suscitare l’interesse di altri paesi dell’Unione che hanno avanzato richiesta di partecipazione. Il CeMiSS, infine, dedica la grande maggioranza delle ricerche di ampia prospettiva ai temi cruciali analizzati dalle varie angolature di specifica competenza del Centro, quali le relazioni internazionali, la sociologia, la tecnologia e l’economia. I migliori sono pubblicati dal CeMiSS ed inviati anche alle Scuole di guerra e alle Accademie militari. In particolare, sono in programma una serie di studi condotti in collaborazione con i principali centri omologhi internazionali, di Londra, Parigi, Berlino, Washington, Mosca e, recentemente, Shanghai.” L’Esercito Italiano riceve l’Elicottero da combattimento A129 Secondo una dichiarazione della Compagnia, il Gruppo Augusta Spa della Finmeccanica con sede in Roma (Cascina Costa, Italia) ha consegnato all’Esercito Italiano il primo dei 15 elicotteri da combattimento A129 (CBT) lo scorso 25 ottobre. Questa consegna fa parte di un ordinativo originale di 60 dei vecchi elicotteri A129, di cui 45 sono già stati consegnati in passato. Secondo il rapporto del Gruppo Augusta, i restanti 15 elicotteri sono stati preparati con la nuova configurazione dei CBT, in base ad un contratto aggiuntivo sottoscritto nel 1999. il nuovo CBT A 129 presenta un pezzo in torre da 20 mm, missili aria-aria Stinger, nuove avioniche, nuove inclinazioni del telaio e rotore principale a cinque pale. Sempre secondo il rapporto, la configurazione del CBT è stata sviluppata sulla base delle esperienze acquisite dall’Esercito Italiano durante le recenti missioni U.N.. Alla fine del 2001 l’Esercito ha sottoscritto anche un ulteriore contratto con il Gruppo Augusta per riadattare alla configurazione CBT gli altri 45 elicotteri A129 già in servizio. Tutti gli A129 verranno assemblati e riconformati in Italia pressp le sedi di Verghiate del Gruppo Augusta, come da dichiarazione della Compagnia, che per altro non si è pronunciata sull’aspetto finanziario dei contratti. Oscar di Giamberardino L’ARTE DELLA GUERRA IN MARE Ed. Forum di Relazioni Internazionali Roma 2002, pp. 381 € 26,00 Ci sono libri che si leggono per diletto, con agile e facile lettura, ma altrettanto facilmente si dimenticano. Ve ne sono altri che si studiano in quanto rappresentano le basi strutturali di conoscenze patrimonio fondamentale della preparazione di un Ufficiale, con un approccio necessario di doverosa formazione con qualche o molta difficoltà e dei quali con gli anni si affievolisce il ricordo ma se ne conserva la consapevolezza del “caposaldo”. Pensiamo a quanta fatica abbiamo speso per imparare a memoria versi della Divina Commedia, ma chi è pronto a giurare sul contributo fondamentale che ha dato questo libro alla nostra cultura? E poi infine ci sono testi che danno vibrazioni al cuore perché impegnado ancorché l’intel- 63 letto passano per l’emozione che sempre si prova quando si sente vivida la testimonianza della storia animarsi dietro la spiegazione della strategia. La seconda affida le sue basi a schemi quasi dogmatici di conoscenze del professionista della guerra, ma se illustrati dal testimone storico coinvolgono l’anima di chi ama la storia, e queste testimonianze i quanto tali non si dimenticano mai, o meglio continuano a parlare ad insegnare anche se rilette in momenti epocali successivi. Pensiamo che il famoso testo del generale Sun TZU dopo millenni merita ancora più di qualche riflessione, anche se sorpassato nella realtà. Con questa premessa che può sembrare ovvia speriamo di dare un idea di quello che questo libro scritto da un ammiraglio della Regia Marina nel 1937, riesce ancora a farci provare giunto ormai alla sua terza edizione. Per esso valgono tutte le varie possibilità sopra illustrate; tranne per un aspetto. Pur facilmente capace di prendere il lettore con l’attrazione tipica del linguaggio semplice e diretto, non si dimentica, anzi ogni parola induce a riflessione. È tanto vero che da oltre sessanta anni ancora è oggetto di riedizioni, in quanto nota ne è la valenza, didattica e storica di sicuro successo presso i lettori, gli studiosi e gli studenti. Anche coloro che non sono dei professionisti della strategia marittima, possono trarre in qualche passaggio dei commenti interessanti di piacevole lettura perché espressi con passione da un uomo di grande profilo umano ed intellettuale come fu questo comandante che ha scritto un manuale che ha rappresentato un libro di riflessione e formazione per genarazioni di studiosi, di Ufficiali di Marina e delle altre Forze Armate e prosegue ad esserlo ancora oggi pur tradotto in Paesi come gli USA, la Cina, la Russia, la Spagna. Indubbio l’interesse che il lettore può trarre infatti dalle riflessioni etiche offerte dallo scrittore sul comportamento di chi ha la responsabilità di direzione politica e di comando militare, ammaestramenti immutabili ed irrinunciabili per chi si trovi quotidianamente ad affrontare il problema dei rapporti tra classe militare e classe politica o per chi stesso nell’esercizio del comando a qualsiasi livello abbia ad assumere compor- 64 tamenti etici morali. È un libro che assume lo ripetiamo anche la veste di un fondamentale trattato di strategia marittima che ha fatto scuola nel mondo intero ed infine è ancheun libro che rimane e sopravvive ai cambiamenti sociali, politici e militari strutturali così come rimane inaltarata la preziosità del contributo offerto dalla conoscenza dei fatti e della storia passata e che sono il fondamento di una Nazione la quale nel suo divenire non può prescinderne. Nella valorizzazione della lettura in chiave attuale ci aiutano due studiosi accreditati oggi oltre che negli istituti di formazione più prestigiosi delle Forze Armate anche nel panorama attuale della expertise storica e di strategia maritime, Giorgio Giorgerini con una presentazione che illustra il contributo dato dall’Ammiraglio di Giamberardino alla storia, alle scienze ed alla strategia con il suo vastissimo bagaglio culturale, e l’Ammiraglio Pier Paolo Ramoino docente presso l’ISM di Venezia, l’Accademia di Livorno e l’ISSMI di Roma che del libro è curatore e commentatore. Egli spiega quali sono gli aspetti salienti che si devono intravedere dietro “L’arte della guerra in mare”. Uno sguardo antesignano dell’Ammiraglio, che fu anche scrittore e poeta, sulla geoglobalità della strategia, una sorta di modernità del pensiero militare considerata l’epoca in cui ha scritto, anche formativa visto il suo intento (definito da Ramoino il punto di partenza del testo) di compilare un trattato di strategia marittima che fosse accessibile a tutti. In secondo luogo, evidenzia il curatore, la modernità dell’opera del ‘37 dell’Ammiraglio Di Giamberardino di un discorso sulla leadership, cioè quella che poi oggi per noi è nota come tale e che leggendo il libro lo scrittore disegna come la capacità di prendere decisioni o meno sulla offensiva nella guerra in mare, tenendo conto delle condizioni più disgraziate possibili (reazioni della flotta avversaria, rischi cui sono esposte le unità navali in zone minate o infestate di sommerginili) “Nulla è tanto da evitare come le lunghe disposizioni che non conducono a nulla, ...i concetti offensivi di sicuro rendimento sono chiari, diritti, semplici mentre gli arzigogolii contorti e complicati sono labirinti dove si perdono anche coloro che li hanno costruiti...”. Rita Silvaggio