Contrordine, il digitale alleato della carta

DELLE
26
www.corrierecomunicazioni.it
[email protected]
n°6. 7 aprile 2014
www.economyup.it
Gli incentivi fiscali ci sono, ora mani al portafoglio
G
li incentivi fiscali per chi investe sulle startup innovative, quelle
iscritte ai registri speciali delle Camere di commercio, sono una
realtà. Già nella prossima denuncia dei redditi dovrebbe essere possibile
portare in detrazione una parte dell’investimento effettuato, visto che le
nuove agevolazioni valgono per il triennio 2013-2016. Se a investire è
un privato (qualsiasi risparmiatore), è possibile portare in detrazione
il 19% della somma investita; se è una società il 20%. Le percentuali
salgono per le startup a vocazione sociale o attive nel settore energeti-
co. È una svolta importante e concreta, perché crea quella condizione
di convenienza da tempo invocata per il corporate venture capital, gli
investimenti delle grandi aziende nell’innovazione esterna. Un alibi è
caduto. Adesso non resta che mettere le mani nel portafogli e smentire
gli scettici che dubitano dell’arrivo di una pioggia di capitali freschi
sull’imprenditoria innovativa. Bisogna solo avere le idee chiare perché
c’è solo l’imbarazzo della scelta: a metà marzo le startup innovative
erano quasi 1800 e il numero è destinato ad aumentare. (g.io)
Scenari
Contrordine, il digitale alleato della carta
lucianamaci
L’editoria tradizionale è sempre più interessata allo shopping
tra realtà imprenditoriali innovative e startup digitali. Di recente
Mondadori ha acquisito Anobii,
il social network che permette
agli utenti di collocare sugli scaffali virtuali i propri libri preferiti,
individuarne altri con l’aiuto della
community e condividerli con i
frequentatori della piattaforma.
Piattaforma che in tutto il mondo
vanta oltre un milione di iscritti
e in Italia ha il suo nucleo più
forte con oltre 300mila persone
registrate.
Nato come startup nel 2006 a
Hong Kong da un’idea di Greg
Sung, Anobii - da anobium pun-
Mondadori spinge
sull’innovazione
e si compra Anobii
ctatum, il tarlo della carta - è tradotto in 15 lingue e ha in catalogo
40 milioni di libri.
Per anni è stata la piattaforma
di social reading più popolare del
pianeta, poi intorno al 2010 alcuni
bug e malfunzionamenti le hanno
fatto perdere diversi utenti a favore di altri siti come Goodreads
e Zazie. Contemporaneamente
la società è stata rilevata da un’azienda britannica e dalle case editrici Harper Collins, Penguin e
Random House.
Per il gruppo di Segrate, che
di recente ha stretto una collaborazione con Kobo (società che
vende e-reader ed e-book), si
tratta di un ulteriore passo avanti
sul terreno dell’innovazione. Dal
quartiere generale della Mondadori specificano che il contributo di Anobii al gruppo editoriale
controllato da Fininvest non riguarderà tanto la diffusione dei
libri digitali. A interessarlo sono
soprattutto le informazioni contenute nel social network: gusti,
tendenze, dati sensibili legati
all’anagrafe dei lettori.
Una possibilità, sostengono,
per individuare in anticipo le
mode e i trend relativi agli appassionati di libri. “L’idea di fondo
- spiega Edoardo Brugnatelli, responsabile per Mondadori
del progetto Anobii - è avere un
luogo dove ascoltare quello che
pensano dei libri i lettori, i nostri
In crescita le acquisizioni di portali e social network specializzati da parte delle case editrici
a caccia di new business. Al Salone del libro di Torino riflettori puntati sulle startup
fruire di un palinsesto di incontri
business to business preorganizzati con società di venture capital
e con business angel italiani e internazionali. Gli incontri saranno
strutturati seguendo la logica degli speed date, della durata di 5
minuti l’uno.
“Il fermento nel settore è visibile e concreto ma a livello nazionale l’editoria manca di slancio
verso le tecnologie digitali, sia per
i ritardi strutturali sia per la mancanza di un supporto economico
all’innovazione e per una cultura
digitale povera e poco diffusa”
commenta Stefano Saladino,
più importanti partner insieme
agli autori. Questo ci aiuterà ad
orientarci meglio nelle scelte di
pubblicazione ma non solo”.
L’interesse dell’editoria brick
and mortar nei confronti delle
startup innovative è confermata
da un’altra notizia: per la prima
volta, al Salone Internazionale
del libro di Torino in programma
dall’8 al 12 maggio, ci sarà un’area interamente dedicata a dieci
startup selezionate attraverso un
bando internazionale per la loro
offerta di contenuti innovativi relativi ai prodotti editoriali.
Non si tratterà dei soliti e-book,
ma di proposte che vanno oltre.
Per il momento sul tavolo dei
giurati ci sono una settantina di
proposte, da cui emergeranno le
dieci vincenti. Tra i progetti spiccano piattaforme di selfpublishing
che permettono la creazione di
app ed e-book interattivi, ovvero
di scrivere e condividere storie,
mettendo in collegamento diretto lettori e scrittori. Altri hanno
proposto sistemi che indirizzano
le scelte dell’utente e che aiutano
ad aggregare i contenuti. Altri ancora hanno presentato riviste che
nascono da una doppia esigenza,
quella fisica e quella digitale, e
che combinano il racconto con la
tecnologia per creare un’esperien-
za interattiva con l’utente.
La maggior parte delle candidature è arrivata dall’Italia, altre
da Spagna, Francia e Israele.
Il bando, scaduto pochi giorni
fa, era riservato a startup digitali
nate dopo il primo gennaio 2011
che operano in ambito editoriale
e che lavorano per una nuova fruizione dei contenuti.
Il progetto sarà ospitato nel Padiglione 2 di Lingotto fiere all’interno di “Book to the future”,
spazio interattivo del Salone che
nelle ultime edizioni ha visto la
partecipazione dei più importanti
player dell’editoria hi-tech. Le
aziende selezionate potranno usu-
App ed e-book
interattivi per
attirare i lettori
presidente di Luoghi di Relazione, associazione ideatrice ed organizzatrice del Digital Festival
che collabora con il Salone del
Libro per questa specifica iniziativa. “È proprio per stimolare la
creatività - aggiunge Saladino che è importante far incontrare le
startup, simbolo di un approccio
creativo al settore in cui operano,
con gli editori, così da stimolare
il cambiamento e cambiare finalmente visione”.
Idee creative
L’e-mail si reinventa in romanzo
Memeoirs trasforma le conversazioni anche su Fb . E Pozzoni investe 225mila euro
La carta risorge proprio grazie al digitale:
è la strategia di fondo di Memeoirs, la startup
attrezzata per trasformare le conversazioni email e Facebook in libri cartacei. E l’editoria
tradizionale non ha perso l’occasione di mettere
le mani sull’idea: il Gruppo Pozzoni, uno dei
protagonisti industriali nel mondo della stampa,
ha subito investito nel progetto 225mila euro,
ai quali potrebbero aggiungersene 175mila di
matching fund della Provincia Autonoma di
Trento, per un totale di 500mila euro.
Evidentemente gli editori brick and mortar
hanno apprezzato questo progetto che rimette in collegamento carta e digitale, fino a oggi
considerati mondi diversi o in contrapposizione.
Invece Memeoirs, creata da FitMemes, permette
il matrimonio grazie a una sorta di ritorno al
passato. La piattaforma è pensata per trasformare le conversazioni e-mail in libri. L’utente si
rivolge agli stratupper, segnala le conversazioni
online che vuole raccogliere in un libro, gli viene
proposto un prezzo d’acquisto.
“La nostra nicchia di mercato - spiega Giacomo Miceli, uno dei tre fondatori di Memeoirs - è
ben definita: coppie che si scrivono d’amore e
desiderano celebrare e ricordare i propri scambi
con un prezioso artefatto. Siamo nel business
della memoria”.
E Luca Canepa, presidente di Memeoirs,
aggiunge: “Una scelta dettata da una componente
affettiva per tutto ciò che è carta stampata, ma
soprattutto dalla lungimiranza. In questo momento Pozzoni è un partner finanziario, che
porta capitale e know-how, guardando a tutto
un insieme di potenzialità che questa startup può
esprimere. Il modello di business di Memeoirs e
la sua tecnologia possono avere declinazioni”.
Memeoirs si sta, infatti, lanciando verso nuovi
mercati e a breve sarà possibile creare libri dalle
chat di Facebook, Whatsapp ecc. E per il futuro
punta a integrare numerose altre sorgenti come
blog o servizi di archiviazione di foto. L.M.