volantino-ama-pratovecchio-28-05-2017-1

annuncio pubblicitario
GRUPPO TREKKING IMPRUNETA
c/o casa del Popolo via della Croce, 39 – 50023 Impruneta
PRENOTAZIONI TUTTI I VENERDÌ 17:30-19:00 – CELLULARE: 320 6338919 – SITO WEB: www.trekkingimpruneta.it
Le escursioni sono riservate ESCLUSIVAMENTE ai soci F.I.E.
►le escursioni in auto avranno luogo solo in presenza di almeno 8 soci; in pullman solo in presenza di almeno 35
soci◄
28 Maggio 2017
AMA-PRATOVECCHIO
CAPO GITA: RENZO CAMICI
COLLABORATORI: Roberto Vergelli e Roberto Cecconi
MEZZO DI TRASPORTO: Auto propria. I componenti divideranno il costo calcolando
0,25€ a km
COSTO: 3€ per i soci GTI, 5€ per i non-soci GTI (v. intestazione)
RITROVO ad IMPRUNETA
07:15 - Parcheggio COOP
Partenza: 07:30
RITROVO a TAVARNUZZE
07:15 - Stazione ESSO - Via Cassia
Partenza: 07:30
ITINERARIO IN AUTO: Impruneta/Tavarnuzze – Pratovecchio via Pontassieve.
(58 km). Prima dell’arrivo a Pratovecchio è prevista una visita al castello di
ROMENA al costo di 3€
L’entrata al castello è anticipata alle ore 9,30. Si chiede la massima
puntualità nell’arrivare all’orario suddetto, in modo di beneficiare della
cortesia riservataci.
ABBIGLIAMENTO: obbligatorie scarpe da trekking, consigliati bastoncini da
trekking, copertura secondo la stagione.
PRANZO: a sacco.
ITINERARIO A PIEDI: Difficoltà E. Fatica +. Lunghezza 14 km. Dislivello 350 m.
Durata 5 ore + le soste. Si parte da P.za P.Uccello dirigendosi verso sud si
imbocca il sentiero 76, lungo il torrente Fiumicello, lo seguiamo fino a Casalino
(km 4,50), poi a sx sentiero 72 fino ad Ama (km 5,50) transitando attraverso
Lonnano. Successivamente si prende a sx il sentiero 78 che dopo 2 km circa ci
riporterà a Pratovecchio.
RIENTRO: Previsto per le ore 18-19.00
DESCRIZIONE E CENNI STORICI
Castello di ROMENA
Le prime testimonianze sull'esistenza del fortilizio risalgono al 1088 quando era la
residenza del conte Guido Alberto dei Marchesi di Spoleto, il quale partendo da
questa rocca riuscì nel corso dell'XI secolo ad estendere i suoi domini sul Casentino.
Nel XII secolo il maniero divenne proprietà dei nuovi signori della valle: i conti Guidi.
Alla morte del conte Guido Guerra III (1217), i beni dei Guidi furono suddivisi tra i figli
e il castello di Romena passò ad Aghinolfo, e da lui discendono i cosiddetti "conti
Guidi di Romena", un ramo minore della famiglia.
L'episodio forse più celebre nella lunga storia del castello avvenne nel 1281. In quel
tempo presso il castello viveva Mastro Adamo da Brescia che per conto dei Guidi di
Romena, falsificava i fiorini d'oro della Repubblica di Firenze. Catturato e condannato
a morte venne giustiziato nei pressi del castello nella località oggi chiamata
Omomorto; l'episodio di Mastro Adamo è riportato anche da Dante Alighieri nel
canto XXX dell'Inferno.Lo stesso Dante Alighieri è vissuto per qualche tempo nel
castello al tempo del suo esilio durato dal 1301 alla morte nel 1321. Dante era in
buoni rapporto con i conti Guidi che accettarono di ospitarlo e proteggerlo, va detto
per amor di verità che il sommo poeta risiedette però quasi sempre nel vicino
Castello di Porciano. I Guidi rimasero padroni di Romena fino al 1357 quando il
castello venne acquistato dal comune di Firenze.Nel XIV secolo il castello aveva un
aspetto molto diverso dall'attuale: era presente un palazzo signorile per i Signori ed
anche un cassero qual punto di estrema difesa, era difeso da un sistema costituito da
ben tre cerchie murarie e da 14 torri. All'interno del recinto murario vi erano le
abitazioni per circa cento persone ed anche un ospedale per i pellegrini o per i
poveri; in seguito le torri furono ridotte a cinque.
Probabilmente il numero delle torri diminuì già nel 1440 quando il castello fu
conquistato e in parte distrutto dalle truppe arruolate dai Visconti, signori di Milano,
guidate dal condottiero Niccolò Piccinino. Il castello pochi anni dopo tornò in mano ai
fiorentini e da allora in poi seguì le vicende prima di Firenze poi del Granducato di
Toscana.
AMA Chiesa di S. Biagio
La chiesa, risalente all'XI secolo, ha subito nel tempo diversi interventi, tra cui quello
del XVIII secolo, tuttavia rimane uno dei più interessanti esempi di architettura
romanica rurale del Casentino. La facciata a capanna ha la finestra tamponata che
sovrasta l'arco gotico a sesto acuto.
L'interno, ad una navata, con l'abside terminale e monofora, è coperto a capriate
lignee. Il paramento murario a filaretto è stato in gran parte sostituito o rifatto. Sul
fianco sinistro è una porta tamponata sormontata da un arco acuto che
testimonierebbe, insieme alla lunetta della facciata, un intervento di epoca
successiva rispetto alla struttura originaria dell'edificio. Sulla destra dell'abside sorge
il campanile a vela che contiene due campane del 1581.
I due testi sono stati tratti da WIKIPEDIA
Scarica