There is a light that never goes out ...
Caro Giorgio,
è sulle note di “Mother” di John Lennon che ti sto scrivendo, è notte. ed è una notte
particolare, poche ore fa hai deciso di lasciarci. Come è sempre stato il tuo
stile lo hai fatto in silenzio, senza voler dare noia a nessuno.
Questo maledetto cancro ha vinto, ma è una vittoria di Pirro. Ha portato via il tuo
corpo non la tua anima. Quella no! grazie a dio questo bastardo non la può toccare.
Era il Giugno 2009, quando hai deciso di parlarne pubblicamente su S&V,
cercando con quelle parole di sdrammatizzare e cercando di rassicurare noi,
tuoi amici, che eravamo in pensiero per te.
Mesi difficili dove tutti facevamo il tifo per te, chi in silenzio con rispetto chi
dimostrandotelo di persona standoti accanto. E qui la tua immensa
grandezza...: essere riuscito a dare a tutti noi una tua
visione serena di questa condizione. Fino all’ultimo anche quando mi
dicevi sorridendo : “non venire a trovarmi se no ti deprimi...”.
Dirti quanto di tuo esiste in questo giornale sarebbe inutile... molto
di quello che è oggi senza il tuo supporto non sarebbe mai potuto
esistere. Giornate passate a discutere sulle linee editoriali, sui punti e sulle virgole.
Discussioni di ore nate per amore dell’unica cosa che ancora l’essere
umano non è riuscito a rovinare (come spesso ripetevamo in macchina...) :
le 7 note, la musica, la nostra passione, la nostra vita...
Chilometri macinati per poter far arrivare questo magazine al più presto nei
locali, decine per andare a vedere i concerti. Sempre sorridendo
nonostante il dolore ti creasse più di qualche problema. Volevi esserci!
Quello che ci hai lasciato è una immensa eredità, e come amico, compagno di
mille battaglie non posso far altro che raccoglierla e conservarla tra le cose
più care. Ricordando i momenti più belli che ci hanno visti assieme,
combattere “l’ovvio” ... magari anche solo mettendo i nostri sgangherati 45giri
durante i nostri DjSet. Cose altrettanto grandi ed uniche potranno
raccoglierle da oggi in poi Carla, Lorenzo e Riccardo, ma di questo loro ne
sono coscienti. Questo doveva essere il tuo numero (cazzo!), quello che consacrava
il tuo idolo: Morrissey. Doveva essere una sorpresa...
Sono sicuro che anche da lassù (o dovunque sarai) cercherai sempre la tua copia
di S&V e fammi un favore se incontri i nostri miti: John Lennon, Elvis, Morrison,
Bob Marley, Johnny Cash, Joe Strummer e tutti gli altri, parlagli di noi,
magari un’intervista ce la concedono ... e tu le interviste le sapevi fare ... !
Daniele
Ciao Giorgio...
da parte di tutta la redazione di Sound & Vision,
da parte di tutti gli sponsor di Sound & Vision,
da parte di tutti i tuoi più cari amici,
da parte di chi ti aveva incrociato anche solo per
un attimo, e quell’attimo è stato come tutta una vita.
Grazie per la possibilità che ci hai dato
di averti come amico
Giorgio Mari 1967-2010
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PHO TO AWARD
"BEST LIVE PICTURE OF THE LAST DAYS”
- lo scatto più bello degli ultimi live seguiti dai nostri fotografi -
THIEVERY CORPORATION
Live club, Trezzo sull'Adda (Milano), 28 maggio 2010
- pic by Markus Sotto Corona - http://www.mscphoto.it
by DjD
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...” cantava Cat Stevens in una
“Take your time, think a lotni.
“Prenditi il tuo tempo e e
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delle sue più cele
sto mondo che gira a mill
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pensa molto...” app
! Basta solo volerlo,
può
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è una bella sfida. Epp
io per stendersi, meglio
servono: una bicicletta, uno spaz
con un lieve venticello
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se in una tersa giornata d’es
omeriggio. E’ necessario
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focalizzare. Eppure
inizia a rallentare,
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svanisce, complice il
re dovuto alla
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asc
complice la brezza che ti del corpo che immerso nella
pedalata, complice lo statoil ritmo, complici mani e piedi
natura cerca di prenderne resca assorbono il potente
che a contatto con l’erba fIn quel momento non esiste
fluido che la terra emana. o, non esistono pensieri,
computer, non esiste telefonal quale affidare il compito di
esiste solo il proprio respiro. Gli occhi si chiudono : GAME
alimentare il proprio corpoi restituisce il vero senso della
OVER! Questo “collasso” t comprensione ma in un
vita, oggigiorno di difficile
il loro
a tutte le persone che con
questi alberi riconducono ro
in modo che
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han
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costante e
un punto di riferimento per
questo magazine divenissdie un
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tutti. Fiori e frutti
hanno visto in S&V un proget
sponsor e sostenitori cheme
urale
cult
zzo
me
un
ma
le,
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non esclusivamente com ento generazionale dovuto alla
per contrastare l’inaridimdei vari network televisivi ed
massiva proposta idiota A TUTTI I NOSTRI SOSTENITORI
editoriali. Quindi GRAZIE
PASSATI E FUTURI!
toria all’orizzonte, non seenesta
Un aereo disegna una traietvisi
bile e nitido chissà dov sà
ben
è
ma
sente il rumore,
e sta andando S&V, chised
ov
d
sà
chis
o
andando ... appunt
o a bordo per un nuovo
rann
sali
e
quante nuove person un anno. Quello che posso
esaltante viaggio lungo ltra stagione speciale, molto
assicurarvi è che sarà un’aico che di scelta editoriale. Ci
cambierà a livello sia grafcercheremo di essere sempre più
saranno nuove rubriche,i concerti, mostre, e tutto ciò che di
presenti per raccontarv tro territorio. Vogliamo essere ancora
alternativo sforna il nos ina le vostre notti fatte di suoni e
una volta il faro che illum
visioni.
AGAIN!
GAME OVER? .... NO! S&V PLAYS
lice delle cose.
momento come questo risulta la più semp
per trovare
onte
l’orizz
are
Guard
re.
pensa
Ritrovarsi, soli a
per cercare
nuovi obbiettivi, guardare ciò che ti sta vicino
sempre stato lo
di decifrare il presente. Per S&V Luglio èolo
questo
spartiacque di una stagione. Rapportand mi acircond
ano che
momento focalizzo gli alberi robusti che
i anni siamo
mi portano a pensare tutto ciò che in 7 lungh
o”
riusciti a costruire e realizzare. Gli animali che “vivon
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concerti Jazz and World music alle ore 22.00
Vi aspettiamo anche per tutto il mese di Agosto
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"L’ultima risata”
DRUNKEN BUTTERFLY
"All in one”
KISS ME EMILY
"Attento a me stesso”
ALESSANDRO FIORI
Irma Records 2010
genere: Post Rock
web: www.myspace.com/
drunkenbutterflyband
Anno: Forears 2010
genere: pop-rock
web: www.myspace.com/
kissmeemilymusic
Cercate un pop-rock alternativo,
sbarazzino e che fa l'occhiolino, senza
mezzi termini, al brit-rock?
I Kiss Me Emily sembrano fare al caso
vostro, come si scopre da questo esordio
discografico, “All In One”, dove disinvolte
sonorità bramose di freschezza
incontrano testi che non toccano la
banalità nemmeno nei ritornelli, tra una
predisposizione ammirevole per i
ritornelli catchy, in ognuno dei 10 brani,
ora filastrocca amabile (Be There), ora
svelante somiglianze alla Panic! At The
Disco (The Bggest Lie Of MY Life), o
introspezione errante e sotterranea (I
Ain't Looking e Dance), coinvolgente sia
per un orecchio magari distratto che per
i più attenti, seppur peccando, forse, per
monotonia strumentale che in corpi
sonori differenti, pare essere costituita
dalla medesima ossatura.
Ma è l'esordio, ed è già ottimo così!
Delizioso album dove post rock e
psichedelica si incontrano miscelandosi
nel camminamento onirico e
trascendentale di climax ascendenti e
rarefazioni emozionali, che tra echi vocali
soffusi e divagazioni sonore di grande
impatto teatrale, suscitano originalità
compositive degne di soundtrack
nostalgiche e drammatiche.
Dal futurismo imperante di Il Furto alla
delicata Ritorno A Casa.
E se si pensa che il progetto, nato nel
2008, ha preso origine dalla
sonorizzazione live di un film muto del
1924 di Murnau (“Der Lezte Mann”), si
capisce l'attinenza alle arti di questo
delizioso e prezioso quartetto
anconetano.
Divino.
VOTO: 6,5/10
VOTO: 8+/10
Urtovox 2010
genere: autori
web:
www.alessandrofiori.net
Senza dover troppo indagare nella
carriera già luminosa e lunga di
Alessandro Fiori (10 anni con i Mariposa
e collaborazioni con artisti quali
Benvegnù, Marco Parente ed Andrea
Chimenti), la convincente prova offerta
con il nuovo “Attento A Me Stesso”, in 11
brani oscuri e bramosi di ricerca sonora,
tra arrangiamenti sofisticati e il filo
conduttore della consapevolezza che la
morte è presente ovunque attorno
all'essere umano, priva qui d accezione
negativa, ma sostenuta, al contrario,
dalle riflessioni sulla consapevolezza di
essa e sui riflessivi comportamenti che
l'uomo tiene per abbandonarsi a lei o
per resisterle. Le canzoni sono ombrose
e decadenti, a tratti mistiche, forse, e
pregne di quella goticità, nella miglior
tradizione del cantautorato italiano, tra
2 Cowboy Per Un Parcheggio, che
racconta dei contro dell'essere
musicista, alla classe disperatamente
alla Endrigo di Senza Le Dita, passando
per la semplicità persino radiofonica di
Trenino A Cherosene, amorosa e
contemporanea nel dipinto sofferto di
una relazione a distanza.
Vero, magnetico, italiano, sincero, dark.
Delizioso!
VOTO: 8/10
10
“Jazz Refound” by Fabrizio Consoli
Forse un effetto del nome in un set acustico dal grande
JAZZ REFOUND stesso
del gruppo Noego: al di trasporto, mentre sassofonista
Jazz:Re:Found: condivisione. con un giovane musicista locale
Vercelli 13/15 GIUGNO
ph. by F. Consoli
Che Vercelli non sia piu' la citta'
delle risaie e delle mondine lo
percepisci gia' abbassando il
finestrino per cercare lo
sguardo di un passante cui
chiedere indicazioni; i viali
ampi ed ordinati mandano un
profumo di fiori quasi surreale
che ci invade l'abitacolo. E per
chi avesse ancora dei dubbi,
c'e' un gruppo di ragazzi
raccolti in un' associazione dal
nome che suona come un
manifesto programmatico –
Casa Noego – che ha
trasformato l'immediata
periferia di questa ennesima
citta' lontano da “dove
succedono le cose” in una
destinazione cui accorrono
appassionati di musica da tutta
Italia. Siamo a “Jazz:Re:Found”,
weekend di musica jazz,
electro e dintorni, che per il
terzo anno consecutivo ha
chiamato a raccolta a Vercelli
musicisti di fama
internazionale: Cinematic
Orchestra, Zero 7, Piero
Umiliani, the Herbalizer e Tricky
solo per citare i piu' noti. Un
programma fitto ed accurato,
ben calibrato tra headliners, djset, contest di writing e
performance minori; tra questo
anche tre band italiane
emergenti, piacevoli scoperte
ed ennesima dimostrazione che
l a s c e n a n o s t ra n a e ' ,
nonostante tutto, fervida.
Difficile raccontare tre notti di
musica in poche righe, ancora
piu' difficile raccontare le
sensazioni e l'atmosfera. Una
parola pero' ben descrive lo
spirito che si e' respirato a
la' della musica infatti, la cosa
che piu' ha colpito e' lo spirito
antidivistico e di
partecipazione che ha pervaso
il prato del festival. Diciamolo
apertamente; un palco e' ben
piu' di del posto di lavoro dove
si esibisce un artista: e' la
direzione in cui guardare, il
simbolo di una distanza che va
oltre il metro di dislivello, la
distanza tra chi si esibisce e chi
osserva ammirato. Eppure a
Jazz:Re: Found si e' riusciti a
realizzare un'opera titanica,
ben oltre il prestigio della lineup di artisti che si sono
avvicendati durante le tre sere:
abbandonato ogni divismo, si e'
ridato un ruolo di assoluta
centralita' e protagonismo alla
musica in
se': nessuna
meraviglia dunque a vedere la
cantante dei pluripremiati
Cinematic Orchestra, duettare
ph. by F. Consoli
e bassista se la raccontavano
con alcuni ragazzi tra birre ed
hamburger. O, ancora, gli Zero 7,
protagonisti di un dj set
superlativo e coinvolgente, che
proprio non ne volevano sapere
di andare a letto ed assieme ad
un gruppo improvvisato di
organizzatori e pubblico hanno
messo insieme un house party
fino a mattino. Ed in fine Tricky,
headliner dell'intero festival,
Tricky la rock star lunatica e
capricciosa, non solo si e'
improvvisato cuoco per il suo
team ed alcuni fortunati
(menu': pollo alla sprite, forse
non proprio l'ultimo grido in
quanto a nouvelle cousine), ma
dopo un set partecipatissimo,
anche lui e' rimasto fino a notte
fonda a ballare assieme a
persone combattute tra il
divertito e lo stupito.
Riuscitissimo, e da rifare.
“Live Review” di M. Cattaneo
11
WOLF PARADE
Salumeria della Musica, Milano
Che strano locale, la Salumeria
della Musica. Entri e ti trovi
contemporaneamente dei
prosciutti appesi e un palco
allestito per un concerto (il mio
consiglio è quello di andarci a
stomaco ben pieno, o
completamente vuoto e di
cenare lì, sebbene a prezzi non
propriamente popolari, ma non
di presentarsi "già mangiati" con
ancora un certo languorino, che
va a finire che si soffre). Il 27
maggio ci hanno suonato i wolf
parade. Ora, so che non è bello
fare paragoni, ma di fatto è la
seconda volta che vedo Spencer
Krug - voce e tastiere - nel giro di
un anno, a novembre con il suo
progetto collaterale (i Sunset
Rubdown) e una manciata di
giorni fa con i Wolf Parade.
Com'è stato? Diciamo che è
stato come aver avuto un
fidanzato calvo e trovarsi tutto a
un tratto con qualcuno che ha
un sacco di capelli in testa. A
novembre spencer era nervoso,
teso, non è riuscito a dar vita a
un concerto, che è risultato sterile,
freddo, poco più che una serie di
canzoni inanellate nella categoria
"avrei fatto meglio a stare a casa".
Tutto il contrario di quel che è
stato il concerto dei Wolf Parade,
che invece hanno convinto,
coinvolto, diverito, confermandosi
una realtà da tener ben presente.
Le chitarre di Dan Boeckner sono
tese e calibrate, Spencer è
rilassato (e ingrassato), e ciò gli
permette di gestire nel migliore
dei modi code e allunghi di synt
che diversificano - in meglio - i
pezzi rispetto alla loro
proposizione su disco. Il concerto
dura un'ora e mezza, senza mai
una sbavatura, senza un calo di
tono, anzi, il crescendo è ben
presente e sentito dal pubblico,
che sì, si sta proprio divertendo. La
scaletta scelta è pressoché
perfetta: viene presentato il nuovo
disco "expo 86" in uscita il 29
giugno (mi sembra inutile e
ridondante consigliarne l'ascolto)
e molte canzoni di at mount
zoomer, il loro lavoro ad ora meglio
rappresentativo e quello che
obiettivamente li ha fatti
conoscere al pubblico. Sì, i wolf
parade, che stanno affrontando un
tour mondiale, ci sono proprio
piaciuti e speriamo in ulteriori date
italiane, il prossimo autunno,
quando avremo metabolizzato
ben bene un disco che
probabilmente si posizionerà
significativamente in alto nella
classifica dei dischi dell'anno
Chalet
de la Mot
Baselga di Pinè (TN)
info al 3807325710
BACK TO BLACK
Ven 2 Luglio • Rockcafé (Castelcucco -TV)
Ven 16 Luglio • Rockcafé (Castelcucco - TV)
Sab 17 Luglio • Villa Cà Cornaro (Romano d’Ezz. - VI)
Dom 18 Luglio • Villa Cà Cornaro (Romano d’Ezz. - VI)
Ven 23 Luglio • with Sabrina Turri @ Sartea (Vicenza)
Ven 30 Luglio • Sartea (Vicenza)
Sab 31 Luglio • Viaggi Notturni (Loc. S.Bortolo - Castelcucco - TV)
K
MOVE
NT
ME
FU N
Ven 20 Agosto • Rockcafé (Castelcucco - TV)
Ven 27 Agosto • Sartea (Vicenza)
15
“ROCK ICONS” di I. Rebecchi
MORRISSEY
Steven Patrick Morrissey nasce
a Davyhulme (Trafford) il 22
maggio 1959, da una famiglia di
immigrati irlandesi di religione
cattolica. Il padre, Peter,
barelliere, e la madre, Elizabeth
Dwyer, bibliotecaria erano
emigrati in Inghilterra poco
prima della nascita di Morrissey,
che - insieme con la sorella
maggiore Jackie - cresce ad
Hulme, Manchester, in Harper
Street. Nel 1965 la sua famiglia
si trasferisce a Queens Square,
vicino Moss Side, ad Hulme, e
nel 1969, nella più salubre
periferia di Stretford, al numero
384 di Kings Road. Dominante
nell'infanzia, e in generale in
tutta la vita dell'artista, sarà
l'ottimo rapporto con la madre
ben differente dal distaccato e
negativo rapporto con il padre.
Il giovane Morrissey durante la
sua infanzia idolatra personaggi
ben distanti da quelli dei suoi
coetanei, dalle band femminili
degli anni '60, a Sandie Shaw,
Marianne Faithfull e Timi Yuro,
dalla passione per le commedie
del Realismo Kitchen Sink dei
tardi anni '50 e dei primi anni
'60, a quella viscerale per Oscar
Wilde. Il processo per il
rapimento, lo stupro e
l'assassinio da parte di una
giovane coppia della classe
operaia (Ian Brady and Myra
Hindley) di tre bambini e due
adolescenti nella zona di
Manchester tra il 1963 e il 1965 (i
cosiddetti Moors Murders, gli
omicidi della brughiera) incide
profondamente sul piccolo
Morrissey, al punto che molti
anni dopo, il dramma rivivrà nel
brano Suffer Little Children.
Lontano dal dilagante bullismo
della sua città, Morissey ama lo
sport e parallelamente soffre di
solitudine e depressione, al
punto che inizia ad assumere
medicinali per combattere la
depressione. Durante il periodo
s c o l a s t i c o s c r i ve d u e
pubblicazioni riguardanti James
Dean e i New York Dolls.
Si approccia grazie all'amore per
questi ultimi alla musica, più
precisamente al punk, come
cantante dei The Nosebleeds,
per i quali scrive svariati pezzi,
ottenendo una recensione dal
New Musical Express poco
prima dello scioglimento della
band. Nel 1978, sostituisce
Wayne Barrett, cantante dei
Slaughter & the Dogs, e con loro
registra quattro canzoni prima di
abbandonare il gruppo. Episodi
fondamentali pria della
formazione dei celeberrimi
Smiths, ad opera proprio di
Morrissey e del chitarrista,
giornalista musicale ed amico,
John Marr. E' il 1982 e da allora la
band otterrà consensi eclatanti,
in particolare dalla critica e dai
media, al punto che il New
Musical Express sarà spesso
soprannominato New Morrissey
Express, per l'ossessione
dilagante dei suoi giornalisti nei
confronti dell'artista. I testi sono
il fondamento del successo
degli Smiths, fin dagli inizi, forti
dell'oscua e pessimistica ironia
macchiata di romanticismo e
nostalgia, che perfettamente si
sposa con le linee melodiche di
Marr, elaborate e fortemente
pop. Con Andy Rourke al basso e
Mike Joyce alla batteria, gli
Smiths si ispirano all'estetica
decadente di Wilde e si fanno
strada fin dai primi singoli, usciti
nel 1984 (Hand in Glove, This
Charming Man, What Difference
Does It Make?), che precedono il
primo ed omonimo album, che
ne consacrerà la fama.
Le canzoni di “The Smiths” sono
caratterizzate da atmosfere
cupe (Still Ill) e al contempo forti
di una grossa attinenza socio
culturale (Suffer Little Children),
e di continui riferimenti alla
letteratura, da Wilde, appunto, a
Kerouac, e alle icone popolari
come Alain Delon e James
Dean, al punto che molti giovani,
inclini all'arte, si appassionano
alla band. Escono lo stesso anno
altri singoli non inclusi nel
debutto discografico (Heaven
Knows I'm Miserable Now e
William, It Was Really Nothing, il
cui lato b diventerà poi una delle
più note perle della band, How
Soon Is Now?. L'anno successivo
è il turno di “Meat Is Murder”,
con in copertina un fermoimmagine estrapolato dal film
“In the year of the pig” di Emile
de Antonio (1969): l'album è
denso di polemica a partire
d a l l a p ro m o z i o n e p ro vegetariana che vede Morrissey
proibire agli altri membri della
band di farsi fotografare mentre
mangiano carne, e all'attacco
alla monarchia in favore, al
contrario, di un governo di tipo
repubblicano, tra le note di brani
16
“ROCK ICONS” di I. Rebecchi
come The Headmaster Ritual e
Barbarism Begins.
E' il turno del singolo
Shakespeare's Sister e in
seguito di That Joke Isn't Funny
Anymore, che anticiperanno
The Boy With The Thorn In His
Side, che aprirà la strada al
capolavoro di “The Queen Is
Dead”: con Alain Delon in
copertina (in uno scatto da
“L'Insoumis” del 1965), nuove
dissonanti atmosfere cupe e
assoli di Marr, l'umorismo di
brani come Frankly, Mr. Shankly,
e i capolavori di There Is a Light
That Never Goes Ot e Cemetry
Gates, l'album raggiunge il
secondo poto delle classifiche
inglesi, e tre anni dopo al sua
uscita, nel 1989, viene nominato
dalla rivista SPIN il primo dei
migliori album mai realizzati.
Una disputa legale con la
Rough Trade che ne ritarda
l'uscita, lo stress di Marr dovuto
ai troppi impegni,
l'allontanamento di Rourke
dalla band a causa dei notevoli
problemi con l'eroina, gli Smiths
registrano resto Panic ed Ask e
partono in tour, sempre nel
1986. Un anno dopo uscirà
“Strangeways, Here We Come”,
il cui titolo riprende il nome
della prigione di Manchester,
ma la band sembra aver già
cessato di esistere, a causa,
soprattutto, dei dissapori
proprio tra Morrissey e Marr, che
differivano per le reciproche
aspettative per la band.
Fondamentali precursori del
b ri t - ro ck , i s p i rat o ri d i
consolidate realtà indie come
The Verve, Oasis, blur, The Stone
Roses, Suede e Radiohead,
maestri persino nella cura
riservata durante il loro percorso
artistico, all'immagine, con
copertine di dischi tratte da
scene di film, e concerti ricchi di
fiori, vestiti sgargianti e videoclip
sorprendenti, gli Smiths si
sciolgono nel 1987 quando
queste divergenze diventano
insormontabili: da allora Marr si
affermerà come produttore e
collaboratore di artisti come Pet
Shop Boys, The Pretenders,
Bryan Ferry e the The, mentre
Morrissey inizierà un'intensa ed
altalenante carriera da solista.
Nel 1988 Morrissey esce con il
primo album, “Viva Hate”,
collaborando con il precedente
produttore degli Smiths,
Stephen Street e con il
batterista Andrew Paresi. Una
raccolta di brani pop con chitarre
abrasive, forte di pezzi come
Suedehead e Everyday Is Like
Sunday. Nel 1990 uscirà “Bona
Drag”, in cui spiccheranno
November Spawned A Monster,
Ouija Board, Ouija Board e
splendide b-sides come
Hairdresser On Fire, mentre due
anni dopo arriva “Your Arsenal”,
prodotto da Mark Ronson(ex
chitarrista di David Bowie), e nel
1994 “Vauxhall And I”, con il
trionfo radiofonico di The More
You Ignore Me, The Closer I Get,
e nello stesso anno l'artista
duetterà con il so più grande
idolo, Siouxsie dei Siouxsie & the
Banshees in Interlude. Si
trasferisce da Dublino a Los
Angeles, per sfuggire alle
pressioni della stampa, e
sparisce lentamente fino a
risorgere nel 2003 quando la
Sanctuary Records annuncia
che Morrissey avrebbe potuto
usare la casa discografica Attack
come piattaforma per registrare
materiale nuovo e mettere sotto
contratto artisti emergenti. Nel
2004 esce “You Are The
Quarry”, che trionferà nelle
classifiche soprattutto grazie al
singolo You Have Killed Me, e
vendendo oltre un milione di
copie. Pubblica il singolo I Have
Forgiven Jesus e subito dopo
l'album “Ringleader Of The
Tormentors”, registrato a Roma
e prodotto da Tony Visconti
(T.Rex e Bowie), mentre l'ultimo
lavoro, “Years Of Refusal”
(2009), frutto della
collaborazione con Jerry Finn
(già produttore di “You Are The
Quarry”), esce per la Decca
Records. Disinteressato ai
principi di marketing e ai
compromessi dell'industria
discografica, l'icona di Morrissey
ha sempre amato non
nascondere il proprio pensiero
di fronte a pubblico e media,
criticando gli Stati Uniti e i
colleghi Bowie, Robert Smith,
Madonna e George Michael.
Vegetariano convinto da
decenni, provocatore ed
agitatore di polemiche politiche,
romantico e sarcastico nella
scrittura, pregna di doppi sensi,
sia politici che sessuali,
Morrissey una delle più grandi
icone del pop di sempre,
travolgente e delizioso nel
cantare quanto aspro ed
incisivo nello scrivere, ambiguo,
riservato ed esibizionista al
contempo.
L'ultimo re?
“Gli indimenticabili dimenticati” di Fox 17
JAMES IHA - Let It Come Down
Gli Smashing Pumpkins mi
piacciono, soprattutto da
Adore in poi, James Iha in
questi dischi ha un suono
chitarristico molto potente,
che trovo tra i migliori degli
ultimi anni. Let it come down
è il suo unico album solista
datato 1998, che però non ha
niente a che fare con la musica
del gruppo, anzi, se c'è
qualcosa di più distante del
sound di Billy Corgan e soci, è
proprio questo album. Lo
acquistai molti anni fa ad un
prezzo davvero ridicolo al
solito mercatino dei dischi
usati; purché lo portassi via
forse me l'avrebbero anche
regalato, e comunque fu una
sorpresa quando lo ascoltai
così ricco di belle canzoni,
molto tranquillo ed arrangiato
con l'essenzialità tipica del
sound americano on the road.
La copertina mette subito all'
erta sulla totale estraneità del
lavoro rispetto al gruppo di
provenienza, con una foto dell'
autore in un ambiente naturale
e ricco di luce, completamente
opposto alle atmosfere
soprattutto di un disco come
Adore che uscirà più meno nello
stesso periodo. Ma è la capacità
compositiva del chitarrista che
mi ha sempre impressionato e
che mi ha fatto conservare un
album così solare e composto
da una ricchezza e freschezza
di idee singolari, soprattutto se
le concentriamo nella struttura
della ballata, uno stile girato e
rigirato in mille modi. Qui però la
forma viene elaborata e in
piccoli casi si sentono passaggi
che vagamente ricordano gli
Smashings, ma tutto è
ammorbidito con una
delicatezza che rende onore a
questo musicista che purtroppo
non ha più regalato opere
soliste, se non qualche singolo e
molte collaborazioni. Rimane
solo Let it come down, disco
delicato e malinconico, un
gi o i e l l o d e l l a mu s i c a
t i p i c a m e n t e a m e ri c a n a .
V 02 Warm Up - Back2Africa
(Dj Set AfroBeat & Funk)
LUGLIO 2010
Venerdi 02 D.J. Ale Dem
Sabato 03 D.J. Omar R. www.myspace.com/rdjomar
Venerdì 09 D.J. Lago www.myspace.com/lagoinmusic
Sabato 10 D.J. Richy Sixchic www.myspace.com/richysixchic
Venerdì 16 D.J. Richy Sixchic
Sabato 17 D.J. Depa
Venerdì 23 D.J. Bruno 19/71
Sabato 24 D.J. Omar R.
Venerdì 30 D.J. Lago
Sabato 31 D.J. Omar R.
“GUILTY PLEASURE P1” di Antonio Lo Giudice
20
negativa” è dovuta Metal Carter con i suoi versi
METAL CARTER a“attitudine
troppi dischi death e thrash e improbabili (“entro in un
Mi capita sempre nei momenti
più oscuri della vita di abusare
senza ritegno di quelli che
considero “guilty pleasures”,
ovvero dischi o film che mi
dovrei vergognare anche solo
di possedere ma dei quali mi
strafaccio di nascosto con
gra n d e s o d d i s fa z i o n e
personale. Durante mia ultima
crisi depressiva, non riuscivo a
togliere dl lettore cd “Mister
Simpatia” di Fabbri Fibra – e
questo vi darà la misura del
mio disagio mentale (se
ammettessi che lo considero
un grande disco,
probabilmente Ilaria non
pubblicherebbe più nulla di
mio, ergo non lo ammetto
neanche sotto tortura). Più
facile esternare la mia
ammirazione per Metal Carter
del Truce Klan. Si tratta di un
metallaro che, pur restando
ad una quantità industriale di
horror italiani anni '70 (oltre, mi
sa ad un discreto numero di
pippe, il che me lo rende
ulteriormente simpatico).
Meno suggestivo, ma più
credibile dei suoi sodali- anche
se, come MC Noyz Narcos è
nettamente più dotato- è un
tizio che si fa promuovere
l'ultimo album da Max Pezzali
(che lui cita spesso nelle sue
canzoni come paradigma della
musica tranquillizzante) o che
realizza un fotoromanzo con un
eroe chiamato Otillaf. A volerlo
nobilitare (ammesso che
tale sia esteticamente che serva), si può rilevare come
culturalmente, si è dato con
buon successo all'hip hop. Per
avere un'idea del personaggio
basta guardare il video de “il
Suono del Male” nel quale
riesce a fondere
m agi s t ra l m e n t e d u e
tamarragini fino ad allora
considerate incompatibili
( q u e l l a d e l ro cke t t a ro
lungocrinito e quella del rapper
da strada de notarti). E'
crossover anche questo, in
fondo! Tra gli MC del Truce Klan
spicca come una mosca bianca:
l'unico che non ci prova neanche
a prendersi sul serio e che si
compiace della propria
cialtronaggine (cosa che
dovrebbero fare nove decimi dei
rapper italiani per risultare
meno ridicoli)- altro che piccolo
spacciatore da strada, qui
abbiamo un nerd la cui
vescovato ed urlo / hanno
ucciso l'uomo ragno / sputo sui
soldi che guadagno / poi vado a
piangere di nascosto in bagno”
e d e l i z i e s i m i l i ) va d a
considerato un
rispettabilissimo prosecutore
della tradizione demenziale
italiana che nasce col
Quartetto Cetra e passa per gli
Skiantos. In ogni caso, il Nostro
è tra i numerosi autori di quel
capolavoro di rock italiano (non
solo Hip Hop) che risponde al
n o m e d i “ M i n i s t e ro
dell'Inferno”- da avere
assolutamente, soprattutto chi
ha pregiudizi verso il genere.
Live Review by Emanuela Virago (TV) - www.viragoentertainment.it
22
Pursuit Groove, Fatima e
GoldieLocks che hanno suonato
durante il Sonar De Dia. Sempre
durante il giorno, i live più belli
sono stati quelli di Caribou,
capitanati da Dan Snaith che
diventa sempre più bravo, e gli
inglesi Broadcast con finalmente
uno spettacolo audiovisivo
degno di nota. Deludente invece
quello di Uffie di scena il sabato
al SonarVillage che da cartello
prometteva invece di essere
e s p l o s ivo. U n c u r i o s o
personaggio da palcoscenico è
stato Moodyman che ha
approcciato il pubblico col suo
m a rc at i s s i m o a c c e n t o
americano facendo la lista dei
vinili che si era portato da
mettere; anche lui creatura della
Red Bull Music Academy che per
il secondo anno di fila ha
collaborato con Sonar andando
ad allungare la line-up
dell'evento con le migliori novità
del panorama musicale
internazionale, con più di 20
artisti da oltre 16 paesi nel
mondo. Gli artisti scelti
dall'accademia sono forse
proprio tra i più interessanti
proposti durante il Sonar di
giorno che si è tenuto come di
consueto nella splendida cornice
del MACBA (il Museo di Arte
Contemporanea di Barcellona),
nella centralissima zona del
Raval. Difficile immaginare lo
svolgimento di un evento simile
in una delle nostre città italiane
ma il 2011 dovrebbe riservarci
qualche sorpresa positiva.
www.sonar.es
'Finisterrae' racconta la storia di
due fantasmi che, stanchi di
vagare nel limbo, decidono di
prendere il Cammino di Santiago
fino alla fine del mondo
(Finisterra) in modo che, una
volta lì, possano iniziare un
fugace viaggio terreno grazie alla
terra dei viventi. Il film, creato
per presentare al pubblico la
kermesse 2010 di Sonar – “La
pelìcula que da imagen a Sonar
2010” – rappresenta quest'anno
lo spirito e l'immagine del
conosciutissimo festival che per
la prima volta nella sua storia si
è tenuto contemporaneamente
in due città spagnole differenti,
giungendo anche ad A Coruña
attraverso il famoso 'Cammino'.
Noi da Barcellona vi raccontiamo
l'edizione numero 17 che è stata
più ricca che mai: presenti nomi
internazionali del calibro di The
Chemical Brothers che hanno
lanciato il loro nuovo show, Roxy
Music che ha riunito per
l'occasione Bryan Ferry, Phil
Manzanera e Andy Mackay sullo
stesso palco, un coreografico e
l i t u rgi c o J ó n s i , L C D
Soundsystem con la nuova
formazione creata da James
Murphy durante la sua recente
permanenza a Los Angeles, dei
chiassosissimi Dizzee Rascal, gli
evergreen 2manydjs (è stata
dura attenderli fino alle 4 del
mattino ma come di consueto
non hanno deluso le
aspettative), il bellissimo ed
emozionante live degli Hot Chip
al SonarPub la prima sera di
Sonar De Noche, la divertente
performance hip-hop di The
Sugarhill Gang e ancora Fuck
Buttons, Air, Plastikman, Caspa,
Booka Shade, Aeroplane e molti
altri. Chi c'è stato sa di cosa
parliamo, chi non c'è stato non
sa cosa si è perso. Il Sonar,
'Festival Internacional de Música
Avanzada y Arte Multimedia' per
eccellenza, rimane il punto di
riferimento mondiale per i
cultori della musica elettronica
anche se forse negli anni si è
persa un po' di sperimentazione
ed avanguardia per dare spazio
ad un ritrovo ormai cult di tutti
gli artisti più in voga. Questo
giugno anche le donne sono
state grandi protagoniste:
interessanti i dj set di BFlecha,
photo by E. Virago
nuovo Bar
CONTRA BARCHE - VI
ASTRA
Ciao Giorgio
grazie per tutte le
indimenticabili serate
di musica passate
assieme
da Mopi, Bar Astra e Maiali Inquinanti
sabato 10
Tappeto Sonoro / acid & electric jazz con " I Kasa"
venerdì 16
"...from disco to disco..." festa itinerante a base di
house e drink "economici"...
venerdì 23
Tribossa... Sabrina Turri, lele Sartori e Valerio Galla,
ci accompagneranno dolcemente dentro la "bossanova"
sabato 24
Dominique and Afroguest .... il mitico Dò e la
sua ineguagliabile voce torna a Sartea con inediti e
nuovi elementi tra le fila della sua band
mercoledì 28
Rat race .... come far rivivere Bob Marley e il suo credo in una ,
sicuramente, calda, serata estiva...da non perdere!!
venerdi 30
BACK TO BLACK “The Best of Soul Black Funk from 60/70 by DJD
sabato 31
Vertical in concerto orario aperitivo....in occasione della tanto
sudata laurea di Gas (sax), torna il mejo gruppo funky che il vicentino
abbia mai partorito..olè
MONDIALI 2010
Vivili al Sartea con il maxischermo in giardino!!!
martedì 6 semifinale
mercoledì 7 semifinale 2
domenica 11 finalissima
sartea
start open events beginnig 21.30/22.00
::::::: entrata gratuita e cosumazione facoltativa :::::::
SARTEA - C.so S. Felice e Fortunato - Vicenza
luglio
26
“Live Review”di Marco Dalla Stella
BAD RELIGION
Ave re 3 0 a n n i e n o n
dimostrarli, ma soprattutto
festeggiarli con un grande tour
celebrativo. La più grande punk
b a n d at t u a l m e n t e i n
circolazione torna quindi in
quel di Milano, per quella che si
rivelerà essere un'esibizione
intensa, veloce e priva di troppi
fronzoli, con quattro “signori”
(forte delusione per l'assenza
di Brett Gurewtiz, presente in
altre date del tour europeo)
ben lungi dall'essere delle
vecchie glorie in decadenza,
Purtroppo a causa di orari
sciagurati (ok voler finire il
concerto presto, ma far iniziare
l'headliner alle 21.15 con due
gruppi spalla prima mi pare
francamente esagerato) perdo
il live dei Leeches, che ho
saputo essere stato maiuscolo.
Sicuramente una delle band più
va l i d e at t u a l m e n t e i n
circolazione, così come i
Peawees che con il loro
punk'n'roll abrasivo scaldano
non poche persone. Ma l'attesa
è tutta per loro. Quando Greg
Graffin, Jay Bentley, Greg
Hetson, Brian Baker e Brooks
Wackerman fanno il loro
ingresso sul palco dell'Alcatraz,
il boato del pubblico è
assordante, in un delirio
collettivo che non sfocia
nell'idolatria, bensì nel giusto
riconoscimento ad una band
semplicemente unica, che ha
sempre avuto qualcosa da dire
(e i più bei testi mai scritti da un
gruppo punk sono là a
dimostrarlo) e lo hanno detto
sempre nella maniera migliore.
L'attacco con Do What You
Wantӏ
un pugno nello
stomaco e dà il via a delle danze
(pogo) che non avranno sosta
fino all'ultima nota della finale
Sorrow. I cavalli di battaglia ci
sono (quasi) tutti: American
Jesus, No Control, 21st Century
Digital Boy, Generator, Fuck
Armageddon... This Is Hell ma
c'è anche spazio per brani meno
usuali in ottica live come Dearly
Beloved, Along The Way, Flat
Earth Society, Man With A
Mission fino ai fasti recenti di
Sinister Rouge, New Dark Ages,
Germs Of Perfection, Requiem
For Dissent. Il tutto per
ripercorrere una carriera che ha
del leggendario e dell'irripetibile,
che li ha resi tra le band più
longeve del punk (e non solo) e
con una produzione di un livello
qualitativo medio eccelso che li
vede ancora oggi sulla cresta
dell'onda. Sfido chiunque ad
arrivare ad quattordicesimo
album in studio con tante
energie e motivazioni. Jay
Bentley è il componente più
visibilmente divertito: sembra
un ragazzino mentre suona e
canta saltellando per il palco
canzoni di vent'anni fa, la
premiata ditta Hetson&Baker
alimenta questa macchina da
concerto ben sorretta dietro le
pelli dal giovane (rispetto al resto
della band) Wackerman. Punk
Rock Song, 21st Century Digital
Boy e Sorrow chiudono
degnamente uno dei migliori
concerti a cui abbia avuto la
fortuna di assistere. Ordinaria
amministrazione per i Bad
Religion, che hanno suonato
egregiamente (una sbavatura di
Bentley e un po' di confusione
sull'attacco di “A Walk”, ma in
un live ci sta tutto) davanti ad un
Alcatraz gremito e urlante.
Arrivano così in fretta le 22:30 o
poco più, concerto finito e tutti a
casa. Appuntamento a
settembre per il nuovo album, e
relativo tour. Magari col buon
Brett on stage.
“Live review”di Marco Chemello (VI)
LUCA BASSANESE E LA PICCOLA
ORCHESTRA POPOLARE
@ FESTA MACONDO 2010
Santo subito! Approfittiamo di
una maliziosa rivisitazione del
titolo di una delle sue più
attrattive canzoni per
tratteggiare la prima opinione
dedicata a Luca Bassanese. Si è
rivelata, infatti, una più che
gradevole scoperta il live portato
con carisma in scena Domenica
alla festa Macondo a Bassano
del Grappa del giovane
c a n t a u t o re v i c e n t i n o.
Accompagnato da una Piccola
Orchestra Popolare autrice di
una musica calda e coinvolgente,
v i b ra n t e e c a s a l i n ga ,
indistinguibile nelle sue ballate
popolari uniche nella capacità di
farti fluttuare invisibile e
incontenibile gli uni accarezzati
agli altri in un ballo insoddisfabile,
Bassanese ha presentato con
impeccabile perizia e capacità
artistica il suo ultimo lavoro in
studio: “Il futuro del mondo”. Vero
artista a 360°, autore tra l'altro di
libri (l'ultimo intitolato “Soltanto
per amore” contiene una
piacevole raccolta di “poesie
lettere e momenti di vita”, come
recita chiaramente il sottotitolo) e
protagonista in numerose opere
teatrali e collaborazioni anche con
artisti di caratura internazionale,
Luca Bassanese ha conquistato la
platea Macondo senza la minima
difficoltà. è, infatti, grazie alla sua
pregevole naturalezza con cui
danza leggero nel palco, arrivando
a sfiorare con lo sguardo e la voce
ogni persona del pubblico, e per
come racconta come un
moderno cantastorie le facce
della sua vita e del nostro mondo,
che Luca si avvicina con tanta
facilità allo spirito dei suoi
spettatori. La musica della
Piccola Orchestra, composta da
trombe, fisarmonica, violino,
chitarra acustica, batteria,
tastiera e basso, si dimostra
cucita su misura per il suo canto
misterioso ma chiaro e toccante,
a volte pure divertente e ironico.
Il folk che ne scaturisce sgorga
inarrestabile senza il bisogno di
toccare gli strumenti con troppa
veemenza, accompagnato da
ascoltatori non numerosissimi,
ma verticalmente coinvolti e
catturati dal ritmo. Bassanese
non si limite ad esporre la sua
musica e i suoi testi, sempre
molto attuali e sensibili
socialmente (regalando
oltretutto una chicca con la
cover di “Bocca di Rosa” di De
Andrè), ma si impadronisce della
scena con numerosi cambi
d'abito, attraverso l'uso di
maschere o di tamburi e
bandiere. Abile musicista e
artista di scena, il vicentino ha
eseguito con vigore il suo ormai
ricco repertorio, dando la priorità
ai pezzi della sua ultima fatica,
scritta assieme all'amico e
maestro direttore della Piccola
Orchestra Popolare. E tra queste
spunta l'orecchiabile e
sussultuosa “Santo Subito”,
bissata con successo al termine
di un'ora e mezza di un'ottima
prestazione poliedrica e
altamente socio-compatibile. E
per questo...Santo subito!
CHEMICAL
Further
BROTHERS
di Mattia Braida
Gli anni Novanta sono passati e nessuno li riporterà indietro,
nemmeno chi ha contribuito a costruirli, e il nuovo disco dei
Chemical Brothers è qui per ribadirlo. Il ritorno del duo inglese
sfrutta la retorica del big beat per trasformarsi, portandola a
un livello diverso, da un lato più attuale e dall'altro più maturo.
"Further", il titolo di questo nuovo lavoro: più avanti. In tutti i
sensi. Che i nostri ci tengano a dimostrare di non essere
ormai dei tardoni si nota fin da subito: "Snow"-"Escape
Velocity" è un uno-due di alta classe che prima addolcisce e
poi stordisce, con un crescendo di synth che esplode in un
beat quadrato e tremendamente efficace. E i colpi sotto la
cintura non mancano, come "Horse Power", pura potenza
harsh-techno d'annata. Tra electro-pop sofisticato e nebuloso
("Dissolve") e melodie killer su tappeti solidi fatti di beat e
sudore (il tris finale con "Swoon" protagonista indiscusso), i
Chemical Brothers riprendono con vigore e mestiere in mano
la propria carriera, segnando un importante giro di boa a livello
stilistico e compositivo.
SOUND AND VISION
NIGHTCLUBBING
Desideri richiederci informazioni per il tuo locale? Chiamaci 349.1970263 - 0424.527995 o scrivici a [email protected]
MILANO
CIRCOLO MAGNOLIA
TORINO
sPAZIO 211
TORINO
HIROSHIMA MON AMOUR
VIA CIRCONVALLAZIONE IDROSCALO 41
MILANO - INFO : 02 7561046
VIA CIGNA 211 - TORINO
INFO : 011.19705919
VIA BOSSOLI 83 - TORINO
INFO : 011. 3176636
VIA 4 NOVEMBRE - MODENA
Il Circolo Magnolia, luogo di socialità,
divertimento e vivo scambio
culturale, è IL PRIMO LOCALE AD
IMPATTO ZERO IN ITALIA. Con i suoi
102 pannelli solari da 195w l’uno, il
Circolo Magnolia propone una
programmazione intensa e
decisamente originale: live, dj set,
party, festival, rassegne teatrali,
presentazioni di libri e riviste, corsi di
formazione, campagne di
sensibilizzazione. Non ci si annoia
proprio mai qui al Magnolia!
Spazio Parallelo di Musiche
Indipendenti. Che eludono le
convenzioni e tendono a crearne di
nuove ed attuali. Missione: dare
ossigeno all'asfissia artisticaculturale scavando sotto la
superficie dei consumi convenzionali
in cerca di linguaggi e suoni nuovi.
Non basta dire non importa. E’
semplicemente la musica a formare
le nostre opinioni.
Hiroshima Mon Amour opera dal
1986 nel campo della produzione e
dell'organizzazione di spettacoli e
di eventi culturali. Punto di
ri fe ri m e n t o n a z i o n a l e e d
internazionale per i grandi eventi e i
festival musicali.
Ex mattatoio recuperato, è una vera e
propria sauna di suoni: funk, reggae,
soul, rare grooves, afro, nu-jazz, bossa
indie rock. Propone dj set e live con
ospiti italiani e internazionali. Erede
dello storico Left, è da dieci anni il
circolo all'avanguardia nel panorama
modenese per le sue proposte musicali
e artistiche dove ampio spazio viene
dato agli aspetti più sotterranei,
sfuggenti e cool della realtà: dagli eventi
dedicati ad artisti emergenti, ai concerti
dei gruppi di base, al sostegno a varie
campagne sociale ed umanitarie.
MODENA
VIBRA
www.vibra.tv
ROMA
CIRCOLO DEGLI ARTISTI
FIRENZE
VIPER CLUB
TRENTO
CHALET DE LA MOT
VIA CASILINA VECCHIA 42
INFO : 06.70305684
VIA PISTOIESE - VIA LOMBARDIA
INFO : 055. 318231
BASELGA DI PINE’ - TRENTO
INFO : 380.7325710
VIA DELLA PILA 103 - MARGHERA
INFO: 393.7573462
Un locale che si è sempre proposto come
spazio musicale dove avanguardia,
sperimentazione e rock'n'roll sono di casa:
musica italiana e straniera, emergente e
originale, sostegno alle scene musicali in
difficoltà, qualità e novità come obiettivi
nella scelta della programmazione,
impegno a non chiudere fuori nessun
"genere" musicale e soprattutto, negli
ultimi anni ed in prospettiva, ad ospitare le
altre arti.
Struttura polivalente, ritrovo per gli
appassionati di musica. Qui potrai
ascoltare serate all’insegna della
musica rock, con programmazione di
artisti internazionali il venerdì sera,
mentre al Sabato troverete serate
degne dei migliori club electro/house.
Ottima acustica e bellissimo palco
insieme a buone birre e raffinati drink
rendono molto piacevole la
permanenza nelle due piste da ballo
del locale.
Nuova anima per il Chalet de la
Mot, oltre a riaprire come pub con
6 splendide spine di selezionata
birra e ospitare numerosi live e dj
set, vi delizierà con il ristorante
aperto dal martedì alla domenica
dalle 18 alle 24.
Il nuovo Club nato come conseguenza
e principale sede del WAH WAH CLUB,
con lo scopo di portare a Venezia un
CLUB che ora come ora manca. Un
loft dove andare a bere una birra, dove
organizzare la tua festa, dove sentire i
concerti delle band piu fighe della
scena indie rock e rock n roll ed i djs
piu cool del momento, proiezioni,
esposizioni, coinvolgimento, proposta,
questi sono i segni particolare del
POP CORN Club
VERONA
LA LOGGIA
VICENZA
OVOSODO
VICENZA
SARTEA
VICENZA
SABOTAGE
VENEZIA
POPCORN
C.so GUA’ - COLOGNA V.TA
INFO : 0422.41041
CONTRA’ PESCHERIE VECCHIE 12
VICENZA - INFO 0444.235315
C.so S. Felice 362 - VICENZA
INFO : www.sartea.it
Viale dell’Industria 12 - VICENZA
INFO : www.sabotagebar.eu
Situato nel centro storico di Cologna
Veneta Il Loggia cafè è un perfetto
punto di partenza per la vostra serata.
Tutti i week-end con i migliori D.j. set.
Chiuso il Lunedì
In centro a Vicenza Ovosodo wine
bar spazia tra ottimi vini al calice,
24 tipi di spritz, stuzzicherie
fresche, cordialità, allegria e tanta
buona musica. Per la nuova stagione
2009/2010 Ovosodo organizza
ogni Venerdì sera esclusivi Dj Set,
dalla ricercata musica elettronica,
alla serata Soul Funk. Aperto dalle
ore 9 alle 2.
Locale storico di Vicenza che da
anni allieta e propone importanti
novità. JND Festival Electronic
Music, che ha portato il Sartea a
livelli internazionali grazie ad una
selezione ricercata di djs di ottimo
livello provenienti dai Clubs di
Berlino, New York e Londra.
Ambiente liberty, affascinante e
ricercato che risalta la qualità del
servizio. Chiuso Lunedì
Nell'insidioso mare magno del NordEst , tra localini minimal, spritz bar,
pre-post discobar, bella gente, musica
a 360 e birra a fiumi si erge sparuta
un'isola di salvezza! Un covo per chi
cerca e vuole il Rock senza tanti
complimenti e senza troppi
compromessi! Per chi bada alla
sostanza più che alla forma! L'ultima
spiaggia per chi cerca un informale,
rumoroso ed accogliente rifugio per il
cuore e per le orecchie! Dal lunedì
alla domenica! Musica, live show,
Djset, bere, mangiare e buone
vibrazioni. Let there be rock!
VICENZA
BAR ASTRA
VICENZA
DUE DI PICCHE
VICENZA
SHINDY CLUB
VICENZA
CONTRA’ GRANDA
CONTRÀ BARCHE - VICENZA
INFO :
Via Gamba 17 - BASSANO D. G.
VIA S. GIORGIO - BASSANO D. G.
INFO : 0424.500.000
VIA BARBIERI 25 - BASSANO D. G.
INFO : 347.7597201
Il centro di Vicenza, al centro del
mondo, nel centro della musica!
“Nuovo Bar Astra” powered by his
eclectic owner Mopi and his
amazing staff. Music every day,
music every night ,,, music inside.
Taste us and you never forget us!
Peace & Love!Da non perdere i
mitici concerti e dj set aperitivo.
Aperto tutte le Domenica dalle
ore 16.59.
Unico nel suo genere, il "2 di
Picche" offre beer&drinks
accompagnati da ottima musica
rock e dintorni per momenti
shanty di puro divertimento!!! Per
anime Rock.
Lo Shindy Club da trent’anni è la
discoteca dei bassanesi doc, informale
ed “alternativa” offre serate di vario
genere: il venerdì concerti live, il Sabato
rock puro al primo piano, e musica
elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete
presente la pubblicità “cosa sarebbe il
mondo senza la Nutella?”
Decisamente si abbina a “cosa sarebbe
Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! .
Aperto Venerdì e Sabato
Alla mattina ottime colazioni a base di
spremute di frutta fresca, a
mezzogiorno e sera a far compagnia
agli aperitivi : gustosi tramezzini,
stuzzichini. Ogni sera potrete godervi i
ricercati cocktails (ottimo Moijto), la
sangria e una vasta selezione dei
migliori vini. Al Ven e Sab i migliori djs
della scena electro. Disponibile per
feste private. Chiuso Lunedì
VICENZA
ZIO FREAK
VICENZA
WAVE CAFE’
VICENZA
PORTA BREGANZE
VICENZA
OSTERIA RIVE
Via Capitelvecchio 136 - Bassano
(SS47 Bassano - Rosà)
C.SO MAZZINI 138 MAROSTICA
INFO : 345/2758203
VIA RIVE 14 - CARTIGLIANO
INFO : 348.8265815
Vivace ed eclettico, WAVE Café vive
dalla colazione del mattino
all'ultimo cocktail della notte. Ottimi
il ristorante e la pizzeria. DJ nel
weekend, musica dal vivo coming
soon e tutte le ultime novità gaming
da provare sprofondati su morbidi
divani.
Dentro le bellissime e storiche mura
del Castello Scaligero di Marostica
un'ambiente moderno, raffinato ed
elegante, in contrasto con l'area
circostante ti affascinerà per il calore
che trasmette, Monia ti conquisterà
con la bontà dei suoi “spunciotti”, le
bellissime Lorena e Vania per la
classe con cui servono tutte le
bevande. Un piacevole giardino estivo
con vista Castello Superiore sarà
presto reso operativo anche d'inverno
per dare, a chi desidera fumare e bere
all'aperto, un po' di comfort.
Tra un mix perfetto di pezzi di design
vintage anni ’50-’70 e di elementi
tradizionali, Giovanna ha creato un
locale unico nel suo genere, dove si
respira un’atmosfera d’altri tempi.
Pensare di essere arrivati in un
esclusivo jazz club in una grande
metropoli non è un azzardo! Cucina
creativa, arte, musica il mix perfetto
per un locale che vi darà mille
emozioni tutte indimenticabili!
VIA GAMBA - BASSANO D. G.
Un tributo in stile "bacaro venesian"
al mitico Freak Antoni, situato in
una delle vie più movimentate e
cool di Bassano!
Chiuso il martedì
VICENZA
BARETTO
TREVISO
ZWEI BAR
TREVISO
TAVERNA AL GALLO
TREVISO
NEW AGE
PONTE PAGNANO - ASOLO
INFO : 0423.952761
FIETTA DI PADERNO D. GRAPPA
INFO : 0423.53090
VIA TINTORETTO - RONCADE
INFO : www.newageclub.it
Posizionato sulla statale che va da
Breganze a Marostica, con un ampio
parcheggio sia di fronte che a lato, e
arredato in modo un po' kitsch è
particolarmente gradito ai giovani per
i suoi colori vivaci e l'atmosfera
sempre allegra, ravvivata dalle
bellissime ragazze che vi aspettano
sette giorni su sette dalle 06 del
mattino fino alle 02 di notte. Oltre
alle ottime birre facciamo delle
Bruschette speciali, Panini,
Insalatone e snack veloci adatti a
tutti i gusti.
Zweibar Ist Wunderbar! Ristorante non
convenzionale con menù che cambia
spesso e accompagnato da ottimi vini.
Cocktail fatti a regola d' arte e snack
diversi dai soliti, in più...... la Nostra Musica
(vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo.... dal
cicchetto, all' affettato al coltello, fino al
pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di
comodo parcheggio Zweibar è aperto
dal Mercoledi alla Domenica dalle 17.30
alle 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761.
Ambara ba chi! Chi! Coko! Questa
sera dove vò? Vado al Gallo in Valle
San Liberale dove non si sta per
niente male ...
New Age Club è il rock club più esclusivo
della parte nord-orientale della penisola.
new age club è totale garanzia di
professionalità e visibilità per gli artisti
affermati da tutto il mondo. new age
club è trampolino di lancio per le nuove
realtà musicali. new age club è lo spazio
di divertimento notturno senza vincoli
anagrafici. lo staff del new age club vi dà
il benvenuto per una nuova elettrizzante
stagione di live allo stato puro!
TREVISO
ROKKAFE’
TREVISO
ZION ROCK CLUB
TREVISO
ASHA
TREVISO
EDEN CAFE’
St. DEI COLLI - CASTELCUCCO
INFO : www.rokkafe.com
Via Vazzoler 30b - Conegliano
INFO : 349.8820213
Via Fonderia 35 - TREVISO
INFO : 0422.304280
VIA 15 Luglio - TREVISO
INFO 340.1275245
Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di
riferimento per tutti quelli che (scusate
lo snobbismo) la musica la sentono un
po' di più. Precursori della DJ CULTURE i
due fratellini preparano con i loro super
collaboratori anche ottimi drink. Ricerca
e coerenza sono alla base del bel
connubio tra passato, presente e futuro
che ha vita in questo posto. Dal Martedi
alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00
Info 3496027294 - 347737793
Ultima citta' libera del cult movie
Matrix, contestualizzando nel proprio
territorio il significato che il film da' di
essa. Spirito di liberta' culturale, voglia
di rinnovamento socio-comunicativo,
promuovere le migliori espressioni
artistiche nazionali ed internazionali.
La programmazione del Circolo e'
concentrata sulle serate del venerdi' e
del sabato con concerti dal vivo e Dj
Sets a seguire. Ogni Venerdi' e Sabato:
Apertura Circolo: ore 22:00
Lo scenario cosmopolita di ASHA è
dedicato al loisir, al piacere spirituale in
cui emozioni e sapori si ampliano in
una particolare armonia di sensi.
ASHA offre un'esperienza memorabile
in cui decor, illuminazione, acustica,
grafica e staff risultano in perfetta
sintonia tra loro, in un flusso di energia
globale che avvolge e coinvolge
chiunque. L'ospite è cuore pulsante e
protagonista, anima di in un ambiente
dall'appeal internazionale.
Da qualche anno a questa parte si
sta affermando come uno dei punti
di ritrovo per la Treviso alternativa,
quella che cerca lo spirito
dell'osteria, magari con qualche
accorgimento, ma senza snaturare
lo stile easy dei bei vecchi tempi.
La location è ricca d'atmosfera, in
un ex cinema teatro, poco fuori le
mura. Al Ven e Sab concerti
d’autore e dj set sempre ricercati.
Via Ponticello 40 - Molvena (Vi)
INFO : 345/2758203
“RECEBOOK - I libri che suonano” di Francesco Nicolli
ORIGIN OF MUSE
Mark Beaumont, “Fuori dal mondo. La storia dei Muse”, Arcana, 2010.
Con l'eco del concerto
milanese dello scorso 8
giugno ancora nell'aria,
parliamo in questo numero di
un libro dedicato ai Muse,
uscito (non a caso) in Italia
quasi in contemporanea
all'esibizione live del gruppo
nel nostro Paese. Edito da
Arcana, il volume si intitola
“Fuori dal mondo. La storia dei
Muse” ed è firmato da Mark
Beaumont, uno dei più
apprezzati critici musicali
b ri t a n n i c i . S i t rat t a
effettivamente di
un'imponente biografia
dedicata al trio originario del
Devon, divenuto col nome
Muse una delle rock band più
importanti della scena
musicale contemporanea,
giunto al traguardo dei 12
milioni di dischi venduti nel
mondo. Matthew Bellamy, voce
e chitarra, Chris Wolstenhome
al basso e il batterista Dominic
Howard, coetanei, formano la
prima band a soli tredici anni
ma è solo nel 1997 che
decidono definitivamente il
nome del gruppo, Muse. Di lì a
due anni esce “Showbiz”, il
primo album della band, che
segnala Bellamy & Co. tra i
musicisti più promettenti del
rock anglosassone. Anche se
qualcuno, agli esordi, li bolla
come cloni dei Radiohead,
cosa che dapprima diverte, poi
infastidisce assai il gruppo. In
realtà la “formula magica”
della musica dei Muse non è
mai cambiata, l'influenza dei
Radiohead è innegabile, come
quella dei Queen,
particolarmente evidente
nell'ultimo lavoro del gruppo,
ma alla base del successo dei
Muse sta un rock potente,
epico, con rimandi alla classica,
il tutto condito dalle ottime
doti tecniche dei musicisti e da
quelle vocali di Bellamy (che
resta impressionato, da
adolescente, da uno show di
Jeff Buckley, fatto che
“sdogana”, per così dire, il suo
falsetto). Il secondo lavoro del
gruppo, “Origin of symmetry”,
del 2001, conferma quanto di
buono aveva offerto l'album
d'esordio; brani come “Bliss”,
“Plug in baby” e “New born”
lanciano il trio al successo
i n t e rn a z i o n a l e, b e n
documentato da “Hullabaloo”,
doppio album contenente
l'esibizione allo Zenith di Parigi
e una raccolta di b-sides.
L'ascesa del gruppo è iniziata
in modo irreversibile, e i
s u c c e s s iv i d u e l avo ri ,
“Absolution” (2003) e “Black
holes and revelations” (2006)
amplificano a dismisura gli
elementi che ne
caratterizzano lo stile
mu s i c a l e : h a rd ro ck
trascinante, melodiche ballate,
inni visionari ed evocativi,
richiami all'opera e ad arie
classiche. Una fotografia
significativa ed emblematica
di quello che sono diventati i
Muse la offre la pubblicazione
di HAARP, cd e dvd live
registrati al Wembley Stadium
di Londra nel giugno 2007,
testimonianza della potenza
musicale, dell'intensità
emozionale e dei pirotecnici
effetti offerti dalle esibizioni
dal vivo della band. A tre anni
di distanza dal fortunato
predecessore, infine, esce nel
2009 quello che al momento è
l ' u l t i m o c ap i t o l o d e l l a
fortunata saga dei Muse: “The
resistance”, un album il cui
impatto sonoro è forse meno
immediato ed accattivante
rispetto al precedente, ma che
è sicuramente il tentativo,
sempre ambizioso, di sposare
generi musicali
apparentemente lontani, con
risultati di tutto riguardo. Mark
Beaumont, nell'introduzione
37
al suo libro, ricchissimo di
interviste inedite non solo ai
tre musicisti inglesi, ma anche
a produttori, amici e compagni
di avventura del gruppo,
sottolinea come quella dei
Muse sia stata un'ascesa
a l l ' O l i m p o d e l ro ck
sorprendente da un lato ma
i n e l u t t ab i l e d a l l ' a l t ro :
“Quando li incontrai per la
prima volta, dimenticarsi di
una band come i Muse era la
cosa più semplice del mondo.
[…] Al Wembley Stadium, in
quella mite serata del giugno
2007, dimenticarsi di una
band come i Muse era la cosa
più difficile del mondo”. God
s ave t h e q u e e n . M a
s o p rat t u t t o t h e Mu s e !
9/10/11SETTEMBRE
SETTEMBRE
9/10/11
GIOVEDI’ 9
SETTEMBRE
CARMEN CONSOLI
UNICA DATA NEL NORD EST
+ Fabio Abate + Thony
second Stage : Signorsulu
VENERDI’ 10
SETTEMBRE
Main Artist
TBA
+ BUD SPENCER
BLUES EXPLOSION
second Stage :
Beer Beer Orchestra (France) + Melt +Rain Flowers
SABATO 11
SETTEMBRE
SKATALITES (JAMAICA)
second stage: Mutual Joist + Gli Incolti + The Boots
MEDIA PARTNER
UFFICIALE
Info: [email protected] - [email protected] - 339/1115264 - 347/0440895
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UNICA DATA NEL NORD EST
Prevendite www.asolofreemusicfestival.it / www.boxol.it
Posto unico in piedi: in prevendita 20,00 € - al botteghino 25,00 €
Info: [email protected] - [email protected] - 339/1115264 - 347/0440895
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Via ponticello, 40 Molvena (Vi) - Aperto dalle 06,00 alle 02,00 - Aperto 7 giorni su 7 - INFO 345/2758202.
“Bedroom Revolution, vinili da collezionare” by Sir Taylor (VE)
in un bar di New York e tra una
The STOOGES”RAW POWER” bevuta
e l'altra vengono
KC321111 columbia US LP - con inner sleeve 05/73 messe in piedi le basi per
Iggy torna in Italia il 16 luglio a
pordenone per un'unica data
Italiana che ripropone in
versione live l'ultimo album
realizzato con lo storico
gruppo degli Stooges. Non il
suo capolavoro ma un album
decisamente seminale per la
scena punk inglese con alcuni
brani divenuti dei classici nei
live di Iggy( e non solo!).
Ricordo che del primo album
degli stooges, edizioni,
quotazioni ed aneddoti
abbiamo scritto circa un anno
fa. Penso che di “Fun house”
non sia necessario dire o
scrivere niente; classico
assoluto del rock USA e
facilmente reperibile a cifre
veramente ragionevoli. Ben
più complicata la storia
i nve c e p e r i l c ap i t o l o
conclusivo della saga Stooges
con risvolti legali che
complicarono non poco
l'uscita del disco nel maggio
del '73. L'eroina aveva travolto
la band alla fine delle
registrazioni di Fun House e
ascoltando il disco, in cui le
tracce seguono l'ordine di
registrazione si avverte
chiaramente una atmosfera di
chaos crescente anche se
ancora sotto controllo. Questo
causerà non pochi problemi
alla attività live promozionale
successiva, che porterà ad
uno scioglimento a tempo
indeterminato. Leggenda
vuole che David Bowie grande
a m m i rat o re d e l l a b a n d
incontri casualmente l'iguana
riformare la band e registrare
del nuovo materiale. James
Williamson, sostituto di
D.Alexander(gtr), Don e Ron
Ashton e Iggy volano a Londra
per registrare il primo di due
album concordati con la CBS.
L e re gi s t ra z i o n i q u i n d i
includono parecchio materiale
che verrà non incluso nel lp ma
sarà regolarmente proposto
nei live che seguiranno. Fresh
rag; Gimme some skin; Tight
Pants; Scene of the crime; Sick
of you; Cock in my pocket ;
Penetration etc furono tra i
primi brani registrati (quasi
tutti pubblicati postumi da
BOMP rec) ma ritenuti dalla
label troppo violenti per il
proprio target commerciale ed
essere associati a Bowie
detentore del contratto
editoriale! Furono tenuti su
insistenza di Iggy, “Search and
destroy” il riff di Tight Pants
che divenne “Shake appeal”e
Penetration in versione
completamente differente.
L'idea originale della band era
quella di avere un suono molto
60's con una acustica che
ri c o rd a s s e l o s t e re o
ricostruito tipico dei primi
album americani di Beatles e
Stones con basso e batteria
pampottati su un canale e la
voce e chitarra sul canale
opposto.Questo è
c h i a ra m e n t e a n c o ra
avvertibile in alcuni dei brani
42
del album pubblicato. Quando
alla CBS ricevettoro i nastri
finiti si rifiutarono di stampare
il master preparato e così
Bowie dovette rientrare dal
tour americano in tutta fretta
per sistemare le cose al
maglio e permetterne la
pubblicazione. Di fatto sul
mercato uscirono due stampe
c o n m i x a g gi a l q u a n t o
differenti: la primissima
edizione con un suono più
cupo e i bassi maggiormente
in evidenza ed una seguente
con un suono più nitido ma
troppo squillante sempre
criticata da Iggy. Inoltre và
notato che la prima stampa
a m e ri c a n a e d e u ro p e a
avevano una innersleeve o
busta interna con foto di Iggy
in azione che fa lievitare il
costo del disco a livelli stellari.
Preparatevi a sborsare per una
b u o n a c o p i a o r i gi n a l e
completa americana o inglese
almento 130/150$ visto che al
tempo il disco non vendette
molto. Ricercatissima la
stampa promo w/lbl USA con
inserti vari, il 45 americano(
Search n Destroy
mono/stereo ma senza
copertina) e il rarissimo
singolo giapponese con
copertina(Sarch and
distroy/shake appeal). Da
notare che esiste una stampa
italiana di questo album su
C B S a ra n c i o n e / n e ro,
ovviamente rarissima. Ci
vediamo sotto il palco
ovviamente !
Shop on line
www.rivieras.it
44
“Exclusive Interview” by Ilaria Rebecchi
TEMPELHOF
Berlinesi? No! I mantovani
Tempelhof, con
un'accattivante miscela di
post dark-wave
sperimentale a metà tra i
Bauhaus e Eno, si svelano…
Vi chiamate come un
aeroporto di Berlino, se non
s b ag l i o. E l a vo s t ra
p re fe re n z a ve rs o l a
Germania, in quanto a
musica, non è difficile da
intendere. Come mai? E
c o m e è n at a q u e s t a
propensione? In realtà, tutto
è nato a seguito di un
viaggio. Durante l'estate di
tre anni fa passai qualche
giorno a casa di un amico,
Mizzi Stratolin, un pittore
italiano riparato a Berlino
d o p o a n n i p a s s at i a
Barcellona. Berlino, come sa
bene chi ci è stato almeno
una volta, è una città aliena
dal resto della Germania.
Come ogni grande capitale è
la sintesi perfetta di un
mondo possibile, all'interno
del quale convivono e si
c o m p e n e t ra n o ra z z e,
religioni, linguaggi artistici,
dove il contemporaneo
rilegge i lasciti di una storia
d ra m m at i c a , fo l l e e
disperata. E' una città che ti
salta dentro e non se ne va
più. Quando Mizzi mi portò a
ve d e re l ' a e ro p o r t o d i
Tempelhof rimasi folgorato.
Quel nome iniziò a
rimbalzare in testa e, una
volta a casa, parlandone con
Luciano, l'altra metà del
progetto, venne scelto come
nome. La vicinanza musicale,
invece, è iniziata molto
prima, con la passione per
alcuni artisti della Morr
Music e, in generale, per un
certo mondo che parte
direttamente dal Krautrock.
NIN, Brian Eno, Mogwai e i
Radiohead: tutto insieme
nelle tracce di “We Were Not
There For The Beginning. We
Won't Be There For The
End”… L'album è nato in
simbiosi assoluta con i
filmati che presentiamo dal
vivo e che provengono
direttamente dall'archivio
della Cineteca di Bologna.
Quindi, tutte influenze che
citi, insieme ad altre e al
nostro personale
immaginario, si sono fuse a
commentare le immagini.
Lavorare partendo dalla
fascinazioni di un
documento dei primi del
novecento è stata una
s t ra o rd i n a ri a fo n t e d i
ispirazione, anche se il disco
esiste di per se e non come
sonorizzazione. Avevamo in
testa alcuni temi che
abbiamo sviluppato, di volta
in volta, sfruttando il
pianoforte, le chitarre, i
sintetizzatori. Ognuno di
questi strumenti ha una
p ro p r i a p e rs o n a l i t à e
indirizza il pezzo verso
territori non ipotizzabili
all'inizio. Abbiamo seguito
l'istinto e ci siamo lasciati
trasportare senza fare molti
calcoli. E le influenze? Da
dove pescate l'ispirazione?
E' un bel mix di vecchio e
nuovo. Ognuno di noi ha i
propri ascolti, spesso anche
piuttosto distanti dalla
musica che componiamo
insieme. In generale potrei
citare i Joy Division, il
Krautrock in generale, Boards
of Canada, Four Tet, Notwist,
Godspeed you Black Emperor,
Explosion in the sky, Fuck
Buttons, Holy Fuck, Burial,
Joy Orbison e la scena
dubstep londinese. Parlando
di etichette ci hanno
influenzato molto le band
della Morr Music, le releases
della Warp, gli artisti della
4 A D. M a è u n e l e n c o
veramente parziale, se lo
dovessimo riscrivere altre
dieci volte ne uscirebbero
probabilmente dieci versioni
differenti! L'elettronica oggi?
Ancora un mondo da scoprire
del tutto, oppure un settore
t ro p p o ab u s at o ? E l e
differenze con gli anni '80 e
'90? L'elettronica è un
linguaggio, e come tale non
esiste di per sé. L'italiano può
essere una lingua poetica ma
se infarcita di bestemmie o di
ignoranza risulta orrenda. Lo
stesso vale per un linguaggio
mu s i c a l e. U n a c e r t a
e l e t t ro n i c a d i o g gi è
ripugnante, perché chi la
utilizza ne coglie sono il lato
più volgare. Diciamo che, pur
restando in tema di buon
utilizzo della tecnologia, i
m a rgi n i p e r i nve n t a re
q u a l c o s a d i nu ovo s i
“Exclusive Interview” by Ilaria Rebecchi 45
restringono ad ogni uscita di
disco. Dalla metà degli anni
'80 ad oggi, il revivalismo è
diventato pericolosamente
di moda... Oggi i mondi sonori
sono ancora più labili e
ognuno sceglie il proprio.
Ripeto, l'elettronica è una via
di espressione, quella che ci
è più affine. La scena
musicale italiana? Difficoltà
di uscire, pro e contro? La
scena italiana, per quanto
piccola, esiste almeno
nell'esposizione mediatica
che una band riesce ad
ottenere rispetto ad un'altra.
E non è un fatto trascurabile,
non si parla di narcisismo.
Esposizione sui media
significa, principalmente
“esistere”, suonare, fare
concerti. Detto questo, ci
sono un sacco di ottime band
in giro. Resta forse da capire
se il promuovere fortemente
l'esistenza di una scena
italiana impedisca, o meno,
alle band di percepire se
stesse come una realtà a se
stante, come minimo di
livello europeo. Mi chiedo
perché non dovrebbe essere
così, soprattutto per quelle
band che scelgono di cantare
in inglese. Noi, un po' per
caso, un po' per aspirazione,
ci siamo trovati ad avere
un'etichetta inglese e un
disco promosso
principalmente su quel
mercato e, alla fine, è una
cosa che ci soddisfa a pieno.
Questo non significa che non
teniamo all'Italia, tutt'altro,
stiamo tentando di fare
arrivare la nostra musica a più
persone possibili e vorremmo
fare molti più concerti di
quelli che normalmente
facciamo, anche se non è
facile. Sperimentazione e
t ra d i z i o n e … L a
sperimentazione, per quanto
ci riguarda, credo si fermi alla
ricerca del suono. Tutto in
natura “suona” e quindi tutto
p u ò e s s e re u t i l i z z at o,
registrato e riprodotto. Per il
resto, l'attenzione rimane
puntata sulla scrittura dei
brani, sulla ricerca di fare
buona musica. Il tessuto
ge n e ra l e d e l l ' a l bu m s i
presenta malinconico e
perfetto per raccontare, con
s t a m p o p re t t a m e n t e
internazionale, le desertiche
piogge invernali di periferia.
Si, effettivamente
“malinconico” è un aggettivo
che in molti hanno utilizzato
per descrivere l'atmosfera
dell'album e credo che sia
sostanzialmente vero. Per
tutte le ragioni di cui abbiamo
parlato in precedenza, per
come è nato e si è sviluppato,
il progetto è stato faticoso,
doloroso, estenuante, anche
se estremamente eccitante.
Io, da un lato, lo avverto come
un disco “post-alluvionale”,
umido ventoso ed elettrico,
vasto e luminoso. Dall'altro, è
decisamente “urbano”, scuro
e periferico. Ma certo, non
spetta a noi dirlo…
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50
“I’m old & my movies too” by Dj D (VI)
appare anche semplice, nel corso
L’UOMO CHE CADDE SULLA TERRA della
visione però gli elementi
(THE MAN WHO FELL TO EARTH) sono frammentati e avvolti nel
Regia di Nicholas Roeg - Con : David Bowie, Candy Clark, mistero, non é difficile subire
quindi un senso di smarrimento
Rip Torn - Anno 1976 - Durata 138 min
Da poco uscito in DVD in italiano
(tengo ancora la videocassetta
originale…) THE MAN WHO FELL
TO EARTH è il vostro film
dell'estate. Prendetevela con
comodo dura più di 2 ore e
mezza, vi consiglio di guardarlo
durante la notte di San Lorenzo
a partire dalle 2.00 di notte.
Trattasi di un film tra i più
sottovalutati troviamo un Bowie
in splendida forma,
probabilmente di gran lunga la
sua migliore performance
cinematografica, nei panni
dell'alieno Thomas Jerome
Newton che giunge sulla terra
unicamente per salvare il suo
pianeta dalla siccità.
Nonostante il forte stato
confusionale l'essere che si
nasconde dietro il nome inglese
Newton costruisce in poco
tempo un impero finanziario
delegato al suo avvocato di
fiducia, in seguito si stabilisce con
la cameriera Mary- Lo invaghita di
lui e contatta uno scienziato per
costruire un'astronave in cui
immagazzinare l'energia
necessaria al suo mondo. La CIA
intanto si insospettisce delle
fiorenti attività di Newton che
viene tradito dai suoi collaboratori
e consegnato a un equipe
medico-scientifica. Metà anni 70,
l'epoca in cui gli ideali progressisti
del decennio precedente si
schiantano presto contro una
realtà immobile e sgradevole, per
fortuna gli slanci creativi sono
invece in continuo fermento nella
musica e nel cinema grazie a
titoli della portata di "L'uomo che
cadde sulla terra", un'opera
sperimentale-esistenziale come
solo in quegli anni poteva essere
concepita. La storia se riassunta
come il suo stralunato, é proprio il
caso di dire, protagonista alieno
in cerca di acqua per il pianeta
natio morente. Il senso sfuggente
della pellicola deriva dal distacco
della trama lasciata sullo sfondo,
non é importante come nel 99%
dei film, un aspetto che nel corso
degli anni ha scomodato
paragoni con i film "indecifrabili"
di David Lynch, dietro la
cinepresa del resto c'è Nicolas
Roeg, uno dei più eccentrici e
brillanti registi inglesi del periodo.
Nel ruolo dell'alieno compare
David Bowie. Curioso sapere che
dietro le quinte del set si aggira
anche il figlio di Bowie, Duncan
Zowie Haywood, futuro regista
del notevole fantascientifico
"Moon" (2009). Bowie é Thomas
Newton, un alieno dalle
sembianze umane fragile sia
nella psiche che nel fisico,
colpisce la sequenza in cui viene
sollevato di peso dalla cameriera
Mary-Lo, caduto in un mondo
incomprensibile che può rivelargli
dei messaggi profondi e coerenti
nelle trasmissioni tv, la scena dei
monitor nell'albergo, ma anche
una serie di pericoli e
incomprensioni. Il film è tratto dal
romanzo omonimo del 1963 di
Walter Travis il film é uno
sguardo duro e impietoso sulla
società occidentale, insensibile
anche di fronte la presenza di un
essere alieno trascinato in un
viaggio senza ritorno nelle
debolezze terrene del denaro,
sesso e alcool. Per tentare di
costruire un'astronave che lo
riporti a casa, Newton, mette in
piedi un impero finanziario grazie
a dei brevetti rivoluzionari nel
campo della fotografia (in pratica
si tratta dell'impiego dell'attuale
tecnica digitale) e si rinchiude in
un isolamento dorato seguito
dalla ex-cameriera Mary-Lo, una
bella e brava Candy Clark, una
donna che tenta di scacciare la
solitudine della sua vita con
questo bizzarro "straniero": a dir
poco memorabile la sequenza in
cui si orina nelle mutandine
quando scopre il vero volto di
Newton, uscito dal bagno senza
le lenti a contatto per mostrare
agghiaccianti occhi da rettile e
un corpo asessuato (Marilyn
Manson ha preso diversi appunti
per il suo look). Nel corso della
vicenda Newton é rapito dai
ricordi del pianeta di origine e
dell'amata famiglia, uno scenario
figurativo, povero ma creativo
nella migliore tradizione della
fantascienza anni 70, composto
da sterminati spazi desertici e
spartani costumi (simili a mute
da sub con bombole) per una
donna e due bambini dal make
up alieno, intenti nei preparativi
della partenza del capo-famiglia
presso un'astronave-treno,
quest'ultima incredibile nella sua
resa artigianale di carta-pesta,
eppure bellissima. Un ulteriore
tocco psichedelico-esoterico al
tutto é portato dalla colonna
sonora firmata da John Philips
(membro dei celebri Mamas &
Papas) e Stomu Yamashta
modulata su bizzarri motivi
country-rock, la scena spazio-
“IN BRIT”di C. Cristofari & M. Peotta (VI) 51
Heroes_Art
temporale ambientata nel
vecchio west, e momenti
lisergici, si aggiungono inoltre
canzoni di Roy Orbison, Louis
Armstrong, Steely Dan, ecc.
"L'uomo che cadde sulla terra" si
abbandona ai piaceri della carne,
non sono poche le scene di
sesso presenti e in alcune
compaiono anche dei genitali
maschili (a riposo), il pene
dell'attore Rip Torn nel ruolo del
professore-scienziato Nathan
Bryce viene impugnato da una
scatenata studentessa, anche
Bowie fa intravedere per una
frazione di secondo un nudo
integrale (troverete circa 4
minuti di nuto nelle scene
tagliate inserite nell'edizione
americana), l'attrice Candy Clark
si concede in diversi scene
senza veli. Uno dei produttori, Si
Litvinoff, pochi anni prima aveva
portato sullo schermo "Arancia
Meccanica"(1971), forse non é un
caso visto che la seconda parte
della pellicola ha diversi punti di
contatto con il film di Kubrick,
anche il protagonista viene
imprigionato e messo a
disposizione di un'equipe medica
dai metodi poco ortodossi
(un'altra scena impressionante é
il taglio di un capezzolo ) che ne
sconvolgeranno per sempre la
psiche. Nonostante girato negli
splendidi scenari del New
Mexico, una terra dove in pochi
minuti si può passare dai deserti,
ai canyon sino alla meraviglia
delle foreste, il film é una
produzione inglese cosi come la
maggior parte del cast
tecnico/artistico. Film tutt'altro
che spettacolare, per buona
parte grottesco e pieno di
allusioni simbolico-sessuali, può
essere visto anche come
riflessione sullo scorrere inutile e
annichilente del tempo, tutti i
personaggi invecchiano tranne
Newton, e la vaga illusione di una
felicità impossibile anche per un
essere giunto da un altro mondo.
Come accennato è uscito in dvd
per un'edizione italiana a dir
poco disastrosa: non c'é la
director's cut e manca la traccia
in inglese. Rimane per sempre
un film da vedere almeno una
volta nella vita!
La nuova tendenza della moda si
chiama Heroes_Art ed è un
progetto artistico che nasce nel
2009 dalle menti di Pio & Toffy).
I due dopo l'esperienza londinese
durata un anno con il gruppo indierock “mychelle” (rispettivamente
chitarrista e cantante) gettano
l'occhio all'ambiente underground
elettronico nel vicentino che sta
vivendo un momento di gran
fermento ed espansione grazie a
crew come “TrashDance” che
opera principalmente nello storico
locale bassanese “Vinile”. I due
applicano il loro senso artistico
non utilizzando la musica, come
fatto nel progetto precedente, ma
virando le proprie attenzione
sull'abbigliamento. Comincia quasi
per gioco, la creazione di T-shirt in
pezzi unici, realizzate con
tecniche spray, che riprendano
principalmente i dresscodes che
propone TrashDance durante le
sue serate a base di Beat
incalzanti e dancefloor infuocati.
Con queste creazioni e grazie al
proprio talento grafico, i due si
mettono in mostra con la vincita
di un concorso in occasione della
partecipazione di Pink is Punk
come Special Guest , ed in poco
tempo il progetto acquista
sempre maggiore interesse. Nasce
cosi nel tardo 2009 “Heroes_Art”,
che si propone come brand
d'abbigliamento che vuole
identificare pensieri e non
solamente persone. Un brand
trasversale che pone grande
attenzione al significato delle
cose che ci circondano e ne dà un
i n t e rp re t a z i o n e i ro n i c a ,
provocatoria, attraente, dinamica,
interessante.Comincia frenetica la
corsa per la produzione di T-Shirt
all'altezza del mercato e a marzo
vedono la luce le prime due T-Shirt
in serie limitata (solo 60
esemplari) marchiate “Heroes”
che riscuotono subito un successo
oltre le aspettative esaurendosi in
meno di due settimane. Comincia
in questo momento la
sponsorizzazione e collaborazione
con Team di organizzatori eventi,
quali “Black Mamba Team” che
operano principalmente nel centro
storico vicentino e grazie alla
realizzazione di videoproiezioni ed
una linea di T-shirt dedicata
(anche queste di ottimo successo)
il marchio comincia a crearsi un
proprio spazio ed un proprio
target. Viene mandata in
produzione la seconda serie
limitata di maglie (comprendente
2 grafiche anche questa) che bissa
il successo della prima. Le
collaborazioni si estendono in
quantità e varietà, grazie alla
realizzazione di set fotografici per
altri eventi come “Scatta
l'aperitivo” (Festa Aperitivo
organizzata da “ID-Don't Lose
Your Identity”) e sponsorizzazioni
per il locale “A4” negli eventi
“Midweek” e “Vanity” che terrano
impegnato “Heroes_Art” per
buona parte dell'estate. “Heroes”
sostiene anche Djs emergenti ma
molto promettenti della scena
vicentina come “New Noise” e
“OMKY” tramite creazione grafica
e video. Collaborazioni arrivano
anche dal mondo della musica
“suonata” grazie all'impegno per
sostenere la band electro-rock
“Kid On Moon”, con realizzazione
di video, foto, e T-shirt.
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“THE ISLE OF ART” di A. Rebecchi
SULLA SCENA/LONTANO DAI RIFLETTORI:
IL MONDO DEL CINEMA SECONDO
PHIL STERN
Phil Stern nacque nel Bronx il
3 Settembre 1919 da una
famiglia di origine ebreo-russa
emigrata negli Stati Uniti con
la speranza di realizzare quel
celebre “american dream”
descritto nei romanzi di
Horatio Alger. Fece molta
gavetta, lavorando come
ragazzo di bottega presso
laboratori fotografici di varia
entità prima di approdare al
professionismo con “Friday” e
soprattutto con “Life” , il
celeberrimo settimanale di
fotogiornalismo fondato nel
1936. Nel 1941 partì per il fronte
arruolandosi nei Derby's
Danger ed in un secondo
momento, a causa di un
ferimento in Nord Africa,
come corrispondente di
ammirare le produzioni del
maestro newyorkese nella
città di Milano presso il
nuovissimo spazio dedicato
all'arte fotografica nato dalla
collaborazione della casa
editrice Contrasto con il
Corriere della Sera e ATM , la
“Fondazione FORMA per la
fotografia”. L'esposizione,
intitolata “Sulla Scena” e
realizzata grazie al contributo
d e l l a C P I ( C re at ive
P h o t o grap h e rs I n c. ) s i
propone di elogiare la
capacità di Stern di osservare
con ironia il mondo patinato
delle majors e degli attori
adorati come divinità del
mondo antico, smitizzando e
talvolta facendo indossare al
soggetto rappresentato un
abito totalmente lontano da
quello imposto in superficie:
James Dean ( suo grande
amico e protagonista delle
sue più famose fotografie),
ritratti intensi delle bellissime
Marilyn Monroe , Audrey
Hepburn, Rita Hayworth ed
Elizabeth Taylor, simboli a
stelle e strisce quali John
Wayne, Marlon Brando ma
anche musicisti come Louis
Amstrong, Ella Fitzgerald,
Frank Sinatra e registi come
Sir Alfred Hitchkock . Grandi
nomi della storia del costume
per un magnifico precettore
dell'obbiettivo.
guerra per la rivista “Stars and
Stripes” seguendo lo sbarco
delle forze alleate in Sicilia. Ma
è a Los Angeles che Stern
riuscì portare a compimento il
suo personale sogno
americano: collaborando
come fotografo di scena in
nu m e ro s e p ro d u z i o n i
hollywoodiane (tra le quali
Citizen Kane di Orson Welles)
entrò in contatto con il
mondo del cinema diventando
f o t o gra f o u f f i c i a l e d i
innumerevoli star della
cinepresa, passati alla storia
anche grazie a quegli scatti
tanto perfetti e lucidi nella
loro composizione tecnica
quanto smisuratamente
intimi nella rappresentazione. “Sulla Scena - Fotografie di Phil Stern”
Dal 17 Giugno sarà possibile Dal 17 giugno al 12 settembre 2010 Piazza Tito Lucrezio Carlo - Milano
CAN
NEVER
DIE!
PARTY
SABATO 3 LUGLIO
INGRESSO
RISERVATO
AI
SOLI
SOCI
DEL
CLUB