Minerali e rocce Definiamo minerale un materiale allo stato solido, con una composizione chimica ben definita e proprietà tipiche, caratterizzato da una struttura cristallina ordinata. Il grande ordine che caratterizza il reticolo cristallino di un minerale deriva da un processo di formazione molto lento, che consente alle particelle di disporsi in punti precisi e di legare tra loro in modo opportuno. In un cristallo, infatti, le particelle sono disposte in filari, che a loro volta si legano fra loro dando origine a piani. Questi ultimi, sovrapponendosi, formano un reticolo. Tuttavia, esistono anche alcuni minerali, denominati amorfi, che non possiedono un reticolo cristallino e che, conseguentemente, hanno una struttura interna disordinata. Tra questi ricordiamo l’opale, la cui composizione chimica è uguale a quella del quarzo, che è invece un solido cristallino. I vari tipi di reticoli hanno determinate proprietà fisico-chimiche: una caratteristica che si coglie immediatamente esaminando un minerale è la durezza, che dipende dalla forza dei legami tra le particelle del cristallo. Essa viene saggiata utilizzando la scala di Mohs. Il primo gradino di tale scala è occupato dal talco, un minerale molto tenero che ha durezza pari a 1. L’ultimo gradino è invece occupato dal diamante, che ha durezza pari a 10. I silicati sono i minerali più abbondanti della crosta terrestre. La loro composizione chimica base è SiO4 , molecola dalla forma tetraedrica che, non essendo elettricamente neutra, per realizzare la elettroneutralità deve condivedere i 4 elettroni spaiati con cationi metallici oppure con altri tetraedri. L’aggregazione di minerali diversi prende il nome di roccia. Le rocce sono classificate in base alla loro origine. Possiamo infatti distinguere: rocce magmatiche, ottenute dalla solidificazione del magma attraverso il processo magmatico; rocce sedimentarie, ottenute da sedimenti attraverso il processo sedimentario; rocce metamorfiche, generate in seguito a modificazioni delle rocce magmatiche e di quelle sedimentarie, a causa dell’aumento della pressione e/o della temperatura. Il processo che le origina è quello metamorfico. Tutti i processi sopracitati fanno tuttavia parte di un unico ciclo, denominato ciclo litogenetico. Le rocce magmatiche Abbiamo detto che le rocce magmatiche si originano dalla solidificazione del magma. Ma cos’è il magma? Si tratta di un miscuglio di sostanze allo stato fuso la cui caratteristica principale è l’acidità, che si basa sulla percentuale di silice che esso contiene. Quando ha una percentuale >66, il magma è di tipo acido (o granitico). A seguire abbiamo il magma neutro (66 – 52 %) ed il magma basico (<52%), che si caratterizzano per una maggiore presenza di ferro e magnesio rispetto al primo. Il magma può ad ogni modo dar origine a due differenti tipi di rocce magmatiche, a seconda della modalità con cui esso risale dalle zone più profonde della crosta o dal mantello: se esce sulla superficie terrestre mediante un’ eruzione vulcanica, esso si raffredda e si solidifica dando origine alle rocce effusive. In questo caso, mentre risale verso la superficie, esso si raccoglie in una sorta di serbatoio, la camera magmatica, da cui si incanala dentro un condotto, il camino. Se il suo cammino è lento, risalendo tende a raffreddarsi molto lentamente, dando modo ad alcuni minerali di cristallizzare. Nel momento in cui avviene l’eruzione, tuttavia, la diminuzione di temperatura è rapidissima e i gas presenti al suo interno, non più trattenuti dalle rocce incassanti del condotto, si liberano nell’aria. Poiché la massa fusa solidifica molto velocemente e in modo disordinato, i cristalli che si formano sono piccolissimi o del tutto assenti. La roccia che deriva da questo processo è detta porfirica, ed è riconoscibile per la presenza di alcuni cristalli grandi, detti fenocristalli, sparsi in una pasta di fondo amorfa. Se invece l’eruzione è di tipo esplosivo, il magma viene proiettato all’esterno ancor più rapidamente non lasciando ai cristalli nemmeno il tempo di formarsi. La struttura che ne deriva prende il nome di vetrosa. se il magma si trova nella crosta terrestre, esso si raffredderà molto lentamente ed avrà tutto il tempo di formare una struttura cristallina ordinata: infatti, l’elevata pressione delle rocce incassanti che lo circondano, non permette la liberazione dei gas presenti al suo interno, che pertanto svolgono l’azione di agenti mineralizzatori, facilitando la cristallizzazione. Le rocce che ne originano prendono il nome di rocce intrusive e la loro struttura è detta olocristallina (ne è un esempio il granito, che ha la stessa composizione chimica della pomice, rispettiva roccia effusiva). Le rocce sedimentarie Il processo sedimentario, che porta alla formazione di rocce sedimentarie, si compone di 4 fasi: l’erosione, responsabile della formazione di sedimenti, avviene per mezzo di: 1) agenti fisici, rappresentati dalla variazione di temperatura e di pressione, dall’azione di acque fluenti e battenti, dal vento… 2) agenti chimici, costituiti dall’acqua piovana e fluente, intesa come solvente chimico, e da altre sostanze presenti nell’atmosfera. 3) agenti biotici, rappresentati da organismi per lo più vegetali che, tramite il processo di fotosintesi clorofilliana, emettono anidride carbonica che va a combinarsi con l’acqua formando l’acido carbonico. il trasporto, operato da agenti tra cui il vento, i fiumi e i ghiacciai, che rimuovono i sedimenti allontanandoli dal luogo in cui si sono formati; il deposito, grazie al quale i sedimenti si accumulano in ambienti di sedimentazione, come il mare; la diagenesi, che a sua volta si compone di due fasi: 1) la compattazione, che avviene con l’accumulo di diversi strati di materiali e la loro conseguente riduzione di volume ed espulsione di acqua eventualmente presente tra essi; 2) la cementazione, che avviene grazie alla precipitazione di una sostanza cementante, che può essere o calcarea o silicia. Tuttavia, per comprendere meglio come avviene la formazione di sedimenti, dobbiamo far riferimento a due tipi di processi: la degradazione fisica, in seguito ai quali si ottengono clasti, cioè detriti, che in seguito daranno origine alle rocce clastiche; l’ alterazione chimica, che mette in gioco reazioni di ossidazione o di idratazione in grado di modificare i minerali che compongono la roccia madre. L’acqua è spesso implicata in tali processi, grazie alla sua funzione di solvente, determinando la formazione di soluzioni contenenti Sali, che possono poi precipitare in due modi: 1) direttamente (per scioglimento, evaporazione …), dando così origine alle rocce chimiche; 2) indirettamente, con l’intervento di organismo che sono in grado di prelevare dall’ambiente esterno i sali minerali necessari per costruirsi gusci e scheletri; questi ultimi, con la morte dell’organismo, in genere si depositano, ad esempio, sul fondo di bacini marini, dando poi origine alle rocce allochimiche (ne è un esempio la barriera corallina). Le rocce metamorfiche Il processo metamorfico trasforma la struttura cristallina delle rocce sedimentarie, magmatiche e delle stesse metamorfiche quando avvengono bruschi cambiamenti di temperatura e/o pressione, dando origine ad un processo di ricristallizzazione. Abbiamo 3 tipi di metamorfismo: di contatto, provocato dal calore liberato da una massa di magma in corso di raffreddamento all’interno della crosta terrestre; cataclastico, localizzavo lungo i piani delle faglie trasformi che, scivolando le une sulle altre, generano un forte attrito; da shock, causato dall’impatto di un meteorite, che determina un’onda d’urto. Infine, in condizioni estreme, al di sopra di una certa temperatura, si ha l’ultrametamorfismo, che porta alla fusione dei minerali presenti nelle rocce madri; esso giunge a dare origine o a materiali parzialmente fusi o allo stesso magma, attraverso la formazione prima del migma e poi dell’anatessi.