La Voce della Studente - marzo 2017

N°1 Marzo 2017
I.I.S.S D. De Ruggieri
L'ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO
UN MOLTIPLICATORE DELLE OPPORTUNITÀ DI SUCCESSO PER TUTTI
Direttore
Prof.ssa
Leogrande
Mariella
REDAZIONE
Prof.sse
Amandonico
A.Maria
Colapietro
Tatiana
Mazzarone
Mirella
Alunni
Alagni Aurora
Alagni Mattia
Bulfaro Isabella
Di Noia Flavio
Di Noia Gabriella
Fischetti Antonella
Fuggiano Federica
Gisonna Maria Stella
Grano Federica
Laghezza Marco
Mancini Donato
Martucci Francesca
Montemurro Martina
Moscariello Federica
Pastella Annarita
Rubino Simona
Marzullo Saverio
Schirano Pietro
IMPAGINAZIONE
Prof.ssa Mazzarone M.
Marzullo Saverio
Schirano Pietro
L’Alternanza scuola-lavoro è una metodologia didattica innovativa istituita dalla Legge n. 53/2003 e disciplinata dal Decreto Legislativo n. 77/2005. Si rivolge agli studenti delle scuole secondarie di 2° grado, ai quali permette di “alternare” momenti di
formazione in aula e in azienda (o altra struttura ospitante). Con il Riordino
dell’istruzione del 2° ciclo, messo a regime dal nuovo ordinamento degli istituti professionali, dei tecnici e dei licei (DD.PP.RR. nn. 87-89/2010), l’Alternanza ha compiuto un’ulteriore tappa istituzionale: nei nuovi Regolamenti, è richiamata come metodo sistematico da introdurre nella didattica curricolare dei diversi corsi di studio per
avvicinare i giovani al mondo del lavoro, orientarli e promuovere il successo scolastico.
Di recente, la Legge n. 107/2015 ha ribadito l’importanza di affiancare al “sapere” il
“saper fare”, intensificando i rapporti della scuola con il territorio, con il mondo produttivo e dei servizi. La partnership con le imprese può favorire l’innovazione della
didattica e la diffusione di processi formativi orientati all’acquisizione di competenze
spendibili anche nel mondo del lavoro, promuovendo al contempo: l’orientamento, la
cultura dell’autoimprenditorialità, la cittadinanza attiva e un maggiore coinvolgimento
dei giovani nei processi di apprendimento, grazie anche alle nuove tecnologie. Infatti
l'alternanza non è un nuovo canale scolastico, ma una modalità diversa per raggiungere obiettivi formativi già costitutivi del percorso, tramite esperienze di lavoro coerenti, ed incentrate sull'integrazione curriculare, che consentono l'acquisizione di
crediti spendibili ai fini del percorso scolastico; è una combinazione di attività scolastica e di esperienze assistite sul posto di lavoro (o in situazioni lavorative simulate),
progettate sul piano didattico in collaborazione col mondo del lavoro; nasce dal superamento della separazione tra l'aula e il momento applicativo, e si basa su una
concezione in cui educazione formale, informale ed esperienza di lavoro si combinano in un unico progetto formativo.
Quindi l'aspetto formativo pervade l'intera esperienza di alternanza, rendendola interessante in quanto valorizza competenze trasversali e skill comportamentali di
base. Al giovane coinvolto, infatti: conferisce sicurezza affina il senso critico assicura spazi per la collaborazione - permette di farsi conoscere - permette di
conoscere sul campo l'organizzazione aziendale.
L'alternanza, come strumento flessibile, favorisce la personalizzazione degli interventi educativi; se da un lato si può costituire come proposta formativa articolata in
percorsi integrati, in cui istituti scolastici e realtà lavorative mettono a disposizione
situazioni di apprendimento differenti per definire percorsi più completi, dall'altro
essa si può anche configurare come risorsa per i ragazzi in difficoltà e strumento
efficace per contrastare la dispersione scolastica. Imparare attraverso il fare può,
infatti, consentire agli studenti - soprattutto - a quelli demotivati di recuperare gli
stimoli per continuare ad apprendere, acquisendo un saper fare da potersi giocare
anche nel contesto scolastico. In definitiva, l'alternanza è potenzialmente un moltiplicatore delle opportunità di successo per tutti.
E allora, cari ragazzi delle classi terze e quarte impegnati nelle attività di Alternanza Scuola-Lavoro, fate in modo che tali opportunità si moltiplichino a vostro favore, per la vostra crescita culturale e professionale.
Il D.S. Stefano MILDA
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L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
ALLA SCOPERTA DELLA VERDE IRLANDA
Grazie al progetto “KEY COMPETENCES ACTION” organizzato dal nostro
istituto, 45 ragazzi hanno avuto la possibilità di trascorrere 15 giorni a Dublino,
per approfondire la lingua inglese, contribuendo allo sviluppo delle competenze,
approfondendo e applicando le conoscenze e le abilità linguistiche nella vita
di tutti i giorni. Per questo motivo, noi ragazzi siamo stati ospitati da famiglie irlandesi e questo ha permesso di integrarci nel loro stile di vita: abitudini, alimentazione, modi di fare, promuovendo
uno scambio tra culture diverse.
La scuola che abbiamo frequentato è
stata la “Frances King”; abbiamo fatto
lezione dal Lunedì al Venerdì dalle 9.00
all’1.00 a.m. Noi ragazzi siamo stati divisi per gruppi di livello e questo ci ha permesso di approfondire in maniera adeguata la lingua. Il nostro pranzo veniva
consumato in uno dei tanti parchi ricchi
che caratterizzano gran parte del territorio irlandese.
Ogni giorno, all’uscita
da scuola, abbiamo visitato la città di Dublino, con la famosa biblioteca
del Trinity
College, la cui maestosità e ricchezza dei libri
più antichi di filosofi e
scrittori ha lasciato tutti
SOMMARIO:
Vita nel De Ruggieri
2-7
Attualità
8-10
Angolo della poesia
11
Scienze e tecnologia
12-15
Scelti per voi
16-19
Musica
20
Giochi e soluzioni
21-22
noi a bocca aperta, vari musei , tra cui quello
delle scienze naturali, dove abbiamo potuto
ammirare un gran numero di animali imbalsamati, dai più piccoli insetti ai giganti orsi polari
e lo zoo di Dublino, oasi naturale e ricca di
verde, dove viene riprodotto per ogni animale
il suo habitat. Oltre a queste visite, ce ne sono
state molte altre, come per esempio quella al
famoso Temple Bar e quella nel centro di Dublino, molto suggestiva soprattutto di sera,
grazie ai giochi di luce dei maestosi edifici, il
tutto reso ancor più piacevole dalla presenza
di bravissimi artisti di strada. Durante il fine
settimana abbiamo visitato Howth, paese che
si affaccia sull’oceano, particolarmente affascinante per il paesaggio e famoso per il suo
“fish and chips” e la contea di Blackrock, dove
grazie alla bassa marea è stato possibile camminare laddove di solito c’è l’oceano. Emozionanti e caratteristici sono stati i vari paesini
nei dintorni, come per esempio Dalkey, città
natale del famoso cantante Bono Vox.
Questa è stata un’esperienza che ha portato
noi studenti non solo ad
una maggiore dimestichezza con la lingua, ma
anche ad una profonda
maturazione. Per questo
un ringraziamento speciale va ai professori che ci
hanno accompagnati e
sostenuti in questo magnifico viaggio che resterà un
ricordo indelebile nel cuore di tutti noi.
Federica Fuggiano 4^C
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LA VITA RIBELLE DI UN MASSAFRESE
Il giorno 15 febbraio
nell’auditorium
dello
I.I.S.S. “D. De Ruggieri”
si è tenuta una conferenza il cui tema centrale è
stato “Antifascismo e resistenza a Taranto e provincia dal 1922 al 1948:
la vita ribelle del massafrese Angelo Antonicelli ”.
La conferenza è stata
come, se non più, delle
altre un’occasione di incontro e testimonianza di
ideali fra generazioni.
Parte attiva della conferenza sono stati gli alunni
della classe 5^D e della
5^A, grazie all’aiuto e alla
cura delle insegnanti del
dipartimento di storia e
filosofia. L’incontro è stato introdotto da letture a tema effettuate nella hall della scuola
dove è stata allestita una mostra. A leggere
con emozione ed enfasi è stato l’alunno della
classe 5^D, Marco Palese. Successivamente
pubblico e oratori si sono trasferiti, come sopra detto, nell’auditorium dove dopo
l’introduzione del preside, discorso profondo
sui diritti alla pace e alla libertà, indissolubilmente legati all’istruzione e all’ambiente scolastico, si sono susseguiti gli interventi dello
storico e professore Giovanni Stea, della professoressa Adriana Chirico e Giancarlo Girardi, nipote di Angelo Antonicelli. Il professor Stea ha con un breve intervento inquadrato il periodo storico, rimarcando più volte
come il fascismo è un’invenzione tipicamente
italiana, del quale possiamo far di tutto meno
che vantarci, e soprattutto come il Mezzogiorno abbia subito più del resto d’Italia il governo di Mussolini, diventando per questo il
luogo di nascita di oppositori e difensori della
libertà. Dopo è intervenuta Adriana Chirico
che ha ribadito invece il luogo centrale della
scuola nella sensibilizzazione dei giovani a
questo tipo di tematiche, attraverso progetti,
offerte formative e concorsi. Dopo di lei,
Francesca Martucci, alunna della 5^D ha letto un brano tratto dalla biografia di Angelo
Antonicelli, di cui ha poi parlato ampiamente Giancarlo
Girardi. Egli ci ha raccontato
di come Angelo a soli 19 anni andò al fronte e, una volta
tornato, trova un paese addormentato, che non difende
se stesso e i propri diritti.
Per questo egli, facendosi
portavoce di più di 2000
braccianti, crea una lega
contadina, dove più nessuno
era amico, ma si era compagni, compagni di vita, compagni di lotta, stessi compagni che alla sua morte piansero per lui, nonostante tanti
anni che li separavano.
Giancarlo, al tempo ancora
bambino, ricorda, quasi
commosso, momenti col
nonno, che raramente parlava dei periodi
difficili vissuti, ma che comunque gli ha insegnato che mai bisogna abbassare la testa di
fronte al padrone, mai bisogna mettere da
parte i propri diritti e lasciare che qualcuno
all’infuori di noi possa portarci via la dignità.
Dopo il suo intervento, seguito da un lungo
applauso, alcuni ragazzi della 5^D, Dania
Fasano, Federica Moscariello, Antonio Piccolo, e della 5^A, Michele Monopoli e Giuseppe De Siati, hanno recitato racconti della
vita di Angelo Antonicelli, avvolti da una luce
soffusa, creando un clima di completa riflessione. Queste performance emozionanti hanno concluso l’incontro, assieme ai ringraziamenti agli invitati, agli insegnanti e agli alunni
da parte di Ciro Nappa, presentatore
dell’incontro. Di certo nessuna conferenza,
questa compresa, può cambiare il mondo né
quello che è successo e l’oscura storia che ci
precede, ma sicuramente noi alunni, nuova
generazione, possiamo farlo e, grazie a incontri come questi, non ignoreremo più ciò
che è stato, ma possiamo farlo nostro e evitare che riaccada.
Aurora Alagni e Federica Fuggiano 4^C
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L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
M A S SA F R A M A SC H E RATA
Come di tradizione, nel mese di febbraio, si è tenuta la
64^edizione del Carnevale di
Massafra.
Questa edizione ha visto
sfilare i gruppi mascherati
delle scuole di Massafra.
Per motivi organizzativi il
Comune di Massafra ha trasferito la sfilata dei carri nei
prossimo mesi estivi, presumibilmente in luglio/agosto
prossimi.
Il periodo del Carnevale è
cominciato con giovedì 23
febbraio, cosiddetto “dei
pazzi”, in cui solitamente ci si maschera con costumi degli anni precedenti per non rivelare la sorpresa del
costume dell’anno in corso, che si indossa solo nelle giornate importanti
della domenica e martedì successivi.
Quest’anno è stata molto bella e partecipata
la
sfilata
dei
“pagghiuse” (nomignolo riferito ai
massafresi, per la facilità di infervorarsi con la stessa velocità con cui si
quietano nelle discussioni). Molti ragazzi si sono riversati lungo il corso,
mascherati con vestiti coloratissimi e
ballando a suon di musica ad altissimo volume, altra caratteristica dei
Carnevali massafresi.
A causa maltempo, altra costante del
nostro Carnevale, le sfilate si sono
tenute lunedì 27 e martedì 28 febbraio. Le scuole hanno partecipato con i
propri alunni di ogni ordine e grado. Numerosissimi i partecipanti e grandioso lo sforzo delle scuole di preparare il gruppo in carta pesta.
Anche il mio istituto l’ISS De Ruggeri ha partecipato con un gruppo intitolato “Ci salverà una
penna ” che fa riferimento ad una storia fantastica “ L’uccello di fuoco”, in cui un principe
cattura un maestoso uccello, a cui darà la libertà, in cambio di una penna di fuoco, che
permetterà all’uccello di tornare in aiuto del
principe ogni volta che dovesse trovarsi in gravi difficoltà.
Un altro gruppo, a mio avviso, importante per
dimensione e tema affrontato è stato quello
intitolato “Governo Italiano non fare l’Indiano”,
che vuole rappresentare l’atteggiamento del
governo che, davanti a numerosi problemi,
finge di non sentire.
L’antico Carnevale di Massafra è sempre prece d u t o
e
se g u i t o
da
p o l e mi ch e
sull’organizzazione, sull’eterna mancanza di
capannoni che permettano ai carristi di
realizzare le loro opere e di ricoverare i
carri, di come viene organizzato dalle
varie amministrazioni che si succedono,
ciò nonostante la magia che si trasmette durante le sfilate è impareggiabile e
l'emozione riesce a contagiare sempre
tutti, lasciando con il naso all’insù e la
gioia sui visi grandi e piccini.
Pietro Schirano 1C
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GIORNATA DELLE MEMORIE
10 Febbraio 2017
Il giorno 10 febbraio 2017, alle ore
16.00 nell’Auditorium della sede centrale dell’I.I.S.S. “D. De Ruggieri”di Massafra, si è tenuta la commemorazione
per le vittime di tre massacri del XX secolo: quello degli Armeni, la Shoah e le
Foibe. Hanno partecipato all’attività gli
alunni del triennio coordinati dalle docenti
di Storia e Filosofia: Prof.sse Gisonna,
Marzia, Sasso, Lorè; Pagliari (Lettere);
Borgia (Sostegno). Questo evento non era
quindi una conferenza, bensì una lezione
preparata dagli studenti stessi, che riguardava i tragici avvenimenti del 1900, affinché questi non vengano dimenticati. Dopo
l’iniziale presentazione delle professoresse
Gisonna e Sasso, si è lasciato campo libero al lavoro dei ragazzi che si sono impegnati nella preparazione di ricerche storiche e contenuti multimediali. Il tutto è stato
introdotto, accompagnato e concluso da
brani musicali preparati ed eseguiti da:
Gianluca Liuzzi, Federico Vinci, Elisa Termite, Pietro Torelli e Cosimo Conforti. In
apertura, è stata eseguita una cover del
brano: “The ansie is blowing in the wind” di
Bob Dylan, a cui sono seguite tre letture
preparate dai ragazzi della 5^B e 3^B riguardanti la Shoah. Successivamente, in
scaletta c’era la proiezione di un video e la
lettura da parte di due alunni della
5^E, in riferimento alla cosiddetta
”Aktion T4 “ con cui i nazisti eliminarono i disabili, che ha costituito la
prova generale dello sterminio degli
ebrei. Le alunne di VG del Liceo delle Scienze Umane, insieme a due
alunni di VD, hanno messo in scena
il “Coro dei superstiti”. Ad introdurre
la trattazione sulla giornata del ricordo, in
memoria delle vittime delle Foibe, è stata
una presentazione multimediale curata da
Fabio Termite della 5^B con la successiva
lettura di una ricerca. Un’alunna della 5^D
ha parlato poi del massacro degli Armeni.
Alcuni alunni della 5^E del Liceo Classico
h a n no
su cce ssiva me n t e
t ra t ta t o
l’argomento dell’esilio, declamando opere
di Autori classici quali Dante e Foscolo. In
chiusura, come da indicazioni suggerite
dal MIUR per la riflessione annuale sulla
Shoah, tre alunni della 4^D hanno esposto
delle ricerche sul negazionismo storico.
L’esecuzione della cover di “Imagine” di
John Lennon ha chiuso l’evento, lanciando
un messaggio di pace e fratellanza, stimolato dal ricordo storico degli eventi tragici
narrati. Ricordare e conoscere è l’unico
mezzo affinché queste tragedie non accadano MAI PIÙ!
Mattia Alagni , Federica Grano 3B
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I NT E R CU L T U R A
CRESCERE VIAGGIANDO
A parte la definizione del vocabolario, a parte i libri, a parte le massime degli intellettuali
cosa rimane da attribuire al termine
“crescita”? Ogni giorno, in meglio o in peggio, tutti cresciamo. Chiunque può parlarne,
chiunque prova e vive questo lento e infinito
cambiamento. Il significato è indubbiamente relativo all’esperienza di ciascuno. Per alcuni crescere assume un significato particolare. Crescere, per me,
ha significato prendere un aereo, starci
24 ore e atterrare dall’altra parte del
mondo. Ha significato provare sulla mia
pelle un’altra cultura, altri sapori, un
modo di vivere completamente differente, a partire dal sistema scolastico. Attraverso una borsa di studio, ho avuto
la possibilità di trascorrere 6 mesi in
Australia e frequentare lì il penultimo
anno nella Maroochydore State High School. Io, come altri 70 ragazzi da tutto il mondo
(Brasile, Giappone, Germania, Austria e
Svizzera), abbiamo frequentato lo “year 11”.
Pensavate che lo shock fosse stato l’aereo?
Fra la spiaggia a 500 metri dalla scuola, il
surf come materia scolastica, i cortili immensi, i campi da tennis, golf, basket, piscine
olimpioniche, gli esperimenti nel laboratorio
di chimica, le feste scolastiche, le gite in isole sperdute e in foreste pluviali ricche di flora
e fauna sorprendenti, non ho idea di cosa
ancora può spaventarmi. La scuola australiana così descritta è molto differente da
quella italiana. Essa con i suoi pro e contro
lascia più tempo agli hobby e agli interessi
di ciascuno, ma ne toglie allo studio e la
cultura personale e più che mai relegata
solo alle ore scolastiche. Lì è più facile trovare il chitarrista, quello bravo con lo skateboard o con la bici, il fotografo o quello che
ha provato tutti i ristoranti di sushi nelle vicinanze, perché tutti hanno più tempo per
scoprire se stessi e decidere chi sono e chi
vorranno essere ancor prima dell’età adolescenziale. La scuola, d’altro canto, non si
limita nel premiare gli studenti con rendimento migliore. Anche io per i risultati ottenuti nel primo term, ho avuto l’onore di essere premiata con la medaglia d’argento.
Un’esperienza unica, vissuta a 360 gradi.
Forse ora vi è più chiaro cosa è significato
per me crescere, ed è chiaro a voi cosa significa e cosa volete che significhi. A questo punto, credendo fermamente che siamo
su questa terra per scoprirla, non posso
che esortarvi a crescere in un modo particolare, viaggiando.
Aurora Alagni 4C
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A T T U A L IT A ’
L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
Il coraggio oltre l’acido
porto e aiuto dall’Acid Survivor Fondation,
formatasi nel 1999 con la crescita del
“trend” della violenza con l’acido. Le cicatrici mentali però guariscono più difficilmente
o non guariscono del tutto. Ecco perché la
vittoria non è l’operazione riuscita bene,
ma è la capacità di ritrovare la forza per
essere felici “dopo”, dopo la disgrazia, dopo di lui. Molte di loro preferiscono confidarsi in un libro, come Lucia Annibali, che
da più di due anni promuove e sensibilizza
attraverso il suo libro, “Io ci sono. La mia
storia di “non” amore”, i giovani alla tematica sempre più ricorrente della violenza sulle donne, un segnale più di regresso che di
progresso.
Aurora Alagni, 4^C
SEDE DEL CENTRO ANTIVIOLENZA
“ROMPIAMO IL SILENZIO”
Viale Magna Grecia 105 (ex plesso scolastico
“NUOVE VICINANZE”)
APERTURA AL PUBBLICO
Lunedì ore 9:00-13:00
I colloqui di ascolto e le consulenze sono garantiti anche in altre giornate, secondo esigenze specifiche.
PER INFO E CONTATTI:
Tel. 3317443573 /3208649008
dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle 21:00.
Ogni gior no puo’ esser e l’ 8 mar zo…..
Fra più di 300 vittime in Italia degli acidi,
l’ultima, sicuramente ancora per poco, è la
ventottenne Gessica Notaro. Conosciuta
come Miss Romagna e ancor di più come
finalista di Miss Italia, nel quotidiano lavorava in un delfinario nei pressi di Rimini. Lì
lavorava anche Jorge, un ventinovenne di
Capo Verde, con il quale Gessica aveva
avuto una storia. Una storia che ha, letteralmente, lasciato il segno. Gessica, come
Lucia, Marica e tante altre, ne portano il
segno addosso, sul viso, sulle mani, ma il
segno più profondo è nel pensiero. Gessica, come le altre, è stata marchiata a vita
dall’acido. Che sia solforico o nitrico, esso
non permette anche dopo lunghe e difficili
operazioni di tornare al tanto adorato
“prima”, prima della disgrazia, prima di lui.
Quello con l’acido è considerato un delitto
d’onore. Un uomo disonorato si vendica
così. Queste sono azioni delle quali ci piacerebbe sapere il pensiero sottostante:
“...doveva essere punita. Nessuno la doveva avere come l’ho avuta io. Ne ero geloso. Non volevo ucciderla, il mio obiettivo
era farla vivere così”. Di acido non si muore, si rimane sfigurati, con la faccia che è
una cicatrice enorme, con gli occhi bianchi, ciechi. Più che in Italia, la regione più
colpita è l’Asia Minore, il Pakistan, l’India,
l’Afghanistan, il Bangladesh dove finalmente le ragazze “acidificate” trovano sup-
A T T U A L IT A Ì
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TRUMP...ritorno al passato
Chi avrebbe mai immaginato che il 45esimo
presidente degli Stati Uniti d’America sarebbe
stato il cinico sessista omofobo retrogrado
ricco e potente imprenditore Donald Trump?
Ebbene, nessuno o quasi: una puntata de ‘I
Simpson’ del 2000 e il film ‘Ritorno al futuro
Parte 2’ hanno profetizzato questo avvenimento…e la storia è andata proprio così: il 9
novembre 2016 Trump ha sconfitto l’altra
candidata favorita Hillary Clinton e si è insediato alla Casa Bianca con immenso dispiacere dell’ex presidente Barack Obama, sostenitore della Clinton.
Democratico liberale, sin dalla campagna elettorale ha mostrato il suo modo di pensare
e agire e ora, già in carica da qualche mese,
non si sta in alcun modo smentendo: infatti
su di lui si può dire qualsiasi cosa ma non
che sia bugiardo (forse l’unico pregio di cui
può vantarsi) e che non si stia attualmente
impegnando su vari fronti:
“I will build a great wall – and nobody builds walls
better than me, believe me – and I’ll build them
very inexpensively. I will build a great, great wall
on our southern border, and I will make Mexico
pay for that wall. Mark my words.”
("Io costruirò un grande muro - e nessuno costruisce muri meglio di me, mi creda - e io li
costruirò a buon mercato. Io costruirò una
grande, grande parete sul nostro confine meridionale, e farò pagare il Messico per quel
muro. Segna le mie parole.")
E in effetti non stava mentendo quando ha
affermato di voler innalzare un enorme muro
al confine col Messico (la cui costruzione è
già iniziata).
“When Mexico sends its people, they’re not sending the best. They’re not sending you, they’re
sending people that have lots of problems and
they’re bringing those problems with us. They’re
bringing drugs. They’re bringing crime. They’re
rapists… And some ,I assume, are good people.”
("Quando il Messico manda la sua gente, non
sta inviando la migliore. Non stanno inviando
te, stanno inviando le persone che hanno un
sacco di problemi e stanno portando quei
problemi da noi. Stanno portando la droga.
Stanno portando crimine. Sono stupratori ...
E alcuni, presumo, sono brave persone.")
Questa sua convinzione, a quanto pare,
non solo era estesa agli abitanti del Messico ma di quasi tutto il resto del mondo e il
recente ‘muslim ban’ ne è la prova: impedire l'ingresso dei rifugiati e dei cittadini provenienti da sette Paesi islamici è il suo obiettivo attuale e nonostante sia stato respinto dalla Corte d’Appello di San Francisco, il presidente degli USA sottoporrà il
bando alla Corte Suprema, totalmente convinto di riuscire a vincere il caso.
“It’s freezing and snowing in New York – we need global warming!”
"Si gela e nevica a New York - abbiamo bisogno del riscaldamento globale!"
Inoltre, sin da subito mostratosi disinteressato al clima e all’ambiente, già poche ore
dopo il suo insediamento alla Casa Bianca
sono sparite alcune pagine Web ufficiali sul
‘Climate Action Plan’, politica volta a limitare le emissioni di CO2, creata da Obama e
considerata da Trump come una pura invenzione dei Cinesi.
Insomma, l’America è sempre stata considerata un sogno per molti ora sta diventando sempre più conservatrice e sempre meno disponibile ad accogliere stranieri: il termine ‘cosmopolitismo’ dunque non è una di
quelle parle che appartiene al vocabolario
del nuovo presidente. L’ipotesi di una Terza
Guerra Mondiale è stata fatta da molti ma
speriamo che questi quattro anni passino in
fretta e che gli Americani si rendano conto
nelle mani di chi si sono messi.
Annarita Pastella 5^D
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ATTUALITA’
L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
I sintomi di una società in crisi:
la nomofobia
Nomofobia. La maggior parte di voi si
chiederà cosa indica questo strano termine … sicuramente una forma di fobia, ma
riconducibile a cosa, a qualche strano animale? La nomofobia è la paura incontrollata e irrazionale che si manifesta nelle
occasioni in cui non è possibile usare il
proprio smartphone, poiché scarico o privo
di connessione Internet. La nuova era tecnologica ha travolto tutti, dai più giovani ai
più adulti: è ormai usuale vedere un bambino di 4 o 5 anni giocare e chattare con il
proprio cellulare o signore condividere foto
delle proprie torte ed inviare lunghe catene. Basta guardarci intorno per osservare
quanto la nostra società sia cambiata, viviamo nell’era della terza rivoluzione industriale o meglio della rivoluzione tecnologica. Ogni ambito della nostra vista si sta
radicalmente modificando e lo stesso Stato cerca di adattare i propri servizi alle
nuove esigenze della società: lo spid, le
iscrizioni scolastiche e le immatricolazioni
universitarie online, le videoconferenze.
L’intero processo economico e sociale ha
subito un profondo mutamento: ogni distanza è stata azzerata, tutto è molto più
veloce e raggiungibile con pochi clic, le
vecchie enciclopedie ormai finiscono nel
bidone della carta, per far posto a computer, tablet e smartphone. Ma di fronte a
questi indiscutibili vantaggi quali mali si
annidano? Il cyberbullismo è uno dei cancri della nuova società: la vittima non è più
tormentata solo a scuola, in ogni momento
della giornata è infatti colpita da insulti
scritti da persone che nemmeno conosce,
ragazzi o ragazze che si nascondono dietro ai loro smartphone, pronunciando frasi
ignobili. Anche la comunicazione è fortemente influenzata dal mondo multimediale: i social media sono tempestati da false
notizie che il lettore superficiale dà per vere senza controllare la fonte. Il peggior risultato di questa era è sicuramente la dipendenza, attestata oggi anche dagli studi
psichiatrici. L’uomo è oggi capace di vivere senza il proprio telefono o senza
Internet? I nuovi studi sembrano chiara-
mente dirci di no. La società ha fortemente bisogno delle nuove tecnologie e senza di esse crollerebbe su se stessa. L’uomo non è più capace
di svolgere i compiti più banali privo dei nuovi
mezzi informatici, come una ricerca con l’ausilio
di un’enciclopedia o il raggiungimento di una
località attraverso l’utilizzo delle mappe; molto
più semplicemente o brutalmente non è più capace di formare una propria identità, un proprio
carattere senza la continua conferma dei “mi
piace” o dei “ followers”. L’uomo non sa più pensare, tempestato da continua notizie, false o vere che siano, non riesce ad elaborare un pensiero critico, ha bisogno di essere guidato dai
social media per adattare la propria ideologia
alla massa. Assume queste nuove forme la dittatura del pensiero del ventunesimo secolo; il
cervello umano è come un sacco vuoto da imbottire con pensieri pilotati e queste strategie
sembrano ricordare il grande movimento delle
masse delle dittature del Novecento. Ecco spiegato l’assurdo fenomeno della nomofobia,
l’uomo privo di telefono è un po’come il protagonista dei romanzi pirandelliani, privo di maschere, privo di una propria identità, privo di un proprio posto nel mondo. Quella della nomofobia è
una patologia che ha tutte le carte in regole per
crescere negli anni a venire, l’unico vero rimedio
è la formazione di una nuova generazione che
abbia sviluppato una consapevolezza critica e
sappia di nuovo apprezzare le gioie e le emozioni della vita reale, senza dover sprecare ogni
attimo della propria giornata a scattare foto da
pubblicare sui social media.
Isabella Bulfaro 5 C
L ’ A N G O L O D E L L A PO E S I A
PAGINA 11
Della fessura ricordo
l’abbandono la coda
di fiori e altre spine.
Appesa la mia carne
per parlarti per fare amore
più da vicino
esercito un cerchio nel corpo
che commuova le ossa.
Secca e sola a volte
m’impasto d’appartenenza
cerco una strozzatura
che permetta l’aria
Sorge un fiore sulla pelle
tra cumuli di macerie
è germoglio. Siamo in tanti
ad ascoltarne la nascita.
da “Mi è cara la terra”
Francesca Greco
Ex alunna del liceo classico
La festa della donna
A te che trovi sempre un minuto
per gli altri
A te che aiuti gli anziani
A te che mi insegni a difendermi
A te che indossi la cintura nera
ma non sai essere cattiva
A te che sai perdonare e sei come una sorella
A te regalo una mimosa bella,
gialla come una stella!
Antonella Fischetti 2E
S C I E N Z A E T E CN O L OG I A
PAGINA 12
L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
Bio-stampante per pelle umana
Una stampante che
permette di replicare in
maniera pressoché impeccabile la cute umana: non la trama di un
le stampanti 3D tradizionali,
che realizzano oggetti sovrapponendo sottili strati di
materiale, il dispositivo realizzato dai ricercatori spagnoli,
film di fantascienza, ma
l’ultima frontiera della
ricerca medica. Questo
dispositivo innovativo e
rivoluzionario, realizzato da José Luis Jorcano
dell'Università Carlo III
di Madrid e pubblicato
sulla rivista Biofabrication, è in grado di stampare lembi quadrati di
pelle dal lato di 10 centimetri in appena 35 minuti. “Questo metodo di
bioprinting – ha detto
Alfredo Brisac, amministratore delegato di
BioDan, l'azienda che
collabora al progetto –
permette di produrre
pelle in modo standardizzato, in forma automatizzata e con un processo meno costoso
della produzione manuale”. Esattamente come
stampa tessuti molto simili
alla pelle umana. In sostituzione del normale 'inchiostro',
composto da materiali plastici, la biostampante sovrappone strati di plasma e cellule
prelevate per mezzo della
biopsia e fatte moltiplicare in
provetta. La stampante riesce
a riprodurre fedelmente la
struttura della pelle, con uno
strato più superficiale,
l’epidermide, che protegge
dagli elementi esterni, appoggiato su uno strato più spesso, il derma, composto da
fibroblasti che producono collagene, la proteina che rende
la pelle elastica.
Gli usi di questa nuova tecnologia sono numerosi, dalla
sostituzione di tessuti umani
danneggiati alla creazione di
pelle umana in vitro per la
ricerca farmacologica o per il
test di prodotti cosmetici. In
quest’ultimo caso il dispositivo può essere caricato” con
cellule di qualunque essere
umano; in caso di trapianto,
sono richieste le cellule stesse del paziente, le quali, prima di venire inserite nella
stampante, vengono fatte
crescere in numero sufficiente in laboratorio per circa due
settimane. Contemporaneamente la macchina effettua
una scansione della ferita,
per esempio un’ustione, determinandone esattamente
forma, estensione e profondità. Questi dati vengono utilizzati per progettare in 3D il
pezzo di pelle da sostituire
che viene infine stampato direttamente sul paziente.
Nonostante al momento la
scienza non sia ancora in
grado di creare interi organi
artificialmente, i ricercatori
sono fiduciosi che, attraverso
lo sviluppo di questa nuova
tecnologia, si riesca a portare
a termine con successo la
realizzazione di organi complessi come un cuore o un
fegato.
Simona Rubino 5^D
S C I E N Z A E T E CN O L OG I A
PAGINA 13
MISSIONE NEGLI ABISSI
A prima vista possono sembrare dei branchi
di pesci che nuotano nelle oscure profondità
degli oceani, ma in realtà sono dei veri e
propri sciami di robot che viaggiano nei mari
comunicando
tra
loro
grazie
a
un’intelligenza artificiale collettiva.
Il gruppo di ricerca guidato da Jules Jaffe, oceanografo di ricerca presso l’Istituto
Scripps di San Diego, in California, ha
sviluppato uno sciame di robot sottomarini. Questi ultimi sono dotati di fotocamere e sensori per rilevare la temperatura e sono in grado di nuotare su e giù
mantenendosi ad una profondità costante.
“Si aprono nuove possibilità di esplorazione degli oceani” ha commentato Jaffe.
I ricercatori dell’Istituto di San Diego hanno
progettato mini-robot sottomarini capaci di
simulare il comportamento subacqueo del
plancton. Ma che cos’è il plancton? La parola “plancton” deriva dal greco e significa
vagabondo. Esso è l’insieme degli organismi acquatici, animali e vegetali, che vivono
sospesi in balìa delle onde e delle correnti.
Capaci, inoltre, di comunicare attraverso
segnali acustici, vista l’impossibilità di utilizzare il GPS sott’acqua, questi microesploratori sono stati utilizzati per studiare
alcuni dei processi meno chiari degli oceani,
tra cui la formazione interna delle onde.
Il team ha sperimentato il progetto nelle
acque di Torrey Pines, in California.
L’esperimento è durato cinque ore. Il test
ha conseguito ottimi risultati confermando le teorie sulle dinamiche fisiche del
plancton negli oceani. In futuro, l’obiettivo
sarà studiare anche i movimenti delle larve (embrione animale) nelle aree protette, in modo da tracciare le eventuali fuoriuscite di petrolio.
Martina Fatima Montemurro 1^C
L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
S C I E N Z A E T E CN O L OG I A
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D IF F E RE N Z IA M O CI
Il 9 febbraio l’IISS “D.
DE RUGGIERI ” ha incontrato
l’assessore
all’ambiente di Massafra, Savino Lattanzio, il
quale ha mostrato ai
ragazzi in Auditorium
delle
slides
sull’importanza
della
raccolta differenziata.
In particolare, i temi
principali trattati sono
stati: il modo esatto per
fare una buona raccolta
differenziata, i problemi
causati dall’ errata raccolta differenziata, una
dimostrazione pratica
con oggetti difficilmente
definibili.
Le
slides
illustrate
dall’assessore si basano sul principio fondamentale della raccolta
differenziata:
Riciclo,Riutilizzo,Riduzione,
Recupero (le famose 4
R). Il non rispetto delle
4 “R” provoca danni
che, col passare del
tempo, si accumulano
fino a determinare situazioni irreparabili. Come mostra l’assessore ,
uno di questi è il
“mondo” di plastica, caratterizzato da più di
100 tonnellate di rifiuti
buttati in mare, come
se fosse un’enorme discarica naturale.
Proprio per questo, da
anni è stato lanciato il
progetto della raccolta
differenziata , nel quale, per venire incontro
alle fatidiche 4 “R”, la
maggior parte dei comuni italiani ha munito ogni famiglia
di 5 bidoni (indifferenziato,
organico, carta e cartone, vetro e lattine, plastica), nei
quali buttare gli elementi adeguati una volta usati.
Il problema riscontrato frequentemente è la poca attenzione mostrata nell’ intraprendere il progetto della raccolta
differenziata, a cui hanno aderito in molti; per esempio
molte persone o per non scomodarsi o per l’incertezza riscontrata sul come riciclare
un determinato elemento, per
non rischiare, buttano qualsiasi elemento nel bidone
dell’INDIFFERENZIATO. Alcuni statistiche ci mostrano
che a Massafra più del 60%
della popolazione, per vari
motivi, sbaglia nel fare la raccolta differenziata. Dopo questo esito negativo delle statistiche effettuate , l’assessore
all’ambiente stesso (e non
solo) ha lanciato il progetto “
DIFFERENZIAMOCI BENE! “
mostrando vari temi della raccolta differenziata partendo
proprio dalle scuole, perché,
dice l’assessore, è il luogo
più frequentato dai ragazzi ed
BENE
è fondamentale che essi sappiano fare una corretta raccolta differenziata.
Non sono stati pochi i dubbi
dei
ragazzi
,
quando
l’assessore ha illustrato una
dimostrazione pratica della
raccolta differenziata e non
sono state neanche poche le
nozioni apprese dai ragazzi
attraverso la presentazione
del PowerPoint , che è riuscito a catturare l’attenzione degli studenti e a ricevere domande di risposta non semplice a cui l’assessore è stato
in grado di rispondere.
Flavio Di Noia 1C
1.
RIDUZIONE
Produrre meno rifiuto COME?
Scegliendo prodotti costituiti da minor materiale di imballaggio, portando da casa la borsa della spesa,
servendosi di prodotti ricaricabili,
ecc
2. RIUTILIZZO
Utilizzare più volte una cosa prima di gettarla via COME?
Usando contenitori con vuoto a rendere, recuperando certi tipi di imballaggi, trovando nuovi usi, ecc.
3.
RICICLO
Trasformare nuovamente il materiale COME?
Selezionando i rifiuti, adottando la
raccolta differenziata, informandoci.
4. RECUPERO
Valorizzare il rifiuto come una
risorsa per ricavare energia
COME?
Bruciando il legno nel caminetto per
produrre calore, producendo oggetti
completamente diversi da quelli di
S C I E N Z A E T E CN O L OG I A
PAGINA 15
SCOPERTO NUOVO PIANETA SIMILE ALLA TERRA:
POTREBBE SCORRERVI ACQUA.
E’ stato proprio il telescopio Kepler, che
successivamente ha dato il nome al nuovo
pianeta, a scoprire un anno fa due corpi celesti sosia della Terra.
Sappiamo che esiste un pianeta roccioso di
dimensioni del tutto simili a quelle del nostro,
sul quale potrebbe scorrere acqua allo stato
liquido: una condizione fondamentale questa
per poter ospitare forme di vita. Questo pianeta si trova nel nostro stesso ‘angolo’ della Via
Lattea ed è chiamato Kepler-186f: è più grande del 10% rispetto alla Terra ed è il più esterno di cinque pianeti che ruotano intorno ad
una nana rossa (una stella più piccola e fredda del nostro Sole) distante 500 anni luce. Secondo i calcoli della Nasa, Kepler-186f completa la sua orbita in 130 giorni e la distanza
che lo separa dalla sua stella è pari a quella
che c’è tra il Sole e Mercurio: si trova dunque
nella cosiddetta ‘zona abitabile’, ossia nella
regione in cui riceve luce e calore tali da poter
mantenere acqua liquida sulla sua superficie.
Kepler 186f non è il primo pianeta ad essere
stato scoperto nella fascia che gli astronomi
chiamano “zona abitabile”, ma tutti avevano
dimensioni almeno del 40% superiori a quelle
terrestri e ciò rende difficile capire quali possano essere gli ambienti che li caratterizzano
in superficie. “La scoperta di Kepler 186f
è un passo in avanti davvero significativo
verso la ricerca di altri mondi simili alla
nostra Terra”, ha detto Paul Herts, direttore dell’Astrophysic Division della Nasa.
Al momento non è possibile dire quale
sia la massa e la composizione di Kepler
186f, anche se ricerche precedenti, tuttavia, suggeriscono che esso possa essere
roccioso, proprio come la Terra. “Al momento conosciamo un solo pianeta con la
vita, la nostra Terra, ma ogni volta che ne
troviamo uno nella fascia abitabile di
un’altra stella è un passo estremamente
significativo per trovarne un secondo”, ha
sottolineato Elisa Quintana, ricercatrice
per il SETI alla Nasa.
Gabriella Di Noia 1C
PAGINA 16
SCELTI PER VOI
libri
L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
L’ATLANTE DI SMERALDO
Nella difficile vita dello studente è estremamente complicato ritagliarsi del tempo per sfogliare le ingiallite pagine di
quel libro che i genitori ti hanno regalato
il giorno del tuo compleanno. Ci sono
così tante cose da fare che spesso ci
chiediamo se valga davvero la pena
sprofondare nella nostra confortevole
poltrona, mentre leggiamo quelle parole
nere sulla carta bianca. Inoltre, non è già
abbastanza leggere i numerosi tomi sui
quali ogni giorno ci vengono fatte tante
temute domande ? In effetti sì, è così.
Ma, ci capita altrettanto frequentemente
di leggere un libro che ci travolga nel suo universo, ci faccia desiderare di non
uscirne mai più e ci tenga ore incollati ad
esso per puro piacere ?
Ho provato questo insieme disordinato di
sensazioni una volta terminato il prologo
di un eccezionale libro intitolato “
L’Atlante di Smeraldo”. Il romanzo narra
le peripezie di un gruppo di giovani orfani, Kate, Emma e Michael, che si trovano catapultati nel mondo del passato, un
passato drammatico, un passato nel
quale una creatura malvagia commette
azioni terribili, un passato governato dalla magia. Incantesimi, nani, mostri terrificanti, stregoni e streghe sono all’ordine
del giorno a Cambridge Falls.
Ciò che è più sorprendente è come
l’autore, John Stephens, riesca a mescolare degli elementi così palesemente
surreali a tematiche concrete e significative: la magia convive con la normalità e
questo rende ancora più singolare
l’atmosfera, carica di tensione, che si
viene a creare.
Il ritmo è rapido e coinvolgente e le scene d’azione si alternano ad accuratissime descrizioni dell’ambiente e della psicologia dei personaggi, tutti ben caratterizzati e con personalità distinte.
Ogni singolo capitolo è collegato all’altro
e tiene il ll lettore con il fiato sospeso fino alla fine. Oltre a ciò, la trama, alquan-
to articolata per un semplice fantasy, presenta tre diversi filoni narrativi che si intrecciano e si slegano. Il passaggio da un filone
all’altro è segnato da tre poetici fiori che occupano lo spazio bianco della pagina. Con
questa semplice tecnica di “separazione”
l’autore riesce a narrare uno stesso evento
dal punto di vista di molteplici personaggi o
a proporre delle piacevoli digressioni tra un
fatto e l’altro.
Il linguaggio chiaro e limpido, i personaggi
interessanti, i valori e i temi presenti rendono questo uno dei libri migliori che abbia
mai avuto il piacere di leggere e
di…”vivere”.
Donato Mancini 2^A
SCELTI PER VOI film
PAGINA 17
LETTERA DA BERLINO
Nel 1940 Berlino ospita le armate di Hitler che hanno già
piegato quelle francesi e vorrebbero fare lo stesso con
quelle inglesi, esplicando sul
campo il concetto di guerralampo. Al fronte, però, si
muore anche se si è tedeschi.
E questa sorte tocca ad un
giovane soldato dagli occhi azzurri e dalla faccia d'angelo,
nel cuore di una battaglia tra
vari pericoli e colpi di pallottole. Due, tre colpi e il ragazzo è in terra, supino, sguardo al cielo, verso il sole che filtra
tra i rami e il fogliame fitto.
Comincia così Lettere da Berlino, regia di
Vincent Pérez, tratto dal romanzo di Hans
Fallada, “Ognuno muore solo”. Sin dalle prime battute, questo film ha un forte impatto e
delinea subito il suo carattere drammatico.
Basti pensare alla scena in cui una lettera
col bollo militare viene recapitata a casa dei
suoi genitori, Otto Quangel e sua moglie Anna, i quali, al solo vedere la postina o meglio
al solo bussare alla porta di casa, capiscono
che il loro unico figlio non c'è più. Otto e Anna, ormai inconsolabili, intraprendono una
resistenza silenziosa con carta, penna e
scrupolo. Munito di guanti per non lasciare
impronte, Otto redige cartoline antinaziste
che deposita in luoghi strategici con la speranza di risvegliare la coscienza tedesca e
porre fine alla follia hitleriana. Prudenti e metodici, Otto e Anna riparano dietro una vita
ordinaria e un condominio che rispecchia il
momento storico, affollato da ebrei, che temono la delazione, e da delatori, che non
vedono l’ora di denunciare gli ebrei. Le stagioni intanto scorrono, la guerra tuona e la
città è stremata dai bombardamenti e dal clima di diffidenza diffusa. L’unico ostacolo alla
loro personale vendetta è rappresentato
dall’ispettore Escherich, implacabile, ma meno disumano di quel che sembri, crudele per
necessità e lacerato dal dubbio. Egli è sulle
tracce di quella coppia inafferrabile attorno
alla quale via via il cerchio si stringe fino a
chiudersi inesorabilmente, preludendo al carcere e alla pena di
morte.
Filo conduttore e movente fisico e
psicologico di questa rivolta è il
dolore sconfinato che i genitori
del ragazzo provano e che si può
scorgere dai silenzi e dagli sguardi dei coniugi Quangel , che i due
attori protagonisti, Brendan Gleeson e Emma Thompson, interpretano con un fervore e una potenza espressiva davvero sbalorditivi, facendone un esemplare modello di
recitazione.
Alla micro-storia della famiglia Quangel fa
da sfondo il panorama storico-bellicopolitico con i suoi motivi classici, la sua
e-
stetica, il ruggito civile antinazista, il senso
della straordinaria forma di opposizione
attuata dalla coppia nel cuore del sistema
e nella sua città-simbolo. Il contesto storico-politico in cui è immersa la vicenda risulta essere un motivo trito e ritrito e rientra in una dimensione di normalità nella
rappresentazione di un’epoca e dei suoi
orrori. Per dargli, quindi, maggiore rilievo
bisognava
forse
puntare
di
più
sull’incisività e sulla forza visiva.
Insomma, un dramma dalle linee patetiche marcate, ma leggermente addolcito
dalla comprensione reciproca e dalla
complicità tra i due coniugi, che sembrano
quasi loro stessi assumere il ruolo di attori
nel tentativo di coprire il loro certosino lavoro.
Federica Moscariello 5^D
PAGINA 18
SCELTI PER VOI
mostre
L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
FUTURBALLA
Si è chiusa
la mostra dedicata
a Giacomo Balla, che ha dato la
possibilità di ammirare opere mai esposte prima in Italia. Organizzata
dalla Fondazione Ferrero, in collaborazione con la Soprintendenza e la
GAM di Torino, dopo i successi riscossi dalle esposizioni dedicate a
Carrà e Casorati, è stata presentata
al pubblico il 5 maggio 2016, giorno
in cui Mercurio è passato davanti al
Sole. L’artista osservò lo stesso fenomeno il 7 novembre 1914, pochi minuti dopo lo scoccare del mezzogiorno. Insieme ad artisti del calibro di
Filippo Tommaso Marinetti e Fortunato Depero, Giacomo Balla si rivelò tra
i protagonisti indiscussi del Futurismo
del primo Novecento. Attraverso le
100 opere esposte, la mostra ha analizzato e contestualizzato il percorso artistico del pittore che, sin da
bambino, si è sentito attratto dal plurale mondo dell’arte, ma anche da
quello della scienza. L’esposizione si
è articolata in sezioni tematiche: il realismo sociale e la tecnica divisionista, le compenetrazioni iridescenti e
gli studi sulla percezione della luce,
l’analisi del movimento e il futurismo.
Nelle opere che seguono il primo apprendistato torinese, lo sguardo penetra la realtà dolorosa e crudele delle classi ai bordi della società. Un
ampio numero di opere ha documentato questa fase – tra fine Ottocento e
primi anni del Novecento – durante la
quale, in parallelo a temi quali sofferenza e alienazione, l’artista sviluppa
una tecnica sensibile, le cui origini
affondano nel divisionismo piemonte-
se. La pennellata filamentosa, il forte contrasto
tra chiari e scuri, la scelta di tagli prospettici
audaci ed estremi rappresenterà per i contemporanei (futuri aderenti al Manifesto del Futurismo) un modello da seguire. La mostra ha evidenziato poi l’adesione alla poetica del Futurismo. Dal realismo dei primi dipinti si assiste al
passaggio ad uno stile dinamico con compenetrazioni di stampo cubista e larghi tasselli
cromatici e alla ricomposizione della nuova
realtà in movimento tramite le linee di forza.
Inoltre con un progressivo avvicinamento ai
segni matematici puri (verticale, diagonale,
spirale), il linguaggio di Balla scopre una maniera nel rappresentare il reale nei suoi parametri primari. E’ stato possibile ammirare capolavori difficilmente concessi in prestito come: il Polittico dei viventi, La mano del violinista, la Bambina che corre sul balcone, il Dinamismo di un cane al guinzaglio, il Volo di rondini, Un’Automobile in corsa.
Maria Stella Gisonna 5^D
SCELTI PER VOI
mostre
PAGINA 19
THE ART OF THE BRICK
Questa mostra realizzata interamente da Lego, dall’avvocato newyorkese Nathan Sawaya sta riscuotendo molto successo in tutto il mondo.
Le opere dell’intraprendente artista sono infatti un mix di pop art e surrealismo ma, in alcune occasioni, guardano anche alle suggestioni impressioniste e alle esperienze del divisionismo, senza
mai dimenticare l’aspetto ludico della sua scelta di vita.
Per Sawaya, l’ispirazione arriva da ogni cosa: può essere un frutto lasciato su un tavolo, un’opera
d’arte del passato, un pensiero affiorato all’inconscio. Da ogni ispirazione prende vita una sequenza di mattoncini che sembrano diventare tutt’altro che un gioco nelle mani sapienti del modellatore di Lego.
Sawaya fa parlare la plastica e, tra le sue mani, dei mattoncini relegati al passatempo dei più piccoli, diventano sapiente espressione di un ricco e personalissimo mondo interiore come nelle sezioni “Condizione umana” ed “Espressioni umane” dove, alla capacità di realizzazione manuale, si
unisce l’intimità dell’uomo e una sensibilità tutta personale.
Ad impressionare, inoltre, è la capacità dell’artista di realizzare, oltre alle opere tridimensionali,
dei pannelli bidimensionali che richiamano i dipinti, utilizzando i mattoncini. Tutta la galleria di ritratti utilizza questa tecnica ed è sorprendente come l’artista riesca a suggerire espressioni dettagliate, ricostruendo volti, sorrisi e sguardi. Se ci si pone ad una certa distanza dall’opera, i volti
“bucano” i mattoncini e creano la figura. Se ci si avvicina, invece, si possono contare i pezzi, spesso tantissimi, che sono serviti per creare l’opera.
Assolutamente innovativa questa mostra, di sicuro non banale. Per chi possa visitarla, imperdibile.
Peraltro è un modo eccellente per accostare l’arte ai bambini e il gioco agli adulti.
Pietro Schirano 1^C
PAGINA 20
MUSICA
L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
2016: UN ANNO DI DOLORE PER LA MUSICA MONDIALE
Da David Bowie e Prince a George Martin
e George Michael: ecco alcuni nomi di
grandi artisti che sono venuti a mancare
nel 2016.
1 Gennaio 2016. L’Italia intera è coinvolta
dicendo che si è spento serenamente, con
un sorriso appena accennato sul volto.
Passano poco più di quattro mesi e i grandi artisti ad averci lasciati sono già più di
una decina. Il 7 giugno un altro lutto colpisce l’universo della musica, con la perdita
di uno straordinario cantante, il cui nome
fa venire i brividi ancora oggi a coloro che
hanno avuto modo di apprezzarne la musica: Prince viene ritrovato senza vita, a
causa di un overdose di oppiacei o, più
specificatamente, antidolorifici molto potenti, dai quali era diventato dipendente.
nei festeggiamenti del Capodanno, quando inaspettata arriva la notizia: David Belardi, in arte Primo Brown, è venuto a
mancare. Un negativo presagio aleggia
sul mondo del rap.
Passa poco più di una settimana e
un’altra notizia sconvolge la storia della
musica mondiale: David Bowie lascia questo mondo, dopo diciotto lunghi mesi di
lotta contro il cancro. È la famiglia del
cantante stesso ad annunciarlo su Twitter,
È una tragedia per la musica mondiale e i
messaggi di condoglianze e di preghiere
da parte dei suoi colleghi sono innumerevoli. Ultimo di questa lista “nera” è il celeberrimo George Michael che viene stroncato da un infarto, ironia della sorte proprio il giorno di Natale, dopo esser diventato una leggenda per merito della famosa
canzone “Last Christmas”.
Questo è un piccolo resoconto di alcuni
dei nomi più importanti andati via in questo lungo anno appena trascorso. Ci auguriamo solo che il 2017 ci riservi sorprese
più gradevoli.
Saverio Marzullo 1 C
LUOGHI DA VISITARE
PAGINA 21
PARCO ARCHEOLOGICO DI SATURO-PORTO PERONE.
Adagiata su un promontorio tra le insenature
di Saturo e Porto Perone, Torre Saturo si
trova sul litorale orientale di Taranto.
Edificata nella seconda metà del XVI secolo,
come avamposto militare a difesa di villaggi e
campagne dalle incursioni piratesche, conserva un nucleo originario di forma troncopiramidale.
La conformazione attuale presenta una struttura fortemente alterata dalla presenza di un
corpo di fabbrica aggiunto sul tetto e di un
edificio a due piani addossato sul lato sudest, entrambi di epoca recente, rivestita con
conci di tufo. La frequentazione di questi luoghi, dalla Preistoria sino all’Età tardo - antica,
conserva ancora tracce di antiche archibugiere e caditoie. Riutilizzata per scopi bellici nel
corso del secondo conflitto mondiale, è
oggi inserita all’interno del Parco Archeologico di Saturo-Porto Perone.
Nel Parco è possibile visitare i Villaggi
dell’Età del Bronzo e del Ferro,
l’Acropoli con i resti del santuario greco, una splendida villa costiera romana
di epoca imperiale, con camere residenziali, pavimenti musivi originali ed
ambienti naturali. Inoltre, al suo interno
vi è l’ARKEOGIOCHI, il Parco Giochi
del Mondo Antico, con proposte ludicodidattiche per famiglie e scolaresche.
Marco Laghezza 1A
MUSICA
PAGINA 22
L A V O C E D E L L O ST U D E NT E
FOTO DEL MESE
Una scultura dell’artista spagnola
Alicia Martin
I libri fonte d’ispirazione quasi costante di molti suoi lavori, simboli
della cultura, della memoria e della comunicazione.
PAGINA 23
GIOCHI
IL GIOCO DELLE MONETE
Prendete tredici monete da un euro e disponetele una
a fianco all’altra in modo da formare un cerchio. Ora a
turno ciascuno dei due giocatori può togliere dal cerchio o una o due monete adiacenti. Vince chi per ultimo prende la moneta.
Sapreste trovare un modo che garantisca la vittoria
sempre al giocatore che inizia il gioco per secondo?
S O L U Z I O N E G I O CH I
PAGINA 24
Per ricordare il Prof. Francesco Panetti e’ stato indetto per i licei artistici il
Premio regionale Francesco Panetti per l'Arte Contemporanea
- seconda edizioneTitolo e tematica del Concorso è "Locus" nella sua accezione di luogo concettuale, spirituale, immaginario o più semplicemente naturale, nel quale ritrovare il segno di un passaggio. In senso ampio, il Locus è una parte dello spazio, idealmente o materialmente circoscritta che conserva la propria identità e vive negli occhi e
nella mente del viandante o del più semplice degli osservatori che lo abitano.
Il premio Panetti quest'anno volge il suo sguardo verso il Luogo , aprendosi davanti nuovi scenari contemporanei e sovvenzionerà l'esperienza artistica dei giovani allievi dei Licei Artistici della regione Puglia con un premio in denaro.
Gli alunni degli altri indirizzi potranno partecipare al Premio
con opere “fuori concorso” contattando la prof.ssa Mazzarone Mirella,
coordinatrice dell’iniziativa.
I.I.S.S “D.DE RUGGIERI”
Tel.: +390998854134
Fax: +390998801777
Siamo su Internet!
http://www.liceoderuggieri.gov.it/
Posta elettronica:
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numero
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SOLUZIONE GIOCHI
VITELLO TONNATO
Soluzione gioco delle monete
Spiegazione: Per poter vincere il secondo giocatore deve togliere lo
stesso numero di monete del primo giocatore (o una o due) ma nel
punto diametralmente opposto così da lasciare sempre vicine 5 monete. Il secondo giocatore deve mantenere sempre questa simmetria
nel togliere le monete.