Le attività di base essenziali per ogni tipologia di

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I CONFERENZA DELLA REGIONE LAZIO SULLA
SALUTE MENTALE. 3° sessione
IL GOVERNO CLINICO IN SALUTE MENTALE
Le attività di base essenziali per
ogni tipologia di struttura e
l’apporto delle diverse
professionalità nel lavoro di equipe
Maria Teresa Daniele, Eduardo Ferri, Alfonso Della Porta, Giovanna
Scalia, Giulia Bertozzi
La salute mentale si colloca nell’area dei bisogni socio-sanitari
(D.Lgs 229 del 1999; DPCM 14/02/2001; P.O.N. 1998-2000; P.O.R. 1999-2001;
DGR .149 del 6.03.2007)
Le prestazioni erogate rientrano tra le prestazioni socio-sanitarie
ad elevata integrazione sanitaria
Il Servizio Sanitario Conseguente è responsabile (titolarità,
investimento di risorse, garanzia di esigibilità dei diritti) nella fase
di acuzie, sub-acuzie, e soprattutto nella fase di cronicità e
disabilità, nel garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)
Livelli Essenziali di Assistenza
•Assistenza territoriale ambulatoriale e domiciliare
•Assistenza territoriale semiresidenziale e
residenziale
•Assistenza ospedaliera
•Integrazione Socio-Sanitaria
AREA ASSISTENZA TERRITORIALE AMBULATORIALE
E DOMICILIARE CSM
Criticità
• Radicamento nel territorio (scarsa conoscenza dei Servizi, difficoltà di accesso
•
•
•
•
per l’utenza, accesso ritardato dei pazienti gravi)
Carenze di personale (non rispetto della quota un operatore ogni 1500 abitanti)
Insufficiente capacità di riflessione sui percorsi di cura (al fine di migliorare
la governance) in relazione all’utilizzazione di un sistema di rilevazione dati non
funzionale alla articolazione della domanda e alla multidimensionalità delle risposte
Parcellizzazione dei fondi (con difficoltà di avere budget specifici, solleciti e
disponibili alla complessità della domanda)
Carenza di formazione degli operatori rispetto a patologie correlate alle aree di
confine
• Difficoltà nella presa in carico dei pazienti non consenzienti e non
collaboranti
• Carenza di interventi a valenza informativa e psicoeducativa (con
particolare attenzione alle famiglie)
• Gestione rapporti con altre istituzioni (problematiche legislative,
penitenziarie) e con i servizi delle aree di confine e il Distretto in una
prospettiva di garantire continuità di cure ed assistenza anche in questi settori
AREA ASSISTENZA TERRITORIALE
AMBULATORIALE E DOMICILIARE CSM
Priorità
• Centralità del rapporto individuo-contesto
• Sviluppo del ruolo delle Consulte per la Salute Mentale
• Erogazione di risposte articolate
• Garanzia della continuità assistenziale con particolare
attenzione alle emergenze territoriali
• Risposta ai bisogni della persona in termini orizzontali e non
verticali (non un processo trasformativo fatto di tappe progressive, ma
garantire l’utilizzo di risorse in funzione della reale concreta articolazione della
domanda COSA VUOL DIRE ESATTAMENTE?)
• Costruzione di processi integrati con gli Enti locali
(favorendo
una reale co-titolarità organizzativa e operativa tra CSM e Agenzie Sociali
Territoriali)
AREA ASSISTENZA TERRITORIALE
AMBULATORIALE E DOMICILIARE
CSM
Obiettivi
• Promozione di uno stile di lavoro che superi il concetto di
prestazione e favorisca processi di co-costruzione
progettuale nel rispetto degli specifici apporti professionali
• Promuovere percorsi di cura differenziati e personalizzati
partecipati con gli utenti, le famiglie e gli altri partner
coinvolti
• Promuovere negli operatori una modalità di scambio e
confronto con la finalità di sviluppare una matrice unitaria
di lavoro da ricollocare come specifica cultura di contatto con
la sofferenza mentale nel territorio
• Promozione e realizzazione di un’integrazione sempre più
cogente con gli enti locali, servizi di aree di confine,
cittadinanza
Attività di base essenziali CSM
• 1. Accoglienza in accesso diretto
• 2. Triage e valutazione
psicodiagnostica multidimensionale
• 3. Visite specialistiche psichiatriche e
psicologico-cliniche
Percorso integrato di presa in cura e di continuità assistenziale
per i disturbi e/o le situazioni gravi:
• interventi precoci per gli esordi psicotici e le situazioni a rischio
• equipe multiprofessionale e case manager
• trattamenti psicoterapeutici, farmacologici, infermieristici,
•
•
•
•
•
•
•
•
assistenziali, educativo-riabilitativi, sociali e di rete
interventi a domicilio
trattamenti territoriali intensivi, specialmente nelle situazioni di
basso livello di consenso alle cure
interventi in situazioni di emergenza-urgenza
interventi di prossimità, ascolto, supporto e accompagnamento per i
familiari e i care giver
programmi di prevenzione dei rischi di restrizione giudiziaria e di
continuità di assistenza in caso di restrizione
interventi di tutela e di inclusione sociale e di sussidiarietà da parte
di reti formali e informali di partecipazione
interventi di promozione dell’associazionismo di utenti e di familiari
gruppi psicoeducativi multifamiliari e di auto-mutuo-aiuto
Percorso assistenziale, anche a lungo termine, di riabilitazione e
restituzione sociale per le situazioni di disabilità psichiatrica
stabilizzata:
• trattamenti specialistici di cura
• rete di assistenza domiciliare programmata, integrata nei Piani di Zona con il
•
sistema delle cure primarie e con la rete dei servizi sociali
collaborazione con le strutture sociosanitarie e socio-assistenziali presenti nel
territorio per la progressiva uscita dal circuito dell’assistenza psichiatrica
Percorso di trattamenti specialistici di cura per gli episodi non gravi di
disagi/disturbi singoli o ripetuti, in collaborazione con i MMG:
• trattamenti psicoterapeutici, farmacologici, infermieristici, sociali e di rete
• programmi di collaborazione con il sistema delle cure primarie
Percorso di consulenze, collegamento e gestione coordinata delle
situazioni di confine:
•
•
•
•
salute mentale in età evolutiva e adolescenza
disabilità complesse
demenze
dipendenze patologiche
AREA ASSISTENZA TERRITORIALE AMBULATORIALE E DOMICILIARE
AREA ASSISTENZA OSPEDALIERA SPDC
Priorità
•Integrare la presa in carico globale dell’utente e il rapporto individuale nel corso del ricovero
•Mantenere ed incrementare un’area di ricovero stabile e disponibile
•Sostenere la formazione degli operatori
•Integrare il SPDC nel tessuto territoriale
•Favorire il consenso alle cure
Criticità
•Domanda di ricovero elevata, aspecifica ed inappropriata
•Ambiguità e carenze del dettato legislativo nelle aree relative ai trattamenti degli utenti non
collaboranti e non consenzienti
•Conflittualità e carenza di definizione dei rapporti con le altre Agenzie dell’Emergenza – Urgenza
sanitaria e socio-sanitaria
•Rischio custodialistico e burn–out operatori
Obiettivi
•Favorire una flessibilità di rapporto e contatto tra il personale SPDC e la multidimensionalità dell’area dei
bisogni dell’utente (riconoscimento dello spazio terapeutico psicologico e sociale in continuità con la rete
territoriale dei servizi)
•Promuovere processi formativi per gli operatori e protocolli di intervento e collaborazione per l’incremento
dell’area di consenso alle cure e di sostegno psicoeducativo agli utenti ed ai familiari
•Definire linee guida e protocolli per le aree di interfaccia del SPDC sia di tipo ospedaliero (collaborazione su
patologie specifiche, servizi di consultazione, etc.) che territoriale (agenzie sociali, di ordine pubblico, etc.)
sia per le condizioni di emergenza-urgenza che per le aree di confine sanitario e socio–sanitario.
AREA ASSISTENZA TERRITORIALE
SEMIRESIDENZIALE E RESIDENZIALE
• La Regione Lazio con DGR 424 del 14 luglio 2006 ha
affrontato il tema dei requisiti minimi delle strutture
sanitarie preposte all'assistenza ai pazienti con disturbi
psichici
• La Commissione Nazionale per la definizione e
l'aggiornamento di Livelli Essenziali di Assistenza ha
definito per prestazione residenziale e semiresidenziale il
complesso di interventi, procedure e attività sanitarie e
socio-sanitarie erogate a soggetti non autosufficienti a
domicilio all'interno di idonei nuclei accreditati per la
specifica funzione. La prestazione non si configura come
un singolo atto assistenziale, ma come il complesso di
prestazioni di carattere sanitario, tutelare, assistenziale e
alberghiero erogate nell'arco delle 24 ore
AREA ASSISTENZA TERRITORIALE
SEMIRESIDENZIALE E RESIDENZIALE CENTRO DIURNO
Il Centro Diurno e' una struttura semiresidenziale con funzioni terapeutico riabilitative, collocata nel contesto
territoriale. E' aperto almeno otto ore al giorno per sei giorni a settimana. E' dotato di una propria équipe,
eventualmente integrata da operatori di cooperative sociali e organizzazioni di volontariato. Dispone di locali
idonei adeguatamente attrezzati. Nell'ambito di progetti terapeutico riabilitativi personalizzati, consente di
sperimentare e apprendere abilità nella cura di sé, nelle attività della vita quotidiana e nelle relazioni
interpersonali individuali e di gruppo, anche ai fini dell'inserimento lavorativo. (P.O. salute mentale 19982000)
Attività essenziali del Centro Diurno
•Accoglienza e Holding
•Attività gruppali interne ed esterne: sportive,culturali, ludico-ricreative, formative di base, espressive
•Supporto psicologico alle famiglie, coinvolgimento e partecipazione attiva nei processi di cura
•Monitoraggio attività e valutazione esiti degli interventi
•Cura dei rapporti col territorio
•Informazione e formazione sui diritti di cittadinanza
•Conoscenza ed utilizzo delle risorse comunitarie
•Favorire la nascita ed il funzionamento di associazioni tra gli utenti ed i familiari che possano attrarre
cittadini attivi e sensibili del territorio
Obiettivi
•Utilizzare le hidden resources del territorio per promuovere l’Empowerment del paziente, dei familiari,
del servizio, attraverso processi di sviluppo della comunità (Community development)
•Promuovere processi di flessibilità nell’organizzazione del lavoro più rispondente ai bisogni del paziente e
delle famiglie
•Sviluppare il livello motivazionale dell’équipe
AREA ASSISTENZA TERRITORIALE
SEMIRESIDENZIALE E RESIDENZIALE
STRUTTURE SEMIRESIDENZIALI E RESIDENZIALI
Criticità
Strumenti di lettura e di intervento della realtà locale insufficienti rispetto
alla complessità della domanda ??? Housing?
Obiettivi
•Attivazione di percorsi di ricerca-azione e analisi delle caratteristiche di un
territorio (si pianifica e si progetta conoscendo la realtà che si ha davanti)
•Sviluppo di governance e di partecipazione degli attori locali (“ le politiche
di promozione del benessere” si costruiscono valorizzando gli attori e le
risorse locali)
•Valorizzare i processi di pianificazione strategica e di progettazione
partecipata, una politica pubblica presuppone un investimento sul mediolungo periodo e una capacità di progettare insieme a tutti gli attori che
concorrono a definirla e ad agirla
•Costruire politiche, progetti e azioni sociali; comunicare con la cittadinanza,
nelle reti tra istituzione e attori no profit; informare i destinatari, i cittadini
delle azioni
•Valorizzazione dei processi di monitoraggio e valutazione per orientare
risposte più articolate alle diverse domande sociali
AREA INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA
Priorità
• PAL – Piano Attuativo Locale a livello aziendale
• PAT – Programma delle attività territoriali a livello distrettuale (d.Lgs 229/99)
• Il PAT è il Piano di salute distrettuale che, in base al principio
dell’intersettorialità degli interventi identifica i bisogni prioritari e gli interventi
di natura sanitaria e socio sanitaria
• Il processo programmatorio che ha come riferimento il territorio è unitario ed
è necessario quindi che il PAT e il Piano di Zona siano gestiti all’interno di
un’unica strategia che renda compatibili le rispettive scelte previste
Criticità
• Mancanza di un fondo dedicato al DSM per l’integrazione sociosanitaria,
attualmente non previsto
• Mancanza di uniformità nell’applicazione delle normative vigenti
• Difficoltà nelle relazioni e di progettualità in rete tra istituzioni
Obiettivi
• Rilancio e promozione dei processi integrativi ai diversi livelli: istituzionale,
gestionale, professionale operativo, comunitario
APPORTO DELLE DIVERSE PROFESSIONALITÀ NEL
LAVORO DI ÉQUIPE
Priorità
Il lavoro in equipe rappresenta l’aspetto operativo della psichiatria e negli ultimi anni si è
espresso maggiormente attraverso la capacità interdisciplinare della riabilitazione che ha
contribuito ad una nuova organizzazione dei Servizi Psichiatrici e degli interventi terapeutici
su pazienti con problemi di salute mentale soprattutto cronici e gravi.
La specificità del servizio impone: “uno scambio di risorse tra operatore , equipe, struttura e persona
bisognosa di aiuto. Le risorse che possono permettere uno scambio positivo e terapeutico sona la qualità
umana e professionale dell’operatore, il sapere multidisciplinare dell’equipe e inoltre la capacità del
Servizio di sapere individuare e valorizzare le risorse di comprensione, solidarietà e sostegno dei cittadini
e delle strutture sociali presenti nel territorio” (Giovanni De Plato).
Criticità
• Mancanza di percorsi diagnostico-terapeutici condivisi
• Frammentarietà degli interventi
• Persistenza del lavoro per prestazione più che per progetti
• Carenza di strumenti e competenze valutative negli operatori
Obiettivi
• Organizzazione tesa allo sviluppo di équipes funzionali che non coincidono più
con il gruppo degli operatori di una struttura, ma che si costituiscono in funzione
di percorsi diagnostico-terapeutici, riabilitativi, socio-lavorativi, assistenziali e di
attività specifiche
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