Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro, 26-30 Marzo 2007 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi [email protected] Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività Consiglio Nazionale delle Ricerche Via P. Gobetti, 101 - 40129 Bologna 1 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Gli acceleratori di elettroni macchine che convertono energia elettrica in corrente elettronica, sono intrinsecamente sicuri, precisi, facilmente controllabili, contrariamente alle sorgenti radioattive, possono essere accesi o spenti a piacere. Inoltre le energie del fascio di elettroni e la potenza erogata possono essere modulate su un ampio intervallo. Il loro notevole sviluppo cominciò nella seconda metà degli anni cinquanta grazie ai notevoli progressi dell’industria elettronica stimolata dalle ricerche sui radar che permisero la costruzione di acceleratori di elettroni più affidabili e potenti a costi ragionevoli. 2 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro2 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Gli acceleratori di elettroni Attualmente circa 1000-1200 acceleratori di elettroni, con energie comprese tra 0,15 e 10 MeV, sono installati nel mondo e utilizzati per applicazioni industriali. Il limite di 10 MeV è dovuto al fatto che energie superiori possono indurre radioattività nei materiali da trattare e pertanto 10 MeV è il limite massimo di energia per gli acceleratori utilizzati negli impianti commerciali (v. Tabella I) Tabella I. – Energia di soglia per processi fotonucleari (γ, n) per vari tipi di materiali* Nucleo Energia di soglia (MeV) 12C 18,7 14N 10,5 16O 15,7 27Al 13,1 40Ca 15,7 54Fe 13,6 65Cu 9,91 70Zn 9,20 90Zr 12,0 204Pb 8,20 *Le reazioni (e,n) hanno gli stessi livelli di soglia Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali 3 INFN Laboratori Nazionali di Legnaro3 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Gli acceleratori di elettroni Data la loro natura corpuscolare e la loro carica elettrica, gli elettroni sono meno penetranti dei raggi γ e dei raggi X aventi la stessa energia: la profondità di penetrazione utilizzabile (range utile) r di un fascio di elettroni avente energia E (E>1MeV), per l’irraggiamento di un materiale avente densità ρ, è data dall’equazione: r =E/3ρ Tabella II. Percorso (range) massimo di elettroni accelerati in materiali diversi Energia degli elettroni (MeV) Range massimo in aria in acqua in alluminio in piombo (cm) (mm) (mm) (mm) 30 109 132 53.8 10.2 10 43.1 49.8 21.7 5.42 1 4.08 4.37 2.05 0.69 0.1 0.13 0.14 0.069 0.027 0.01 0.0024 0.025 0.0013 0.00073 (20°C, 1atm) 4 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro4 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Gli acceleratori di elettroni I fasci di elettroni, pur avendo un minor potere di penetrazione rispetto ai raggi X o γ, hanno ratei di dose e potenze molto più elevate. Ad es. ratei di dose di 4 kGy/h sono tipici di una sorgente da 1 MCi di 60Co o di un fascio di raggi X prodotti da un acceleratore di elettroni da 200 kW e 5 MeV di energia, mentre con un acceleratore di elettroni da 50 kW e 10 MeV si può avere un rateo di dose di 5 kGy/s. Gli acceleratori possono essere di vario tipo, tuttavia alcune caratteristiche e principi costruttivi sono comuni a tutti. Gli elettroni emessi da un catodo sono accelerati all’interno di un tubo sotto vuoto da un campo elettrostatico oppure da un campo elettromagnetico e “sparati” all’esterno del tubo acceleratore attraverso una sottile finestra di titanio (qualche decina di µm di spessore) sotto forma di un fascio che va a colpire il prodotto da irraggiare. In questo modo possono essere generati fasci di elettroni con energie e intensità di correnti elevate. Voltaggio, e quindi energia, e corrente del fascio sono i due parametri che caratterizzano un acceleratore. Il primo determina il potere di penetrazione degli elettroni nel prodotto mentre, a parità di voltaggio o energia, la corrente del fascio determina, in proporzionalità diretta, la quantità di prodotto che può essere trattato. 5 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro5 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Vari tipi di acceleratori Classificazione degli acceleratori: o in base al modo di operare o in base all’energia degli elettroni emessi. Nel primo caso gli acceleratori si distinguono: in acceleratori operanti in corrente continua (DC) o ad “azione diretta”, in acceleratori a radiofrequenza (RF) o ad “azione indiretta”. Negli acceleratori in corrente continua una differenza di potenziale applicata direttamente tra la sorgente di elettroni (catodo) e l’elettrodo opposto (anodo) viene usata per accelerare gli elettroni, come nelle macchine elettrostatiche, oppure trasferita induttivamente agli elettroni come nelle macchine a trasformatore. L’energia finale degli elettroni prodotti dagli acceleratori in corrente continua è direttamente proporzionale alla differenza di potenziale che esiste nel tubo acceleratore. Negli acceleratori a radiofrequenza invece, gli elettroni vengono accelerati passando sempre attraverso un campo elettrico, non più statico, ma alternato perché associato alla componente sinusoidale di un’energia radiofrequenza (RF). 6 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro6 a Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Vari tipi di acceleratori La classificazione più appropriata degli acceleratori è quella fatta in base all’energia del fascio degli elettroni, in quanto l’energia determina la profondità di penetrazione della radiazione e quindi il settore di utilizzo. Secondo questo metodo gli acceleratori sono suddivisi in tre gruppi: a. acceleratori di bassa energia (0,15-0,5 MeV), b. acceleratori di media energia (0,5-5 MeV), c. acceleratori d’alta energia (5-10 MeV). 7 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro7 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di bassa energia (150 a 500 keV) Sono macchine elettrostatiche, piccole e compatte con schermatura per le radiazioni che è parte integrante della macchina così da poter essere incorporate facilmente sia in linee di produzione nuove che in impianti preesistenti. Avendo i loro fasci bassa capacità di penetrazione, trovano esclusivamente impiego per trattamenti in superficie e per irraggiare rivestimenti e film sottili. In base al modo con cui sono costruiti gli acceleratori di bassa energia vengono così suddivisi: a. Acceleratori a scansione b. Acceleratori a cortina c. Acceleratori a multicatodo 8 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro8 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di bassa energia (150 a 500 keV) Schema di acceleratore a cortina Electrocurtain® Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali 9 INFN Laboratori Nazionali di Legnaro9 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di media energia I componenti principali dell’acceleratore sono: Schema semplificato di un acceleratore in Corrente Continua (DC) un generatore tensione, di alta una sorgente di elettroni, un tubo sotto vuoto spinto dove gli elettroni sono accelerati da una serie di elettrodi con tensioni a gradini a crescere tra il catodo con voltaggio negativo ed il potenziale di terra, un sistema di scansione del fascio su tutta la superficie da irraggiare nel caso di superfici estese. 10 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro10 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di media energia Il Dynamitron utilizza un sistema di rettificatori in cascata ad accoppiamento parallelo per creare alta tensione Schema dettagliato di un acceleratore elettrostatico tipo Dynamitron Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali 11 INFN Laboratori Nazionali di Legnaro11 Gli acceleratori di elettroni Acceleratori di media energia Schema di acceleratore Van de Graaf. Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR 12 INFN Laboratori Nazionali di Legnaro12 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di media energia Gli acceleratori del tipo ILU operano a radiofrequenza utilizzando una cavità toroidale risonante, formata da due parti delle quali una entra parzialmente nell’altra, montate all’interno di un serbatoio in acciaio sottovuoto. Elementi fondamentali di un acceleratore di tipo ILU: 1) serbatoio contenitore, 2) cavità risonante, 3) bobina induttiva, 4) bobina di scansione, 5) iniettore di elettroni, 6) camera di scansione “scanner”, 7) antenna di misura RF, 8) oscillatore. 13 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro13 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia L’utilizzo di campi elettrostatici per accelerare elettroni porta ad una limitazione delle energie raggiungibili (<5 MeV e con particolari accorgimenti fino a circa 8 MeV) a causa di problemi di isolamento che insorgono nelle strutture isolanti allorché queste sono sottoposte a tensioni statiche superiori al milione di eV per metro. Questi limiti elettrostatici sono agevolmente superati usando tensioni alternate, che permettono di ottenere sia l’accelerazione ciclica, sia campi elettrici molto più elevati senza perforazione degli isolanti. Gli acceleratori lineari si distinguono in acceleratori lineari a onda viaggiante (Figura a destra) e a onda stazionaria. Rappresentazione schematica di un acceleratore lineare ad onda viaggiante 14 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro14 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia A destra: Schema a blocchi acceleratore lineare di un A sinistra: Struttura di elettronico un cannone 15 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro15 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia ad onda viaggiante Gli elettroni viaggiano nella guida, in cresta all’onda o non lontano dalla cresta, in modo da usufruire della massima intensità del campo acceleratore e quindi sottoposti in continuazione a un campo acceleratore Ez(z)cosϕ(z) (dove Ez è il valore di cresta e ϕ la fase del pacchetto di elettroni rispetto alla cresta, ambedue in genere variabili con z), ed escono dalla guida lunga L con un incremento d’energia dato dalla relazione: L ∫ eV = e E z ( z ) cos ϕ ( z )dz 0 Modo TM0,1 in una guida circolare liscia. Le linee a tratto pieno rappresentano il campo elettrico, le tratteggiate il campo magnetico 16 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro16 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia- Il Klystron Funzionamento schematico di un klystron Il cannone elettronico produce un flusso di elettroni. Le cavità d’impacchettamento regolano la velocità degli elettroni in modo da farli arrivare in pacchetti all’uscita della cavità. I pacchetti di elettroni all’uscita della cavità klystron generano le microonde (RF). Le microonde fluiscono nella guida d’onda trasporta all’acceleratore. del che li Gli elettroni sono assorbiti nell’assorbitore del fascio . http://www2.slac.stanford.edu/vvc/accelerators/klystron.html 17 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro17 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia- Il Magnetron Magnetron sezionato è composto da un anodo, una camera in rame con sezione circolare circondata da lobi o fori e da fessure, costituenti una cavità risonante. Questi lobi e fessure funzionano come circuiti risonanti LC, dove il foro sostituisce l'induttanza L e la fessura sostituisce la capacità C. 18 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro18 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia-Il Magnetron L’interazione degli elettroni, emessi dal catodo, con il campo elettrico continuo, che ne aumenta la velocità, e con il campo magnetico, che li fa deviare dalla traiettoria rettilinea,induce un flusso di corrente alternata nelle cavità risonanti dell’anodo e provoca l’erogazione di energia tale da generare un campo RF. 19 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro19 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia ad onda stazionaria L’acceleratore lineare ad onda stazionaria conccsiste di una sezione acceleratrice, un tubo sotto vuoto spinto, in cui si trovano diverse cavità risonanti isolate alternativamente tra loro e collegate ad un generatore di tensione alternata, e di una sorgente di elettroni, un triodo. Dal catodo di questo triodo, mediante un opportuno sistema di pilotaggio, viene emesso un fascio di elettroni nel momento in cui le tensioni applicate alle cavità risonanti dispari hanno segno positivo (contemporaneamente le cavità pari saranno caricate negativamente). Il fascio di elettroni viene così accelerato verso la prima cavità caricata positivamente e la attraversa. Mentre percorre questa cavità i segni dei campi elettrici di tutte le cavità vengono invertiti, per cui il fascio di elettroni uscendo dalla prima cavità (figura A), che intanto è diventata negativa, viene nuovamente accelerato verso la seconda cavità che ora è carica positivamente. Mentre il fascio attraversa la seconda cavità (figura B), si invertono nuovamente tutti i campi elettrici e gli elettroni vengono ulteriormente accelerati verso la cavità successiva (figura C)e così via. Se la fase fosse sbagliata, cioè la cavità fosse carica negativamente all’arrivo degli elettroni, questi sarebbero respinti. Poiché il generatore di tensione lavora a frequenza costante e d’altra parte gli elettroni all’ingresso delle successive cavità possiedono velocità sempre maggiori, le cavità diventano sempre più lunghe in modo che le particelle escano dalle cavità stesse in fase con la tensione o campo elettrico. Una volta che le particelle hanno raggiunto la velocità della luce, la lunghezza delle cavità successive rimane costante e l’energia degli elettroni aumenta per l’aumentare della massa relativistica della particella stessa. Fig. A Fig. B Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali Fig. C 20 INFN Laboratori Nazionali di Legnaro20 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia-Il Rhodotron Acceleratore Rhodotron® della IBA 21 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro21 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia-Il Rhodotron Gli elettroni generati da un cannone elettronico (7) situato esternamente alla cavità, vengono iniettati nella cavità stessa (1) nel cui interno vengono accelerati una prima volta da un campo elettrico radiale verso l'interno della cavità. Passano quindi attraverso le aperture situate nel conduttore centrale (2) e allorché riemergono dall'altra parte trovano il campo elettrico nuovamente in fase e così subiscono una seconda accelerazione completando una prima volta l'attraversamento della cavità. Il fascio accelerato viene quindi deflesso passando attraverso un magnete esterno (5) e rinviato dentro la cavità per un secondo ciclo di accelerazione; i cicli vengono ripetuti fino a raggiungere l'energia e la potenza richiesta. 22 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro22 Gli acceleratori di elettroni Piergiorgio Fuochi ISOF-CNR Acceleratori di alta energia-Il Rhodotron Andamento dei campi elettrico e magnetico nel Rhodotron® 23 Scuola Nazionale Rivelatori ed Elettronica per Fisica delle Alte Energie, Astrofisica ed Applicazioni Spaziali INFN Laboratori Nazionali di Legnaro23