Paolo Angelini: Essere critici con se stessi e ambiziosi porta a creare cose belle per gli altri 05/06/2014 Oggi ospitiamo un ragazzo che con grande coraggio e intraprendenza ha deciso di costruirsi un futuro lontano da questo paese. Un paese, il nostro, che nelle cronache di questi giorni fa emergere al mondo il nostro quotidiano peggior malaffare. Oggi vi raccontiamo il coraggio del designer italiano: Paolo Angelini.<o:p /> I nomi storici del design italiano come Enzo Mori oppure Vico Magistretti, si lamentano perché le aziende danno troppa importanza al marketing e mettono in secondo piano lo sforzo progettuale. Qual è la tua opinione?<o:p /> La creatività senza marketing non funziona. Sono i grandi gruppi economici che dettano le regole. Detto questo, tali gruppi finanziano campagne pubblicitarie e acquisiscono gruppi creativi che sviluppano progetti di livello. <o:p /> Sempre i vecchi designer della "vecchia guardia" si lamentano dei tempi delle collezioni sempre più ristretti e veloci? Cosa ne pensi?<o:p /> Non ho un’idea ben precisa sulla tua domanda, ma riflettendo meglio, ti posso dire che essere veloci significa spendere meno e fare più profitti.<o:p /> Come nasce un progetto vincente che sul mercato come quello della telefonia è in continua evoluzione?<o:p /> Concetto forte, identità del brand definita e chiara, marketing e la scelta giusta dei partner con cui lavorare.<o:p /> Ti muovi per lavoro tra New York e il tuo adorato Abruzzo. Il rapporto con la tua terra lo colleghi spesso nelle tue creazioni?<o:p /> Sono attratto da qualunque cosa che catturi la mia attenzione, che sia New York o Hong Kong dove attualmente sono. E’ ovvio che le megalopoli pullulano di stimoli visivi. Culture ed Etnie, giocano un ruolo importante sulla nascita di stili e colori. L’ Abruzzo è casa mia, il posto perfetto per progettare e spendere tempo con i veri amici.<o:p /> In America sono stati creati dei reality anche sul mondo dei designer. Hai avuto modo di vederli, giudicarli, hai mai pensato di parteciparvi? Sono i social il migliori negozi per veicolare il tuo marchio?<o:p /> A New York ho avuto modo di conoscere creativi importanti del mondo della moda. Non sono un designer di moda e come tale non so risponderti. New York è creatività, basta essere nel loop giusto e creare contatti. I social sono solo una parte del lavoro per pubblicizzare e veicolare possibili clienti. Il social di per sè non genera nessuna conversione. Sono convinto che tra non molto il social sarà “Vintage”<o:p /> Tra qualche giorno si festeggeremo i 25 anni dell’avvento di internet. La tua opinione ed i tuoi pareri, su come è cambiato il lavoro e la promozione del tuo brand?<o:p /> Senza Internet non so cosa avrei fatto.<o:p /> Spazi e tempi: come si evolve il lavoro di un creativo come te?<o:p /> Lavoro con persone di talento, persone dinamiche, sveglie e veloci nel capire cosa bisogna fare. <o:p /> Il progetto “Sottile” è l’inizio di un progetto che si evolverà anche su altri mercati?<o:p /> Sottile nasce in quanto maniaci del lifestyle culture, ovvero tutto ciò che fa parte della vita di tutti i giorni. Abbiamo iniziato a disegnare cover per iPhone in quanto “Apple like” e ci sembrava un buon punto da dove iniziare. Abbiamo in progetto altre accessori ma al momento sono in fase si sviluppo, per cui meglio non parlarne.<o:p /> Torniamo al tuo lavoro: quanto è lunga una giornata di un “designer” prima parlavamo di spazi e tempi, ora parliamo di osservazione e creazione, trovi tempo per curare altri interessi ?<o:p /> Lavoro 24 ore su 24! Sono sempre super attivo, la prima cosa che faccio quando mi sveglio e ricordare cosa ho pensato prima di andare a dormire.<o:p /> Che cosa è “l’inutilità” per un creativo, sei il miglior critico di te stesso?<o:p /> Solitamente tutto ciò che progetto non mi piace! Essere critici con se stessi e ambiziosi porta a creare cose belle per gli altri e meno per se stessi, ma questo è il mio modo personale di vedere la creatività.<o:p /> Grazie Paolo ti auguriamo presto un futuro imprenditoriale nel tuo paese, nella tua terra, nella speranza che l’Italia non sia solo un paese per vecchi…