Il contributo dell`Ordine dei Servi

STUDI STORICI
STUDI STORICI DELL’ORDINE DEI SERVI DI MARIA
DELL’ORDINE DEI SERVI DI MARIA
2014-2015
TOMO II
I SERVI DI MARIA
TRA GIURISDIZIONALISMO E RIVOLUZIONI
(1623-1848)
Atti del Convegno - Roma, 4-6 ottobre 2012
TOMO II
Volume 64- 65
2014- 2015
STUDI STORICI
GURRERI, Clizia, L’amico committente: Melchiorre Zoppio, Francesco
Albani e il Noli me tangere nella basilica di S. Maria dei Servi di
Bologna
DELL’ORDINE DEI SERVI DI MARIA
DOCUMENTAZIONE
A CURA DELL’ISTITUTO STORICO OSM
ISSN 0039 - 3045
pag.
527
PETROLINI, Chiara, Due documenti su Fulgenzio Micanzio conservati
all’archivio dell’ex Sant’Uffizio
pag.
547
GOMES, Charles Fernando M., OSM, Maria Arcangela Biondini e il suo
progetto di riforma dell’Ordine
pag.
595
PACCHIN, Lino M., OSM, Il ritorno dei Servi a Padova
pag.
645
CATTAROSSI, Emanuele M,
dal 1950 ad oggi”
pag.
652
CATTAROSSI, Emanuele M, OSM, Sheffield: rilievi fotografici su un Codice
contenente una Legenda di san Filippo Benizi
pag.
654
BONINI, Elisa, Amici della Satissima Annunziata ONLUS
pag.
656
CATTAROSSI, Emanuele M, OSM, Settimana di storia e spiritualità a Monte
Senario 2015. Le Legandae trecentesche dei Servi: una riscoperta
pag.
658
AZZALLI, Franco M, OSM, Settimo centenario della morte del beato
Ubaldo da Borgo San Sepolcro
pag.
659
AZZALLI, Franco M, OSM, Settimo centenario della morte del beato
Andrea da Borgo San Sepolcro
pag.
660
AZZALLI, Franco M,
Serve di Maria
pag.
661
CATTAROSSI, Emanuele M, OSM, Rinnovamento delle Costituzioni OSM
e nuovo Direttorio generale OSM
pag.
662
AZZALLI, Franco M, OSM, Presentazione di libri
pag.
664
Repetite fontes – 2014
pag.
667
RECENSIONI
pag.
685
Direzione e amministrazione: Viale Trenta Aprile, 6 – 00153 ROMA
Volume 64-65 - 2014- 2015, tomo II
I Servi di Maria
tra giurisdizionalismo e rivoluzioni (1623-1848)
Atti del Convegno - Roma, 4-6 ottobre 2012
SOMMARIO
DI FIORE, Giacomo, Sostegno Maria Viani e il Giornale della Legazione
della China
PIOLA CASELLI, Carlo, Carlo Francesco Caselli: priore generale (179298), inviato del Papa a negoziare il Concordato tra Napoleone e la
Santa Sede del 1801
DANIELI, Pier Corrado, Il contributo dell’Ordine dei Servi della beata
Vergine Maria all’educazione musicale a Firenze tra Seicento e
Settecento
pag.
pag.
pag.
345
373
419
CRONACA
OSM,
OSM,
Giornata di studio: “I Servi di Maria
Un nuovo beato della Famiglia dei Servi e
RASSEGNE
COMUNICAZIONI
PACHERA, Sergio M., OSM, Il Terz’Ordine dei Servi e le confraternite
dell’Addolorata nei secoli XVI-XIX
pag.
435
SERRA, Aristide M., OSM, Santità e canonizzazioni: Filippo (1671),
Pellegrino (1726), Giuliana (1737)
pag.
445
SEGNALAZIONI
pag.
709
LOVISON, Filippo, B, Conclusioni del Convegno
pag.
457
IN MEMORIAM
pag.
727
Indice analitico
pag.
729
[Editoriale]
pag.
469
Indice generale
pag.
0
ARTICOLI
CZORTEK, Andrea, Eremi cultor, Burgensiumque splendor: il beato
Andrea da Sansepolcro
pag.
471
IL CONTRIBUTO
DELL’ORDINE DEI SERVI DELLA BEATA VERGINE MARIA
ALL’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE
TRA SEICENTO E SETTECENTO1
PIER CORRADO DANIELI
Le soppressioni conventuali, perpetrate dal Granduca Pietro
Leopoldo nel 1782-83, da Napoleone nel 1808 e infine dal nuovo
Regno d’Italia nel 1866, causarono un gravissimo impoverimento del
patrimonio librario e archivistico di innumerevoli conventi e monasteri; una dispersione di libri e manoscritti che solo parzialmente oggi
sono rintracciabili in archivi e biblioteche pubblici e privati.
Altri enormi danni a quel patrimonio si sono aggiunti a causa di
eventi naturali, quali le alluvioni dell’Arno del 1844, del 1966 (la più
grave di tutte) e del 1992. Né vanno dimenticati i gravi danneggiamenti della seconda guerra mondiale.
Anche il patrimonio librario e musicale della SS. Annunziata di
Firenze fu oggetto di tali devastazioni, ma tuttavia, ancora oggi, il convento mantiene una pregevole biblioteca e un archivio musicale recentemente ordinato e inventariato con più di 5000 opere manoscritte
e a stampa di compositori di notevole importanza come, solo per citarne alcuni, dell’abate Filippo Allegri2, dei Servi di Maria, Giovanni
Andrea Florimi (1646-1683) e Giovanni Filippo Dreyer (1703-1772),
e persino un’opera autografa di Giovanni Paisiello (1740-1816)3, il
Salmo 112 Laudate pueri per coro e orchestra.
1
Il fondo archivistico dei testi utilizzati nel presente lavoro si trova presso
l’Archivio di Stato di Firenze (=ASF), Corporazioni soppresse dal governo francese, 119;
la trascrizione dei testi ha evitato ogni ammodernamento.
2
Filippo Allegri (Firenze 1768-1768), abate, compositore di musica sacra, allievo
di Luigi Braccini; divenne professore in seminario e maestro di cappella a San
Michele in Firenze.
3
Di Giovanni Paisiello è nota in particolare la sua amicizia con alcuni artisti della Cappella della SS. Annunziata, come ad esempio la cantante Teresa Strinasacchi,
la cui lapide funebre è presente nel Chiostro dei morti del convento; sulla
Strinasacchi si veda F. CHIAVEGATTI, Gli Strinasacchi. Illustri musicisti Ostigliesi,
Bassi Bruno, 2005.
420
PIER CORRADO DANIELI
Prima pagina della partitura del Laudate Pueri di Giovanni Paisiello.
La pratica e l’insegnamento della musica furono ben presto prese
in grande considerazione presso l’Ordine dei Servi di Maria. Infatti
già nel 1299 la chiesa di Santa Maria di Cafaggio, poi Santissima
Annunziata, risultava provvista di organo, opera del servita fra
Pietruccio da Bologna4. In seguito, specie a partire dal tempo del priore generale fra Andrea da Faenza, iniziarono a comparire gli Organi
4
Cfr. A. M. VICENTINI, Memorie di musicisti dei Servi di Maria, in Note d’archivio
per la storia musicale, 8 (1931) p. 35
I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700
421
nelle chiese dell’Ordine5 e contemporaneamente iniziano a comparire
citazioni di frati “cantori” nei registri, testimoniando come venisse
impartita un’educazione musicale.
L’insegnamento del canto corale ecclesiastico fu promosso anche
dal priore generale fra Cristoforo Tornielli, anche se colui che più di
ogni altro incrementò la musica presso i Servi fu, nel Quattrocento, il
priore generale Antonio Alabanti, del quale sappiamo che scritturò
professori francesi e tedeschi per l’insegnamento musicale ai novizi
della SS. Annunziata di Firenze.
Lo studio della musica e in particolare del canto corale fu incoraggiato anche nei capitoli generali di Viterbo nel 1483, di Vetralla nel 1485
e di Bologna nel 1488, dove studenti della SS. Annunziata di Firenze allietarono con suoni e canti questi importanti capitoli (partim quidem
voce, partim musicis instrumentis, omnem sararum functionum harmoniam moderati sunt). Da questi elementi si può rinvenire un inizio dell’attività della Cappella musicale della SS. Annunziata di Firenze.
Come detto in apertura, le diverse soppressioni degli enti religiosi
avvenuta tra fine XVIII e XIX secolo portarono ad un dispersione del
patrimonio musicale della SS. Annunziata. Tuttavia alcune recenti ricerche effettuate presso alcune biblioteche fiorentine hanno permesso di rinvenire alcuni dati importanti per tentarne una ricostruzione.
In alcuni casi abbiamo soltanto delle menzioni di alcune opere, riferibili ad alcuni volumi dell’indice generale di tutto l’archivio musicale della SS. Annunziata prima delle soppressioni già ricordate. In
questo indice vengono menzionate alcune opere di notevole pregio,
come una Messa non specificata di Giovanni Pierluigi da Palestrina
(1525-1594) e arie e mottetti scritti dal quindicenne Luigi Cherubini
(1760-1842) sotto l’attenta guida del padre Bartolomeo (1726-1792),
entrambi frequentatori attivi della Cappella musicale. Questi testi non
sono più rintracciabili.
Migliore fortuna hanno avuto ulteriori ricerche che hanno portato
alla luce una considerevole quantità di testi librari ancora timbrati e
catalogati secondo l’antico indice della SS. Annunziata. Si tratta di libri per lo più usati in passato dai frati dell’Ordine per l’insegnamento
del canto fermo (cantus firmus) e di quello figurato.
5
Diviene poi interessante valutare le capacità di alcuni Servi di Maria come costruttori di vari strumenti musicali come Fra Pietruccio da Bologna costruttore di organi o
come P. M. Anselmo Setti perugino ottimo suonatore e costruttore di viole o come Fra
Vincenzo Teggi da Bologna che costruì alla fine del Cinquecento una bellissima spinetta.
422
PIER CORRADO DANIELI
Merita riportare alcuni titoli di opere presenti nella Biblioteca
Nazionale di Firenze, che in origine appartenevano alla biblioteca del
convento della SS. Annunziata:
– Fior angelico di musica: nuovamente dal R. P. frate Angelo da
Picitono conventuale, dell’Ordine minore, organista preclarissimo composto. Nel qual si contengono alcune bellissime dispute contra quelli che
dicono, la musica non esser scienza: … di Angelo Pizzichettone 1547
– Scintille di musica di Giovan Maria Lanfranco da Terentio parmegiano, che mostrano a leggere il canto fermo, & figurato, gli accidenti
delle note misurate, le proportioni, i tuoni, il contrapunto, et la divisione del monochordo… - per Lodovico Britannico… di Lanfranco
Giovanni Maria 1533;
– Discorso di Vincentio Galilei nobile fiorentino, intorno all’opere
di messer Gioseffo Zarlino da Chioggia, et altri importanti particolari
attenenti alla musica. Et al medesimo messer Gioseffo dedicato - appresso Giorgio Marescotti…Vincenzo Galilei 1589; Lucidario in musica di
alcune oppenioni antiche, et moderne con le loro oppositioni, & resolutioni, con molti altri secreti appresso, & questioni da altrui anchora non
dichiarati, composto dall’eccellente, & consumato musico Pietro Aron
del ordine de Crosachieri, & della citta di Firenze…Aron Pietro 1545;
– S. Filippo Benizzi. Oratorio del r. p. Enrico Antonio Verzelli fiorentino Baccelier collegiale in S. Marcello di Roma e posto in musica dal
p. Giulio Cesare Querini maestro di cappella della cattedrale di Fuligno,
ambedue dell’ordine de Servi di M.V., da cantarsi in occasione che si fà
celebrar in Città di Castello il capitolo provinciale da padri della provincia di Roma del medesimo ordine l’anno 1692. Dedicato a monsignor...
Giuseppe Musotti vescovo di detta città - per Gaetano Zenobj, stampatore camerale, espiscopale, del S. Officio, e pubblico…Verzelli Antonio
Enrico 1692;
– Laudi da cantarsi dai fratelli della ven. Compagnìa di San
Francesco d’Assisi eretta nella Chiesa parrocchiale di S. Ilario a
Colombaia nel portarsi annualmente a visitare la SS. Annunziata in
Firenze l’anno 1777. Dedicate al nobile uomo sig. Lorenzo Niccolini
marchese di Ponsacco, e Camugliano; … - per Gaetano Cambiagi stampatore granducale… Dipeo Ramiso 1777.
Presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze, nel fondo Conventi
soppressi, al n. 149, arm. B num. vecchio 371, esiste un’opera del padre F. Mauro phonasco ac Philopanerato, con il titolo Dell’una e dell’altra musica piana et misurata, pratica et speculativa, breve epitome, opera che fu scritta nel 1540.
I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700
423
Un altro trattato musicale di Pietro Ponzio è presente nella
Biblioteca Marucelliana di Firenze dal titolo Dialogo del r. m. don
Pietro Pontio parmigiano, ove si tratta della theorica, e prattica musica.
Et anco si mostra la diversita de’ contraponti, & canoni. In Parma: appresso Erasmo Viothi, 1595, (In Parma, nella stamperia di Erasmo
Viotti), I. Salvetti, Pietro [sec. XVII].
Riguardo a quest’ultimo testo è interessante notare nel frontespizio la firma autografa del musicista di corte Pietro Salvetti (1636 1697)6 con la dicitura: «Donatomi dal Signor [Bacheletti ?]», nonché
6
Cfr. W. KIRKENDALE, The court musicians in Florence during the principate of the
medici, Firenze, Olschki, 1993, pp. 403-404.
424
PIER CORRADO DANIELI
l’antica segnatura bibliotecaria della SS. Annunziata di Firenze
(C.3I.7), evidente prova della proprietà del Salvetti, successivamente
donata ai Servi di Maria.
Oltre al considerevole patrimonio musicale raccolto nella Cappella
della SS. Annunziata, merita notare anche il progressivo aumento di livello qualitativo raggiunto da alcuni frati nel campo dell’insegnamento.
In particolare, può essere indicativo quanto scrive Matteo Coferati
(1638-1703) sacerdote, cappellano e cantore della Metropolitana fiorentina, nel libro Il Cantore addottrinato, ovvero Regole del canto corale7:
Le note tonde, o triangolate, come si raccoglie dagli Autori di questa
professione, e come dice il P. F. Giulio Cesare Marinelli Servita nelle sue
Osservazioni intorno al Canto Fermo p.I.c.2. Osser.4 e p.5.c.I Osser.3.
son poste nel Canto fermi ad maiorem pulchritudiem liberi, O decorem
scriptura, O vt minorem Spatium loci occupent.
La citazione di questo frate non è casuale. Giulio Cesare Marinelli
era nato a Monte Ciccardo nel 1609; entrato fra i Servi di Maria, si dedicò presto allo studio della musica divenendo un esperto del canto
fermo e gregoriano; suo è il volume Via retta della voce corale…8. In
questo volume, il Marinelli si rifà, almeno in parte, come scrive nella
Prefazione, «all’ammaestramento di viva voce (ricevuto) dalla buona
memoria del P. Cornelio Grandi Servita di S. Giorgio di Bologna” e in
parte alla “pratica” da lui fatta nel “servire la sua Religione”». La citazione del Coferati sta a dimostrare pertanto l’alto livello di preparazione che padre Marinelli aveva della teoria musicale e il grande riconoscimento presso i membri professori di musica.
Ritornando alle attività della Cappella Musicale della SS. Annunziata, per tutto il Seicento e la prima metà del Settecento i Servi di
Maria con la partecipazione di un gran numero di alunni sia novizi
che secolari, oltre a celebri musicisti, cantori, compositori e organisti,
mantennero viva l’attività musicale sacra e profana a Firenze.
7
M. COFERATI, Il cantore addottrinato ovvero regole del canto corale, ove con breve
e facil metodo s’insegna la pratica de’ precetti più necessari del Canto Fermo; il modo di
mantenere il Coro sempre alla medesima altezza di voce; di ripigliare dove resta
l’Organo; d’intonare molte cose, che fra l’Anno si cantano; e in particolare tutti gl’Inni,
Firenze, Vangelisti, 1682, 8°, p. 3
8
G. C. MARINELLI, Via retta della voce corale, ovvero, Osservationi intorno al retto
esercizio del Canto Fermo, diviso in cinque parti, ove si dà un’esattissima e facilissima
Instruttione di quest’arte, con nuovo modo di reggere e mantenere il Coro sempre in una
medesima voce, sì per la parte dei Coristi, come anche dell’Organista, Bologna, Giacomo
Monti, 1671.
I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700
425
In quel periodo i compiti musicali nella SS. Annunziata erano stati
rigidamente regolamentati. Agli ecclesiastici venivano affidati soprattutto lo studio e la cura delle laudi spirituali, le Laudes Virginis, ma,
come vedremo poi, non verrà meno neanche lo studio della musica
detta “profana”, soprattutto a partire dalla fine del Seicento.
Risulta evidente come nella Cappella musicale della SS. Annunziata coabitassero i diversi gruppi di cantori (frati serviti, novizi e i
“cantori in Sancto Giovane”), ma anche altri musici, tutti guidati e
istruiti sotto la direzione di un maestro di “battuta” che poteva essere
un padre servita oppure un laico assunto e stipendiato dal Convento.
Già nel novembre del 1601, nei registri delle ricordanze conventuali della SS. Annunziata viene riportata la spesa di 18 paoli per la
cena offerta dai frati ai loro musici di casa per ordine del padre priore9
e nell’aprile del 1604 viene annotata la spesa di lire 51 per la ricreazione dei 36 musici a servizio del Convento10.
Nel dicembre del 1605, vengono riportati l’elenco dei frati presenti nel Convento e le rispettive mansioni, e vi compare il nome di fra
Mauro con la mansione di organista11.
Tale fra Mauro è da identificarsi con Mauro Matti (del Matta o
Mattio) (1549–1621), fiorentino, da non confondersi con un altro fra
Mauro fiorentino (1493-1556). Fra M. Matti pubblicò a Venezia nel
1571 Madrigali a 4 voci dedicati a Pandolfo Bardi de’ Conti di Vernio e
altri madrigali dedicati ad Alessandro Neroni. Incrementò molto la pratica, già in uso nella Cappella della SS. Annunziata, di reclutare per occasioni particolari fanciulli cantori e illustri strumentisti, quali Giovan
Battista Giacomelli «detto del violino» e componenti del gruppo cosiddetto dei «franciosini» come Paolo (detto anche Paolino o Pagolino del
Cornetto) e Antonio di Matteo Lassagnini detto il Biondino, suonatore
di trombone: tutti istruiti dal maestro Bernardo di Francesco Pagani
della cornetta detto appunto il Franciosino († 1596).
La presenza di bambini come coristi e di musici professionisti secolari della città di Firenze presso la Cappella della SS. Annunziata è
confermata da varie ricordanze, come quella del 30 dicembre 165212:
9
ASF 119, 742 f. 176r, «22 Novembre 1601, A spese di casa lire 18 p.li 16 tanti
spesi nella cena fatta alli no-stri padri musici di casa per ordine del p. Priore».
10
ASF 119, 743 f. 69v, «30 Aprile 1604, A spese di nostra chiesa lire 51 spese nella
ricreazione di 36 nostri musici».
11
ASF 119, 54 f. 3, «Dicembre 1605, Fra Mauro organista».
12
ASF 119, 55 f. 40r, «30 Dicembre 1652, Ricordo come per necessità della musica
nella nostra chiesa Giuseppe di Lorenzo Mariani, e Pietro di Cosimo Cionti fanciulli secolari furono accettati per soprani / potevano abitare in limitate parti del convento».
426
PIER CORRADO DANIELI
per necessità della musica nella chiesa – si legge – Giuseppe di
Lorenzo Mariani e Pietro di Cosimo Cionti, fanciulli secolari, furono
accettati come soprani e fu loro permesso di abitare in debite parti
del Convento13.
La presenza di musicisti e cantori di alto profilo professionale
presso il santuario della SS. Annunziata viene più volte confermata
nei registri conventuali; è noto infatti che il famoso Jacopo Peri (15611633) detto lo Zazzerino, per il suo taglio di capelli, in giovane età era
pagato dal convento per cantare nelle principali funzioni religiose.
Emerge così che la Cappella della SS. Annunziata rappresentava
un vero e proprio polo di interesse per tutti i musici di Firenze e che lo
stesso Convento era diventato un centro didattico per generazioni di
giovani fiorentini atti all’arte e alle scienze. Interessante ricordare la
cronaca conventuale del 18 giugno del 1700, dove si dice che lo stesso
principe Ferdinando de’ Medici (1663-1713), protettore dell’Ordine,
si dilettasse qualche volta nel dirigere egli stesso il coro e l’orchestra14.
A questo punto, mi piace riportare un altro evento del 29 marzo
1689, dove si commemora la morte di fra Domenico Maria Brancaccini
(1620-1689), elogiandolo come bravo musicista e strumentista, nonché
ottimo insegnante. Eccone un passo:
E perché al prefato Ser.mo Ferdinando assai dilettavano i suoni di simili
strumenti, acciocchè non se ne perdesse l’arte, ordinò S. A. al nostro P.re
Maestro, che insegnasse a sonarli, facendogli perciò assegnare le stanze
Tra le tante storie di questi fanciulli vale la pena di ricordare che l’8 marzo del
1615, venne accettato in convento come novizio Giulio di Giulio Caccini. Fra Felice di
Giulio Caccini (1602-1624), era figlio del famoso Giulio Caccini (1551-1618), tenore,
compositore e abile arpista. Quest’ultimo, soprannominato il Romano ma anche O benedetto giorno, è noto per le sue 72 composizioni vocali, arie e canzonette e per aver
composto il melodramma L’Euridice su libretto di Ottavio Rinuccini, a Firenze nel
1600 e rappresentato il 5 dicembre 1602. In via Gino Capponi, strada adiacente alla
chiesa della SS. Annunziata, all’altezza del numero civico 42 è posta una lapide su
un’abitazione in ricordo del Caccini, che lì visse con la sua famiglia e dove morì nel
1618. Il Caccini fece parte della «Camerata dei Bardi» e cioè di quel gruppo di uomini
che nel XVI sec. portarono alla nascita del melodramma e cioè del “recitar cantando”,
insieme a Girolamo Mei, Vincenzo Galilei (liutista, padre di Galileo e confidente del
conte Bardi), Emilio dè Cavalieri, Jacopo Peri e naturalmente dello stesso Rinuccini.
Fra Giulio Felice, purtroppo, dopo lunga malattia morì in Convento all’età di 22 anni.
Parimenti, un particolare curioso riguarda che l’ultimo discendente della famiglia di
Galileo Galilei fu padre Pellegrino Galileo, servita (1703-1755). E va pure ricordata la
corrispondenza che vi fu tra Galileo Galilei e fra Fulgenzio Micanzio per l’acquisto di
un violino che il celebre astronomo desiderava donare a un suo nipote.
14
ASF 119, 56 f. 180.
13
I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700
427
in Palazzo Vecchio per tenere scuola, dove giornalmente andava, e continuò due in tre anni, senza alcun pregiudizio dell’osservanza religiosa.
Fra gli altri suoi Scolari di Cornetto, Secolari (poiché a frati non hebbe
genio per honesti motivi di insegnar simil Arte) due giovani di nazione
Tedeschi fecero ottima riuscita; ma appena erano stati ridotti, con tanta
diligenza e fatiche del Maestro, alla perfezione dell’Arte, che la morte
troncando ad ambedue nel fior della loro età lo stame della vita, inaridì le
speranze delle fortune di sua casa.
Dalle ricordanze conventuali si evince come ad ogni evento, di carattere liturgico o di puro diletto, il capitolo conventuale abbia sempre fornito una copertura finanziaria di tutto rispetto.
Questa liberalità, però, portò l’Ordine dei Servi ad sobbarcarsi
imponenti spese, tanto che nel 1701 si venne alla decisione di limitare
le manifestazioni musicali e nel 1702 si stabilì un massimo mensile di
lire 70 per l’intera Cappella musicale della SS. Annunziata.
Il cronista molto scrupoloso riporta anche le cause di tale riforma,
individuandole anzitutto nella “nuova musica moderna” suonata con
vari strumenti e impiegando diversi musicisti e cantori sia secolari che
religiosi, cosa che tanto piaceva al popolo e naturalmente al Principe
Ferdinando; e poiché tale imponenza di mezzi e di persone erano di
uso e consuetudine in altre chiese e basiliche di Firenze, non ci si poteva esimere da un tale dispendio per non perdere il favore popolare.
Il 27 luglio del 1701 nel «Libro dei Partiti» si legge in proposito
della musica e dei musici:
In terzo luogo il Padre Priore propose essere esorbitante la spesa, che dal
nostro convento si fa nella musica e i musici, e si determinò a voce che si
provvedeva eccetera con più comodità e intanto perché de’ musici provvisionati molti mancavano di intervenire ben spesso alle musiche, come
loro obbligo, però che se gli trattenesse il salario pro-rata tante volte tanti
mancassero. In quarto luogo a lor partito che per l’avvenire per nessuna
festa della nostra chiesa o solennità appartenente al nostro convento i religiosi per quanto si voglia farne mai più si faccia palco in chiesa da starvi
musici o suonatori che per la solennità prossima di San Filippo nostro
Propagatore, nella musica non si spenda più di scudi 12 e se il
Camarlingo pagherà più sia ipso facto privo dell’uffizio e cada nelle pene
del breve eccetera. Per le altre solennità poi si determinerà la spesa a suo
tempo eccetera. Furono i voti tutti favorevoli15.
15
ASF 119, 56 f. 225.
428
PIER CORRADO DANIELI
Naturalmente il cronista, che riporta queste memorie, era un frate
designato dal capitolo conventuale a tale compito, in fondo un compito burocratico; ma qui di seguito riportiamo un suo breve passo, dove
si lascia prendere dai ricordi sulla prassi musicale di quando egli stesso era un giovane novizio, e cioè intorno alla fine del ’600. Ecco quanto annota:
Dell’aver poc’anzi mentovato le musiche piglio da ciò menzione di ricordare qualmente da tempo immemorabile come si legge negli annali del
nostro Ordine si è sempre usata la musica in questa nostra chiesa agli
Uffizi Divini. Ed io in 55 anni che sono alla religione in questo convento,
ho sempre veduto praticarsi di cantare con musiche da cappella in coro
la Messa in Vespro, tutte le Domeniche e feste (eccettuata la Domenica
di Passione e delle Palme) e nelle solennità maggiori, anche il primo
Vespro; e in altre, tutti i sabati, la Messa parimenti a cappella; e la sera le
Litanie della Beata Vergine con l’organo; e le feste, le salve Regina, a versi spezzati, il Mottetto appresso, con l’organo. Quanto alla musica nella
Settimana Santa vedi di sopra a carta 138 dove si dice che le musiche
mattutine delle Tenebre che già si facevano con l’organo si son ridotte a
cappella, nel modo che sempre si è usato la Domenica delle Palme, e il
Venerdì Santo di cantare il Passio, e il Gloria, Laus, ecc. E in questi ultimi anni si sono cantati i Vespri degli Improperi il detto venerdì, mentre
si fa l’adorazione della Croce; e ciò per la singolare attenzione e diligenza che in questa particolare della musica per maggiore decoro della chiesa, ha usato e continuamente usa il nostro Padre Fra Dionisio Bellieri16
fiorentino mentovato di sopra in più luoghi. Il sopraddetto costume di
cantare a cappella s’è praticato non solo ne’ giorni soprascritti, e feste
ordinarie, ma anche nelle più solenni e di prima classe, e principalmente
della Chiesa, come della SS. Nunziata, Natività di M.V., Pasqua di
Resurrezione, di Pentecoste, e del S. Natale, nella cui notte, nonostante
la solennità dell’Officio, e la frequenza del popolo, la prima Messa cantavasi a Cappella, e la 2.a in canto fermo: aggiuntavi però alla prima,
qualche lauda spirituale con l’Organo all’Offertorio e Postcommunio, e
Mottetto Verbum Caro all’Elevazione del Sagramento. Solamente per la
Festa del nostro P.re San Filippo Benizzi si cantava con gli Organi la
Messa e il Vespro. Così si usava molto tempo addietro e io stesso nella
mia gioventù ho visto nel medesimo modo praticare, mentre facevo il
noviziato in questo Convento.
Dionisio Bellieri (metà XVII-1718), fiorentino e servo di Maria; musico e maestro della Cappella della SS. Annunziata; cultore del canto figurato, raccolse e trascrisse numerose opere musicali.
16
I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700
429
La cronaca continua ricordando l’inizio della cosiddetta ‘musica
moderna’, e cioè polistrumentale, e osservando il grave danno che era
stato fatto l’anno 1696 con la decisione capitolare di vietare l’insegnamento ai novizi del canto figurato, portando così a un impoverimento
del coro della Cappella musicale della SS. Annunziata e quindi alla
necessità di ricorrere a musici e direttori esterni con la conseguenza di
un aumento dei costi che andavano ad gravare sempre più sui conti
del convento.
Ben è vero – narra il cronista – che non andò molto, che migliorandosi il
modo di comporre quanto al render la musica più dilettevole all’udito,
cominciossi ancora a poco a poco a usare in Chiesa nostra la Musica con
gli Organi in alcune solennità dell’anno: e aumentandosi ogni giorno più
l’esperienza della composizione musicale per la novità de’ soggetti e la
molteplicità e varietà degli strumenti, tralasciata la vecchia musica, per
accomodarsi al gusto del Secolo corrente, appigliaronsi i nostri Maestri
di Cappella alla Musica moderna che tanto piace; per le cui composizioni fu necessario tal volta aggiungere un palco per i Musici, e Sonatori, dei
quali non erano capaci gli Organi e le ringhiere; e per questa cagione le
spese, come si dice di sopra, sono alcune volte state esorbitanti. V’è ancora un altro caso, per cui elle sono state tali; ed è che essendo mancati
molti Padri, che nel canto, in concerto e in ripieno, servivano all’Organo;
è stato necessario ricorrere a Musici Stranieri, e cosi’ è giusto riconoscerli
con la dovuta mercede, la quale già si risparmiava per il servizio de’
Musici domestici. Si aggiunge, che le spese nella Musica della sola
Cappella cresceranno sempre più per l’avvenire, stante la proibizione
fatta sia nell’ anno 1696 nella rinnovazione del Noviziato mentovata di
sopra a carta 89, che non si insegni a’ nostri Novizzi il canto figurato,
come già si faceva, e in ciò da’ nostri vecchi tanto si premeva, affinchè
eglino e da Novizi e da Professi potessero servire alla Cappella, la quale
co’ soli nostri frati prima si reggeva. Così mancata in convento la scuola
del detto canto, mancheranno i cantori di casa, e mancherà col tempo
ancora chi de’ nostri Padri faccia L’offizio di Maestro di Cappella: Onde
bisognerà con grandissima spesa, se i PP. vorranno mantenere la
Cappella, provvisionare tutti i musici col Maestro della medesima.
Presentemente le singole benignità e amorevolezze, e molto più la divozione verso quest’Augustissimo Tempio del molto Rev.do Sig. Virgilio
Cianchi17 Cappellano, e M.ro di Cappella dell’insigne Collegiata di S.
Virgilio Cianchi fu cappellano e maestro di cappella dell’insigne Collegiata di
S. Lorenzo. Il 2 ottobre 1709 ebbe luogo presso la SS. Annunziata di Firenze con
grande solennità il suo funerale.
17
430
PIER CORRADO DANIELI
Lorenzo, supplisce alla mancanza de’ nostri cantori, mandando incessantemente i suoi scolari a favorire la nostra Cappella: per lo che, oltre al
confessarci tutti noi obbligati perpetuamente alle sue grazie, preghiamo
il Sig.r Iddio che per intercessione della B.V. Annunziata, lo remuneri
con largo premio, e in questa vita con la pienezza della Sua Santa Grazia,
nell’altra con l’aumento della sua beata gloria.
Quanto alla proibizione accennata di sopra che non si insegni a Novizzi
il Canto figurato, come dal detto anno fino al diì di oggi si osserva, che
ciò è derivato, per quanto si dice, dell’essersi veduto per larga serie di
anni che i nostri frati musici figliuoli di questo convento o’ non dimorano in esso al servizio della chiesa, per il quale alcuni principalmente
sono stati ricevuti nella Religione, e ammessi alla figliolanza del detto
Convento; o se pur vi dimorano, si prenda licenza di andar a cantare in
altre chiese con poco decoro del nostro Sacro Abito. Circa poi al mancamento de’ musici stranieri provisionati di non intervenire al servizio a
tempi debiti, dirò solamente due parole, non per difenderli, o scusarli
del tutto, ma in qualche parte per compatirli. La mercede ch’essi ricevono non è molta; il servizio che prestano, non è poco per esser frequente,
lungo, e impeditivo di potersi ritrovare ad altre feste per altro lucro. In
oltre, son cessate quelle ricreazioni che lor si davano, quando la musica
era in credito, per allettarli a frequentar la Cappella, come fra gli altri
soleva fare il già Rev.do P.re M.ro Angelo Guarnacci18. Tutto ciò non
ostante, i Maestri di Cappella, passati e presenti, invigilano sopra i provvisionati perché non manchino, e so che gridano, e minacciano: ma altre
volte richiede la carità di conceder loro qualche licenza senza pregiudizio della Chiesa. Per compimento di questa Ricordanza, aggiungo quel
che si legge della musica nella 2.a parte de’ nostri Annali scritti dal
Giani, all’anno 1482, a pag. 46 col. 3 dove si fa menzione del Capitolo
Generale celebrato in Viterbo; e fra l’altre cose che si narrano di esso,
sono registrate le seguenti con queste parole. “Quo vero in his Comitiis
Divina officia cultiori harmonia musicae ad augendam astantium in jubitatinem concinnarentur, octo Novitij e Cenobio Annunciatae de
Florentia, Viterbium cum suo preceptore advecti fuerunt, qui in suis pileis pro tessera parvas quasdam ex aurichalco Imagines Annunciatae gestabant: hi partim puerili voce, partim musicis instrumenti omnem sacrarum harmoniam ea in Ecclesia non absque Viterbientium admiratione complebant: res quidem insolita, sed eo tempore opportuna satis,
quando musica facultas super Abba Antonio Attabante Priore in
Ecclesia Annunciatae, magistris a’ Gallia et Germania pro ea facultate
abductis recens introducti fuerunt.
18
Angelo Guarnacci (1623–1684) Servo di Maria fiorentino, maestro di cappella;
virtuoso del “basso detto violone”.
I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700
431
Nella trascrizione del capitolo conventuale del 19 agosto 1701, il
cronista ricorda la necessità di attuare una nuova riforma della musica
nella Cappella della SS. Annunziata.
Ne conseguì, negli anni successivi, un evidente declino della
Cappella musicale, poiché molti musicisti e cantori secolari, ma anche
moltissimi religiosi, disertavano dal loro incarico “artistico” in modo
addirittura provocatorio per andare ad esibirsi in altri ambienti, dove
la retribuzione salariale era migliore.
Diviene interessante notare, a questo punto, che la presenza di
musici e cantori di elevato spessore professionale nell’organico della
Cappella della SS. Annunziata è attestata non solo dalle ricordanze
conventuali, ma anche dalle innumerevoli date, nomi e perfino ritratti
incisi e disegnati sui muri della Basilica prospicienti i locali d’accesso
agli organi. Esaminando con cura i legni a corredo presso i due organi, tra i quali quello costruito da Domenico di Lorenzo da Lucca
(1521-1523), ci si accorge di un’incisione autografa datata a nome del
sopra citato Pietro Salvetti (1636 -1697), musico di Corte del
Granduca, lasciata dallo stesso musicista a conferma della sua presenza nell’evento attestato nei registri delle ricordanze conventuali il 16
aprile del 1676.
Uno studio più approfondito di dette incisioni e graffiti potrebbe
risultare estremamente utile per una accurata cronistoria musicale
della Cappella musicale della SS. Annunziata.
Va ancora ricordato l’evento, registrato il 14 agosto del 1702, della
visita e dell’esibizione artistica presso la chiesa della SS. Annunziata di
Alessandro Scarlatti (1660-1725); in quella circostanza molto probabilmente accompagnato dal figlio Domenico. Scrive il cronista:
Ricordo, come essendoci in Firenze il famoso Compositore di Musica
Sig.re Alessandro Scarlatti siciliano, con altri Musici de’ primi dell’Europa, venuti da diverse parti per servire all’Altezza Ser.ma del
Principe Ferdinando nell’Opera dramatica o’ Comedia da recitasi nella
Villa di Pratolino composta dal detto Scarlatti, e volendo S.A. onorar
maggiormente con isquisitezza di Musica questo giorno natalizio del Suo
Ser.mo Padre Cosimo III Gran Duca, ordinò la medesima Altezza (fuor
dell’usato in quest’occasione) che per il Mottetto solito cantarsi alla
Messa si facessero i palchi, come già s’usava da noi in questi ultimi anni
per le Feste solenni; e che il detto Scarlatti componesse e guidasse il
Mottetto, il quale fosse cantato e da propri Musici di S.A. e dagli altri più
eccellenti della città. Il che tutto fu eseguito con sommo gusto di chi udì
432
PIER CORRADO DANIELI
sì bella musica sonata di molti e vari strumenti, applaudendo ciascuno
alla virtù sì del Compositore, come dei Cantori e Suonatori.
In occasione di solennizzarsi i giorni natalizi de’ nostri Ser.mi Principi, i
quali vengono in Chiesa nostra ad ascoltar la Messa, e ricever la Sacra
Comunione nella Cappella della SS. Nunziata, ordinariamente suol fare
la Musica il maestro di cappella del Duomo, se altrimenti non comandano
i Padroni Ser.mi, come seguito quest’anno nella sopraddetta nascita del
Gran Duca, e anche nella nascita del Gran Principe, 9 stante, per la quale
fece la Musica il prefato Scarlatti, ma però negli Organi, e non su i palchi.
Così praticò ancora il Ser.mo Principe Mattia di felice memoria, il quale
nel suo giorno natalizio fece tal volta far la Musica al Sig.r Jacopo
Melani19, che veniva a tale effetto di Pistoia. Et il nostro P.re Girolamo
Guiducci20 fece una volta la Musica per la nascita del Ser.mo Principe
Leopoldo non ancor Cardinale21.
Per tutto il XVIII secolo la Cappella musicale della SS. Annun-ziata si arricchì di innumerevoli composizioni di cantate, mottetti, oratori
e simili sia per feste solenni, come quelle della SS. Vergine Addolorata
o per i Santi fondatori, sia per le inaugurazioni e chiusure degli anni
scolastici, oppure per celebrare la festa di S. Caterina vergine e martire,
protettrice allora degli studenti dell’Ordine, i quali, come emerge appunto dalla lettura delle memorie del 9 maggio 1712, si recavano presso la Cappella di San Luca detta anche “Cappella degli Artisti o dei
Pittori”, edificata all’interno del complesso conventuale con accesso
dal Chiostro dei morti; tale Cappella non fu solo il luogo dove gli artisti
fiorentini esponevano annualmente i loro lavori di pittura e scultura,
ma anche la sede della Cappella musicale, dove si effettuavano le prove
corali quotidiane, quasi sempre dopo il pranzo; e questo fino alla metà
del ’700, quando tanto i pittori e gli scultori, quanto i musici trovarono
nuova sede nei locali dell’attuale Accademia delle Belle Arti, in via
Ricasoli, spostandosi poi nel 1862 per regio decreto e sotto la direzione
di Ferdinando Luigi Casamorata (1807-1881) nei locali adiacenti e istituendo così l’attuale Conservatorio musicale Luigi Cherubini. Occorre
ricordare come il Casamorata fu allievo di Luigi Pelleschi (Firenze
1769 – 1852); quest’ultimo era professore di contrappunto e composizione, nonché direttore della Cappella della SS. Annunziata di Firenze.
19
Jacopo Melani (Pistoia 1623 – 1676), compositore, organista e cantante italiano, fu maestro di cappella presso la cattedrale di Pistoia.
20
Girolamo Guiducci di Massa Carrara (1638-?), Servo di Maria, organista fino
al 1677 nel duomo di Siena, e poi alla SS. Annunziata di Firenze.
21
ASF 119, 56 f. 305.
I SERVI DI MARIA E L’EDUCAZIONE MUSICALE A FIRENZE TRA ‘600 E ‘700
433
Dai registri dell’archivio dell’Accademia delle Belle Arti infatti
emergono nomi eccellenti di professori di musica vissuti a cavallo tra
Settecento e Ottocento, come Francesco Giovanni Giuliani (17511827), del quale presso l’Archivio musicale della SS. Annunziata è conservata, manoscritta, una “sonata per violoncello solo”, che fu ammesso il 30 settembre del 1802 nel ruolo di professore di seconda classe di
violino, violoncello, arpa e mandolino; o come Giovanni Gragnani
(1764-?) o Giuseppe Ugolini, tutti accademici e illustri insegnanti, che
formarono generazioni di allievi nella musica sacra e profana.
Per tutto il ’700 la Cappella musicale della SS. Annunziata continuò, comunque, a fregiarsi di grandi compositori e musicisti, nonché
di abili direttori come i frati Luigi Roberto Braccini fiorentino (17501791) e Carbone Desideri, figlio del signor Desideri di Populonia, il
quale si distinse come bravissimo cantore di basso e abile ed esigente
maestro di cappella a Budrio, dove istruì la gioventù di quel luogo,
prima di essere ricevuto come convittore alla SS. Annunziata.
È singolare inoltre notare come nei locali interni al convento della
SS. Annunziata venissero eseguite anche opere teatrali buffe. La costruzione nel 1774 di un teatro alla ‘francese’, fu palcoscenico per molti attori teatrali, musicisti e giovani compositori, come il giovanissimo
Luigi Cherubini, già ricordato, che si cimentò in alcuni intermezzi musicali ‘buffi’ di grande successo. Dalla cronaca del 26 maggio 1782 si
evince che il crescente interesse da parte del popolo a questo genere di
arte impose la costituzione di un’accademia di “religiosi”, composta da
attori comici, e obbligò il capitolo conventuale a realizzare un teatro in
un luogo del convento più ampio e più attrezzato. L’attività teatrale
cessò per volere dell’arcivescovo Antonio Martini nel 1782 per alcune
lamentele nate sui contenuti comici delle opere rappresentate.
Dobbiamo comunque dire che la Cappella musicale della SS.
Annunziata verso la fine del Settecento e per tutto l’Ottocento crebbe
in vigore, grazie alla presenza di bravissimi maestri, come la famiglia
dei compositori Cagnacci, Giulio, Marcello e Ugo, o come i maestri
Emilio Cianchi (1833-1890), Giuseppe Ceccherini (1829-1899) e suo
padre Ferdinando (1792-1858), del quale si ricorda una profonda devozione alla B.V. Maria, che insegnarono musica sacra e profana a
stuoli di studenti, arricchendo con la loro professionalità e con innumerevoli opere l’Archivio musicale.
In conclusione all’excursus sulla Cappella musicale della SS.
Annunziata, possiamo notare come questa abbia rappresentato un
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esempio di coesistenza tra musica sacra e profana. Coesistenza che
nell’ambiente ecclesiastico ha sempre caratterizzato l’attività musicale
nella sua globalità. Le molteplici riforme musicali succedutesi nei diversi secoli per mantenere la maestà e la santità caratteristiche della
sacra liturgia hanno allontanato le melodie indecorose e profane. Ora
se per un verso tali riforme sono utili a dare in generale una norma stabile e fissa; d’altra parte, applicate troppo rigorosamente in casi speciali, anziché servire al vero progresso della musica sacra divengono
per questa impedimento che può giungere ad immobilizzare l’arte,
bloccando le ali al genio e renderlo così incapace di creare lavori sublimi degni del tempo e dell’adorazione di Dio e della venerazione
della beata Vergine Maria.