrodomestico o
servizio dell'abitazione sia visto non più come separato e isolato dagli altri ma come integrato in un
ambiente dove coesistenza diventa la parola chiave.
Oltre che da queste nuove opportunità tecnologiche, lo sviluppo e l'affermarsi della domotica è influenzato
dall'evoluzione e dai cambiamenti in corso nella società. In Italia in base alle ultime analisi ISTAT si è
riscontrato un aumento di single, di donne con un impiego lavorativo, un innalzamento della vita media,
una maggiore permanenza al di fuori dall'abitazione, un forte sviluppo nell'acquisto di seconde case e un
incremento della criminalità, fattori che hanno indirizzato la società verso la ricerca di una migliore qualità
della vita e che di conseguenza potrebbero favorire un forte sviluppo della domotica.
Alcuni ritengono che l'avvento di queste tecnologie non sia che un altro passo che ci porterà verso modelli
e stili di vita sempre più artificiosi, la prospettiva di sviluppo dell'home automation può, da questo punto di
vista, evocare il verificarsi di inquietanti situazioni limitative per la libertà personale, rischi di intrusioni
indesiderate nei dispositivi che governeranno le abitazioni domotiche e che vigileranno sulla loro sicurezza,
alienazione ed eccessiva dipendenza dalle tecnologie. Altri al contrario, paragonano entusiasti quanto sta
per accadere alla trascorsa rivoluzione industriale, ed enfatizzano le grandissime potenzialità che i sistemi
domotici possono sviluppare nelle abitazioni, contribuendo ad un generale miglioramento della qualità di
vita.
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Impianto antincendio
Per impianto di allarme incendio si intende un insieme di dispositivi elettronici predisposti per rilevare la
presenza di un incendio dentro un edificio, per segnalare l'allarme sonoro a tutti i presenti e per segnalare
l'allarme alla portineria e ai soccorritori esterni.
Gli impianti di allarme incendio possono venire installati e messi in funzione negli stabilimenti industriali,
edifici pluripiano, magazzini e centri commerciali, complessi alberghieri, ospedali e cliniche sanitarie e enti
pubblici. Un impianto di allarme incendio è fondamentalmente formato da una centralina di allarme, la
quale riceve il segnale da una serie didispositivi di rivelazione e dalla quale escono i segnali di allarme con
una serie di dispositivi di segnalazione (ad esempio sirene e collegamenti ai soccorritori esterni)
I dispositivi di rivelazione rappresentano l'input per la centralina di allarme e sono essenzialmente i
seguenti dispositivi:


dispositivi rivelazione fumi e incendi
pulsanti manuali di allarme.
I dispositivi di segnalazione rappresentano l'output per la centralina di allarme e sono essenzialmente i
seguenti dispositivi:



sirene acustiche
pannelli luminosi rossi lampeggianti
dispositivi di segnalazione ai soccorritori esterni
Centralina allarme incendio

La centralina allarme incendio è l'unità di controllo dell'impianto e generalmente viene posta nella
portineria o in altro locale di controllo, in genere dove è presente personale di sorveglianza. Ad essa
sono collegati, tramite apposite linee elettriche, tutti i dispositivi dell'impianto, tra cui: dispositivi di
rivelazione incendio, pulsanti manuali di allarme, sirene antincendio, pannelli luminosi, dispositivi di
segnalazione ai soccorritori esterni.

La centralina si occupa della gestione dei segnali provenienti dai sensori provvedendo all'attivazione dei
dispositivi di segnalazione secondo i piani di intervento programmati.

Esistono diversi tipi di centrali, che si differenziano tra loro per quantità di sensori collegabili, tipologia
di controllo ed identificazione dei sensori. Le centrali di dimensioni più ridotte normalmente
consentono il collegamento fino a un massimo di 100-150 sensori. Con le centrali più evolute si può
gestire una "comunicazione intelligente" con i sensori, consentendo così di individuare univocamente
quello che ha generato la segnalazione facilitando così l'esatta individuazione del luogo di provenienza
dell'allarme. Questo tipo di funzionamento viene solitamente indicato come "indirizzamento singolo".
In alternativa all'indirizzamento singolo si possono trovare centrali ad "indirizzamento collettivo", in cui
la capacità di individuare il punto di provenienza dell'allarme è limitata a gruppi di sensori. In questo
caso il gruppo di sensori è definito dal percorso effettivo della linea elettrica a cui sono collegati i
rivelatori. Le centrali sono inoltre dotate di una doppia fonte di alimentazione per garantire il
funzionamento dell'impianto anche in assenza di alimentazione elettrica primaria (generalmente rete
elettrica pubblica). L'alimentazione elettrica secondaria è solitamente realizzata con batterie in
tampone.
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Terminali di gestione centralina

I terminali di gestione sono l'interfaccia di comunicazione uomo-macchina della centralina di allarme
incendio. Esistono due tipi fondamentali di terminali di gestione: terminali alfanumerici e terminali
analogici. Nei terminali alfanumerici l'informazione è rappresentata mediante messaggi variabili che
vengono mostrati solitamente su un display a cristalli liquidi:'operatore può interagire per mezzo di una
tastiera alfanumerica. Nei terminali analogici l'informazione è ricavabile dall'accensione di spie
(solitamente led) poste a fianco di apposite etichette precompilate: l'operatore può interagire con una
serie di pulsanti.
Dispositivi rivelazione fumi e incendi

I dispositivi di rivelazione automatica di fumi e incendi sono i diversi elementi dell’impianto, posti nei
vari locali, per mezzo dei quali è possibile rilevare la presenza di un incendio. Nella grande maggioranza
dei casi si tratta di dispositivi elettronici ed hanno in comune la capacità di comunicare, anche se con
modalità diverse, con la centralina di allarme incendio. I rivelatori automatici o sensori devono essere
conformi alle norme europee EN54 che stabiliscono le caratteristiche tecniche e fisiche. I rivelatori
devono essere installati alla sommità dei locali da proteggere, nella parte più alta in quanto sia il fumo
che le temperature prodotte da un incendio si spostano verso l’alto. Essi hanno dei circuiti elettronici in
grado di limitare l’insorgenza di falsi allarmi. Esistono diversi tipi di sensori suddivisibili in base al
fenomeno che sono in grado di rilevare. Tutti i numerosi tipi di rivelatori di fumi e incendi sono descritti
e classificati alla voce Impianti di rivelazione incendi alla quale si rimanda per una descrizione
tecnologica particolareggiata.
Pulsante manuale di allarme
Comunemente sono chiamati "pulsanti di allarme" ed il loro scopo è
quello di consentire a chiunque di attivare una segnalazione di allarme
in caso di necessità. Sono ubicati di norma vicino alle uscite degli edifici,
nei vani scale, nei corridoi. Gli avvisatori manuali devono poter esse
raggiunti, per inoltrare l'allarme, con un percorso massimo di 30 m
(D.M. 10-03-1998 Criteri generali di sicurezza antincendio e per la
gestione dell'emergenza nei luoghi di lavoro. Allegato IV), posizionati, in
conformità alle norme UNI 9795 terza edizione aprile 2005 punto 6, a
un'altezza compresa tra 1 m e 1,4 m, in ogni caso devono essere
installati almeno due pulsanti per ogni compartimento.
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Sirena antincendio
Le sirene antincendio sono dispositivi di segnalazione acustica,
collegate alla centralina di allarme, che in caso di principio di
incendio emettono segnalazioni sonore ad alto volume, in modo da
avvisare tutte le persone presenti nell'edificio della presenza di una
possibile emergenza. Esse sono in genere applicate lungo le pareti e
lungo i corridoi dell'edificio e sono distribuite nelle varie zone in
modo da assicurare una uniforme udibilità del segnale in tutte le
zone dell'edificio.
Pannelli luminosi rossi lampeggianti

I pannelli luminosi rossi lampeggianti sono dispositivi di segnalazione luminosa, collegate alla centralina
di allarme, che in caso di principio di incendio emettono una luce rossa intermittente, con la scritta
rossa Allarme incendio per avvisare tutti i presenti di una possibile emergenza in corso. Esse vengono
applicati assieme alle sirene lungo le pareti e lungo i corridoi dell'edificio, in modo che il segnale di
allarme possa essere percepito anche da persone con udito ridotto.
Dispositivi di segnalazione ai soccorsi esterni

I dispositivi di segnalazione ai soccorsi esterni sono apparecchiature elettroniche predisposte per
collegare automaticamente la centralina di allarme con la ditta di vigilanza esterna, incaricata per la
vigilanza completa 24 ore antincendio ed anti-intrusione in tutto l'edificio. Questi dispositivi sono
necessari in quanto permettono di avere un controllo su possibili principi di incendio che possono
avvenire in orario serale o notturno o in giorni festivi, quando non è presente personale lavorativo
nell'edificio e personale di sorveglianza nella portineria.
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L’esperienza conseguita in questi anni di attività, ha portato l’azienda ad impegnarsi
positivamente per alcune realtà aziendali notevolmente affermate nel proprio settore
quali:
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40
Opc Lan S.r.l
Giardini S.r.l.
Immobiliare Nuova Cesano S.r.l.
Studio Medico Pagano S.a.s
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41
Monumenti Crippa S.a.s.
Easy Card S.r.l.
Impresa Quadrio Curzio S.p.a
Impresa Manfredini srl
Impresa Ferrero srl
Oltre a collaborazioni
Con vari
Studi di architettura
e
Studi di amministrazione e stabili
La Se.te. s.r.l. è in grado di offrirvi una vasta gamma di sistemi personalizzati, atti a
soddisfare ogni specifica esigenza.
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NOTE INFORMATIVE DELL’AZIENDA
L’azienda è dotata di tutte le attrezzature necessarie allo svolgimento dei lavori
predetti.
Tutto il personale risulta essere regolarmente inquadrato in azienda e
costantemente aggiornato con corsi tecnici di specializzazione.
DATI ANAGRAFICI
Nome:
Indirizzo sede:
Tel.+Seg.:
Tel.+Fax:
P.i e C.f.:
Se.te. S.r.l.
Via Tagliamento 20, cap 20089 Rozzano (Mi)
02-57503988
02-57510456
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[email protected]
[email protected]
ISCRIZIONI
C.C.I.A.A. = Rea - Mi - 1991043
Aut. 46/90 n°. di repertorio 79 - 0000134
Compagnia Assicurativa Cattolica - n°. polizza R.C.T. 000288.32.300065
Iscritta all’albo delle imprese artigiane
In possesso di iscrizione Inps ed Inail
Rimanendo comunque a disposizione per ogni ulteriore informazione cogliamo l’occasione
per porgerVi distinti saluti.
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NOTE:
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