Corso su motivazione e metodo di studio

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Una scuola per me
Un percorso su motivazione e metodo di studio
dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Secondaria
Dott. Paola Pizzingrilli e Chiara Valenti
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano
Che cosa vi aspettate
da questo percorso?
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Che cosa significa
imparare?
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Ci sono molti verbi che possono essere considerati come sinonimi di “apprendere”
o di “imparare”. Eccone alcuni.
Scegliete, tra questi, i 3 verbi che meglio si avvicinano all’idea che avete
dell’apprendimento
CERCARE
CAPIRE
TRASFORMARE
MEMORIZZARE
INVENTARE
INTERIORIZZARE
ACQUISIRE
PERSONALIZZARE
CRESCERE
SVILUPPARSI
AVVENTURARSI
SCOPRIRE
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
CERCARE
CAPIRE
TRASFORMARE
MEMORIZZARE
INVENTARE
INTERIORIZZARE
ACQUISIRE
PERSONALIZZARE
CRESCERE
SVILUPPARSI
AVVENTURARSI
SCOPRIRE
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
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MAGGIORANZA
VERBI ROSSI
MAGGIORANZA
VERBI VERDI
MAGGIORANZA
VERBI BLU
• Immagine
dell’apprendimento
centrata sul processo
del ricevere,
dell’immagazzinare,
dell’accumulare,
del “portare dentro”
di sé.
• Si ricordi che esistono
anche momenti in cui
l’apprendimento
avviene in altri modi,
più attivi, che
richiedono
partecipazione e
rielaborazione.
• Immagine
dell’apprendimento
centrata sul “fare”,
sulla ricerca,
sull’esperienza
diretta.
• Si ricordi che in alcuni
casi è anche
importante ascoltare,
riflettere, rielaborare.
• Immagine centrata
sull’esigenza di
comprendere,
riflettere e stabilire
collegamenti tra ciò
che è proposto e
il proprio modo
di essere.
• Si tenga presente che
per raggiungere questi
obiettivi sono anche
necessari momenti
di ricezione,
di memorizzazione e
momenti di
partecipazione attiva
in esperienze pratiche.
VERBI DI OGNI TIPO
• Immagine
dell’apprendimento
che tiene conto
di aspetti ricettivi
(l’apprendimento
come ascolto e
memorizzazione),
attivi
(l’apprendimento
come esplorazione ed
esperienza diretta)
e riflessivi
(l’apprendimento
come rielaborazione
personale).
• Si cerchi di individuare
quali sono le
situazioni in cui è
pertinente ciascuno
di questi tre modelli.
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
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Le domande dell’IMPARARE
1. DOVE?
2. CHE COSA?
3. QUANDO?
4. CHI?
5. CON CHI?
6. PERCHÉ?
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1. DOVE?
amici
scuola
mass-media
casa
vita
gruppo
famiglia
sport
da soli
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2. CHE COSA?
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3. QUANDO?
4. CHI?
5. CON CHI?
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6. PERCHÉ?
CRESCERE
DEVO
auto-realizzazione
processo senza fine
MI PIACE
CAPIRE
comprendere
vedere diversamente
MI SERVE
mezzo per un fine
aumento conoscenze
competenza sociale
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Impariamo tutti
allo stesso modo?
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Esistono diversi stili di apprendimento
Modo in cui un allievo fissa, organizza e recupera le informazioni
Tendenza ad applicare una specifica tipologia di strategie
nei molteplici contesti di apprendimento
 La definizione del proprio stile rappresenta il punto di partenza
per raggiungere la flessibilità cognitiva
 Non sempre la preferenza per un certo stile coincide con la reale padronanza
delle strategie che lo caratterizzano
 Da un punto di vista metacognitivo, è quindi importante rilevare il proprio stile
(conoscenze) e diventare consapevoli dello stesso e della sua attuazione
(controllo)
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Lo stile di apprendimento rimanda alla modalità sensoriale
con cui percepiamo, in maniera preferenziale, le informazioni
VISIVO-VERBALE
VISIVO-NON VERBALE
Preferisce la letto-scrittura e tende a:
Preferisce le immagini e tende a:
₋ prendere appunti in classe e utilizzarli
a casa per lo studio
₋ usare disegni, mappe multimediali in cui
inserire parole-chiave, immagini, grafici…
₋ riassumere per iscritto quanto si è letto
₋ utilizzare colori diversi per evidenziare
nel testo le frasi e le parole
₋ accompagnare grafici e mappe
con spiegazioni scritte in generale
₋ elencare per iscritto ciò che vuole
ricordare
₋ usare gli indici testuali prima di affrontare
il testo
₋ crearsi immagini mentali di ciò che viene
ascoltato o letto, utili per memorizzare e
recuperare i contenuti
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Lo stile di apprendimento rimanda alla modalità sensoriale
con cui percepiamo, in maniera preferenziale, le informazioni
UDITIVO
Preferisce l’ascolto ed è favorito dall’assistere
a una lezione frontale,
dalla partecipazione a discussioni
e dai lavori in gruppo:
₋ presta attenzione alle spiegazioni in classe
₋ sfrutta il recupero e la verbalizzazione
delle conoscenze pregresse su un dato
argomento
₋ predilige il formato audio (registrare
le lezioni a scuola, registrare la propria
voce mentre ripete)
CINESTESICO
Predilige attività concrete
ed esperienze dirette:
₋ ha bisogno di movimento e di alternare
momenti in cui si sta seduti a momenti
in cui ci si alza
₋ suddivide i momenti di studio da quelli
di pausa
₋ trasforma in pratica ciò che si deve
studiare
₋ lavora volentieri in gruppo
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Sistematico o intuitivo?
Ami programmare minuziosamente tutto quello che fai o
preferisci cimentarti con situazioni più complesse e non del
tutto prevedibili?
Che cosa è meglio? Dipende… proviamo a scoprirlo.
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
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Un po’ di pubblicità
Andrea, direttore marketing di una famosa ditta di abbigliamento, in occasione
dell'apertura di un nuovo punto vendita, che avverrà il 10 dicembre, ne vuole promuovere
la conoscenza e si rivolge al suo assistente, Davide, dicendo: "Ho pensato che per il giorno
dell'inaugurazione si potrebbe attirare il maggior numero possibile di clientela attraverso
un'efficace campagna pubblicitaria".
"Ha avuto una buona idea, Andrea" risponde Davide "Per quell'occasione molta dovrà
essere la gente che verrà a visitare il negozio. Ma... a chi pensa di rivolgersi per ricevere
una consulenza per la pubblicità?".
Andrea: "Conosco molto bene due pubblicitari, miei amici fin dai tempi dell'università.
Verdi mi ricordo che tutte le mattine veniva in università per seguire le lezioni e prendeva
diligentemente gli appunti. Rossi, invece, frequentava a periodi alterni, a volte veniva a
lezione ma spesso era impegnato nei lavori più disparati per potersi guadagnare
la sua autonomia.
Ho saputo che entrambi lavorano da molti anni nel settore e hanno collaborato con le più
note aziende e quindi non so proprio a chi rivolgermi”.
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
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Un po’ di pubblicità
1. A quale dei due pubblicitari ti affideresti?
Verdi
Rossi
Non sapendo a chi rivolgersi, Andrea, nel mese di giugno, telefona ad entrambi:
"Buongiorno caro, ho proprio bisogno di te. Per l'apertura di un nostro nuovo punto
vendita mi servirebbe un'idea in modo che all'inaugurazione possa venire più gente
possibile. Forse ti chiamo con un po' di anticipo, ma vorrei che la campagna pubblicitaria
fosse di grande effetto ".
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
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Un po’ di pubblicità
2. Leggi le seguenti risposte:
- Rossi: "Non ti preoccupare, Andrea. Se mi lasci il tuo recapito telefonico ti contatto
dopo il periodo estivo, perché, in base a quello che sto già pensando
di realizzare, il tempo dovrebbe essere sufficiente ".
- Verdi: "Guarda, tenendo conto dei tempi di programmazione,
di quelli per la realizzazione grafica e degli spazi da trovare, penso che
possiamo metterci al lavoro dopo l’estate. Se mi lasci il tuo numero, ti richiamerò ".
Tu avresti risposto come:
Verdi
Rossi
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Un po’ di pubblicità
All'inizio del mese di settembre Andrea contatta il pubblicitario per fissare l’appuntamento.
3. Il pubblicitario contattato può agire in due modi diversi.
- Il pubblicitario osserva l'agenda e vede che il primo giorno in cui non ha altri impegni
è il 27 settembre. Decide così di dedicarlo ad Andrea.
- Il pubblicitario valuta che per l'idea che vorrebbe realizzare sono necessarie
circa 30 ore e le distribuisce nel tempo, considerando anche gli altri impegni annotati,
in modo che, un mese prima dell'apertura del negozio, la promozione partirà.
Fissa quindi l'appuntamento per il 29 settembre.
Tu ti saresti comportato come:
A
B
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
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Un po’ di pubblicità
Il giorno stabilito Andrea si reca dall'amico, curioso di sentire i progetti a cui ha pensato.
4. Il pubblicitario propone due progetti diversi, ugualmente validi:
-
" Vedi, Andrea, ho a disposizione delle copie di manifesti già realizzati per altre promozioni.
Analizziamo i vari manifesti per trovare quello adatto. Potremmo disegnare uno slogan
che richiami il nome del negozio accompagnandolo con un'immagine o,
se vuoi qualcosa di più semplice e tradizionale, si può pensare a una scritta
utilizzando caratteri molto grandi ".
-
Il pubblicitario mostra diverse tipologie di caratteri, di inchiostri colorati,
di simboli che potrebbero essere abbinati tra loro creando un modello nuovo ed originale.
Egli, scegliendo a caso, abbozza un esempio che viene apprezzato da Andrea.
Se fossi stato Andrea, tu avresti scelto il progetto:
A
B
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Un po’ di pubblicità
Andrea e il pubblicitario si lasciano accordandosi per ritrovarsi successivamente e verificare
il progredire del lavoro.
Andrea torna in ufficio soddisfatto e parla con il suo assistente del progetto scelto. Davide,
dopo aver ascoltato interessato, domanda: "Ha chiesto quanto le costerà la realizzazione
di questo progetto?«.
"Hai ragione" risponde Andrea "Me ne sono scordato! Ora lo chiamo e chiedo
un preventivo ".
"Buongiorno, sono Andrea, ti chiamo per avere un'idea di quanto mi verrà a costare
il lancio promozionale".
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
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Un po’ di pubblicità
5. Il pubblicitario può rispondere in due modi:
- Il pubblicitario fa un calcolo della somma del costo del materiale e
del tempo impiegato per la realizzazione dando ad Andrea un'idea approssimativa
del costo complessivo.
- Il pubblicitario risponde che in genere il costo finale per una campagna pubblicitaria
si aggira intorno a 1.200 euro.
Tu ti comporteresti come:
A
B
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Un po’ di pubblicità
Ecco le istruzioni per calcolare il punteggio che hai ottenuto, in base alla scelta
delle risposte nei cinque box.
Fai la somma del punteggio ottenuto e individua il tuo profilo nella tabella
di seguito riportata.
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
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Un po’ di pubblicità
Tratto da Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson, 2007
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Qual è il primo passo
per imparare bene?
Essere MOTIVATI!
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Che cosa significa motivazione?
Alla Scuola
dell’Infanzia
Alla Scuola Primaria
Alla Scuola
Secondaria di Primo
Grado
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Qualche definizione dalla letteratura
 Processo dinamico mediante cui caratteristiche durevoli e
situate del contesto e dello studente si combinano
determinando il significato che una situazione assume
per lui/lei
 L’attivazione e la direzione del comportamento rivolto
a uno scopo
Boscolo, 2009
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Quali sono le caratteristiche chiave
di un apprendimento motivato?
1. Essere pronto/a: l’attività di apprendimento deve essere
adeguata al livello di conoscenza precedente
dell'allievo/a
2. Significato: un'attività di apprendimento deve essere
percepita dall'allievo/a come rilevante per la sua
identità personale
Boscolo, 2009
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Motivazione estrinseca VS
motivazione intrinseca
 Rappresentano i poli opposti di un continuum
 La motivazione intrinseca porta a intraprendere un’attività
per il proprio piacere piuttosto che
per un riconoscimento esterno
 La motivazione estrinseca ha come obiettivi voti o
ricompense concrete
 L’interiorizzazione è il processo attraverso cui
la regolazione da estrinseca diventa autonoma e intrinseca
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Motivazione estrinseca VS
motivazione intrinseca
Vi sono diversi livelli intermedi:
 regolazione esterna: es. lo studente studia una disciplina come
un dovere imposto
 introiezione: es. l’allievo si impegna nello studio perché se lo impone
come un dovere morale
 identificazione: es. lo studente si impegna in una disciplina
per raggiungere un obiettivo che ritiene importante a livello personale
 integrazione: l’obiettivo che si vuole raggiungere ha un valore
che lo lega strettamente al sé
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L’importanza della
motivazione intrinseca
Per quanto riguarda il coinvolgimento degli allievi
nei vari settori disciplinari, la motivazione intrinseca
ha due importanti implicazioni per la pratica dell’istruzione:
₋ va costruita attraverso attività didattiche vicine ai bisogni
psicologici degli allievi
₋ va facilitato il processo di interiorizzazione: l’allievo
va aiutato a capire il significato di una disciplina che
non lo motiva
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Stili attribuzionali
Processi attraverso cui ogni individuo analizza i suoi successi
o insuccessi per capire chi o che cosa è responsabile
della riuscita o meno di compiti di diverso tipo
Principali attribuzioni secondo Weiner (adattato da De Beni e
Moè, 2000)
Locus interno
Locus esterno
Instabile controllabile
Impegno/Disimpegno
Stabile incontrollabile
Abilità/Incapacità
Stabile incontrollabile
Facilità/Difficoltà
Instabile controllabile
Aiuto/Non aiuto
Instabile incontrollabile
Fortuna/Sfortuna
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Anche la motivazione ha i suoi stili
STILE
STRATEGICO
STILE
DEPRESSO
Attribuisce
principalmente
il suo successo
all’impegno e il
suo insuccesso
alla mancanza
di impegno
Attribuisce
principalmente
il suo successo
a cause esterne
e il suo
insuccesso
alla mancanza
di abilità
STILE
NEGATORE
Attribuisce
principalmente
il suo successo
all’abilità
e il suo
insuccesso
a cause esterne
STILE
PEDINA
Attribuisce
principalmente
il suo successo
e il suo
insuccesso
a cause esterne
STILE
ABILE
Attribuisce
principalmente
il suo successo
all’abilità
e il suo
insuccesso
alla mancanza
di abilità
Tratto da De Beni e Moè, 1995
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Alcune concezioni errate
sulla motivazione
1. È una spinta attraverso cui l’allievo adotta
comportamenti positivi (desidera acquisire nuove
conoscenze, impegnarsi e persistere nello studio).
Quando questa spinta viene a mancare l’allievo
è demotivato
La motivazione è in realtà un costrutto molto più
complesso in cui entrano in gioco gli obiettivi
dello studente, le sue aspettative, i suoi atteggiamenti,
i suoi interessi e la sua capacità di autoregolarsi
Boscolo, 2009
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Alcune concezioni errate
sulla motivazione
2. La motivazione veramente valida è quella intrinseca
Quella estrinseca, basata su premi e ricompense,
è secondaria o addirittura da biasimare
Concezione irrealistica che non tiene conto delle richieste, dei vincoli
e delle difficoltà dei contesti di apprendimento
Si trascura la componente evolutiva della motivazione: essa
si sviluppa in conseguenza ad esperienze positive e negative
di apprendimento e passa da forme di regolazione esterna, da parte
di genitori e insegnanti, a forme di autoregolazione
Boscolo, 2009
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Alcune concezioni errate
sulla motivazione
3. La demotivazione è dell’allievo
Ne consegue che l’insegnante non se ne sente
responsabile, quindi:
₋ si pone in atteggiamento di valutatore e
non di promotore della motivazione
₋ è poco disposto a giustificare l’allievo
La ricerca mostra in realtà che la responsabilità
della motivazione è distribuita fra l’allievo, il corpo
docente e la famiglia: appartiene al contesto
di apprendimento
Boscolo, 2009
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Provate a tracciare un profilo
dell’alunno motivato e
di quello demotivato
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L’identikit dell’alunno
intrinsecamente motivato
1. È centrato sul compito (per es. vuole riuscire a capire o
a impratichirsi)
2. Persiste nelle difficoltà
3. Ha fiducia in se stesso
4. Esprime minor affettività negativa quando non riesce
5. Usa strategie cognitive efficaci
6. È autoregolato e dotato di senso di autoefficacia
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Chiariamo alcuni concetti
AUTOEFFICACIA
giudizio di un individuo sulle proprie capacità di organizzare e eseguire
azioni richieste per realizzare determinati tipi
di prestazioni (Bandura, 1986)
APPRENDIMENTO AUTOREGOLATO
l’allievo pone obiettivi per l’apprendimento e tenta poi di monitorare,
regolare e controllare i processi cognitivi, la motivazione
e il comportamento in relazione a quegli obiettivi, nei limiti delle proprie
caratteristiche personali e di quelle ambientali
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L’identikit dell’alunno
estrinsecamente motivato
1. Cerca di avere un giudizio positivo e di essere superiore
agli altri, ricevendo ricompense esterne (per es., bei voti)
2. In caso di insuccesso, mostra affettività
negativa (senso di impotenza) e presenta strategie
scarsamente efficaci
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L’identikit dell’alunno
demotivato
1. Cerca di evitare un giudizio negativo e
di apparire inferiore agli altri
2. Tende ad alterare il sé più che a modificare l’ambiente
in caso di scarso senso di controllo (per es., strategie
di auto-ostacolo)
3. Mostra affettività negativa (senso di impotenza) e
strategie scarsamente efficaci
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L’influenza delle relazioni sociali
sulla motivazione
Occorre tenere presenti tre fattori:
1. senso di appartenenza e clima sociale: il grado in cui
gli studenti si sentono personalmente accettati, inseriti,
rispettati e sostenuti dagli altri nell'ambiente
scolastico (Goodenow, 1993)
2. relazioni insegnanti-allievi
3. obiettivi sociali degli studenti
Boscolo, 2009
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Condizioni per sviluppare
il senso di appartenenza
 Chiarezza circa gli obiettivi del lavoro scolastico
 Equità dell’insegnante
 Sostegno personale e sociale (apprendimento
cooperativo, interazioni positive in classe, possibilità di
chiedere aiuto)
 Esperienze di successo
Boscolo, 2009
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Come valutare e potenziare
la motivazione?
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC)
Misura lo stile attributivo dai 4 ai 7 anni subito dopo lo svolgimento
di un compito concreto
Vengono proposti 6 compiti: tre riguardano situazioni di successo in cui
il compito riesce bene, tre situazioni di insuccesso in cui riesce meno bene
La prova si divide in quattro parti:
- la prima riguarda il tipo di compiti che il bambino preferisce scegliere
- la seconda vuol conoscere la motivazione del bambino e le aspettative
di riuscita prima dell’esecuzione del compito
- la terza parte riguarda le attribuzioni
- la quarta vuole conoscere la motivazione e le aspettative di riuscita
in compiti futuri simili
Ravazzolo, De Beni e Moè: «Stili attributivi motivazionali», Erickson, 2005
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC)
Si possono presentare le seguenti prove, ad esempio in questo ordine:
- SUCCESSO: esecuzione di un puzzle «Il girotondo»
- INSUCCESSO: ascolto e ricordo di una lista della spesa (insalata, dadi,
ammorbidente, scotch, mostarda, prosciutto, tagliatelle, piselli, pettine, riso)
- INSUCCESSO: ascolto di una storia registrata
- SUCCESSO: ascolto e ricordo di un’altra lista della spesa (pane, latte, burro,
marmellata, nutella, pasta, pomodoro, pollo, patate, mele)
- INSUCCESSO: esecuzione di un puzzle «La gita in campagna»
- SUCCESSO: ascolto di una storia registrata
È importante alternare le situazioni di successo e di insuccesso e che il compito
si concluda con un successo e con un feedback positivo da parte dell’insegnante
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC)
Tratto da Ravazzolo, De Beni e Moè: «Stili attributivi motivazionali», Erickson, 2005
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC)
Tratto da Ravazzolo, De Beni e Moè: «Stili attributivi motivazionali», Erickson, 2005
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC)
Tratto da Ravazzolo, De Beni e Moè: «Stili attributivi motivazionali», Erickson, 2005
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC)
Tratto da Ravazzolo, De Beni e Moè: «Stili attributivi motivazionali», Erickson, 2005
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC)
Parte 2 (domande da 1 a 6):
MOLTO = 3 PUNTI
ABBASTANZA = 2 PUNTI
POCO = 1 PUNTO
Parte 2 (domanda 7):
COMPITI DIFFICILI = 3 PUNTI
COMPITI MEDI = 2 PUNTI
COMPITI FACILI = 1 PUNTO
Si sommano poi i punti alle 7 domande
Da 7 a 10: poca motivazione e basse aspettative di riuscita
Da 11 a 14: sufficiente motivazione e sufficienti aspettative di riuscita
Da 15 a 18: buona motivazione e buone aspettative di riuscita
Da 18 a 21: alta motivazione e alte aspettative di riuscita
Tratto da Ravazzolo, De Beni e Moè: «Stili attributivi motivazionali», Erickson, 2005
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC)
PRIMA CAUSA SCELTA: 2 PUNTI
SECONDA CAUSA SCELTA: 1 PUNTO
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Prova delle motivazioni e delle attribuzioni
in situazioni concrete (PMA-SC)
Attribuzione del punteggio uguale alla parte seconda
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Misurare lo stile attributivo
dagli 11 ai 20 anni
- Questionario di attribuzione, di De Beni e Moè (1995)
- Questionario di eteroattribuzione per insegnanti IEA (misura lo stile
attributivo del ragazzo visto dall’insegnante)
- Questionario di eteroattribuzione per genitori GEA (misura lo stile
attributivo del ragazzo visto dal genitore)
- Tutti questi questionari sono costituiti da 24 item che presentano
situazioni ipotetiche in cui il ragazzo potrebbe essersi trovato, seguite
da 5 possibili cause attribuibili a quell’evento
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Misurare lo stile attributivo
dagli 11 ai 20 anni
Es. di un item nelle tre versioni
Prova di attribuzione per ragazzi
Devi telefonare a qualcuno di cui ti hanno appena detto il numero
di telefono. Sollevi l’apparecchio e componi perfettamente il numero.
Come mai?
_ sono bravo
_ era facile
_ me l’hanno ripetuto
_ sono stato/a attento/a
_ per caso
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Misurare lo stile attributivo
dagli 11 ai 20 anni
Questionario di eteroattribuzione per insegnanti
Dice al/la suo/a alunno/a di chiamare il numero 347722340. Va
nella stanza dove si trova il telefono, solleva l’apparecchio e compone
perfettamente il numero. Perché?
_ è bravo/a
_ era facile
_ glielo hanno ripetuto
_ è stato/a attento/a
_ per caso
Questionario di eteroattribuzione per genitori
Dice a suo/a figlio/a di chiamare lo zio il cui numero è 8722340. Va
nella stanza dove si trova il telefono, solleva l’apparecchio e compone
perfettamente il numero. Perché?
_ è bravo/a
_ era facile
_ glielo hanno ripetuto
_ è stato/a attento/a
_ per caso
SPAEE – Servizio di Psicologia dell’Apprendimento e dell’Educazione in Età Evolutiva
Alcuni altri strumenti utili per la valutazione
della motivazione
Test AMOS – Abilità e motivazione allo studio: prove di valutazione
per ragazzi dagli 8 ai 15 anni – Cornoldi et al., Erickson, 2005
È una batteria di valutazione e autovalutazione delle abilità di studio,
degli stili cognitivi e delle componenti motivazionali dell'apprendimento,
che consente di riconoscere i punti di forza e i punti deboli
delle strategie di studio dei propri alunni, e di avviare attività mirate
alla promozione di metodi di studio efficaci e al sostegno
delle componenti di motivazione legate ai processi di apprendimento
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Alcuni altri strumenti utili per la valutazione
della motivazione
QBS – 8-13 – Questionario per la valutazione del benessere scolastico e
identificazione dei fattori di rischio – Marzocchi e Tobia, Erickson 2015
Ha lo scopo di analizzare il benessere di bambini e ragazzi dagli 8 ai 13
anni a scuola, attraverso tre questionari che considerano il punto di vista
di genitori, insegnanti e dell’alunno stesso
Le diverse versioni si compongono delle seguenti sottoscale:
─ QBS-B/R: soddisfazione e riconoscimento, rapporto con insegnanti,
rapporto con compagni di classe, atteggiamento emotivo a scuola,
senso di autoefficacia, processi di attribuzione causale
─ QBS-G/I: vissuto personale genitore/insegnante, valutazione
apprendimento figlio/alunno, vissuti emotivi figlio/alunno,
consapevolezza figlio/alunno, rapporto con insegnanti/genitori
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Già dalla Scuola dell’Infanzia…
 Riconoscere l’impegno come causa principale dei propri
successi e insuccessi, inteso come conoscenza e uso
di strategie adatte
 Insegnanti e genitori dovrebbero, dopo ogni attività
svolta, invitare il bambino a riflettere su ciò che ha fatto
e ad identificare il suo impegno come principale causa
del successo o dell’insuccesso
Ravazzolo, De Beni e Moè, 2005
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Già dalla Scuola dell’Infanzia…
 I bambini della Scuola dell’Infanzia e delle prime classi
della Primaria spesso attribuiscono i loro successi o
insuccessi a cause diverse dall’impegno
 È importante che insegnanti e genitori cerchino
di modificare la tendenza del bambino a riconoscere poco
l’impegno perché nel momento di passaggio alla Scuola
Primaria, quando incominciano le attività più strutturate,
egli può vivere con disagio gli insuccessi, percepiti come
al di fuori del proprio controllo
Ravazzolo, De Beni e Moè, 2005
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Qualche esempio di intervento
IL CASO DI MICHELA
È una bambina di 8 anni che dice «riesco perché il compito
è facile», «sono fortunata», oppure «non riesco perché
il compito è difficile», «nessuno mi aiuta» (stile pedina)
Michela pensa quindi che i suoi successi o insuccessi siano
dovuti principalmente a fattori esterni,
che non dipendono da lei
Ravazzolo, De Beni e Moè, 2005
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Qualche esempio di intervento
IL CASO DI MICHELA
Insegnanti e genitori dovrebbero aiutarla a capire la relazione che esiste
tra la sua prestazione e l’impegno
In che modo si può ottenere questo?
Per esempio, Michela deve ripetere le parti principali di una storia
ascoltata, esegue questo compito in maniera adeguata, quando
l’insegnante (o il genitore) le dice che è riuscita bene lei risponde:
«Sì, sono riuscita bene perché ripetere le storie è facile»
L’insegnante (o il genitore) potrebbe allora intervenire con le seguenti
affermazioni:
• «Tu hai detto che sei riuscita bene perché il compito era facile»
• «A me sembra di aver visto che ti impegnavi, eri attenta,
concentrata...»
Ravazzolo, De Beni e Moè, 2005
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Qualche esempio di intervento
IL CASO DI MICHELA
Anche nel caso in cui il compito non sia riuscito bene, l’insegnante (o il genitore)
può dirle:
• «Oggi non sei riuscita a svolgere bene questo compito. Tu hai detto che non sei
riuscita bene perché il tuo compagno di banco non ti ha aiutato»
• «Che cosa potevi fare per riuscire meglio?»
L’insegnante ascolta la risposta della bambina e poi riflette con lei su che cosa
non è andato bene ed eventualmente le fa continuare il compito facendo
vedere che con l’uso di strategie diverse il compito riesce meglio
Ravazzolo, De Beni e Moè, 2005
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Qualche esempio di intervento
IL CASO DI ENRICO
È un bambino di anni 8 che, in un compito di memoria in cui deve
ricordare una lista di parole, dice «non sono bravo a ricordare…».
Il suo pensiero tipico è «Non riesco perché non sono bravo. Se qualche
volta vado bene non dipende da me» (stile depresso)
Ha sviluppato alcune convinzioni errate che lo portano a credere di non
essere capace e di non avere possibilità di miglioramento
Ravazzolo, De Beni e Moè, 2005
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Esempio di impostazione di un’attività
Prima del compito
 Che cosa devo fare?
 Considero tutte le possibilità (devo avere chiare tutte le possibili
soluzioni per portare a termine con successo il compito)
 Fisso l’attenzione
 Scelgo una strategia
 Controllo la mia risposta
Ravazzolo, De Beni e Moè, 2005
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Esempio di impostazione di un’attività
Svolgimento del compito
Al termine del compito
 Si porta lo studente a riflettere sulla causa del suo successo o
del suo insuccesso attraverso varie modalità: si può trattare di
discussione con domande aperte o ci si può avvalere di specifici
materiali, come le figurine di Teo (Ravazzolo, De Beni e Moè, 2005).
La prima volta l’insegnante spiega le cause; le stesse figurine possono
poi essere utilizzate per altri compiti senza la necessità di spiegare
nuovamente le cause
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Esempio di impostazione di un’attività
Tratto da Ravazzolo, De Beni e Moè: «Stili attributivi motivazionali», Erickson, 2005
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Verso un metodo di studio
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Modello D.I.A.R.io
Definisco
Identifico
gli obiettivi
Le difficoltà e le risorse
io
Agisco
Rifletto
pianificando le strategie
sulle mie condotte e i risultati
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Per approfondire
 Antonietti e Viganò: «Il diario del mio apprendimento», Erickson,
2007
 Cornoldi, De Beni e Gruppo MT: «Imparare a studiare. Strategie, stili
cognitivi, metacognizione e atteggiamenti nello studio», Erickson,
2015
 Ravazzolo, De Beni e Moè: «Stili attributivi motivazionali. Percorsi per
migliorare le capacità di apprendimento in bambini dai 4 agli 11
anni», Erickson, 2005
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