CORSO DI BIOFISICA IL MATERIALE CONTENUTO IN QUESTE DIAPOSITIVE E’ AD ESCLUSIVO USO DIDATTICO PER L’UNIVERSITA’ DI TERAMO LE IMMAGINE CONTENUTE SONO STATE TRATTE DAL LIBRO “FONDAMENTI DI FISICA” DI D. HALLIDAY, R. RESNICK, J. WALKER, ED. CEA. TRASMISSIONE DELL’ENERGIA - LAVORO L'energia descrive lo stato di un sistema in relazione all'azione delle quattro forze fondamentali. È una proprietà di tutta la materia e si osserva indirettamente attraverso variazioni della velocità, della massa, della posizione, ecc. Non esiste uno strumento universale capace di misurare direttamente l'energia. La variazione dell'energia di un sistema, che è tutto ciò che si riesce a determinare sperimentalmente, è una misura della variazione fisica di quel sistema. Si può compiere lavoro su un corpo per porlo in moto, per mantenerlo in moto o per variare il modo in cui esso si muove. TRASMISSIONE DELL’ENERGIA - LAVORO Il lavoro è l‘energia trasferita a un corpo da un corpo per mezzo di una forza che agisce sul corpo stesso. L’energia ceduta al corpo è un lavoro positivo, mentre quella ceduta dal corpo è un lavoro negativo. Il lavoro è la variazione di energia di un sistema dovuta all’applicazione di una forza che fa subire uno spostamento. La forza è l'agente della variazione; l'energia è una misura della variazione. Poiché un sistema può variare attraverso l'azione di differenti forze in differenti modi, esistono parecchie distinte manifestazioni dell'energia. TRASMISSIONE DELL’ENERGIA - LAVORO Lavoro = Forza x spostamento Il lavoro compiuto su un corpo da una forza applicata è il prodotto della componente della forza lungo la direzione dello spostamento per il modulo dello spostamento. Il lavoro compiuto dalla componente della forza perpendicolare allo spostamento è nullo. Una forza compie lavoro positivo quando la sua componente nella direzione dello spostamento è di verso concorde con lo spostamento stesso. Nel caso opposto il lavoro è negativo. Il lavoro è nullo se questa componente è nulla. Nel SI, il lavoro è espresso in joule (J) = 1 N · m LAVORO (forza cost. e parallela al moto, moto rettilineo) – Corpo rigido, – su esso agisce F: • costante, • parallela al moto, • provoca uno spostamento s orizzontale rettilineo del corpo. >0, F e s paralleli e concordi W = ± Fl <0, F e s paralleli e discordi W = lavoro F = modulo della forza applicata F l = cammino lungo il quale agisce la forza = valore scalare s LAVORO (forza cost. non parallela al moto, moto rettilineo) F q F cosθ s F sinθ – Corpo rigido – su esso agisce F: • costante, • non parallela al moto, • provoca uno spostamento s orizzontale rettilineo del corpo. F sinθ, no lavoro F cosθ, sì lavoro W = Fl cos θ LAVORO (forza costante e // traiettoria, moto curvilineo) Pi dl Pf F costante l traiettoria curvilinea da Pi a Pf. P W F cos θ d l F f Pi F = costante e parallela alla traiettoria → θ = 0, cos θ = 1 Pf W F d l Fl Pi W, sempre positivo, è compiuto contro la forza d’attrito, l’unica che si oppone al moto del blocco. LAVORO (forza variabile, moto curvilineo) Pf F variabile Traiettoria curvilinea da Pi a Pf. Δlj = trattino in cui Fj è costante Δln n W Fj cos θ j l j j 1 Δl7 Δl6 Δl 5 Δl 4 F7 Per Δlj → 0, n.ro trattini n → Δl3 Pf Δl2 Δl1 W F r cos θ d l Pi F1 Pi Enunciato più generico possibile per il lavoro di una forza LAVORO (prodotto scalare) Pf W F r cos θ d l Integrale di linea o curvilineo Pi Prodotto dei due moduli dei vettori F e dl, nonché per il coseno dell’angolo tra essi compreso. In generale si può affermare che, presi due vettori A e B si definisce prodotto scalare o prodotto interno A · B = A · B cos (θ) Il risultato è uno scalare. Pf W F dl Pi dl modulo infinitesimo di dl, direzione tangente alla traiettoria, verso quello del moto LAVORO NEL CAMPO GRAVITAZIONALE Poiché Fg = mg, allora il lavoro compiuto vf vi Fg Fg d dalla forza gravitazionale sulla mia particella sarà: Lg= m g d cos φ Per un corpo che sale, φ = 180° quindi Lg= m g d cos (180°) = m g d (-1)= - m g d Per un corpo che scende, φ = 0° quindi Lg= m g d cos (0°) = m g d (+1)= m g d Si dimostra che si compie lavoro unicamente durante la parte ascendente del moto, perché si oppone a Fg diretta verso il basso. LAVORO SVOLTO DA UNA FORZA ELASTICA Poiché FK = - kx, allora il lavoro compiuto da una forza elastica al muoversi del blocco sarà: Lm= Σ –Fj Δx Cioè xf xf xi xi Lm kx d x k x d x = (- ½ k) (x2f - x2i ) Il lavoro risulta di segno positivo se x2i > x2f, quando il blocco si avvicina alla posizione di riposo. Il lavoro risulta di segno negativo se x2i < x2f quando il blocco si allontana dalla posizione di riposo. POTENZA La potenza è la rapidità con cui viene compiuto lavoro nel tempo: [potenza] = [lavoro] / [intervallo di tempo impiegato] Δt finito → potenza media: Pmedia = ΔW / Δt W dW t 0 t dt P lim Per Δt → 0, si ottiene la potenza istantanea: Nel SI: watt (W) → 1 W = 1 J/s = 1 N·m/s 1 kW = 1000 W Cavallo vapore: CV Nel 1789 l'ingegnere scozzese James Watt introdusse il termine "cavallo“ per indicare il numero di cavalli da tiro necessari per sostituire il proprio motore a vapore. All'epoca infatti la forza motrice comunemente utilizzata per estrarre il carbone dalle miniere era data da pony. Oggi si definisce convenzionalmente cavallo vapore la potenza necessaria a sollevare 75 kg alla velocità di un metro al secondo. Per misurare la potenza di un cavallo occorre servirsi di uno speciale strumento che permette di rilevare la capacità di traino dell'animale. Un cavallo da corsa ben allenato sviluppa una potenza di 10-12 cavalli, praticamente quella di uno scooter 125. 1 cavallo-vapore = 1 CV= 735,5 W POTENZA vs FORZA E VELOCITA’ Possiamo anche esprimere la rapidità con cui una forza sviluppa lavoro su un corpo in funzione di questa forza e della velocità del corpo P L dx F cos θ F cos θ v t dt Per Δt → 0: P = F v cos θ In simboli vettoriali: P = F∙v (potenza istantanea) La potenza è uguale al prodotto della componente della forza nella direzione del moto per la velocità. ENERGIA CINETICA L’energia cinetica è l’energia associata al moto di un corpo. Quanto più veloce è l’oggetto considerato, tanto maggiore è la sua energia cinetica. Quando l’oggetto è a riposo, la sua energia cinetica è zero Energia cinetica di traslazione massa m, velocità v: Ecin,tr = ½ mv2 Energia cinetica di rotazione mom. inerzia I, velocità ang. ω: Ecin,rot = ½ Iω2 v = rω Nel SI: Ecin in joule (J) Ecin → grandezza relativa (funzione di v) TEOREMA DELL’ ENERGIA CINETICA Grazie alla II legge di Newton, possiamo calcolare il lavoro di una forza tra due punti nello spazio, come la variazione di energia cinetica tra i due punti. Sistema qualsiasi sul sistema Ecin aumenta Sistema qualsiasi Lavoro dal sistema Ecin diminuisce Il lavoro totale compiuto nell’accelerare una particella è uguale alla variazione della sua energia cinetica. L= Ecin,f − Ecin,in = ΔEcin FORZA CONSERVATIVA Se spostiamo una particella dalla posizione B A alla posizione B su diversi percorsi, troviamo che per alcuni campi di forza il A lavoro compiuto non dipende dal percorso prescelto. In questo caso, la forza è detta CONSERVATIVA In altri termini, il lavoro svolto da una forza conservativa su una particella che si muove su un percorso chiuso è zero. Per essere conservativa la forza agente su un punto materiale in una posizione arbitraria dello spazio deve essere costante, indipendentemente da come e da quando il punto materiale giunge in quella posizione. ENERGIA POTENZIALE E’ l’ energia immagazzinata all’interno di un sistema qualsiasi e dipende dai soli punti di arrivo e partenza. ΔU = -L hb h ha ENERGIA POTENZIALE GRAVITAZIONALE y yf yf U mg d y mg d y yi yi xyff m g (yf – yi) xyi i ΔU = m·g·Δy è l’energia potenziala indotta nel sistema particella - Terra Importante è la variazione di Epot gravitazionale. Ha senso parlare solo di differenza di energia potenziale gravitazionale tra due posizioni siamo liberi di scegliere un livello ed associare a quel livello lo zero dell’energia potenziale. hi = 0 l.d.m. → Epot,grav = mgh ENERGIA POTENZIALE ELASTICA La forza elastica è una forza conservativa xf xf xi xi U kx d x k x d x (½ k) (x2f - x2i ) Se poniamo Ui = 0 per la posizione di riposo della molla, allora posso definire l’energia potenziale elastica come: 1 2 U el kx 2 ENERGIA MECCANICA Fp Livello del mare h Fest sistema qualsiasi Tipi di energie: Effetto di Fest → Wtot Effetto di Fp → ΔEpot,grav Effetto del moto → ΔEcin No attrito e deformazioni Bilancio di energia Wtot = ΔEpot,grav + ΔEcin ΔE = variazione di energia meccanica Se ΣFest=0 (sistema isolato) → Wtot=0 → ΔE=0 → L’ energia meccanica si conserva ENERGIA MECCANICA E’ la somma dell’ energia potenziale U e dell’energia cinetica K relativa ai campi che compongono un sistema: Emec = K + U In un sistema isolato, avrò che: ΔK = L, ma anche ΔU = - L Combinando le due equazioni ottengo: ΔK = -ΔU K f Ki mg (hi h f ) Ui U f Ki U i K f U f CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA MECCANICA Principio di conservazione dell’energia meccanica: Quando in un sistema isolato agiscono solo forze conservative, l’energia cinetica e l’energia potenziale prese singolarmente possono variare, ma la loro somma, l’energia meccanica del sistema, non cambia. Sistema isolato: al sistema non affluisce né defluisce energia. Wtot = 0 → ΔE = 0 Ef = Ei ½ mvf2 + mghf = ½ mvi2 + mghi Sistema non isolato: Wtot = (½ mvf2 − ½ mvi2) + (mghf − mghi) IL CENTRO DI MASSA Il centro di massa di un corpo o di un sistema di corpi è il punto che si muove come se tutta la massa fosse ivi concentrata e come se tutte le forze esterne ivi agissero. y xc.d.m. m1 m2 x1 d x2 X cdm = (m1x1 + m2x2) / m1 + m2 IL CENTRO DI MASSA SISTEMA DI PUNTI MATERIALI La seconda legge di Newton per un sistema di punti materiali è espressa dall’equazione: Fnet = Macdm, dove: 1) Fnet è la somma vettoriale di tutte le forze esterne che agiscono sul sistema, escluse le forze interne interagenti nel sistema; 2) M è la massa totale del sistema. Si suppone che nessuna massa entri o lasci il sistema durante il moto, in modo che M rimanga costante (sistema chiuso); 3) acdm è l’accelerazione del centro di massa del sistema. QUANTITA’ DI MOTO Quanto varia il moto di un corpo, se gli si applica una forza? p = quantità di moto (momentum) p = m∙v p è un vettore: – modulo: p = m v – direzione: la stessa di v – verso: lo stesso di v. Nel SI è espressa in kg m/s. La seconda legge di Newton in termini di quantità di moto viene enunciata come: La rapidità di variazione del momento di una particella è proporzionale alla forza netta che agisce sulla particella ed ha la stessa direzione di quella forza. QUANTITA’ DI MOTO •Sotto forma di equazione, ciò diventa: Fmedia p t Δp = pf − pi = mfvf − mivi Δp = m(vf − vi) = m Δv Fmedia m v t Fmedia ma Seconda legge di Newton in termini di massa e accelerazione QUANTITA’ DI MOTO Fmedia p mv t t Definizione di Newton (N): 1 N è la forza che produce una variazione della quantità di moto di un corpo qualsiasi pari a 1 kg m/s in 1 s. 1 N = 1 kg ∙ m/s2 QUANTITA’ DI MOTO La forza applicata ad un corpo è proporzionale alla variazione di quantità di moto che produce: F Δp Δp (non dipende dall’osservatore) è legata a due grandezze: – sistema di forze applicate ad un corpo; – tempo durante il quale esse sono applicate. Esempio F Δp aumenta se: – aumenta il numero di persone che spingono l’auto (aumenta F) – esse spingono per più tempo più rapidamente. F 1/Δt A parità di Δp, se si applica una forza grande, essa deve essere applicata solo per un breve tempo. QUANTITA’ DI MOTO ESEMPIO DEL LANCIATORE La mano applica una F sulla palla. La F produce una Δp. Più ampio è il movimento più ampio è il Δt durante il quale agisce F Fmedia Δt = Δp maggiore è Δp. IMPULSO E VARIAZIONE DELLA QUANTITA’ DI MOTO Una forza applicata a un corpo già in moto può: – aumentare la sua Δp, se Fmedia agisce nella direzione parallela e concorde rispetto alla velocità iniziale; – diminuire la sua Δp, se Fmedia agisce nella direzione parallela e discorde (antiparallela) rispetto alla velocità iniziale. In ogni caso, a parità di Δp, più lungo è Δt, durante il quale la forza agisce, minore dovrà essere Fmedia (Fmedia Δt = Δp). IMPULSO Forza, N Fmedia p mv t t F(t) p dp F(t ) lim t 0 t dt dp F(t ) d t tf tf ti ti dp F(t )dt tf p f p i F(t )dt ti Tempo, ms tf Impulso: area sottesa dalla curva Teorema dell’impulso Δp = J J F(t )dt ti CONSERVAZIONE DELLA QUANTITA’ DI MOTO Principio di conservazione della quantità di moto Quando è nullo il risultante delle forze esterne agenti su un sistema, la sua quantità di moto rimane invariata. P = costante (sistema chiuso ed isolato) cioè Pi = Pf Sistema isolato Δp = 0 Sistema isolato. Le masse interagiscono tra loro. La Δp di ciascuna massa varia. La Δp di tutte le masse = 0, se ΣFesterne = 0 QUANTITA’ DI MOTO ED ENERGIA CINETICA NEGLI URTI Urto = trasmissione della quantità di moto tra corpi in moto relativo In tutti i casi in cui non agiscono forze esterne, la quantità di moto totale dei corpi collidenti si conserva. Se nella collisione tra due corpi l’energia cinetica totale del sistema non cambia, si dice che l’energia cinetica si conserva e l’urto è definito ELASTICO. Se nella collisione tra due corpi l’energia cinetica totale del sistema non si conserva,l’urto è definito ANELASTICO. Quando due corpi si incollano a seguito dell’urto, si ha la massima perdita di energia cinetica e l’urto viene definito COMPLETAMENTE ANELASTICO. URTI ANELASTICI Urto anelastico: Ecin,f ≠ Ecin,i L’urto è anelastico se dopo l’evento uno dei due corpi: – subisce un aumento di temperatura o – rimane deformato. Se Fe=0, la quantità di moto si conserva: m1v1i + m2v2i = m1v1f + m2v2f Se i due corpi collidenti si muovono inizialmente lungo una retta congiungente i loro centri di massa (allineati), anche dopo l’urto la direzione del moto si svolgerà lungo questa retta (urto frontale). Se le velocità dei due corpi prima dell’urto non sono allineate, anche dopo l’urto le masse si allontaneranno lungo direzioni che formano un certo angolo con la direzione iniziale. URTI ELASTICI Urto elastico: Ecin,f = Ecin,i m1 = massa in movimento (proiettile) m2 = massa in quiete (bersaglio) Per l’equazione della conservazione della quantità di moto, ho: m1v1i + 0 = m1v1f + m2v2f Per l’equazione dell’energia cinetica in un urto elastico, ho: ½ m1v1i2 + 0 = ½ m1v1f2 + ½ m2v2f2 URTI ELASTICI Se m1 = m2, allora avrò v1f = 0 e v2f = v1i. La massa 1 si arresta di colpo, mentre la seconda si allontana con la stessa velocità che aveva la 1 inizialmente. Le due masse si scambiano la velocità. m1 m2 Prima dell’urto v2i=0 v1i m1 m1 v1f=0 Urto m2 Dopo l’urto m2 v2f=v1i Ciò è valido anche se il bersaglio non è inizialmente fermo! URTI ELASTICI Se m2 >> m1, allora avròv1f = - v1f e v2f = (2 m1 / m2) v1i La massa 1 rimbalza nella direzione orientata opposta, mentre la massa 2, inizialmente in quiete, si allontana nella direzione positiva. m1 m2 v2i=0 Prima dell’urto v1i m1 m1 v1f m2 Urto m2 Dopo l’urto v2f URTI ELASTICI Se m1 >>m2, allora avrò v1f = v1i e v2f = 2v1i Entrambe le masse si allontanano dopo l’urto nella direzione orientata del moto. La velocità di m1 sarà indisturbata, mentre m2 scatterà in avanti con una velocità doppia di quella della m1 m1 m2 v2i=0 Prima dell’urto v1i m1 m2 Urto m1 m2 v1f Dopo l’urto v2f