N°1 Marzo 2017 I.I.S.S D. De Ruggieri L'ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO UN MOLTIPLICATORE DELLE OPPORTUNITÀ DI SUCCESSO PER TUTTI Direttore Prof.ssa Leogrande Mariella REDAZIONE Prof.sse Amandonico A.Maria Colapietro Tatiana Mazzarone Mirella Alunni Alagni Aurora Alagni Mattia Bulfaro Isabella Di Noia Flavio Di Noia Gabriella Fischetti Antonella Fuggiano Federica Gisonna Maria Stella Grano Federica Laghezza Marco Mancini Donato Martucci Francesca Montemurro Martina Moscariello Federica Pastella Annarita Rubino Simona Marzullo Saverio Schirano Pietro IMPAGINAZIONE Prof.ssa Mazzarone M. Marzullo Saverio Schirano Pietro L’Alternanza scuola-lavoro è una metodologia didattica innovativa istituita dalla Legge n. 53/2003 e disciplinata dal Decreto Legislativo n. 77/2005. Si rivolge agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado, ai quali permette di “alternare” momenti di formazione in aula e in azienda (o altra struttura ospitante). Con il Riordino dell’istruzione del 2° ciclo, messo a regime dal nuovo ordinamento degli istituti professionali, dei tecnici e dei licei (DD.PP.RR. nn. 87-89/2010), l’Alternanza ha compiuto un’ulteriore tappa istituzionale: nei nuovi Regolamenti, è richiamata come metodo sistematico da introdurre nella didattica curricolare dei diversi corsi di studio per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, orientarli e promuovere il successo scolastico. Di recente, la Legge n. 107/2015 ha ribadito l’importanza di affiancare al “sapere” il “saper fare”, intensificando i rapporti della scuola con il territorio, con il mondo produttivo e dei servizi. La partnership con le imprese può favorire l’innovazione della didattica e la diffusione di processi formativi orientati all’acquisizione di competenze spendibili anche nel mondo del lavoro, promuovendo al contempo: l’orientamento, la cultura dell’autoimprenditorialità, la cittadinanza attiva e un maggiore coinvolgimento dei giovani nei processi di apprendimento, grazie anche alle nuove tecnologie. Infatti l'alternanza non è un nuovo canale scolastico, ma una modalità diversa per raggiungere obiettivi formativi già costitutivi del percorso, tramite esperienze di lavoro coerenti, ed incentrate sull'integrazione curriculare, che consentono l'acquisizione di crediti spendibili ai fini del percorso scolastico; è una combinazione di attività scolastica e di esperienze assistite sul posto di lavoro (o in situazioni lavorative simulate), progettate sul piano didattico in collaborazione col mondo del lavoro; nasce dal superamento della separazione tra l'aula e il momento applicativo, e si basa su una concezione in cui educazione formale, informale ed esperienza di lavoro si combinano in un unico progetto formativo. Quindi l'aspetto formativo pervade l'intera esperienza di alternanza, rendendola interessante in quanto valorizza competenze trasversali e skill comportamentali di base. Al giovane coinvolto, infatti: conferisce sicurezza affina il senso critico assicura spazi per la collaborazione - permette di farsi conoscere - permette di conoscere sul campo l'organizzazione aziendale. L'alternanza, come strumento flessibile, favorisce la personalizzazione degli interventi educativi; se da un lato si può costituire come proposta formativa articolata in percorsi integrati, in cui istituti scolastici e realtà lavorative mettono a disposizione situazioni di apprendimento differenti per definire percorsi più completi, dall'altro essa si può anche configurare come risorsa per i ragazzi in difficoltà e strumento efficace per contrastare la dispersione scolastica. Imparare attraverso il fare può, infatti, consentire agli studenti - soprattutto - a quelli demotivati di recuperare gli stimoli per continuare ad apprendere, acquisendo un saper fare da potersi giocare anche nel contesto scolastico. In definitiva, l'alternanza è potenzialmente un moltiplicatore delle opportunità di successo per tutti. E allora, cari ragazzi delle classi terze e quarte impegnati nelle attività di Alternanza Scuola-Lavoro, fate in modo che tali opportunità si moltiplichino a vostro favore, per la vostra crescita culturale e professionale. Il D.S. Stefano MILDA V I T A N E L D E R UG G I ER I PAGINA 2 L A V O C E D E L L O ST U D E NT E ALLA SCOPERTA DELLA VERDE IRLANDA Grazie al progetto “KEY COMPETENCES ACTION” organizzato dal nostro istituto, 45 ragazzi hanno avuto la possibilità di trascorrere 15 giorni a Dublino, per approfondire la lingua inglese, contribuendo allo sviluppo delle competenze, approfondendo e applicando le conoscenze e le abilità linguistiche nella vita di tutti i giorni. Per questo motivo, noi ragazzi siamo stati ospitati da famiglie irlandesi e questo ha permesso di integrarci nel loro stile di vita: abitudini, alimentazione, modi di fare, promuovendo uno scambio tra culture diverse. La scuola che abbiamo frequentato è stata la “Frances King”; abbiamo fatto lezione dal Lunedì al Venerdì dalle 9.00 all’1.00 a.m. Noi ragazzi siamo stati divisi per gruppi di livello e questo ci ha permesso di approfondire in maniera adeguata la lingua. Il nostro pranzo veniva consumato in uno dei tanti parchi ricchi che caratterizzano gran parte del territorio irlandese. Ogni giorno, all’uscita da scuola, abbiamo visitato la città di Dublino, con la famosa biblioteca del Trinity College, la cui maestosità e ricchezza dei libri più antichi di filosofi e scrittori ha lasciato tutti SOMMARIO: Vita nel De Ruggieri 2-7 Attualità 8-10 Angolo della poesia 11 Scienze e tecnologia 12-15 Scelti per voi 16-19 Musica 20 Giochi e soluzioni 21-22 noi a bocca aperta, vari musei , tra cui quello delle scienze naturali, dove abbiamo potuto ammirare un gran numero di animali imbalsamati, dai più piccoli insetti ai giganti orsi polari e lo zoo di Dublino, oasi naturale e ricca di verde, dove viene riprodotto per ogni animale il suo habitat. Oltre a queste visite, ce ne sono state molte altre, come per esempio quella al famoso Temple Bar e quella nel centro di Dublino, molto suggestiva soprattutto di sera, grazie ai giochi di luce dei maestosi edifici, il tutto reso ancor più piacevole dalla presenza di bravissimi artisti di strada. Durante il fine settimana abbiamo visitato Howth, paese che si affaccia sull’oceano, particolarmente affascinante per il paesaggio e famoso per il suo “fish and chips” e la contea di Blackrock, dove grazie alla bassa marea è stato possibile camminare laddove di solito c’è l’oceano. Emozionanti e caratteristici sono stati i vari paesini nei dintorni, come per esempio Dalkey, città natale del famoso cantante Bono Vox. Questa è stata un’esperienza che ha portato noi studenti non solo ad una maggiore dimestichezza con la lingua, ma anche ad una profonda maturazione. Per questo un ringraziamento speciale va ai professori che ci hanno accompagnati e sostenuti in questo magnifico viaggio che resterà un ricordo indelebile nel cuore di tutti noi. Federica Fuggiano 4^C V I T A N E L D E R UG G I ER I PAGINA 3 LA VITA RIBELLE DI UN MASSAFRESE Il giorno 15 febbraio nell’auditorium dello I.I.S.S. “D. De Ruggieri” si è tenuta una conferenza il cui tema centrale è stato “Antifascismo e resistenza a Taranto e provincia dal 1922 al 1948: la vita ribelle del massafrese Angelo Antonicelli ”. La conferenza è stata come, se non più, delle altre un’occasione di incontro e testimonianza di ideali fra generazioni. Parte attiva della conferenza sono stati gli alunni della classe 5^D e della 5^A, grazie all’aiuto e alla cura delle insegnanti del dipartimento di storia e filosofia. L’incontro è stato introdotto da letture a tema effettuate nella hall della scuola dove è stata allestita una mostra. A leggere con emozione ed enfasi è stato l’alunno della classe 5^D, Marco Palese. Successivamente pubblico e oratori si sono trasferiti, come sopra detto, nell’auditorium dove dopo l’introduzione del preside, discorso profondo sui diritti alla pace e alla libertà, indissolubilmente legati all’istruzione e all’ambiente scolastico, si sono susseguiti gli interventi dello storico e professore Giovanni Stea, della professoressa Adriana Chirico e Giancarlo Girardi, nipote di Angelo Antonicelli. Il professor Stea ha con un breve intervento inquadrato il periodo storico, rimarcando più volte come il fascismo è un’invenzione tipicamente italiana, del quale possiamo far di tutto meno che vantarci, e soprattutto come il Mezzogiorno abbia subito più del resto d’Italia il governo di Mussolini, diventando per questo il luogo di nascita di oppositori e difensori della libertà. Dopo è intervenuta Adriana Chirico che ha ribadito invece il luogo centrale della scuola nella sensibilizzazione dei giovani a questo tipo di tematiche, attraverso progetti, offerte formative e concorsi. Dopo di lei, Francesca Martucci, alunna della 5^D ha letto un brano tratto dalla biografia di Angelo Antonicelli, di cui ha poi parlato ampiamente Giancarlo Girardi. Egli ci ha raccontato di come Angelo a soli 19 anni andò al fronte e, una volta tornato, trova un paese addormentato, che non difende se stesso e i propri diritti. Per questo egli, facendosi portavoce di più di 2000 braccianti, crea una lega contadina, dove più nessuno era amico, ma si era compagni, compagni di vita, compagni di lotta, stessi compagni che alla sua morte piansero per lui, nonostante tanti anni che li separavano. Giancarlo, al tempo ancora bambino, ricorda, quasi commosso, momenti col nonno, che raramente parlava dei periodi difficili vissuti, ma che comunque gli ha insegnato che mai bisogna abbassare la testa di fronte al padrone, mai bisogna mettere da parte i propri diritti e lasciare che qualcuno all’infuori di noi possa portarci via la dignità. Dopo il suo intervento, seguito da un lungo applauso, alcuni ragazzi della 5^D, Dania Fasano, Federica Moscariello, Antonio Piccolo, e della 5^A, Michele Monopoli e Giuseppe De Siati, hanno recitato racconti della vita di Angelo Antonicelli, avvolti da una luce soffusa, creando un clima di completa riflessione. Queste performance emozionanti hanno concluso l’incontro, assieme ai ringraziamenti agli invitati, agli insegnanti e agli alunni da parte di Ciro Nappa, presentatore dell’incontro. Di certo nessuna conferenza, questa compresa, può cambiare il mondo né quello che è successo e l’oscura storia che ci precede, ma sicuramente noi alunni, nuova generazione, possiamo farlo e, grazie a incontri come questi, non ignoreremo più ciò che è stato, ma possiamo farlo nostro e evitare che riaccada. Aurora Alagni e Federica Fuggiano 4^C PAGINA 4 V I T A N E L D E R UG G I ER I L A V O C E D E L L O ST U D E NT E M A S SA F R A M A SC H E RATA Come di tradizione, nel mese di febbraio, si è tenuta la 64^edizione del Carnevale di Massafra. Questa edizione ha visto sfilare i gruppi mascherati delle scuole di Massafra. Per motivi organizzativi il Comune di Massafra ha trasferito la sfilata dei carri nei prossimo mesi estivi, presumibilmente in luglio/agosto prossimi. Il periodo del Carnevale è cominciato con giovedì 23 febbraio, cosiddetto “dei pazzi”, in cui solitamente ci si maschera con costumi degli anni precedenti per non rivelare la sorpresa del costume dell’anno in corso, che si indossa solo nelle giornate importanti della domenica e martedì successivi. Quest’anno è stata molto bella e partecipata la sfilata dei “pagghiuse” (nomignolo riferito ai massafresi, per la facilità di infervorarsi con la stessa velocità con cui si quietano nelle discussioni). Molti ragazzi si sono riversati lungo il corso, mascherati con vestiti coloratissimi e ballando a suon di musica ad altissimo volume, altra caratteristica dei Carnevali massafresi. A causa maltempo, altra costante del nostro Carnevale, le sfilate si sono tenute lunedì 27 e martedì 28 febbraio. Le scuole hanno partecipato con i propri alunni di ogni ordine e grado. Numerosissimi i partecipanti e grandioso lo sforzo delle scuole di preparare il gruppo in carta pesta. Anche il mio istituto l’ISS De Ruggeri ha partecipato con un gruppo intitolato “Ci salverà una penna ” che fa riferimento ad una storia fantastica “ L’uccello di fuoco”, in cui un principe cattura un maestoso uccello, a cui darà la libertà, in cambio di una penna di fuoco, che permetterà all’uccello di tornare in aiuto del principe ogni volta che dovesse trovarsi in gravi difficoltà. Un altro gruppo, a mio avviso, importante per dimensione e tema affrontato è stato quello intitolato “Governo Italiano non fare l’Indiano”, che vuole rappresentare l’atteggiamento del governo che, davanti a numerosi problemi, finge di non sentire. L’antico Carnevale di Massafra è sempre prece d u t o e se g u i t o da p o l e mi ch e sull’organizzazione, sull’eterna mancanza di capannoni che permettano ai carristi di realizzare le loro opere e di ricoverare i carri, di come viene organizzato dalle varie amministrazioni che si succedono, ciò nonostante la magia che si trasmette durante le sfilate è impareggiabile e l'emozione riesce a contagiare sempre tutti, lasciando con il naso all’insù e la gioia sui visi grandi e piccini. Pietro Schirano 1C V I T A N E L D E R UG G I ER I PAGINA 5 I rag azz i de l “D al 6 eR 4° C mas u ggi arn safr e r e i v ” e a s le dell e… .sul ’Uc c l e no e l lo d di Ig te i fuo or' co Stra vins kij ” a n n e p a n u ’ a r e v l a s A I S “Ci S U R e k I li PAGINA 6 L A V O C E D E L L O ST U D E NT E V I T A N E L D E R UG G I ER I GIORNATA DELLE MEMORIE 10 Febbraio 2017 Il giorno 10 febbraio 2017, alle ore 16.00 nell’Auditorium della sede centrale dell’I.I.S.S. “D. De Ruggieri”di Massafra, si è tenuta la commemorazione per le vittime di tre massacri del XX secolo: quello degli Armeni, la Shoah e le Foibe. Hanno partecipato all’attività gli alunni del triennio coordinati dalle docenti di Storia e Filosofia: Prof.sse Gisonna, Marzia, Sasso, Lorè; Pagliari (Lettere); Borgia (Sostegno). Questo evento non era quindi una conferenza, bensì una lezione preparata dagli studenti stessi, che riguardava i tragici avvenimenti del 1900, affinché questi non vengano dimenticati. Dopo l’iniziale presentazione delle professoresse Gisonna e Sasso, si è lasciato campo libero al lavoro dei ragazzi che si sono impegnati nella preparazione di ricerche storiche e contenuti multimediali. Il tutto è stato introdotto, accompagnato e concluso da brani musicali preparati ed eseguiti da: Gianluca Liuzzi, Federico Vinci, Elisa Termite, Pietro Torelli e Cosimo Conforti. In apertura, è stata eseguita una cover del brano: “The ansie is blowing in the wind” di Bob Dylan, a cui sono seguite tre letture preparate dai ragazzi della 5^B e 3^B riguardanti la Shoah. Successivamente, in scaletta c’era la proiezione di un video e la lettura da parte di due alunni della 5^E, in riferimento alla cosiddetta ”Aktion T4 “ con cui i nazisti eliminarono i disabili, che ha costituito la prova generale dello sterminio degli ebrei. Le alunne di VG del Liceo delle Scienze Umane, insieme a due alunni di VD, hanno messo in scena il “Coro dei superstiti”. Ad introdurre la trattazione sulla giornata del ricordo, in memoria delle vittime delle Foibe, è stata una presentazione multimediale curata da Fabio Termite della 5^B con la successiva lettura di una ricerca. Un’alunna della 5^D ha parlato poi del massacro degli Armeni. Alcuni alunni della 5^E del Liceo Classico h a n no su cce ssiva me n t e t ra t ta t o l’argomento dell’esilio, declamando opere di Autori classici quali Dante e Foscolo. In chiusura, come da indicazioni suggerite dal MIUR per la riflessione annuale sulla Shoah, tre alunni della 4^D hanno esposto delle ricerche sul negazionismo storico. L’esecuzione della cover di “Imagine” di John Lennon ha chiuso l’evento, lanciando un messaggio di pace e fratellanza, stimolato dal ricordo storico degli eventi tragici narrati. Ricordare e conoscere è l’unico mezzo affinché queste tragedie non accadano MAI PIÙ! Mattia Alagni , Federica Grano 3B V I T A N E L D E R UG G I ER I - PAGINA 7 I NT E R CU L T U R A CRESCERE VIAGGIANDO A parte la definizione del vocabolario, a parte i libri, a parte le massime degli intellettuali cosa rimane da attribuire al termine “crescita”? Ogni giorno, in meglio o in peggio, tutti cresciamo. Chiunque può parlarne, chiunque prova e vive questo lento e infinito cambiamento. Il significato è indubbiamente relativo all’esperienza di ciascuno. Per alcuni crescere assume un significato particolare. Crescere, per me, ha significato prendere un aereo, starci 24 ore e atterrare dall’altra parte del mondo. Ha significato provare sulla mia pelle un’altra cultura, altri sapori, un modo di vivere completamente differente, a partire dal sistema scolastico. Attraverso una borsa di studio, ho avuto la possibilità di trascorrere 6 mesi in Australia e frequentare lì il penultimo anno nella Maroochydore State High School. Io, come altri 70 ragazzi da tutto il mondo (Brasile, Giappone, Germania, Austria e Svizzera), abbiamo frequentato lo “year 11”. Pensavate che lo shock fosse stato l’aereo? Fra la spiaggia a 500 metri dalla scuola, il surf come materia scolastica, i cortili immensi, i campi da tennis, golf, basket, piscine olimpioniche, gli esperimenti nel laboratorio di chimica, le feste scolastiche, le gite in isole sperdute e in foreste pluviali ricche di flora e fauna sorprendenti, non ho idea di cosa ancora può spaventarmi. La scuola australiana così descritta è molto differente da quella italiana. Essa con i suoi pro e contro lascia più tempo agli hobby e agli interessi di ciascuno, ma ne toglie allo studio e la cultura personale e più che mai relegata solo alle ore scolastiche. Lì è più facile trovare il chitarrista, quello bravo con lo skateboard o con la bici, il fotografo o quello che ha provato tutti i ristoranti di sushi nelle vicinanze, perché tutti hanno più tempo per scoprire se stessi e decidere chi sono e chi vorranno essere ancor prima dell’età adolescenziale. La scuola, d’altro canto, non si limita nel premiare gli studenti con rendimento migliore. Anche io per i risultati ottenuti nel primo term, ho avuto l’onore di essere premiata con la medaglia d’argento. Un’esperienza unica, vissuta a 360 gradi. Forse ora vi è più chiaro cosa è significato per me crescere, ed è chiaro a voi cosa significa e cosa volete che significhi. A questo punto, credendo fermamente che siamo su questa terra per scoprirla, non posso che esortarvi a crescere in un modo particolare, viaggiando. Aurora Alagni 4C PAGINA 8 A T T U A L IT A ’ L A V O C E D E L L O ST U D E NT E Il coraggio oltre l’acido porto e aiuto dall’Acid Survivor Fondation, formatasi nel 1999 con la crescita del “trend” della violenza con l’acido. Le cicatrici mentali però guariscono più difficilmente o non guariscono del tutto. Ecco perché la vittoria non è l’operazione riuscita bene, ma è la capacità di ritrovare la forza per essere felici “dopo”, dopo la disgrazia, dopo di lui. Molte di loro preferiscono confidarsi in un libro, come Lucia Annibali, che da più di due anni promuove e sensibilizza attraverso il suo libro, “Io ci sono. La mia storia di “non” amore”, i giovani alla tematica sempre più ricorrente della violenza sulle donne, un segnale più di regresso che di progresso. Aurora Alagni, 4^C SEDE DEL CENTRO ANTIVIOLENZA “ROMPIAMO IL SILENZIO” Viale Magna Grecia 105 (ex plesso scolastico “NUOVE VICINANZE”) APERTURA AL PUBBLICO Lunedì ore 9:00-13:00 I colloqui di ascolto e le consulenze sono garantiti anche in altre giornate, secondo esigenze specifiche. PER INFO E CONTATTI: Tel. 3317443573 /3208649008 dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 21:00. Ogni gior no puo’ esser e l’ 8 mar zo….. Fra più di 300 vittime in Italia degli acidi, l’ultima, sicuramente ancora per poco, è la ventottenne Gessica Notaro. Conosciuta come Miss Romagna e ancor di più come finalista di Miss Italia, nel quotidiano lavorava in un delfinario nei pressi di Rimini. Lì lavorava anche Jorge, un ventinovenne di Capo Verde, con il quale Gessica aveva avuto una storia. Una storia che ha, letteralmente, lasciato il segno. Gessica, come Lucia, Marica e tante altre, ne portano il segno addosso, sul viso, sulle mani, ma il segno più profondo è nel pensiero. Gessica, come le altre, è stata marchiata a vita dall’acido. Che sia solforico o nitrico, esso non permette anche dopo lunghe e difficili operazioni di tornare al tanto adorato “prima”, prima della disgrazia, prima di lui. Quello con l’acido è considerato un delitto d’onore. Un uomo disonorato si vendica così. Queste sono azioni delle quali ci piacerebbe sapere il pensiero sottostante: “...doveva essere punita. Nessuno la doveva avere come l’ho avuta io. Ne ero geloso. Non volevo ucciderla, il mio obiettivo era farla vivere così”. Di acido non si muore, si rimane sfigurati, con la faccia che è una cicatrice enorme, con gli occhi bianchi, ciechi. Più che in Italia, la regione più colpita è l’Asia Minore, il Pakistan, l’India, l’Afghanistan, il Bangladesh dove finalmente le ragazze “acidificate” trovano sup- A T T U A L IT A Ì PAGINA 9 TRUMP...ritorno al passato Chi avrebbe mai immaginato che il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America sarebbe stato il cinico sessista omofobo retrogrado ricco e potente imprenditore Donald Trump? Ebbene, nessuno o quasi: una puntata de ‘I Simpson’ del 2000 e il film ‘Ritorno al futuro Parte 2’ hanno profetizzato questo avvenimento…e la storia è andata proprio così: il 9 novembre 2016 Trump ha sconfitto l’altra candidata favorita Hillary Clinton e si è insediato alla Casa Bianca con immenso dispiacere dell’ex presidente Barack Obama, sostenitore della Clinton. Democratico liberale, sin dalla campagna elettorale ha mostrato il suo modo di pensare e agire e ora, già in carica da qualche mese, non si sta in alcun modo smentendo: infatti su di lui si può dire qualsiasi cosa ma non che sia bugiardo (forse l’unico pregio di cui può vantarsi) e che non si stia attualmente impegnando su vari fronti: “I will build a great wall – and nobody builds walls better than me, believe me – and I’ll build them very inexpensively. I will build a great, great wall on our southern border, and I will make Mexico pay for that wall. Mark my words.” ("Io costruirò un grande muro - e nessuno costruisce muri meglio di me, mi creda - e io li costruirò a buon mercato. Io costruirò una grande, grande parete sul nostro confine meridionale, e farò pagare il Messico per quel muro. Segna le mie parole.") E in effetti non stava mentendo quando ha affermato di voler innalzare un enorme muro al confine col Messico (la cui costruzione è già iniziata). “When Mexico sends its people, they’re not sending the best. They’re not sending you, they’re sending people that have lots of problems and they’re bringing those problems with us. They’re bringing drugs. They’re bringing crime. They’re rapists… And some ,I assume, are good people.” ("Quando il Messico manda la sua gente, non sta inviando la migliore. Non stanno inviando te, stanno inviando le persone che hanno un sacco di problemi e stanno portando quei problemi da noi. Stanno portando la droga. Stanno portando crimine. Sono stupratori ... E alcuni, presumo, sono brave persone.") Questa sua convinzione, a quanto pare, non solo era estesa agli abitanti del Messico ma di quasi tutto il resto del mondo e il recente ‘muslim ban’ ne è la prova: impedire l'ingresso dei rifugiati e dei cittadini provenienti da sette Paesi islamici è il suo obiettivo attuale e nonostante sia stato respinto dalla Corte d’Appello di San Francisco, il presidente degli USA sottoporrà il bando alla Corte Suprema, totalmente convinto di riuscire a vincere il caso. “It’s freezing and snowing in New York – we need global warming!” "Si gela e nevica a New York - abbiamo bisogno del riscaldamento globale!" Inoltre, sin da subito mostratosi disinteressato al clima e all’ambiente, già poche ore dopo il suo insediamento alla Casa Bianca sono sparite alcune pagine Web ufficiali sul ‘Climate Action Plan’, politica volta a limitare le emissioni di CO2, creata da Obama e considerata da Trump come una pura invenzione dei Cinesi. Insomma, l’America è sempre stata considerata un sogno per molti ora sta diventando sempre più conservatrice e sempre meno disponibile ad accogliere stranieri: il termine ‘cosmopolitismo’ dunque non è una di quelle parle che appartiene al vocabolario del nuovo presidente. L’ipotesi di una Terza Guerra Mondiale è stata fatta da molti ma speriamo che questi quattro anni passino in fretta e che gli Americani si rendano conto nelle mani di chi si sono messi. Annarita Pastella 5^D PAGINA 10 ATTUALITA’ L A V O C E D E L L O ST U D E NT E I sintomi di una società in crisi: la nomofobia Nomofobia. La maggior parte di voi si chiederà cosa indica questo strano termine … sicuramente una forma di fobia, ma riconducibile a cosa, a qualche strano animale? La nomofobia è la paura incontrollata e irrazionale che si manifesta nelle occasioni in cui non è possibile usare il proprio smartphone, poiché scarico o privo di connessione Internet. La nuova era tecnologica ha travolto tutti, dai più giovani ai più adulti: è ormai usuale vedere un bambino di 4 o 5 anni giocare e chattare con il proprio cellulare o signore condividere foto delle proprie torte ed inviare lunghe catene. Basta guardarci intorno per osservare quanto la nostra società sia cambiata, viviamo nell’era della terza rivoluzione industriale o meglio della rivoluzione tecnologica. Ogni ambito della nostra vista si sta radicalmente modificando e lo stesso Stato cerca di adattare i propri servizi alle nuove esigenze della società: lo spid, le iscrizioni scolastiche e le immatricolazioni universitarie online, le videoconferenze. L’intero processo economico e sociale ha subito un profondo mutamento: ogni distanza è stata azzerata, tutto è molto più veloce e raggiungibile con pochi clic, le vecchie enciclopedie ormai finiscono nel bidone della carta, per far posto a computer, tablet e smartphone. Ma di fronte a questi indiscutibili vantaggi quali mali si annidano? Il cyberbullismo è uno dei cancri della nuova società: la vittima non è più tormentata solo a scuola, in ogni momento della giornata è infatti colpita da insulti scritti da persone che nemmeno conosce, ragazzi o ragazze che si nascondono dietro ai loro smartphone, pronunciando frasi ignobili. Anche la comunicazione è fortemente influenzata dal mondo multimediale: i social media sono tempestati da false notizie che il lettore superficiale dà per vere senza controllare la fonte. Il peggior risultato di questa era è sicuramente la dipendenza, attestata oggi anche dagli studi psichiatrici. L’uomo è oggi capace di vivere senza il proprio telefono o senza Internet? I nuovi studi sembrano chiara- mente dirci di no. La società ha fortemente bisogno delle nuove tecnologie e senza di esse crollerebbe su se stessa. L’uomo non è più capace di svolgere i compiti più banali privo dei nuovi mezzi informatici, come una ricerca con l’ausilio di un’enciclopedia o il raggiungimento di una località attraverso l’utilizzo delle mappe; molto più semplicemente o brutalmente non è più capace di formare una propria identità, un proprio carattere senza la continua conferma dei “mi piace” o dei “ followers”. L’uomo non sa più pensare, tempestato da continua notizie, false o vere che siano, non riesce ad elaborare un pensiero critico, ha bisogno di essere guidato dai social media per adattare la propria ideologia alla massa. Assume queste nuove forme la dittatura del pensiero del ventunesimo secolo; il cervello umano è come un sacco vuoto da imbottire con pensieri pilotati e queste strategie sembrano ricordare il grande movimento delle masse delle dittature del Novecento. Ecco spiegato l’assurdo fenomeno della nomofobia, l’uomo privo di telefono è un po’come il protagonista dei romanzi pirandelliani, privo di maschere, privo di una propria identità, privo di un proprio posto nel mondo. Quella della nomofobia è una patologia che ha tutte le carte in regole per crescere negli anni a venire, l’unico vero rimedio è la formazione di una nuova generazione che abbia sviluppato una consapevolezza critica e sappia di nuovo apprezzare le gioie e le emozioni della vita reale, senza dover sprecare ogni attimo della propria giornata a scattare foto da pubblicare sui social media. Isabella Bulfaro 5 C L ’ A N G O L O D E L L A PO E S I A PAGINA 11 Della fessura ricordo l’abbandono la coda di fiori e altre spine. Appesa la mia carne per parlarti per fare amore più da vicino esercito un cerchio nel corpo che commuova le ossa. Secca e sola a volte m’impasto d’appartenenza cerco una strozzatura che permetta l’aria Sorge un fiore sulla pelle tra cumuli di macerie è germoglio. Siamo in tanti ad ascoltarne la nascita. da “Mi è cara la terra” Francesca Greco Ex alunna del liceo classico La festa della donna A te che trovi sempre un minuto per gli altri A te che aiuti gli anziani A te che mi insegni a difendermi A te che indossi la cintura nera ma non sai essere cattiva A te che sai perdonare e sei come una sorella A te regalo una mimosa bella, gialla come una stella! Antonella Fischetti 2E S C I E N Z A E T E CN O L OG I A PAGINA 12 L A V O C E D E L L O ST U D E NT E Bio-stampante per pelle umana Una stampante che permette di replicare in maniera pressoché impeccabile la cute umana: non la trama di un le stampanti 3D tradizionali, che realizzano oggetti sovrapponendo sottili strati di materiale, il dispositivo realizzato dai ricercatori spagnoli, film di fantascienza, ma l’ultima frontiera della ricerca medica. Questo dispositivo innovativo e rivoluzionario, realizzato da José Luis Jorcano dell'Università Carlo III di Madrid e pubblicato sulla rivista Biofabrication, è in grado di stampare lembi quadrati di pelle dal lato di 10 centimetri in appena 35 minuti. “Questo metodo di bioprinting – ha detto Alfredo Brisac, amministratore delegato di BioDan, l'azienda che collabora al progetto – permette di produrre pelle in modo standardizzato, in forma automatizzata e con un processo meno costoso della produzione manuale”. Esattamente come stampa tessuti molto simili alla pelle umana. In sostituzione del normale 'inchiostro', composto da materiali plastici, la biostampante sovrappone strati di plasma e cellule prelevate per mezzo della biopsia e fatte moltiplicare in provetta. La stampante riesce a riprodurre fedelmente la struttura della pelle, con uno strato più superficiale, l’epidermide, che protegge dagli elementi esterni, appoggiato su uno strato più spesso, il derma, composto da fibroblasti che producono collagene, la proteina che rende la pelle elastica. Gli usi di questa nuova tecnologia sono numerosi, dalla sostituzione di tessuti umani danneggiati alla creazione di pelle umana in vitro per la ricerca farmacologica o per il test di prodotti cosmetici. In quest’ultimo caso il dispositivo può essere caricato” con cellule di qualunque essere umano; in caso di trapianto, sono richieste le cellule stesse del paziente, le quali, prima di venire inserite nella stampante, vengono fatte crescere in numero sufficiente in laboratorio per circa due settimane. Contemporaneamente la macchina effettua una scansione della ferita, per esempio un’ustione, determinandone esattamente forma, estensione e profondità. Questi dati vengono utilizzati per progettare in 3D il pezzo di pelle da sostituire che viene infine stampato direttamente sul paziente. Nonostante al momento la scienza non sia ancora in grado di creare interi organi artificialmente, i ricercatori sono fiduciosi che, attraverso lo sviluppo di questa nuova tecnologia, si riesca a portare a termine con successo la realizzazione di organi complessi come un cuore o un fegato. Simona Rubino 5^D S C I E N Z A E T E CN O L OG I A PAGINA 13 MISSIONE NEGLI ABISSI A prima vista possono sembrare dei branchi di pesci che nuotano nelle oscure profondità degli oceani, ma in realtà sono dei veri e propri sciami di robot che viaggiano nei mari comunicando tra loro grazie a un’intelligenza artificiale collettiva. Il gruppo di ricerca guidato da Jules Jaffe, oceanografo di ricerca presso l’Istituto Scripps di San Diego, in California, ha sviluppato uno sciame di robot sottomarini. Questi ultimi sono dotati di fotocamere e sensori per rilevare la temperatura e sono in grado di nuotare su e giù mantenendosi ad una profondità costante. “Si aprono nuove possibilità di esplorazione degli oceani” ha commentato Jaffe. I ricercatori dell’Istituto di San Diego hanno progettato mini-robot sottomarini capaci di simulare il comportamento subacqueo del plancton. Ma che cos’è il plancton? La parola “plancton” deriva dal greco e significa vagabondo. Esso è l’insieme degli organismi acquatici, animali e vegetali, che vivono sospesi in balìa delle onde e delle correnti. Capaci, inoltre, di comunicare attraverso segnali acustici, vista l’impossibilità di utilizzare il GPS sott’acqua, questi microesploratori sono stati utilizzati per studiare alcuni dei processi meno chiari degli oceani, tra cui la formazione interna delle onde. Il team ha sperimentato il progetto nelle acque di Torrey Pines, in California. L’esperimento è durato cinque ore. Il test ha conseguito ottimi risultati confermando le teorie sulle dinamiche fisiche del plancton negli oceani. In futuro, l’obiettivo sarà studiare anche i movimenti delle larve (embrione animale) nelle aree protette, in modo da tracciare le eventuali fuoriuscite di petrolio. Martina Fatima Montemurro 1^C L A V O C E D E L L O ST U D E NT E S C I E N Z A E T E CN O L OG I A PAGINA 14 D IF F E RE N Z IA M O CI Il 9 febbraio l’IISS “D. DE RUGGIERI ” ha incontrato l’assessore all’ambiente di Massafra, Savino Lattanzio, il quale ha mostrato ai ragazzi in Auditorium delle slides sull’importanza della raccolta differenziata. In particolare, i temi principali trattati sono stati: il modo esatto per fare una buona raccolta differenziata, i problemi causati dall’ errata raccolta differenziata, una dimostrazione pratica con oggetti difficilmente definibili. Le slides illustrate dall’assessore si basano sul principio fondamentale della raccolta differenziata: Riciclo,Riutilizzo,Riduzione, Recupero (le famose 4 R). Il non rispetto delle 4 “R” provoca danni che, col passare del tempo, si accumulano fino a determinare situazioni irreparabili. Come mostra l’assessore , uno di questi è il “mondo” di plastica, caratterizzato da più di 100 tonnellate di rifiuti buttati in mare, come se fosse un’enorme discarica naturale. Proprio per questo, da anni è stato lanciato il progetto della raccolta differenziata , nel quale, per venire incontro alle fatidiche 4 “R”, la maggior parte dei comuni italiani ha munito ogni famiglia di 5 bidoni (indifferenziato, organico, carta e cartone, vetro e lattine, plastica), nei quali buttare gli elementi adeguati una volta usati. Il problema riscontrato frequentemente è la poca attenzione mostrata nell’ intraprendere il progetto della raccolta differenziata, a cui hanno aderito in molti; per esempio molte persone o per non scomodarsi o per l’incertezza riscontrata sul come riciclare un determinato elemento, per non rischiare, buttano qualsiasi elemento nel bidone dell’INDIFFERENZIATO. Alcuni statistiche ci mostrano che a Massafra più del 60% della popolazione, per vari motivi, sbaglia nel fare la raccolta differenziata. Dopo questo esito negativo delle statistiche effettuate , l’assessore all’ambiente stesso (e non solo) ha lanciato il progetto “ DIFFERENZIAMOCI BENE! “ mostrando vari temi della raccolta differenziata partendo proprio dalle scuole, perché, dice l’assessore, è il luogo più frequentato dai ragazzi ed BENE è fondamentale che essi sappiano fare una corretta raccolta differenziata. Non sono stati pochi i dubbi dei ragazzi , quando l’assessore ha illustrato una dimostrazione pratica della raccolta differenziata e non sono state neanche poche le nozioni apprese dai ragazzi attraverso la presentazione del PowerPoint , che è riuscito a catturare l’attenzione degli studenti e a ricevere domande di risposta non semplice a cui l’assessore è stato in grado di rispondere. Flavio Di Noia 1C 1. RIDUZIONE Produrre meno rifiuto COME? Scegliendo prodotti costituiti da minor materiale di imballaggio, portando da casa la borsa della spesa, servendosi di prodotti ricaricabili, ecc 2. RIUTILIZZO Utilizzare più volte una cosa prima di gettarla via COME? Usando contenitori con vuoto a rendere, recuperando certi tipi di imballaggi, trovando nuovi usi, ecc. 3. RICICLO Trasformare nuovamente il materiale COME? Selezionando i rifiuti, adottando la raccolta differenziata, informandoci. 4. RECUPERO Valorizzare il rifiuto come una risorsa per ricavare energia COME? Bruciando il legno nel caminetto per produrre calore, producendo oggetti completamente diversi da quelli di S C I E N Z A E T E CN O L OG I A PAGINA 15 SCOPERTO NUOVO PIANETA SIMILE ALLA TERRA: POTREBBE SCORRERVI ACQUA. E’ stato proprio il telescopio Kepler, che successivamente ha dato il nome al nuovo pianeta, a scoprire un anno fa due corpi celesti sosia della Terra. Sappiamo che esiste un pianeta roccioso di dimensioni del tutto simili a quelle del nostro, sul quale potrebbe scorrere acqua allo stato liquido: una condizione fondamentale questa per poter ospitare forme di vita. Questo pianeta si trova nel nostro stesso ‘angolo’ della Via Lattea ed è chiamato Kepler-186f: è più grande del 10% rispetto alla Terra ed è il più esterno di cinque pianeti che ruotano intorno ad una nana rossa (una stella più piccola e fredda del nostro Sole) distante 500 anni luce. Secondo i calcoli della Nasa, Kepler-186f completa la sua orbita in 130 giorni e la distanza che lo separa dalla sua stella è pari a quella che c’è tra il Sole e Mercurio: si trova dunque nella cosiddetta ‘zona abitabile’, ossia nella regione in cui riceve luce e calore tali da poter mantenere acqua liquida sulla sua superficie. Kepler 186f non è il primo pianeta ad essere stato scoperto nella fascia che gli astronomi chiamano “zona abitabile”, ma tutti avevano dimensioni almeno del 40% superiori a quelle terrestri e ciò rende difficile capire quali possano essere gli ambienti che li caratterizzano in superficie. “La scoperta di Kepler 186f è un passo in avanti davvero significativo verso la ricerca di altri mondi simili alla nostra Terra”, ha detto Paul Herts, direttore dell’Astrophysic Division della Nasa. Al momento non è possibile dire quale sia la massa e la composizione di Kepler 186f, anche se ricerche precedenti, tuttavia, suggeriscono che esso possa essere roccioso, proprio come la Terra. “Al momento conosciamo un solo pianeta con la vita, la nostra Terra, ma ogni volta che ne troviamo uno nella fascia abitabile di un’altra stella è un passo estremamente significativo per trovarne un secondo”, ha sottolineato Elisa Quintana, ricercatrice per il SETI alla Nasa. Gabriella Di Noia 1C PAGINA 16 SCELTI PER VOI libri L A V O C E D E L L O ST U D E NT E L’ATLANTE DI SMERALDO Nella difficile vita dello studente è estremamente complicato ritagliarsi del tempo per sfogliare le ingiallite pagine di quel libro che i genitori ti hanno regalato il giorno del tuo compleanno. Ci sono così tante cose da fare che spesso ci chiediamo se valga davvero la pena sprofondare nella nostra confortevole poltrona, mentre leggiamo quelle parole nere sulla carta bianca. Inoltre, non è già abbastanza leggere i numerosi tomi sui quali ogni giorno ci vengono fatte tante temute domande ? In effetti sì, è così. Ma, ci capita altrettanto frequentemente di leggere un libro che ci travolga nel suo universo, ci faccia desiderare di non uscirne mai più e ci tenga ore incollati ad esso per puro piacere ? Ho provato questo insieme disordinato di sensazioni una volta terminato il prologo di un eccezionale libro intitolato “ L’Atlante di Smeraldo”. Il romanzo narra le peripezie di un gruppo di giovani orfani, Kate, Emma e Michael, che si trovano catapultati nel mondo del passato, un passato drammatico, un passato nel quale una creatura malvagia commette azioni terribili, un passato governato dalla magia. Incantesimi, nani, mostri terrificanti, stregoni e streghe sono all’ordine del giorno a Cambridge Falls. Ciò che è più sorprendente è come l’autore, John Stephens, riesca a mescolare degli elementi così palesemente surreali a tematiche concrete e significative: la magia convive con la normalità e questo rende ancora più singolare l’atmosfera, carica di tensione, che si viene a creare. Il ritmo è rapido e coinvolgente e le scene d’azione si alternano ad accuratissime descrizioni dell’ambiente e della psicologia dei personaggi, tutti ben caratterizzati e con personalità distinte. Ogni singolo capitolo è collegato all’altro e tiene il ll lettore con il fiato sospeso fino alla fine. Oltre a ciò, la trama, alquan- to articolata per un semplice fantasy, presenta tre diversi filoni narrativi che si intrecciano e si slegano. Il passaggio da un filone all’altro è segnato da tre poetici fiori che occupano lo spazio bianco della pagina. Con questa semplice tecnica di “separazione” l’autore riesce a narrare uno stesso evento dal punto di vista di molteplici personaggi o a proporre delle piacevoli digressioni tra un fatto e l’altro. Il linguaggio chiaro e limpido, i personaggi interessanti, i valori e i temi presenti rendono questo uno dei libri migliori che abbia mai avuto il piacere di leggere e di…”vivere”. Donato Mancini 2^A SCELTI PER VOI film PAGINA 17 LETTERA DA BERLINO Nel 1940 Berlino ospita le armate di Hitler che hanno già piegato quelle francesi e vorrebbero fare lo stesso con quelle inglesi, esplicando sul campo il concetto di guerralampo. Al fronte, però, si muore anche se si è tedeschi. E questa sorte tocca ad un giovane soldato dagli occhi azzurri e dalla faccia d'angelo, nel cuore di una battaglia tra vari pericoli e colpi di pallottole. Due, tre colpi e il ragazzo è in terra, supino, sguardo al cielo, verso il sole che filtra tra i rami e il fogliame fitto. Comincia così Lettere da Berlino, regia di Vincent Pérez, tratto dal romanzo di Hans Fallada, “Ognuno muore solo”. Sin dalle prime battute, questo film ha un forte impatto e delinea subito il suo carattere drammatico. Basti pensare alla scena in cui una lettera col bollo militare viene recapitata a casa dei suoi genitori, Otto Quangel e sua moglie Anna, i quali, al solo vedere la postina o meglio al solo bussare alla porta di casa, capiscono che il loro unico figlio non c'è più. Otto e Anna, ormai inconsolabili, intraprendono una resistenza silenziosa con carta, penna e scrupolo. Munito di guanti per non lasciare impronte, Otto redige cartoline antinaziste che deposita in luoghi strategici con la speranza di risvegliare la coscienza tedesca e porre fine alla follia hitleriana. Prudenti e metodici, Otto e Anna riparano dietro una vita ordinaria e un condominio che rispecchia il momento storico, affollato da ebrei, che temono la delazione, e da delatori, che non vedono l’ora di denunciare gli ebrei. Le stagioni intanto scorrono, la guerra tuona e la città è stremata dai bombardamenti e dal clima di diffidenza diffusa. L’unico ostacolo alla loro personale vendetta è rappresentato dall’ispettore Escherich, implacabile, ma meno disumano di quel che sembri, crudele per necessità e lacerato dal dubbio. Egli è sulle tracce di quella coppia inafferrabile attorno alla quale via via il cerchio si stringe fino a chiudersi inesorabilmente, preludendo al carcere e alla pena di morte. Filo conduttore e movente fisico e psicologico di questa rivolta è il dolore sconfinato che i genitori del ragazzo provano e che si può scorgere dai silenzi e dagli sguardi dei coniugi Quangel , che i due attori protagonisti, Brendan Gleeson e Emma Thompson, interpretano con un fervore e una potenza espressiva davvero sbalorditivi, facendone un esemplare modello di recitazione. Alla micro-storia della famiglia Quangel fa da sfondo il panorama storico-bellicopolitico con i suoi motivi classici, la sua e- stetica, il ruggito civile antinazista, il senso della straordinaria forma di opposizione attuata dalla coppia nel cuore del sistema e nella sua città-simbolo. Il contesto storico-politico in cui è immersa la vicenda risulta essere un motivo trito e ritrito e rientra in una dimensione di normalità nella rappresentazione di un’epoca e dei suoi orrori. Per dargli, quindi, maggiore rilievo bisognava forse puntare di più sull’incisività e sulla forza visiva. Insomma, un dramma dalle linee patetiche marcate, ma leggermente addolcito dalla comprensione reciproca e dalla complicità tra i due coniugi, che sembrano quasi loro stessi assumere il ruolo di attori nel tentativo di coprire il loro certosino lavoro. Federica Moscariello 5^D PAGINA 18 SCELTI PER VOI mostre L A V O C E D E L L O ST U D E NT E FUTURBALLA Si è chiusa la mostra dedicata a Giacomo Balla, che ha dato la possibilità di ammirare opere mai esposte prima in Italia. Organizzata dalla Fondazione Ferrero, in collaborazione con la Soprintendenza e la GAM di Torino, dopo i successi riscossi dalle esposizioni dedicate a Carrà e Casorati, è stata presentata al pubblico il 5 maggio 2016, giorno in cui Mercurio è passato davanti al Sole. L’artista osservò lo stesso fenomeno il 7 novembre 1914, pochi minuti dopo lo scoccare del mezzogiorno. Insieme ad artisti del calibro di Filippo Tommaso Marinetti e Fortunato Depero, Giacomo Balla si rivelò tra i protagonisti indiscussi del Futurismo del primo Novecento. Attraverso le 100 opere esposte, la mostra ha analizzato e contestualizzato il percorso artistico del pittore che, sin da bambino, si è sentito attratto dal plurale mondo dell’arte, ma anche da quello della scienza. L’esposizione si è articolata in sezioni tematiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista, le compenetrazioni iridescenti e gli studi sulla percezione della luce, l’analisi del movimento e il futurismo. Nelle opere che seguono il primo apprendistato torinese, lo sguardo penetra la realtà dolorosa e crudele delle classi ai bordi della società. Un ampio numero di opere ha documentato questa fase – tra fine Ottocento e primi anni del Novecento – durante la quale, in parallelo a temi quali sofferenza e alienazione, l’artista sviluppa una tecnica sensibile, le cui origini affondano nel divisionismo piemonte- se. La pennellata filamentosa, il forte contrasto tra chiari e scuri, la scelta di tagli prospettici audaci ed estremi rappresenterà per i contemporanei (futuri aderenti al Manifesto del Futurismo) un modello da seguire. La mostra ha evidenziato poi l’adesione alla poetica del Futurismo. Dal realismo dei primi dipinti si assiste al passaggio ad uno stile dinamico con compenetrazioni di stampo cubista e larghi tasselli cromatici e alla ricomposizione della nuova realtà in movimento tramite le linee di forza. Inoltre con un progressivo avvicinamento ai segni matematici puri (verticale, diagonale, spirale), il linguaggio di Balla scopre una maniera nel rappresentare il reale nei suoi parametri primari. E’ stato possibile ammirare capolavori difficilmente concessi in prestito come: il Polittico dei viventi, La mano del violinista, la Bambina che corre sul balcone, il Dinamismo di un cane al guinzaglio, il Volo di rondini, Un’Automobile in corsa. Maria Stella Gisonna 5^D SCELTI PER VOI mostre PAGINA 19 THE ART OF THE BRICK Questa mostra realizzata interamente da Lego, dall’avvocato newyorkese Nathan Sawaya sta riscuotendo molto successo in tutto il mondo. Le opere dell’intraprendente artista sono infatti un mix di pop art e surrealismo ma, in alcune occasioni, guardano anche alle suggestioni impressioniste e alle esperienze del divisionismo, senza mai dimenticare l’aspetto ludico della sua scelta di vita. Per Sawaya, l’ispirazione arriva da ogni cosa: può essere un frutto lasciato su un tavolo, un’opera d’arte del passato, un pensiero affiorato all’inconscio. Da ogni ispirazione prende vita una sequenza di mattoncini che sembrano diventare tutt’altro che un gioco nelle mani sapienti del modellatore di Lego. Sawaya fa parlare la plastica e, tra le sue mani, dei mattoncini relegati al passatempo dei più piccoli, diventano sapiente espressione di un ricco e personalissimo mondo interiore come nelle sezioni “Condizione umana” ed “Espressioni umane” dove, alla capacità di realizzazione manuale, si unisce l’intimità dell’uomo e una sensibilità tutta personale. Ad impressionare, inoltre, è la capacità dell’artista di realizzare, oltre alle opere tridimensionali, dei pannelli bidimensionali che richiamano i dipinti, utilizzando i mattoncini. Tutta la galleria di ritratti utilizza questa tecnica ed è sorprendente come l’artista riesca a suggerire espressioni dettagliate, ricostruendo volti, sorrisi e sguardi. Se ci si pone ad una certa distanza dall’opera, i volti “bucano” i mattoncini e creano la figura. Se ci si avvicina, invece, si possono contare i pezzi, spesso tantissimi, che sono serviti per creare l’opera. Assolutamente innovativa questa mostra, di sicuro non banale. Per chi possa visitarla, imperdibile. Peraltro è un modo eccellente per accostare l’arte ai bambini e il gioco agli adulti. Pietro Schirano 1^C PAGINA 20 MUSICA L A V O C E D E L L O ST U D E NT E 2016: UN ANNO DI DOLORE PER LA MUSICA MONDIALE Da David Bowie e Prince a George Martin e George Michael: ecco alcuni nomi di grandi artisti che sono venuti a mancare nel 2016. 1 Gennaio 2016. L’Italia intera è coinvolta dicendo che si è spento serenamente, con un sorriso appena accennato sul volto. Passano poco più di quattro mesi e i grandi artisti ad averci lasciati sono già più di una decina. Il 7 giugno un altro lutto colpisce l’universo della musica, con la perdita di uno straordinario cantante, il cui nome fa venire i brividi ancora oggi a coloro che hanno avuto modo di apprezzarne la musica: Prince viene ritrovato senza vita, a causa di un overdose di oppiacei o, più specificatamente, antidolorifici molto potenti, dai quali era diventato dipendente. nei festeggiamenti del Capodanno, quando inaspettata arriva la notizia: David Belardi, in arte Primo Brown, è venuto a mancare. Un negativo presagio aleggia sul mondo del rap. Passa poco più di una settimana e un’altra notizia sconvolge la storia della musica mondiale: David Bowie lascia questo mondo, dopo diciotto lunghi mesi di lotta contro il cancro. È la famiglia del cantante stesso ad annunciarlo su Twitter, È una tragedia per la musica mondiale e i messaggi di condoglianze e di preghiere da parte dei suoi colleghi sono innumerevoli. Ultimo di questa lista “nera” è il celeberrimo George Michael che viene stroncato da un infarto, ironia della sorte proprio il giorno di Natale, dopo esser diventato una leggenda per merito della famosa canzone “Last Christmas”. Questo è un piccolo resoconto di alcuni dei nomi più importanti andati via in questo lungo anno appena trascorso. Ci auguriamo solo che il 2017 ci riservi sorprese più gradevoli. Saverio Marzullo 1 C LUOGHI DA VISITARE PAGINA 21 PARCO ARCHEOLOGICO DI SATURO-PORTO PERONE. Adagiata su un promontorio tra le insenature di Saturo e Porto Perone, Torre Saturo si trova sul litorale orientale di Taranto. Edificata nella seconda metà del XVI secolo, come avamposto militare a difesa di villaggi e campagne dalle incursioni piratesche, conserva un nucleo originario di forma troncopiramidale. La conformazione attuale presenta una struttura fortemente alterata dalla presenza di un corpo di fabbrica aggiunto sul tetto e di un edificio a due piani addossato sul lato sudest, entrambi di epoca recente, rivestita con conci di tufo. La frequentazione di questi luoghi, dalla Preistoria sino all’Età tardo - antica, conserva ancora tracce di antiche archibugiere e caditoie. Riutilizzata per scopi bellici nel corso del secondo conflitto mondiale, è oggi inserita all’interno del Parco Archeologico di Saturo-Porto Perone. Nel Parco è possibile visitare i Villaggi dell’Età del Bronzo e del Ferro, l’Acropoli con i resti del santuario greco, una splendida villa costiera romana di epoca imperiale, con camere residenziali, pavimenti musivi originali ed ambienti naturali. Inoltre, al suo interno vi è l’ARKEOGIOCHI, il Parco Giochi del Mondo Antico, con proposte ludicodidattiche per famiglie e scolaresche. Marco Laghezza 1A MUSICA PAGINA 22 L A V O C E D E L L O ST U D E NT E FOTO DEL MESE Una scultura dell’artista spagnola Alicia Martin I libri fonte d’ispirazione quasi costante di molti suoi lavori, simboli della cultura, della memoria e della comunicazione. PAGINA 23 GIOCHI IL GIOCO DELLE MONETE Prendete tredici monete da un euro e disponetele una a fianco all’altra in modo da formare un cerchio. Ora a turno ciascuno dei due giocatori può togliere dal cerchio o una o due monete adiacenti. Vince chi per ultimo prende la moneta. Sapreste trovare un modo che garantisca la vittoria sempre al giocatore che inizia il gioco per secondo? S O L U Z I O N E G I O CH I PAGINA 24 Per ricordare il Prof. Francesco Panetti e’ stato indetto per i licei artistici il Premio regionale Francesco Panetti per l'Arte Contemporanea - seconda edizioneTitolo e tematica del Concorso è "Locus" nella sua accezione di luogo concettuale, spirituale, immaginario o più semplicemente naturale, nel quale ritrovare il segno di un passaggio. In senso ampio, il Locus è una parte dello spazio, idealmente o materialmente circoscritta che conserva la propria identità e vive negli occhi e nella mente del viandante o del più semplice degli osservatori che lo abitano. Il premio Panetti quest'anno volge il suo sguardo verso il Luogo , aprendosi davanti nuovi scenari contemporanei e sovvenzionerà l'esperienza artistica dei giovani allievi dei Licei Artistici della regione Puglia con un premio in denaro. Gli alunni degli altri indirizzi potranno partecipare al Premio con opere “fuori concorso” contattando la prof.ssa Mazzarone Mirella, coordinatrice dell’iniziativa. I.I.S.S “D.DE RUGGIERI” Tel.: +390998854134 Fax: +390998801777 Siamo su Internet! http://www.liceoderuggieri.gov.it/ Posta elettronica: one gura bu u a i v e zion vi da La reda ze pasquali e n ssimo vaca o al pro t n e m a ! appunt numero [email protected] [email protected] SOLUZIONE GIOCHI VITELLO TONNATO Soluzione gioco delle monete Spiegazione: Per poter vincere il secondo giocatore deve togliere lo stesso numero di monete del primo giocatore (o una o due) ma nel punto diametralmente opposto così da lasciare sempre vicine 5 monete. Il secondo giocatore deve mantenere sempre questa simmetria nel togliere le monete.