Universit à delle liberEtà - Questioni di Fisica Contemporanea Argomenti da trattare • • • • • • • • • • e LHC Acceleratori Concetto di campo Scattering Antimateria Modello standard: struttura e limiti Particelle elementari: fermioni e bosoni Fermioni: leptoni e quark Ruolo del bosone di Higgs Problemi aperti Giuliana Catanese • • • • • Lo scorso 10 settembre con il progetto ATLAS era partito uno dei quattro esperimenti a cui lavorerà - l'LHC, Large Hadron Collider, il super acceleratore di particelle e ultima creazione del CERN di Ginevra, che secondo la comunità scientifica internazionale rivoluzioner à in modo radicale la fisica e la nostra conoscenza dell’universo. la vice coordinatrice di ATLAS al CERN Fabiola Gianotti, una giovane scienziata, guida un gruppo di 2500 scienziati provenienti da 169 istituti universitari e di ricerca di ben 37 nazioni, con culture e formazione differenti. L’Italia partecipa all’esperimento attraverso vari centri di ricerca e numerosi dipartimenti universitari, coinvolgendo ben 600 ricercatori italiani. L’LHC corre in una galleria sotterranea di 27 km e al suo interno viaggeranno nuvole di protoni che scontrandosi scateneranno energie notevoli “L’obiettivo – dice la Gianotti– sarà quello di riprodurre le condizioni dell’universo quando aveva appena 10 microsecondi (10- 6 s) dallo scoppio del Big Bang: sarà un plasma formato da quark e gluoni con una potenza in gioco di 14 teraelettronvolt (14 mila miliardi di elettronvolt =1012 eV), la più alta mai ottenuta”. Principali obiettivi Nel mirino di Lhc c'è la ricerca dell’ormai famoso Bosone di Higgs, ma tanti altri sono gli obiettivi tra i quali: - Confermare l’esistenza e decifrare la natura della materia oscura dell’universo; - Avere maggiori informazioni sull’antimateria - Individuare particelle del tutto nuove - Incontrare dimensioni addizionali come quelle previste dalla Teoria delle Stringhe 1 Opinioni contrastanti La fiducia nei risultati non è unanime: • Comunque è gara aperta tra i fisici europei e Usa per trovare la particella di Dio, il bosone di Higgs da cui dipenderebbe l'esistenza della materia. Mentre l’ acceleratore di Ginevra, e‘ ancora fermo, il Tevatron del Fermilab, quello americano situato nello stato di New York, lancia la sfida dagli Usa. Per gli esperti americani la corsa sarebbe fifty -fifty e con un colpo di fortuna potrebbe impennarsi al 96%. • Ricordiamo che nel 1995 due gruppi separati di scienziati del Fermilab hanno “trovato” l’altra particella mancante, il Top Quark. • Pare che gli scienziati del Fermilab, ottimizzando il vecchio acceleratore a loro disposizione, possano essere in grado di dimostrare l’esistenza del Bosone in tempi brevi. Tutto dipenderebbe dalle effettive dimensioni del Bosone. • Chiaramente non è una vera gara: molti degli scienziati che lavorano ai due esperimenti sull’acceleratore Tevatron di Fermilab (CDF e DZero) lavorano anche al CERN (e viceversa) e gli USA stessi hanno contribuito con oltre mezzo miliardo di dollari alla costruzione del centro europeo. • l'astrofisico Stephen Hawking ha scommesso con Peter Higgs che la particella che porta il nome del fisico scozzese non verrà trovata; un esito che avrebbe l'effetto di dover rimettere in discussione l'intero Modello Standard, un evento secondo Hawking scientificamente molto più interessante che non la conferma della teoria. • Secondo J.D.Barrow le energie che ci si aspetta di raggiungere all'LHC sono ancora al di sotto di un fattore di circa un milione di miliardi di quelle necessarie per raggiungere le energie necessarie per controllare sperimentalmente lo schema di una quadruplice unificazione, proposto da una "Teoria del Tutto". • Il fisico Vlatko Vedral ha avanzato l’ipotesi che l’origine della massa delle particelle sia dovuta non al bosone di Higgs , bens ì all’entanglement quantistico tra i bosoni • LHC, il mega acceleratore di particelle del Cern, dovrebbe comunque riprendere a lavorare dalla prossima estate, forse anche a fine giugno. • Secondo il Rapporto del Cern , l'incidente del 19 settembre scorso fu causato "da una connessione elettrica danneggiata che collegava due dei grandi magneti dell'acceleratore. Questo danno prettamente meccanico provocò il rilascio dal magnete di elio che si riversò nel tunnel. Le procedure per la sicurezza scattarono subito ed il sistema di sicurezza si dimostrò efficace, tanto che nessuno fu soggetto ad alcun rischio". 2 Acceleratori Acceleratore di Ginevra • • • • Acceleratore circolare di particelle Un acceleratore di particelle è una macchina il cui scopo è quello di produrre fasci di ioni o particelle subatomiche (elettroni,positroni, protoni, antiprotoni ecc.) con "elevata" energia cinetica. Tali macchine vengono usate principalmente per scopi industriali (60%) come l’impiantazione di ioni (processo in cui degli ioni vengono impiantati in un solido, cambiandone le propriet à fisiche ), medici (35%) come sterilizzazione o produzione di isotopi radioattivi, per lo studio della struttura dei materiali o per scopi di ricerca (5%) in fisica delle particelle I metodi per accelerare particelle sono basati sull'uso di campi elettrici e magnetici, di cui i primi forniscono energia alle particelle accelerandole ed i secondi servono a curvarne la traiettoria (ad esempio negli acceleratori circolari: ciclotrone e sincrotrone o a correggere dispersioni spaziali e di impulso dei fasci accelerati. I più numerosi e conosciuti acceleratori sono quelli a bassa energia, come il vecchio tubo catodico della televisione o gli apparecchi per le radiografie con raggi X. Concetto di campo Una delle idee più sconvolgenti che siano state introdotte nella fisica è indubbiamente l’idea di campo. Deflessione (campi magnetici) magneti Carlo Bernardini, Considerazioni sulla relativit à, La Fisica nella Scuola, XXXVIII, 1, 2005, p. 95. In meccanica classica il concetto di forza fu inizialmente tratto dall’esperienza quotidiana. Le forze presupponevano un contatto tra chi le esercita e chi ne subiva gli effetti, queste sono le forze di contatto. + i R . F. C a m p atori r le e acc Mr. Proton Accelerazione (campi elettrici) Esistono tuttavia anche forze a distanza che possono agire anche nello spazio vuoto ne sono esempio l’attrazione gravitazionale,le interazioni elettrica e magnetica. Newton a tal proposito disse “Che un corpo possa agire su di un altro a una certa distanza senza la mediazione di qualcos ’ altro è per me un’ assurdità cos ì grande che non credo che alcuna persona con sufficiente capacità di ragionare su questioni filosofiche possa mai credervi”. Tuttavia poiché nonostante tutto la teoria di Newton funzionava il problema delle forze a distanza fu accantonato . 3 • • • • • Il fatto che la forza gravitazionale è attrattiva a distanza tra due corpi che sono lontanissimi nello spazio, non convinceva del tutto neppure Newton in quanto aveva in sé qualcosa di magico e inspiegabile. Il concetto di azione a distanza implica una azione istantanea della forza: se la distanza tra gli oggetti aumenta, la forza tra di essi dim inuisce istantaneamente. Anche la legge di Coulomb in elettrostatica esprime un'azione a distanza e sembrava dare conferma a Newton. Essa però concerne solo cariche ferme. Il problema concettuale rimaneva e spettò al fisico inglese Faraday, verso la met à del XIX sec., il merito di aver sostituito il concetto di azione a distanza con un concetto fisico più soddisfacente. Introdusse il concetto di Campo Elettrico come una regione dello spazio nella quale un corpo carico subisce l’azione di una forza elettrostatica a causa della presenza di qualche altro corpo carico. Poi venne introdotto il campo magnet ico,ma entrambi esistevano come strettamente collegati alle cariche. Faraday intuì la possibilità che potessero esistere con una vita propria e Maxwell ne diede una formulazione matematica Prendere in considerazione cariche in movimento porta necessariamente alla formulazione del concetto di campo con precise propriet à fisiche. Faraday e poi Maxwell avevano immaginato che lo spazio vuoto non fosse realmente privo di materia, ma completamente riempito da una sos tanza molto tenue (etere), cui si poteva attribuire sotto forma di una qualche sorta di tensione elastica la manifestazione delle interazioni elettriche e magnetiche, Tale sostanza ,nessuno scienziato per ovvie ragioni, riuscì mai ad individuare. Ma sentiamo cosa dice lo stesso Einstein nella lezione inaugurale del 1920 all’università di Leida • Poi dopo gli esperimenti di Michelson e la teoria della Relatività Ristretta (1905) di Einstein che affermava che niente, nessuna informazione può trasferirsi istantaneamente , cioè a velocità infinita, si parla di propagazione delle onde elettromagnetiche, che viaggiano alla stessa velocità della luce • Definiamo un campo fisico come il risultato della modificazione di una certa regione di spazio ad opera di un ente fisico sorgente del campo stesso (ad esempio, una carica elettrica, una calamita o una stella), la cui presenza è rilevabile attraverso un'interazione. • Esso non è un artificio matematico è proprio una grandezza fisica (esprimibile o tramite un numero o tramite un vettore) che in una certa regione di spazio assume valori dipendenti dalla posizione, cioè è funzione delle coordinate spaziali ed eventualmente anche del tempo. • Con la Relatività Generale poi si arriva a dire che non esiste spazio senza campo, • La scoperta che alcuni meccanismi di interazione sono quantizzati ha poi comportato l’applicazione della meccanica quantistica alle teorie di campo e l’azione mediatrice del campo viene descritta tramite lo scambio di quanti • L’entità campo è fondamentale perché siano valide le leggi di conservazione dell’energia e dell’impulso per particelle interagenti*. • Possiamo pensare il campo come un ente fisico che deve esistere per ‘immagazzinare’ l’impulso e l’energia. Per esempio nel fenomeno di annichilazione particellaantiparticella l’energia emessa non può risiedere nelle particelle stesse ma si localizza proprio nel campo, ovvero nella zona dello spazio in cui si risentono gli effetti specifici del fenomeno *La dimostrazione è di Van Dam e Wigner pubblicata su un articolo del Phisical Review nel 1966 4 Scattering • Gli esperimenti di scattering sono l ’unica soluzione per analizzare grandezze sub-atomiche, dal momento che l’osservazione ‘tradizionale’ causerebbe una modifica nelle condizioni di ciò che vorremmo vedere • Per vedere dentro gli atomi mandiamo opportune sonde a interagire con gli atomi,con i nuclei atomici e con le particelle che li costituiscono. • Le sonde usate possono essere elettroni, protoni… Per ‘vedere’ le particelle subatomiche occorrono particella ancora più piccole. Ma quasi tutte le particelle che ci circondano in condizioni ordinarie sarebbero troppo grandi. • Sfruttando però gli effetti del principio di indeterminazione, i fisici delle alte energie aumentano negli acceleratori la quantità di moto di una particella riuscendo cos ì a diminuire la sua lunghezza d'onda in modo da poterla usare come sonda. Esperimenti Bersaglio fisso e collisionatori “a bersaglio fisso” Esperimenti “con collisionatori” Fascio di particelle su un bersaglio Collisioni frontali tra due fasci di particelle Densità dei corpi solidi Õ alte probabilità di interazione Adatti per ricerca di eventi rari fascio bersaglio Fascio (450 GeV) rivelatore Bersaglio (a riposo) Energia di collisione 29 GeV Energie (di collisione) molto elevate Ma i fasci hanno bassa densità fascio fascio rivelatore Fascio Fascio (450 GeV) (450 GeV) Principio d’indeterminazione Formulato dallo scienziato tedesco Werner Heisenberg nel 1927. Esso può esprimersi cos ì: Se in qualsiasi misura riguardante la posizione e la velocità di un corpo moltiplichiamo tra loro l ’incertezza dx con cui conosciamo il valore della posizione e l’incertezza d(mv) con cui conosciamo il valore della quantità di moto, non possiamo mai trovare un risultato minore di un valore pari a 6,63*10-34 Js costante di Planck indicata generalmente con h In formula: dx*d(mv) >=h Collisionatori elettrone-positrone (materia) (antimateria) Punti di collisione LEP al CERN 100 + 100 GeV Un rivelatore in ciascun punto di collisione Energia di collisione 900 GeV 5 • Il primo tipo di esperimenti consiste nella collisione fra un fascio di particelle ed un certo bersaglio fisso od in movimento (detto “target”). Il bersaglio provoca la diffusione del fascio incidente e le particelle deviate vengono individuate da un apposito rivelatore. Meccanismo della visione • oggetto • le immagini che si ottengono non sono del tipo usuale, ma dall’analisi dei dati che si ricavano mediante l ’elaborazione computerizzata si può ricostruire la struttura che c ’è dietro. • • • Così esposto, questo tipo di esperienza può sembrare molto lontano dall’esperienza comune, tuttavia il più semplice ed immediato esempio di scattering fa parte della quotidianit à: infatti, ogni volta che osserviamo qualcosa, il nostro occhio non fa altro che raccogliere la radiazione luminosa diffusa dagli oggetti da noi visti. Sorgente luminosa occhio Un buon modello dell’occhio consiste nel considerarlo come un "sensore" attivato dalla luce che vi penetra, fondamentalmente non molto diverso da una macchina fotografica. Come la macchina fotografica, l’occhio possiede una lente e una zona fotosensibile. Come una macchina fotografica, l’occhio riceve e registra i segnali luminosi, ma non li interpreta. Il compito di decodificare e interpretare i segnali luminosi è svolto dal cervello che ne riceve la "registrazione" tramite il nervo ottico. CENNO STORICO SULLE IDEE DEL MECCANISMO DELLA VISIONE La filosofia greco-romana per spiegare come l’uomo venisse a conoscenza del mondo esterno ipotizzò l’esistenza dei sensi, organi periferici, collegati tramite i nervi ad un organo centrale, il cervello, sede dell’anima o psiche. • I segnali pervenuti ai sensi e inviati alla psiche per mezzo dei nervi sono elaborati e vengono rappresentati in modo caratteristico. Per es empio, se essi pervengono alle orecchie, sono suoni, se pervengono agli oc chi, sono immagini. In altri termini, a quel tempo c’era la convinzione che il suono, il caldo, il freddo, la luce ed il colore, come pure il sapore e l’odore, fossero entità create dalla psiche per rappresentare i segnali del mondo esterno. • Le più diffuse teorie sul meccanismo della visione erano: · La teoria delle scorze · La teoria dei raggi visuali. • Per trovare una svolta circa le idee sul meccanismo della visione, bisogna giungere alla cosiddetta scuola araba con il suo maggiore espone nte, il fisico noto in occidente col nome di Alhazen che per la prima volta nella storia • dell’ ottica, parla della camera oscura (1038), antimateria • L'antimateria è la materia composta dalle antiparticelle corrispondenti alle particelle che costituiscono la materia ordinaria. Ad esempio, un atomo di antidrogeno è composto da un antiprotone caricato negativamente, attorno al quale orbita un positrone (antielettrone) caricato positivamente. Se una coppia particella/antiparticella viene a contatto, le due si annichilano emettendo radiazione elettromagnetica. • La prima ipotesi dell'esistenza dell'Antimateria fu ad opera del fisico Paul Dirac nel 1930 che per primo pensò al positrone come antiparticella dell ‘elettrone. • Nel 1932 Carl David Anderson ne diede la conferma sperimentale dell'esistenza. • Nel 1959 i fisici Emilio Segrè e Owen Chamberlein scoprirono l‘antiprotone grazie al quale ricevettero il premio Nobel. • Nel 1965 al CERN di Ginevra con l'acceleratore di particelle PS (Protosincrotone) il gruppo di ricerca condotto dal fisico italiano Antonio Zichicchi scopr ì il primo nucleo di antimateria, 6 19 settembre 2002 - 08.17 • L'antimateria è una realtà • L'antimateria non è fantascienza ma è stata documentata • Dopo una lotta serrata con un gruppo concorrente, un team internazionale di fisici del CERN ha prodotto migliaia di atomi di antidrogeno. • Non dobbiamo comunque pensare che l'antimateria,sia del tutto estranea alla realtà nostra, per es. ha anche applicazioni tecnologiche : la tomografia ad emissione di positroni o PET,è uno strumento di diagnostica medica che utilizza l'emissione di positroni per realizzare immagini ad alta risoluzione degli organi interni dei pazienti. • L' antimateria è uno dei grandi misteri della teoria del Big Bang, in quanto ci si aspetterebbe che inizialmente ci fosse stata una produzione di materia e antimateria in proporzioni uguali e un conseguente annichilimento. • Un ipotesi che viene formulata è che ci sia stato un leggero squilibrio in favore della materia ha fatto sì che quest'ultima non venisse completamente annichilita, rendendo possibile la formazione di un universo stabile, che è quello in cui viviamo Notizia di questi giorni!! Un gruppo di fisici coordinati dall’Italiano Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ha inviato nello spazio in orbita a 450 km dalla terra uno strumento chiamato Pamela su di un satellite russo e ha cos ì individuato una ‘fabbrica’ di antimateria situata nelle vicinanze della nostra galassia. Il prof. Picozza dell’università di Tor Vergata a Roma ha rilevato che le particelle di antimateria individuate si concentrerebbero ad alti livelli di energia (in linea con le modellizzazioni fatte) e ciò deporrebbe a favore del fatto che l’origine di tale antimateria potrebbe anche essere la misteriosa materia oscura. Di materia oscura e di energia oscura sarebbe composto il 96% dell’universo, eppure nessuno sa quale possa essere la loro natura. • Il processo di annichilizzazione permetterebbe di ottenere enormi quantità di energia da quantità molto piccole di materia ed antimateria, per es. circa 70 volte l'energia prodotta dalla fusione nucleare dell'idrogeno in elio e quattro miliardi di volte l'energia prodotta dalla combustione del petrolio. L'energia ottenibile dalla reazione di pochi grammi di antimateria con altrettanti di materia sarebbe sufficiente a portare una piccola navicella spaziale sulla luna. • Il suo possibile sfruttamento rimane però solo una curiosit à scientifica,a meno che non vengano scoperte fonti naturali di antimateria o non si trovi un processo efficiente di produzione della stessa e per la sua conservazione per tempi lunghi, evitando che si annichilisca con la materia che ne costituirebbe il serbatoio. 7 Come è fatto il mondo ? Particelle elementari e non • Da sempre l'uomo si è chiesto di che cosa è fatto il mondo. • Una prima risposta a questa domanda venne dagli antichi greci. Essi si erano costruiti un modello della realtà basato sulla combinazione di 4 elementi base: terra, aria, acqua e fuoco. • Questo modello teorico aveva un grande fascino anche se era sbagliato! • Democrito parlò di atomi come particelle elementari non divisibili, ma tutti noi ora sappiamo che in realtà l’atomo è composto da elettroni, protoni e neutroni. • Il concetto di particella elementare è dunque legato al momento storico e alla teoria che è alla base della concezione dell’universo • Va notato che il termine particella, pur essendo entrato nell'uso comune, non sarebbe adeguato , in quanto la meccanica quantistica ha eliminato la distinzione tra particelle e onde che aveva caratterizzato la fisica del XIX secolo. • Intenderemo perciò come particelle delle entità dotate sia di aspetti corpuscolari che di aspetti ondulatori, tra loro indissolubilmente legati. Modello standard (MS) Limiti di MS • Il Modello standard è una teoria che è stata formalizzato negli anni ‘70 del secolo scorso . • Descrive tutta la ‘realtà’ nota sia nella struttura sia in tre delle interazioni fondamentali (interazione forte, elettromagnetica e debole ) a partire da due gruppi di particelle elementari : Fermioni e Bosoni • Si tratta di una teoria coerente sia con la Meccanica Quantistica che con la Relatività Ristretta, non con la Relatività Generale. • Ad oggi, le previsioni del Modello standard sono state in larga parte verificate sperimentalmente con un'ottima precisione. • Esso non può essere considerato una teoria completa delle interazioni fondamentali in quanto non comprende la Gravità per la quale non esiste ad oggi una teoria quantistica coerente. • Non prevede, inoltre, l'esistenza della materia oscura che costituisce gran parte della materia esistente nell ‘Universo. • E inoltre pone gravi problemi con le masse delle particelle elementari: sostiene infatti che le particelle elementari non dovrebbero avere massa. • E questo è un bel controsenso, perché se le cose hanno massa, dovrebbero avercela anche le particelle che le compongono. Il problema è che se aggiungiamo “a mano” nella teoria la massa delle particelle, le equazioni vengono distrutte e non valgono più alcune importanti invarianze.. 8 Materia ordinaria la materia ordinaria è composta da molecole ,che a loro volta sono composte di atomi che a loro volta sono costituiti da tre sole particelle elementari •Quark up •Quark down •Elettrone E dai bosoni mediatori che sono i ‘portatori’ delle varie forze che intervengono Struttura nucleoni • Protone è formato da tre quark base, detti quark di valenza, due up (ciascuno con carica positiva pari a 2/3 della carica totale del protone) e un down (con carica -1/3) • Neutrone è formato da due down e un up Modello a quark del protone elettronvolt • Un elettronvolt (simbolo eV) è l‘energia acquistata da un elettrone libero quando passa attraverso una ddp elettrico di 1 volt. Sono molto usati i suoi multipli keV ( kilo- eV, ossia 1000 elettronvolt), MeV (mega- eV, cioè un milione di elettronvolt) e GeV (giga- eV, cioè un miliardo di elettronvolt). • Un elettronvolt è 1 volt (cioè 1 joule diviso per 1 coulomb) moltiplicato per la carica dell'elettrone; ne risulta un quantitativo molto piccolo di energia: – 1 eV = 1,602 176 46 × 10-19 J; • Nella Fisica delle particelle, il megaelettronvolt (1 M e V = 106 eV) e il gigaelettronvolt (1 GeV = 1 09 eV) sono utilizzati per misurare la massa delle particelle elementari, usando l‘ equazione famosa di Einstein: – E = m c2 dove E sta per energia, m per massa e c è la velocità della luce nel vuoto. • In queste unit à, la massa di un elettrone è di 0,511 MeV(~ 105 eV), e quella di un protone di 938 MeV (~ 108 eV),. • la struttura interna dei nucleoni (neutroni e protoni) in realtà è molto complicata : i tre quark non sono completamente liberi e hanno distribuzioni spaziali leggermente differenti fra loro (poiché hanno massa e carica elettrica differenti, inoltre, oltre ai tre quark di base che determinano la carica totale del nucleone, all'interno dei nucleoni si trova anche un'infinità di coppie quarkantiquark che vengono continuamente create e distrutte (i cosiddetti quark del mare) hanno una carica totale nulla e dunque non alterano la carica totale del nucleone. • I neutroni, che nel complesso sono elettricamente neutri, hanno un leggero eccesso di carica elettrica positiva all'interno e di conseguenza un leggero eccesso di carica negative in superficie. Sappiamo quindi che le distribuzioni spaziali dei tre quark di valenza, ma anche quella delle addizionali coppie quark-antiquark del mare, non sono perfettamente simmetriche. 9 • L'interazione che tiene legati i quark all'interno del protone e del neutrone è la cosiddetta interazione nucleare forte. • Questa a differenza dell’'interazione elettromagnetica fra due particelle con carica elettrica che diminuisce all'aumentare della loro distanza, aumenta all'aumentare della distanza fra i quark all'interno di un protone. Questo fenomeno è all'origine del cosiddetto meccanismo di confinamento dei quark, il meccanismo che impedisce di estrarre da protoni e neutroni un singolo quark. • I quark non sono mai stati osservati isolatamente Riepilogando per la materia ordinaria le particelle elementari sono: • • • • Quark up Quark down Elettrone Bosoni di gauge Particelle portatrici di forza • Nel Modello Standard l’interazione nucleare forte è mediata da un altro tipo di particelle, dai gluoni e l’interazione elettromagnetica è mediata dai fotoni • Gluoni e fotoni sono bosoni di gauge ,oltre ai quark , anche queste particelle fondamentali • Ci sono tre tipi di bosoni di gauge : i fotoni , i gluoni e i bosoni W e Z che sono tutti Bosoni vettori o anche bosoni vettore intermedi . • Questi bosoni, sono i responsabili delle tre forze principali, rispettivamente in ordine: Forza elettromagnetica, Forza nucleare forte e Forza nucleare debole Complicheremo poi le cose… tentando una classificazione di tutte le particelle elementari finora trovate o previste 10 Costanti di Planck • • • • Costante di Planck data dal rapporto tra l’energia di un quanto e la sua frequenza h= 6.6 10-34 Js o razionalizzata h = h/ 2 p =1.054 10-34 Js Lunghezza di Planck distanze per cui smette di essere valido il modello gravitazionale classico LP =vG h/c 3~ 10-35 m (il protone è 10-15m) Massa di Planck m P =vc h/G~ 10-8 Kg= 10 19 GeV negli acceleratori si raggiungono 10 3 GeV pertanto gli effetti quantogravitazionali sono trascurabili negli esperimenti di laboratorio Tempo di Planck tempo in cui il fotone percorre la lunghezza di P LP =vG h/c 5~ 10-43 s Bibliografia e Sitografia • Bergamaschini -Marazzini -Mazzoni Quanti particelle cosmologia Signorelli Ed. • Albert Einstein e altri, Relatività e Spazio Geometria Fisica, Boringhieri, Torino 1967. • Brian Greene L’ universo elegante Einaudi tascabili • http://en.wikipedia.org/wiki/Spin_(physics) • • • http://www.unimi.it/indice_analitico /32836.htm http://webcast.cern.ch/ http://www.coscienza.org/scienza/higgs_muone_tau.htm • • http://www.robertofantini.it/home_frame.htm http://www.lngs.infn.it/lngs_infn/index.htm?mainRecord=http://ww w.lngs.inf n.it/lngs_infn/contents/lngs_en/research/experiments_scientific_info/ http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761579537/Modello_Standar d.html http://www.bivacco.net/marco/index.php/2007/01/23/il-bosone-di-higgs spiegato-a-oliver/ • • • www1.webng.com/liceo/conferenze/campo.pdf 11