STUDI STORICI STUDI STORICI DELL’ORDINE DEI SERVI DI MARIA DELL’ORDINE DEI SERVI DI MARIA 2014-2015 TOMO II I SERVI DI MARIA TRA GIURISDIZIONALISMO E RIVOLUZIONI (1623-1848) Atti del Convegno - Roma, 4-6 ottobre 2012 TOMO II Volume 64- 65 2014- 2015 STUDI STORICI GURRERI, Clizia, L’amico committente: Melchiorre Zoppio, Francesco Albani e il Noli me tangere nella basilica di S. Maria dei Servi di Bologna DELL’ORDINE DEI SERVI DI MARIA DOCUMENTAZIONE A CURA DELL’ISTITUTO STORICO OSM ISSN 0039 - 3045 pag. 527 PETROLINI, Chiara, Due documenti su Fulgenzio Micanzio conservati all’archivio dell’ex Sant’Uffizio pag. 547 GOMES, Charles Fernando M., OSM, Maria Arcangela Biondini e il suo progetto di riforma dell’Ordine pag. 595 PACCHIN, Lino M., OSM, Il ritorno dei Servi a Padova pag. 645 CATTAROSSI, Emanuele M, dal 1950 ad oggi” pag. 652 CATTAROSSI, Emanuele M, OSM, Sheffield: rilievi fotografici su un Codice contenente una Legenda di san Filippo Benizi pag. 654 BONINI, Elisa, Amici della Satissima Annunziata ONLUS pag. 656 CATTAROSSI, Emanuele M, OSM, Settimana di storia e spiritualità a Monte Senario 2015. Le Legandae trecentesche dei Servi: una riscoperta pag. 658 AZZALLI, Franco M, OSM, Settimo centenario della morte del beato Ubaldo da Borgo San Sepolcro pag. 659 AZZALLI, Franco M, OSM, Settimo centenario della morte del beato Andrea da Borgo San Sepolcro pag. 660 AZZALLI, Franco M, Serve di Maria pag. 661 CATTAROSSI, Emanuele M, OSM, Rinnovamento delle Costituzioni OSM e nuovo Direttorio generale OSM pag. 662 AZZALLI, Franco M, OSM, Presentazione di libri pag. 664 Repetite fontes – 2014 pag. 667 RECENSIONI pag. 685 Direzione e amministrazione: Viale Trenta Aprile, 6 – 00153 ROMA Volume 64-65 - 2014- 2015, tomo II I Servi di Maria tra giurisdizionalismo e rivoluzioni (1623-1848) Atti del Convegno - Roma, 4-6 ottobre 2012 SOMMARIO DI FIORE, Giacomo, Sostegno Maria Viani e il Giornale della Legazione della China PIOLA CASELLI, Carlo, Carlo Francesco Caselli: priore generale (179298), inviato del Papa a negoziare il Concordato tra Napoleone e la Santa Sede del 1801 DANIELI, Pier Corrado, Il contributo dell’Ordine dei Servi della beata Vergine Maria all’educazione musicale a Firenze tra Seicento e Settecento pag. pag. pag. 345 373 419 CRONACA OSM, OSM, Giornata di studio: “I Servi di Maria Un nuovo beato della Famiglia dei Servi e RASSEGNE COMUNICAZIONI PACHERA, Sergio M., OSM, Il Terz’Ordine dei Servi e le confraternite dell’Addolorata nei secoli XVI-XIX pag. 435 SERRA, Aristide M., OSM, Santità e canonizzazioni: Filippo (1671), Pellegrino (1726), Giuliana (1737) pag. 445 SEGNALAZIONI pag. 709 LOVISON, Filippo, B, Conclusioni del Convegno pag. 457 IN MEMORIAM pag. 727 Indice analitico pag. 729 [Editoriale] pag. 469 Indice generale pag. 0 ARTICOLI CZORTEK, Andrea, Eremi cultor, Burgensiumque splendor: il beato Andrea da Sansepolcro pag. 471 IL CONTRIBUTO DELL’ORDINE DEI SERVI DELLA BEATA VERGINE MARIA ALL’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA SEICENTO E SETTECENTO1 PIER CORRADO DANIELI Le soppressioni conventuali, perpetrate dal Granduca Pietro Leopoldo nel 1782-83, da Napoleone nel 1808 e infine dal nuovo Regno d’Italia nel 1866, causarono un gravissimo impoverimento del patrimonio librario e archivistico di innumerevoli conventi e monasteri; una dispersione di libri e manoscritti che solo parzialmente oggi sono rintracciabili in archivi e biblioteche pubblici e privati. Altri enormi danni a quel patrimonio si sono aggiunti a causa di eventi naturali, quali le alluvioni dell’Arno del 1844, del 1966 (la più grave di tutte) e del 1992. Né vanno dimenticati i gravi danneggiamenti della seconda guerra mondiale. Anche il patrimonio librario e musicale della SS. Annunziata di Firenze fu oggetto di tali devastazioni, ma tuttavia, ancora oggi, il convento mantiene una pregevole biblioteca e un archivio musicale recentemente ordinato e inventariato con più di 5000 opere manoscritte e a stampa di compositori di notevole importanza come, solo per citarne alcuni, dell’abate Filippo Allegri2, dei Servi di Maria, Giovanni Andrea Florimi (1646-1683) e Giovanni Filippo Dreyer (1703-1772), e persino un’opera autografa di Giovanni Paisiello (1740-1816)3, il Salmo 112 Laudate pueri per coro e orchestra. 1 Il fondo archivistico dei testi utilizzati nel presente lavoro si trova presso l’Archivio di Stato di Firenze (=ASF), Corporazioni soppresse dal governo francese, 119; la trascrizione dei testi ha evitato ogni ammodernamento. 2 Filippo Allegri (Firenze 1768-1768), abate, compositore di musica sacra, allievo di Luigi Braccini; divenne professore in seminario e maestro di cappella a San Michele in Firenze. 3 Di Giovanni Paisiello è nota in particolare la sua amicizia con alcuni artisti della Cappella della SS. Annunziata, come ad esempio la cantante Teresa Strinasacchi, la cui lapide funebre è presente nel Chiostro dei morti del convento; sulla Strinasacchi si veda F. CHIAVEGATTI, Gli Strinasacchi. Illustri musicisti Ostigliesi, Bassi Bruno, 2005. 420 PIER CORRADO DANIELI Prima pagina della partitura del Laudate Pueri di Giovanni Paisiello. La pratica e l’insegnamento della musica furono ben presto prese in grande considerazione presso l’Ordine dei Servi di Maria. Infatti già nel 1299 la chiesa di Santa Maria di Cafaggio, poi Santissima Annunziata, risultava provvista di organo, opera del servita fra Pietruccio da Bologna4. In seguito, specie a partire dal tempo del priore generale fra Andrea da Faenza, iniziarono a comparire gli Organi 4 Cfr. A. M. VICENTINI, Memorie di musicisti dei Servi di Maria, in Note d’archivio per la storia musicale, 8 (1931) p. 35 I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700 421 nelle chiese dell’Ordine5 e contemporaneamente iniziano a comparire citazioni di frati “cantori” nei registri, testimoniando come venisse impartita un’educazione musicale. L’insegnamento del canto corale ecclesiastico fu promosso anche dal priore generale fra Cristoforo Tornielli, anche se colui che più di ogni altro incrementò la musica presso i Servi fu, nel Quattrocento, il priore generale Antonio Alabanti, del quale sappiamo che scritturò professori francesi e tedeschi per l’insegnamento musicale ai novizi della SS. Annunziata di Firenze. Lo studio della musica e in particolare del canto corale fu incoraggiato anche nei capitoli generali di Viterbo nel 1483, di Vetralla nel 1485 e di Bologna nel 1488, dove studenti della SS. Annunziata di Firenze allietarono con suoni e canti questi importanti capitoli (partim quidem voce, partim musicis instrumentis, omnem sararum functionum harmoniam moderati sunt). Da questi elementi si può rinvenire un inizio dell’attività della Cappella musicale della SS. Annunziata di Firenze. Come detto in apertura, le diverse soppressioni degli enti religiosi avvenuta tra fine XVIII e XIX secolo portarono ad un dispersione del patrimonio musicale della SS. Annunziata. Tuttavia alcune recenti ricerche effettuate presso alcune biblioteche fiorentine hanno permesso di rinvenire alcuni dati importanti per tentarne una ricostruzione. In alcuni casi abbiamo soltanto delle menzioni di alcune opere, riferibili ad alcuni volumi dell’indice generale di tutto l’archivio musicale della SS. Annunziata prima delle soppressioni già ricordate. In questo indice vengono menzionate alcune opere di notevole pregio, come una Messa non specificata di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594) e arie e mottetti scritti dal quindicenne Luigi Cherubini (1760-1842) sotto l’attenta guida del padre Bartolomeo (1726-1792), entrambi frequentatori attivi della Cappella musicale. Questi testi non sono più rintracciabili. Migliore fortuna hanno avuto ulteriori ricerche che hanno portato alla luce una considerevole quantità di testi librari ancora timbrati e catalogati secondo l’antico indice della SS. Annunziata. Si tratta di libri per lo più usati in passato dai frati dell’Ordine per l’insegnamento del canto fermo (cantus firmus) e di quello figurato. 5 Diviene poi interessante valutare le capacità di alcuni Servi di Maria come costruttori di vari strumenti musicali come Fra Pietruccio da Bologna costruttore di organi o come P. M. Anselmo Setti perugino ottimo suonatore e costruttore di viole o come Fra Vincenzo Teggi da Bologna che costruì alla fine del Cinquecento una bellissima spinetta. 422 PIER CORRADO DANIELI Merita riportare alcuni titoli di opere presenti nella Biblioteca Nazionale di Firenze, che in origine appartenevano alla biblioteca del convento della SS. Annunziata: – Fior angelico di musica: nuovamente dal R. P. frate Angelo da Picitono conventuale, dell’Ordine minore, organista preclarissimo composto. Nel qual si contengono alcune bellissime dispute contra quelli che dicono, la musica non esser scienza: … di Angelo Pizzichettone 1547 – Scintille di musica di Giovan Maria Lanfranco da Terentio parmegiano, che mostrano a leggere il canto fermo, & figurato, gli accidenti delle note misurate, le proportioni, i tuoni, il contrapunto, et la divisione del monochordo… - per Lodovico Britannico… di Lanfranco Giovanni Maria 1533; – Discorso di Vincentio Galilei nobile fiorentino, intorno all’opere di messer Gioseffo Zarlino da Chioggia, et altri importanti particolari attenenti alla musica. Et al medesimo messer Gioseffo dedicato - appresso Giorgio Marescotti…Vincenzo Galilei 1589; Lucidario in musica di alcune oppenioni antiche, et moderne con le loro oppositioni, & resolutioni, con molti altri secreti appresso, & questioni da altrui anchora non dichiarati, composto dall’eccellente, & consumato musico Pietro Aron del ordine de Crosachieri, & della citta di Firenze…Aron Pietro 1545; – S. Filippo Benizzi. Oratorio del r. p. Enrico Antonio Verzelli fiorentino Baccelier collegiale in S. Marcello di Roma e posto in musica dal p. Giulio Cesare Querini maestro di cappella della cattedrale di Fuligno, ambedue dell’ordine de Servi di M.V., da cantarsi in occasione che si fà celebrar in Città di Castello il capitolo provinciale da padri della provincia di Roma del medesimo ordine l’anno 1692. Dedicato a monsignor... Giuseppe Musotti vescovo di detta città - per Gaetano Zenobj, stampatore camerale, espiscopale, del S. Officio, e pubblico…Verzelli Antonio Enrico 1692; – Laudi da cantarsi dai fratelli della ven. Compagnìa di San Francesco d’Assisi eretta nella Chiesa parrocchiale di S. Ilario a Colombaia nel portarsi annualmente a visitare la SS. Annunziata in Firenze l’anno 1777. Dedicate al nobile uomo sig. Lorenzo Niccolini marchese di Ponsacco, e Camugliano; … - per Gaetano Cambiagi stampatore granducale… Dipeo Ramiso 1777. Presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze, nel fondo Conventi soppressi, al n. 149, arm. B num. vecchio 371, esiste un’opera del padre F. Mauro phonasco ac Philopanerato, con il titolo Dell’una e dell’altra musica piana et misurata, pratica et speculativa, breve epitome, opera che fu scritta nel 1540. I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700 423 Un altro trattato musicale di Pietro Ponzio è presente nella Biblioteca Marucelliana di Firenze dal titolo Dialogo del r. m. don Pietro Pontio parmigiano, ove si tratta della theorica, e prattica musica. Et anco si mostra la diversita de’ contraponti, & canoni. In Parma: appresso Erasmo Viothi, 1595, (In Parma, nella stamperia di Erasmo Viotti), I. Salvetti, Pietro [sec. XVII]. Riguardo a quest’ultimo testo è interessante notare nel frontespizio la firma autografa del musicista di corte Pietro Salvetti (1636 1697)6 con la dicitura: «Donatomi dal Signor [Bacheletti ?]», nonché 6 Cfr. W. KIRKENDALE, The court musicians in Florence during the principate of the medici, Firenze, Olschki, 1993, pp. 403-404. 424 PIER CORRADO DANIELI l’antica segnatura bibliotecaria della SS. Annunziata di Firenze (C.3I.7), evidente prova della proprietà del Salvetti, successivamente donata ai Servi di Maria. Oltre al considerevole patrimonio musicale raccolto nella Cappella della SS. Annunziata, merita notare anche il progressivo aumento di livello qualitativo raggiunto da alcuni frati nel campo dell’insegnamento. In particolare, può essere indicativo quanto scrive Matteo Coferati (1638-1703) sacerdote, cappellano e cantore della Metropolitana fiorentina, nel libro Il Cantore addottrinato, ovvero Regole del canto corale7: Le note tonde, o triangolate, come si raccoglie dagli Autori di questa professione, e come dice il P. F. Giulio Cesare Marinelli Servita nelle sue Osservazioni intorno al Canto Fermo p.I.c.2. Osser.4 e p.5.c.I Osser.3. son poste nel Canto fermi ad maiorem pulchritudiem liberi, O decorem scriptura, O vt minorem Spatium loci occupent. La citazione di questo frate non è casuale. Giulio Cesare Marinelli era nato a Monte Ciccardo nel 1609; entrato fra i Servi di Maria, si dedicò presto allo studio della musica divenendo un esperto del canto fermo e gregoriano; suo è il volume Via retta della voce corale…8. In questo volume, il Marinelli si rifà, almeno in parte, come scrive nella Prefazione, «all’ammaestramento di viva voce (ricevuto) dalla buona memoria del P. Cornelio Grandi Servita di S. Giorgio di Bologna” e in parte alla “pratica” da lui fatta nel “servire la sua Religione”». La citazione del Coferati sta a dimostrare pertanto l’alto livello di preparazione che padre Marinelli aveva della teoria musicale e il grande riconoscimento presso i membri professori di musica. Ritornando alle attività della Cappella Musicale della SS. Annunziata, per tutto il Seicento e la prima metà del Settecento i Servi di Maria con la partecipazione di un gran numero di alunni sia novizi che secolari, oltre a celebri musicisti, cantori, compositori e organisti, mantennero viva l’attività musicale sacra e profana a Firenze. 7 M. COFERATI, Il cantore addottrinato ovvero regole del canto corale, ove con breve e facil metodo s’insegna la pratica de’ precetti più necessari del Canto Fermo; il modo di mantenere il Coro sempre alla medesima altezza di voce; di ripigliare dove resta l’Organo; d’intonare molte cose, che fra l’Anno si cantano; e in particolare tutti gl’Inni, Firenze, Vangelisti, 1682, 8°, p. 3 8 G. C. MARINELLI, Via retta della voce corale, ovvero, Osservationi intorno al retto esercizio del Canto Fermo, diviso in cinque parti, ove si dà un’esattissima e facilissima Instruttione di quest’arte, con nuovo modo di reggere e mantenere il Coro sempre in una medesima voce, sì per la parte dei Coristi, come anche dell’Organista, Bologna, Giacomo Monti, 1671. I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700 425 In quel periodo i compiti musicali nella SS. Annunziata erano stati rigidamente regolamentati. Agli ecclesiastici venivano affidati soprattutto lo studio e la cura delle laudi spirituali, le Laudes Virginis, ma, come vedremo poi, non verrà meno neanche lo studio della musica detta “profana”, soprattutto a partire dalla fine del Seicento. Risulta evidente come nella Cappella musicale della SS. Annunziata coabitassero i diversi gruppi di cantori (frati serviti, novizi e i “cantori in Sancto Giovane”), ma anche altri musici, tutti guidati e istruiti sotto la direzione di un maestro di “battuta” che poteva essere un padre servita oppure un laico assunto e stipendiato dal Convento. Già nel novembre del 1601, nei registri delle ricordanze conventuali della SS. Annunziata viene riportata la spesa di 18 paoli per la cena offerta dai frati ai loro musici di casa per ordine del padre priore9 e nell’aprile del 1604 viene annotata la spesa di lire 51 per la ricreazione dei 36 musici a servizio del Convento10. Nel dicembre del 1605, vengono riportati l’elenco dei frati presenti nel Convento e le rispettive mansioni, e vi compare il nome di fra Mauro con la mansione di organista11. Tale fra Mauro è da identificarsi con Mauro Matti (del Matta o Mattio) (1549–1621), fiorentino, da non confondersi con un altro fra Mauro fiorentino (1493-1556). Fra M. Matti pubblicò a Venezia nel 1571 Madrigali a 4 voci dedicati a Pandolfo Bardi de’ Conti di Vernio e altri madrigali dedicati ad Alessandro Neroni. Incrementò molto la pratica, già in uso nella Cappella della SS. Annunziata, di reclutare per occasioni particolari fanciulli cantori e illustri strumentisti, quali Giovan Battista Giacomelli «detto del violino» e componenti del gruppo cosiddetto dei «franciosini» come Paolo (detto anche Paolino o Pagolino del Cornetto) e Antonio di Matteo Lassagnini detto il Biondino, suonatore di trombone: tutti istruiti dal maestro Bernardo di Francesco Pagani della cornetta detto appunto il Franciosino († 1596). La presenza di bambini come coristi e di musici professionisti secolari della città di Firenze presso la Cappella della SS. Annunziata è confermata da varie ricordanze, come quella del 30 dicembre 165212: 9 ASF 119, 742 f. 176r, «22 Novembre 1601, A spese di casa lire 18 p.li 16 tanti spesi nella cena fatta alli no-stri padri musici di casa per ordine del p. Priore». 10 ASF 119, 743 f. 69v, «30 Aprile 1604, A spese di nostra chiesa lire 51 spese nella ricreazione di 36 nostri musici». 11 ASF 119, 54 f. 3, «Dicembre 1605, Fra Mauro organista». 12 ASF 119, 55 f. 40r, «30 Dicembre 1652, Ricordo come per necessità della musica nella nostra chiesa Giuseppe di Lorenzo Mariani, e Pietro di Cosimo Cionti fanciulli secolari furono accettati per soprani / potevano abitare in limitate parti del convento». 426 PIER CORRADO DANIELI per necessità della musica nella chiesa – si legge – Giuseppe di Lorenzo Mariani e Pietro di Cosimo Cionti, fanciulli secolari, furono accettati come soprani e fu loro permesso di abitare in debite parti del Convento13. La presenza di musicisti e cantori di alto profilo professionale presso il santuario della SS. Annunziata viene più volte confermata nei registri conventuali; è noto infatti che il famoso Jacopo Peri (15611633) detto lo Zazzerino, per il suo taglio di capelli, in giovane età era pagato dal convento per cantare nelle principali funzioni religiose. Emerge così che la Cappella della SS. Annunziata rappresentava un vero e proprio polo di interesse per tutti i musici di Firenze e che lo stesso Convento era diventato un centro didattico per generazioni di giovani fiorentini atti all’arte e alle scienze. Interessante ricordare la cronaca conventuale del 18 giugno del 1700, dove si dice che lo stesso principe Ferdinando de’ Medici (1663-1713), protettore dell’Ordine, si dilettasse qualche volta nel dirigere egli stesso il coro e l’orchestra14. A questo punto, mi piace riportare un altro evento del 29 marzo 1689, dove si commemora la morte di fra Domenico Maria Brancaccini (1620-1689), elogiandolo come bravo musicista e strumentista, nonché ottimo insegnante. Eccone un passo: E perché al prefato Ser.mo Ferdinando assai dilettavano i suoni di simili strumenti, acciocchè non se ne perdesse l’arte, ordinò S. A. al nostro P.re Maestro, che insegnasse a sonarli, facendogli perciò assegnare le stanze Tra le tante storie di questi fanciulli vale la pena di ricordare che l’8 marzo del 1615, venne accettato in convento come novizio Giulio di Giulio Caccini. Fra Felice di Giulio Caccini (1602-1624), era figlio del famoso Giulio Caccini (1551-1618), tenore, compositore e abile arpista. Quest’ultimo, soprannominato il Romano ma anche O benedetto giorno, è noto per le sue 72 composizioni vocali, arie e canzonette e per aver composto il melodramma L’Euridice su libretto di Ottavio Rinuccini, a Firenze nel 1600 e rappresentato il 5 dicembre 1602. In via Gino Capponi, strada adiacente alla chiesa della SS. Annunziata, all’altezza del numero civico 42 è posta una lapide su un’abitazione in ricordo del Caccini, che lì visse con la sua famiglia e dove morì nel 1618. Il Caccini fece parte della «Camerata dei Bardi» e cioè di quel gruppo di uomini che nel XVI sec. portarono alla nascita del melodramma e cioè del “recitar cantando”, insieme a Girolamo Mei, Vincenzo Galilei (liutista, padre di Galileo e confidente del conte Bardi), Emilio dè Cavalieri, Jacopo Peri e naturalmente dello stesso Rinuccini. Fra Giulio Felice, purtroppo, dopo lunga malattia morì in Convento all’età di 22 anni. Parimenti, un particolare curioso riguarda che l’ultimo discendente della famiglia di Galileo Galilei fu padre Pellegrino Galileo, servita (1703-1755). E va pure ricordata la corrispondenza che vi fu tra Galileo Galilei e fra Fulgenzio Micanzio per l’acquisto di un violino che il celebre astronomo desiderava donare a un suo nipote. 14 ASF 119, 56 f. 180. 13 I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700 427 in Palazzo Vecchio per tenere scuola, dove giornalmente andava, e continuò due in tre anni, senza alcun pregiudizio dell’osservanza religiosa. Fra gli altri suoi Scolari di Cornetto, Secolari (poiché a frati non hebbe genio per honesti motivi di insegnar simil Arte) due giovani di nazione Tedeschi fecero ottima riuscita; ma appena erano stati ridotti, con tanta diligenza e fatiche del Maestro, alla perfezione dell’Arte, che la morte troncando ad ambedue nel fior della loro età lo stame della vita, inaridì le speranze delle fortune di sua casa. Dalle ricordanze conventuali si evince come ad ogni evento, di carattere liturgico o di puro diletto, il capitolo conventuale abbia sempre fornito una copertura finanziaria di tutto rispetto. Questa liberalità, però, portò l’Ordine dei Servi ad sobbarcarsi imponenti spese, tanto che nel 1701 si venne alla decisione di limitare le manifestazioni musicali e nel 1702 si stabilì un massimo mensile di lire 70 per l’intera Cappella musicale della SS. Annunziata. Il cronista molto scrupoloso riporta anche le cause di tale riforma, individuandole anzitutto nella “nuova musica moderna” suonata con vari strumenti e impiegando diversi musicisti e cantori sia secolari che religiosi, cosa che tanto piaceva al popolo e naturalmente al Principe Ferdinando; e poiché tale imponenza di mezzi e di persone erano di uso e consuetudine in altre chiese e basiliche di Firenze, non ci si poteva esimere da un tale dispendio per non perdere il favore popolare. Il 27 luglio del 1701 nel «Libro dei Partiti» si legge in proposito della musica e dei musici: In terzo luogo il Padre Priore propose essere esorbitante la spesa, che dal nostro convento si fa nella musica e i musici, e si determinò a voce che si provvedeva eccetera con più comodità e intanto perché de’ musici provvisionati molti mancavano di intervenire ben spesso alle musiche, come loro obbligo, però che se gli trattenesse il salario pro-rata tante volte tanti mancassero. In quarto luogo a lor partito che per l’avvenire per nessuna festa della nostra chiesa o solennità appartenente al nostro convento i religiosi per quanto si voglia farne mai più si faccia palco in chiesa da starvi musici o suonatori che per la solennità prossima di San Filippo nostro Propagatore, nella musica non si spenda più di scudi 12 e se il Camarlingo pagherà più sia ipso facto privo dell’uffizio e cada nelle pene del breve eccetera. Per le altre solennità poi si determinerà la spesa a suo tempo eccetera. Furono i voti tutti favorevoli15. 15 ASF 119, 56 f. 225. 428 PIER CORRADO DANIELI Naturalmente il cronista, che riporta queste memorie, era un frate designato dal capitolo conventuale a tale compito, in fondo un compito burocratico; ma qui di seguito riportiamo un suo breve passo, dove si lascia prendere dai ricordi sulla prassi musicale di quando egli stesso era un giovane novizio, e cioè intorno alla fine del ’600. Ecco quanto annota: Dell’aver poc’anzi mentovato le musiche piglio da ciò menzione di ricordare qualmente da tempo immemorabile come si legge negli annali del nostro Ordine si è sempre usata la musica in questa nostra chiesa agli Uffizi Divini. Ed io in 55 anni che sono alla religione in questo convento, ho sempre veduto praticarsi di cantare con musiche da cappella in coro la Messa in Vespro, tutte le Domeniche e feste (eccettuata la Domenica di Passione e delle Palme) e nelle solennità maggiori, anche il primo Vespro; e in altre, tutti i sabati, la Messa parimenti a cappella; e la sera le Litanie della Beata Vergine con l’organo; e le feste, le salve Regina, a versi spezzati, il Mottetto appresso, con l’organo. Quanto alla musica nella Settimana Santa vedi di sopra a carta 138 dove si dice che le musiche mattutine delle Tenebre che già si facevano con l’organo si son ridotte a cappella, nel modo che sempre si è usato la Domenica delle Palme, e il Venerdì Santo di cantare il Passio, e il Gloria, Laus, ecc. E in questi ultimi anni si sono cantati i Vespri degli Improperi il detto venerdì, mentre si fa l’adorazione della Croce; e ciò per la singolare attenzione e diligenza che in questa particolare della musica per maggiore decoro della chiesa, ha usato e continuamente usa il nostro Padre Fra Dionisio Bellieri16 fiorentino mentovato di sopra in più luoghi. Il sopraddetto costume di cantare a cappella s’è praticato non solo ne’ giorni soprascritti, e feste ordinarie, ma anche nelle più solenni e di prima classe, e principalmente della Chiesa, come della SS. Nunziata, Natività di M.V., Pasqua di Resurrezione, di Pentecoste, e del S. Natale, nella cui notte, nonostante la solennità dell’Officio, e la frequenza del popolo, la prima Messa cantavasi a Cappella, e la 2.a in canto fermo: aggiuntavi però alla prima, qualche lauda spirituale con l’Organo all’Offertorio e Postcommunio, e Mottetto Verbum Caro all’Elevazione del Sagramento. Solamente per la Festa del nostro P.re San Filippo Benizzi si cantava con gli Organi la Messa e il Vespro. Così si usava molto tempo addietro e io stesso nella mia gioventù ho visto nel medesimo modo praticare, mentre facevo il noviziato in questo Convento. Dionisio Bellieri (metà XVII-1718), fiorentino e servo di Maria; musico e maestro della Cappella della SS. Annunziata; cultore del canto figurato, raccolse e trascrisse numerose opere musicali. 16 I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700 429 La cronaca continua ricordando l’inizio della cosiddetta ‘musica moderna’, e cioè polistrumentale, e osservando il grave danno che era stato fatto l’anno 1696 con la decisione capitolare di vietare l’insegnamento ai novizi del canto figurato, portando così a un impoverimento del coro della Cappella musicale della SS. Annunziata e quindi alla necessità di ricorrere a musici e direttori esterni con la conseguenza di un aumento dei costi che andavano ad gravare sempre più sui conti del convento. Ben è vero – narra il cronista – che non andò molto, che migliorandosi il modo di comporre quanto al render la musica più dilettevole all’udito, cominciossi ancora a poco a poco a usare in Chiesa nostra la Musica con gli Organi in alcune solennità dell’anno: e aumentandosi ogni giorno più l’esperienza della composizione musicale per la novità de’ soggetti e la molteplicità e varietà degli strumenti, tralasciata la vecchia musica, per accomodarsi al gusto del Secolo corrente, appigliaronsi i nostri Maestri di Cappella alla Musica moderna che tanto piace; per le cui composizioni fu necessario tal volta aggiungere un palco per i Musici, e Sonatori, dei quali non erano capaci gli Organi e le ringhiere; e per questa cagione le spese, come si dice di sopra, sono alcune volte state esorbitanti. V’è ancora un altro caso, per cui elle sono state tali; ed è che essendo mancati molti Padri, che nel canto, in concerto e in ripieno, servivano all’Organo; è stato necessario ricorrere a Musici Stranieri, e cosi’ è giusto riconoscerli con la dovuta mercede, la quale già si risparmiava per il servizio de’ Musici domestici. Si aggiunge, che le spese nella Musica della sola Cappella cresceranno sempre più per l’avvenire, stante la proibizione fatta sia nell’ anno 1696 nella rinnovazione del Noviziato mentovata di sopra a carta 89, che non si insegni a’ nostri Novizzi il canto figurato, come già si faceva, e in ciò da’ nostri vecchi tanto si premeva, affinchè eglino e da Novizi e da Professi potessero servire alla Cappella, la quale co’ soli nostri frati prima si reggeva. Così mancata in convento la scuola del detto canto, mancheranno i cantori di casa, e mancherà col tempo ancora chi de’ nostri Padri faccia L’offizio di Maestro di Cappella: Onde bisognerà con grandissima spesa, se i PP. vorranno mantenere la Cappella, provvisionare tutti i musici col Maestro della medesima. Presentemente le singole benignità e amorevolezze, e molto più la divozione verso quest’Augustissimo Tempio del molto Rev.do Sig. Virgilio Cianchi17 Cappellano, e M.ro di Cappella dell’insigne Collegiata di S. Virgilio Cianchi fu cappellano e maestro di cappella dell’insigne Collegiata di S. Lorenzo. Il 2 ottobre 1709 ebbe luogo presso la SS. Annunziata di Firenze con grande solennità il suo funerale. 17 430 PIER CORRADO DANIELI Lorenzo, supplisce alla mancanza de’ nostri cantori, mandando incessantemente i suoi scolari a favorire la nostra Cappella: per lo che, oltre al confessarci tutti noi obbligati perpetuamente alle sue grazie, preghiamo il Sig.r Iddio che per intercessione della B.V. Annunziata, lo remuneri con largo premio, e in questa vita con la pienezza della Sua Santa Grazia, nell’altra con l’aumento della sua beata gloria. Quanto alla proibizione accennata di sopra che non si insegni a Novizzi il Canto figurato, come dal detto anno fino al diì di oggi si osserva, che ciò è derivato, per quanto si dice, dell’essersi veduto per larga serie di anni che i nostri frati musici figliuoli di questo convento o’ non dimorano in esso al servizio della chiesa, per il quale alcuni principalmente sono stati ricevuti nella Religione, e ammessi alla figliolanza del detto Convento; o se pur vi dimorano, si prenda licenza di andar a cantare in altre chiese con poco decoro del nostro Sacro Abito. Circa poi al mancamento de’ musici stranieri provisionati di non intervenire al servizio a tempi debiti, dirò solamente due parole, non per difenderli, o scusarli del tutto, ma in qualche parte per compatirli. La mercede ch’essi ricevono non è molta; il servizio che prestano, non è poco per esser frequente, lungo, e impeditivo di potersi ritrovare ad altre feste per altro lucro. In oltre, son cessate quelle ricreazioni che lor si davano, quando la musica era in credito, per allettarli a frequentar la Cappella, come fra gli altri soleva fare il già Rev.do P.re M.ro Angelo Guarnacci18. Tutto ciò non ostante, i Maestri di Cappella, passati e presenti, invigilano sopra i provvisionati perché non manchino, e so che gridano, e minacciano: ma altre volte richiede la carità di conceder loro qualche licenza senza pregiudizio della Chiesa. Per compimento di questa Ricordanza, aggiungo quel che si legge della musica nella 2.a parte de’ nostri Annali scritti dal Giani, all’anno 1482, a pag. 46 col. 3 dove si fa menzione del Capitolo Generale celebrato in Viterbo; e fra l’altre cose che si narrano di esso, sono registrate le seguenti con queste parole. “Quo vero in his Comitiis Divina officia cultiori harmonia musicae ad augendam astantium in jubitatinem concinnarentur, octo Novitij e Cenobio Annunciatae de Florentia, Viterbium cum suo preceptore advecti fuerunt, qui in suis pileis pro tessera parvas quasdam ex aurichalco Imagines Annunciatae gestabant: hi partim puerili voce, partim musicis instrumenti omnem sacrarum harmoniam ea in Ecclesia non absque Viterbientium admiratione complebant: res quidem insolita, sed eo tempore opportuna satis, quando musica facultas super Abba Antonio Attabante Priore in Ecclesia Annunciatae, magistris a’ Gallia et Germania pro ea facultate abductis recens introducti fuerunt. 18 Angelo Guarnacci (1623–1684) Servo di Maria fiorentino, maestro di cappella; virtuoso del “basso detto violone”. I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700 431 Nella trascrizione del capitolo conventuale del 19 agosto 1701, il cronista ricorda la necessità di attuare una nuova riforma della musica nella Cappella della SS. Annunziata. Ne conseguì, negli anni successivi, un evidente declino della Cappella musicale, poiché molti musicisti e cantori secolari, ma anche moltissimi religiosi, disertavano dal loro incarico “artistico” in modo addirittura provocatorio per andare ad esibirsi in altri ambienti, dove la retribuzione salariale era migliore. Diviene interessante notare, a questo punto, che la presenza di musici e cantori di elevato spessore professionale nell’organico della Cappella della SS. Annunziata è attestata non solo dalle ricordanze conventuali, ma anche dalle innumerevoli date, nomi e perfino ritratti incisi e disegnati sui muri della Basilica prospicienti i locali d’accesso agli organi. Esaminando con cura i legni a corredo presso i due organi, tra i quali quello costruito da Domenico di Lorenzo da Lucca (1521-1523), ci si accorge di un’incisione autografa datata a nome del sopra citato Pietro Salvetti (1636 -1697), musico di Corte del Granduca, lasciata dallo stesso musicista a conferma della sua presenza nell’evento attestato nei registri delle ricordanze conventuali il 16 aprile del 1676. Uno studio più approfondito di dette incisioni e graffiti potrebbe risultare estremamente utile per una accurata cronistoria musicale della Cappella musicale della SS. Annunziata. Va ancora ricordato l’evento, registrato il 14 agosto del 1702, della visita e dell’esibizione artistica presso la chiesa della SS. Annunziata di Alessandro Scarlatti (1660-1725); in quella circostanza molto probabilmente accompagnato dal figlio Domenico. Scrive il cronista: Ricordo, come essendoci in Firenze il famoso Compositore di Musica Sig.re Alessandro Scarlatti siciliano, con altri Musici de’ primi dell’Europa, venuti da diverse parti per servire all’Altezza Ser.ma del Principe Ferdinando nell’Opera dramatica o’ Comedia da recitasi nella Villa di Pratolino composta dal detto Scarlatti, e volendo S.A. onorar maggiormente con isquisitezza di Musica questo giorno natalizio del Suo Ser.mo Padre Cosimo III Gran Duca, ordinò la medesima Altezza (fuor dell’usato in quest’occasione) che per il Mottetto solito cantarsi alla Messa si facessero i palchi, come già s’usava da noi in questi ultimi anni per le Feste solenni; e che il detto Scarlatti componesse e guidasse il Mottetto, il quale fosse cantato e da propri Musici di S.A. e dagli altri più eccellenti della città. Il che tutto fu eseguito con sommo gusto di chi udì 432 PIER CORRADO DANIELI sì bella musica sonata di molti e vari strumenti, applaudendo ciascuno alla virtù sì del Compositore, come dei Cantori e Suonatori. In occasione di solennizzarsi i giorni natalizi de’ nostri Ser.mi Principi, i quali vengono in Chiesa nostra ad ascoltar la Messa, e ricever la Sacra Comunione nella Cappella della SS. Nunziata, ordinariamente suol fare la Musica il maestro di cappella del Duomo, se altrimenti non comandano i Padroni Ser.mi, come seguito quest’anno nella sopraddetta nascita del Gran Duca, e anche nella nascita del Gran Principe, 9 stante, per la quale fece la Musica il prefato Scarlatti, ma però negli Organi, e non su i palchi. Così praticò ancora il Ser.mo Principe Mattia di felice memoria, il quale nel suo giorno natalizio fece tal volta far la Musica al Sig.r Jacopo Melani19, che veniva a tale effetto di Pistoia. Et il nostro P.re Girolamo Guiducci20 fece una volta la Musica per la nascita del Ser.mo Principe Leopoldo non ancor Cardinale21. Per tutto il XVIII secolo la Cappella musicale della SS. Annun-ziata si arricchì di innumerevoli composizioni di cantate, mottetti, oratori e simili sia per feste solenni, come quelle della SS. Vergine Addolorata o per i Santi fondatori, sia per le inaugurazioni e chiusure degli anni scolastici, oppure per celebrare la festa di S. Caterina vergine e martire, protettrice allora degli studenti dell’Ordine, i quali, come emerge appunto dalla lettura delle memorie del 9 maggio 1712, si recavano presso la Cappella di San Luca detta anche “Cappella degli Artisti o dei Pittori”, edificata all’interno del complesso conventuale con accesso dal Chiostro dei morti; tale Cappella non fu solo il luogo dove gli artisti fiorentini esponevano annualmente i loro lavori di pittura e scultura, ma anche la sede della Cappella musicale, dove si effettuavano le prove corali quotidiane, quasi sempre dopo il pranzo; e questo fino alla metà del ’700, quando tanto i pittori e gli scultori, quanto i musici trovarono nuova sede nei locali dell’attuale Accademia delle Belle Arti, in via Ricasoli, spostandosi poi nel 1862 per regio decreto e sotto la direzione di Ferdinando Luigi Casamorata (1807-1881) nei locali adiacenti e istituendo così l’attuale Conservatorio musicale Luigi Cherubini. Occorre ricordare come il Casamorata fu allievo di Luigi Pelleschi (Firenze 1769 – 1852); quest’ultimo era professore di contrappunto e composizione, nonché direttore della Cappella della SS. Annunziata di Firenze. 19 Jacopo Melani (Pistoia 1623 – 1676), compositore, organista e cantante italiano, fu maestro di cappella presso la cattedrale di Pistoia. 20 Girolamo Guiducci di Massa Carrara (1638-?), Servo di Maria, organista fino al 1677 nel duomo di Siena, e poi alla SS. Annunziata di Firenze. 21 ASF 119, 56 f. 305. I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700 433 Dai registri dell’archivio dell’Accademia delle Belle Arti infatti emergono nomi eccellenti di professori di musica vissuti a cavallo tra Settecento e Ottocento, come Francesco Giovanni Giuliani (17511827), del quale presso l’Archivio musicale della SS. Annunziata è conservata, manoscritta, una “sonata per violoncello solo”, che fu ammesso il 30 settembre del 1802 nel ruolo di professore di seconda classe di violino, violoncello, arpa e mandolino; o come Giovanni Gragnani (1764-?) o Giuseppe Ugolini, tutti accademici e illustri insegnanti, che formarono generazioni di allievi nella musica sacra e profana. Per tutto il ’700 la Cappella musicale della SS. Annunziata continuò, comunque, a fregiarsi di grandi compositori e musicisti, nonché di abili direttori come i frati Luigi Roberto Braccini fiorentino (17501791) e Carbone Desideri, figlio del signor Desideri di Populonia, il quale si distinse come bravissimo cantore di basso e abile ed esigente maestro di cappella a Budrio, dove istruì la gioventù di quel luogo, prima di essere ricevuto come convittore alla SS. Annunziata. È singolare inoltre notare come nei locali interni al convento della SS. Annunziata venissero eseguite anche opere teatrali buffe. La costruzione nel 1774 di un teatro alla ‘francese’, fu palcoscenico per molti attori teatrali, musicisti e giovani compositori, come il giovanissimo Luigi Cherubini, già ricordato, che si cimentò in alcuni intermezzi musicali ‘buffi’ di grande successo. Dalla cronaca del 26 maggio 1782 si evince che il crescente interesse da parte del popolo a questo genere di arte impose la costituzione di un’accademia di “religiosi”, composta da attori comici, e obbligò il capitolo conventuale a realizzare un teatro in un luogo del convento più ampio e più attrezzato. L’attività teatrale cessò per volere dell’arcivescovo Antonio Martini nel 1782 per alcune lamentele nate sui contenuti comici delle opere rappresentate. Dobbiamo comunque dire che la Cappella musicale della SS. Annunziata verso la fine del Settecento e per tutto l’Ottocento crebbe in vigore, grazie alla presenza di bravissimi maestri, come la famiglia dei compositori Cagnacci, Giulio, Marcello e Ugo, o come i maestri Emilio Cianchi (1833-1890), Giuseppe Ceccherini (1829-1899) e suo padre Ferdinando (1792-1858), del quale si ricorda una profonda devozione alla B.V. Maria, che insegnarono musica sacra e profana a stuoli di studenti, arricchendo con la loro professionalità e con innumerevoli opere l’Archivio musicale. In conclusione all’excursus sulla Cappella musicale della SS. Annunziata, possiamo notare come questa abbia rappresentato un 434 PIER CORRADO DANIELI esempio di coesistenza tra musica sacra e profana. Coesistenza che nell’ambiente ecclesiastico ha sempre caratterizzato l’attività musicale nella sua globalità. Le molteplici riforme musicali succedutesi nei diversi secoli per mantenere la maestà e la santità caratteristiche della sacra liturgia hanno allontanato le melodie indecorose e profane. Ora se per un verso tali riforme sono utili a dare in generale una norma stabile e fissa; d’altra parte, applicate troppo rigorosamente in casi speciali, anziché servire al vero progresso della musica sacra divengono per questa impedimento che può giungere ad immobilizzare l’arte, bloccando le ali al genio e renderlo così incapace di creare lavori sublimi degni del tempo e dell’adorazione di Dio e della venerazione della beata Vergine Maria.