Microsoft e il personal: resistere a ogni costo

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IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY
DAL 24 OTTOBRE AL 6 NOVEMBRE
PAG.2
WorldVision
D A L L’ A M E R I C A E D A L L’ E U R O P A
Massimo Cavallini
Lungo qualche fronte periferico
– quello che corre nel cuore della Vecchia
Europa, ad esempio - i combattimenti
ufficialmente continuano. Ma la guerra è,
in realtà, ormai finita. O meglio: la guerra
– vero motore dello sviluppo tecnologico
– continua più che mai cruenta, ma del tutto trasfigurata nella sua natura, con nuovi
protagonisti e nuovi territori da conquistare, nuovi contrasti e nuove alleanze. Fuor
di metafora: l’accordo siglato la settimana
scorsa tra Microsoft e RealNetworks, ha
chiuso – ed evidentemente chiuso per sempre – lo scontro che, a cavallo tra i due millenni, aveva visto il “colosso di Redmond”
battagliare come Gulliver, nei tribunali
di mezzo mondo, contro una miriade di
lillipuziani, tutti intenti a contestargli, su
scala universale, le sue virulente pratiche
monopolistiche, nonché a reclamare, con
altrettanta veemenza, l’apertura e la spartizione del suo impero. Ed a sottolineare il
carattere definitivo – o, come qualcuno lo
ha più propriamente chiamato, “epocale”
– di questo armistizio, c’è il fatto che, a
conti fatti, d’un armistizio non si tratta affatto. Più in concreto: c’è il fatto che quello
delineato nel trattato di non belligeranza
solennemente sottoscritto, il 10 di ottobre
scorso, dal “Sommo Architetto” (Chief
Architect) Bill Gates e dal Chief Executive Officer Bob Blazer è, a tutti gli effetti,
una vera e propria alleanza strategica e,
insieme, l’atto d’inizio di un nuovo conflitto contro un nuovo “nemico comune”.
Quale?
I DUE BELLIGERANTI
Per rispondere adeguatamente a questa
domanda, occorre considerare due elementi: le clausole dell’accordo siglato dai
due belligeranti e la quasi contemporanea
definizione di un altro “storico” cessate il
fuoco: quello tra la medesima Microsoft e
Yahoo!, gran regina dei portali e, da sempre, riconosciuta “bestia nera” del MSN,
da tutti ritenuto il più rachitico (e proprio
per questo il più amato) tra i molti figli del
gigante. Oggetto dell’intesa: l’impegno
ad integrare i rispettivi sistemi di Instant
Messaging (IM), con il non dichiarato ma
Alla guerra
La super accoppiata
iPod-iTunes
il temibile avversario
che ha rivoluzionato
la musica online
Microsoft e il personal:
resistere a ogni costo
ACCUSE «ORWELLIANE»
La lezione dell’accordo con il vecchio nemico RealNetworks:
contrastare le ambizioni dei super rivali Apple e Google
ma soprattutto difendere il pc come unica fonte di entertainment
più che ovvio intento di sbarrare la strada
all’emergente (e prepotente) avanzata di
Google (che solo qualche mese fa ha lanciato un suo IM).
IL VECCHIO MONARCA
Altro obiettivo: allettare America on Line,
vecchio monarca caduto in disgrazia, ma a
tutt’oggi forte d’una imponente quantità di
sudditi e, proprio per questo, recentemente
diventato una sorta di grande oggetto dei
desideri (fino a soltanto qualche mese fa,
Time Warner cercava di liberarsi d’AOL
come d’un vecchio ed insostenibile fardello, senza trovare compratori di sorta.
Oggi tutti sembrano aspirare a possedere,
in tutto o in parte, quell’inservibile arnese,
nonostante l’etichetta indichi un prezzo
davvero esorbitante: 20 miliardi di dollari). Dunque: contro chi Microsoft e RealNetworks, antichi duellanti, hanno serrato
i ranghi? Proviamo a vedere. L’accordo tra
le parti prevede l’immediato pagamento,
da parte di Microsoft, di 460 milioni di
dollari, a titolo di risarcimento dei danni
a suo tempo a RealNetworks inflitti dalle
summenzionate “pratiche monopolistiche” (specificamente: l’uso del “traino” di
Windows per promuovere, a discapito del
rivale, il Media Player prodotto in casa),
con l’aggiunta d’un “investimento” di altri
301 milioni (sborsabili in 18 mesi) destina-
ti a sostenere lo ”sviluppo, distribuzione e
marketing” di servizi musicali. Il tutto con
l’impegno d’attivamente pubblicizzare, in
ogni provincia dell’impero (segnatamente:
MSN e XBox Live Arcade), tanto il Rhapsody, il “negozio” di musica on line a suo
tempo allestito da RealNetwork, quanto i
videogames digitali con grande generosità
sfornati dall’impresa di Seattle .
UN FAVORE RICAMBIATO
La quale a sua volta ricambierà il favore
concedendo il suo pieno appoggio al nuovo motore di ricerca lanciato da MSN ed
alle tecnologie di protezione del copyright – il cosiddetto DRM o Digital Rights
Budget IT, un’Europa al rallentatore
Gli investimenti aziendali riservati a nuove tecnologie in aumento appena del 3% nel 2006
Paolo Anastasio
Investire in risorse tecnologiche è
ancora percepito come un rischio elevato
dalle aziende europee. In Europa la spesa
media in nuove soluzioni It aumenterà appena del 3% nel 2006. Una crescita risicata
dei budget dedicati all’hi-tech, in leggero
progresso rispetto all’incremento del 2,5%
registrato nel 2005. In Italia, l’aumento
del budget It si fermerà all’1,5%, in linea
con l’andamento del Pil previsto per l’anno
prossimo. Le stime, diffuse da Gartner,
disegnano un quadro di cauta ripresa degli investimenti tecnologici da parte della
classe imprenditoriale europea, preoccupata dal contesto politico e dall’incerto
quadro economico. Quindi poco propensa
a metter mano al portafoglio per incrementare la spesa in un segmento considerato
una voce di uscita non del tutto necessaria
per il business aziendale.
Una ripresa, quella europea, che non
soddisfa il mercato. Nel 2006 i budget destinati all’It non corrisponderanno quindi
alle attese della comunità economica, che
sperava in un decollo più deciso della
spesa It nel Vecchio continente. Il dato
Stati Uniti
Un’inversione
di tendenza avviata
già quest’anno
Management – elaborato dalla creatura di
Bill Gates. Basta connettere tutti i punti e
l’immagine, o meglio, la doppia immagine
del “nuovo comune nemico”, appare con
straordinaria nitidezza. Da un lato Apple
che, con la sua superaccoppiata iPod-iTunes, ha per sempre rivoluzionato il mondo
della musica e dell’entertainment on line.
Dall’altro Google, il supermotore di ricerca
i cui orizzonti tecnologico-filosofico-finanziari vanno di giorno in giorno allargandosi, lambendo, ormai, le frontiere del più
grande regno della storia del software. Più
che un trattato di pace, insomma, quello
siglato due settimane fa appare un vero e
proprio matrimonio di convenienza.
E come tutti i matrimoni di convenienza
promette di rivelarsi – evitati i bizzosi
imprevisti d’ogni storia d’amore – assai
solido e duraturo.
assume un valore ancor più preoccupante
se confrontato con il contesto economico
globale. Negli Usa le stime di crescita in
nuove risorse It parlano di un progresso nel
2006 del 5,5%. C’è da dire che negli Stati
Uniti la ripresa degli investimenti in nuove
tecnologie è già partita quest’anno.
A pesare sulle casse delle aziende europee, grandi imprese come Pmi, un progresso economico al rallentatore in alcuni dei
maggiori paesi continentali, alle prese con
una crescita striminzita dei rispettivi Pil
nazionali.
Nel dettaglio, l’indagine di Gartner (“European It spending 2006”), condotta su
un campione di 400 Cio di aziende europee
(una trentina quelli italiani), mostra che
nel 2006 il maggior incremento dei budget
tecnologici - in aumento del 6% rispetto
al 2005 - è stato registrato in Germania
(6,4%), Spagna e Portogallo. Seguono
Gran Bretagna e paesi scandinavi, dove
le aziende intervistate hanno messo in
cantiere un aumento inferiore al 4% della
spesa It. La Francia sembra invece arrancare, registrando previsioni di leggerissima
crescita dello 0,5% della spesa informatica.
Il risultato peggiore arriva dalle aziende di
Belgio e Olanda, che l’anno prossimo prevedono tagli fino al 2% del budget It.
Sul fronte delle tecnologie, il budget
maggiore andrà al settore sicurezza. Un
segmento che in percentuale non rappresenta la fetta più consistente della spesa.
Il capitale riservato al segmento di dispositivi mobili (pda, lap top, tablet, cellulari)
è anch’esso in crescita, mentre calerà
vistosamente l’interesse verso desktop e
server aziendali. Il segmento software sarà dominato da soluzioni di front office
(Crm), con ampio ricorso alla formula
meno impegnativa dell’on demand. Gli
investimenti in formazione e il ricorso a
consulenze esterne subiranno sostanziali
tagli. In Italia le previsioni sottolineano
come l’incremento della spesa It vada a
braccetto con la crescita stimata del Pil
2006 (+ 1,5%). L’incremento è inferiore a
quello degli altri paesi europei, con l’eccezione di Francia, Belgio e Olanda.
“La spesa It delle aziende italiane ha finalmente invertito la tendenza degli scorsi
anni, in cui avevamo assistito a un incremento di spesa sempre più contenuto o addirittura in contrazione - commenta Marco
Delfino, Program Director & Regional
Manager Gartner Executive Programs
- Una crescita dell’1,5%, seppur moderata
e inferiore a quella degli altri paesi Ue, è un
segnale di ripresa degli investimenti, considerando soprattutto che l’attenzione, oltre
che sull’infrastruttura, si sta concentrando
sui portafogli applicativi e, quindi, direttamente in correlazione con le strategie di
crescita delle aziende”.
Italia
Gli investimenti IT
delle aziende
cresceranno dell’1,5%
Trasformatasi da venditrice di software
(il diffusissimo RealPlayer) in distributrice di contenuti on line, RealNetworks ha
oggi bisogno di vendere le sue canzoni,
rompendo il semi-monopolio instaurato da
Apple. E, a dispetto delle reiterate e molto
“orwelliane” accuse di puntare al dominio
del mondo, Microsoft appare, oggi come
ieri, impegnata soprattutto a difendere la
propria vera e perdurante ragion d’essere.
Vale a dire: la centralità del Pc.
Per dirla con Matt Rosoff, un analista
che proprio a Microsoft e dintorni dedica
gran parte d’uno dei più gettonati tra i blog
d’argomento tecnologico: “A Bill Gates
non interessa quanta gente faccia uso del
Windows Media Player (il soft all’origine
del suo scontro con RealNetworks n.d.r).
Quello che davvero gli importa è il destino
del Windows Media Format”. O, più in
dettaglio, il fatto che la gente continui ad
usare il Personal computer – come i capelli
di Sansone vera fonte della sua forza sovrumana - come “digital entertainment hub”,
punto di snodo e distribuzione di tutte le
fonti di intrattenimento domestico. Questa
è la vera posta in palio. Tutto il resto altro
non è - come certo il “Grande Timoniere”
Mao Tse Dong avrebbe in altri tempi suggerito al “Sommo Architetto” – che una
banalissima “contraddizione in seno al
popolo”…
L’analista
«A Bill Gates
ciò che importa
davvero è il destino
del Windows
Media Format»
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