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COMUNICATO STAMPA
La nautica da diporto: produzione, portualità e imprese
Viareggio, 30 marzo 2010: nell’ambito del convegno internazionale YARE è stata presentata una
ricerca congiunta, sviluppata da Monte dei Paschi di Siena, Unioncamere Toscana, Confindustria
Toscana e Ance Toscana.
Di seguito i principali punti della ricerca di Banca Monte dei Paschi di Siena sul polo della
nautica da diporto di Viareggio:
 Dopo aver mostrato una buona tenuta nella fase più acuta della crisi economica rispetto all’industria
nazionale delle “Navi e Imbarcazioni” - anche grazie al contributo dell’attività di refitting - la
produzione del polo della nautica di Viareggio dovrebbe crescere nel 2011 ad un ritmo contenuto
(+1,8% a/a): solo verso la fine dell’anno in corso, infatti, le aziende potranno beneficiare
pienamente del recupero della raccolta ordini iniziato dalla seconda metà del 2010.
 La moderata ripresa sarà guidata soprattutto dalle esportazioni (+2,3%) - tipicamente molto elevate
nel distretto - in presenza di una domanda nazionale ancora stagnante, date le ricadute della crisi
economica sul reddito disponibile e sulla ricchezza delle famiglie.
 L’analisi incrociata distretto/industria dei principali KPI di bilancio evidenzia che, nella media degli
esercizi 2007-2009:
 la redditività delle aziende distrettuali è largamente superiore a quella dell’industria nel suo insieme,
per effetto degli elevati livelli sia del ritorno sulle vendite, sia dell’asset turnover;
 la patrimonializzazione delle imprese distrettuali è più alta ma il contestuale, maggiore grado di
indebitamento fa sì che il leverage risulti solo di poco inferiore a quello del comparto nazionale;
 l’affidabilità finanziaria delle aziende viareggine in termini di garanzie reddituali risulta superiore,
mentre su quelle reali pesa la maggiore incidenza dello stock del debito.
 La gran parte delle società di capitale del distretto di Viareggio rientrano nella fascia dimensionale
delle medie imprese: l’apertura dei KPI di bilancio per classi di fatturato mostra comunque che le
micro-imprese sono altamente competitive, nonostante la presumibile maggiore difficoltà di
ricorrere a fonti esterne di finanziamento.
 L’andamento del credito alle imprese manifatturiere della provincia di Lucca appare in ripresa: il
ritmo della contrazione su base annua risulta infatti in progressivo rallentamento dalla metà dello
scorso anno e, a dicembre 2010 (ultimo dato disponibile), la dinamica è tornata ad essere positiva
(+1,0% a/a) per la prima volta nell’ultimo biennio; ancora negativo, invece, il corrispondente tasso
di variazione tendenziale riferito all’intera Regione Toscana (-3,2%).
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 Continua il deterioramento della qualità del credito ai settori produttivi della provincia: nell’arco di
un anno (settembre 2009 – settembre 2010, ultimo dato disponibile), il tasso di ingresso in
sofferenza è salito di 129 punti base, più di quanto registrato a livello regionale e nazionale.
Di seguito i principali punti della ricerca di Unioncamere Toscana che offre un quadro
strutturale delle attività connesse alla nautica da diporto:
 Il settore della nautica da diporto è composto in Italia da 10.864 unità locali (per un totale di circa
30 mila addetti), appartenenti alla costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive (38%), alla
riparazione e manutenzione di imbarcazioni (19%), al noleggio di imbarcazioni (26%), al
commercio di natanti ed accessori (16%). È un insieme costituito da realtà organizzative
mediamente più strutturate rispetto a quelle operanti in altri settori economici (per il 42% si tratta di
società di capitali), ma in cui la componente artigiana resta significativa tanto nella costruzione di
imbarcazioni (il 45% del relativo totale) che nelle attività di riparazione e manutenzione (49%),
confermando il rilievo tuttora assunto dalle competenze di tipo “tradizionale” sedimentatesi nel
tempo nei diversi contesti locali.
 La Toscana è la regione in cui è presente il maggior numero di unità locali (1.607), seguita da
Liguria (1.408), Campania (1.182), Sicilia (983) e Lazio (933). Sul versante tirrenico, l'arco costiero
compreso fra la provincia di Imperia e quella di Grosseto contribuisce per oltre il 25% al totale
nazionale, con livelli di specializzazione particolarmente elevati (oltre cinque volte la media
nazionale) a La Spezia, Livorno, Lucca e Massa-Carrara. Il posizionamento di Lucca, in particolare,
si rafforza nella costruzione di imbarcazioni (seconda nella graduatoria nazionale) e nelle attività di
riparazione-manutenzione (prima).
 Al di là delle classificazioni ufficiali, una ricostruzione per la Toscana della complessa e più ampia
filiera della nautica da diporto evidenzia che questa si compone di oltre 4 mila unità locali: di
queste, solo il 28% appartiene alla costruzione e riparazione di imbarcazioni, mentre un ulteriore
13% realizza attività manifatturiere ad essa connesse (meccanica, elettronica, legno-mobile,
gomma-plastica, tessile), il 22% svolge attività di servizi alle imprese o alla persona (servizi
avanzati, informatica, scuole nautiche, attività turistico-ricreative), il 29% attività commerciali, di
noleggio, edilizie ed immobiliari (oltre ad un 9% di non classificate). A livello territoriale, le
province della costa (in particolare Lucca, Livorno e Massa-Carrara) vedono ridurre la propria
incidenza sul totale a beneficio di quelle dell’area interna (soprattutto Firenze): Lucca e Livorno
continuano comunque ad ospitare la quota più consistente di iniziative imprenditoriali (il 45% del
totale regionale), seguite da Grosseto (16%), Firenze (11%), Massa-Carrara (9%) e Pisa (9%).
 L'utilizzo di una “maglia” territoriale più fine consente di apprezzare l'esistenza di cluster locali
dove maggiormente si concentrano le attività legate alla nautica. In particolare, la forte
specializzazione della provincia di Lucca dipende in via esclusiva dall'elevato addensamento
raggiunto a Viareggio (e nei comuni limitrofi), la cui importanza emerge, in particolare, per il
contributo offerto nelle attività di costruzione e riparazione di imbarcazioni da diporto (il 27% di
quelle complessivamente presenti in Toscana) e nelle fasi produttive a monte (fabbricazione di
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componenti e accessori, produzione di beni intermedi), segnali di integrazione funzionale che
connotano il relativo territorio con elementi di distrettualità.
 Il legame con gli altri sistemi produttivi toscani emerge con riferimento ad alcuni segmenti della
filiera a monte, quali la fabbricazione di mobili, che si localizza a Pisa con il 22% delle unità locali
toscane, i servizi avanzati per la nautica a Firenze (con il 21% del totale regionale) ed i servizi alle
imprese riferibili alla nautica da diporto a Livorno (23%). La distribuzione territoriale delle fasi più
a valle della filiera, maggiormente legate al rapporto con il consumatore-fruitore finale, risente della
morfologia della costa e delle relative caratteristiche economiche. La preminenza delle province di
Livorno e di Grosseto spicca nelle attività di noleggio di imbarcazioni da diporto e di attrezzature
per la nautica (rispettivamente 34% e 17%), nei servizi alla persona, quali scuole nautiche, attività
ricreative, sportive e turistiche (Livorno 30%, Grosseto 23%), e nel commercio al dettaglio (19% e
21%), anche per la capacità di intercettare una domanda dove giocano un ruolo rilevante i flussi
turistici e diportistici verso l'Arcipelago toscano.
Di seguito i principali punti della ricerca di Confindustria Toscana sulla consistenza della
nautica in Italia e nel mondo:
 A livello mondiale il primato in termini di consistenza di parco nautico è detenuto dagli USA, paese
che da solo ricopre quasi il 68% del totale contro il 24% dei paesi europei. Tra questi ultimi
spiccano la Norvegia, la Svezia e la Finlandia mentre l’Italia con 618.500 unità si ferma in 7°
posizione.
 Relativizzando i dati con gli abitanti e i km di costa gli Stati Uniti arretrano lasciando spazio ai
paesi del Nord Europa nel primo caso e ai Paesi Bassi, Polonia e Germania nel secondo.
 Anche in termini di produzione al primo posto troviamo gli Stati Uniti (643.358 unità nel 2008) che
da soli producono oltre l’87% delle unità a motore; la Francia, la Germania e l’Italia si distinguono
per la produzione di unità a vela (rispettivamente 29,6%, 11,7% e 4,9% le loro quote sul totale unità
a vela prodotte).
 Risente meno della crisi il mercato dei superyacht, in crescita soprattutto in Europa.
 In miglioramento dal 2000 la produzione mondiale di yacht e l’Italia si colloca in prima posizione
per “lunghezza totale prodotta”.
 Per le esportazioni complessive dell’UE 27, i principali paesi di destinazione risultano Regno Unito,
Francia e Italia; ancora consistenti, seppure in flessione, i mercati americani e tedeschi. I paesi Extra
UE raccolgono oltre il 50% delle vendite e i Paesi Schermo, da soli, il 20%. Dal lato delle
importazioni, l’Europa acquista per oltre il 60% dai paesi europei tra i quali spicca l’Italia (16,4%).
Tra i paesi esportatori europei, l’Italia che dal 2000 al 2009 ha raddoppiato il proprio volume di
export, detiene il primato delle vendite (1.709 milioni di euro venduti).
 In Italia il peso della nautica è aumentato nel tempo e gli scambi commerciali ne danno
dimostrazione (l’Italia possiede la miglior bilancia commerciale tra i principali produttori mondiali).
Sia in termini di import che di export, i paesi con i quali l’Italia ha il maggior numero di scambi
commerciali sono Francia, Regno Unito e Stati Uniti. In sensibile crescita il contributo dei BRIC
passati dallo 0,6% del triennio 2001-2003 al 5,7% del 2010.
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Analizzando le tipologie di imbarcazioni italiane vendute all’estero, il principale comparto,
nonostante la flessione del 30% registrata tra il 2008 e il 2010, resta quello delle barche e panfili a
motore che in termini assoluti si ferma a 1.304 milioni di euro nel 2010. In flessione l’export delle
barche o panfili a vela (-63,5% la variazione nel biennio e 33 milioni di euro il valore 2010) per i
quali la bilancia commerciale risulta negativa (le importazioni nel 2010 raggiungono i 106 milioni
di euro).
Di seguito i principali punti della ricerca di Ance Toscana sulla struttura della nautica da
diporto in Italia:
 La nautica da diporto ha registrato negli anni della crescita economica una buona espansione. Ad
oggi sono oltre 100.000 le unità iscritte nel nostro Paese: alto Tirreno e Tirreno centrale vedono la
più consistente presenza di imbarcazioni registrate.
 La crisi economica dal 2007 ha avuto un significativo impatto sul settore ( con esclusione dei
superyacht che appartengono ad un mercato globale): calano immatricolazioni nuove e nuove
patenti, gli italiani sono stati costretti a rivedere i loro pattern di consumo. Anche la spesa per la
gestione dell’imbarcazione e quella sul territorio si sono ridotte.
 La crescita dei posti barca ha accompagnato l’aumento delle unità registrate ma vi sono carenze
rilevanti nei servizi che incidono nella competitività a livello nazionale ma anche internazionale (la
Corsica o la Costa Azzurra piuttosto che la Croazia..).
 Va migliorata l’offerta intervenendo sulle strutture esistenti: i nuovi posti barca vanno realizzati sia
ricavandoli in strutture esistenti sia portando a compimento le nuove strutture da tempo
programmate, ma pesa la durata estesa dei processi decisionali in merito. Un prossimo report sarà
dedicato allo stato di avanzamento dei progetti per la Toscana.
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