Year 1 ı Number 4 ı 2015 205 USEFULNESS OF TREHALOSE FOR CONTACT LENS WEARERS Utilità di trealosio nei portatori di lenti a contatto Claudia Guarracino Head of Asso Vision Contactology Group Salus Private Hospital - Battipaglia (Sa) INTRODUCTION Management of contact lens discomfort (CLD) represents the contactologist’s primary daily challenge. It is estimated that there are currently over 140 million contact lens wearers in the world and studies have recorded a 12% to 51% discontinuation rate with the primary reason given as contact lens discomfort1-2. However, up until recent years, little consensus on the definition of CLD existed. The Tear Film and Ocular Surface Society’s (TFOS) 2013 Workshop Report on Contact Lens Discomfort made an important contribution in this regard, defining it as a condition characterised by episodic or persistent adverse ocular sensations connected to lenses, with or without visual disturbances, resulting from reduced compatibility between the contact lenses and the ocular area, which may lead to reduced wearing time and permanent discontinuing use of contact lenses1. In naïve contact lens wearers, the discomfort develops after an initial adaptation phase and becomes more intense when the contact lenses are worn. Typically, removal of the contact lenses mitigates symptoms1. Published works often make a connection between CLD and dry eye. In fact, dry eye syndrome affects 35%-60% of contact lens INTRODUZIONE La gestione del discomfort da lente a contatto (CLD) rappresenta la principale sfida che il contattologo si trova quotidianamente ad affrontare. Si stima che attualmente ci siano più di 140 milioni di portatori di lenti a contatto (LAC) in tutto il mondo e gli studi riportano una percentuale di abbandono delle LAC compreso tra il 12% e il 51%, riconoscendo nel discomfort da lente a contatto il principale motivo di abbandono1-2. Ma fino a qualche anno fa c’è stato poco consenso sulla definizione di CLD. Nel 2013 il report del TFOS (Tear Film and Ocular Surface Society) Workshop sul Discomfort da LAC ha dato un importante contribuito in tal senso, definendolo una condizione caratterizzata da episodiche o persistenti sensazioni oculari avverse legate alla lente, con o senza disturbi visivi, derivante da ridotta compatibilità tra la lente a contatto ed ambiente oculare, che può condurre ad un ridotto tempo di applicazione ed abbandono definitivo delle LAC1. Nel nuovo portatore di LAC il discomfort si sviluppa dopo un’iniziale fase di adattamento e diventa più intenso quando la LAC viene indossata. In genere, la rimozione della LAC mitiga i sintomi1.. In letteratura viene spesso fatta una associazione tra CLD e occhio secco, infatti la secchezza oculare colpisce The author declares that there are no conflicts of interest in relation to this article CORRESPONDING AUTHOR Claudia Guarracino [email protected] KEY WORDS CLD (contact lens discomfort), keratoconus, Ferning test, tear substitutes, trehalose PAROLE CHIAVE CLD (discomfort da lente a contatto) , cheratocono, test difelcizzazione, sostituti lacrimali, trealosio 206 Usefulness of trehalose for contact lens wearers wearers and is, in turn, considered the most common cause of contact lens discontinuation in the medium and long term2. However, The TFOS Report stresses the need to differentiate between the terms "dry eye linked to contact lenses" and “CLD”, highlighting that the former should only refer to patients with a pre-existing dry eye condition that can be aggravated by the use of contact lenses1. It is, nonetheless, still a fact that contact lens / tear film interaction plays a crucial role in provoking discomfort. In fact, the available evidence points to an association between lenses and tear film instability, increased tear evaporation, reduced tear film turnover and altered tear ferning1. In 1971, Holly attributed contact lens-related tear evaporation to a process of water evaporation from the precorneal tear film: the aqueous layer decreases leading to precipitation through which the lipid layer can contaminate the mucous layer of the corneal epithelium microvilli3. This involves the inactivation of the mucin’s hydrophobic function with the subsequent formation of hydrophobic zones (dry spots). This suggests that by integrating the lipid layer, lipid degradation could be slowed, making it possible to stabilise the other two layers. It is possible to identify tear film stability as being a key factor in CLD, but the link between CLD and damage to the ocular surface (corneal staining test) is less obvious, while greater attention is focused on changes in Meibomian gland function1. Patients with keratoconus can use soft contact lenses in the early stages. However, as the disease progresses, the cornea becomes more irregular and patients must switch to a rigid gas permeable lenses (RGP lenses)4-5. In cases of il 35-60% dei portatori di LAC ed è a sua volta ritenuta la più importante causa di abbandono di LAC a medio e lungo termine2. Tuttavia nel report del TFOS si sottolinea la necessità di differenziare i termini “occhio secco correlato a LAC” dalla CLD, riservando il primo solo ai pazienti con preesistente condizione di secchezza oculare che può essere aggravata dall’uso delle LAC1. È comunque assodato che l’interazione LAC/film lacrimale abbia un ruolo cruciale nella genesi del discomfort, infatti le evidenze disponibili lo associano a diminuita stabilità del film lacrimale, aumentata evaporazione lacrimale, ridotto turnover del film lacrimale ed alterata felcizzazione1. Già Holly nel 1971, attribuì la dislacrimia da LAC ad un processo di evaporazione dell’acqua dal film lacrimale precorneale: lo strato acquoso diminuisce ed i lipidi dello strato superficiale possono contaminare, per precipitazione, lo strato mucoso che ricopre i microvilli dell’epitelio corneale3. Ciò comporta l’inattivazione della funzione idrofilizzante della mucina con conseguente formazione di zone idrofobe (dry spots). Se ne deduce dunque che se si riesce ad integrare lo strato lipidico, rallentando la degradazione lipidica, questo ci consentirebbe di stabilizzare anche gli altri due strati. Se la stabilità del film lacrimale ha un ruolo di fattore chiave nella CLD, meno evidente risulta il nesso tra CLD e danno alla superficie oculare (test di colorazione corneale), mentre maggiore attenzione è riservata alle modificazioni palpebrali per la funzionalità delle ghiandole di Meibomio1. Nei pazienti affetti da cheratocono si possono utilizzare lenti a contatto morbide regolari negli stadi iniziali. Con la progressione della malattia, la cornea diventa più irregolare e occorre ricorrere ad una lente rigida gas permeabile (LAC-RGP)4-5. Nei casi di cheratocono avanzato, cui venga Year 1 ı Number 4 ı 2015 207 Utilità di trealosio nei portatori di lenti a contatto advanced keratoconus, where RGP lenses are prescribed, there is usually a higher incidence of tear evaporation. In fact, the effects of contact lenses on lacrimal function adds to the negative impact of keratoconus which, due to the irregular ocular surface, interferes with homogeneous distribution and integrity of the lipid layer due to poor lid congruity, abnormal eyelid dynamics and low blink rate. Published works cite that approximately 80% of cases of contact lens intolerance in keratoconus is attributed to alterations of the tear film6-8. Therefore, RGP lenses application becomes more challenging for these patients. Beyond the corneal contact lens conformity, there are also increased risks of complications such as abrasions, chemosis and corneal edema, although none of this should affect the probability of therapeutic success and benefits of better visual acuity when compared to glasses9. The key message from the TFOS Workshop is, therefore, even more compelling for those who wear RGP lenses for keratoconus: "the prevention and management of CLD should begin at the earliest possible moment, even before the onset of symptoms, to improve long-term satisfaction, safety and comfort in wearing contact lenses"1. In contactologist practice, it is essential to evaluate the tear film prior to prescribing any type of contact lens. This is best done using straightforward tests such as Break Up Time (B.U.T.), which documents the stability of the tear film, the Schirmer Test which measures the aqueous layer, and the Ferning Test which records mucin layer quality. The results of these tests are often correlated: for example, a reduced B.U.T. is often linked to a low-level Schirmer Test and an even prescritta una LAC-RGP si riscontra abitualmente una maggiore incidenza di dislacrimia, infatti agli effetti della LAC sulla funzione lacrimale si aggiunge l’impatto negativo del cheratocono che, a causa della superficie oculare irregolare, interferisce su omogeneità di distribuzione ed integrità dello strato lipidico per scarsa congruità palpebrale, alterazione della dinamica palpebrale e riduzione dell’ammiccamento. In letteratura circa l’80% dei casi di intolleranza alla LAC nel cheratocono è attribuita ad alterazioni del film lacrimale6-8. Pertanto in questi pazienti l’applicazione di una LAC-RGP diventa più impegnativa, anche a prescindere dalla corneoconformità della lente, con maggior rischio di complicazioni come abrasioni, chemosi ed edemi corneali, anche se ciò non pregiudica a priori le probabilità di successo terapeutico ed i benefici di una migliore acuità visiva rispetto agli occhiali9. Pertanto, nei portatori LAC-RGP per cheratocono il messaggio chiave del TFOS Workshop è ancora più cogente: “la prevenzione e gestione del CLD deve iniziare al più presto, forse ancor prima della comparsa dei sintomi, per migliorare la soddisfazione a lungo termine, la sicurezza e il comfort nell’indossare la LAC”1. Nella pratica contattologica prima di prescrivere qualunque tipo di LAC, è indispensabile la valutazione del film lacrimale mediante test di facile esecuzione come il Break up time (B.U.T.) che documenta la stabilità del film lacrimale, il test di Schirmer che misura l'entità dello strato acquoso, ed il test di felcizzazione che documenta la qualità dello strato mucinico. I risultati di tali test sono spesso correlati, ovvero ad un B.U.T. ridotto spesso si associa uno Schirmer test scarso ed un test di felcizzazione peggiore. In particolare il test di felcizzazione, riflette le condizioni del muco ed indirettamente fornisce 208 Usefulness of trehalose for contact lens wearers lower level Ferning Test. In particular, the Ferning Test, which reflects mucus condition, can indirectly also provide indications on tear osmolarity. Ferning Test usefulness in predicting ability to tolerate contact lenses was first described by Kogbe and Liotet10. Ravazzoni et al. demonstrated that Type I and II of the Ferning Test (where Type I indicates the highest level of mucus and tear film efficiency while Type IV the lowest), before applying contact lenses function as good indicators of future contact lens tolerance, with a sensitivity rating of 57.9% and a specificity rating of 88.5%11. In contact lens management, primary attention should be focused on factors closely related to the lenses (type and composition, signs of deterioration, solution). Using artificial tears regularly throughout the day also plays a significant role in relieving symptoms12-14. Recent evidence supports the hypothesis that new trehalose-based eye-drops can be useful in contact lens management, by protecting the corneal epithelium in particular environmental conditions which contact lens wearers experience. Moreover, these drops have cytoprotective properties and cell membrane stabilisation functions, which prevent the protein denaturation and lipid degradation15. The product’s non-viscosity finally allows for optimal distribution in the tear film and a high pass rate between the tear-film/lens interface. In our centre, patients usually undergo both preventive controls using tear film function tests (B.U.T., Schirmer and Ferning) before contact lenses are prescribed, and follow-up visits. If there is evidence of CLD, then artificial tear indicazioni anche sulla osmolarità delle lacrime. L’utilità predittiva del test di felcizzazione per la tollerabilità delle LAC fu descritta per la prima volta da Kogbe e Liotet10. Ravazzoni et al. dimostrarono poi che il tipo I e II di questo test (laddove il tipo I indica una migliore efficienza del muco e del film lacrimale, mentre il tipo IV la peggiore), prima di indossare LAC, possono essere utilizzati come predittivi di buona tollerabilità alla LAC con una sensibilità del 57,9% e una specificità del 88,5%11. Nella gestione del CLD viene raccomandata primaria attenzione ai fattori strettamente correlati alla lente (tipologia e composizione, segni di deterioramento, soluzione di conservazione). Riveste un ruolo altrettanto importante anche l’uso di lacrime artificiali che consentono di alleviare i sintomi se utilizzate regolarmente nell’arco della giornata12-14. Recenti evidenze supportano l’ipotesi che un nuovo collirio a base di trealosio possa essere utile nella gestione del CLD perché protegge l’epitelio corneale in condizioni ambientali particolari, analoghe a quelle che si realizzano in un portatore di lenti a contatto. Inoltre ha proprietà citoprotettive e stabilizzanti delle membrane cellulari, impedendo la denaturazione delle proteine e la degradazione dei lipidi15. La non viscosità del prodotto ne consente infine un’ottimale distribuzione nel film lacrimale ed un elevato passaggio nell’interfaccia cornea-lente. Nel nostro centro i pazienti vengono abitualmente sottoposti sia ad accertamenti preventivi con test di funzionalità del film lacrimale (B.U.T., test di Schirmer e test di felcizzazione) prima di prescrivere le LAC sia a visite di follow-up nelle settimane successive. In presenza di evidenza di CLD viene anche valutata l’opportunità di sostituire la lacrima artificiale. Per questo motivo Year 1 ı Number 4 ı 2015 209 Utilità di trealosio nei portatori di lenti a contatto substitution can be considered. For this reason it was considered opportune to evaluate the effectiveness of trehalose 3% eye drops in patients using RGP lenses for keratoconus with evidence of CLD, notwithstanding regular use of a tear substitute. MATERIALS AND METHODS Patients who were selected for this study had advanced keratoconus and had been wearing RGP lenses for over three months. Selected patients had displayed signs of CLD with tear evaporation at their check-up. This was pinpointed through alteration in at least two tear film function tests (B.U.T., Schirmer Test and Ferning Test) associated with insufficient maximum time for the use of contact lenses/day (< 4 hours) in spite of regular instillation of a tear substitute 4 times/day. All patients treated at the Contactolgy Centre in Salus Private Hospital in Battipaglia (SA) who matched the aforementioned inclusion criteria participated in this open study wherein the tear substitute in use would be replaced with trehalose 3% eye drops to be applied 4 times /day for 8 weeks. At the baseline visit (before replacing the artificial tear solution), all patients underwent a B.U.T. examination, Schirmer Test and Ferning Test. In addition, data was collected on the maximum number of hours/day contact lenses were worn for the 3 days prior to the visit and patients’ overall degree of satisfaction with wearing contact lenses (verbal scale 0-5). This data collection was repeated for all patients after 8 weeks of trehalose treatment. In some cases, it was possible to carry out an interim checkup after 20 days. The Ferning Test was carried out by taking tear samples abbiamo ritenuto utile valutare l’efficacia di un collirio a base di trealosio 3% in pazienti portatori di LAC-RGP per cheratocono con evidenza di CLD, malgrado il regolare utilizzo di un sostituto lacrimale a base di un sostituto lacrimale. MATERIALI E METODI Sono stati selezionati per questo studio pazienti affetti da cheratocono avanzato, portatori di LAC-RGP da oltre 3 mesi che alla visita di controllo presentavano CLD con segni di dislacrimia, definiti dall'alterazione di almeno due test di funzionalità del film lacrimale (B.U.T., test di Schirmer e test di felcizzazione) e associati ad un tempo massimo di utilizzo delle LAC insufficiente (≤ 4 ore/die) malgrado la regolare istillazione di un sostituto lacrimale applicato 4 volte/ die. A tutti i pazienti seguiti presso il centro di contattologia della Casa di cura SALUS di Battipaglia (SA) che soddisfavano i suddetti criteri di inclusione è stato proposto di partecipare a questo studio in aperto in cui era previsto di rimpiazzare il sostituto lacrimale in uso con un collirio a base di trealosio 3% da istillare 4 volte al giorno per 8 settimane. Alla visita di selezione (prima della sostituzione della lacrima artificiale) tutti i pazienti sono stati sottoposti a B.U.T., test di Schirmer e test di felcizzazione con rilevazione del numero massimo di ore al giorno di utilizzo delle LAC-RGP nei 3 giorni precedenti la visita e del giudizio globale del paziente sul grado di soddisfazione nell’indossare le lenti a contatto (con una scala verbale da 0 a 5). Tali rilevazioni sono state ripetute in tutti i pazienti dopo 8 settimane di trattamento con trealosio, in alcuni casi è stato possibile effettuare anche una visita di controllo intermedia dopo 20 giorni. Per il test di felcizzazione si è effettuato un prelievo di lacrime (non traumatico con una micropipetta), lasciate poi ad 210 Usefulness of trehalose for contact lens wearers Tab. 1 Classification for Ferning Test(3) CLASSIFICAZIONE PER TEST DI FELCIZZAZIONE(3) Classification Type I Type II Type III Type IV Description Totally uniform and closely branching arborisation. Single, large, tightly branched ferns. Arborizzazione uniforme in tutto il campo di osservazione, senza spazi tra le felci. Felci singole grandi e strettamente ramificate Abundant ferning, but smaller, single ferns with less branching than Type I; Presence of empty spaces between the ferns. Arborizzazione abbondante, ma singoli felci più piccole con una frequenza inferiore di ramificazione rispetto al tipo I; presenza di spazi vuoti tra le felci Small single ferns which are incomplete with almost no branching. Felci singole poco e non completamente formate con rare o nessuna ramificazione No ferns present; Clusters or strands of mucus may be present. Nessuna felce presente; il muco può apparire in grappoli e filamenti (non-traumatic technique utilising a micropipette). The samples were left to dry at room temperature on a glass slide. The samples were then studied using a biological microscope with 4x digital zoom to observe the characteristic crystallisation pattern of the fern tear and attributed a score according to the Four-Type Grading proposed by Rolando in 198416 defined by branching type as described in Table 1. RESULTS Thirty-one adult patients with CLD (mean age 34 years) and signs of tear evaporation participated in the study. All participants were already receiving treatment with a carboxymethylcellulose-based tear substitute (4 instillations/day). Table 2 summarises the qualitative and quantitative composition of the tear film and signs of the patients’ ocular discomfort (degree of satisfaction essiccare su un vetrino a temperatura ambiente. Il preparato è stato quindi osservato con un microscopio biologico a 4 ingrandimenti per rilevare le caratteristiche della cristallizzazione delle lacrime in forma di felci ed attribuire un punteggio secondo la classificazione in 4 tipi proposta da Rolando nel 198416 in funzione del tipo di ramificazione come descritto in tabella 1. RISULTATI Hanno partecipato allo studio 31 pazienti adulti (età media di 34 anni) con CLD e segni di dislacrimia già tutti in trattamento con un sostituto lacrimale a base di carbossimetilcellulosa (4 instillazioni/ die). In tabella 2 sono riepilogate sia le caratteristiche qualitative e quantitativa del film lacrimale sia i segni di discomfort oculare del paziente (grado di soddisfazione e tempo massimo giornaliero di utilizzo LAC) rilevate alla visita di basale. Al termine delle otto settimane di Year 1 ı Number 4 ı 2015 211 Utilità di trealosio nei portatori di lenti a contatto Tab. 2 Parameters observed at the initial visit (Baseline) and the final visit (after 8 weeks) PARAMETRI OSSERVATI ALLA VISITA INIZIALE (BASALE) E VISITA FINALE (DOPO 8 SETTIMANE) Participant (31 Patients) Partecipanti (31 Pazienti) Baseline visit [mean ± SD] VISITA basale [media ± DS] Final visit [mean + SD] VISITA finale [media ± DS] B.U.T. (sec) 7,0 (±1,9) 13 (±2,4) SCHIRMER TEST (mm) 10 (±2,8) 15 (±3,4) FERNING TEST (Patient distribution for Type I to IV) Test FELCIZZAZIONE (distribuzione pazienti per Tipo da I a IV) Type I Type II Type III (n 0) (n 0) (n13) Type I (n14) Type II (n17) Type III (n 0) Type IV (n18) Type IV (n 0) Max contact lenses wearing time (hours/day) 3,5 (±0,4) Tmax di utilizzo LAC (ore/die) 8 (±1,4) Patient satisfaction score (0-5) Giudizio del Paziente punteggio (da 0 a 5) 4,5 (±1,4) 0,5 (±0,3) and maximum daily contact lens usage) which were recorded at the baseline visit. At the end of the eight-week trehalose eye drop treatment, a clear improvement of all the quantitative parameters of the tear film was observed. These parameters on average indicated a decrease to within normal limits. Moreover, tear film stability was significantly improved, with an increase of the average values of the B.U.T. from baseline 7 seconds to 13 seconds at the final visit (+ 85%). Schirmer test average value increased from 10 mm at the baseline at the baseline visit to 15 mm at the final measurement (+ 50%). The Ferning Test was significantly improved in all patients from Type III or IV at the baseline to Type I or II at the final visit. Even the maximum time of daily use of the lenses increased significantly, rising from 3.5 hours/day reported at baseline to a mean of 8 trattamento con il collirio a base di trealosio si è osservato un netto miglioramento di tutti i parametri quali-quantitativi del film lacrimale che sono mediamente rientrati nei limiti di normalità, infatti la stabilità del film lacrimale è risultata significativamente migliorata, con un aumento dei valori medi del B.U.T. da 7 secondi della rilevazione basale a 13 secondi di quella finale (+85%), il test di Schirmer è contestualmente incrementato da un valore medio di 10 mm al basale ai 15 mm della rilevazione finale (+50%). Il test di felcizzazione che era stato classificato di tipo III o IV in tutti i pazienti alla visita basale è significativamente migliorato con una classificazione di tipo I o II alla visita finale in tutti i pazienti. Anche il tempo massimo giornaliero di utilizzo delle lenti è significativamente incrementato passando dalle 3,5 ore/die riferite alla visita basale ad una media di 8 ore/die riferite a quella finale (+129%), analogamente a quanto osservato per il giudizio globale sul grado di soddisfazione nell’indossare le lenti a contatto passato da un valore medio iniziale 212 Usefulness of trehalose for contact lens wearers Fig. 1 Fig. 2 hours/day at the final visit (+ 129%). Similarly, the overall evaluation on the degree of satisfaction in wearing contact lenses moved from an initial average of 0.5 to a final rating of 4.5 (Table 2). di 0,5 ad uno finale di 4,5 (Tab. 2). Di seguito vengono descritte le evidenze individuali riscontrate in alcuni pazienti con particolare riferimento alle immagini dei test di felcizzazione. Fig. 1- 2 Ferning Test Case No. 1 Test di felcizzazione del caso n. 1 descritto CASE NO. 1 (RGP contact lens wearer for Keratoconus OO) diagnosed with lipid, aqueous and mucin layer alterations, at baseline visit: B.U.T. = 9 sec, Schirmer Test = 10 mm, Max. contact lens usage = 3 hours/day, Ferning Test = Type IV (Fig. 1). Results after 20 days of trehalose 3% treatment 3 times/day showed improvement: B.U.T. = 12 sec, Schirmer Test = 15 mm, Max. contact lens usage = 6 hours/day, Ferning Test = Type III (Fig. 2). It is worth noting the remarkable improvement after 20 days of treatment particularly in the rate of daily usage of contact lenses. CASE NO. 2 (RGP contact lens wearer for Keratoconus OO) diagnosed with lipid, aqueous and mucin layer alterations, at baseline visit: B.U.T. = 7 sec, Schirmer Test = 10 mm, Max. contact lens usage = 4 hours/day (not continuous), Ferning Test = Type IV (Fig. 3). Results after 20 days of trehalose 3% treatment 3 times/ day showed improvement: B.U.T. = CASO N. 1 portatore di LAC-RGP per cheratocono in OO con diagnosi di alterazione dello strato lipidico, acquoso e mucinico alla visita basale (B.U.T. = 9 sec, Schirmer test = 10 mm, T max di utilizzo LAC = 3 ore/die, test di felcizzazione = IV stadio) (Fig. 1), che si è risolta dopo 20 giorni di trattamento con trealosio al 3% 3/die (B.U.T. = 12 sec, Schirmer test = 15 mm, T max di utilizzo LAC = 6 ore/die, test di felcizzazione = III stadio) (Fig. 2) . Da notare come dopo 20 giorni di trattamento i parametri abbiamo avuto un notevole miglioramento, soprattutto il tempo di applicazione delle lenti a contatto. CASO N. 2 portatore di LAC-RGP per cheratocono in OO con diagnosi di alterazione dello strato lipidico, acquoso e mucinico alla visita basale (B.U.T. = 7 sec, Schirmer test = 10 mm, T max di utilizzo LAC = 4 ore/die non continuativamente, test di felcizzazione = IV stadio) (Fig. 3) che si è risolta dopo 20 giorni di trattamento con trealosio al 3% 3/die (B.U.T. = 13 Year 1 ı Number 4 ı 2015 213 Utilità di trealosio nei portatori di lenti a contatto Fig. 3 Fig. 4 Fig. 3-4 Ferning Test Case No. 2 Test di felcizzazione del caso n. 2 descritto 13 sec, Schirmer Test = 15 mm, Max. contact lens usage = 8 hours/day, Ferning Test = Type II (Fig. 4). This case also demonstrates that due to the B.U.T. increase a state of equilibrium in the layers was significant enough to permit a great increase in the hours of contact lens use. Most notable is the presence of ferning in Figure 4 compared to Figure 3 where it is completely absent. CASE NO. 3 (RGP contact lens wearer for Keratoconus OO) diagnosed with lipid and mucin layer alterations, at baseline visit: B.U.T. = 8 sec, Schirmer Test = 15 mm, Max. contact lens usage = 3 hours/day, Ferning Test = Type IV (Fig. 5). Results after 20 days of trehalose 3% treatment 3 times/day showed improvement: B.U.T. = 11 sec, Schirmer Test = 20 mm, Max. contact lens usage = 7 hours, Ferning Test = Type II-III (Fig. 6). In this case, although the patient had a good quantity of aqueous portion (Schirmer Test 15 mm) before the treatment, there was, nonetheless, low usage at only 3 hours due to immediate evaporation as B.U.T. is only 8 seconds. CASE NO. 4 (RGP contact lens wearer for Keratoconus OO) diagnosed with lipid, aqueous and mucin layer alterations, at baseline visit: B.U.T. = sec, Schirmer test = 15 mm, T max di utilizzo LAC = 8 ore/die, test di felcizzazione = II stadio) (Fig. 4) . Anche in questo caso, grazie all’aumento del B.U.T., si è arrivati ad una condizione di equilibrio degli strati tale da consentire al paziente di aumentare notevolmente le ore di utilizzo delle LAC. Da notare soprattutto la presenza felcizzazione nella figura 4 rispetto alla figura 3 dove è completamente assente. CASO N. 3 portatore di LAC-RGP per cheratocono in OO con diagnosi di alterazione dello strato lipidico e mucinico alla visita basale (B.U.T. = 8 sec, Schirmer test = 15 mm, T max di utilizzo LAC = 3 ore/die, test di felcizzazione = IV stadio) (Fig. 5) che si è risolta dopo 20 giorni di trattamento con trealosio al 3% 3/die (B.U.T. = 11 sec, Schirmer test = 20 mm, T max di utilizzo LAC = 7 ore, test di felcizzazione = II-III stadio) (Fig. 6). In questo caso nonostante il paziente prima del trattamento avesse una buona quantità di porzione acquosa (Schirmer test 15 mm), l’applicazione risulta ridotta a sole 3 ore poiché ha una evaporazione immediata visto che il B.U.T. è di soli 8 secondi. CASO N. 4 portatore di LAC-RGP per cheratocono in OO con diagnosi di 214 Usefulness of trehalose for contact lens wearers Fig. 5 Fig. 6 8 sec, Schirmer Test = 5 mm, Max. contact lens usage = 4 hours/day, Ferning Test = Type III (Fig. 7). Results after 20 days of trehalose 3% treatment 3 times/day showed improvement: B.U.T. = 12 sec, Schirmer Test = 10 mm, Max. contact lens usage = 8 hours, Ferning Test = Type I (Fig. 8). In this case, the slide image shows continued ferning, typical of normal tear liquid and even though the Schirmer Test results are not ideal, the patient is able to wear contact lenses for 8 hours without any discomfort. alterazione dello strato lipidico, acquoso e mucinico alla visita basale (B.U.T. = 8 sec, Schirmer test = 5 mm, T max di utilizzo LAC = 4 ore/die, test di felcizzazione = III stadio) (Fig. 7) che si è risolta dopo 20 giorni di trattamento con trealosio al 3% 3/die (B.U.T. = 12 sec, Schirmer test = 10 mm, T max di utilizzo LAC = 8 ore, test di felcizzazione = I stadio). In questo caso l’immagine del vetrino (Fig. 8) ci mostra una felcizzazione continua, classica di un liquido lacrimale normale e nonostante lo Schirmer test non sia nei valori ideali, il paziente riesce ad applicare le LAC per 8 ore senza alcun fastidio. Fig. 5-6 Ferning test Case No. 3 Test di felcizzazione del caso n. 3 descritto DISCUSSION AND CONCLUSIONS It has been well-established that the main obstacle to wider contact lens use is the discomfort often associated with marginal dry eye – considered the leading cause of contact lens use being discontinued. The Dry Eye Investigation Study17 in the US and Canada used a questionnaire to interview 1,054 people. Results showed that contact lens wearers reported more frequent symptoms of ocular discomfort, dryness, irritation, foreign body sensation and discomfort compared to non-wearers. Approximately 50% of contact lens wearers reported signs of dryness in the evening, from mild to severe, compared to 22% of nonwearers. In addition, 172 former contact DISCUSSIONE E CONCLUSIONI È ormai assodato che il principale ostacolo alla diffusione delle lenti a contatto è il discomfort spesso associato ad occhio secco marginale, ritenuto la principale causa di abbandono delle LAC. Il Dry Eye Investigation Study17 mediante un questionario utilizzato in USA e Canada per intervistare 1054 soggetti, ha evidenziato che i portatori di LAC riportano più frequentemente sintomi di discomfort oculare, secchezza, irritazione, sensazione di corpo estraneo e fastidio rispetto ai non portatori. Circa il 50% dei portatori di LAC accusa segni di secchezza alla sera, di intensità da lieve ad elevata, rispetto al 22% dei non portatori. In più, 172 ex Year 1 ı Number 4 ı 2015 215 Utilità di trealosio nei portatori di lenti a contatto Fig. 7 Fig. 8 Fig. 7-8 Ferning Test Case No. 4 Test di felcizzazione del caso n. 4 descritto lens wearers stated that the two main reasons for discontinuing use were dry eye and ocular discomfort at the end of the day17. In reality, the discomfort should be tackled as a multifactorial problem, as it can stem from a range of factors from optical correction, to issues relating to the eye’s physiology and biochemistry. Consider, for example, how lens comfort can be substantially influenced by the right correction to the refractive aspect. Other important factors may be due to reduced oxygenation, the formation of deposits, by the mechanical action of the lenses, from poor lens cleaning or the using the same solutions for maintenance1. Mild tissue inflammation can occur in the anterior segment of the eye, not severe enough to cause red or sore eyes, but enough to create discomfort and symptoms such as burning, itching, "aching" eye, "hot" or dry eye sensation, foreign body or "sand in the eyes" sensations, etc. In many cases, these understated symptoms have no obvious clinical signs but can cause great discomfort accompanied by, if not caused by, a collapse of the pre-corneal film structure and can be generically defined as "marginal dry eye". In our study, we paid particular attention to the Ferning Test results portatori di LAC hanno dichiarato che le due ragioni principali per le quali hanno smesso di portare le lenti a contatto sono la secchezza oculare e il fastidio oculare nella parte finale della giornata17. Il discomfort in realtà dovrebbe essere visto anche come problema multifattoriale, dato che può essere determinato da una vasta gamma di fattori a partire da quello ottico correttivo, per andare poi a quelli concernenti la fisiologia e la biochimica dell’occhio. Consideriamo ad esempio l’aspetto rifrattivo e ricordiamoci come spesso il comfort delle lenti sia influenzato in modo consistente dalla giusta correzione. Altri fattori importanti possono essere dati dalla ridotta ossigenazione, dalla formazione di depositi, dall’azione meccanica della lente, dalla cattiva pulizia delle lenti o dalle stesse soluzioni utilizzate per la manutenzione1. Si possono creare ad esempio lievi infiammazioni o sensibilizzazioni a livello dei tessuti del segmento anteriore dell’occhio, non forti abbastanza da rendere l’occhio rosso o dolorante ma sufficienti a dare discomfort e sintomi come bruciori, pruriti, occhio “indolenzito”, sensazione di occhio “caldo” o asciutto, sensazioni di corpo estraneo o “sabbia negli occhi”, ecc. In molti casi questa sintomatologia sottile, senza segni clinici evidenti ma fortemente disturbante, è accompagnata se non provocata, da un collasso nella struttura del film pre corneale e può essere definita 216 Usefulness of trehalose for contact lens wearers as various authors have pointed to its usefulness as a predictive test to gauge the risk of intolerance in patients who are candidates for contact lenses10-11. It is welldocumented that patients with a high Ferning rating (ie. Type IV) are at high risk of intolerance to contact lenses. In such cases, the identification of risk offers the opportunity to customise contact lens’ selection and instructions for use. Although the mechanisms and biochemical processes of the ferning are still not completely clarified, it is commonly agreed that the ferning process results from interaction between electrolytes (Na+ Cl- and K+ Cl-) and globular material consisting of glycoproteins with high molecular weight of the mucus (mucin). The mucus component coats the salt molecules affecting the shape of the ferns. In the absence of protein or in the presence of an excessive amount of salts (eg. in eyes with hyper evaporation), new salt molecules are deposited around the central nucleus of the ferns, preventing branching. In the presence, however, of abundant glycoprotein material, this material is deposited at the front apex of the crystallisation preventing its advance and forcing it to branch and form the ferns. The results of this study suggest that trehalose can be useful in the reinstatement of all the tear film layers, creating a valid alternative for those not benefitting from other tear substitutes. In fact, a simultaneous and significant improvement of all subjective and objective parameters under analysis was observed. These results acquire an even more significant clinical value when the type of patients studied is considered: wearers of RGP lenses for advanced keratoconus with overt CLD genericamente come condizione di “occhio secco marginale”. Nel nostro studio abbiamo dedicato particolare attenzione ai risultati del test di felcizzazione in quanto vari autori ne hanno suggerito l’utilità come test predittivo del rischio di intolleranza nei pazienti candidati all’uso di lenti a contatto10-11. È infatti noto che i pazienti con un test di felcizzazione di punteggio elevato (es. tipo IV) sono ad elevato rischio di intolleranza alle LAC, e l’identificazione del rischio offre al prescrittore l’opportunità di personalizzare la scelta della LAC e delle modalità di uso. Anche se i meccanismi ed i processi biochimici della felcizzazione sono tuttora non completamente chiarificati, si ritiene che il processo di felcizzazione derivi dalla interazione tra elettroliti (Na+Cl- e K+Cl-) e materiale globulare costituito da glicoproteine ad alto peso molecolare del muco (mucine). La componente mucinica riveste le molecole di sale condizionando la forma delle felci. In assenza di proteine o in presenza di una quantità eccessiva di sali (es. negli occhi con iper evaporazione) nuove molecole di sale si depositano intorno al nucleo centrale delle felci, impedendone la ramificazione. In presenza, invece, di abbondante materiale glicoproteico, questo si deposita all’apice del fronte di cristallizzazione impedendone l’avanzamento e costringendo il sistema a ramificarsi e a formare le felci. I risultati osservati in questo studio suggeriscono che il trealosio possa essere utile al reintegro di tutti gli strati del film lacrimale così da consentire una valida alternativa a tutti coloro che con altri sostituti lacrimali non trovano giovamento. Infatti abbiamo osservato un contemporaneo e significativo miglioramento di tutti i parametri soggettivi ed oggettivi analizzati. Tali risultati acquisiscono una valenza Year 1 ı Number 4 ı 2015 217 Utilità di trealosio nei portatori di lenti a contatto and at high risk of discontinuing use. TTrehalose effectiveness in these subjects makes it a highly interesting option, not only in terms of CLD and tear evaporation treatment of CLD, but also in terms of prevention for those patients who, at initial evaluation prior to wearing contact lenses, already showed signs of risk factors for tear evaporation. In conclusion, it is our opinion that trehalose 3% tear substitute can permit patients to wear RGP lenses even when they are at high risk of intolerance and whose only other alternative is to wear glasses. In cases of advanced keratoconus, glasses do not guarantee sufficient visual acuity. Positive impacts on the patient with keratoconus’ quality of life and improved quality of vision have to both be taken into consideration. ABSTRACT Contact lens discomfort (CLD) is considered the leading cause of discontinuation of contact lens use, regardless of type and reason for use. Those using rigid gas permeable lenses (RGP lenses) for advanced keratoconus can be considered at a high risk of CLD. Objective: To evaluate the effectiveness of trehalose 3% eye drops in relieving ocular discomfort and improving quality and quantity of tear film in patients with advanced keratoconus and Rigid gas permeable lenses (RGP lenses) wearers showing signs of CLD despite regular administration of a tear substitute. The study enrolled 31 patients who had been wearing rigid gas permeable lenses (RGP lenses) for advanced keratoconus for more than 3 months and who showed CLD and tear evaporation, defined through alteration in at least two tear film function tests clinica rilevante anche in funzione della tipologia dei pazienti, portatori di LAC-RGP per cheratocono avanzato con CLD conclamato ad elevato rischio di abbandono. L’efficacia di trealosio in questi soggetti lo rende un candidato di sicuro interesse non solo in un’ottica di trattamento di CLD e dislacrimia, ma anche nella sua prevenzione in tutti i pazienti che alla valutazione effettuata prima di applicare una lente a contatto già presentino fattori di rischio di dislacrima. In ultima analisi quindi il sostituto lacrimale a base di trealosio 3% consente a nostro avviso di applicare LAC-RGP anche in pazienti ad elevato rischio di intolleranza che in alternativa hanno solo la possibilità di usare gli occhiali. Che notoriamente nei casi di cheratocono avanzato non garantiscono un visus sufficiente. Inutile sottolineare anche l’impatto sulla qualità di vita dei pazienti affetti da cheratocono oltre a quello sulla qualità della visione. RIASSUNTO Il discomfort da lente a contatto (CLD) viene ritenuto la principale causa di abbandono delle lenti a contatto (LAC), indipendentemente dal tipo e motivo di utilizzo. I portatori di lente rigida gas permeabile (LAC-RGP) per cheratocono avanzato possono essere considerati ad alto rischio di CLD. Scopo dello studio: valutare l’efficacia di un collirio a base di trealosio 3% nell’alleviare il discomfort oculare e migliorare qualità e quantità del film lacrimale in pazienti affetti da cheratocono avanzato e portatori di lente rigida gas permeabile (LACRGP) con evidenza di CLD malgrado la somministrazione regolare di un sostituto lacrimale. Sono stati arruolati 31 pazienti portatori da oltre 3 mesi di LAC-RGP per cheratocono avanzato che presentavano CLD e 218 Usefulness of trehalose for contact lens wearers (B.U.T., Schirmer Test and Ferning Test) associated with insufficient maximum time permitted for the use of contact lenses/day (<4 hours). A change in tear substitute was proposed before carrying out further evaluation. Schirmer, Break Up Time (B.U.T.) and Ferning Tests were performed during the selection (baseline) process. In addition, patients were surveyed on maximum number of hours/day that contact lenses were worn for the 3 days prior to the visit, and their overall degree of satisfaction with wearing contact lenses (score 0-5). All selected patients were already being treated with a carboxymethylcellulose based tear substitute (4 instillations/ day) which was replaced by trehalose 3% eye drops (4 instillations/day) after the initial visit. At the 8-week (final) check-up following the switch to trehalose 3%, all patients showed a marked improvement in signs of CLD and quantitative parameters of tear film (B.U.T. medium increase from 7 seconds to 13, medium increase in Schirmer Test from 10 to 15 mm, improvement in Ferning Tests from Type III or IV at the baseline visit to Type I or II at the final one), and a significant increase in the maximum contact lens wearing time, from an average 3.5 hours/day to 8 hours/ day. Moreover, patient satisfaction levels regarding contact lens wearing increased from a medium baseline value of 0.5 to 4.5 at the final visit. Conclusions: In users of rigid gas permeable lenses (RGP lenses) for advanced keratoconus with obvious signs of intolerance and at risk of discontinuing use, the switch to trehalose 3% eye drops alleviated both CLD and tear evaporation to a clinically significant level. Regular application of trehalose eye drops can offer an dislacrimia, definiti dall'alterazione di almeno due test di funzionalità del film lacrimale (B.U.T., test di Schirmer e test di felcizzazione) dall'alterazione di cambiare il sostituto lacrimale, prima di valutare ulteriori provvedimenti. In occasione della visita di selezione (basale) sono stati effettuati test di Schirmer, Break up time (B.U.T.), test di felcizzazione, rilevazione del numero massimo di ore/die di utilizzo LAC nei 3 giorni precedenti la visita, giudizio globale del paziente sul grado di soddisfazione nell’indossare le lenti a contatto (scala verbale da 0 a 5). Tutti i pazienti selezionati già utilizzavano un sostituto lacrimale a base di carbossimetilcellulosa (4 istillazioni/die) che a decorrere da tale visita è stato rimpiazzato da un collirio a base di trealosio 3% (4 istillazioni/die). Alla visita di controllo (finale) 8 settimane dopo lo switch a trealosio 3%, si è osservato in tutti i pazienti un netto miglioramento dei segni di CLD e dei parametri quali-quantitativi del film lacrimale (incremento del B.U.T. medio da 7 secondi a 13 secondi, incremento test di Schirmer medio da 10 a 15 mm, miglioramento del test di felcizzazione da tipo III o IV della visita basale a tipo I o II di quella finale) ed un significativo incremento del tempo massimo di utilizzo LAC, passato da una media di 3,5 ore/die ad 8 ore/die. Anche il giudizio globale sul grado di soddisfazione del paziente nell’indossare LAC è aumentato da un valore medio basale di 0,5 a 4,5 alla visita finale. Conclusioni: nei portatori di lente rigida gas permeabile (LAC-RGP) per cheratocono avanzato con evidenti segni di intolleranza ed a rischio di abbandono, lo switch ad un collirio a base di trealosio 3% ha consentito di alleviare in maniera clinicamente rilevante CLD e dislacrimia. Year 1 ı Number 4 ı 2015 219 Utilità di trealosio nei portatori di lenti a contatto alternative treatment option in cases of CLD due to RGP lenses, prior to considering alternate action. La regolare applicazione di un collirio a base di trealosio può rappresentare un’alternativa terapeutica nei casi di CLD da LAC-RGP, prima di considerare ulteriori provvedimenti. REFERENCES 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) Nichols JJ, et al. The TFOS International Workshop on Contact Lens Discomfort: executive summary. Invest Ophthalmol Vis Sci 2013;54:7-13 Young G, Veys J, Pritchard N, Coleman S. A multi-centre study of lapsed contact lens wearers. Ophthalmic Physiol Opt 2002;22:51627 Holly FJ, Lemp MA. Wettability and wetting of the corneal epithelium. Eye Exp Res 1971;11: 239-51 Barnett M, Mannis MJ. Contact lenses in the management of keratoconus. Cornea 2011;30:1510-16 Franklin A, Franklin N. Rigid Gas-permeable Lens Fitting. 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