LA ‘MATER CONSOLATIONIS’
DI
SOLVA
Dal libro delle cerimonie di Costantino Porfirogenito (912-959)
siamo informati che più icone mariane erano oggetto di venerazione nel santuario di Blacherne. Ognuna detta Blachernitissa. Ma una
sola era considerata tale per antonomasia.
Vi era la Deesis, la Kyriotissa e l’Odighitria. Ma l’icona Blachernitissa per antonomasia era nell’hagion Lousma: piscina che rac
coglieva l’acqua di una sorgente considerata miracolosa.
Si trattava di una scultura raffigurante la Vergine, in atteggiamento di Orante. Dalle sue mani (forate), un sapiente sistema
idraulico faceva zampillare l’acqua, che veniva adeguatamente raccolta.
L’immagine della Vergine orante con mani forate, era
considerata la Blachernitissa per antonomasia .
(Così come da noi, pur trovando
si più immagini della Madonna nel
santuario di Lourdes, una sola è considerata la Madonna di Lourdes per
antonomasia: quella apparsa a Bernardette Subirous …).
L’immagine della Vergine orante (con mani forate) era diffusissima in tutto l’impero romano d’Oriente.
Nel periodo dell’impero latino (1204-1261) un certo numero di
queste icone della Blachernitissa, an
che in scultura marmorea, vennero
portate in Occidente.
Se ne conoscono una decina - purtroppo è ignorata quella venerata a Solva - e la città di Venezia
ne conserva ben sette.
-N. B. L’immagine riprodotta
a fianco è la Blachernitissa che si tro
va nella basilica di s. Marco (Venezia), sopra la porta di s. Clemente.
anno 4 (2014) 5
La squilla di Solva
“… la Chiesa non teme i suoi nemici, ma l’ignoranza dei propri figli” (Pio XII)
Presentarsi a Dio
significa ricevere una croce:
la nostra vita.
Che va spesa per lui.
(Anonimo)
*
Maria, donna fedele alla legge,
si reca al Tempio e offre il suo primogenito al Signore.
Questa povera donna, che può
solo offrire due colombi come gli indigenti, in verità è più povera di tutte le
altre madri perché suo figlio è figlio di
Dio, perciò non le appartiene!
Maria inizia al Tempio un vero e proprio itinerario di distacco, che
avrà quale altra tappa fondamentale l’episodio di ritrovamento di Gesù al Tempio e ... culminerà sul Calvario.
Simeone annuncia a Maria che
missione di quel bimbo è d’essere segno
di contraddizione e lei dovrà attendersi
di vederlo disprezzato e screditato.
Maria camminerà accanto al
Figlio: fino al momento in cui la medesima spada trapasserà a Gesù la vita e a lei
il cuore.
*
“Esulta Maria”, le aveva detto l’an
gelo, ma quell’esortazione alla gioia è ter
minata in tristezza e preoccupazione!
Presentarsi a Dio significa ricevere una croce: la nostra vita. Che va
spesa per lui ...
*
Immagini da meditare
Cristo profetato
(100)
Di mons. Eugenio Pacelli, il futuro papa Pio XII (1876-1958), si sa che, invitato a qualche pranzo ufficiale, sapeva
far onore a ogni piatto e insieme rimanere
sobrio fino alla fine del pasto. Tanto che si
alzava poi agevolmente.
Non così certi monsignori, che pro
vavano una pesantezza ... non certo frutto
della virtù della pazienza.
La poesia e la novellistica hanno
consegnato alla tradizione l’immagine del
monaco avido e ghiottone, dell’abate pingue e tondo, che entra nel chiostro ruminando nella mente e nella bocca non già i
salmi, ma le salse della cena.
avidi di bere alla fonte di Carod, e perciò
Gedeone non li volle con sé nella guerra
contro i medianiti (cf Gdc 7,4-7).
Invece nel terzo girone dell’infer
no, i golosi si trascinano nel fango: la terra che esala fetore è contrappasso dell’ol
fatto, giacché i golosi pure dell’annusare
profumi deliziosi provarono in vita il godimento che devono scontare nell’aldilà.
Essi stanno sotto una perenne gran
dinata: “Piova / eterna, maledetta, fredda
e greve” (Inf. 6,7-8). Tutto è squallore, tut
to è poltiglia informe in cui si sguazza.
Ne La Divina Commedia, Dante
Alighieri incontra golosi sia in Purgatorio
sia nell’Inferno.
I golosi nel Purgatorio (laici e chie
rici, nobili e borghesi …) hanno membra
smunte e occhi scavati. La loro pena è il
digiuno (la dieta), che spreme e consuma
le loro sembianze, al punto da renderli simili a scheletri. Ma per loro c’è possibilità
di riscatto: “Tutta esta gente che piangendo canta, / per seguitar la gola oltra misura, / in fame e in sete qui si rifà santa” (Purgatorio 23,64-66).
C’è addirittura papa Martino IV
(1210-1285) di cui si raccontava che facesse cuocere nella vernaccia le famose anguille pescate nel lago di Bolsena, che acquistavano così un sapore delizioso.
Dante vi incontra pure i Centau
ri, figli di Issione e di una nuvola, che
combatterono contro Teseo, satolli di cibo
e di vino e pertanto … sconfitti.
E anche gli ebrei che si mostrano
La profezia di Daniele recitava:
“Dopo sessantadue settimane, /un consacra
to sarà soppresso senza colpa in lui”.
La morte di Cristo segnò quindi
la fine del valore espiatorio dei sacrifici di
animali offerti al Tempio.
Annunciando altresì che: “Egli strin
gerà una solida alleanza con molti per una
settimana e, nello spazio di metà settimana,
farà cessare il sacrificio e l’offerta” (Dan 9
26-27).
Paolo apostolo scrive ai cristiani
della comunità di Roma: “Il termine (= la
fine) della Legge è Cristo, perché la giustizia sia data a chiunque crede” (Rm 10,4).
Chi è mai questo Egli? Chi sono i
molti?
Egli è, senza dubbio, il consacrato,
il Messia. Mentre i molti - per i quali stringerà una solida alleanza per una settimana, e nello spazio di metà settimana farà
cessare il sacrificio e l’offerta - sono i molti
del popolo d’Israele.
A ben considerare, alla metà dell’ultima settimana (di anni), cioè dopo tre
anni e mezzo dal sua unzione come Messia,
Gesù viene ucciso.
I golosi vengono graffiati da Cer
bero, mostruoso cane a tre teste, immagine
della bestialità, che invade chi si abbandona agli eccessi nel cibo e nel bere.
Il contrapasso sta nell’essere sferzati, annegati e macerati nell’acqua, loro
che hanno ceduto all’ebbrezza, con tutte le
conseguenze.
Cerbero, che scortica e trangugia
brandelli del corpo dei dannati (uno per
volta) è un essere cui basta gettare del cibo perché si calmi: “si racqueta poi che ‘l
pasto morde” (Inf 6,29).
f.f.
(seguirà)
(12)
Vale la pena ricordare che il Vangelo di Giovanni dice che il ministero di
Gesù durò per un periodo che incluse tre
Pasque (cf Gv 2,13; 6,4 e 11,55).
Orbene, se il battesimo di Gesù avvenne nell’agosto del 29 e Gesù morì nel
33, circa tre anni e mezzo erano passati .
Gli evangelisti sono concordi nell’affermare che la morte di Gesù è avvenuta
per adempiere ciò che era scritto nella Legge e nei Profeti (cf ad es. Mt 5,17).
I sacrifici che, sotto la legge mosaica, facevano parte integrante della pre
ghiera di adorazione degli Israeliti, erano
prefigurazione del sacrificio di Cristo, l’agnello di Dio che toglie il peccato dal mondo.
E ai cristiani della comunità di
Colosse scrive: “Dio perdonandoci tutte le
colpe e annullando il documento scritto
contro di noi che con le prescrizioni, ci era
contrario: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce” (Col 2,13-14).
Quindi, alla morte di Cristo, tutti
i precetti della legge mosaica venivano a
essere aboliti.
Come ricorda lo stesso apostolo
ai cristiani della comunità della Galazia:
“Ma prima che venisse la fede, noi eravamo custoditi rinchiusi sotto la Legge, in at
tesa della fede che doveva essere rivelata.
Così’ la Legge è stata per noi un pedagogo, fino a Cristo, perché fossimo giustificati per la fede. Sopraggiunta la fede, non
siamo più sotto un pedagogo” (Gal 3, 2325).