Speciale maltempo 28/11-18/12/2008 - a cura di Matteo Gianatti - www.meteopiateda.it
DICEMBRE DA RECORD: MAI COSÌ TANTA NEVE DA OLTRE MEZZO SECOLO.
La Motta di Olano (1792 m, Bassa Valtellina), mercoledì 3 dicembre 2008. Foto Riccardo Scotti.
All'inizio non sembrava vero. Giorni e giorni di pioggia e nevicate. Ma era ancora presto per le
considerazioni. I media ci hanno insegnato, come mai negli ultimi anni, a definire con troppa
semplicità una situazione eccezionale. Così che i problemi, spesso, nascano da uno scroscio
d'acqua che faccia meno danni di quanto sappia suscitare scalpore. Oppure, da una nevicata di
pochi centimetri, ma capace di ridicolizzare una grande metropoli del Nord, sorprendentemente
impreparata di fronte ad episodi ben lontani dai rigori invernali di un tempo. Colpa della società,
incapace di adattarsi, abituata a mille comodità e ad altrettanti servizi. Basta un nonnulla, e il tappo
salta. Colpa dell'informazione, che ci racconta, ogni volta, l'ultimo come il più spettacolare degli
episodi meteorologici che siano mai avvenuti. Già, dimenticavo: tutta colpa del Global Warming.
I numeri lo dicono. Le statistiche. Anche i media, certo. Ma loro preferiscono i posti conosciuti e
mondani alle aree più remote e desolate, dove spesso si cela l'angoscia della millenaria e impari
lotta tra uomo e natura. L'uomo, che con la propria falsa credenza di superiorità illecita, è convinto
di dominare sempre e comunque, che progetta, pianifica, senza il minimo rispetto né
considerazione di ciò che lo circonda, che costruisce in maniera sregolata. L'uomo, che, alla fine,
paga le conseguenze delle proprie azioni. L'altra faccia, è quella dell'umile montanaro, abituato a
sopravvivere, alla meno peggio. Ma il tempo, quello, cambia anche i più forti. Si prende i ricordi,
restituendoci un presente diverso e tecnologico. Una cosa è pensare al passato, un conto è
riviverlo in un presente poco tollerante nei confronti di quelle che oggi definiamo bizzarrie
meteorologiche.
Tra il 28 novembre e il 17 dicembre 2008, tutta l'Italia ha dovuto fare i conti con una fase di
maltempo d'intensità e durata straordinarie, come non si vedeva da decenni in questo periodo.
Piogge, ma soprattutto nevicate hanno ripetutamente ricoperto il Nord per quasi tre settimane,
dopo le prime fugaci apparizioni della dama nell'ultima decade novembrina. Se all'inizio, la neve,
caduta anche in pianura, ha causato i soliti disagi reclamati dalla società moderna, col passare dei
giorni, la persistenza dei fenomeni ha cominciato a creare non pochi problemi nelle località di
montagna. Problemi seri, dettati dallo Scirocco, che ha innalzato le temperature quanto basta per
mettere a rischio intere frazioni, minacciate dalle valanghe.
Secondo i dati, le regioni più colpite sarebbero state quelle di Nord-Ovest. È soprattutto in
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Piemonte che la neve ha destato maggiore preoccupazione, raggiungendo dei livelli al suolo che
non si verificavano da oltre settant'anni. Quasi tre metri a quota 1400, in gran parte caduti proprio
nella prima metà di dicembre. Situazione analoga lungo tutto l'Arco Alpino italiano e su quello
austriaco, sepolti sotto metri di neve. In queste circostanze, è difficile non immaginare strade
bloccate, passi chiusi, interi villaggi isolati e senza corrente. Un evento normalissimo in passato,
ma, non dimentichiamocelo, rivissuto nell'epoca moderna del Global Warming, fatta di inverni
sempre meno freddi e nevosi.
Dall'altra parte, ci stanno le piogge, copiose e persistenti, specie sul Piemonte e sulla Liguria al
Nord, ma anche nel Lazio e su tutto il Centro-Sud. Fiumi straripati o sul punto di esondare, frane,
allagamenti. Anche stavolta, frazioni isolate e decine di famiglie evacuate. Danni per milioni di
euro, in particolare nella Provincia di Roma.
In questo editoriale cercherò di illustrare brevemente le dinamiche atmosferiche che hanno
condizionato il tempo della Penisola nelle ultime settimane, con particolare riguardo alle aree più
colpite da piogge e nevicate. Non possono mancare gli scatti più belli, testimoni di un'ondata di
maltempo invernale/autunnale di proporzioni storiche per le Alpi.
Situazione generale.
Precipitazioni dal 23 novembre al 20 dicembre 2008. Le aree verdi sono quelle più piovose (dai 50 ai 200 mm).
Tra il 1 novembre e il 15 dicembre 2008 ha piovuto il doppio del normale sulle regioni del Nord
Italia, due/tre volte in più rispetto alla media su quelle centrali, quattro volte tanto al Sud. Il solo
mese di novembre è stato il terzo più piovoso dal 1948, dopo 1994 e 1958 (registrando un surplus
del 35% circa e una media di 110 mm su tutto il territorio nazionale), mentre a Sud delle Alpi e in
Ticino, il periodo 28 novembre-11 dicembre occupa il quinto posto negli ultimi 110 anni.
Anomalie termiche dal 23 novembre al 20 dicembre 2008.
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Le precipitazioni, dapprima sotto forma di neve fino in pianura (in particolare il 28/11), hanno
preceduto l'arrivo di aria via via meno fredda, che ha lievemente innalzato il limite delle nevicate
nella prima decade di dicembre, poi salito ben oltre i 1000 metri verso la metà del mese, a causa di
una marcata intensificazione dello Scirocco, che ha riportato ovunque le temperature su livelli
autunnali.
La complessa e difficile situazione venutasi a creare sull'Italia è giustificata dalle anomalie di
pressione osservate al suolo e a 500 hPa (5500 m circa). Per una ventina di giorni il Mediterraneo
è investito da frequenti Onde di Rossby, associate alle oscillazioni del Vortice Polare in seno alla
discesa di aria artico-marittima, traghettata verso Sud entro l'azione di blocco dell'Anticiclone
Oceanico ad Ovest e di quello continentale ad Est.
Le affluenze fredde dal Nord Europa e dalla Groenlandia rinnovano condizioni cicloniche sul
Tirreno, associate alla formazione di minimi al suolo che, nel loro movimento verso Est, richiamano
venti umidi meridionali su tutto lo Stivale.
Geopotenziali a 500 hPa e pressione al suolo, giorni 28 novembre, 10, 12 e 14 dicembre 2008 (ore 12Z).
Correnti da Sud-Ovest in quota, da Sud-Est al suolo risalgono la Penisola, apportando un sensibile
aumento delle temperature specie al Centro-Sud, più contenuto al Nord, dove, per molti giorni,
resiste dell'aria fredda nei bassi strati.
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Cronaca degli eventi. 28 novembre 2008: nevicate storiche in pianura e sui fondovalli.
Il 28 novembre, la discesa di una
profonda saccatura dalla Scandinavia
aggancia
una
goccia
fredda
mediterranea, scavando una vigorosa
depressione a Ovest della Sardegna.
L'arrivo di correnti umide favorisce un
rapido e intenso peggioramento su
tutto il Nord, dove, grazie alla
resistenza del cuscinetto freddo al
suolo, originato dalla incisiva avvezione
artica dell'ultima decade di novembre,
si verificano copiose nevicate fino in
pianura. In molti casi, gli accumuli al
suolo sfiorano, in qualche caso
superano, i precedenti record di
Sondrio, venerdì 28 novembre 2008. Quasi 20 cm al suolo. Per il novembre. La zona più colpita è stata
ove sono caduti,
fondovalle si è trattata della nevicata precoce più abbondante degli l'Alessandrino,
mediamente,
dai
40
ai 60 cm di neve.
ultimi 21 anni. Foto Matteo Gianatti.
Nel frattempo, l'ulteriore approfondimento dalla saccatura ad Ovest rinvigorisce una bassa
pressione sul Golfo di Guascogna, che, muovendosi verso Nord-Est, comporta una rotazione dei
venti al suolo a Sud-Ovest sul Tirreno nei giorni successivi. Le temperature restano basse al
Settentrione, in particolare al Nord-Ovest, raggiunto da nuove precipitazioni.
Il disfacimento della colonna d'aria comporta un temporaneo innalzamento della quota neve sulle
Alpi, soprattutto su quelle Centro-Orientali nei giorni 29 e 30, mentre proseguono le nevicate tra
l'entroterra ligure e il Basso Piemonte, con problemi alla circolazione. Una fortissima mareggiata
ha provocato ingenti danni nel Genovese, mentre su Roma si è abbattuta una super-cella
temporalesca nella notte di domenica.
1 dicembre 2008: torna la neve copiosa nelle Alpi.
Il maltempo ci traghetta così al primo
giorno del nuovo mese. All'inizio della
settimana, lo spostamento verso Est
della
saccatura,
con
annessa
depressione al suolo, comporta
l'ingresso di aria leggermente più
fredda dalla porta del Rodano, che
ristabilisce le condizioni favorevoli a
nuove nevicate sino a fondovalle, in
particolare su Lombardia e Dolomiti.
Lunedì 1 dicembre, forti rovesci nevosi
interessano, a più riprese, la Valtellina
ed il Trentino, con accumuli anche
superiori al mezzo metro in montagna
Aprica (1172 m), mercoledì 3 dicembre 2008. Dopo le abbondanti (generalmente, oltre i 1500 m). Interi
nevicate degli ultimi cinque giorni, la neve in paese raggiunge il paesi restano isolati e senza elettricità.
metro d'altezza. Foto di Davide Mua.
A Bolzano cadono 20 cm di neve in
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poche ore. Un'ondata di acqua alta di proporzioni storiche sommerge Venezia, dove si registra il
livello di marea più alto degli ultimi 22 anni: 156 cm. L'instabilità non risparmia il Centro-Sud, alle
prese con frane e allagamenti. In giornata, i venti al suolo tendono a disporsi da Sud-Ovest sulla
Penisola.
Al termine del peggioramento, la neve
sulle
Alpi
e
sull'Appennino
Settentrionale raggiunge dei livelli
inusuali per l'inizio di dicembre, anche
a quote medie (150/200 cm oltre i 1500
m sia sulle Alpi, sia sull'Appennino
Tosco-Emiliano).
Gerola Alta (1050 m), martedì 2 dicembre 2008. Foto Virgilio Rava.
Tra il 4 e il 5 dicembre, una
depressione a Ovest della Corsica si
muove verso Nord-Est. Un nuovo,
intenso
peggioramento
interessa,
questa volta, soprattutto le Alpi
Occidentali e l'Alto Tirreno nella
giornata di venerdì (20 cm di neve ad
Aosta, 337 mm in Garfagnana, sulle
Alpi Apuane).
Da sabato 6 a martedì 9 dicembre, un
più convinto ma breve miglioramento,
associato a freschi venti Nord-orientali,
favorisce una lieve flessione delle
temperature, che tornano a scendere,
al Nord e poi anche al Centro, di alcuni
gradi sotto lo zero durante la notte e al
mattino. Quanto basta per ristabilire le
condizioni favorevoli a nuove nevicate
sino a quote pianeggianti.
L'occasione non tarda ad arrivare.
All'inizio della seconda settimana, un
vortice
depressionario,
delimitato
dall'avanzata di un fronte freddo,
Una baita all'Aprica, sabato 6 dicembre 2008.
s'avvicina da Nord-Ovest alle Alpi,
precedendo la discesa di aria artica
verso Sud. Frattanto, sul Mediterraneo
Occidentale
resiste
una
blanda
circolazione ciclonica baroclina, con
fulcro al suolo in prossimità delle
Baleari, e minimo in quota a Nord di
Gibilterra. L'ulteriore spinta verso Sud
dell'aria fredda e della saccatura
associata determina un incremento
dell'instabilità in quota sul Tirreno,
quindi
l'approfondimento
di una
in
prossimità
della
La Valtellina sorpresa da una nuova, copiosa nevicata, mercoledì 10 depressione
Corsica,
capace
di
richiamare
venti
di
dicembre 2008. Foto Matteo Gianatti.
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Scirocco su tutta la Penisola lungo il suo fianco orientale.
10 dicembre 2008: forti nevicate sino in pianura al Nord.
Nella serata di martedì, i primi
fenomeni a carattere nevoso (visto il
ritrovato cuscinetto freddo al suolo) o di
neve mista a pioggia interessano la
Liguria, le Alpi Occidentali e, in forma
più isolata, la pianura piemontese e la
Lombardia Occidentale. Durante la
successiva notte, essi coinvolgono
gradualmente tutto il Nord. L'indomani,
le Regioni Settentrionali e le Alpi sono
nuovamente sotto abbondanti nevicate,
ancora una volta, fino a fondovalle (più
di 30 cm a Bolzano, 20/40 cm su
Varesotto e Zona Laghi) ed in pianura
al Nord-Ovest (in particolare nel
Montagna in Valtellina, mercoledì 10 dicembre 2008. Al suolo, più di Cuneese, dove, nei giorni precedenti,
la colonnina di mercurio era scesa fin
15 cm di neve fresca. Foto Matteo Gianatti.
sotto i -10°). Gli accumuli più
consistenti si registrano tra la Liguria e il Basso Piemonte (70/80 cm), e nel Biellese (oltre 50 cm).
Il contrasto tra l'aria fredda che alimenta la saccatura e i venti tiepidi richiamati dalla depressione
genera dei temporali sulle coste tirreniche Centro-settentrionali, nubifragi e grandinate in
Sardegna.
11-16 dicembre 2008: piogge forti al Nord-Ovest, neve record sulle Alpi Occidentali,
alluvioni al Centro-Sud.
Nei giorni seguenti, la ciclogenesi mediterranea, in movimento verso Est, coinvolge gradualmente
tutte le regioni, determinando una situazione sempre più pericolosa. Al Nord, lo Scirocco prende di
nuovo il sopravvento, causando un repentino rialzo termico, in particolare, sulle regioni di NordEst. Il conseguente cedimento del manto nevoso, non ancora consolidato, fortemente sovraccarico
delle abbondanti precipitazioni delle ultime settimane, provoca il distacco di valanghe che
minacciano perfino i centri abitati.
Giovedì 11, mentre Udine registra il nuovo record pluviometrico di dicembre (109 mm in 24 ore), la
Capitale e il versante medio-tirrenico sono colpiti da pesanti nubifragi, che fanno scattare l'allerta
per il rischio esondazione di Arno, Tevere e Aniene. Continua a nevicare e a piovere forte in
Piemonte: in appena due giorni la neve ha raggiunto i 30/60 cm a Nord del Po (oltre i 400 m) e
sull'Appennino, 20/50 cm nel Cuneese, 10/20 sulla pianura. Lungo tutte le Alpi gli accumuli nevosi
si avvicinano ai massimi storici per dicembre (oltre 2 metri a 1500 m nel Bellunese).
Venerdì 12 dicembre, vento forte, mareggiate e nubifragi investono il Medio Adriatico e il CentroSud (in particolare la Calabria, dove si contano diversi danni e alcune vittime). Ovunque si
registrano allagamenti e smottamenti. In Sicilia sono caduti 320 mm di pioggia in 24 ore nel
Messinese. A Roma, l'esondazione dell'Aniene ha provocato danni ingenti presso la zona
industriale della Tiburtina e sommerso migliaia di ettari di terreno coltivato. Più a Nord, Venezia
continua a essere invasa dall'acqua alta, che ha raggiunto i 110 cm. Diverse aree montane restano
completamente isolate, minacciate dalle frane o dalla troppa neve che ha interrotto i collegamenti.
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Nel fine settimana, la bassa pressione si colma, concedendo una breve tregua del maltempo.
L'arrivo di aria un po' più fresca riporta la neve, a tratti sino a fondovalle, lungo le Alpi CentroOrientali nella giornata di sabato.
Domenica 14 dicembre, una nuova, intensa saccatura proveniente dalla Groenlandia investe
direttamente la Francia e la Spagna Settentrionale, colpita da abbondanti nevicate, mentre il
minimo al suolo scivola sul Golfo del Leone. Questa volta, la disposizione delle isobare al suolo
predispone un più marcato richiamo sciroccale contro la barriera alpina occidentale, in modo da
realizzare un potente e duraturo effetto stau sulle Regioni di Nord Ovest, mentre più a Sud, i venti
meridionali investono soprattutto il versante tirrenico.
In questa fase, rovesci e temporali
interessano, in particolare, il Piemonte
e la Liguria (domenica, una grandinata
ha imbiancato alcuni quartieri di
Genova). La neve, copiosissima,
continua a cadere a quote sempre più
alte, mentre l'aria più calda investe
maggiormente il Nord-Est, dove le
piogge sono meno frequenti e le
temperature autunnali.
La periferia di Roma subisce la
seconda esondazione dell'Aniene in
pochi giorni, ma danni si registrano
anche a Ostia, e nelle province di
Bersezio (1684 m, Valle Stura, CN), martedì 16 dicembre 2008. Foto Viterbo, Arezzo e Orvieto. Alluvioni e
frane nel Messinese hanno causato
Ivan Cassinelli.
danni per trecento milioni di euro. Al
Nord, in Lombardia diverse famiglie sono rimaste isolate in Val Brembana a causa delle valanghe.
Lunedì piove forte e incessantemente
sul Piemonte, al di sotto dei 500 metri
di quota. Nelle valli torinesi, in appena
24 ore sono caduti fino a 125 cm di
neve, record assoluto dal 1933. In
Valle d'Aosta, dove si registrano le
nevicate più abbondanti degli ultimi 70
anni, il pericolo di valanghe è salito al
grado cinque: il massimo. Nel Ponente
Ligure si segnalano picchi di 200 mm,
mentre 150 mm è stato l'accumulo di
Savona il 24 ore. A Venezia, l'acqua
alta è salita a 125 cm.
Il
giorno
successivo,
l'ulteriore
innalzamento
della
temperatura
al
Rima (1411 m, Valsermenza, VC), dicembre 2008.
Nord-Ovest, unito all'insistenza dei
fenomeni, comporta l'esondazione del Po in alcuni punti. In montagna, dove continua a nevicare,
la coltre bianca ha raggiunto i due metri e mezzo a Limone, a poco più di 1000 metri di quota.
Pioggia forte anche sulla Lombardia, ma non lungo le Alpi, dove, comunque, fa relativamente
caldo. Al Centro, attorno alla capitale sono caduti 50/60 mm di pioggia, e alcune punte di 70 in 24
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ore.
A conclusione dell'evento, la differente distribuzione delle precipitazioni sulle Regioni Settentrionali
implica un'azione più diretta del maltempo in quelle aree maggiormente esposte alle correnti
orientali. Per lo stesso motivo, oltre che a causa di un repentino e più marcato incremento termico
sulle regioni di Nord-Est, le nevicate più abbondanti, soprattutto alle quote medie, hanno
riguardato il Cuneese e le valli del Torinese e del Gran Paradiso.
In Valsesia (Piemonte), la neve raggiunge i 420 cm ad Alagna, 450 a Champorcher, in Valle
d'Aosta. Sulle Alpi Lombarde, si misurano 265 cm al Lago Inferno (Valgerola), 480 cm ad Arabba,
in Trentino. Tra il Friuli e l'Austria, 3 m a 1500 metri, 4 oltre i 1800 nell'Ultental. Seppur lungamente
inferiori, anche i 100/120 cm misurati sull'Alta Engadina costituiscono un accumulo notevole per
metà dicembre, mentre i 230 cm di Simplon-Dorf (1460 m) rappresentano un record mai registrato
in 35 anni di misurazioni.
Riassumendo, dopo più di tre settimane di maltempo, la neve al suolo è alta, mediamente,
150/250 cm sulle Alpi, oltre 150 cm sull'Appennino Settentrionale, 100/150 cm su quello centraletirrenico. Scarso risulta l'innevamento, invece, su quello meridionale, dove hanno prevalso le
correnti di Scirocco. Si tratta di accumuli comunemente misurati al culmine di una stagione
invernale particolarmente nevosa.
Giovedì 18 dicembre, finalmente, il ciclone mediterraneo si attenua, spostando il proprio fulcro sul
Medio Adriatico, grazie alla spinta da Occidente dell'Anticiclone delle Azzorre. Le correnti da NordEst, lungo la spalla anticiclonica dell'alta pressione, in contrasto con le affluenze più umide che
risalgono davanti alla depressione, generano nubifragi sulla Puglia.
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Fonti:
dati: www.meteogiornale.it, www.centrometeolombardo.it, www.meteosvizzera.it
carte meteorologiche: www.wetterzentrale.de, www.cpc.noaa.gov
Articolo e rielaborazione grafica di Matteo Gianatti
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