GENTE VENETA | Lettere
Martedi, 8 Aprile 2008
IL batessimo di Magdi Allam: a stonare sono le
telecamere
Caro don Sandro, non ho letto tutte le pagine di informazione e di polemica che sono comparse
sui giornali quotidiani di questi giorni, però mi sono fatto un?idea sulla conversione e sul
battesimo di Magdi Allam la notte di Pasqua in Vaticano e ad opera del Papa. Io dichiaro la mia
gioia nel vedere una persona così intelligente e coraggiosa che prende il battesimo, è notizia
che mi riempie di stupore e di felicità e credo che la sua conversione sia esempio di un percorso
certo meditato, forse sofferto, prima di realizzarlo compiutamente. Dichiaro altresì la mia
perplessità nel portare il suo battesimo in primissimo piano grazie al fatto che è stato impartito
dal Papa in persona davanti alle telecamere di mezzo mondo. Sono le telecamere che non
approvo , che mi lasciano a disagio; sono il battage massmediale, lo stile che caratterizza ogni
cosa, ogni avvenimento oggi, non certo la conversione di Allam per mano del Papa. La
conversione è un avvenimento che porta luce nuova anche in me, ma non credo che essa
debba essere frutto di un?azione catechistica condotta con ansia e con puntiglio battagliero,
senza invece avere la capacità di portarla alla luce con gioia che è essenza del messaggio di
Cristo. E? la testimonianza del cristiano che è efficace guida alla conversione del lontano. Mi
interessa comunque riflettere se sia opportuno o meno pubblicizzare in maniera così
appariscente il battesimo di Allam e se a causa di questo ci sia il rischio di avere dei
contraccolpi nei riguardi del dialogo interreligioso, che in ogni caso sarà lungo e assai difficile;
un atteggiamento di prudenza lo mise in atto il Papa stesso quando affermò che nel suo
discorso di Ratisbona non c?era condanna dei musulmani, ma solo il giudizio e la constatazione
di un uomo del passato. Forse anche oggi si dovrebbe essere altrettanto prudenti, perché di
fronte a posizioni di gretto fondamentalismo musulmano e di atteggiamento irrispettoso e
violento verso i convertiti definiti apostati, si potrebbero temere reazioni inconsulte non tanto
verso Allam, che di condanne a morte ne ha già accumulate parecchie, ma verso il cristiano
comune che vive nei Paesi arabi e di religione musulmana, dove la garanzia della sua sicurezza
è assai fragile; le bombe assassine fatte scoppiare ormai con triste abitudine ogni giorno tra la
folla possono far temere altre follie simili motivate dall?errato senso della legge del Corano e i
kamikaze, credo, potrebbero portare dovunque il loro imbecille fanatismo. Ormai ci si offende
per cose da nulla; immaginiamoci di fronte a fatti così rilevanti. Anche se, in realtà, lo stesso
Magdi Allam potrebbe osservare che gli atti violenti degli integralisti non sono una risposta a un
fatto particolare, ma un loro metodo di vita e di comunicazione. La conversione del noto
giornalista, comunque, mi induce a un?altra riflessione, a cui sopra ho accennato: godo per
essa, ma porta alla luce in me una contraddizione: io stesso spesso non sarei in grado di
convertire nessuno, neanche il vicino di casa non credente che troppo spesso mi vede essere
intristito e privo di serenità. Se io dovessi chiedere a parole a questi vicini: convertitevi perché il
cristianesimo è la religione della liberazione, della gioia e dell?amore e poi invece li trattassi con
distacco e restassi indifferente alle loro richieste di forme di attenzione e di amore che mi
potrebbero costare energie, tempo e anche denaro, mi sentirei ipocrita e falso. Penso che prima
dovrei convertire me stesso e agire e essere nella vita quotidiana sereno, ripieno della gioia
cristiana e semplice come un bambino. Michele Serra
La risposta della redazione :
I contraccolpi della battage mediatico sul battesimo di Magdi Allam sono sttai avvertiti anche
dalla Santa Sede, se il direttore della sala Stampa vaticana, padre Lombardi, è dovuto
intervenire chiarendo che il battesimo del giornalista è stato solo un avvenimento di carattere
religioso e che accogliere un nuovo cristiano non significa necessariamente condividere in tutto
e per tutto le sue idee. (S.V.)
La redazione di GV
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