la biodiversità degli ortotteri negli ecosistemi forestali del trentino la

RICERCA/BIODIVERSITÀ
Oggetto di un progetto di ricerca finanziato dal fondo unico della Provincia di Trento
TERRA TRENTINA
LA BIODIVERSITÀ DEGLI
ORTOTTERI NEGLI
ECOSISTEMI FORESTALI
DEL TRENTINO
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Per diversità biologica o biodiversità si intende la variabilità
degli organismi viventi, presenti negli ecosistemi terrestri ed
acquatici. La diversità biologica, nella sua varietà di componenti, rappresenta una delle
più importanti risorse da tutelare e un patrimonio dell’umanità. Attualmente la biodiversità
faunistica e floristica in provincia di Trento è oggetto di numerosi studi che rientrano nell’ambito del Quinto Programma
dell’EU, come ad esempio il
progetto Bioitaly che conta oltre 157 siti di rilevante importanza comunitaria. Tuttavia,
allo stato attuale delle nostre
conoscenze, lo studio dell’Ortotterofauna del Trentino e della sua valenza ecologica presenta ancora numerose problematiche da risolvere. In questo quadro si inserisce il progetto DIVORTO (Studio delle
comunità di Ortotteri in ecosistemi forestali del Trentino in
relazione alle diverse modificazioni ambientali) finanziato
dal Fondo Unico della Provincia, portato avanti dall’Unità
Operativa Foreste dell’Istituto
Agrario di S.Michele all’Adige
e che ha concluso da poco il
suo primo anno di attività. Nel
corso di questo primo anno di
attività del progetto DIVORTO
sono state campionate 25 diverse stazioni di rilevamento di-
La variazione
della biodiversità
degli ORTOTTERI,
con la conseguente
scomparsa di alcune
specie e la comparsa
di altre, è un indice
di modificazione
ambientale e
della scomparsa
di particolari e
caratteristici ambienti
naturali che
dovrebbero essere
meglio tutelati
Agabiti Barbara
Cristina Salvadori
Istituto agrario S. Michele all’Adige
stinte tra loro per quota, versante e tipo di ambiente. Particolare attenzione è stata riservata agli ambienti silvicoli.
Gli Ortotteri sono Insetti di
medie e grandi dimensioni,
dotati di una notevole valenza
ecologica ed un’ampia distribuzione geografica, essendo presenti dalle fasce equatoriali a
quelle artiche. Le specie note
di Ortotteri sono oltre 20.000,
concentrate per lo più nelle
zone tropicali e sub-tropicali.
Il corpo di un Ortottero (come
in tutti gli insetti) consta di tre
parti, capo torace ed addome,
ed è dotato di tre paia di zampe e due paia di ali.
Meglio conosciuti con il nome
di cavallette, grilli e locuste gli
Ortotteri sono facilmente riconoscibili dal particolare sviluppo delle zampe posteriori idonee al salto e dalle ali, di cui
quelle anteriori sono dette
tegmina per la loro consistenza coriacea. La colorazione del
corpo è estremamente variabile, andando dal verde intenso
di Tettigonia viridissima (Fig. 1)
al bruno scuro di Gryllus
campestris, e dipende fondamentalmente dalle condizioni
di umidità e temperatura in cui
gli individui vivono. Gli
Ortotteri sono quasi tutti a regime fitofago, ma non mancano gruppi spiccatamente carnivori predatori ed onnivori.
Il comune Grillo dei campi
(Gryllus campestris) è sicuramente, tra gli Ortotteri, quello
a noi più familiare: infatti si può
udire il suo canto durante le
calde sere d’estate essendo un
insetto con abitudini prevalentemente notturne. Le locuste
sono altrettanto note, soprattutto per la capacità di aggregarsi
in folti sciami che possiedono
una notevole energia devastatrice specialmente sulle coltivazioni. Le locuste sono indub-
biamente meno comuni dei
grilli di campo essendo originarie del Nord Africa; tuttavia
sono state ben documentate in
letteratura numerose invasioni
di questo vorace insetto anche
nel Trentino.
Nel 1866 il ricercatore trentino
Ruggero Cobelli, noto naturalista ed entomologo dell’epoca, dopo aver condotto una
serie di campagne di raccolta
in tutto il territorio della provincia, individuò 77 specie di
Ortotteri; oggi il numero è salito a 102 anche se purtroppo
alcune delle specie rinvenute
da Cobelli, che sul finire del
secolo scorso erano particolarmente abbondanti, non sono
state più ritrovate. Alle 77 specie della lista di Cobelli si sono
aggiunte nuove specie migrate in Trentino soprattutto dai
territori balcanici e dalle regioni appenniniche, mentre molte delle specie tipiche di alta
quota, che si trovano tra i 1900
e i 2700m, sono oggi diventate
rare o comunque meno abbondanti; analogalmente sono
scomparse le specie tipiche
degli ambienti fluviali e delle
zone di palude, ormai quasi del
tutto inesistenti nel Trentino.
Questi particolari ambienti in-
BIBLIOGRAFIA
Autori vari, 1994: Lista rossa delle
specie minacciate in Alto Adige.
Provincia Autonoma di Bolzano,
Ripartizione tutela del paesaggio
e della natura, pp. 322-328.
Cobelli Ruggero, 1886: Gli
Ortotteri genuini del Trentino.
Museo Civico di Rovereto vol.
X, pp.5-101.
Cobelli Ruggero, 1906: Appendice agli Ortotteri genuini del
Trentino. Museo Civico di
Rovereto vol. XLIII, pp. 5-26.
Fontana Paolo, Buzzetti Filippo
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Veneto. Bollettino della Società
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XXX, n.7-8, 1950 pp.57-64.
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ecologico-sistematico sugli
Ortotteroidei di un’alta valle alpina (Val di Genova-Trentino).
Pubblicazione n. 65 del Centro
di Studi Alpini del Consiglio Nazionale delle Ricerche, annata
XXXI, 1954, fsc. I-II, pp.61-101.
Graber V., 1867: Die Orthopteren
Tirols. K. K. zool. Bot. Gesellschaft in Wien XVII. Bd. 1867, pp.
1-30.
TERRA TRENTINA
Fig. 1 Tettigonia viridissima, maschio (foto Agabiti Barbara)
fatti, sono particolarmente sensibili alle modificazioni ambientali e climatiche e risentono in maniera profonda delle
attività dell’uomo.
Ad esempio, la Locusta delle
torbiere (Stethophyma grossum), una piccola cavalletta dai
vivaci colori verde e giallo, tipica delle zone fortemente
umide, oggi è una delle specie
di Ortotteri più minacciate, così
come estremamente raro è diventato lo Sphingonotus caerulans, facilmente riconoscibile
per la caratteristica colorazione azzurra delle ali, che trova
nelle rive dei fiumi il suo habitat principale.
Se da un lato le specie tipiche
di ambienti umidi o freddi vanno diminuendo, dall’altro invece vanno aumentando quelle
tipiche di ambienti più aridi e
secchi, come l’Oedipoda caerulescens (Fig.2), specie che si
adatta molto bene ai terreni aridi, sassosi e ben assolati.
La variazione della biodiversità
degli Ortotteri con la conseguente scoparsa di alcune specie e la comparsa di altre, è un
indice della significatività delle modificazioni ambientali e
della scomparsa di particolari
e caratteristici ambienti naturali
che dovrebbero essere meglio
tutelati.
Fig. 2 Oedipoda caerulescens, maschio e femmina (foto Alberto Conter)
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