L`autore Nato a Königsberg il 24 gennaio 1776, Ernst Theodor

L'autore
Nato a Königsberg il 24 gennaio 1776, Ernst Theodor Amadeus Hoffmann
frequentò la facoltà di giurisprudenza all’università di Königsberg. Per tutta la
vita cercò di conciliare la carriera giudiziaria e la passione per le arti, che lo
portò a lavorare in teatro come pittore, architetto, compositore, fino a
diventare direttore d’orchestra. Nel 1814, dopo la sconfitta di Napoleone,
venne reintegrato nel suo impiego di giudice e si trasferì a Berlino, dove si
dedicò in prevalenza alla letteratura, pubblicando volumi quali Die Elixire des
Teufels (1815-1816), Nachtstücke (1817-1818). Pubblicò i suoi ultimi racconti
all’inizio del 1822, ricevendo anche un procedimento disciplinare a causa della
sua opera Meister Floh. Morì lo stesso anno il 25 giugno per una forma di
neurosifilide.
Trama
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Il racconto inizia con i terribili ricordi fanciulleschi dello studente Nataniele,
impaurito dalle storie sull’“uomo della sabbia”, che crede di riconoscere
nell’avvocato Coppelius e nelle sue fosche affermazioni: “Qua gli occhi! Qua gli
occhi!”. L’insistente e odiata presenza di questo ambiguo personaggio lungo
tutta la (breve) vita di Nataniele, personaggio che si presenta anche sotto le
spoglie dell’ottico e venditore di barometri Giuseppe Coppola, segnerà il
destino del protagonista. Nataniele, nel suo soggiorno lontano da casa, si
innamora di Olimpia, figlia suo vicino di casa professor Spallanzani. La
situazione precipita, portando Nataniele all’infermità mentale, quand’egli
osserva Coppola e Spallanzani litigare per Olimpia, che si rivela essere una
bambola e addirittura senz’ occhi. Torna quindi a casa dalla sua fidanzata Clara
e dal fratello di lei Lotario, con i quali, durante il suo lontano soggiorno, aveva
intrattenuto una corrispondenza. Il ricordo delle sue passate esperienze rimane
però troppo forte e nel momento in cui trova nella sua tasca un binocolo di
Coppola si agita convulsamente arrivando a suicidarsi gettandosi da una torre
nel momento in cui vede passargli davanti proprio l’odiato avvocato.
Analisi
Considerando il testo da un punto di vista tecnico-narrativo, notevole è l’abilità
del narratore nella gestione dell’aspetto spazio-temporale del racconto:
spaziando dall’infanzia all’età adulta e avvicendando tra loro narrazione
oggettiva e soggettiva, si crea un racconto non solo dinamico ma altamente
innovativo e originale. Tematica inoltre costante in Hoffman è quella del sosia,
del doppio, che continua a ripresentarsi nel racconto (la più ovvia:
Coppelius/Coppola). Questo racconto, dallo stile molto introspettivo, gode di un
ventaglio di interpretazioni molto ampio. Quella forse più famosa è stata svolta
da Sigmund Freud nel saggio Das Unheimliche del 1919. Dopo un breve
riassunto del racconto, Freud spiega come l’elemento fondante di questo sia
“das Unheimliche”, un’incertezza cioè di fronte ai personaggi, un dubbio se essi
siano vere persone oppure fantocci. Questo succede non solo con la bambola
Olimpia, ma soprattutto con l’avvocato Coppelius, legato al timore infantile di
Nataniele che questo sia davvero l’Orco e possa cavargli gli occhi. Altre
interpretazioni psicanaliste prevedono invece che il racconto sia la descrizione
di un trauma, una turba infantile che si manifesta in fantasie ossessive. Oppure
sarebbe il racconto di un artista romantico costretto alla follia da un’esistenza
insulsa e mediocre; altrimenti la storia di un animo sensibile, deluso e frustrato
nelle proprie ambizioni dai personaggi che lo circondano.